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Autore: Roberta87    17/04/2010    5 recensioni
Salve! mi chiamo Roberta e questa è la mia prima FF! La storia è un'alternativa a Twilight,e vede il suo inizio in una Forks dove Bella risiede da tre anni ed i Cullen non sono ancora arrivati. Troverete il resto della trama nel capitolo "trama ed introduzione". Spero che la mia storia vi coinvolga tanto quanto sta coinvolgendo me!
ESTRATTO DAL CAPITOLO 16 :
[..] Improvvisamente il rumore di un auto ci interruppe. Jacob mi lasciò un ultimo bacio a fior di labbra e tenendo ancora il mio viso tra le mani si voltò verso la strada. Sciolsi l’intreccio delle nostre dita e guardai anch’io. Una Volvo metallizzata aveva appena parcheggiato fuori il mio cortile. Sapevo bene a chi appartenesse quell’auto.
Rimasi un attimo sbigottita, cosa ci faceva lui qui? Cosa voleva?. Voltai ancora lo sguardo verso Jacob, giusto in tempo per vedergli serrare la mascella. Le sue mani sul mio volto furono percorse da una breve scarica di leggero tremore, mentre continuava a fissare l’auto.
« Vieni, Bells. E’ ora di andare. » [..]
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bella/Edward, Bella/Jacob
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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copertina



CAPITOLO 5 – “Luce

Percorrevo il corridoio che mi avrebbe portata all’aula di biologia quasi correndo, non volevo fare tardi a lezione solo per colpa delle turbe mentali di Jake. Sentii avvicinarsi alle mie spalle un rumore di piedi saltellanti
« Ehi, Bella! » una delle voci più confortanti di tutta Forks; mi voltai
« Buongiorno Angie! »
« ‘Giorno tesoro » intanto mi aveva raggiunta e mi schioccò un sonoro bacio sulla guancia.
Angela Weber, la mia migliore amica. Era una delle persone più sensibili che avessi mai conosciuto, e proprio questa sua grande sensibilità mi aiutò molto al mio arrivo in quel piccolo paesino di curiosi. Lei insieme a “Pazzo Black” mi avevano confortato, fatto sentire a casa, e mi erano stati sempre vicini con la gentilezza che li contraddistingueva.
In quei tre anni l’avevo vista “crescere” sotto i miei occhi, la ragazza che avevo ora davanti sembrava quasi una donna : lunghi capelli neri, la bocca piccola e raffinata, un naso normalissimo e gli occhiali dietro i quali si affacciavano i suoi grandi occhi castani.
E quella mattina, quegli occhi mi fissavano allegri e con la luce curiosa che avevo imparato bene a riconoscere quando c’era qualcosa che voleva chiedermi, raccontarmi o di cui voleva parlare. Così sorridendo divertita la incitai:
« Avanti Angela, smettila di fare gli occhioni e chiedi » Nemmeno terminai la frase che disse
« Uh! Morivo dalla voglia di chiedertelo, ma cosa gli è preso stamattina a Jacob? L’ho visto scappare come se avesse visto un mostro! » Alzai gli occhi al cielo:
« Lo so Angie ma, credimi, il ‘mostro’ è lui »
« Perché? Cos’ha fatto stavolta il matto? »
« Ecco hai proprio centrato il punto, ha fatto il pazzo! Si è messo una bella espressione seria in volto e mi ha chiesto di uscire con lui stasera »
Angela scoppiò dalle risate e di fronte alla mia espressione ancora perplessa tentò di dire:
« Oh….hahaha!, dai Bella….hahaha, infondo è una cosa da lui! »
E mentre Angie si scompisciava dalle risate beffandosi delle stranezze del mio ragazzo, un braccio si posò sulle mie spalle ed una voce troppo vicina per i miei gusti esordì con un infelicissimo :
« Troppo forte la mia ragazza eh?! »
Mike Newton. Era incredibile, erano passati tre anni eppure ancora ci provava. Avrei scommesso che anche il giorno in cui mi avesse vista sposata e con prole al seguito avrebbe fatto comunque il cascamorto. Sbuffai e Angela disse
« Certo Mike, come no. Vorrei solo sapere perché l’idiota lo fai esclusivamente dentro le mura di scuola, quando sai che il ragazzone di Bella non ti vede. Cosa c’è hai paura che ti riduca come una poltiglietta informe? »
Le ressi il gioco, mi divertivo a spaventare quel fifone

« Sai Angie, credo che basterebbe anche solo dirglielo, non c’è bisogno che veda per stritolarlo »
Mike sbiancò come ogni volta che il mio Jacob lo guardava storto e fulmineo tolse il braccio dalle mie spalle
« Io….ora devo andare è tardi » farfugliò mentre si allontanava.
Angela ed io, che intanto eravamo giunte all’aula di biologia, ridemmo come due bambine, divertite e complici, ed entrammo a sederci al nostro solito terzo banco accanto alla finestra.
Il professor Molina ci guardò con aria di rimprovero e disse
« Swan e Weber, siamo al terzo anno e non siete cambiate di una virgola! Mi giocherò la cattedra a poker il giorno in cui entrerete in classe in orario e senza sghignazzare! » Non ci riusciva proprio a fare il professore serio e cattivo, così mentre lo diceva ci sorrise benevolo.
Recuperai quaderno e penna dallo zaino e mi preparai a seguire la lezione.
« Bene ragazzi, l’argomento della lezione di oggi è la FOTOSINTESI » scrisse l’ultima parola sottolineandola alla lavagna dietro di sé « Qualcuno sa di cosa sto parlando? » ironicamente.
Dalla classe salì piano una risatina divertita.
« Oh bene ! Noto con piacere che sono circondato da geni qui! Ma, bando alle ciance, vediamo di fare un discorso serio…..Allora : La fotosintesi clorofilliana è l’insieme delle reazioni durante le quali le piante verdi producono sostanze organiche a partire da CO2 e dall’acqua, in presenza di luce. Mediante la clorofilla, l'energia solare permette di trasformare CO2 e acqua in uno zucchero, il glucosio, fondamentale……»
Mentre il professor Molina continuava la sua spiegazione io smisi distrattamente di prendere appunti. Quasi ipnotizzata guardavo le parole scritte sul foglio e qualcosa iniziò a muoversi nella mia testa . Mi sentivo come se avessi un capogiro, ma in realtà stavo benissimo……d’un tratto capii….luce…..energia solare….quelle tre parole parvero brillare e sollevarsi dal foglio. Improvvisamente ricordai. Finalmente ricordai il sogno che mi tormentava da un mese ogni notte:
….Tutto intorno a me era bianco e vuoto , solo in lontananza c’era qualcosa. Curiosa mi avvicinavo. Dopo pochi passi intravedevo che era una sagoma, ma non riuscivo bene a distinguere cosa fosse, perché esattamente alle spalle di quella figura , sulla destra , vi era una grande luce che l’abbagliava, mettendola in controluce. Più mi avvicinavo più sentivo mutare in me la curiosità in qualcosa di diverso, come se fossi guidata da una cosa più forte e più grande di me , un bisogno quasi fisico di riuscire ad arrivare a quella misteriosa apparizione. Ancora più vicina, la sagoma andava scurendosi , sommersa sempre di più dalla fortissima luce. Più io mi avvicinavo, più la luce aumentava d’intensità, impedendomi di vedere bene. Giunta a pochi passi dalla sconosciuta figura riuscivo a decifrare cosa fosse : era la sagoma di un volto….Nello stesso istante in cui intuivo che era un viso quello che cercavo di guardare, l’immensa luce esplodeva d’intensità, accecandomi completamente….
Riemersi da quel ricordo quasi boccheggiando. Evidentemente non mi ero accorta di aver trattenuto il fiato per tutto il tempo. Nel mio sogno non c’era nulla di spaventoso o pericoloso, eppure anche solo ricordandolo mi sentivo investita da una sensazione di angoscia e di inquietudine, come se mi avessero gettato addosso una secchiata di acqua gelida. Mi resi conto solo in quel momento che, oltre a questa sensazione che mi svegliava ogni mattina, le immagini del sogno avevano portato con loro una nuova e ancor più fastidiosa sensazione : la privazione. Un senso di privazione assoluto mi aveva avvolto l’anima come un manto nero.
«…BELLA!! » qualcosa mi scuoteva per il braccio. Era Angela che mi guardava con un’espressione tra lo sbigottito ed il preoccupato.
« Insomma si può sapere cosa ti è preso? Sembravi ipnotizzata! la campanella è suonata già da dieci minuti ed io ti ho praticamente urlato in faccia il tuo nome un centinaio di volte! ».
Mi ci volle un grande sforzo e tutto l’autocontrollo che mi era possibile per ritrovare l’uso della parola. Mi bagnai le labbra, deglutii e provai a risponderle pur non avendo la sicurezza che dalla mia gola sarebbe uscito qualcosa di comprensibile.
« Ehmm…s-scusami Angie. N-non mi sento molto bene….ehmm…credo che me ne andrò a casa » Come avevo immaginato, quello che uscì dalla mia gola fu un sussurro tremolante quasi inesistente.
« Oh....Okay. D’accordo, vuoi che ti accompagni? »
Raccolsi in fretta le mie cose, misi lo zaino in spalla
« No grazie, Angie, un po’ d’aria mi farà bene » stavolta più convinta. E mi avviai verso la porta.
La lunga passeggiata fino a casa mi aveva davvero giovato. Le fastidiose sensazioni mi si erano staccate di dosso dopo poco, ed io avevo deciso che non era il caso di farsi prendere dal panico solo per uno stupido sogno.
Girai la chiave nella porta e mi feci accogliere dalla serenità che ogni casa portava con se.
Charlie sarebbe tornato solo per l’ora di pranzo, avrei avuto tutto il tempo di rilassarmi e rimettermi in sesto.
Entrai in cucina per un bicchiere d’acqua, mi avvicinai al frigo e mentre afferravo la maniglia vidi il biglietto fissato sulla superficie lucida con una calamita.
Per Bella ” annunciava la scritta in inchiostro rosso.
Lo staccai ed aprendolo ne lessi il contenuto tracciato con lo stesso colore:

Bentornata a casa Amore.
Ti aspetto stasera a La Push per le 21.
Non vedo l’ora….
Jacob
Il mio sole personale riusciva ad essermi di conforto anche involontariamente.
Sorridendo mi sentii entusiasta alla prospettiva di quella serata, e mai come in quel momento ringraziai Jake di riempirmi la vita con le sue follie.


Angolo autrice : PER FAVORE recensite !
   
 
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