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Autore: Ryta Holmes    16/04/2010    5 recensioni
"Delle volte appariva anche quel viso angelico che non aveva fatto in tempo ad amare come avrebbe voluto. Rivedeva la piccola Freya, impaurita e avviluppata nei suoi stracci, come l’aveva vista per la prima volta nei sotterranei della città bassa. Incontrava quegli occhi scuri addolciti solo dalla sua presenza, da lui che non la faceva sentire un mostro, da lui che la comprendeva e non la incolpava. Ricordava le labbra morbide che aveva baciato un’ultima volta, prima che la barca si allontanasse e il fuoco donasse quel corpo al lago."
Genere: Romantico, Malinconico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Gaius, Merlino, Principe Artù
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Desclaimer: personaggi, storie e luoghi non appartengono a me. Se lo fossero sarei ricca e sarei probabilmente una sceneggiatrice, ma questi sono solo vaneggiamenti. Ad ogni modo scrivo senza nessuno scopo di lucro, tranne quello di divertirmi!

IRRAGIONEVOLE


.3.

Era buio pesto quando Merlino tornò a Camelot. L’espressione se possibile, ancora più assorta dei giorni precedenti e un sorriso ebete ben stampato sulla faccia. Canticchiò un saluto alla guardia, che quasi lo minacciò, prima di riconoscerlo e lasciarlo passare attraverso la corte.
Era ancora nel cortile, quando Gaius gli venne incontro con aria di rimprovero.
“Merlino, dove sei stato?”
“Perché? Cosa è successo?” sorrideva senza rendersi conto della situazione, cosa che fece arrabbiare maggiormente il suo tutore.
“Me lo domandi? Artù è furioso con te! Sei sparito per tutto il giorno, senza dare notizie a nessuno! Io ho tentato di coprirti, ma il principe è sospettoso ed è voluto entrare nelle nostre stanze. Quando non ti ha trovato, mi ha fatto promettere di mandarti da lui non appena ti fossi degnato di riapparire!”
“Oh…”
L’espressione di Gaius si indurì. “Merlino, cos’hai? E’ successo forse qualcosa?”
Il giovane parve solo allora risvegliarsi. Sgranò gli occhi e arretrò di un passo. “Cosa? No no! Ero solo… sì, solo andato a controllare per quella storia dei raccolti, tutto qui…”
Il medico di corte lo scrutò in silenzio, cosa che fece sentire Merlino a disagio.
“Ehm… adesso vado da Artù.” Fece per allontanarsi, ma non poté non udire le parole del suo tutore.
“Per quanto crederai ancora che non mi accorga delle tue bugie? Quando ti sentirai di parlare, sai dove trovarmi…”
Merlino lanciò uno sguardo grato a Gaius, che si allontanava curvo sotto il peso degli anni. Poi prese un forte respiro. Ora sì, che lo attendeva il peggio.
Fu accolto dal suo padrone con una freddezza che davvero non aveva mai conosciuto. Artù con Merlino era sempre stato dispettoso, sbruffone, qualche volta anche simpatico, altre minaccioso; mai era stato glaciale.
Per questo il giovane mago tentennò sulla porta per alcuni istanti, quando entrò nella stanza del principe e palesò la sua presenza.
“Portami la cena.” Fu il semplice comando e lui non poté che annuire e schizzare via verso le cucine, in cerca di cibo.
Si era aspettato una lunga ramanzina e magari la minaccia della gogna, qualche cattiveria al suo indirizzo e una montagna di punizioni, oltre alle armature da lucidare e alle stanze da pulire e riordinare. Non avvenne niente di tutto questo. Merlino portò la cena ad Artù, che mangiò in silenzio e senza accennare un movimento di stizza.
Decisamente il giovane avrebbe preferito strepiti e minacce, piuttosto che quel silenzio. Anche se così facendo, poté ripensare un poco a cosa gli era accaduto nel pomeriggio. Più ci pensava e meno importante diventava la sua inadempienza verso Artù. C’era una parte di lui convinta che se Artù avesse saputo come stavano le cose, avrebbe potuto comprenderlo. Il principe sapeva cosa significava amare in segreto, anche se Ginevra pur essendo soltanto una serva era viva e sempre vicino a lui. Sì, Artù lo avrebbe capito e scusato…
“Domani pensi di eseguire i tuoi doveri o dovrò cercarmi un altro servo più competente?”
La domanda riecheggiò nel silenzio della stanza, interrompendolo bruscamente. Artù aveva posato il tovagliolo sul tavolo, segno che la sua cena si era conclusa.
Merlino scattò velocemente per portargli via i vassoi, nel mentre annuiva convinto con il capo.
“Certo che no! Nel senso, sì! Lavorerò, ho intenzione di lavorare! Anzi volevo scusarmi per oggi…”
“Hai intenzione di dirmi dove sei stato tutto il giorno?” il principe lo interruppe, fissandolo negli occhi con stizza.
Merlino sfuggì a quell’occhiata per l’ennesima volta, sentendosi nuovamente in trappola. “Beh… in realtà…. Ho dormito!”
“Scusa?” Artù inclinò il capo da un lato, la solita espressione sorpresa sul viso.
“Voglio dire… ve l’avevo detto che non dormivo bene… anche ieri notte. Perciò stamattina ero libero e ho pensato di recuperare un poco il sonno perduto e…” avrebbe funzionato quella balla? “…e ho dormito un po’ troppo… mi sono svegliato poche ore fa.”
Seguirono alcuni istanti di silenzio, in cui il padrone fissò il servo convinto della sua idiozia.
“Non c’eri nella tua stanza.”
“No, certo che no! Gaius non mi avrebbe mai permesso di dormire. Mi ero… nascosto.”
Artù si prese un momento per riflettere. Davvero Merlino era così stupido da dormire tutto il giorno? Sollevò il capo e lo fissò: gli occhi sgranati, in attesa di una reazione, erano leggermente cerchiati, i capelli arruffati e il fazzoletto intorno al collo pendeva da un lato.
“Sì. Sei davvero così stupido da dormire tutto il giorno. Vattene adesso e che non si ripeta più! O d’ora in poi, dormirai sulla gogna!”
Il giovane approfittò di quella magnanimità e seguì l’ordine con una celerità certosina. Riportò i piatti nelle cucine e poi tornò nella sua stanza. Gaius lo chiamò per la cena, ma Merlino addusse la scusa di non avere fame e andò a dormire.
Aveva calcolato che così facendo, avrebbe potuto trascorrere qualche ora prima del risveglio del principe, dalla sua bella. Ignorò i morsi della fame e si abbandonò ad un sonno agitato.

*

“Merlino, vieni qui!”
Gaius lo richiamò un attimo prima che imboccasse la via di fuga, in tutta fretta. Artù quella sera avrebbe banchettato fino a tardi, con suo padre e alcuni ospiti illustri giunti dalle terre di confine di Avalon. Ciò significava libertà fino al mattino successivo, opportunità che Merlino aveva pianificato con un’uscita notturna verso il lago.
Non aveva calcolato Gaius però, che evidentemente aveva atteso che lui tentasse la fuga dalla sua stanza, dopo aver rifiutato per l’ennesima volta la cena.
Il giovane fu costretto ad affrontarlo, nonostante fosse evidente la sua impazienza.
“Dove stai andando?”
“Accompagno Gwen a casa. E’ sempre sola da quando Morgana non è più ritornata.” Nonostante in passato gli facesse male parlare della protetta del re con così tanta tranquillità, adesso l’idea di usarla come scusa per raggiungere Freya, non lo toccava minimamente.
Gaius sospirò. “D’accordo, ti aspetto alzato.”
“No! Voglio dire… non preoccuparti. Probabilmente parleremo un poco… non c’è bisogno che resti sveglio.”
Gaius lo guardò intensamente, come se volesse leggere negli occhi cosa gli stesse nascondendo.
“Merlino, va tutto bene? Dimmi almeno questo.”
Il giovane sorrise e nel farlo mostrò tutta la sua contentezza. Era davvero felice, anche se nascondeva tutto, le ore trascorse con Freya lo riempivano di gioia.
“Non sono mai stato meglio, credimi!” esclamò svanendo oltre la porta.
Gaius incupì lo sguardo, fissando l’uscio ormai vuoto. “A vederti non sembra affatto…”

*

Il sole stava per sorgere. Il prato su cui erano distesi Merlino e Freya era umido e freddo, ma il giovane non lo sentiva. Sorrideva beato, gli occhi socchiusi, mentre la ragazza giocava con le sue dita, intrecciandole alle proprie.
“Tra poco devo andare…” mormorò di malumore. La notte era volata via in un soffio e l’idea di doversene ritornare al castello prima del risveglio del principe, lo intristiva.
“Resta un altro poco.”
“Non posso…”
Freya si sollevò sui gomiti e lo guardò imbronciando le labbra. “E perché non puoi?”
Merlino le sorrise, osservandola. Ormai non poteva farne a meno. “Perché se faccio tardi, il principe mi rimprovererà… se mi punisce rischio di non poter più venire da te.”
“E allora perché non resti qui?”
La domanda sorprese il giovane; così ovvia eppure così impossibile… o si sbagliava?
Freya continuò imperterrita. “Volevi fuggire con me, ricordi? Volevamo vivere vicino al lago assieme… cosa è cambiato da allora? Adesso è possibile!”
Merlino lasciò che lo sguardo si perdesse nel vuoto e la mente vagasse tra i pensieri e le considerazioni che quella proposta aveva scatenato.
Restare per sempre lì… vivere con lei, senza più costringersi ai lavori forzati, senza dover più fingere la sua natura. Vivere liberamente e non dover inseguire il destino che lo voleva l’altra faccia della stessa medaglia, assieme ad Artù.
Ripensò al principe, agli ultimi tempi in cui si era fatto così sospettoso e duro, prima o poi avrebbe potuto scoprire tutto, gli avrebbe sicuramente vietato di tornare al lago. Restare invece… non sarebbe stato tutto più semplice?
Artù non aveva poi così tanto bisogno di lui, dopotutto. Sarebbe diventato un buon re, anche senza la sua protezione. Chi invece aveva veramente bisogno di lui era Freya. La sua dama del lago era sola, imprigionata tra quelle rive, non avrebbe mai potuto portarla a Camelot con lui…
Freya gli accarezzò il viso, riportando l’attenzione su di lei. “Cos’hai deciso?”
Merlino sorrise e il gesto illuminò anche i suoi occhi, nonostante fossero arrossati e cerchiati da grosse occhiaie di cui non si era reso conto.
“Resterò con te…”

Continua....

E' davvero tutto rose e fiori come sembra? Mah........ =P

Ringrazio sempre _Valux_ e MissMiluna per le recensioni!!! Grazie di cuore per i complimenti davvero ^^
E se qualcun altro volesse scrivere un commento, non mi offendo eh XD
Alla prossimaaaaaaaa
Ryta
   
 
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