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Autore: Tristesse de la Lune    17/08/2005    1 recensioni
Non gli dà l’opportunità di un incipit decoroso.
Pronuncerebbe, con voce profonda da annunciatore del tg “Lalla, nella vita si fanno delle scelte valutative spesso errate…” scelte v-a-l-u-t-a-t-i-v-e! Voglio dire, ci vuole stile per buttare in un discorso un’ accoppiata vincente come ‘scelte valutative’."
Genere: Comico, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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[Capitolo tre]

[Dove troviamo una casa incantanta, una bella sorpresa, e finalmente si comincia a ragionare…]

 

Bisognerebbe fare un ennesimo passo indietro.

Praticamente la ‘casa incantata’ di cui parla Lalla altro non sono che quattro mura senza tetto.

Un rudere immerso nel bosco.

Ecco, molto romantico, no? No.

Il rudere è sempre servito ai due vecchi per un unico scopo.

Perciò, “andare nella casa incantata” significava solo una cosa: dar fuoco alle polveri.

E sinceramente Andre si sta cagando addosso.

Lui, l’uomo ormone, l’uomo che ai tempi d’oro era pronto a calarsi i calzoni appena vedeva la Lalla che lo salutava dalla parte opposta della strada, ecco, proprio lui, ora non ce la fa.

Tipo a pensarci gli viene mezzo da vomitare.

Cioè, mettiamo le cose in chiaro.

Lui è tornato semplicemente per quello che lei aveva scritto nelle sue lettere. Mica attrazione fisica.

E poi, da quando in qua una ragazza ti dice che ti vuole parlare e poi si scopre che vuol fare dell’altro?

Insomma, un po’ di decenza.

Ma Lalla non vuole andare nel rudere per attentare alla virtù di Andre (virtù, tra l’altro, inesistente)

“Andre, prendila bassa. Abbiamo deciso di parlare ed è quello che faremo. Però sai, in questi cinque mesi ci sono stata tante volte, alla casa. E ogni giorno ti ho aspettata per ore, inutilmente.”

Sta in silenzio e Andre non sa che cosa dire.

Andre che se l’è spassata per tutta l’estate con delle quattordicenni che non sarebbero state fuori luogo sui viali.

Per fortuna arriva l’autobus a salvargli il culo.

Provvidenza divina. Amen.

 

*

 

Per farla breve, dentro al rudere c’era una sorpresa.

Cioè, sorpresa. Una bella mazzata in testa in più per Andre.

Sulle quattro pareti, disegnato al carboncino, si snodava un paesaggio incredibilmente realistico. Colline, prati, roba bucolica, così. Una buona parte era sbiadita, causa piogge e altri fenomeni non identificati.

“L’ho fatto io. Ci ho messo cinque mesi, Andre…” mormora Lalla, guardando con amore la sua opera “da quando ho cominciato a farlo mi sono promessa che ti sarei tornata a cercare appena l’avrei finito.”

E Andre sente un brividino strano nella schiena, come se quel disegno a carboncino rappresentasse qualcosa di più di un paesaggio…e pensare a lei, che quasi ogni giorno da cinque mesi veniva lì con la sua borsa sdrucita e la sua felpa simile a un sacco della spazzatura a dipingere, beh, gli fa venire un pizzicorino strano agli occhi.

Non che pianga, per carità. Solo, gli si appanna un po’ la vista.

E allora lui l’ha abbracciata.

E Lalla, Lalla che è cambiata in tutto, è però sempre avvolta in quel profumo di albicocca e tabacco che Andre ricorda bene, quel profumo che la fa sembrare una bambina cresciuta troppo in fretta.

  
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