Buona Domenica a tutti!!!!
Oggi sono di buon umore e quindi, visto che il
capitolo era terminato, ho deciso di postarlo.
Spero che leggendolo, possa mettere fine alla
vostra curiosità sulla risposta di Bella.
Alcuni passi del capitolo li avete già letti, non
ho potuto non riscriverli ed ho fatto del mio meglio per non essere ripetitiva.
Nello scorso capitolo ho dimenticato di dire che
ho utilizzato una frase tratta da Breaking Dawn, sicuramente ve ne siete accorte.
Mi scuso per essermene dimenticata e per non
averlo detto prima.
Ringrazio tutti coloro che seguono, preferiscono e leggono
questa storia. Ringrazio anche tutti coloro che mi hanno aggiunto tra gli
autori preferiti. Grazie mille!
Vi ricordo il blog dove potrete trovare tra qualche minuto lo spoiler per il
quinto capitolo.
Un bacio e buona lettura!
Ci vediamo a fine capitolo!
@ erzsi: benvenuta. Ti ringrazio per il tuo commento. Grazie per aver
letto ‘Wrong Love’. Sono felice per la fiducia che riponi in questa storia e
spero davvero di non deluderti.
Man mano che leggerai i capitoli, capirai perché Julianne è
tornata. Non posso dirti altro, altrimenti ti rovinerei la sorpresa. Un bacio e
alla prossima.
@ vchiego: ciao! Grazie mille per il commento, hai sostenuto da subito
questa storia e non finirò mai di ringraziarti per questo.
Eh si, il mio Edward si è trasformato in un barattolino di miele
per questo momento. Non posso dirti se Bella lo accontenterà perché lo
scoprirai leggendo.
Un bacio e alla prossima.
Awakening from
Darkness
Capitolo IV - Until the end of the world
Isabella
Lasciai che Edward andasse a casa
prima che la pioggia cominciasse a scendere. Nell’aria l’odore dell’acqua
piovana si faceva sempre più intenso, le nuvole sempre più incombenti.
Non appena Edward si incamminò verso
casa e dopo essermi assicurata che nessuno fosse lì ad osservarmi, iniziai a
correre verso il bosco.
Per via del viaggio e del
trasferimento, avevo avuto poche occasioni per cacciare. Non avrei sicuramente
fatto del male a nessuno, dato che con la consapevolezza di essere divenuta
importante per l’equilibrio di tutto il mondo, il mio autocontrollo era
migliorato molto di più. Nemmeno il più succoso degli aromi mi avrebbe
scalfita, ma di certo non avrei potuto non rispondere al richiamo della mia
natura.
Avevo bisogno di nutrirmi per essere
forte. Jasper mi aveva comunicato che alcuni dei vampiri devoti a Julianne ci
erano sfuggiti, per questo non potevo permettermi di abbassare la guardia, in
nessun momento.
Io e la mia famiglia eravamo un
bersaglio facile e soprattutto Edward lo era.
Non mi sarei mai perdonata se lo
avessi perso ancora. Era già successo troppo volte e questo era bastato a
distruggermi più di qualunque altra cosa.
Nonostante fossi un vampiro, se ad Edward
fosse accaduto qualcosa, sarei sicuramente morta. Nemmeno l’immortalità sarebbe
bastata a salvarmi.
Affinai i miei sensi e mi abbandonai
ai miei istinti.
Il fruscio di un ruscello, le foglie
che si muovevano accarezzate dal vento, il tonfo delle prime gocce d’acqua che
toccavano il suolo, l’odore intenso di terra e muschio.
Poi ancora odore di terra, ma
diverso dal primo.
Odore di terra calpestata da
qualcosa di molto grosso. M concentrai ancor di più. I cespugli si muovevano
rumorosi al passaggio dell’animale.
Il suo cuore pompava sangue in
grande quantità e il suo battito forte e regolare mi tormentava il cervello. La
brama di sangue cresceva sempre di più, quasi a schiacciarmi, fino a quando non
mi rese cieca. Con un balzo aggrappai le mie mani al collo dell’orso e infilai
i miei denti lacerando per prima la sua pelliccia.
La carne calda e i muscoli tesi si
arresero ai mie denti. Le sue ossa si sbriciolarono sotto la mia presa.
Finalmente, poi il suo sangue iniziò a dissetarmi.
Il dolce aroma si diffuse nel mio
corpo come lava, i miei muscoli si erano rafforzati all’istante, tanto da non
sentire il dibattersi dell’orso sotto le mie mani.
Quando l’ultimo battito del cuore
dell’animale rimbombò nel silenzio del bosco, allentai la presa. La carcassa si
accasciò sul terreno con un tonfo fragoroso, tanto da spaventare i piccoli
animali nascosti tra gli alberi e le foglie.
Tutto intorno a me aveva percepito
il pericolo. Quel pericolo che invece non spaventava minimamente l’uomo che
aveva reso speciale la mia esistenza.
Mi concessi altre tre alci e due
cervi tanto da sentirmi ubriaca quando l’ultima carcassa volò tra gli alberi.
Spesso Edward, sotto suggerimento di Carlisle, beveva il mio sangue in modo che
la mia presenza continua accanto a lui fosse meno pericolosa per la sua salute,
per questo avevo bisogno di una dose molto più elevante del sangue sufficiente
a me stessa.
Il mio sangue lo rendeva più forte e
meno friabile, soprattutto nelle occasioni in cui con lui mi abbandonavo agli
istinti primordiali.
Una scarica di eccitazione mi
attraversò la schiena.
Magari, stasera, avremmo potuto concederci
una serata tutta per noi. Tutto il dolore provato quel giorno ci aveva scossi
non poco.
Avrei chiesto ai Cullen di andare a
caccia questa notte, così da lasciarci un po’ da soli.
Sapevo che per Edward era difficile
gestire la consapevolezza che in qualunque momento chiunque della nostra
famiglia poteva percepire qualsiasi sfumatura della nostra intimità.
Mi incamminai verso casa, godendomi
le ultime gocce di pioggia, che leggere scalfivano il mio corpo.
Ancora distante da casa riuscivo a
percepire i rumori all’interno, solo uno mi sfuggiva, il cuore di Edward. Corsi
verso la porta principale buttando quasi giù la porta.
Emmett mi bloccò prima che potessi
buttar giù anche i muri.
“Bella, calmati. Edward sta bene. Va
a farti una doccia, hai un aspetto orribile.” Disse Alice, facendo segno ad
Emmett di caricarmi in spalla e portarmi di sopra.
“Emmett, mettimi subito giù.” Urlai.
“Alice, questa me la pagherai cara.” Continuai puntando un dito contro di lei.
“Non credo proprio mia cara. Ti
sembra il modo di presentarti così a casa? Guarda i tuoi poveri vestiti, per
non parlare dei tuoi capelli. Cosa hai fatto un tuffo nel Sol Duc?” disse con
una smorfia sul viso.
Smisi di dimenarmi sulle spalle di
Emmett, avrei potuto liberarmi senza il minimo sforzo, ma preferii non
ribellarmi. Non avevo nessuna intenzione di sorbirmi le prediche di quel
perfido folletto che, a passo di danza ci seguiva con un sorriso stampato in
faccia.
“Cosa mi nascondi?” chiesi.
“Lo scoprirai presto. Lavati, puzzi
di animali morti.” Disse. Annusai l’aria e mi accorsi che Alice aveva ragione.
Sorrisi.
“Lieta di aver leso il tuo olfatto
delicato.” La schernii. Mi meravigliai del silenzio di Emmett.
“Scimmione, il gatto ti ha mangiato
la lingua?” gli chiesi.
Lui sorrise e con la mano fece segno
di avere la bocca cucita.
“Esegue solo gli ordini. Non spetta
solo a te il comando.” Mi punzecchiò scherzosamente Alice.
“Mi perdoni Regina degli armadi.”
Risi e nello stesso istante Emmett mi lasciò cadere sul pavimento del bagno.
“Fatti una doccia e vestiti. Al
resto ci penso io.” Avrei dovuto tremare. Le parole di Alice erano una vera
minaccia. Per evitare discussioni feci come mi disse e prima che potessi
mettere le mie mani sui miei capelli, Alice ricomparve nel bagno con i suoi
attrezzi da lavoro tra le mani.
“Avrò pietà questa volta e di questo
dovrai ringraziare solamente il tuo fidanzato. Gli ho fatto una promessa e
cercherò di mantenerla.” Disse spingendomi sullo sedia di fronte allo specchio.
“Alice, dov’è Edward?” domandai.
“Bella non fare domande. Sta bene e
ti aspetta, quindi iniziamo a lavorare.” E in meno di due minuti ero già
pettinata e truccata.
Mi guardai allo specchio e mi
meravigliai per la semplicità che Alice aveva usato nei miei riguardi. I
capelli li aveva lasciati sciolti e il trucco quasi inesistente.
Avrei dovuto chiedere ad Edward come
aveva fatto ad avere questo potere su Alice, insomma, non era da lei rispettare
i voleri altrui, soprattutto quelli riguardanti l’estetica e l’abbigliamento.
“Bene. Il mio lavoro si conclude
qui.” Disse soddisfatta e si allontanò verso la porta.
“Dimenticavo, sul letto c’è qualcosa
per te.” Sorrise e scappò dalla stanza volatilizzandosi.
Uscii dal bagno e indossai le scarpe
che Alice aveva lasciato accanto al letto.
Iniziavo ad essere curiosa, a cosa
dovevo tutta questa preparazione?
Cosa centrava Edward in tutto
questo?
Mi avvicinai al letto e afferrai il
bigliettino adagiato sulle lenzuola accanto ad una rosa blu.
‘Una rosa blu emblema del mistero.
Il mistero che avvolge il motivo di
questa serata speciale.
Amore mio, da qui inizia la tua
caccia.
Una caccia particolare.
Una caccia che ti condurrà a me.
La prima volta che mi hai visto è
stato il mio odore a guidarti.
Lascia che stasera lo faccia di
nuovo.
Affina i tuoi sensi amore mio e
vieni a cercarmi.
Trovami ancora una volta. Ti
aspetto.
Tuo Edward.’
Eccitata come una bambina di fronte
ai suoi dolci preferiti, mi abbandonai ancora una volta ai miei sensi,
lasciando che il suo dolce aroma mi guidasse ancora una volta da lui.
Uscii dalla porta di casa Cullen e
mi incamminai verso il sentiero che profumava di lui.
Su un albero poco lontano un altro
bigliettino faceva mostra di se. Lo afferrai e tramante lessi ciò che la
deliziosa grafia di Edward aveva inciso sul candido foglio.
‘Qualcuno dice che l’amore non lascia tracce.
Il nostro ne ha lasciata solo una ed è incisa nei nostri cuori.
Io e te,
un solo corpo ed una sola anima.
Le tue braccia, il posto in cui più mi sento al sicuro e le mie il posto
in cui vorrei averti per l’eternità.
I tuoi
occhi come le stelle illuminano la mia notte e il mio cuore vivo come il sole
accompagna le tue giornate come una dolce melodia.
Così io
resto sospeso ad ogni tuo sguardo, ad ogni tua carezza e ad ogni tuo dolce
bacio.
Il tuo
capo delicato e leggero come una piuma posato sul mio petto, mi ricorda ogni
istante che tu sei lì accanto a me e che non mi abbandonerai mai.
I tuoi morbidi capelli a far da
manto ai miei sogni e coltre al mio corpo.
Vieni amore mio.’
La prima lacrima solcò il mio viso.
Ricordo ancora quando lessi la poesia alla quale si era ispirato. Edward non
riusciva a dormire per via delle ferite che la battaglia gli aveva causato ed
io distratta dall’intensa lettura delle mie poesie, non mi accorsi quando mi strappò
delicatamente dalle mani il libro che stavo leggendo e come un poeta trasformò
quei versi, facendoli suoi.
Il mio cuore pareva esplodere per
l’emozione e stringendo tra le mani quei preziosi versi continuai la mia
ricerca.
Qualche metro più avanti un altro
bigliettino adagiato sul cespuglio più grande.
Emozionata lo lessi ad alta voce.
‘Ti amo. Ti amo perché di notte mi
hai trovato e hai vegliato sui miei sogni.
Combattuta e innamorata, senza
volerlo hai rubato la mia anima.
È tua adesso e ti appartiene, così
come ti appartiene il mio amore passionale e temerario.
Nemmeno l’oscurità più malvagia
potrà strapparti via dal mio cuore.
Perché ti amo e ti amerò per
sempre.’
Questa volta le lacrime scesero
numerose dai miei occhi, come poteva con delle semplici parole farmi innamorare
ancor di più di lui?
“Ti amo anch’io amore mio.”
Sussurrai nel buio, ricominciando a seguire il sentiero.
Staccai il bigliettino dal ramo di
un albero caduto che tagliava a metà il viottolo di terra e sassi.
‘Ti ho scelta dolce amore mio.
Ti ho presa con me ogni volta che ho
potuto e lo rifarei altre mille volte.
Di notte, di giorno, all’alba e al
tramonto.
Alle stelle preferisco i tuoi occhi,
alla luna il candore della tua pelle.
Nel dolore più grande so che tu ci
sarai a consolarmi.
Nelle gioie più grandi so che
troverò il tuo volto riflesso nel mio a condividerle.
Ho scelto te amore mio e ti
sceglierò anche quando il mondo finirà di esistere.’
Il mio volto era ormai rigato di
lacrime e il mio corpo scosso dai singhiozzi. Facevo quasi fatica a contenere
tutte quelle emozioni.
‘Ogni volta che i miei occhi si
posano sul tuo corpo il mio si accende di desiderio.
Il suono dei nostri baci risuona nel
silenzio della nostra passione.
I nostri cuori, pietra e carne si
uniscono in un unico prezioso gioiello.
Le mie mani ad adorare il tuo corpo,
i nostri sguardi persi in giochi intensi e maliziosi.
Le mia labbra cantano il mio amore
per te.
Si accende in noi l’esigenza di
amarci, fino a quando tutto intorno a noi prenderà colore e la Terra smetterà
di girare.’
Quel sentiero era ormai diventato
una dolce tortura.
Avrei tanto voluto non finisse mai
se non fosse che sapevo che, alla fine, avrei trovato il tesoro più prezioso
che esistesse al mondo.
Altri passi, un altro bigliettino,
l’odore di Edward più intenso.
‘Ti amo amore mio, ti amo ed è
l’unica cosa che so fare.
Tu sei tutto ciò che ho ed io ti
dono tutto ciò che sono. Sempre e per sempre.
Tu, unica custode del mio cuore e
della mia anima.
Io, unico ad aver ricevuto in dono
la tua.
Assapora l’aria amore mio.
Mi senti?
Il mio cuore è in attesa di gioire
ancora della bellezza del tuo viso.
Il mio corpo aspetta trepidante di
sentirsi ancora tra le sue braccia.
Io aspetto te per sentirmi di nuovo
vivo.’
Il battito del suo cuore risuonava
nitido nella notte, il suo respiro mi colpii forte non appena riuscii a
ritrovare un briciolo di concentrazione.
Ero creta tra le sue mani.
Per quanto potessi essere forte e
indistruttibile, lui sapeva sempre come farmi male. Perché adesso provavo
dolore. Dolore per la paura di non saper ricambiare così totalmente e
incondizionatamente l’amore che sentivo per lui.
Un piccolo salto e lo spettacolo più
bello che avessi mai visto si presentò ai miei occhi.
Piccole lanterne si stagliavano
nella vegetazione. Una dolce fragranza aleggiava nell’aria mischiandosi a
quella di Edward in un aroma davvero delizioso.
Un telo rosso era steso al centro
della radura.
Alzai lo sguardo alla ricerca di
lui, quando lo vidi mi sentii a casa.
Con lo sguardo rivolto alla luna mi
dava le spalle.
“Edward?” lo chiamai piano.
Si voltò verso di me e sentii il suo
cuore dapprima accelerare fino a perdere un battito non appena il suo sguardo
si posò sul mio.
Mi tese una mano e senza esitazioni
accettai il suo tacito invito a raggiungerlo.
“Sei splendida.” Sussurrò. Il mio
sangue ribollì tra le mie vene a quel complimento.
“Anche tu.” Risposi e aspettai che
le sue labbra, delicate si posassero sulle mie.
Improvvisamente mi sentii in dovere
di ringraziarlo per tutte quelle emozioni.
“È tutto stupendo Edward. Ogni
singola parola, ogni piccola lanterna, ogni profumo che sento nell’aria. Tutto
è perfetto.”
“Sei tu ad essere perfetta e questo
è solo per te.” Rispose, trascinandomi tra le sue braccia e adagiandomi
delicato sul suo petto.
“È bellissima anche la luna
stasera.” Sussurrai non appena il mio sguardo si posò su di essa.
“Non se è paragonata a te.” Mormorò,
facendomi voltare e scontrare con il suo sguardo adorante.
Un altro bacio riempì il vuoto tra i
nostro corpi.
Mi prese per mano e mi tirò leggero
verso il telo, aspettando che mi sedessi accanto a lui.
Sapevo che c’era un motivo a tutto
questo e finalmente la mia curiosità stava per essere sedata.
“Bella, c’è una cosa importante di
cui ti vorrei parlare stasera e vorrei farlo nel migliore dei modi se tu me lo
permetti.”esordì.
Con un gesto della mano lo invitai
ad andare avanti.
Prese tra le sue mani il mazzo di
fiori adagiato acanto a noi e ad uno ad uno sfilò i fiori porgendomeli con in
gesto galante.
Ascoltai in silenzio ogni sua parola
ed emozionata ammirai ogni suo gesto.
I fiori tra le mani, quello tra i
miei capelli, la voglia di assaporare le sue labbra che non ero riuscita a
trattenere. Tutto quella sera mi parlava di lui, di noi, del nostro amore.
E avrei portato quel ricordo dentro
di me per tutto il resto della mia esistenza.
Fino a quando le sue ultime parole
mi fecero cadere nella disperazione più totale.
Avrei ancora una volta detto di no e
sapevo che non sarei riuscita a sopportare il suo sguardo pieno di dolore per
l’ennesimo mio rifiuto.
Presi coraggio e raccolti i miei
pensieri mi preparai a ferirlo di nuovo.
“Edward, non ho parole per dirti
quanto tutto questo mi abbia reso felice, ma sai come la penso a riguardo. La
tua anima è troppo bella per essere sprecata così. Ti prego, è già tutto
perfetto in questo modo, non roviniamo tutto.” Dissi tremante.
I suoi occhi privi di emozioni, il
suo sguardo fermo nella stessa espressione.
“Bella, aspetterò, prima o poi
riuscirò a farti cambiare idea, ma permettimi di dirti un’ultima cosa.” La sua
voce fiera e priva di dolore.
Non potevo ferirlo ancora, e mi
limitai ad annuire.
“Ti voglio, ti desidero e non mi
basta più quello che ho. Ti voglio come moglie. Isabella Marie Swan, mi farebbe
l’onore di diventare mia moglie?” chiese porgendomi il fiore d’arancio che
aveva tra le mani.
Una goccia di sangue, sfuggita ai
miei occhi, macchiò il candore di quei petali quando vidi aprirsi sotto al mio
sguardo la scatolina blu che Edward aveva tra le mani.
Il diamante intrecciato al metallo
brillò alla luce della luna.
Edward mi guardava. Questa volta nei
suoi occhi leggevo tutte le sue emozioni.
La felicità per avermi qui, la delusione
per non essere riuscito ad ottenere tutto ciò che desiderava, il suo infinito
amore per me ed infine, il timore che io avessi detto no anche a quello.
Sorrisi e portai la mia mano sulla
sua guancia.
“Ti voglio, ti desidero e neanche a
me basta quello che già ho. Si, Edward. Voglio essere tua moglie.” Dissi,
utilizzando le sue stesse parole.
Le sue labbra si aprirono nel più
favoloso dei sorrisi.
Tremante sfilò l’anello dalla sua
scatola e lo infilò al mio dito.
“Ti amo amore mio e ti amerò per
sempre.” Disse avvicinandosi alle mie labbra.
Lo fermai posando un dito sulle sue.
“Anch’io ti amo Edward, e ti amerò
per sempre, fino alla fine del mondo.” E scostando le mie dita dal suo volto,
lasciai che finalmente prendesse possesso delle mie labbra.
Ci abbandonammo alla passione e a
silenziose promesse con solo la luna a far da testimone al nostro amore.
Rieccomi qui.
La poesia del secondo bigliettino a cui Bella fa
riferimento la potete leggere qui:
Il
vero amore non lascia tracce - Leonard Cohen.
La poesia che mi ha ispirata nel terzo
bigliettino è questa:
Perchè
ti amo - Hermann Hesse.
Per il quarto bigliettino ho preso spunto da
questa poesia:
Ho scelto te - S. Lawrence.
Gli altri bigliettini contengono solo piccoli
riferimenti ad altre poesie, di queste vi lascio solamente i titoli e gli
autori.
Desiderio - Federico Garcìa
Lorca
Cos'è l'amore - Alan Douar
Sogno infinito - Fedinando
L'evidenza di un amore - Juri
Camisasca
Sonetto XVII – Pablo Neruda
Senza di te - John Keats
Infine vi lascio il link della foto
dell'anello.
Anello
Alla prossima!!!