Ciao a tutti…
Per farmi perdonare del ritardo ho pensato di regalarvi un altro
capitolo.
Il quarto arriverà la prossima settimana.
Ringrazio tutti coloro che leggono, seguono e preferiscono
questa storia.
Nel blog troverete
tutto su questo capitolo e lo spoiler per il quarto.
A fine capitolo troverete alcuni link aggiuntivi che riguardano
proprio questa parte della storia.
@ vchiego: perdonami e non ho risposto alla recensione del capitolo
precedente, mi è completamente sfuggito dalla mente. Ti ringrazio, come sempre,
per le parole che dedichi ogni volta a questa storia. Sono felice che il
capitolo scorso ti sia piaciuto. Pensavo che fosse troppo banale e poco ricco
di particolari. Bella è molto più forte di Edward e non cederà facilmente alle
richieste di Edward, ma lui, come potrai notare in questo capitolo, ha delle
carte da giocare e non si arrenderà facilmente. Ancora grazie e alla prossima. Un
bacio.
Awakening from Darkness
Capitolo III - I want you as a wife
Edward
Dopo la cerimonia, i nostri cari, ci
avevano lasciati soli.
Io e Bella ci eravamo stretti in un
abbraccio che valeva più di mille parole.
Avevamo passato alcune ore sulla
tomba dei nostri genitori fino a quando le nuvole cariche di pioggia avanzarono
nel cielo grigio.
“Edward, vai a casa. Ti raggiungo
più tardi. Ho bisogno di cacciare.” Mi disse Bella baciandomi lievemente la
guancia. Annuii, lasciando che corresse nel bosco per dare sollievo alla sua
sete.
Mi incamminai verso casa,
lasciandomi invadere dai miei desideri.
Era stata una giornata lunga e dura
per me, ma soprattutto per Bella che sapevo si riteneva responsabile per tutte
quelle morti.
Avrei potuto organizzare una serata
tranquilla solo per noi due. Avevamo bisogno di stare insieme, ma soprattutto
io avevo bisogno di Bella senza orecchie indiscrete che ascoltassero ogni
minimo sussurro.
Raggiunsi casa Cullen in breve
tempo, prima che le prime gocce di pioggia bagnassero il suolo.
Tolsi il cappotto e per poco non
persi l’equilibrio quando Alice mi travolse con il suo corpo.
“Si! Edward, che bello, che bello!
Ti prego, posso darti una mano?” non riuscivo a starle dietro. Le sue parole un
fiume in piena.
“Alice vuoi spiegare?” dissi
irritato da quella stupida danza che Alice stava facendo per tutto il salotto.
“Edward, ma come? Ti prego lasciami
organizzare la serata.” Capii a cosa si riferiva.
“Alice ho solo intenzione di fare
una passeggiata. Non c’è nulla da organizzare, soprattutto per il fatto che sta
piovendo.” Dissi deluso dalla pioggia che aveva deciso di rovinare i miei
piani.
“Sei sicuro che si tratti solo di
una passeggiata? Io l’ho visto sai? Non puoi mentirmi. E poi smetterà di
piovere tra un paio d’ore e il cielo si schiarirà. Dai, dai?” continuava a
saltare tenendo le mie mani tra le sue.
Era davvero fastidiosa quando ci si
metteva, in più non riuscivo a capire cosa volesse dire.
“Alice, smettila di saltare. Vuoi
dirmi cos’hai visto?” chiesi irritato.
“Edward!” mi rimproverò.
“Insomma, hai intenzione di dirmelo
oppure vuoi torturarmi a morte con i tuoi balletti?” la giornata pesante aveva
influito molto sul mio umore. Mi pentii all’istante del tono che avevo
utilizzato con lei.
“Scusami Alice, sono solo un po’ stanco.”
Dissi.
“Oh Edward, non mi offende il tuo
tono, piuttosto mi offende il fatto che tu non abbia capito cosa sto cercando
di dirti. Insomma, sei tu che l’hai deciso.” Disse puntandomi un dito contro.
“Alice, davvero, io ho solo deciso
di passare un po’ di tempo da solo con Bella.” Spiegai, cercando di non
offenderla di nuovo. Non le stavo mentendo, davvero non sapevo cosa stesse
cercando di dirmi. Cercavo di sforzarmi fino a quando un’idea mi venne in
mente.
Nello stesso istante, gli occhi di
Alice si fecero vitrei, segno che una
nuova visione stava arrivando.
“Edward, hai visto? Il mio aiuto ti
servirà, quindi mettiamoci al lavoro. Tu va a farti una doccia al resto penso
io.” E così dicendo, mi spinse su per le scale.
“Alice vuoi spiegarmi?” chiesi.
“No, altrimenti rischio di dirti
troppo e poi lo sai già cosa succederà. Sei stato tu a dirmelo, farò tutto come
tu desideri. Va a prepararti. Ah, c’è una cosa che puoi fare.” Smise di colpo
di parlare.
“Vuoi dirmelo Alice?” sbottai.
“Ti verrà in mente mentre farai la
doccia.” Disse sorridendo.
L’acqua calda scioglieva i miei
muscoli, rilassandomi. I miei pensieri fantasticavano sulla serata che presto
avrei vissuto.
Immaginai Bella con un bel vestito,
tanti fiori e tante candele, un cielo stellato il prato umido per la pioggia.
Il volto di Bella arrabbiato per ciò che le avrei chiesto.
Poi di colpo capii dove saremmo
arrivati e quello che Alice stava cercando di dirmi già da un po’. Tutto si
delineò nella mia mente, con un sorriso chiusi il getto dell’acqua e
velocemente uscii dalla doccia. Dovevo sbrigarmi. Bella sarebbe tornata presto
e non avevo la stessa velocità di Alice.
Sul letto faceva bella mostra di se
un abito elegante, lo stesso che avevo immaginato poco fa sotto la doccia.
Alice quando ci si metteva era davvero impeccabile.
Con ancora l’asciugamano cinto in
vita, presi alcuni fogli dalla scrivania ed iniziai scrivere.
Mi vestii in fretta e presi dal
cassetto del mio comodino l’unico ricordo che mi era rimasto di mia madre.
Presi il telefono e composi il
numero di Alice. Rispose al primo squillo.
“Si, Edward lo so. Lascialo sul
letto. Qui è tutto pronto e puoi iniziare a sistemare il resto. Bella tornerà
tra poco e non deve trovarti lì. Sbrigati.” Disse senza permettermi di dirle
una parola. Avrei almeno voluta ringraziarla per l’aiuto che mi stava offrendo.
Lasciai il primo bigliettino sul
letto e iniziai a camminare per il sentiero che mi avrebbe condotto nel luogo
che,speravo, sarebbe diventato lo sfondo della serata più bella di tutta la mia
vita.
Per tutto il sentiero sistemai i
bigliettini che avevo preparato, sicuro che Bella li avrebbe trovati.
Ci misi un po’ ad arrivare, odiavo
essere umano.
Non che non apprezzassi il dono
della vita che mi era stato fatto, ma apprezzavo altrettanto, se non di più, le
qualità extra dei vampiri.
Quando i cespugli e gli alberi si
fecero meno fitti, mi ritrovai nella radura.
L’avevo scoperta tanto tempo fa
insieme ai miei amici. Non ci ero mai venuto con Bella e forse, durante qualche
battuta di caccia, lei poteva averla già vista. Di sicuro non l’aveva mai vista
così. Alice aveva fatto davvero un bel lavoro.
Ad ogni albero erano appese delle
piccole lanterne che illuminavano dolcemente quel posto incantato. Un telo
rosso era disposto sul prato, nel centro esatto della radura.
Petali di fiori di cui non avevo mai
conosciuto l’esistenza erano disseminati su tutto il prato.
Un mazzo di fiori era posizionato al
centro del telo.
Ad una prima occhiata riuscii a
riconoscere solo alcune specie. Come aveva fatto Alice a trovarle?
Il telefono vibrò nella mia tasca.
Lo afferrai e risposi.
“Ti piace?” trillò la voce di Alice.
“È tutto perfetto grazie. Non sarei
riuscito a fare tutto da solo.” Dissi.
“Non ringraziarmi Edward, sei mio
fratello.”
“Alice, come mai quei fiori?” chiesi
curioso per quella scelta.
Non mi sembrava che nelle mie
fantasie fossero presenti.
“Beh, qualche settimana fa, ti ho
visto leggere i libri di Esme sul linguaggio dei fiori ed ho pensato che
potessero esserti utili. E poi ci hai pensato per un secondo anche se non te ne
sei reso conto. Non mi sfugge nulla lo sai.” Rise. Adesso ricordavo, Esme stava
riempiendo la sua serra di nuovi fiori e per caso mi sono imbattuto in uno dei
suoi libri. Ora, rammentavo perfettamente il significato di ogni singolo fiore
che giaceva all’interno di quel mazzo.
“Grazie Alice. Potrebbe tornarmi
utile.” Sorrisi all’idea che avevo appena avuto.
“Lo so.” La sua voce squillava
allegra come un coro di campane.
“Edward, Bella sarà lì tra qualche
minuto.” Disse, nella sua voce ancora gioia.
“Oh.” Dissi teso.
“Non preoccuparti. Sii te stesso e
andrà tutto bene.” Mi rassicurò, chiudendo la telefonata un secondo dopo.
Mi spostai verso il confine della
radura, nel punto in cui la luna era ben visibile.
Il rumore delle foglie rimbombò nel
silenzio di quel paradiso naturale. Sorrisi.
Nonostante fossi solo un umano
percepivo il suo intenso profumo.
“Edward?” mi chiamò. La sua voce
rotta dall’emozione.
Immaginai fosse per la prima parte
della sorpresa.
Mi voltai verso di lei e il mio
cuore perse un battito.
Nel suo splendido vestito nero, che
lasciava scoperte le sue lunghe e diafane gambe ed una parte delle spalle, mi
regalò il sorriso più bello che le avessi mai visto in volto.
I suoi capelli ricadevano morbidi
sulle sue spalle e i suoi splendidi occhi dorati brillavano nel buio come due
fari.
Tesi una mano verso di lei e
aspettai che mi raggiungesse.
“Sei splendida.” Le dissi non appena
la strinsi tra le mie braccia.
“Anche tu.” Le sue labbra si
posarono sulle mie.
Il bacio durò solo pochi istanti.
Bella si scostò dal mio abbraccio e si guardò intorno.
“È tutto stupendo Edward. Ogni
singola parola, ogni piccola lanterna, ogni profumo che sento nell’aria. Tutto
è perfetto.” Sussurrò.
“Sei tu ad essere perfetta e questo
è solo per te.” La avvicinai a me in modo che le sue spalle aderissero al mio
petto e le indicai la luna.
“È bellissima anche la luna
stasera.” Disse.
“Non se è paragonata a te.” Risposi
voltandola verso di me.
La baciai ancora e quando mi staccai
da lei la trascinai verso il telo steso sul prato.
Bella mi guardava curiosa, sapevo
che aveva capito che per noi quella sera era importante.
Presi il mazzo di fiori che Alice
aveva adagiato sul manto rosso e pian piano iniziai a sfilare il primo fiore.
“Bella, c’è una cosa importante di
cui ti vorrei parlare stasera e vorrei farlo nel migliore dei modi se tu me lo
permetti.” Dissi.
Bella mi guardò negli occhi e mi
fece segno di andare avanti.
“Rododendro. È con questo fiore che
voglio iniziare. Ancora non ti avevo vista e già sapevo di amarti. Non appena
ho incontrato i tuoi occhi ho capito che non ne potevo fare più a meno. Ho
avuto tanta paura quando ho capito che nonostante ci amavamo così tanto, il nostro
amore era diventato fragile, come questo fiore. È per questo che ho voluto
dartelo per primo. Perché ora, posso ammettere sicuro che il nostro fragile
incanto non si è spezzato e posso ancora gioire dei tuoi occhi che tanto mi
hanno fatto innamorare.” Lentamente le porsi il fiore che avevo tra le mani e
lei lo accettò tremante.
“La rosa canina, un fiore tanto
bello e soave, quanto spinoso e acuminato.” Sussurrai tirando fuori dal mazzo
il secondo fiore, stando bene attento a non pungermi. “Incontrarti è stato un
grande dono per me e ringrazio il cielo che oggi, nonostante le profonde
sofferenze e i numerosi ostacoli che hanno tentato di dividerci, sei ancora
qui, di fronte a me.” continuai porgendole la rosa selvatica.
Sfilai il terzo fiore e glielo porsi
sfiorandole la mano.
“Come il vilucchio si aggrappa al
luogo in cui nasce, così tu ti sei aggrappata alla convinzione che tu non fossi
la persona giusta per me. Volevi andare via, volevi abbandonarmi al mio
destino. Ma amore mio, tu le tue radici le avevi messe accanto alle mie e
sapevo che da quel posto nessuno sarebbe riuscito ad estirparti, nemmeno te
stessa.” Mi concessi per un attimo di guardarla negli occhi. Lacrime vermiglie
scendevano lungo il suo viso.
Delicato poggiai le labbra sulle sue
gote e bevvi quel nettare per me tanto vitale.
Estrassi altri due fiori dal mazzo e
prima di donarli a lei, mi concessi un altro bacio.
“La genziana e il fiore di loto. Tu
amore mio, come la genziana hai resistito alle intemperie e il fiore di loto è
un omaggio all’ammirazione che provo nei tuoi confronti. Hai combattuto contro
un nemico molto più forte ed esperto di te, ma tu hai vinto e non posso non
essere orgoglioso di te.” Per qualche secondo la guardai negli occhi senza
aggiungere altro.
Sfilai un altro fiore, ma questa
volto lo appoggiai tra i suoi capelli.
“Il croco, il fiore che ha ricoperto
il talamo nuziale di Giove e Giunone. Il fiore che simboleggia la passione e
l’amore sensuale, quell’amore che insieme abbiamo scoperto e che ogni volta mi
fa sentire sempre più tuo.” Le sue mani avvolsero le mie e mi trascinarono verso
di lei.
Un bacio molto meno casto dei
precedenti mi tolse il fiato.
Quando ritrovai il controllo di me
stesso tirai fuori dal mazzo due garofani, uno rosso ed uno bianco.
“Il garofano rosso simboleggia il
mio amore per te e quello bianco il mio giuramento di fedeltà. Ti amerò fino
alla morte e anche oltre se solo potessi e non amerò mai nessun’altra come amo
te.”
Solo pochi fiori rimanevano tra le
mie mani.
“Il gelsomino e l’orchidea, simboli
di sensualità, eleganza, grazia ed amabilità, tutte qualità che fanno di te la
donna più speciale che io abbia mai incontrato.”
Lei li raccolse tra le sue piccole
mani, mentre un singhiozzo più forte degli altri le scuoteva il piccolo corpo.
Solo tre fiori e poi toccava a lei
parlare.
Presi ciò che mi rimaneva tra le
mani. Le foglie dell’amaranto intrecciate in modo perfetto, tanto da sembrare
un tutt’uno con il fiore dell’aloe.
“Amore mio, questi li ho tenuti per
ultimi perché hanno un significato particolare. Rappresentano l’amore eterno e
l’immortalità. Perché è questo che voglio chiederti. Una sola vita non mi
basta. Vorrei poter amarti per sempre, sfuggendo al tempo e alla morte. Rendimi
uguale a te. Donami l’eternità accanto a te.” Le sue mani allentarono la presa
sulle mie, lasciando cadere gli ultimi fiori che le avevo donato sulle sue
ginocchia.
“Edward, non ho parole per dirti
quanto tutto questo mi abbia reso felice, ma sai come la penso a riguardo. La
tua anima è troppo bella per essere sprecata così. Ti prego, è già tutto
perfetto in questo modo, non roviniamo tutto.”
Non tradii nessuna emozione, sapevo
che non sarebbe stato facile, ma non sarei tornato a casa senza ottenere
qualcosa da lei.
Tirai fuori dall’occhiello l’ultimo
fiore.
“Bella, aspetterò, prima o poi
riuscirò a farti cambiare idea, ma permettimi di dirti un’ultima cosa.”dissi.
Bella annuii.
“Ti voglio, ti desidero e non mi
basta più quello che ho. Ti voglio come moglie. Isabella Marie Swan, mi farebbe
l’onore di diventare mia moglie?” le porsi il fiore d’arancio che avevo tra le
mani, prendendo con la mano libera l’ultimo regalo della serata.
Aprii davanti ai suoi occhi ancora
aperti per lo stupore la scatolina blu e aspettai ansioso la sua risposta.
Vi lascio i link riguardanti il capitolo.