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Autore: KikiWhiteFly    15/04/2010    1 recensioni
[Terza classificata all'Iliade contest indetto da Mayumi_san e Vincitrice del premio Angst]
«Nonostante tutto Sasuke, io sarei disposta a seguirti» qualche lacrima scivolosa si stazionò sul suo volto. «L'odio nell'amore è la cosa più masochistica che abbia mai conosciuto», proferì, ottenendo l'attenzione del ragazzo. «Ma anche la più romantica. Ne conosco solo una alla pari» Il volto del ragazzo sembrava chiedere un “cioè?” ma, anche quella volta, non si scompose più di tanto. «L'amore nell'odio.»
Genere: Triste, Introspettivo, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Under the same sky

Epilogo.





La donna stava raccogliendo i cadaveri – o meglio, le loro anime – che erano morti in battaglia, in religioso silenzio, e, al contempo, in modo autoritario. Dopo la breve chiacchierata che avevano avuto Sasuke stentava a mantenere un certo controllo, chiedendosi per quale motivo vedesse quella figura, se non fosse frutto di un'ardita fantasia o di un sogno; d'un tratto mille congetture si formarono nella sua mente.

«Sono morto, non è vero?»

Si rivolse alla figura con un tono disperato, come se già conoscesse la risposta. La donna lasciò per un momento i suoi cadaveri, avanzò di pari passo con la divina falce, poi reclinò il capo e nel suo volto vide un sorriso che aveva del malevolo.

«Solo se senti di esserlo»

Gli toccò il petto con le dita ossute, fasciate solamente da un guanto di pizzo nero. La Morte – l'avrebbe chiamata così, adesso – proseguì il suo cammino, raccogliendo lo stuolo di anime che incontrava; ora Sasuke vedeva per la prima volta la furia e l'orrore che aveva seminato in quei lunghi mesi, raccogliendo ovunque morte e disperazione, godendo come il diavolo godeva dei peccati umani dei migliaia e migliaia di ninja che si erano prostrati ai suoi piedi.

Non riusciva più a distinguere se quello che aveva vissuto fosse sogno oppure realtà, se fosse vivo o morto: tutte le certezze si fecero dubbi. Quella figura, gli doleva pensarlo, l'aveva scombussolato, tutta la sua sicurezza era andata bellamente a farsi benedire e, ad essa, si sostituiva il più cupo terrore. Le labbra della Morte si erano mosse in modo cadaverico, bianche come il latte e con una curvatura inspiegabilmente obliqua che aveva del macabro, facendolo ricredere circa il proprio auto-controllo.

«Sembra quasi che tu abbia visto un fantasma»

Le formalità adesso cessarono, l'unica cosa che parve ridestare il silenzio spettrale venutosi a creare era la figura onirica e, a tratti, surreale della donna.

Sasuke non gli rispose, non avrebbe obbiettato assolutamente nulla, si considerava già abbastanza turbato per ciò che stava vedendo e colloquiare era l'ultimo dei suoi pensieri.

«Mi duole informarti che fra poco lo sarai davvero, Sasuke.»

Il volto del ragazzo impallidì; alzò gli occhi all'istante, osservando le labbra rosse – non le ricordava così scure. Quelle labbra, dannatamente sensuali, gli sembravano tinte di sangue, piuttosto che di una miscela vera e propria – della giovine; poi, in un lampo, si leccò la parte superiore ed inferiore delle labbra.

«Sono morto in battaglia, vero?»

Silenzio. La donna piegò le labbra, in modo piuttosto sinistro; poi, dopo aver ispezionato bene la zona, si diresse in una direzione. In verità fece ritorno dopo alcuni minuti, ma ciò che recava in mano mise alla prova lo scetticismo del ragazzo che si sentiva impallidire e venire meno. Ella teneva con un braccio la tunica bianca – ora rosso sangue – di Sasuke, quasi fosse un panno sporco.

«Non tutte le battaglie sono fatte per essere vinte.»

La Morte parlava come se dalla sua bocca uscissero grandi perle di saggezza, verità che parevano scandalizzare persino l'imperturbabile Sasuke Uchiha, improvvisamente scosso, confuso, scombussolato... Cosa stava accadendo? Non riusciva più a distinguer il sogno e a percepire la realtà, davanti i suoi occhi ogni cosa apparentemente reale in verità era un teatro, una finzione, un palcoscenico che l'aveva visto protagonista ed antagonista, vinto e vincitore, bene e male. In quel momento i dubbi presero il sopravvento, davanti il proprio corpo martoriato in battaglia poteva solamente trasalire, sentendosi piccato nell'orgoglio. Sì, l'orgoglio, una bestia persino peggiore dell'odio, malevolo quanto bastava per farlo sentire inferiore.

La donna gli tese la mano, quasi intimandogli di lasciar perdere i falsi e banali convenevoli e di seguirlo senza troppe costrizioni.

«Dammi la mano, Sasuke. Credevi di aver vinto, ma non sai forse che non sempre una vittoria equivale ad una vera vincita e una perdita a volte può essere una vittoria. Chi ha vinto, ti chiederai... Ebbene, guarda coi tuoi stessi occhi.»

Sasuke si lasciò guidare dalla donna, che gli mostrò con l'ausilio della divina falce cosa ne era rimasto di Konoha, com'era stata ridotta e putrefatta in cenere. Ora gli abitanti erano nient'altro che cibo per avvoltoi, tanti uccelli neri stavano già partecipando ad un raduno di massa. Solo le generazioni a venire avrebbero raccontato quello che era successo quel giorno, ormai storico, forse avrebbero modificato la storia, l'avrebbero romanzata, aggiungendo una serie si frivolezze che non avevano nulla a che vedere coi sentimenti di guerra, ma i nomi di Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha e Sakura Haruno sarebbero rimasti scolpiti sopra le macerie di Konoha – anche quando sarebbe stato ricostruito il Villaggio, perché loro sarebbero rimasti nella memoria di tutti.

L'ultima cosa che vide fu un desolante palcoscenico, in cui si era visto protagonista; guardò in alto, il sole corallo ora stava diventando meno acceso, segno che tutto era finito.

Veramente finito.

E della vana gloria, dell'orgoglio e tali altri sentimenti cosa se ne era fatto?


Esiste un punto da cui non si può far più ritorno, tutto ciò che è bene viene oscurato dal male e non sempre la propria coscienza riesce a decidere.


La Dea Morte, figura amara ma che l'aveva guidato fino a quel momento, voleva rammentargli proprio questo, quando ormai le conseguenze dell'odio e del rancore avevano predominato e la via che conduceva al bene era perduta per l'eternità.




Fine.

E il polpettone finì XD. Anzitutto, scusatemi per non aver ringraziato nessuno, ma sono riuscita ad avere nuovamente il pc in mano da poco, ._.
Anzitutto voglio ringraziare Ainsel, non pensavo che ti soffermassi a leggere questo polpettone ^^... Grazie per i complimenti, ultimamente però
di SasuSaku se ne vedono poche ;_;... Dobbiamo popolare il fandom *_*. Poi, ringrazio Ainsel e NemesisLostControl per aver inserito questa storia
tra le preferite e dubhe93 e SaphiraLearqueen per averla inserita tra le seguite. Inoltre, potete ammirare i magnifici bannerini che ho ricevuto * c'è addirittura
la figura della morte *O*, che bello XD * e posso dire che sto collezionando molti Premi Angst ultimamente, ma ne sono felice *_*. Ci tengo a precisare che l'immagine iniziale,
quella sotto alla parola "Epilogo" è stata modificata, colorata, graficata da me... Il tutto per rovinare l'immagine reale XD... No, vabeh, scherzi a parte è un vero
schifo, però mi si era fissata questa immagine nella mente, mentre scrivevo la guardavo continuamente *_*. Et voilà!
Or dunque, non mi resta che sperare che il finale non vi abbia deluso, ma, in cuor mio, spero piuttosto che vi abbia sorpresi.
A presto cari lettori,
Kiki, :).

   
 
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