Capitolo 11
Scoperte
e Verità..
-Sono
questi i motivi per cui
continuo a rialzarmi, perché fin quando uno di loro
sarà in vita, io non potrò
mai smettere di combattere.-sussurrò infine, riprendendo la
sua posizione
d’attacco, con la certezza che fin quando avrebbe avuto
respiro, non si sarebbe
fermato.
*
Kamatari
fissò intensamente gli occhi carbone di cappello di paglia,
notando solo in
quel momento un particolare che fino a quel momento gli era sfuggito.
Portavano la
stessa determinazione di quando la lotta era iniziata.
Nonostante
la stanchezza, il respiro affannato e il grande indebolimento del suo
corpo,
gli occhi non erano mutati minimamente, così come la sua
convinzione di
potercela fare.
Restò a
guardare quello sguardo per molto tempo, senza accorgersi minimamente
dell’avanzare di Rufy verso di lui, ne del pugno che lo
colpì in pieno volto.
Volò fino ad
una colonna che si spezzò in due e la forza
dell’impatto gli fece perdere la
spada.
Restò in
mobile, il sangue che colava dalla testa a guardare il suo nemico in
piedi
fissarlo deciso.
-Che stai
aspettando?-domandò Kamatari, con la vista appannata dal
colpo ricevuto.
Rufy non
disse nulla, limitandosi a fissarlo tranquillamente.
-Allora?
Finiscimi avanti o prima preferisci sapere fin dove mi sono spinto con
la tua
cara navigatrice…-lo provocò,senza ottenere
però alcuna reazione visibile.
Sanji invece
digrignò i denti alzandosi in piedi a fatica.
-Bastardo..-sputò
quelle parole con odio profondo, avanzando velocemente, per quanto le
ferite
glielo consentivano e prendendo a pugni Kamatari, fin quando la mano di
Rufy
fermò il prossimo colpo diretto allo stomaco del suo nemico.
-Rufy!?-
esclamò il cuoco, non capendo perché lo avesse
fermato.
Cappello di
paglia però non rispose, mantenendo lo sguardo su quello di
Kamatari.
-Cosa stai
facendo? Perché lo hai fatto smettere..non dicevi che tutti
loro sono la tua
vita? Io l’ho ferita e se non mi avreste interrotto
continuamente…-iniziò a
provocarlo, ma Rufy non lo fece proseguire, sussurrando poche e
semplici
parole.
-Tu la ami..-
Parole che
furono in grado di placare la rabbia di Sanji, lasciare stupita la
ciurma e
bloccare l’odio profondo che Kamatari portava dentro.
-Non
potresti farle del male..-aggiunse infine e senza nessun altra parola,
voltò le
spalle al suo nemico, senza avere l’intenzione di finirlo,
perché infondo aveva
già vinto.
La verità,
è
la vittoria più schiacciante che qualsiasi persona possa
avere.
Con pochi
passi raggiunse il corpo della navigatrice, ancora priva di sensi.
Inginocchiandosi,
le mise il cappello nella testa per poi prenderla in braccio.
Quasi
guidata dall’istinto dei sentimenti, Nami si
rannicchiò contro il suo petto,
mentre Rufy fissava il piccolo corpo che stringeva tra le braccia, con
una
strana pace dentro.
-Torniamo
alla nave ragazzi..-mormorò, voltandosi verso i suoi
compagni, che lentamente
si rialzarono avvicinandosi al loro capitano.
-Usop e
Chopper che fine hanno fatto?-domandò Zoro, sbadigliando
sonoramente, mentre
insieme a gli altri si dirigeva verso l’uscita.
-Non lo so,
in realtà non ho nemmeno idea di come io sia venuto
qui..-borbottò Rufy, mentre
la ciurma lo guardava incredulo.
-Non hai
usato la vive-card ?- chiese Franky, ma Rufy scosse semplicemente il
capo.
-E come hai
fatto a trovarci!?!- chiesero Sanji e Zoro all’unisono.
Rufy sembrò
rifletterci un attimo, subito dopo mormorò.
-Ho iniziato
a correre per l’intera isola, poi Usop mi ha dato una
martellata in testa e mi
sono ritrovato qui.-
La
spiegazione lasciò basita l’intera ciurma, tranne
Robin che sorrise divertita.
Kamatari
guardò quei giovani ragazzi allontanarsi, ma poco prima che
scomparissero del
tutto gli richiamò.
-Aspettate!-
L’intera
ciurma bloccò la camminata, ma mentre gli altri si voltarono
Rufy continuò a
dargli le spalle.
Si alzò a
fatica, reggendosi nella colonna semi distrutta.
-Date questa
a Nami..-ordinò, togliendosi dal braccio la collana
appartenuta un tempo ad
Ayako e tirandola verso lo spadaccino, che
l’afferrò al volo.
-Perché
dovremo farlo?-domandò Zoro, mentre Sanji schiumava di
rabbia.
-Quella collana
apparteneva a sua madre Ayako, la donna che un tempo mi rubò
il cuore…-spiegò,
continuando tuttavia a tenere gli occhi ben puntati su cappello di
paglia.
-Cosa?!-esclamò
il cuoco, incredulo quanto gli altri.
-Conoscevi
la vera madre di Nami?-domandò Robin, l’unica
calma tra il gruppo e Kamatari
sorrise.
-Esatto…-sussurrò,
rievocando l’immagine che aveva occupato il suo cuore per
tanto tempo.
-Perché
dovremo fidarci, magari contiene un incantesimo..-suggerì
Zoro diffidente, ma
Kamatari scosse il capo e disse:
-Quel
ciondolo dirà a Nami le sue vere origini, credo che abbia
tutto il diritto di
saperle..-
- va
bene..lo faremo..-sussurrò Rufy, subito dopo Sanji
iniziò a protestare.
-Potrebbe
essere pericoloso per la vita della dolce Nami..non possiamo
rischiare..-stava
dicendo, ma Rufy aveva ripreso semplicemente a camminare, lo sguardo
fisso nel
volto della sua navigatrice, così il resto della ciurma
andò dietro a cappello
di paglia, continuando ad ascoltare le inutili proteste di Sanji, che
non
sarebbero smesse di certo presto.
Ancora una
volta Kamatari restò stupito, ma poi sorrise, nonostante la
fatica e il dolore
che sentiva.
-Ci rincontreremo..Monkey
D. Rufy..-sussurrò al vento e in quell’esatto
attimo, tra le proteste di Sanji,
gli sbadigli di Zoro, i rutti di Brook, i super di Franky e le risate
di Nico
Robin, cappello di paglia sorrise, lasciando che il vento trasportasse
un altro
messaggio.
-Ne ero
certo..-