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Autore: elettra1991    10/04/2010    11 recensioni
Sono passati quasi sei anni dalla morte di Draco. Harry, Ron, Blaise, Elenie, gli Auror, ma soprattutto Hermione hanno dovuto imparare a convivere con l'accaduto. Ma ci sono veramente riusciti? Sono stati capaci di voltare sul serio pagina, o i loro vecchi fantasmi torneranno a tormentarli? Qualcosa di strano tornerà a muoversi nell'ombra, e per affrontarlo dovranno nuovamente riunirsi tutti. Il seguito di "Qui dove batte il cuore...", in cui tutto troverà finalmente risposta.
Genere: Romantico, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Il trio protagonista, Nuovo personaggio | Coppie: Draco/Hermione
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Qui dove batte il cuore...'
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Quando Londra aprì gli occhi, quella mattina, si ritrovò coperta da una spessa coltre di nuvole.
Un presagio, avrebbero detto i più superstiziosi.
Una sfiga, avrebbero detto invece tutti coloro che quel sabato di inizio estate non aspettavano altro che fare una bella scampagnata lontano dal traffico della città.
Hermione Granger, entrando al Ministero, quella mattina, non alzò nemmeno per sbaglio lo sguardo verso il cielo cupo, nel quale già rumoreggiavano i primi tuoni.
-Signorina- la salutò cordialmente il mago all'entrata, alzandosi il cappello ed esaminando il suo tesserino di riconoscimento.
Odiosa burocrazia. Da quando, due anni prima, si era infilato al Quartier Generale degli Auror un uomo imbottito di alcool e Pozione Polisucco, declamando in Marinese e spacciandosi per Christopher Mason, qualcuno ai piani alti aveva deciso di imporre ulteriori controlli verso chi entrava al Ministero.
Col risultato che ora, quegli sventurati che dovevano raggiungere i loro uffici, ci mettevano mezz'ora solo per espletare gli obbligatori riconoscimenti.
Quando l'uomo giudicò valido il pass che la ragazza gli aveva teso, glielo restituì e con un cenno del capo la lasciò libera di andare.
Hermione fece per entrare nell'ascensore e raggiungere il Quartier Generale degli Auror, quando si sentì chiamare a gran voce.
Sorrise tra sè, sentendosi fissata da tutti i maghi presenti nel raggio di trenta metri. Conosceva un'unica persona così coraggiosa da gridare in quel modo nella hall del Ministero.
-Ciao Blaise- salutò, quando l'urlatore le arrivò vicino, posandole un bacio sulla guancia.
-Tutto bene?- s'informò lui -Ti vedo stanca.-
-Diciamo che un matrimonio dopo una notte praticamente insonne lascia degli strascichi per qualche giorno- ironizzò la Granger.
-E non ti sei nemmeno ubriacata! Di che ti lamenti? - ridacchiò Zabini.
-Avevo in consegna Blake, dovevo essere irreprensibile-
-Hai fatto bene! Altrimenti chi lo teneva più Seb se gli taravi l'erede?- sogghignò Blaise, bastardamente.
-E comunque non avevo molta voglia di rischiare di finire a ballare mezza nuda in una qualche fontana, come hanno fatto alcune mie conoscenze al matrimonio di Chris!- gli fece notare Hermione.
Nel frattempo erano saliti in ascensore e scesi di un paio di piani.
Le porte si aprirono sferragliando, e da esse entrò un mago dall'aria indaffarata che quasi travolse la Granger, dato che aveva la testa seppellita in una montagna di fogli scritti fino sui margini.
-Qui qualcuno lavora troppo!- giudicò Blaise divertito.
Il nuovo venuto alzò di scatto il volto, allargando un istante dopo le labbra perfette in un sorriso.
-Ciao ragazzi!-
-Toh, sei ancora vivo allora! Potevi farti sentire...- fece notare la Granger.
-Lo so, ma è da quando sono tornato che non mi fermo un istante. Sono braccato dal lavoro e da mio padre!-
Jayden Amyas McBride, erede di una delle più potenti e antiche famiglie Purosangue del Mondo Magico, sorrise.
-Come mai sei qui così presto?- chiese Blaise, mollandogli una sonora pacca sulla spalla.
-Per presenziare a una dannata causa- borbottò Jayden, alzando gli occhi al cielo -Devo essere tra dieci minuti nell'aula riunioni del Wizengamot-
-Una causa davanti al Wizengamot?- Zabini si lasciò sfuggire un fischio -Dev'essere roba grossa allora-
-Macchè- sbuffò McBride, agitando una mano con noncuranza -E' la solita stronzata..Solo che c'è di mezzo qualcuno molto in alto e quindi...-
-Bisogna stendere il tappeto rosso- concluse al posto suo Hermione, acida.
-Esatto- fece Jay, conciliante -Mi domando perchè cavolo mi sono lasciato convincere a fare Magisprudenza!-
-Forse perchè altrimenti tuo padre ti avrebbe diseredato- sogghignò Blaise.
-Già- mormorò desolato l'altro, passandosi una mano tra i capelli castani.
Hermione sorrise dolcemente, mentre l'ascensore si fermava nuovamente e la voce femminile ronzava, annunciando che erano arrivati al Quartier Generale degli Auror.
-Quando ho finito coi vecchiacci del Wizengamot passo da voi- annunciò McBride con un ghigno furbesco sul volto -Ho sentito in giro che c'è stato del movimento mentre ero via-
-Più di quanto immagini- annuì la Granger, scendendo.
Prima che l'ex Corvonero potesse risponderle, le porte dell'ascensore si richiusero e Jayden sparì.



-Era ora!- sbottò una voce incazzosa, appena i due ragazzi varcarono la soglia del loro ufficio. -Stavamo aspettando solo voi!-
-Non è colpa nostra se l'ascensore è più lento di un bradipo, David!- protestò Zabini, gettandosi su una sedia.
Per tutta risposta il Capo degli Auror sbuffò, cadendo a sua volta a sedere sulla sua comoda poltrona.
Hermione intanto si era tolta con tutta calma il mantello, guardandosi distrattamente attorno.
C'erano proprio tutti. Non solo Harry e Ron, alla sua destra, ma anche Matt, Christopher e Sebastian.
-Ma non dovresti essere in viaggio di nozze tu?- domandò allibita a quest'ultimo, sedendoglisi accanto.
-C'ero fino a due ore fa. Poi questo pazzo mi ha chiamato d'urgenza- mugugnò Anderson con aria lugubre, indicando Carrigan col capo -Di questo passo Laine chiederà il divorzio prima di poter festeggiare la prima settimana di matrimonio!-
Carrigan lo guardò storto, non molto contento di essere stato definito "questo pazzo". Gli altri semplicemente si rotolarono dalle risate davanti all'espressione imbufalita di Seb, che di lì a due secondi probabilmente avrebbe cominciato a sputare fuoco.
-Ok ora basta- disse secco il Capo.
-Vi ho chiamato qui urgentemente- iniziò, calcando sull'ultima parola -per discutere ciò che è accaduto a Ron ed Hermione l'altra sera. Sapete già tutto?-
I ragazzi annuirono in coro, più o meno convinti.
-Perfetto. Ho preferito consultarmi con voi, i miei migliori elementi, per quanto mi costi ammetterlo- continuò David Carrigan seccato -prima di comunicare l'accaduto ai vostri colleghi. Non vorrei allarmarli per una sciocchezza.-
-Come mai così agitato Capo?- chiese Matthew, interessato -Non è certo il primo tentativo di omicidio che ci capita sottomano-
-Lo so, ma stavolta è diverso. Non credo sarebbe saggio sottovalutare questo episodio, visto che ha tutta l'aria di non essere un tentato omicidio qualunque-
-Ti riferisci alla presenza di quell'Efreet, vero? -chiese Harry, le braccia incrociate sul petto e mezzo svaccato sulla sedia.
-Sì ma non solo. E' soprattutto quel simbolo notato da Hermione ad avermi colpito.-
-Ho fatto delle ricerche in proposito- annunciò allora la Granger, estraendo dalla borsa un libro e posandolo davanti a sè -Purtroppo finchè la ragazza aggredita non si sveglierà e ci racconterà che è successo dovremo accontentarci di quello che ho trovato.-
-Sentiamo-
-Ho cercato su tutti i libri di Simbologia e cose simili, ma quel segno sul collo della ragazza non è riportato da nessuna parte.-
-In effetti non ho mai sentito parlare di ferite o simboli a forma di tessere di puzzle- considerò Christopher.
-A me sa di presa per il culo- mugugnò Seb, sempre fumando come una teiera.
Carrigan lo linciò con lo sguardo.
-Continua- disse poi ad Hermione.
-C'è ben poco da continuare.- mormorò la Granger, sconsolata - Quello non è il simbolo nè di una setta, ne di un qualche antico rituale. Se posso dare la mia opinione, quella tesserina non ha un significato positivo-
-E fin lì...- commentò Harry- Su questo non c'erano dubbi, dato che è stata incisa sulla carne di una ragazza che stava per morire-
-Intendevo che per me la cosa non finirà qua- rispose la riccia -Le tessere di un puzzle sono fatte per essere legate assieme...-
-Quindi intendi che ce ne saranno altre....su altre persone?- la interruppe Blaise, capendo dove volesse andare a parare.
Hermione annuì -Precisamente. La cosa si ripeterà. E non è detto che stavolta le vittime saranno così fortunate da essere salvate in tempo-
Carrigan si alzò di scatto dalla sedia, agitando la bacchetta, che produsse un suono flautato.
Nel giro di cinque secondi la porta si aprì e ne entrò un ragazzo, alto e corpulento.
-Smith- ordinò Carrigan con tono autoritario- Chiama alcuni tra i tuoi colleghi e organizzate delle ronde più serrate. Voglio pattugliamenti costanti, per i prossimi giorni, nelle zone che circondano Londra.-
Se all'Auror la richiesta suonò strana non lo diede a vedere.
Annuì e, dopo aver lanciato un'occhiata invidiosa verso le leggende che si trovavano nell'ufficio del Capo, se ne andò.
-Non credo che questo basterà a fermarli- giudicò Harry, preoccupato.
-Lo so...Ma è il massimo che posso fare con le forze che ho a disposizione- spiegò Carrigan.
-C'è altro?- chiese Seb alzandosi -Perchè altrimenti me ne tornerei nei mari del Sud. Sapete com'è, mia moglie e una Pina Colada mi stanno aspettando con ansia!-
-D'accordo, vai pure...-sospirò l'altro- Anzi, andate tutti, ma tenetevi a disposizione!-


Harry James Potter rientrò nel suo ufficio con l'umore più nero di un corvo. Sentendo la sua porta sbattere tanto da far tremare il muro, nessuno si azzardò a seguirlo.
Per il Bambino Sopravvissuto quel giorno era cambiato qualcosa. Lo si poteva percepire dal suo comportamento schivo e nervoso, lo si poteva capire semplicemente scrutando quelle iridi verde speranza.
Una speranza che qualche pazzo stava cercando di portargli via di nuovo.
Harry si lasciò cadere, esausto, su una sedia, ritrovandosi a fissare la finestra incantata che dava su Londra.
Dannazione.
Erano stati anni di pace, quelli, fatti di giorni di felicità, di gioie, di timori e sofferenze..Come quelli di ogni essere umano.
Al di fuori del Prescelto ovviamente.
Perchè quando sei guardato da tutti come si guarda ad una bandiera, ad un vessillo, ad un riferimento, non hai tempo per vivere. Quando davanti a te vedi solo una possibile strada, la quale tra l'altro con molta probabilità ti condurrà alla morte, non c'è spazio per i sogni, per i progetti di un futuro.
Poi, con la morte di Voldemort, davanti a lui si era aperto un mondo. Un mondo fatto di giornate simili tra loro, fatte di piccole cose, lontano dalla paura di perdere tutto, dal timore per coloro che amava.
Le battaglie quotidiane c'erano lo stesso, ovviamente, e gli Auror avevano comunque dovuto affrontare diversi problemi e diversi nemici..Ma il mito di Harry Potter pareva essersi sopito.
Fino a quel giorno.
Non appena era stato libero di uscire dallo studio di Carrigan, tutti i volti degli Auror presenti in corridoio si erano voltati di scatto verso di lui....In attesa di qualcosa.
Di sapere, forse.
Di essere protetti, certamente.
Basta!, avrebbe voluto gridare, non sono più qualcuno di speciale.
Non sono più lo stendardo di voi maghi.
Eppure bastava un morto, o un tentato omicidio in un vicolo, per far riaffiorare il timore, e la paura.
E allora il Bambino Sopravvissuto doveva tornare. E ridiventare leggenda.
Una leggenda ancora impressa nei cuori del mondo magico. Ma in cui lui stesso non credeva più.
Qualcuno bussò piano alla porta.
-Posso?- sussurrò Hermione mettendo dentro la testa.
-Vieni- annuì Harry.
-Ti ho visto strano prima. Cosa c'è che non va?-
Potter guardò la sua amica afferrare un'altra sedia e posizionarla accanto a quella su cui era seduto lui. Scoprì di non avere il coraggio di guardarla negli occhi.
-Ho visto gli sguardi di quelli qua fuori- mormorò il ragazzo, controvoglia- Sono identici a quelli che mi riservavano sei anni fa-
La Granger lo guardò un po' stupita, poi comprese.
-Ti dà fastidio che ti guardino come ad un Salvatore?-
-Non sono un Messia- disse secco Potter. -Non mi merito un appellativo del genere-
-Eppure i maghi ti vedono come un eroe. Perchè è quello che sei, e non puoi farci niente.-
-E se io non volessi esserlo?- ringhiò Harry -Cazzo perchè non posso vivere tranquillo?-
-Perchè hai ucciso Lord Voldemort, sopravvivendo a lui - rispose tranquillamente la ragazza, non facendo caso al tono irascibile dell'amico.- Sei leggenda-
-Ma non sanno nulla di ciò che voglia dire essere una leggenda! Non hanno idea del prezzo che ho dovuto pagare per essere considerato un grande eroe...-
Il Prescelto tacque improvvisamente, notando l'espressione delle Granger, che si poteva facilmente intravvedere sotto la fermezza dello sguardo dorato.
Si sentì uno schifo, quando comprese che, tra tutti loro, lei era quella che nell'ultima guerra ci aveva rimesso di più.
Lei, insieme a Ron e ad Elenie. Il primo aveva perso un fratello, la seconda aveva perso la madre.
Loro due però se ne erano fatti una ragione, avevano voltato pagina, rifugiandosi in una felicità che altre persone avevano saputo donare loro.
Hermione invece ancora non riusciva a farlo, non riusciva a dire addio.
Eppure era lui che si lamentava ancora perchè Voldemort ventitre anni prima gli aveva strappato i genitori.
Era lui che era un mito solo perchè era sopravvissuto.
Con che coraggio poteva sottrarsi ai suoi doveri, quando intorno a lui c'erano persone come Hermione, che nonostante il dolore, continuavano a mettere incessantemente un piede davanti all'altro, trascinandosi a fatica su una strada lastricata di ricordi che bruciavano?
Doveva ancora una volta scegliere, e lo sapeva.
Scegliere tra la vita e la morte.
Ma anche tra il coraggio e la vigliaccheria, tra l'onore e la comodità di una vita tranquilla, tra l'amore e la vita.
Un gran trambusto in corridoio lo distolse da quel pensiero. Vide Hermione alzarsi di scatto e dirigersi alla porta, e la seguì rapidamente.
Come la faccia ben nota del Bambino Sopravvissuto fece capolino fuori dall'ufficio, tutti gli Auror e le reclute più giovani si voltarono a fissarlo.
Harry sbuffò, seccato di essere osservato come un animale allo zoo, anche se ormai era abituato a quegli guardi che lo seguivano ovunque andasse. Anche se ora non erano solo carichi di curiosità, ma anche di aspettativa.
Ad ogni modo tentò di ignorarli, cercando allo stesso tempo di individuare la fonte di quel casino.
Non ci volle molto.
Una decina di metri più in là c'era Ron che, facendo il solito baccano, salutava Jayden.
Potter sorrise e si avvicinò a sua volta. Dopo un mese che non lo vedeva aveva una gran voglia di sapere che avesse combinato.
E soprattutto, pensò rabbuiandosi e fissando Hermione che lo abbracciava, se avesse scoperto qualcosa di nuovo.


Eccovi qua il quarto capitolo! Leggendo le vostre recensioni, ho visto che Peter non è un personaggio molto popolare =) Non tento nemmeno di farvi cambiare idea su di lui, perchè, anche se è un personaggio che ho creato, nemmeno io posso sopportarlo =)
Passo subito ai ringraziamenti:
liven: Haha...leggendo la tua recensione sono morta dal ridere, vedendo il punto in cui speravi che io avessi perso le mie sadiche abitudini...Mmm...mi sa proprio che quella sarà una caratteristica che continuerò ad avere, anche perchè come vedi ho già lasciato un bel po' di misteri sparsi in giro=) Scusa scusa scusa!
barbarak: Vedo che anche tu non sei esattamente una fan di Peter...Non ti posso ancora assicurare nulla su Draco ma...*mi mordo la lingua per non dire di più* Spero che questo capitolo ti sia piaciuto!
erigre: Ciao Greta! Cavoli...Peter addirittura un Efreet? Certo che ne avete di fantasia=) Però mi fa molto piacere che i capitoli vi offrano tutti questi spunti per fare congetture, e mi piace da matti leggere le vostre supposizioni! Dunque, scrivi pure ogni più piccola idea che ti viene...chissà,. magari mi servirà come spunto! Un bacio
BadAngelAmelie: Grazie a te per la recensione! Mi diverte un sacco vedere quanto odiate quel poveraccio di Peter!  Alla prossima!
emmetti: Su Draco ho la bocca cucita! Però Ginny sì, è ancora in circolazione..Prima o poi farà la sua apparizione, anche se non so ancora precisamente che ruolo avrà in tutta la storia...Inoltre con tutti questi personaggi, devo un po' giostrarmeli all'interno dei capitoli, per non creare troppa confusione.
Smemo92: Quanto mi piacciono le tue recensioni, in cui analizzi la psicologia di tutti i personaggi! Grazie, davvero. Devo dire che hai centrato un po' tutta la situazione...Comunque, Jayden era il ragazzo di Corvonero che aveva invitato Hermione al Ballo della scuola...Ricordi? Se hai altri dubbi, non esitare a chiedere!
seven: Ti ringrazio tantissimo per la recensione...Quello che ha scritto mi ha fatto vedere i brividi...Sei riuscita a descrivere esattamente le sensazioni che io cercavo di far trasparire con il comportamento dei personaggi! Mi sono piaciute molto le tue elucubrazioni su quello che accadrà, soprattutto perchè in un caso, non dico che ci sei andata vicina ma.....vedrai! Un bacio!
RuNami 4ever: Ciao Eliana! Sono molto felice di avere una nuova "lettrice di fiducia" =) Spero che continuerai a seguire la storia e a dirmi che ne pensi...Innanzitutto ti ringrazio per i bellissimi complimenti che mi hai fatto! Inoltre, come vedrai sempre di più col passare dei capitoli, Draco è sempre presente per Hermione. Non l'ha affatto dimenticato, anche se magari non lo dimostra ( i suoi amici però l'hanno capito benissimo). Grazie ancora, alla prossima spero!
  
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