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Autore: Elebeth    20/04/2010    1 recensioni
Ora Sophie, sdraiata nella vasca, si godeva la riuscita della sua vita. Non aveva seguito il corso del destino, si era imposta lei la strada da seguire e non l'avrebbe abbandonata per nessun motivo. Non aveva creduto alle persone che le dicevano che l'America era solo una farsa; aveva pensato solo con la sua testa e quando, in un futuro sperò lontano, sarebbe ritornata in Italia avrebbe dimostrato a tutti che lei ce l'aveva fatta.
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Good Afternoon, people. Mi scuso profondamente per il ritardo ma la scuola e i giri con questo bel tempo mi tengono fuori casa. Grazie mille ad Annika per continuare a commentare, spero che si aggiunga qualcun altro.
Non muoio se lasciate commenti, anche negativi :D
Have Fun.
 New Year is comin' to town.
 

 
New York brillava sotto i loro occhi come un manto di stelle; da quel punto si potevano sentire tutti i suoni di festeggiamenti provenienti da Times Square, molti chilometri più a nord del Village. Sophie rimase senza fiato, ascoltando il conto alla rovescia provenire dal Bleed, provenire dalla strada, provenire da tutto il mondo che dava il benvenuto al nuovo anno carico di aspettative, sogni e progetti.
Le mani calde di Dorian si posarono sui suoi fianchi, le labbra del ragazzo raggiunsero le orecchie della giovane sussurrando a mezza voce il conto alla rovescia. Sophie si strinse al corpo caldo del pittore, ascoltando quella voce parlarle nell'orecchio, scandendo i secondi che inesorabili portavano a dire addio all'anno appena trascorso. L'italiana sembrò liberarsi di un peso non appena le grida di festeggiamento si dispersero per le vie e nelle case verso il cielo, inneggiando ad un futuro pieno di desideri. Si alleggerì perchè quell'anno era stato difficile e vederne uno nuovo, pulito di fronte a lei la faceva divenire ancora più ottimista di quello che era solita essere. Quel saluto al nuovo anno le piacque; rispettoso dei suoi sentimenti e intimo, con la sicura presenza di Dorian dietro di lei.
«Da piccolo mi hanno sempre detto che quello che fai il primo dell'anno si ripete all'infinito per tutto il resto dell'anno», la fece voltare Dorian, accarezzandole il viso reso fresco dalla brezza gelida della notte.
«Pure a me lo dicevano. Non ci ho mai creduto, nulla si è mai ripetuto», alzò le spalle Sophie, scettica su quel detto da ormai tanti anni. Vi scherzava sopra ma non aveva mai creduto che un'azione compiuta il primo giorno dell'anno potesse poi sempre ripetersi.
«Sono costretto a farti cambiare idea, signorina. Quello che succederà ora si ripeterà per tutto il resto dell'anno, e poi per gli anni successivi», rise Dorian prendendole il viso tra le mani. Quel momento era quello giusto, nessuno li avrebbe divisi con interruzioni a sproposito. Sophie chiuse gli occhi, lasciando che Dorian avvicinasse le loro labbra.
Dapprima un bacio semplicemente quasi a stampo, poi man mano che la passione cresceva le mani di Sophie si portarono tra i capelli del ragazzo, tirandolo a sé; le mani di Dorian la fecero stringere ancora di più a sé, facendo combaciare i due bacini. Dopo qualche minuto i due si separarono, con ancora il sapore dell'altro sulle labbra, guardandosi negli occhi, fronte contro fronte. Sophie scoppiò a ridere, e si staccò dal contatto con Dorian.
«Perchè ridi?», domandò stranito il giovane americano.
«Si ride quando si è contenti. Caro mio, tu mi hai reso felice. Grazie», e gli rivolse un sorriso sincero, portandogli le braccia al collo e donandogli un altro bacio sulle labbra. Dorian la sollevò leggermente da terra, facendole compiere una leggera giravolta.
«Grazie a te, mi stai facendo capire il vero significato dell'amore», sorrise Dorian, accarezzandole una guancia.
Sophie si sporse leggermente per osservare i fuochi d'artificio che erano cominciati a brillare nel cielo americano. Giallo, blu, rosso, verde e oro si susseguivano senza interruzioni, desiderosi di comunicare al mondo la loro scoppiettante gioia.
Si poggiò alla balaustra, con negli occhi il riflesso dei fuochi, felice come una bambina che riceve il più grande dono della sua vita intera.
«Che ne dici di scendere ed augurare buon anno a tutti i nostri amici?», domandò Dorian retoricamente, desideroso di mostrare la giovane italiana ai suoi compagni di vita. La bruna annuì e scesero le scale mano nella mano. Il Bleed era pieno di gente che si scambiava auguri, saltava a ritmo di musica o improvvisava trenini.
Sophie scorse Marshall ed Ella mentre Dorian Jacob ed altri suoi amici. Decisero di dividersi per poi rincontrarsi qualche minuto dopo al bancone del bar.
La bruna corse verso Marshall, saltandogli in groppa ed augurandogli buon anno.
«Eccoti, dove diavolo eri andata?», domandò Ella abbracciandola, per poi rimproverarla.
«Sul tetto, con Dorian», sorrise maliziosa la bruna, tenendo un braccio dietro il collo di Ella mostrando così al mondo che lei è la sua migliore amica.
«Oddiamine, che avete fatto, porcellini?», domandò Marshall quasi più felice dell'italiana.
«Nulla, solo un bacio», rise Sophie piegandosi quasi in due dal ridere.
«Finalmente! Così siete ufficialmente una coppia! E dire che l'avevo visto prima io ma a te, che sei una delle mie due migliori amiche, lo concedo volentieri», esclamò il ragazzo.
«Marshall, grazie!», la bruna lo abbracciò dolcemente, ricevendo un bacio sulla guancia.
«Voi avete accaparrato qualcuno?», domandò Sophie guardandoli inquisitrice.
«Ovviamente, ben due ragazzi: un modello e uno scrittore», dichiarò Ella fiera di se stessa.
«Non ci posso credere. Ci ha anche parlato insieme oltre che a limonarli!», Marshall assunse un'espressione completamente shoccata, seguita dalla bruna.
«Simpatici, no veramente ma penso che mi butterò sullo scrittore, si chiama David», spiegò Ella incrociando le braccia leggermente piccata.
«Io invece un bel ragazzotto omosessuale. Mi sento così realizzato», rise Marshall accompagnato dalle migliori amiche, contente per la felicità del migliore amico.
Erano un trio strano, dalla bellezza quasi sconvolgente e dall'apparenza snob; eppure i tre ragazzi non facevano scelte dettate dalla moda, loro erano amici perchè il destino, ma soprattutto perchè loro avevano desiderato così. Chi li osservava da fuori pensava di non riuscire a creare una breccia in quell'amicizia forte come un muro in cemento armato.
Sophie si era sempre stupita della rapidità con la quale aveva stretto quel rapporto, neppure con i suoi amici dell'asilo aveva un'amicizia così indissolubile. Ella, dal canto suo, non aveva mai avuto dei veri amici; tutti pensavano che fosse una spocchiosa snob ma Marshall e l'italiana nemmeno un po'. Marshall si sentiva finalmente accettato per quello che era in realtà, senza nessuna reminescenza.
«Ragazzi, vado da Dorian. Ci vediamo domani mattina a casa, folleggiate mi raccomando», si fece promettere Sophie, sorridendo e con un cenno della mano si diresse al bancone dove trovò Dorian intento a parlare con Jacob e altri due ragazzi.
«Eccoti, ti presento Jacob, David e Michael», li presentò Dorian portando una mano sulla schiena della ragazza che porse la mano ai tre ragazzi.
Jacob già la conosceva, un ragazzotto muscoloso dai capelli rasati e occhi neri, sembrava pronto per entrare in marina. David era alto ma magro, quasi impalato, ma portava decisamente bene una camicia bianca e dei semplici jeans, capelli biondi lunghi qualche centimetro sopra le spalle e occhi azzurri. Michael era il più basso ma ben piazzato, le ricordava un calciatore del Palermo di nome Fabrizio Miccoli. Gli avambracci erano pieni di tatuaggi e ne scorse uno anche sotto la camicia.
«Finalmente Dorian ha trovato una bella ragazza, le altre che avevi portato erano orrende», dichiarò tra il serio e lo scherzoso Jacob, dando una pacca all'amico.
Sophie arrossì, come ormai da copione ringraziò le soffuse luci del Bleed. Non sapeva se fossero realmente fidanzati, o se quel bacio fosse stato dovuto solo all'atmosfera decisamente coinvolgente eppure le parole di Dorian le risuonavano ancora nella testa.
«Parla per le tue, Jake», rispose il pittore rivolgendo uno sguardo trucido all'amico.
«Comunque, che fai nella vita Sophie?», domandò David, smorzando il discorso tra i due e desideroso di apparire simpatico e carino alla fidanzata del suo migliore amico.
«Lavoro come fotografa al Tenninson Studio vicino a Central Park», spiegò la bruna.
«Che bel lavoro. Mio padre magari l'avrai visto», decretò Jacob, mentre Michael, il più silenzioso, sorseggiava un angelo blu.
«Come fa di cognome?», chiese Sophie curiosa.
«Macbeth», chiarì le idee Jacob e l'italiana annuì. Si ricordò dell'enorme sfarzo e del lusso sfrenato che riempivano ogni angolo del grande salone del Plaza. Era una delle feste più snob a cui avesse mai lavorato e aveva pregato Chuck di non farla più andare a lavorare lì.
«Noi vi lasciamo. Ti va di accompagnarmi fuori a fumare, Sophie?», chiese Dorian.
La bruna, leggermente sorpresa, accettò l'invito ad uscire. Non sapeva che il ragazzo fumasse, ma alzò le spalle; seppur lei odiasse il fumo lui poteva fare tutto ciò che desiderava. Nessuno dovrebbe cambiare per piacere a qualcun'altro.
Elena.

 

 


  
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