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Autore: DarkLethe    17/08/2005    3 recensioni
Remus Lupin e il suo struggente amore.
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Remus Lupin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dolcezza infinita

Dolcezza infinita. Era questo ciò che Remus scorgeva in quei due sfavillanti smeraldi. Due gemme incastonate in un viso da fata. La sua piccola fata dai capelli rosso rubino e gli occhi verde smeraldo. Solo sua. Ma lei non lo sapeva.

Lei non sapeva quanto un suo dolce sorriso avrebbe potuto fargli dimenticare le occhiaie della notte precedente.

Lei non sapeva come Remus agognasse di sentire i suoi morbidi passi sul vialetto quando riceveva una visita di James.

Lei non sapeva perchè lui rifuggisse il suo sguardo per trovare improvvisamente attraente lo sporco e consumato pavimento.

Lei non sapeva niente di tutto ciò. A lui, invece, tutto questo pesava come un macigno sul cuore.

Quel cuore che batteva all’impazzata quando cadeva assordante il silenzio dopo un suo intervento. Lui arrossiva sotto la sua dura pelle, pregando perchè lei non sentisse quel continuo e cupo battere che sembrava non rallentare mai.

 

Lui avrebbe fatto di tutto per lei.

Aveva rinunciato a comprare la pozione per mesi per poterle acquistare il regalo che lei desiderava. Ora portava i segni di altro dolore e nuove svariate cicatrici lo deturpavano, ma in cambio aveva visto i due smeraldi inumiditi da lacrime argentee e aveva avuto il suo caldo sorriso solo per lui.

Solamente per lui.

Aveva deciso di continuare a non bere la pozione e infliggersi mille altre ferite e morsi se questo significava avere anche un solo altro suo sorriso.

 

Alla fine l’aveva dovuto ammettere anche a se stesso. Era amore.

L’amore più puro che avesse mai provato. Ma il suo cuore rinnegava violentemente questa purezza. Anzi si sentiva sporco fin nella più remota e intima particella del suo infimo essere.

Lei non era sua. Non lo sarebbe mai stata.

Lei era l’unica donna che James avesse mai amato. E per questo Remus si sentiva sporco. Amava la donna del suo migliore amico e invidiava maledettamente e sconsiderevolmente James. Ma non riuscendo a reprimere questi deplorevoli sentimenti che attanagliavano il suo animo come una morsa, li aveva dovuti mettere in un cantuccio del suo cuore pensando che prima o poi lo avrebbero lasciato, che li avrebbe dimenticati. E così stava facendo anche quel giorno: il giorno del matrimonio di Lily e James.

Remus si era allontanato dai suoi amici che riempivano la chiesa e si era rifugiato in un confessionale vuoto e lì si era sentito improvvisamente molto piccolo e vulnerabile. Una calda lacrima era sgorgata dai suoi occhi color ambra quando in lontananza un “sì, lo voglio” sussurrato con voce tremante dal suo angelo stava rimbombando nella sua testa.

 

Era uscito dalla chiesa per primo, poco prima che il sacerdote pronunciasse la fatidica e irrevocabile sentenza, seguita dal consueto, casto ma dolce bacio che ormai da tanto, troppo tempo gli feriva gli occhi.

Era sul sagrato della piccola chiesetta. La piazzetta era deserta davanti a lui. Come il suo futuro. Non avrebbe aspettato gli altri.

Gli occhi spenti.

Le lacrime percorrevano copiose le sue guance.

Aveva incominciato a correre come se volesse fuggire dagli istanti appena vissuti e dai ricordi che lo insediavano come ombre maligne.

Aveva raggiunto la casa che Lily e James avevano scelto di abitare una volta diventati marito e moglie.

Marito e moglie...

Come gli suonava strano. Ma in fin dei conti l’aveva sempre saputo che sarebbe finita così. La speranza non aveva mai neanche osato posare gli occhi su di lui. Era sempre vissuto assaporando la completa disperazione.

 

 

 

 

La casa era ancora in costruzione ma il sublime gusto e stile di Lily trsparivano ovunque.

L’avrebbero terminata in pochi mesi. Forse Remus non ci sarebbe stato quando l’avrebbero inaugurata: James avrebbe sollevato Lily con grazia e con lo sguardo pieno d’amore e perso nei due verdi smeraldi di lei, avrebbe varcato la soglia della loro nuova dimora.

Forse si sarebbe perso quella romantica scena.

Era salito al piano superiore, dove i due sposini avevano pensato di fare una stanza per i futuri figli: Harry se fosse stato un maschietto, Mary se fosse stata una femminuccia.

Ormai aveva raggiunto il balcone.

 

Mille pensieri e ricordi di una vita vorticavano senza sosta nella sua mente. Aveva scosso la testa come per scacciarli via, ma non riusciva.

Non riusciva.

Continuava a vedere il suo dolce sorriso, ma non era rivolto a lui, era per James. I due smeraldi brillavano carichi d’amore mentre fissavano l’oggetto del loro desiderio. Lui, Remus, si riscopriva sempre in un angolino, mentre assisteva come spettatore inosservato e impotente a queste scene, che rappresentavano una pugnalata al cuore ogni volta.

Ma non sarebbe più stato così.

Il suo cuore non avrebbe retto altre pugnalate.

Il suo cuore non avrebbe più potuto sopportare il peso del macigno che lo schiacciava e soffocava.

Il suo cuore martoriato non era più un cuore.

 

Era stanco di sorridere fuori e piangere dentro.

 

E lì fu tutto un attimo.

Si era agevolmente issato sul tetto.

Una goccia di pioggia si era unita alle sue incessanti lacrime.

Un sospiro.

Le unghie nella carne.

Si era lanciato.

  
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