17/04/2010
2 recensioniToo many justifications in a day
Era una bella giornata primaverile, i ciliegi erano in fiore, un leggere venticello soffiava tra le foglie di Konoha, il sole splendeva rendendo il villaggio ancora più bello e tutto era tranquillo.
O quasi tutto...
"Scusa Sakura-chan..."
L'Haruno sbuffò per l'ennesima volta in quella giornata, certa che quella cantilena sarebbe durata a lungo. Si poggiò meglio con la schiena al muro lì vicino e sperò con tutta se stessa che Kakashi facesse uno strappo alla regola e arrivasse in orario.
"Non volevo, davvero!" Naruto continuava a chiedere scusa, tentando di riparare il danno compiuto. Sakura non era per niente propensa ad ascoltarlo ed aveva anche chiuso gli occhi, cercando la pace interiore che quell'uragano vivente le aveva fatto perdere.
Si stupì quando il silenzio la avvolse e riaprì gli occhi, per vedere se Naruto era morto o se ne era andato.
Li richiuse sconsolata quando si trovò l'Uzumaki davanti alla faccia con le mani giunte.
"Sakura-chan, io non volev..."
"Basta baka! È tutto il mattino che ti scusi!" Intervenne esasperata.
Non ne poteva davvero più.
Perché doveva sembrare tanto strano che non si fosse arrabbiata come una pazza nevrotica e non lo avesse ancora pestato di santa ragione? Era davvero quella l'idea che gli altri si erano fatti di lei? Va bene che era allieva di Tsunade-Hime e che il suo caratterino non aiutava, ma non era davvero così senza cuore. Non poteva di certo arrabbiarsi per una cosa come quella.
"Ma non sono venuto all'allenamento, avevamo deciso di allenarci insieme!" Le ricordò in tono lamentoso, ritenendo strano che non gli avesse già fatto vedere il muro da vicino per quella dimenticanza.
Che fosse primavera incideva relativamente poco sul carattere di Sakura e non si poteva nascondere il fatto che la sua faccia aveva preso la forma dei pugni dell'amica.
"È solo che io son..." Ritornò all'attacco, notando che Sakura non aveva fatto una piega a ciò che gli aveva ricordato. Aveva un’indole tenace, quello era un dato di fatto, ma lo era anche troppo.
Perché Kakashi Sensei non arriva, perché?, si chiese Sakura disperata, che non sapeva più come mettere a tacere quella testa quadra.
"Baka, smettila di darmi giustificazioni! Solo perché sei uscito con Hinata invece che venire all'allenamento non morirò!" Gli disse per l'ennesima volta in quella giornata.
Il tono esasperato era, inevitabilmente, dettato dall'irritazione tutta ricollegabile a Naruto e alle sue idiozie, ma non poteva negarlo: era felice per l'amico. Un sorrisetto soddisfatto comparve sul suo volto, inutile trattenerlo.
Era quasi ora che quell'idiota aprisse gli occhi e si accorgesse della Hyuuga!
"No, Sakura-chan..."
"Baka, non voglio sentire alter giustificazioni per tutto il giorno, neanche una!" Il tono era divenuto quasi stridulo, ma chi sarebbe riuscita a restare emotivamente impassibile dinnanzi alla tenacia di Naruto?
In quel momento in una nuvoletta di fumo comparve Kakashi, con un sorriso sornione sulle labbra. Poteva vantarsi quanto voleva con Naruto di essere un abile oratore e di essere capace di mettere nel sacco quanti ne voleva, ma solo perché ci riusciva con Yamato, di certo non poteva essere sicuro di avere le stesse possibilità con Sakura.
"Oh, beh, se non vuoi giustificazioni Sakura, eviterò di dartene a proposito del mio ritardo." Proferì, fiero di ciò che aveva detto, sicuro che fosse una teoria inattaccabile. Conosceva la sua allieva da tempo ormai e doveva aver capito che il suo carattere era quel che era: manesca e lunatica, con un tocco di romanticismo femminile che la caratterizzava solo con Sasuke. Ma Sasuke in quel momento non c’era e Kakashi non si poteva spacciare di certo per l'Uchiha. L'unica cosa che avevano in comune era lo Sharingan, ma l'Haruno non si sarebbe fatta ingannare da quelle quisquiglie.
Fu, perciò, in quella tiepida giornata di primavera che Kakashi fece visita all'ospedale di Konoha e con lui anche Naruto. Quel 'Sakura-chan' appena sussurrato con il chiaro intento di dare una scusante alla ragazza era stata la sua condanna a morte.
"Sì può sapere cos'avete combinato questa volta?" Chiese Tsunade esasperata, curiosa di sapere perché Sakura avesse dato fondo ai suoi allenamenti e insegnamenti. Non poteva che essere fiera dei lividi con cui li aveva mandati da lei.
Kakashi tornò a leggere il suo libro, comodamente sdraiato sul lettino e Naruto sospirò e facendo teatralmente segno al 'lavoro di Sakura', piagnucolò: "Per oggi sono stato esonerato dalle giustificazioni, baa-chan!"
***
Chi non muore, perisce, crepa, schiatta si rivede!xD
Avevo voglia di scrivere e, possibilmente, postare qualcosa, perciò mi sono cimentata in questa schifezza che avevo iniziato un po' di tempo fa. Non è niente di ché, solo una semplice storia per passare il tempo e auto sollevarmi il morale.
Sì, è orrenda, ma la pazzia comporta anche questo!^^'
Prima o poi aggiornerò anche la raccolta, lo prometto!, solo che per il momento non ho molta ispirazione per buttare giù qualcosa, anche solo per poche righe. Capite che la situazione è grave!°°
Che altro dirvi? Il gelato che sto mangiando è buono (amarena e stracciatella!xD) ma dubito fortemente che possa esservi di qualche interesse!
Detto questo, spero vi piaccia!^^
Sorbitevi i miei scleri e che la pace sia con voi!*_*