Capitolo 12
Paura:
desideri e sentimenti.
Dolore,
dolore cocente e soffocante.
Talmente
forte che sembrava volesse portarla alla morte, ma senza mai arrivarci
veramente.
Senza
concederle il riposo eterno.
Eppure
voleva lasciarsi andare, ormai nulla la tratteneva, ma non ci riusciva.
Continuava a
farsi divorare da quelle fiamme, soffocando nel mare dei suoi stessi
pensieri.
Non lasciava
mai però, che esse la portassero completamente via.
Come se
qualcosa o qualcuno glielo impedisse.
Una forza
più grande e senza coerenza.
Un'altra
fitta, e poi il gelo che la rendeva bollente svanì e il
tiepido calore
l’avvolse calmando i suoi inconsci tremori.
Lentamente
quasi temesse ciò che avrebbe scorso, aprì gli
occhi, troppo appannati per
poter distinguere dove si trovava.
Ascoltò i
lievi rumori che si sentivano, mentre lentamente tornava in possesso
della
vista.
La prima
cosa che mise a fuoco, furono dei cappelli neri, che adornavano il viso
addormentato del suo capitano, che in quel momento assomigliava a un
bimbo
nell’ora del riposino.
Sorrise
senza poter controllare il suo viso e restò incantata a
guardarlo.
Aveva la
testa poggiata nel letto su cui lei era sdraiata.
Sembrava
dormire profondamente il viso rilassato in un espressione di pura
felicità.
Improvvisamente
capì che qualcosa non le tornava.
Si alzò
bruscamente, gemendo poi colta da una fitta al braccio che aveva
concepito la
spinta.
Guardò la
fasciatura, accorgendosi solo in quel momento di trovarsi nella cabina
del
piccolo Chopper.
Sono
sulla Sunny..si ritrovò a
pensare, per poi cercare
di alzarsi, ma una mano le bloccò il polso e Nami si
voltò verso il suo
capitano, che sbadigliando mormorò:
-Ti sei
svegliata..-la navigatrice annuì, mentre Rufy la spinse
nuovamente a sdraiarsi.
-Ehi..-
cercò di protestare Nami, ma Rufy non le diede retta
sistemando meglio le
coperte.
-Chopper mi
ha ordinato di non farti scendere per nessun motivo, devi
riposare..-chiarì,
per poi risedersi nello sgabello accanto al letto.
-Cosa è
successo? Kamatari…-
-Tranquilla..non
devi più preoccuparti di lui..-bisbigliò quasi e
sembrò che la sua
spensieratezza fosse svanita.
-Quindi lo
hai battuto..?- domandò lei e lui alzò il viso e
sorridendole annuì.
Nami si
perse in quel sorriso, che durante la sua
“prigionia” le aveva permesso di
andare avanti e contraccambiò leggermente, quasi con
timidezza.
-Quanto ho
dormito?-domandò poi, voltando lo sguardo verso il soffitto.
-Due giorni,
hai avuto la febbre molto alta..-aggiunse e Nami si voltò
sorpresa.
-Ho davvero
dormito per due giorni di fila?-domandò e Rufy
annuì, lasciando che il silenzio
cadesse tra loro.
Entrambi
evitarono lo sguardo dell’altro, persi in pensieri
contrastanti e privi di ogni
logica.
Fu lui il
primo a rompere quel silenzio che Nami trovava imbarazzante, e il
sussurro, la
lasciò meravigliata e sorpresa.
-Scusami..-
I suoi occhi
saettarono verso di lui, per poi perdersi in quelli neri che la stavano
già
fissando.
-Mi dispiace
di non averti saputo proteggere..-continuò e Nami scosse il
capo, con frenesia
disperata.
Incurante
del dolore si mise seduta, cercando di alzarsi, ma Rufy la
bloccò trattenendola
nel letto.
-Sei debole
Nami, non puoi alzarti…-borbottò, ma lei tolse le
mani che la bloccavano e si
alzò in piedi.
Sentiva la
debolezza, ma non poteva permettersi di mostrarla al suo capitano.
Non poteva,
non voleva, non doveva..
-Tu mi hai
salvato Rufy..se non fossi arrivato lui..-lasciò la frase in
sospeso, lasciando
che il suo sguardo si abbassasse, ma cappello di paglia
portò una mano verso la
sua guancia e le fece risollevare il viso.
-Cosa? Lui cosa
Nami!?!- Gli occhi di lei brillarono e senza minimamente pensare
lasciò che il
suo corpo aderisse a quello del suo capitano.
Appoggiò la
testa nel petto sorreggendosi nella canottiera di lui.
-Nami..-sussurrò
Rufy, restando impalato e incapace di compiere qualsiasi movimento.
-Non
importa..perché sei arrivato..-mormorò e Rufy
chiuse gli occhi sentendo l’odore
di mandarini che lei emanava.
Controllato
dai suoi istinti, lasciò che le sue braccia circondassero la
vita di lei e
avvicinò il suo viso nel collo della bella navigatrice,
lasciando che l’odore
di mandarini inondasse la sua mente, il suo spirito, il suo corpo.
Nami
trattenne il respiro, mentre le labbra di Monkey di Rufy morsero la sua
pelle
lattea, quasi stessero assaggiando un mandarino.
-Rufy..?-la
voce uscì tremolante e confusa, mentre brividi leggeri le
percorrevano la
schiena.
Lui non
rispose, spostò solamente il viso, e lasciò che
ancora una volta i loro occhi
si incontrassero.
-Perché mi
sento così Nami..?-le chiese e lei non riuscì a
rispondere, sentendo il suo
cuore galoppare veloce.
-Io…ti
voglio..-sussurrò e in quel momento il cuore di lei
spiccò il volo.
La guardava
fisso, tremando all’idea di ciò che lei gli
provocava.
Sentiva di
essere sbagliato per lei, troppo sciocco, troppo bambino e imbranato
per la
mente di Nami.
Eppure non
poteva impedire che il suo cuore martellasse forte, ne che le sue mani
volessero toccare la sua pelle e conoscerla fino in fondo.
Non poteva
neanche lontanamente immaginare che Nami stava facendo fatica a
respirare
dopo quello
che le aveva detto.
-Rufy
io..io..-cercò di dire, ma cappello di paglia, confuso e
impacciato la lasciò
andare, quasi spaventato dai suoi stessi pensieri.
-Devi
riposare..-le disse, quasi in trance per poi avvicinarsi alla porta
della
cabina.
Nami non
capì, lo guardò spaesata e prima che potesse
richiamarlo, lui sparì dietro la
porta.
Lasciando
che il freddo pungente del mattino la penetrasse.
Era salva, ma stava morendo dentro.
Forse è piccolo come
chappy, maquesta è solo una delle scene pucciose che ho in
mente e nel prossimo chappy vi assicuro che ci sarà da
ridere..xD Ovviamente vi ringrazio x le splendide recensioni..*-* siete
voi l'unico motivo x cui cerco di essere sempre puntuale ogni
lunedì..xD spero recensirete anche questo e intanto vi mando
un bacio...a lunedì..by