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Autore: cassiana    10/04/2010    1 recensioni
"Linda guardò stanca il grande orologio appeso al muro del laboratorio: le sette meno un quarto e sospirò infelice. Si massaggiò la nuca dolorante ed osservò al di là del vetro l’oggetto dei suoi studi. Invece di eseguire l’esercizio che le era stato assegnato si era distratta di nuovo e Linda imprecò dentro di sé, poi la incitò a bassa voce certa che non potesse sentirla nella sua stanza: - Coraggio, Matilda: un piccolo sforzo e ce ne possiamo andare tutti a casa!"
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il dolce gusto della vittoria Note: scritta per il Warning Weeks Fest @ fiumidiparole
Prompt: #1. banana

Disclaimer: Trama, personaggi, luoghi e tutti gli elementi che questa storia contiene, sono una mia creazione e appartengono solo a me.


Il dolce gusto della vittoria 

        


                Linda guardò stanca il grande orologio appeso al muro del laboratorio: le sette meno un quarto e sospirò infelice. Si massaggiò la nuca dolorante ed osservò al di là del vetro l’oggetto dei suoi studi. Invece di eseguire l’esercizio che le era stato assegnato si era distratta di nuovo e Linda imprecò dentro di sé, poi la incitò a bassa voce certa che non potesse sentirla nella sua stanza:
                - Coraggio, Matilda: un piccolo sforzo e ce ne possiamo andare tutti a casa!
Poi guardò gli appunti: la piccola era andata bene fino a quel momento, per la sua età era ben sviluppata e con buone capacità cognitive, ma tendeva a distrarsi, non finiva gli esercizi e per questo era un po’ indietro rispetto agli altri. Linda aveva scelto di studiare Matilda perché, nonostante tutto, le era sembrata sveglia ed estroversa e quando riusciva a rimanere concentrata era capace di trovare delle soluzioni brillanti ai problemi che le mettevano di fronte. Per questo la ricercatrice aveva tanto a cuore quel progetto e in quel momento si trovava in laboratorio invece che a casa con la sua bambina. Dall’altra parte del vetro Matilda aveva ripreso ad interessarsi alla scatola, la studiava, la smuoveva: sapeva che dentro c’era un premio e che per prenderlo avrebbe dovuto aprirla, ma non sapeva come fare. Urlò la sua frustrazione e corse da una parte all’altra della stanza mulinando gli arti superiori. Linda osservava e intanto pensava a Bea, la sua bambina che aveva la stessa età di Matilda, due anni e mezzo: entrambe sapevano camminare, pulirsi (Bea aveva ancora qualche problema col vasino) e mangiare da sole. Ma a differenza di sua figlia Matilda non avrebbe mai imparato a parlare o a vestirsi ed era per questo che c’era lei dietro al vetro e non sua figlia! Linda sorrise, sapeva che se ci fosse stata Bea là dentro avrebbe rinunciato molto prima e si sarebbe accovacciata in un angolo a piagnucolare, invece Matilda era testarda, ostinata. Poteva intravedere il premio dentro alla scatola e aveva deciso che lo voleva ed erano ore che lavorava su come poter raggiungere il suo scopo. La ricercatrice era fiera di lei e nello stesso modo ostinato restava a guardare i suoi sforzi nonostante fosse stanca e desiderasse andare a casa: perché la piccola meritava tutta la sua attenzione. In quel momento Matilda lanciò un altro urlo e scagliò la scatola contro il muro, Linda ebbe un moto di disappunto: non era la soluzione originale che si era aspettata e sapeva che per quanto Matilda continuasse a lanciare la scatola, questa non si sarebbe aperta a suo beneficio. Doveva pensare a qualcos’altro. Matilda sembrava infuriata, urlava, correva, tornava alla scatola e di nuovo la lanciava. Linda sapeva che quel momento di frustrazione le sarebbe passato presto, che non aveva altro modo per sfogare l’insoddisfazione che stava provando. Dopo altri strilli finalmente Matilda si calmò, si accovacciò accanto alla scatola un po’ ammaccata e cominciò ad osservarla attentamente. Linda si sporse in avanti, negli occhi di Matilda colse un barlume di consapevolezza, poteva quasi sentire gli ingranaggi del suo cervello girare e girare fino ad incastrarsi perfettamente l’un con l’altro nel trovare la soluzione del problema. Con dita goffe Matilda stava muovendo il coperchio della scatola: aveva già provato a sollevarlo senza riuscirvi, ma provò di nuovo. Il coperchio non si mosse, lo spinse verso il basso e la scatola scricchiolò. Matilda lasciò la presa e si grattò il capo, mugolando. Poi provò a tirare verso di sé il coperchio, ma quello di nuovo rimase al suo posto e allora tentò a spingerlo: un altro scricchiolio. Linda la osservava attentissima: sapeva che la soluzione era tutt’altro che facile, i movimenti da compiere per aprire il contenitore erano complessi e nessuno degli altri soggetti studiati era ancora riuscito a risolvere il problema. Matilda emise un verso di frustrazione e aggirò la scatola, poi vi si sedette di nuovo accanto, con lentezza spinse verso il basso il coperchio e poi lo tirò verso di sé: con un clic la scatola si aprì. Linda sorrise e fece un gesto di vittoria, era un risultato eccellente! Sapeva che Matilda ci sarebbe riuscita, si sentì gonfia di orgoglio ed entusiasmo: era valsa la pena aspettare tutto quel tempo. Finalmente Matilda aveva il suo premio, con entusiasmo roteò per la stanza ed allargò le labbra a mostrare i grossi denti con un verso di soddisfazione. Poi il piccolo scimpanzé si accovacciò in un angolo e cominciò a mangiare la sua banana. 


   
 
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