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Autore: maz    11/04/2010    2 recensioni
Dopo la battaglia tra il Bene e il Male tutto sembra essersi sistemato. Sarà davvero così?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Buona Domenica a tutti!!!!
Oggi sono di buon umore e quindi, visto che il capitolo era terminato, ho deciso di postarlo.
Spero che leggendolo, possa mettere fine alla vostra curiosità sulla risposta di Bella.
Alcuni passi del capitolo li avete già letti, non ho potuto non riscriverli ed ho fatto del mio meglio per non essere ripetitiva.
Nello scorso capitolo ho dimenticato di dire che ho utilizzato una frase tratta da Breaking Dawn, sicuramente ve ne siete accorte.
Mi scuso per essermene dimenticata e per non averlo detto prima.

Ringrazio tutti coloro che seguono, preferiscono e leggono questa storia. Ringrazio anche tutti coloro che mi hanno aggiunto tra gli autori preferiti. Grazie mille!

Vi ricordo il blog dove potrete trovare tra qualche minuto lo spoiler per il quinto capitolo.
Un bacio e buona lettura!

Ci vediamo a fine capitolo!

 

@ erzsi: benvenuta. Ti ringrazio per il tuo commento. Grazie per aver letto ‘Wrong Love’. Sono felice per la fiducia che riponi in questa storia e spero davvero di non deluderti.

Man mano che leggerai i capitoli, capirai perché Julianne è tornata. Non posso dirti altro, altrimenti ti rovinerei la sorpresa. Un bacio e alla prossima.

@ vchiego: ciao! Grazie mille per il commento, hai sostenuto da subito questa storia e non finirò mai di ringraziarti per questo.

Eh si, il mio Edward si è trasformato in un barattolino di miele per questo momento. Non posso dirti se Bella lo accontenterà perché lo scoprirai leggendo.

Un bacio e alla prossima.

 

Awakening  from Darkness

 

Capitolo IV - Until the end of the world

 

 

Isabella

 

Lasciai che Edward andasse a casa prima che la pioggia cominciasse a scendere. Nell’aria l’odore dell’acqua piovana si faceva sempre più intenso, le nuvole sempre più incombenti.

Non appena Edward si incamminò verso casa e dopo essermi assicurata che nessuno fosse lì ad osservarmi, iniziai a correre verso il bosco.

Per via del viaggio e del trasferimento, avevo avuto poche occasioni per cacciare. Non avrei sicuramente fatto del male a nessuno, dato che con la consapevolezza di essere divenuta importante per l’equilibrio di tutto il mondo, il mio autocontrollo era migliorato molto di più. Nemmeno il più succoso degli aromi mi avrebbe scalfita, ma di certo non avrei potuto non rispondere al richiamo della mia natura.

Avevo bisogno di nutrirmi per essere forte. Jasper mi aveva comunicato che alcuni dei vampiri devoti a Julianne ci erano sfuggiti, per questo non potevo permettermi di abbassare la guardia, in nessun momento.

Io e la mia famiglia eravamo un bersaglio facile e soprattutto Edward lo era.

Non mi sarei mai perdonata se lo avessi perso ancora. Era già successo troppo volte e questo era bastato a distruggermi più di qualunque altra cosa.

Nonostante fossi un vampiro, se ad Edward fosse accaduto qualcosa, sarei sicuramente morta. Nemmeno l’immortalità sarebbe bastata a salvarmi.

 

Affinai i miei sensi e mi abbandonai ai miei istinti.

Il fruscio di un ruscello, le foglie che si muovevano accarezzate dal vento, il tonfo delle prime gocce d’acqua che toccavano il suolo, l’odore intenso di terra e muschio.

Poi ancora odore di terra, ma diverso dal primo.

Odore di terra calpestata da qualcosa di molto grosso. M concentrai ancor di più. I cespugli si muovevano rumorosi al passaggio dell’animale.

Il suo cuore pompava sangue in grande quantità e il suo battito forte e regolare mi tormentava il cervello. La brama di sangue cresceva sempre di più, quasi a schiacciarmi, fino a quando non mi rese cieca. Con un balzo aggrappai le mie mani al collo dell’orso e infilai i miei denti lacerando per prima la sua pelliccia.

La carne calda e i muscoli tesi si arresero ai mie denti. Le sue ossa si sbriciolarono sotto la mia presa. Finalmente, poi il suo sangue iniziò a dissetarmi.

Il dolce aroma si diffuse nel mio corpo come lava, i miei muscoli si erano rafforzati all’istante, tanto da non sentire il dibattersi dell’orso sotto le mie mani.

Quando l’ultimo battito del cuore dell’animale rimbombò nel silenzio del bosco, allentai la presa. La carcassa si accasciò sul terreno con un tonfo fragoroso, tanto da spaventare i piccoli animali nascosti tra gli alberi e le foglie.

Tutto intorno a me aveva percepito il pericolo. Quel pericolo che invece non spaventava minimamente l’uomo che aveva reso speciale la mia esistenza.

Mi concessi altre tre alci e due cervi tanto da sentirmi ubriaca quando l’ultima carcassa volò tra gli alberi. Spesso Edward, sotto suggerimento di Carlisle, beveva il mio sangue in modo che la mia presenza continua accanto a lui fosse meno pericolosa per la sua salute, per questo avevo bisogno di una dose molto più elevante del sangue sufficiente a me stessa.

Il mio sangue lo rendeva più forte e meno friabile, soprattutto nelle occasioni in cui con lui mi abbandonavo agli istinti primordiali.

Una scarica di eccitazione mi attraversò la schiena.

Magari, stasera, avremmo potuto concederci una serata tutta per noi. Tutto il dolore provato quel giorno ci aveva scossi non poco.

Avrei chiesto ai Cullen di andare a caccia questa notte, così da lasciarci un po’ da soli.

Sapevo che per Edward era difficile gestire la consapevolezza che in qualunque momento chiunque della nostra famiglia poteva percepire qualsiasi sfumatura della nostra intimità.  

Mi incamminai verso casa, godendomi le ultime gocce di pioggia, che leggere scalfivano il mio corpo.

 

 

Ancora distante da casa riuscivo a percepire i rumori all’interno, solo uno mi sfuggiva, il cuore di Edward. Corsi verso la porta principale buttando quasi giù la porta.

Emmett mi bloccò prima che potessi buttar giù anche i muri.

“Bella, calmati. Edward sta bene. Va a farti una doccia, hai un aspetto orribile.” Disse Alice, facendo segno ad Emmett di caricarmi in spalla e portarmi di sopra.

“Emmett, mettimi subito giù.” Urlai. “Alice, questa me la pagherai cara.” Continuai puntando un dito contro di lei.

“Non credo proprio mia cara. Ti sembra il modo di presentarti così a casa? Guarda i tuoi poveri vestiti, per non parlare dei tuoi capelli. Cosa hai fatto un tuffo nel Sol Duc?” disse con una smorfia sul viso.

Smisi di dimenarmi sulle spalle di Emmett, avrei potuto liberarmi senza il minimo sforzo, ma preferii non ribellarmi. Non avevo nessuna intenzione di sorbirmi le prediche di quel perfido folletto che, a passo di danza ci seguiva con un sorriso stampato in faccia.

“Cosa mi nascondi?” chiesi.

“Lo scoprirai presto. Lavati, puzzi di animali morti.” Disse. Annusai l’aria e mi accorsi che Alice aveva ragione. Sorrisi.

“Lieta di aver leso il tuo olfatto delicato.” La schernii. Mi meravigliai del silenzio di Emmett.

“Scimmione, il gatto ti ha mangiato la lingua?” gli chiesi.

Lui sorrise e con la mano fece segno di avere la bocca cucita.

“Esegue solo gli ordini. Non spetta solo a te il comando.” Mi punzecchiò scherzosamente Alice.

“Mi perdoni Regina degli armadi.” Risi e nello stesso istante Emmett mi lasciò cadere sul pavimento del bagno.

“Fatti una doccia e vestiti. Al resto ci penso io.” Avrei dovuto tremare. Le parole di Alice erano una vera minaccia. Per evitare discussioni feci come mi disse e prima che potessi mettere le mie mani sui miei capelli, Alice ricomparve nel bagno con i suoi attrezzi da lavoro tra le mani.

“Avrò pietà questa volta e di questo dovrai ringraziare solamente il tuo fidanzato. Gli ho fatto una promessa e cercherò di mantenerla.” Disse spingendomi sullo sedia di fronte allo specchio.

“Alice, dov’è Edward?” domandai.

“Bella non fare domande. Sta bene e ti aspetta, quindi iniziamo a lavorare.” E in meno di due minuti ero già pettinata e truccata.

Mi guardai allo specchio e mi meravigliai per la semplicità che Alice aveva usato nei miei riguardi. I capelli li aveva lasciati sciolti e il trucco quasi inesistente.

Avrei dovuto chiedere ad Edward come aveva fatto ad avere questo potere su Alice, insomma, non era da lei rispettare i voleri altrui, soprattutto quelli riguardanti l’estetica e l’abbigliamento.

“Bene. Il mio lavoro si conclude qui.” Disse soddisfatta e si allontanò verso la porta.

“Dimenticavo, sul letto c’è qualcosa per te.” Sorrise e scappò dalla stanza volatilizzandosi.

Uscii dal bagno e indossai le scarpe che Alice aveva lasciato accanto al letto.

Iniziavo ad essere curiosa, a cosa dovevo tutta questa preparazione?

Cosa centrava Edward in tutto questo?

Mi avvicinai al letto e afferrai il bigliettino adagiato sulle lenzuola accanto ad una rosa blu.

 

‘Una rosa blu emblema del mistero.

Il mistero che avvolge il motivo di questa serata speciale.

Amore mio, da qui inizia la tua caccia.

Una caccia particolare.

Una caccia che ti condurrà a me.

La prima volta che mi hai visto è stato il mio odore a guidarti.

Lascia che stasera lo faccia di nuovo.

Affina i tuoi sensi amore mio e vieni a cercarmi.

Trovami ancora una volta. Ti aspetto.

Tuo Edward.’

 

Eccitata come una bambina di fronte ai suoi dolci preferiti, mi abbandonai ancora una volta ai miei sensi, lasciando che il suo dolce aroma mi guidasse ancora una volta da lui.

Uscii dalla porta di casa Cullen e mi incamminai verso il sentiero che profumava di lui.

Su un albero poco lontano un altro bigliettino faceva mostra di se. Lo afferrai e tramante lessi ciò che la deliziosa grafia di Edward aveva inciso sul candido foglio.

 

‘Qualcuno dice che l’amore non lascia tracce.

Il nostro ne ha lasciata solo una ed è incisa nei nostri cuori.

Io e te, un solo corpo ed una sola anima.

Le tue braccia, il posto in cui più mi sento al sicuro e le mie il posto in cui vorrei averti per l’eternità.

I tuoi occhi come le stelle illuminano la mia notte e il mio cuore vivo come il sole accompagna le tue giornate come una dolce melodia.

Così io resto sospeso ad ogni tuo sguardo, ad ogni tua carezza e ad ogni tuo dolce bacio.

Il tuo capo delicato e leggero come una piuma posato sul mio petto, mi ricorda ogni istante che tu sei lì accanto a me e che non mi abbandonerai mai.

I tuoi morbidi capelli a far da manto ai miei sogni e coltre al mio corpo.

 

Vieni amore mio.’

 

La prima lacrima solcò il mio viso. Ricordo ancora quando lessi la poesia alla quale si era ispirato. Edward non riusciva a dormire per via delle ferite che la battaglia gli aveva causato ed io distratta dall’intensa lettura delle mie poesie, non mi accorsi quando mi strappò delicatamente dalle mani il libro che stavo leggendo e come un poeta trasformò quei versi, facendoli suoi.

Il mio cuore pareva esplodere per l’emozione e stringendo tra le mani quei preziosi versi continuai la mia ricerca.

Qualche metro più avanti un altro bigliettino adagiato sul cespuglio più grande.

Emozionata lo lessi ad alta voce.

 

‘Ti amo. Ti amo perché di notte mi hai trovato e hai vegliato sui miei sogni.

Combattuta e innamorata, senza volerlo hai rubato la mia anima.

È tua adesso e ti appartiene, così come ti appartiene il mio amore passionale e temerario.

Nemmeno l’oscurità più malvagia potrà strapparti via dal mio cuore.

Perché ti amo e ti amerò per sempre.’

 

Questa volta le lacrime scesero numerose dai miei occhi, come poteva con delle semplici parole farmi innamorare ancor di più di lui?

“Ti amo anch’io amore mio.” Sussurrai nel buio, ricominciando a seguire il sentiero.

Staccai il bigliettino dal ramo di un albero caduto che tagliava a metà il viottolo di terra e sassi.

 

‘Ti ho scelta dolce amore mio.

Ti ho presa con me ogni volta che ho potuto e lo rifarei altre mille volte.

Di notte, di giorno, all’alba e al tramonto.

Alle stelle preferisco i tuoi occhi, alla luna il candore della tua pelle.

Nel dolore più grande so che tu ci sarai a consolarmi.

Nelle gioie più grandi so che troverò il tuo volto riflesso nel mio a condividerle.

Ho scelto te amore mio e ti sceglierò anche quando il mondo finirà di esistere.’

 

Il mio volto era ormai rigato di lacrime e il mio corpo scosso dai singhiozzi. Facevo quasi fatica a contenere tutte quelle emozioni.

 

‘Ogni volta che i miei occhi si posano sul tuo corpo il mio si accende di desiderio.

Il suono dei nostri baci risuona nel silenzio della nostra passione.

I nostri cuori, pietra e carne si uniscono in un unico prezioso gioiello.

Le mie mani ad adorare il tuo corpo, i nostri sguardi persi in giochi intensi e maliziosi.

Le mia labbra cantano il mio amore per te.

Si accende in noi l’esigenza di amarci, fino a quando tutto intorno a noi prenderà colore e la Terra smetterà di girare.’

 

Quel sentiero era ormai diventato una dolce tortura.

Avrei tanto voluto non finisse mai se non fosse che sapevo che, alla fine, avrei trovato il tesoro più prezioso che esistesse al mondo.

Altri passi, un altro bigliettino, l’odore di Edward più intenso.

 

‘Ti amo amore mio, ti amo ed è l’unica cosa che so fare.

Tu sei tutto ciò che ho ed io ti dono tutto ciò che sono. Sempre e per sempre.

Tu, unica custode del mio cuore e della mia anima.

Io, unico ad aver ricevuto in dono la tua.

Assapora l’aria amore mio.

Mi senti?

Il mio cuore è in attesa di gioire ancora della bellezza del tuo viso.

Il mio corpo aspetta trepidante di sentirsi ancora tra le sue braccia.

Io aspetto te per sentirmi di nuovo vivo.’

 

Il battito del suo cuore risuonava nitido nella notte, il suo respiro mi colpii forte non appena riuscii a ritrovare un briciolo di concentrazione.

Ero creta tra le sue mani.

Per quanto potessi essere forte e indistruttibile, lui sapeva sempre come farmi male. Perché adesso provavo dolore. Dolore per la paura di non saper ricambiare così totalmente e incondizionatamente l’amore che sentivo per lui.

 

Un piccolo salto e lo spettacolo più bello che avessi mai visto si presentò ai miei occhi.

Piccole lanterne si stagliavano nella vegetazione. Una dolce fragranza aleggiava nell’aria mischiandosi a quella di Edward in un aroma davvero delizioso.

Un telo rosso era steso al centro della radura.

Alzai lo sguardo alla ricerca di lui, quando lo vidi mi sentii a casa.

Con lo sguardo rivolto alla luna mi dava le spalle.

“Edward?” lo chiamai piano.

Si voltò verso di me e sentii il suo cuore dapprima accelerare fino a perdere un battito non appena il suo sguardo si posò sul mio.

Mi tese una mano e senza esitazioni accettai il suo tacito invito a raggiungerlo.

“Sei splendida.” Sussurrò. Il mio sangue ribollì tra le mie vene a quel complimento.

“Anche tu.” Risposi e aspettai che le sue labbra, delicate si posassero sulle mie.

Improvvisamente mi sentii in dovere di ringraziarlo per tutte quelle emozioni.

“È tutto stupendo Edward. Ogni singola parola, ogni piccola lanterna, ogni profumo che sento nell’aria. Tutto è perfetto.”

“Sei tu ad essere perfetta e questo è solo per te.” Rispose, trascinandomi tra le sue braccia e adagiandomi delicato sul suo petto.

“È bellissima anche la luna stasera.” Sussurrai non appena il mio sguardo si posò su di essa.

“Non se è paragonata a te.” Mormorò, facendomi voltare e scontrare con il suo sguardo adorante.

Un altro bacio riempì il vuoto tra i nostro corpi.

Mi prese per mano e mi tirò leggero verso il telo, aspettando che mi sedessi accanto a lui.

Sapevo che c’era un motivo a tutto questo e finalmente la mia curiosità stava per essere sedata.

 

“Bella, c’è una cosa importante di cui ti vorrei parlare stasera e vorrei farlo nel migliore dei modi se tu me lo permetti.”esordì.

Con un gesto della mano lo invitai ad andare avanti.

Prese tra le sue mani il mazzo di fiori adagiato acanto a noi e ad uno ad uno sfilò i fiori porgendomeli con in gesto galante.

Ascoltai in silenzio ogni sua parola ed emozionata ammirai ogni suo gesto.

I fiori tra le mani, quello tra i miei capelli, la voglia di assaporare le sue labbra che non ero riuscita a trattenere. Tutto quella sera mi parlava di lui, di noi, del nostro amore.

E avrei portato quel ricordo dentro di me per tutto il resto della mia esistenza.

Fino a quando le sue ultime parole mi fecero cadere nella disperazione più totale.

Avrei ancora una volta detto di no e sapevo che non sarei riuscita a sopportare il suo sguardo pieno di dolore per l’ennesimo mio rifiuto.

 

Presi coraggio e raccolti i miei pensieri mi preparai a ferirlo di nuovo.

“Edward, non ho parole per dirti quanto tutto questo mi abbia reso felice, ma sai come la penso a riguardo. La tua anima è troppo bella per essere sprecata così. Ti prego, è già tutto perfetto in questo modo, non roviniamo tutto.” Dissi tremante.

I suoi occhi privi di emozioni, il suo sguardo fermo nella stessa espressione.

“Bella, aspetterò, prima o poi riuscirò a farti cambiare idea, ma permettimi di dirti un’ultima cosa.” La sua voce fiera e priva di dolore.

Non potevo ferirlo ancora, e mi limitai ad annuire.

“Ti voglio, ti desidero e non mi basta più quello che ho. Ti voglio come moglie. Isabella Marie Swan, mi farebbe l’onore di diventare mia moglie?” chiese porgendomi il fiore d’arancio che aveva tra le mani.

Una goccia di sangue, sfuggita ai miei occhi, macchiò il candore di quei petali quando vidi aprirsi sotto al mio sguardo la scatolina blu che Edward aveva tra le mani.

Il diamante intrecciato al metallo brillò alla luce della luna.

Edward mi guardava. Questa volta nei suoi occhi leggevo tutte le sue emozioni.

La felicità per avermi qui, la delusione per non essere riuscito ad ottenere tutto ciò che desiderava, il suo infinito amore per me ed infine, il timore che io avessi detto no anche a quello.

Sorrisi e portai la mia mano sulla sua guancia.

“Ti voglio, ti desidero e neanche a me basta quello che già ho. Si, Edward. Voglio essere tua moglie.” Dissi, utilizzando le sue stesse parole.

Le sue labbra si aprirono nel più favoloso dei sorrisi.

Tremante sfilò l’anello dalla sua scatola e lo infilò al mio dito.

“Ti amo amore mio e ti amerò per sempre.” Disse avvicinandosi alle mie labbra.

Lo fermai posando un dito sulle sue.

“Anch’io ti amo Edward, e ti amerò per sempre, fino alla fine del mondo.” E scostando le mie dita dal suo volto, lasciai che finalmente prendesse possesso delle mie labbra.

Ci abbandonammo alla passione e a silenziose promesse con solo la luna a far da testimone al nostro amore.

 

 

 

 

Rieccomi qui.
La poesia del secondo bigliettino a cui Bella fa riferimento la potete leggere qui:

Il vero amore non lascia tracce - Leonard Cohen.
La poesia che mi ha ispirata nel terzo bigliettino è questa:
Perchè ti amo - Hermann Hesse.
Per il quarto bigliettino ho preso spunto da questa poesia:
Ho scelto te - S. Lawrence.
Gli altri bigliettini contengono solo piccoli riferimenti ad altre poesie, di queste vi lascio solamente i titoli e gli autori.
Desiderio - Federico Garcìa Lorca
Cos'è l'amore - Alan Douar
Sogno infinito - Fedinando
L'evidenza di un amore - Juri Camisasca
Sonetto XVII – Pablo Neruda
Senza di te - John Keats


Infine vi lascio il link della foto dell'anello.
Anello

Alla prossima!!!

 

  
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