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Autore: Iulia_    09/04/2010    8 recensioni
WARNING! TITOLO CAMBIATO DA "FOR HER ONLY" IN "BEAUTY AND THE BEAST"
Da un pò di tempo avevo intenzione di scrivere una ff sulla coppia Draco\Hermione ma non avevo idea da che parte cominciare. Sfogliando il settimo volume di HP il caso ha voluto che mi imbattessi nel capitolo "Villa Malfoy". Eureka! Così è nata la mia ff. Mi sono chiesta: cosa sarebbe successo se Draco Malfoy fosse stato innamorato di Hermione Granger e l'avesse vista in casa sua, prigioniera e in pericolo. Che altro aggiungere? Leggete e recensite :)
Genere: Romantico, Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Beauty and the Beast saga'
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Salve! Non so come accoglierete questa notizia: è il penultimo capitolo, domani posterò l’epilogo. Rimando ogni mio commento all’ultimo fatidico post e vi lascio leggere in pace.
Baci
Mena



Dopo parecchi minuti trascinò Hermione fuori dalla sala Grande e cominciò ad esaminare i vari tagli che aveva sulle braccia e le bruciature.
<< Non è niente, Draco. >> Gli diceva lei per rassicurarlo. << Sto bene. >>
Ma lui continuava imperterrito a studiare ogni centimetro della pelle nuda, accarezzando le miriadi di lividi e tagli che ne avevano offuscato la purezza.
Lei lo lasciò fare per un po’, Draco sentiva i suoi occhi addosso.
La cosa gli piaceva anche più del dovuto.
Infine sentì la mano sinistra di lei accarezzargli i capelli e costringerlo a sollevare il viso.
Si ritrovò a fissare quegli enormi occhi scuri, che brillavano anche in quel volto sporco di fuliggine.
Hermione lo accarezzò, passò le dita sulle palpebre, sulle labbra, sul naso e poi si limitò a fissarlo.
<< Sei proprio tu. >>
Eccola: la luce brillare nell’oscurità più profonda, nelle tenebre peggiori.
Le sorrise dolcemente, beandosi del tocco delicato delle sue mani sul suo volto.
<< Sì, sono io. E, quando tutto questo finirà avrò tante, tante cose da raccontarti… >>
Il volto di Hermione si distese in un sorriso che illuminò Draco come nient’altro avrebbe potuto fare.
Oh, quanto gli era mancata!
<< Sì, ci credo, ma cosa ti fa pensare che tutto questo finirà? >>
Draco la guardò negli occhi, serio.
<< Hermione, sono morto e sono ritornato e non voglio credere che l’ho fatto solo per un giorno. >>
Lei fece un sorriso dolce e gli passò di nuovo la mano fra i capelli.
<< Stavolta sarà diverso: se dovrà finire, finirà per entrambi. >>
Dio, non voleva sentirle fare quei discorsi!
No, non poteva assolutamente sopportarlo.
<< Hermione, non finirà. Non moriremo, lo so. Ne sono sicuro. >>
Hermione gli sorrise di nuovo e poi gli strinse la mano.
<< Sai, cosa? Anche se dovesse finire adesso, sarei felice… >>
<< Hermione… >>
<< No, lasciami finire. >> Lo zittì lei imperiosa. << Sarei felice perché ti ho rivisto ancora una volta. >> Fece un mezzo sorriso. << Anche se sarebbe più opportuno dire che ti ho visto: hai scelto un bellissimo corpo, Draco. >>
Draco abbassò gli occhi sulla sua maglietta ormai strappata in vari punti e le sorrise.
<< Veramente lo ha scelto Lancelot. Io l’ho soltanto preso. >>
Hermione spalancò gli occhi, animandosi come non succedeva da tantissimo tempo.
<< Lancelot? Hai visto Lancelot? >>
Draco annuì, sorridendo.
<< Sì, ma te lo racconterò dopo, con calma, quando saremo seduti al tavolo di un ristorante e staremo festeggiando. >>
Hermione sospirò e poggiò la testa sul suo petto, lasciando che lui la cingesse per la vita.
<< Voglio che tu lo sappia, Draco. Ti sei sempre preoccupato di lasciarmi sola ed è solo per questo che ho pregato che rimanessero, ma il tuo ricordo mi ossessionava. >> Prese una sua mano e se la portò alle labbra, sfiorandola appena. << Non riuscivo a fare altro che pensare a te, a quello che avevo avuto e che avrei potuto avere e che invece era andato perduto. E sei stato crudele con me: sono morta con te quando i tuoi occhi sono diventati vitrei. >>
La strinse ancora più forte a sé, baciandole i capelli.
<< Perdonami, amore. Non ti lascerò mai più. Mai più. >>
Hermione si voltò rimanendo comunque avvinghiata a lui e alzò i begli occhi scuri sul suo viso.
<< Bene, perché se lo farai ti verrò a cercare ovunque tu sia e te la farò pagare carissima. >>
Sebbene la situazione non fosse delle più felici, Draco sorrise e le sistemò una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
<< Cosa ci facevi al castello quando ci siamo visti? >>
Sotto la polvere che le ricopriva il volto, arrossì e abbassò le lunghe ciglia scure.
<< Mi serviva un capello…di tua madre. >>
Ok…cosa?
Draco inarcò un sopracciglio, stranito.
<< Un capello di mia madre? >>
Hermione annuì sempre più rossa.
<< Sì…ecco…vedi…dovevamo entrare nella…nella vostra camera…nella camera blindata alla Gringott… >>
Draco era scioccato.
<< Perché? >>
Fece un respiro profondo e lo guardò negli occhi.
<< Te lo dirò quando tutto questo sarà finito. Te lo prometto. >>
Bè, non poteva insistere.
E non gli importava poi tanto.
In fondo, tecnicamente, quella camera blindata, quella dei Malfoy, non gli apparteneva più.
Si scoprì a pensare che il fatto di essere completamente al verde e solo al mondo non gli causava troppa sofferenza.
Ma lei?
Come poteva stare con uno che, sempre in teoria, nemmeno esisteva in quel mondo?
<< Hermione, devo dirti un paio di cose… >>
Lei lo guardò, in attesa.
Morgana come era bella!
Aveva dimenticato quanto fosse appagante stringerla fra le braccia, perdersi nei suoi occhi e nella fitta trama della sua pelle.
<< Dimmi Draco. >>
E le labbra…
Così morbide, appena dischiuse per parlare…
Prima di poter capire cosa stava facendo, posò un dito su quei petali di rosa delicatissima e li accarezzò.
Lei non solo lo lasciò fare, ma anzi soffiò su quel dito scaldando con il proprio respiro.
Dio, quanto la amava!
Quanto adorava il suo essere così irrimediabilmente calda e sensuale, così vitale anche quando erano circondati dalla morte e dalla sofferenza.
<< Dio…sei bellissima… >>
Lei sorrise, in quel modo dolcissimo che solo lei conosceva.
<< Lo dici solo per adularmi: so di essere orribile. >> Protestò. << Sono tutta sporca e piena di graffi… >>
Draco non riusciva a staccare il dito da quelle labbra morbidissime.
<< Credimi, amore: saresti stupenda anche piena di fango o vestita di stracci. >>
Oh, per amor di Dio!
Perché era così bella?
Se lo chiedeva sempre e, adesso, poteva finalmente darsi una risposta: era la sola discendente ad avere in sé la magia della figlia del Re.
In sé recava la stessa bellezza di Isolde, ma, come aveva già notato, lei era molto più bella.
Draco le sorrise e avvicinò il suo volto a quello di lei.
Hermione, però, si allontanò un po’ e Draco se ne sentì un po’ ferito, ma non disse nulla. Sollevò invece una mano e le accarezzò delicatamente il volto.
<< Scusami. Non avrei dovuto farlo. >>
Hermione scosse vigorosamente la testa.
<< No, non c’entri. E’ colpa mia…è solo che…non riesco ancora ad accettare che ci sei tu e non un estraneo. >>
Bè, era perfettamente comprensibile.
Quel corpo le era completamente sconosciuto.
Draco le sorrise comprensivo.
<< Lo capisco, amore. Non preoccuparti, non abbiamo nessuna fretta. >>
Hermione abbassò di nuovo gli occhi, imbarazzata, le mani però erano poggiate al petto di Draco.
<< Sono una stupida. >>
Draco scosse la testa e si chinò un po’ per poterla guardare negli occhi.
<< Non sei stupida, amore mio. E’ normale. >>
Fu lei stavolta ad alzare lo sguardo e portare una mano sulle labbra di lui, studiandole e accarezzandole.
<< Draco…Draco… >> Fece un respiro profondo e la mano tremò sopra le labbra di Draco. << Draco, non posso perderti! Non voglio che tutto finisca! >>
Draco la strinse con più forza ma sempre con delicatezza.
<< Non finirà, amore. Non finirà mai. >>
Hermione si lasciò stringere e poggiò la testa sul suo petto.
Draco sentiva le sue dita sottili sopra la maglietta sudicia e distrutta.
<< Draco… >>
<< Dimmi, tesoro. >>
<< Draco, non è giusto. >>
<< Cosa, amore? >>
Hermione alzò lo sguardo su di lui. << Non è giusto che mi sento così felice quando ovunque c’è morte e dolore. >>
Draco depositò un casto bacio sulla sua fronte e la strinse a sé.
Fece per dire qualcosa ma comparve Ginny sulla soglia.
Li guardò, imbarazzata, ma Hermione si staccò presto da Draco e la raggiunse abbracciandola.
<< Avete visto Harry? >>
Hermione scosse la testa e le accarezzò i capelli rossi bruciacchiati.
<< Scusami per non esserti stata vicina, Ginny. >>
La rossa guardò spostò gli occhi su Draco e poi li ricondusse sull’amica.
<< Non devi sprecare questi attimi preziosi con me. Se sapessi dov’è Harry starei con lui. >>
Hermione la abbracciò di nuovo e si lasciò vincere dalle lacrime.
Fu Ginny, stavolta, ad accarezzarle i capelli per consolarla.
<< Hermione, amica mia, non piangere. >>
Ma la sua Hermione continuava ad essere scossa dai singhiozzi, le fragili spalle si alzavano e si abbassavano ritmicamente.
Ben presto anche Ginny si unì a lei e Draco, incapace di stare lì a guardare, le abbracciò entrambe, sperando che le sue braccia vigorose potessero confortarle dal dolore sordo che stavano provando i loro piccoli e delicati cuori.
Vide anche Ron venire fuori dalla Sala Grande e anche lui si unì a quell’abbraccio, baciando i capelli della sorella e di Hermione.
Aveva smesso di piangere e solo allora Draco si rese conto che dietro quegli occhi che tanto spesso aveva considerato vacui, c’era un animo coraggioso, capace di sacrificarsi per coloro che amava.
Se fossero rimasti vivi, gli avrebbe chiesto scusa per gli anni di vergognose e infamanti offese.
Poi però il castello tremò e le mura vibrarono.
<< Harry Potter è morto. E’ stato ucciso. Stava fuggendo, per mettersi in salvo mentre voi davate la vostra vita per lui. Vi portiamo il suo corpo a dimostrazione che il vostro eroe è caduto. Abbiamo vinto la battaglia. Avete perso metà dei vostri combattenti. I miei Mangiamorte vi superano in numero e il Ragazzo Che E’ Sopravvissuto è morto. La guerra deve finire. Chiunque continui a resistere, uomo, donna o bambino, verrà ucciso insieme a tutti i membri della sua famiglia. Uscite dal castello, ora, inginocchiatevi davanti a me e verrete risparmiati. I vostri genitori e i vostri figli, i vostri fratelli e sorelle vivranno saranno perdonati, e vi unirete a me nel nuovo mondo che costruiremo insieme. >>
Il castello si fece improvvisamente muto.
Non un lamento, non un pianto…niente.
Tutti stavano cercando di dare un senso alle parole di Voldemort.
Possibile che Harry Potter fosse davvero morto?
Nessuno osava muoversi.
La prima ad animarsi fu Ginny Weasley che, liberatasi dall’abbraccio di Hermione, di Draco e di Ron, corse verso il portone d’ingresso con la bacchetta in mano e urlando come se fosse una Valchiria.
Un esercito le fu subito dietro.
Draco correva tenendo ben salda la mano di Hermione.
Avrebbe combattuto e, se fosse morto di nuovo, lo avrebbe fatto sapendo di aver lottato per sconfiggere il male.
Oh, ma non sarebbe morto!
No, ne era certo.
Avrebbero vinto quella guerra, dovevano vincerla!
Non poteva finire così!
Lui doveva sposare Hermione, costruire con lei una famiglia!
Dovevano vivere insieme!
Pensava a questo mentre si disponeva in fila accanto agli altri, nella notte così serena a dispetto degli eventi ai quali stava assistendo.
E poi arrivarono.
La McGranitt urlò e a lei si unirono tutti gli altri, anche lui.
Il corpo morto di Harry Potter giaceva inerme fra le braccia di Hagrid.
<< SILENZIO! >> Tuonò Voldemort, provocando un lampo di luce chiara. << E’ finita! Posalo ai miei piedi, Hagrid, dov’è giusto che stia! >>
Hagrid ubbidì e continuò a singhiozzare.
<< Visto? Harry Potter è morto! Lo capite adesso, illusi? Non è mai stato altro che un ragazzo che contava sul sacrificio degli altri! >>
<< Ti ha sconfitto! >>
Ad urlare era stato il ragazzo accanto a lui, Ron Weasley.
E Draco gli diede subito man forte seguito da tutti gli altri, ma, una seconda esplosione molto più potente li zittì di nuovo.
<< E’ stato ucciso mentre cercava di scappare di nascosto dal parco del castello. Ucciso mentre tentava di mettersi in salvo… >>
<< Dobbiamo uccidere il serpente, Draco. >> Gli sussurrò Hermione. << Uccidiamo il serpente e solo allora potremo uccidere lui. >>
Draco guardò Nagini e stava pensando a come ucciderla, quando Neville Paciock si scagliò urlando contro Voldemort, ma questi lo colpì con un lampo di luce facendolo grugnire di dolore.
<< E chi è costui? Chi si è offerto volontario per dimostrare che cosa accade a coloro che continuano a combattere quando la battaglia è perduta? >>
Una donna dai lunghi capelli biondi si fece avanti, i suoi occhi azzurri erano freddi e, chi la conosceva, sapeva che le labbra sottili erano tese in una smorfia di rabbia e disgusto.
Sua madre, Narcissa Malfoy, gli appariva molto più magra e debole eppure, se possibile, in lei splendeva una forza interiore che non aveva mai mostrato prima.
<< Neville Paciock, mio Signore. >>
Possibile che nessuno notasse la deformazione con la quale aveva pronunziato quel “mio Signore”?
Sembrava che lo stesse prendendo in giro e la cosa colpì profondamente Draco.
In questo frangente Draco vide che la sua ragazza aveva le mani giunte e, con gli occhi alzati al cielo, mormorava parole che per lui suonavano strane.
<< Mio Dio, mio Dio, Ti prego. Salvaci dalla nostra ora finale. >>
<< Hermione, che hai? >>
Lei non sembrava averlo sentito, perché continuò imperterrita con quella litania.
<< Non vedi che la follia dilaga intorno a noi? >>
Nel frattempo Voldemort stava chiedendo a Neville Paciock di diventare un Mangiamorte.
<< Mi unirò a te quando l’Inferno gelerà! >>
Hermione continuava a mormorare incessantemente, quasi fosse una formula magica. << Meritiamo questo, mio Dio? Non c’è modo di porre fine a questa orribile agonia? >>
<< Esercito di Silente! >>
Un urlo si levò in risposta al grido di Neville, un urlo che nemmeno Voldemort riuscì a placare.
<< Molto bene. Se questa è la tua scelta, Paciock, torneremo al piano originale. L’hai voluto tu. >>
Voldemort agitò la bacchetta e da una delle finestre del castello volò uno strano oggetto che Voldemort tenne sollevato per la punta: il Cappello Parlante.
<< Non vi saranno altri Smistamenti alla scuola di Hogwarts. Non vi saranno più Case. Lo stemma e i colori del mio nobile antenato, Salazar Serpeverde, basteranno per tutti, non è vero, Neville Paciock? >>
Puntò la bacchetta contro Neville, il quale si irrigidì, e poi gli mise in testa il Cappello facendoglielo scivolare sugli occhi.
<< Il nostro Neville ora dimostrerà che cosa accade a chiunque sia così sciocco da continuare ad opporsi a me. >>
Mosse di nuovo la bacchetta e incendiò il Cappello.
Draco si mosse prima di poter riflettere.
Senza curarsi delle miriadi di bacchette dei Mangiamorte che gli furono addosso mosse un passo avanti, l’espressione disgustata.
<< SEI UN MALEDETTO BASTARDO! >>
Urlò in direzione di Voldemort e sputò per terra.
Voldemort, più che arrabbiato, sembrava sorpreso.
Bloccò con un gesto i Mangiamorte che si erano preparati ad attaccare e avanzò verso Draco.
<< E tu chi sei? >>
Draco si drizzò sulla schiena: era molto più alto e robusto di Voldemort e provò l’assurdo desiderio di schiacciarlo.
<< Draco de Point du Roi. >>
Ci fu un movimento nelle schiere dei Mangiamorte: Lucius e Narcissa Malfoy, lo stavano guardando sotto una nuova luce.
Loro conoscevano la storia, sapevano che de Point du Roi era il cognome di Lancelot e si stavano chiedendo se quella poteva essere considerata una semplice coincidenza.
Voldemort alzò la bacchetta per punirlo.
Draco sentì Hermione urlare e correre verso di lui, pronta a farla finita insieme, ma delle figure si pararono di fronte a loro, comparendo dal nulla.
Erano un uomo dai tratti mediterranei, con lunghi capelli neri e vestito alla maniera Medievale.
Non poteva vedere gli occhi ma sapeva quale fosse il loro colore: grigi.
Stava in mezzo a due donne, una dai lunghi capelli biondissimi e l’altra dai capelli lisci scuri.
La bionda indossava un candido abito bianco, principesco, con le maniche a campana, mentre la mora un abito da popolana.
Non riusciva a credere ai propri occhi.
Vide distintamente le due figure femminili sollevare le mani e scacciare Voldemort lontano dai due.
I Mangiamorte non osarono muoversi e poi la bionda si voltò verso i due, mostrando un sorriso degno di una Regina e i grandi occhi neri come l’oblio allegri come se si trovasse ad una festa.
<< Adesso arrivano i nostri. >>
E poi accaddero molte cose contemporaneamente.
Dai confini del parco si levò un terribile frastuono: centinaia di persone correvano lanciando alte grida di guerra e c’era anche un piccolo gigante che urlava il nome di Hagrid.
Fra i tanti c’erano anche una serie di uomini e donne, o meglio creature maschili e femminili, dalla eterea bellezza, vestiti di luce e talmente veloci che sembrava stessero volando.
Seguivano un uomo che andava molto più veloce di loro: aveva biondi capelli lunghi e occhi neri come la notte.
Guardò nella loro direzione e levò un grido di guerra misto ad un sorriso.
Il Re.
E quello era il suo popolo.
Si scatenò il caos più tremendo.
Draco strinse Hermione, ma, accanto a lei, si era posizionata anche la donna dai capelli scuri e gli occhi castani .
La somiglianza fra le due era semplicemente incredibile.
In quel caos terribile Draco vide come in un film Neville liberarsi dal Petrificus, togliersi il Cappello in fiamme, estrarne una specie di spada e, con un solo colpo, decapitò l’enorme serpente.
La battaglia infuriava intorno a loro ma, Isolde, Lancelot e la progenitrice di Hermione, non si allontanarono mai troppo dai due, stando sempre attenti che nessun incantesimo li colpisse.
Draco teneva stretta Hermione, continuando a lanciare fatture e Maledizioni ai Mangiamorte e cercando in quella terribile folla i suoi genitori: dovevano salvarsi.
<< LA SALA GRANDE! >>
Urlò Hermione e cominciò a tirare Draco.
Nel correre le loro mani si lasciarono, ma il ragazzo non aveva fatto in tempo a gridare che la donna dai lunghi capelli scuri si lanciò in avanti sorpassando tutti e, ne era sicuro, si portò accanto ad Hermione.
Lui sentiva dietro di sé Isolde e Lancelot.
<< Ma voi non eravate morti? >>
Lancelot, dopo aver scagliato un Incantesimo che Draco non conosceva che decapitò un Mangiamorte- molto medioevale- gli rivolse un sorriso feroce.
<< Il Re ha ricreato momentaneamente i nostri corpi rendendoli immuni agli Incantesimi e ha fatto tornare Claudia per salvare i suoi figli ancora sulla Terra! >>
Draco suppose che Claudia fosse l’altra figlia del Re, la progenitrice di Hermione.
Lancelot menò un altro terribile colpo decapitando un altro uomo.
Isolde combatteva con altrettanta ferocia, ma senza tagliare teste a destra e a manca.
<< Devo trovare i miei genitori! >>
Era certo che, se non li avesse raggiunti in tempo, sarebbero potuti morire per mano di uno degli amici che si era fatto in quel breve lasso di tempo ed era una cosa che voleva assolutamente evitare.
Isolde annuì e, facendo cenno ai due uomini di seguirla e facendosi largo con fatture e Incantesimi, cominciò a correre per il campo di battaglia cercando in quel caos terribile i coniugi Malfoy.
Per Morgana, come sarebbero riusciti a trovarli?
I Mangiamorte intorno a lui cadevano come foglie d’autunno e il cielo era rischiarato dalle luci che fuoriuscivano dalla bacchette.
Vide anche più esponenti del Popolo in azione: bellissime figure con il volto trasfigurato dall’estasi della battaglia, che uccidevano con estrema violenza.
Era uno spettacolo agghiacciante.
Sperava che Hermione stesse bene, che Claudia stesse facendo bene il suo dovere, e che i suoi genitori fossero ancora vivi, cosa che appariva decisamente improbabile.
Gli sfrecciarono accanto centauri, sentì le urla stridule di creature bassissime, gli elfi domestici, e, più volte dovette tuffarsi di lato per evitare che un cadavere volato da chissà dove gli atterrasse sulla testa.
<< DRACO! >>
Com’era possibile distinguere quell’urlo fra i tanti rimaneva per lui un mistero, eppure lo avvertì. Una voce femminile lo stava chiamando a gran voce.
<< MAMMA! >>
Corse verso di lei con tutta la determinazione possibile, seguito da Isolde e Lancelot che non faticavano a stargli dietro e, finalmente, la vide.
Una donna dai lunghi capelli biondi, gli occhi spalancati, stava ritta accanto ad uomo che, come lei, urlava il suo nome.
<< MAMMA! >>
Quando la donna lo vide, gli corse incontro e lo strinse fra le braccia, scoppiando a piangere.
<< Come hai fatto? Come hai fatto? >>
Suo padre arrivò subito e si unì all’abbraccio, poi, però, guardò le figure dietro Draco.
<< Siete…siete…? >>
Draco non sapeva cosa avessero risposto, ma Lucius, ora più basso di lui, guardò quel corpo riconoscendo in lui il figlio.
Purtroppo, però, non era ancora il momento degli abbracci.
<< Mamma, papà non è il momento. Dobbiamo uccidere Voldemort e dobbiamo farlo noi. >>
Sua madre ghignò in maniera estremamente malefica.
<< Non lo faremo noi: lo farà Harry Potter. >>
Draco inarcò un sopracciglio.
<< Mamma, Harry è morto. >>
Narcissa scosse la testa, sempre ghignando.
<< No, non lo è. >>
Oh bè, chi era lui per dubitare?
Insieme ai genitori e a Isolde e Lancelot, si lanciò verso l’interno del castello.
Adesso doveva ritrovare Hermione.
Stranamente l’interno del castello era silenzioso, ma, avvicinandosi di più, Draco riuscì ad individuare una voce, quella di Harry Potter.
<< La vera padrona della Bacchetta di Sambuco era Hermione Granger. >>
Si erano riusciti a portare abbastanza avanti da vedere cosa stava succedendo.
Harry Potter e Lord Voldemort si stavano fronteggiando, le bacchette pronte a colpire.
Draco cercò Hermione e la vide dalla parte opposta, intenta ad osservare i due combattenti.
<< Ma che importanza ha? >> Fece Voldemort. << Anche se tu avessi ragione, Harry Potter, non farebbe alcuna differenza per te e per me. Non hai più la bacchetta di fenice: il nostro sarà un duello di pura abilità…e dopo che avrò ucciso te, potrò occuparmi di Hermione Granger… >>
<< E’ troppo tardi. Hai perso l’occasione. Perché vedi, fortunatamente, sono stato costretto a disarmare la mia amica…quindi è tutto qui, capisci? La bacchetta che hai in mano sa che il suo ultimo proprietario è stato Disarmato? Perché se lo sa…sono io il vero padrone della Bacchetta di Sambuco. >>
Nel frattempo il Sole stava sorgendo, illuminando i volti dei due combattenti e fu allora che urlarono contemporaneamente.
<< Avada Kedavra! >>
<< Expelliarmus! >>
Avvenne tutto talmente in fretta che Draco non riuscì a capire come fosse successo.
Il lampo di luce verde fuoriuscito dalla Bacchetta di Voldemort si scontrò con quello dorato di Harry e, in maniera del tutto inaspettata, si ritorse contro colui che l’aveva scagliato.
Harry afferrò la Bacchetta di Voldemort, mentre quello cadeva al’indietro, le braccia spalancate, le pupille a fessura degli occhi scarlatti che si giravano verso l’alto.
Fu così che Voldemort cadde all’indietro, le mani bianche e vuote.
Inizialmente vi fu solo stupore.
Tutti guardavano quel corpo vuoto, morto.
E poi esplose il boato.
Draco si lanciò in avanti, raggiungendo Harry urlandogli che ce l’aveva fatta e poi arrivò Hermione e la strinse con tanto ardore da sollevarla da terra.
Lei urlava che era finita, che ce l’avevano fatta e altre mille cose che non erano né scontate né banali.
Strinse anche i suoi genitori, ridendo come un pazzo e abbracciò anche Ginny, i Weasley, Ron, Neville, i professori…
Si unì agli altri per sollevare con le braccia il corpo di Voldemort e portarlo fuori dalla Sala Grande, lontano dai cadaveri degli eroi.
La McGrannit risistemò i tavoli della Sala Grande ma nessuno prese posto nel modo giusto: erano tutti mescolati.
Isolde, Lancelot e Claudia semplicemente scomparvero in un fascio di luce.
Il Re e il suo Popolo ritornarono nella Foresta senza che nessuno potesse seguirli.
Draco, stanco ma felice, prese posto nella Sala con i genitori ed Hermione.
Avevano così tante cose da dirsi, ma ci sarebbe stato tempo, giorni, mesi, anni…
Accarezzò i capelli di Hermione e guardò i genitori, seduti di fronte a loro.
I loro volti scorrevano da lui ad Hermione, rossissima ma felice.
<< E’…è stupendo. >>
Mormorò sua madre.
Draco ridacchiò senza lasciare Hermione, niente lo avrebbe più costretto a farlo.
Narcissa spostò gli occhi su Hermione e poi sorrise rivolta al figlio.
<< D’ora in poi le cose andranno diversamente, te lo prometto, tesoro. >>
Lucius, a quel punto, si schiarì la voce e guardò Hermione.
<< Signorina Granger, credo di doverti chiedere scusa per…bè… >>
Hermione sorrise. << Non si preoccupi, signor Malfoy. E’ acqua passata. >>
Lucius sembrava imbarazzato e non riusciva a guardare in faccia la ragazza.
A quel punto Ron Weasley sussurrò qualcosa all’orecchio di Hermione e quella, dopo aver sorriso ai signori Malfoy e aver dato un bacio sulla guancia a Draco e aver detto un “a dopo”, si allontanò con il rosso.
Draco rimase lì con i genitori.
<< Come faremo, ora? >> Fece suo padre. << Sei in un altro corpo, con un altro cognome, come facciamo? >>
Fu allora che un suono completamente nuovo giunse alle orecchie di Draco: sua madre, la fredda Narcissa Malfoy, stava ridendo di gusto, indicando il marito.
Non era mai stata più bella in tutta la sua vita.
<< Oh, Lucius! E’ così semplice: ricominciamo tutto da capo, come è giusto che sia! >>
E Draco non poteva che essere d’accordo: quel giorno sarebbe cominciata una nuova vita.
Una vita migliore.



Kingsley Shacklebolt fu stato nominato Ministro della Magia, le celle di Azkaban furono svuotate dei tanti innocenti che vi erano stati rinchiusi per poter essere riempite dei pochissimi Mangiamorte rimasti in vita. I signori Malfoy evitarono tale sorte solo perché, stando a quanto era stato detto dopo e confermato da Harry Potter, Narcissa aveva mentito al Signore Oscuro quando gli aveva annunziato l’effettivo decesso del ragazzo.
Quando le chiesero perché l’avesse fatto la risposta fu semplicissima.
<< Perché è per causa sua se mio figlio è morto. >>
Sì, perché, naturalmente, per il mondo Draco Malfoy era morto, ucciso dalla zia Bellatrix che, senza saperlo, era stata per pochi attimi la detentrice della Bacchetta di Sambuco, passata ad Hermione Granger quando questa aveva vendicato la morte dell’amato e infine ad Harry Potter il quale, per un motivo noto solo a pochi, aveva disarmato l’amica diventandone il legittimo proprietario.
Curiosi di conoscere il motivo?
Bè, la ragazza aveva tentato di suicidarsi e l’amico l’aveva prontamente disarmata.
Ma era una vecchia storia.
Adesso, Hermione Jean Granger era considerata una delle ragazze più fortunate del mondo, invidiate da tutte le altre.
Le aveva raccontato l’intera storia il giorno stesso della morte di Voldemort, quando l’aveva portata con sé a Villa Malfoy, dove aveva ricevuto un trattamento degno della principessa che era.
Naturalmente ne fu un po’ colpita, ma non per un solo istante dubitò che quella fosse la verità: in fondo, Claudia, la seconda figlia del Re, aveva combattuto al suo fianco.
I Malfoy avevano insistito per farle un “piccolo” dono: il castello Irlandese, come avrebbe voluto il loro caro Draco.
La ragazza, ovviamente, rifiutò inizialmente ma, dinanzi alle pressioni continue dei biondi coniugi, accettò divenendo l’ufficiale proprietaria di una delle più imponenti e lussuose dimore di tutto il mondo magico.
La sua fortuna, però, non finì lì.
Richiamato dalla morte del giovane Malfoy, e provato da quella dei suoi genitori, aveva deciso di partecipare alla lotta contro Voldemort un giovane parente dei Malfoy, un ragazzo ben piantato, alto, biondo e dai modi eleganti, un ventitreenne che poteva esibire un diploma della scuola di Beauxbatons giunto misteriosamente sulla scrivania di villa Malfoy: Draco de Point du Roi.
I signori Malfoy lo presero subito sotto la loro custodia, trattandolo come se fosse il figlio che avevano perduto.
Presto- anche troppo a detta di molti- monsieur de Point du Roi si era assicurato il cuore della signorina Granger.
Fortunata non solo economicamente, ma anche in amore.
Il nuovo Draco, a differenza del suo ormai defunto omonimo, poteva vantare una migliore reputazione: aveva partecipato alla battaglia contro Voldemort combattendo per i buoni e, fra i suoi amici, si poteva annoverare niente poco di meno che Harry Potter in persona.
Aveva partecipato con solenne impegno ai funerali dei più di cinquanta caduti per la causa del bene e si era dato da fare per la ricostruzione di quanto i Mangiamorte e Voldemort avevano distrutto.
In particolare si unì al dolore dei Weasley per la perdita del giovane Fred e divenne un grande amico per Ginny Weasley, la quale era fra le cinque persone a conoscere il grande segreto di Draco de Point du Roi.
Un segreto che, in fondo, non aveva poi una così grande importanza.
   
 
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