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Autore: TutorGirl    10/04/2010    10 recensioni
[SOSPESA TEMPORANEAMENTE]Isabella è una ragazza italiana in procinto di partire per Londra. E se non arrivasse mai a destinazione? Se la vita gli offrisse un' inaspettata opportunità? Se, invece di Londra, atterrasse a Forks?
Genere: Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 16
Al peggio non c’è mai fine


Ormai eravamo a Rochester da due giorni e non si era sistemato un bel nulla. Rosalie e Emmett passavano tutto il tempo in camera da letto e io ringraziavo il cielo che ci fosse Esme a tenermi compagnia.
Non mi ero mai annoiata tanto!
Edward continuava ad essere latitante e io iniziavo a preoccuparmi.
-Perché non chiama?- domandai a Esme mentre guardavamo un film, l’ennesimo.
-Non lo so tesoro. Ma vedrai che chiamerà presto-
-Me lo ripeti da due giorni- borbottai tornando a guardare la tv.
-Bella, devi avere pazienza-
-E se gli fosse successo qualcosa? Sappiamo tutti quanto siano stronzi quei tre vampiri!-
Esme mi guardò per qualche secondo, poi scattò in piedi –Chiamo Carlisle-
“Buona idea. Perché non l’ha fatto prima?” pensai.
-Carlisle.. si, noi stiamo bene.. no- parlava a monosillabi –Si annoia. E ha ragione, povera cara- e si stava riferendo a me. Di certo non stava parlando di Rosalie! –Certo.. i ragazzi stanno bene?.. si, adesso le passo il telefono- mise la mano sulla cornetta –Vuole parlarti-
-Carlisle?- domandai confusa.
-No, Edward- sorrise mentre la fiammella di rabbia che albergava dentro di me si trasformava in un rogo.
Presi il telefono e presi un profondo respiro –Pronto?-
< Bella >
-Allora sei ancora vivo- risposi acida, forse un po’ troppo acida.
< Amore, ma che succede? > domandò lui confuso.
-E non chiamarmi amore! Quando torno a casa facciamo i conti- ringhiai assottigliando lo sguardo.
< Potrei sapere cosa ti succede? > si alterò. Ma con quale diritto alzava la voce? Ero io quella che aveva tutti i motivi per essere infuriata!
-Proprio un bel niente! Sono partita da due giorni e tu non hai chiamato nemmeno una volta. Ci godi a sapermi preoccupata?-
< Lo so, scusa. È solo che.. >
-Niente, Edward. Sono stata due giorni a preoccuparmi pensando che ti fosse successo qualcosa. Sono andata via perché in città ci sono tre vampiri assassini, ricordi? Cos’avrei dovuto pensare?- scostai nervosa la mano che Rosalie mi aveva poggiato sulla spalla. Dovevano aver sentito le mie urla, perché si erano precipitati entrambi in salotto.
Emmett mi prese il telefono dalle mani e crollai in lacrime sul divano. La rabbia mi faceva sempre un brutto effetto: piangevo come una fontana.
-Shh, tesoro, dai. Sta bene, l’ha detto anche lui- Rosalie mi cullava tra le sue braccia.
-Edward si, adesso ci sono Rose e Esme con lei- disse Emmett al telefono –Tranquillo, è al sicuro. Ma ha ragione, potresti farti sentire ogni tanto- si voltò a guardarmi e sorrise, facendo comparire due tenere fossette sulle guance pallide. Sorrisi di rimando e allungai la mano per riavere il telefono –Sembra che si sia calmata. Vuole parlare con te, te la passo- mi porse il telefono e, con la moglie e la madre lasciò la stanza.
< Ti sei calmata un po’? > mi domandò Edward.
-Si. Scusa, ma non so proprio cosa mi è preso- mi scusai arrossendo. Mi sentivo tremendamente in colpa. Non eravamo lontani per puro divertimento, ma per la mia sicurezza.
< Non fa niente, ti capisco. Come stai? >
-Bene, ma voglio tornare a casa-
< Non immagini quanto vorrei che tu tornassi, ma non è possibile lo sai >
-Ma non puoi fare cambio con Esme o con Rosalie e Emmett?-
< E’ troppo pericoloso >
-Ma magari non vogliono uccidermi, nemmeno sanno che esisto- tentai di convincerlo. Non volevo stare lontana da lui un giorno di più. E mi rendevo conto di essere diventata più appiccicosa della vera Bella, ma non potevo farci niente. Ormai Edward Cullen mi era entrato dentro, era diventato più importante dell’aria che respiravo. Senza di lui mi sentivo niente.
E questo, me ne rendevo conto, non era un bene. Perché sarebbe arrivato in giorno in cui sarei dovuta tornare nel mio mondo e avrei dovuto lasciare lui e tutti i Cullen. E Charlie e Jake. E avrei sofferto, questo era certo.
< Bella, credi che io non ci stia male? Credi che mi piaccia saperti così lontana? E io stupido che volevo che andassi in Italia >
-Già, proprio uno stupido- risi.
< Bella, aspetteremo che se ne vadano. E dopo verrò a prenderti >
Sbuffai contrariata. Quella frase l’avevo già letta, o almeno il significato era sempre quello. Stavo per ribattere, ma mi dovetti sedere a causa di una fitta allo stomaco.
< Bella, Bella, ci sei? > chiese preoccupato.
Presi una boccata d’aria –Si, ci sono- rantolai.
< Che succede? >
Strinsi i denti e cercai di non pensare al dolore. La fitta si faceva sempre più dolorosa < Bella, cos’hai? >
-Niente, è solo.. Rosalie- chiamai a bassa voce, certa che poteva sentirmi.
< Che c’entra Rosalie? >
La vampira bionda arrivò subito e prese il telefono che stava per cadermi dalla mano –Edward, Bella si sente poco bene. Adesso la porto in camera- disse pratica prendendomi in braccio –Si, tranquillo. A dopo- chiuse la chiamata e in un lampo fummo in camera mia.
-Emmett, portami un analgesico e un bicchiere d’acqua- disse a voce un tantino alta –Bella- mi chiamò allarmata.
-Fa male- mi lamentai contorcendomi sul letto.
-Ecco le pillole- Emmett entrò in camera seguito da Esme.
-Bella tesoro, dove hai male?- domandò Esme sedendosi vicino a me, mentre dall’altra parte del letto c’era Rosalie.
-Qui- mi toccai il fianco destro.
-Quando c’è bisogno di lui, Carlisle non c’è mai- sbottò Emmett, guadagnandosi un’occhiataccia dalle due vampire.
-Intanto prendi queste- Rosalie mi fece prendere le pillole e bere un sorso d’acqua.
-Ha la febbre- disse Esme toccandomi la fronte –Chiamo Carlisle-
-Adesso cerca di riposare. Noi siamo qui- disse Rose mentre il buio mi inghiottiva.

Esme POV
Della serie: al peggio non c’è mai fine.
Quella povera ragazza non aveva mai un attimo di pace. Prima quei tre nomadi pronti a ucciderla, e adesso l’ignoto.
Provava dolore alla pancia, e io e i ragazzi non sapevamo cosa fare.
L’unica soluzione era chiamare mio marito < Dimmi, cara > rispose al primo squillo.
-Carlisle, Bella sta male-
< Cos’ha? > domandò assumendo il suo atteggiamento professionale.
-Ha la febbre e dolore allo stomaco- mi portai una mano alla bocca –Oddio Carlisle, se le dovesse succedere qualcosa- singhiozzai.
< No, tu devi essere forte. Ascoltami Esme >
-Si- mormorai.
< Quella ragazza è tutta la vita di nostro figlio. Devi essere forte per lei. Se ti lasciassi andare, sarebbe tutto perduto. Adesso ascolta bene cosa ti dirò > Carlisle sospirò e ricominciò a parlare < Esattamente dov’è il dolore? >
-Al.. al fianco destro-
< Non dovrebbe essere nulla di grave. Ma dovete subito portarla in ospedale. Secondo i sintomi dovrebbe trattarsi di appendicite >
Sbarrai gli occhi immediatamente sollevata. Non era niente di grave. –La portiamo subito. Ti amo, e sta attento-
< Ti amo anch’io. E prenditi cura di Bella >
Chiusi la chiamata e mi sentii subito piena di energie. Entrai nella camera dove Bella stava dormendo.
-Ragazzi..-
-Si, abbiamo sentito. Vado a prendere la macchina-disse Emmett e sparì nel corridoio.
-Guarda come soffre- disse Rosalie a voce spezzata.
-Lo so, ma si riprenderà presto- sfiorai delicatamente il viso della ragazza che, in poco tempo, era diventata come una figlia per me.
-Gli umani sono così fragili. Guardala- mia figlia indicò Bella che si lamentava nel sonno e le tamponò la fronte imperlata di sudore con un panno umido.
-L’auto è pronta. Dovremmo andare- Emmett si avvicinò al letto e prese Bella in braccio.
Insieme ci dirigemmo verso l’ospedale. Emmett alla guida, Rosalie al suo fianco e Bella sdraiata sul sedile posteriore con la testa poggiata sulle mie gambe. Mio figlio era stranamente silenzioso, e questo mi turbava non poco. Era raro non sentire una delle sue battute fuori luogo o la sua risata tuonante.
-Credete che Edward lo sa già?- Emmett ruppe il silenzio.
-Non credo, altrimenti sarebbe già arrivato- rispose Rose guardando fuori dal finestrino. Il telefono di Emmett cominciò a squillare e lui lo porse alla moglie sbuffando –Quando si parla del diavolo.. è la sesta volta che chiama-
-Ma allora sa di Bella- dissi spostando una ciocca di capelli dal viso della ragazza.
-No, Carlisle non gli ha detto niente-
-Pronto, Edward- Rosalie rispose al telefono –Si, Bella è qui con noi- coprì la cornetta con la mano –Cosa devo dirgli?- sussurrò allarmata.
-La verità- sospirai certa che avrei rivisto presto mio figlio. Non avrebbe lasciato la sua Bella da sola in un momento simile. Lo conoscevo sin troppo bene.
-Carlisle pensa si tratti di appendicite. La stiamo portando in ospedale-
< Arrivo il prima possibile > rispose lui concitato.
Rosalie mi lanciò un’occhiata disperata e io scossi la testa –Non è necessario. Tu occupati dei nomadi-
< Rose.. >
-Ascolta: in questo momento l’unica cosa che puoi fare per lei è allontanare la minaccia. Adesso devo riattaccare, siamo arrivati- velocemente chiuse la chiamata e smontò dall’auto.
Emmett aprì lo sportello posteriore e prese Bella tra le sue braccia –Bellina siamo in ospedale. Adesso i medici si prenderanno cura di te- tentò di rassicurarla.
Un medico molto giovane ci raggiunse nella hole insieme a un’infermiera –La faccia stendere su una barella- disse a Emm e iniziò una veloce visita –Come si chiama?-
-Bella- rispondemmo all’unisono io e i miei figli.
-Bella, mi senti? Sono il dottor Hale e sei in ospedale-
-Ospedale? Esme- mi strinse la mano, impaurita.
 Alle parole del dottore Rosalie lo fissò impietrita.
-Rosalie- la chiamai a voce inudibile agli umani.
-E’ tutto a posto. Pensiamo a Bella adesso- rispose lei mentre il medico continuava a visitare la ragazza.
-Subito in sala operatoria- sentenziò lui verso l’infermiera che annuì.
-Siete parenti della ragazza?-
Cosciente che, se avessi risposto negativamente non mi avrebbero dato informazioni, optai per una bugia –Sono la zia. La ragazza è sotto la mia tutela-
-Bene, dovrebbe firmare alcuni moduli all’accettazione. Adesso mi scusi, va mi attendono in sala operatoria-
-Certo- annuii mentre il dottore di allontanava.
Fissai in volto i miei figli e quello che vi trovai mi fece stingere il cuore.
I volo volti erano una maschera di dolore.
-Ragazzi, non è nulla di grave- cercai di tirarli un po’ su.
-Lo spero, altrimenti Edward ci fa a pezzi- borbottò Emmett accasciandosi su una sedia in sala d’aspetto.
Nonostante il momentaccio, ridacchiai. Mio figlio non aveva proprio perso la sua inarrestabile verve. Era capace di far ridere la gente anche in momenti critici e, a dire il vero, prima mi ero anche preoccupata. In tanti anni non l’avevo mai visto tanto serio. Bella doveva aver avuto un effetto benefico su di lui, così come per tutti noi.
-Sei sempre il solito scimmione!- Rosalie gli diede una gomitata e sbuffò.
-Ragazzi- li richiamai continuando a firmare le carte. Bella era in sala operatoria ed era arrivato il momento di avvisare Charlie Swan. Era il padre e aveva tutto il diritto di sapere cosa stava succedendo alla figlia –vado a chiamare Charlie- mi allontanai con il telefono in mano.

Tre ore dopo stavamo ancora aspettando che l’operazione finisse.
Rosalie rischiava seriamente di procurare un fosso nel corridoio da tanto camminava. Avanti e indietro. Avanti e indietro. Stava iniziando a stressare anche me.
Edward aveva chiamato ogni dieci minuti e ormai stava per arrivare con Charlie. Pover’uomo, al telefono mi era sembrato davvero sconvolto.
-Signora Cullen- il giovane medico, il dottor Hale mi chiamò.
-Allora, come sta?- Rose partì all’attacco.
 

Ragazze.. allora, come sta Bella??
Tre ore per un'appendicectomia non sono un po' troppe??
Cosa succederà adesso?
E i tre nomadi??
Ahah.. vi lascio con il dubbio!!

KriRob: ciao, questa storia di chiama “Scambio di vite”.
E sono contenta che il pov di Rosalie ti sia piaciuto. Sono curiosa se ti ha fatto piacere leggere quello di Esme. È la prima volta che mi cimento dal punto di vista della mamma vampira, e sono un po’ insicura su questa mia scelta. A presto.

shasha5: Ciao carissimaaaa!!!
Eh si, hanno risolto tutto, ma.. gli imprevisti sono sempre in agguato.
Della serie: le disgrazie non vengono mai sole.
Rosalie mi è sempre piaciuta, non posso farci nulla. E Emmett.. come si può non adorarlo? Vorrei essere al posto di Bella (con annessa appendicite) solo per farmi prendere in braccio da lui!!
Non so ancora se qualcuno dei nomadi entrerà in contatto con Bella.. ma le possibilità sono davvero remote. E poi.. del famoso trio, l’unico a non piacermi è Laurant! Quindi.. non credo che James farà la stessa fine che ha fatto in Twilight. Anche perché non ci sarebbe nessun motivo. Se non vuole ammazzare Bella perché dovrebbe perire? E poi.. ci sono talmente tanti cattivi che potrei ideare.. ormai quelli della Meyer non li vedo più come acerrimi nemici. E ricorda che siamo ancora alla fine di Twilight! Ancora deve iniziare New Moon e quindi Jake è ancora umano. E ho detto tutto..
Un bacione one one..

ClaudiaSv16: Ciao!! Purtroppo il modem è stato davvero cattivo con me, quindi non ho potuto pubblicare.. spero potrai perdonarmi!
E come hai potuto leggere.. Bella riesce a mettersi nei guai anche quando non fa niente! Ma poverina.. questa volta non è stata colpa sua!
Sebbene sia di mentalità antica (e quindi vittima perfetta per le prese in giro), Edward ha un qualcosa che riesce ad attirare perfino me!
Ed è tutto dire, visto che ragazzi con il suo carattere (o almeno con accenni del suo carattere) non mi sono mai piaciuti.
Ma staremo a vedere cosa succederà.. A presto.

barbidoluzza: vorrei tanto rispondere alle tue recensioni in questo capitolo. Ma aspetterò il prossimo.. perché ho una sorpresa per te!!

Alla prossima, Alessia.


   
 
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