Anime & Manga > Dragon Ball
Segui la storia  |       
Autore: vegeta4e    12/04/2010    5 recensioni
Vegeta e Bulma finiscono casualmente nella stessa classe in 3 liceo. Scatterà qualcosa tra i due? Vegeta è veramente un terrestre? Lo dirà a Bulma? Ma soprattutto, come è arrivato sulla Terra e con chi vive? Non vi resta che scoprilo!
[IN REVISIONE]
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Chichi, Goku, Vegeta
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Ka93: Ciao!! Ahaha XD tranquilla il mollusco sparirà… Ma farà un grande casino... Ora non ti svelo più niente se no sai tutta la storia XD hihi quindi trattieni gli istinti omicidi (che reprimo anche io) XD spero che il capitolo ti piaccia!! Buona lettura! ^^

 

Luna_07: Ciao!! Ahah da quello che ho capito qui tutti odiano Yamcha XD e non vi biasimo ^^ vedrai poi cosa combinerà! Eh sì, la mamma di Vegeta è davvero una cara donna ^^ povera Bulma ^^ era davvero tanto imbarazzata XD spero ti piaccia il capitolo! Ciao! :*

 

_marghe 96 xD_: Ciao! Una nuova lettrice!! ^^ ahahah grazie per i complimenti. Buona lettura! Spero ti piaccia! ^^

 

fashionelle09: Ciao!! Chi si rivede! Ahah lo so che lo smalto si deve dare poche volte XD ma volevo descrivere Bulma come la classica ragazza che non bada a questa cose XD ahahaha cerebroleso!! XD ahah mi fai morire quando insulti Yamcha XD …. O.o hihi ok metterò anche gli orari scritti in numeri U_U” spero ti piaccia il capitolo!! In bacione!! ^^ :*

 

 

 

AL LICEO

 

                                                                    Il nostro angolo di paradiso

 

La voce narrante sarà Vegeta

 

Mi carico il borsone in spalla e, dopo averla presa per mano, usciamo dal cancello

“Dove mi porti?” Le chiedo sorridendo

“Vedrai…” Risponde al sorriso e salendo leggermente sulle punte dei piedi mi dà un bacio, al quale rispondo subito. Sono curioso di vedere cos’ha in mente. Camminiamo per le vie affollate della città tenendoci per mano. Non so dove diavolo mi stia portando, noto solo che stiamo uscendo dalla città.

“Bulma… Forse non dovremmo allontanarci troppo… Dove stiamo andando?” Lei ride

“Oh non ti preoccupare… Siamo quasi arrivati” Decido di fidarmi e continuo a seguirla. Siamo in un sentiero, ormai in periferia. Intorno a noi ci sono poche case

“Vieni, passiamo di qui” Mi dice. Giriamo a destra, percorrendo una salita strettissima e ripida. Non c’è più cemento, solo terra. Alla fine della salita riesco a intravedere un alto albero in fiore. Finiti gli ultimi metri ci ritroviamo in un piccolo spiazzo, di gran lunga elevato rispetto alla città. C’è un grande albero e sotto i nostri piedi ci sono solo soffici fili d’erba. Lei si gira verso di me sorridendo

“Siamo arrivati…” Mi dice. Io mi guardo intorno. È davvero un posto carino, ma non capisco perché mi abbia portato qui. Come se mi avesse letto nel pensiero, risponde alla mia domanda

“Io adoro questo posto… Ci venivo da piccola con mio papà…” Mi si avvicina, appoggiandosi poi al mio petto e mettendo le mani sulle mie spalle “… Volevo che diventasse il nostro posto… Ti piace?” Alza il viso e sorridendo felice aspetta la mia risposta

“Sì! Mi piace” Rispondo al sorriso. Mi abbasso di poco con la testa, raggiungendo le sue labbra. Le appoggio sulle sue delicatamente, quasi si potessero rompere. Lei mi avvolge il collo con le braccia, intensificando il bacio. La stringo forte a me. Vorrei che questo momento durasse all’infinito.

Dopo un po’ ci stacchiamo, sedendoci ai piedi del grande albero. Lei si accoccola a me, guardando poi in direzione della città

“C’è una vista bellissima qui, non è vero?” Mi chiede

“Già…” Le dico nell’orecchio. Mi avvicino di poco sfiorandole con le labbra la guancia, provocandole solletico. Lei sorride, girandosi poi verso di me, trovandosi a pochi millimetri dal mio viso. Arrossiamo entrambi e io le sorrido. Mi sporgo nuovamente verso di lei, raggiungendo le sue labbra. Riprendiamo a baciarci e dopo circa mezz’ora ci sdraiamo sotto l’ombra delle fronde dell’albero. È davvero rilassante qui. Il rumore delle macchine non si sente e l’aria sembra quasi più pura, pulita, priva d smog.

Metto l’avambraccio destro sotto la testa e lei si appoggia al mio petto, lasciandosi accarezzare i soffici capelli. Senza che ce ne accorgiamo ci addormentiamo entrambi.

Quando apro gli occhi siamo ormai illuminati dall’arancione tramonto che colora il panorama. Mi sollevo, mettendomi seduto.

“Bulma… Bulma svegliati…” La chiamo. Lei fa una smorfia leggermente infastidita, ma non si sveglia

“Avanti…” La scrollo delicatamente, ma i suoi occhi rimangono ermeticamente serrati. Decido di usare l’unico metodo che mi viene in mente. Mi abbasso su di lei e le sfioro le labbra con le mie. In meno di un secondo lei spalanca gli occhi. È rossa in viso e mi fissa imbarazzata

“… Ma… Che…” dice

“Ci siamo addormentati… Credo siano le sei…” Lei mi imita mettendosi seduta sull’erba. Si passa stancamente una mano sugli occhi.

Prendo il cellulare dalla tasca dei jeans e guardo l’ora. Come immaginavo

“Infatti… Sono le sei e un quarto… Dobbiamo tornare a casa…” Mi alzo porgendole poi una mano per aiutarla. Lei la prende e dopo essersi sollevata si spolvera i pantaloni. La prendo per mano e ci incamminiamo verso casa.

In dieci minuti raggiungiamo il cancello di casa sua. Ci baciamo un ultima volta e la vedo sparire dentro casa. Mi aggiusto il borsone sulle spalle e riprendo a camminare. Attraverso la strada scendendo poi le scale che portano alla spiaggia. Entro in casa e trovo mia madre sul divano, intenda a guardare distrattamente un programma in televisione.

“Ciao, sono tornato…” Lei si gira e mi sorride

“Ciao… Ti sei divertito?”

“Sì…” La supero salendo poi in camera mia per posare il borsone, con dentro ancora le scarpe da calcio e la divisa della squadra. Dopo averlo messo sotto la finestra torno al piano inferiore, raggiungendo mia madre sul divano

“Io inizio ad avere fame… Che c’è per cena?” Lei sorride

“Possibile che tu abbia sempre fame?” Mi dice divertita

“Avrò preso da te!” Rispondo. Le si spegne il sorriso e credo di aver capito il motivo

“No… Hai preso da tuo padre… Anche lui era un mangione…” Dice con un sorriso malinconico sul viso. Io sposto lo sguardo sul pavimento. Non ho mai conosciuto mio padre, so solo che salvò me e mia madre dall’esplosione del nostro pianeta d’origine. Io non sono un terrestre. Da quello che mi ha raccontato mia madre, appena fui nato un tiranno, di nome Freezer, prese di mira il mio pianeta, con l’intento di fare degli abitanti degli schiavi. Mio padre, il re, cercò di imporsi, ma fu tutto inutile. Freezer decise di sbarazzarsi di noi, temendo che un giorno potessimo ribellarci, lanciando contro il pianeta un’enorme sfera di energia, ma mio padre mise me e mia madre su una navicella, spedendoci qui prima che saltasse tutto in aria.

Ho vissuto come un terrestre da sempre, ma io sono un alieno. Non lo sa nessuno, specialmente Bulma. Non so se avrò mai il coraggio di dirglielo. Di sicuro non mi crederebbe…

“Dopo cena ci alleniamo?” Le chiedo. Lei mi sorride

“Certo… È da troppo tempo che non combatti, scommetto che ti batterò dopo cinque secondi…

“Non ne sarei così sicura…” Da quando sono sulla Terra mi sono sempre allenato nelle arti marziali con mia madre. Mi ha insegnato tutto quello che sa, perché gli abitanti del mio pianeta, i Sayian, sono conosciuti in tutto l’universo come un popolo di guerrieri.

Lei si alza dal divano e va ai fornelli. Ceniamo in silenzio, ascoltando distrattamente la voce del televisore. Dopo aver finito andiamo sulla spiaggia.

Mi metto in posizione. Scatto in avanti e carico un pugno. Arrivato alla giusta distanza cerco di colpirla, ma senza fatica lei lo schiva. Si abbassa e, dopo essersi girata, alza velocemente il ginocchio. Metto entrambe le mani davanti allo stomaco, parando così il suo colpo. Spingo verso l’alto e dopo una mossa agile, cado in piedi. Mia madre mi dà il tempo di appoggiare i piedi sulla soffice sabbia, che parte a tutta velocità verso di me. Con una buona dose di fortuna schivo il pugno indirizzato al volto e un secondo dopo mi sento immobilizzato. Mi giro e vedo che mi tiene da dietro, bloccandomi il braccio destro. Senza ragionare sulla mossa, alzo il piede destro cercando di allontanarla, ma lei mi fa lo sgambetto alla gamba sinistra, facendomi cadere goffamente sulla sabbia. Cerco di alzarmi ma mi si mette sopra con il ginocchio, impedendomi ogni movimento. Dannazione! Non ho retto nemmeno cinque minuti! Lei ride

“Hmhmhm battuto!”

“Non ridere! Grrr lasciami!”

“Liberati da solo…” Mi incita. Mi sfida? Bene. Inizio a divincolarmi, cercando di liberare il polso destro dalla sua presa, senza successo

“Grrr mollami!!” Lei ride di più e, soddisfatta di avermi immobilizzato a terra, si alza, lasciandomi libero. Mi rialzo, scrollandomi dai vestiti la sabbia

“Ti avevo detto che ti avrei battuto… Devi fare più esercizio. Se fosse il caso di difendersi, tu non ne saresti in grado attualmente…” Mi limito ad annuire. Ha ragione.

“Sì… D’ora in poi faremo allenamento ogni sera, ok?” Le chiedo

“Va bene… Dai, adesso entra…” La seguo in casa, salgo in camera mia e accendo il pc

 

 

CONTINUA…

   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Dragon Ball / Vai alla pagina dell'autore: vegeta4e