Libri > Un ponte per Terabithia
Segui la storia  |       
Autore: Weamar    20/04/2010    2 recensioni
Seguito puramente visionario della pellicola "Un Ponte per Terabithia". Un universo nuovo fatto di speranze e delusioni, di traumi del passato che tornano a bussare alla porta! Ma Terabithia è un sogno ad occhi aperti, capace di trasmettere nell'animo di Jess quel senso di quiete che è andato a scemare dopo la morte di Leslie! E sarà proprio quest'ultima a riparire il cerchio, apparendo in sogno alla piccola May Belle con una richiesta apparentemente impossibile: far nuovamente oltrepassare a Jess quella linea di confine che separa il mondo reale da Terabithia. Solo così, Lei potrà tornare in vita ...
Genere: Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: OOC, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

- May Belle -

Pioveva ancora. Erano tre giorni che, incessantemente, il cielo continuava a versare le sue lacrime senza mai smettere del tutto. Delle volte qualche fioco raggio di sole compariva ma, com’era prevedibile, il tutto scemava per rilasciare nuove gocce piovane. E sbattevano sui cardini delle finestre, provocando una melodia lenta e malinconica simile alle sinfonie suonate così egregiamente durante i funerali.
May Belle se ne stava seduta vicino la finestra, ad osservare il nulla. Solo le gambe, a volte, si muovevano impercettibilmente mentre le braccia erano tenute conserte all’altezza del suo seno inesistente. Gli enormi occhi verdi – che sua madre aveva sempre paragonato a quelli dello smeraldo più puro – s’ingrigirono appena, sebbene il cambiamento non si sarebbe notato poi più di tanto. In silenzio, sbuffò appena; quegli sbuffi che appaiono più liberatori e confusionari, a dire il vero. Ci sarebbero stati silenzi in cui Lei avrebbe gioito, fantasticato o scritto romanzi per la scuola … ma non questo. Questo silenzio che al suo interno conteneva sofferenza, caos interiore e piani mentali emancipati da chissà quale strenua conseguenza. Le sue labbra si schiusero appena, per la prima volta dopo chissà quanto tempo: « Come faccio? Perché non trovo il coraggio di dirglielo? ». Calda, bassa, d’influsso innocente e infantile la voce della bambina echeggiò per due volte dentro la stanza disordinata. Gli occhi fissi in quelli d’un quadro, poco più lontano. Da quando parlò (?) con Leslie, non ebbe più neanche il coraggio di guardare negli occhi Jess. Un senso di sporcizia interiore, che fece letteralmente rabbrividire la bambina. Doveva trovare il coraggio, doveva scuotere suo fratello. Ma come? La risposta non fu trovata, neanche questa volta.
Se avesse deciso di piangere, l’avrebbe fatto adesso. Gli occhi brillarono appena, eppure May Belle decise di non versare neanche una lacrima: doveva farlo per Leslie, per Jess e per Terabithia.
Così, mentre la sua mente sembrò svuotarsi per qualche flebile secondo, si alzò scattosa facendo scricchiolare la sedia in maniera pericolosa, incominciando a muovere qualche passo verso la porta che di lì a poco si sarebbe chiusa senza neanche un singolo rumore. Attraversò il breve corridoio sino a giungere di fronte a porta del fratello. Lesse più di una volta il cartello “NON ENTRARE” affisso sulla porta bianca, analizzando per filo e per segno ogni singola lettera e sbavatura. Bussò tre volte e se ne pentì all’istante. Il silenzio di quel frangente, era straziante e le sue labbra subito furono prese a morsi dai dentini bianchi che si macchiarono di sangue.
Sarebbe potuta andare via, ma qualcosa la tratteneva e, se fosse stata completamente pazza, avrebbe persino percepito la figura di Leslie al suo fianco. Fece un passo indietro quando, da dentro la stanza, la voce di Jess divampò forte e chiara: « Avanti! ». No! Non poteva più scappare, il danno era fatto e si doveva andare fino in fondo. Questione di maturità, d’intelligenza di evoluzione. Con non poca titubanza, May Belle aprì la porta con estrema nonchalance. « Hey Jess! La Maestra Windur ci ha assegnato un compito che non sono in grado di fare. Vuole che disegniamo un paesaggio innevato, giusto per entrare nel clima natalizio che ci attende. Puoi darmi una mano? ». Lui la guardò intensamente, con quei capelli spettinati e quell’abbigliamento molto casuale che non aveva mai abbandonato. Innalzò appena un sopracciglio, quasi non fosse convinto delle parole della piccola. Durò un attimo, sempre e solo un attimo. « Chiudi la porta e portami un foglio! Devi dirmi come lo vuoi e che caratteristiche deve avere! ». Il tono apparve svogliato ma, in tutta risposta, May Belle non se ne curò. Chiuse la porta di legno come gli era stato ordinato e si diresse pacatamente sulla scrivania, estraendo qualche foglio e prese qualche tempera per porgergliele con grazia e riconoscimento: « A dire il vero non ci ha dato nessuna caratteristica o imposizione. Ha detto di lasciar sgombra la mente e disegnare ciò che crediamo opportuno. Possiamo metterci fate, sirene o elfi! ». Lui sorrise appena: « Delle sirene in mezzo ai ghiacciai? Mi pare un po’ assurda come idea … però vediamo cosa possiamo fare! ».
La sua matita incominciò a scarabocchiare qualcosa sul foglio bianco; la precisione minuziosa con cui calcava quei tratti era una cosa che May Belle non si sarebbe mai spiegata. Suo padre la definì una “mano da artista” e non sarebbe stata di certo Lei a denigrare quel termine di paragone. Restarono in silenzio per un paio di minuti mentre gli unici rumori concessi erano quelli del respiro e della matita su foglio che si facevano sempre più veloci e netti. « Sai Jess, stavo pensando … » fu la voce di May Belle ad accendersi per prima, sebbene il fratello non alzò lo sguardo: « … perché non mi disegni Terabithia? ».
Lui si bloccò all’istante, senza alzare lo sguardo. Fu come se il tempo si fosse sospeso in aria, dentro una qualsiasi bolla di ghiaccio. Ci volle qualche attimo per rendere concreto quel nome, prima che Jess potesse alzare il capo verso May Belle: « Che cosa? ». Le uniche parole che concesse a quella richiesta e May Bell non ebbe neanche il frangente per rispondere poiché, probabilmente colpito nel suo punto debole, Jess strappò il foglio con foga a dir poco terrificante e lo scagliò a terra: « Quante volte ti ho detto di non pronunciarmi più quel nome? QUANTE? » il tono di voce si alzò di tantissimi decibel: « Terabithia non esiste. Non è mai esistita e così come io mi sono convinto di ciò, anche tu dovresti! Adesso fuori di qui! FUORI DI QUI! ». Il suo dito si puntò in direzione della porta, mentre un passo in avanti costrinse May Belle a farne uno indietro: « Ma Jess! Ho visto Leslie. Leslie mi ha detto di farti tornare lì, che vuole rivederti e che vuole riparlarti … guarda mi ha lasciato anche questo … » non finì mai la frase. Jess la prese per la spallina del suo vestitino azzurro e la cacciò fuori con una violenza titanica che provocò una fitta alla ragazzina. « Leslie è morta … M O R T A! Adesso vattene via! ». Ebbe paura, la piccola May Belle. Terribilmente paura.
Fu sbattuta fuori mentre la porta si chiuse di fronte a Lei con un tonfo violento. Il rumore della chiave che girava per ben due volte, fu l’ultimo a concretizzarsi nel posto in cui si trovava.
Rimase lì, inerme e senza muovere un singolo muscolo. Incominciava a sentire caldo agli occhi e non poté trattenere le lacrime che, velocemente, incominciavano a scendere dagli occhi per giungere sulle guance. Sempre più spesse, sempre più calde. Non ebbe neanche la forza per asciugarle o farle smettere. Non ne aveva nessuna intenzione. Come un cane bastonato, incominciò a muoversi verso la sua stanza e improvvisamente gli si creò un piccolo ricordo: aveva gli occhi lucidi, Jess, prima di chiudere la porta. Forse non aveva dimenticato tutto; forse il ricordo di Leslie era ancora indelebile dentro il suo cuore, dentro la sua anima.
Aprì la porta di camera sua e …


***

Note:
- Chiedo scusa per il ritardo. Maledetti esami universitari >.<
- Grazie alle due lettrici che hanno recensito, spero di esser stato sempre sulla stessa lunghezza d'onda del primo capitolo *_*
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Un ponte per Terabithia / Vai alla pagina dell'autore: Weamar