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Autore: stephanierie    22/04/2010    2 recensioni
Prima parte della serie "Il dono delle Stelle".
"Quel giorno a Minas Tirith pareva che un algida ed evanescente luce avvolgesse le bianche mura di pietra della città. Tutto pareva luminoso e puro, la speranza di un nuovo mondo risplendeva negli occhi e nei volti di tutti coloro che si trovavano al cospetto del nuovo re di Gondor. Colui che aveva riportato la speranza nei cuori di chi per troppo tempo aveva patito sofferenze, perdite e morte. Nei tuoi occhi, la speranza..."
Cosa accade quando un cuore colmo d'amore è condannato a soffrire per l'eternità nel silenzio? Meleth Dinen (Amore Silenzioso) è una storia dedicata all'amicizia tra Legolas, principe di Bosco Atro e Aragorn, Re di Gondor. Dopo la fine della Guerra dell'Anello, Aragorn prende il suo posto a Minas Tirith come Re di Gondor. Arwen sta per diventare sua moglie. E nell'attesa del sospirato evento accade qualcosa che muterà per sempre le loro vite.
Genere: Romantico, Malinconico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, Yaoi | Personaggi: Aragorn, Arwen, Legolas, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Il Dono delle Stelle'
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epilogo meleth dinen

Epilogo - La promessa

Anno 3019 III Era - 23 Giugno (notte) , Minas Tirith.

 

- Aragorn -

Nel limpido cielo notturno la Luna brillava in tutto il suo splendore illuminando con la sua candida luce i giardini che poche ore prima erano stati scenario di quella tragedia.

Se solo avessi potuto fermare quell’istante, un attimo prima che lui crollasse.

Legolas.

Se solo avessi compreso prima il prezzo della mia scelta, non avrei mai e poi mai portato avanti i miei intenti.

Il destino crudele mi aveva rivelato la realtà nell’ora più tarda, quando tutto era stato deciso. Avevo scoperto l’amore per Legolas nel momento più crudele.

Il giorno delle mie nozze con Arwen.

Avevo fatto del male ad entrambi.

Cosa mi era rimasto?

Tra le mani solo il soffio del vento del Nord, ignaro ed impassibile al suo passaggio.

Non avrei mai trovato pace finché lui non si fosse svegliato dal suo sonno senza luce, finché lo splendido candore del suo corpo non fosse tornato ad illuminare la mia vita.

Le parole di Sire Elrond poche ore prima mi avevano profondamente scosso.

Cosa avrei dovuto fare?

Avevo perduto Legolas. Avevo perduto Arwen. Avevo deluso tutti.

Non potevo esimermi dal compiere il mio dovere. Avevo un popolo da guidare sebbene la disperazione che in quel momento mi stava devastando fosse insopportabilmente atroce. Non potevo dimenticare quale fosse il mio posto.

Ma non avrei mai rinunciato a lui.

Mai e poi mai avrei accettato la sua perdita.

Legolas non era morto. L’avrei riportato in vita, il mio amore l’avrebbe riportato da me.

Fissavo il bianco marmo della balaustra immobile, finchè d’un tratto qualcosa mi destò dai quei pensieri.

E fu allora che lo vidi.

Per un attimo, i miei occhi traditi dal velo della lacrime che li riempivano, videro Legolas.

Ma non era lui, per quanto somigliasse nel volto e nel corpo.

Era suo padre.

Thranduil era in piedi poco distante da me, immobile.

Le braccia abbandonate lungo i fianchi, lo sguardo ferito fisso su di me. Il suo viso era una maschera di dolore e consapevole disperazione. Non attese un istante.

“Va a dirgli addio, Aragorn. Domani lasceremo questa città per sempre.”

Poche parole. Diretto, tagliente come il metallo gelido di una spada.

Sussultai. “…Mio Sire Thranduil…” sussurrai, “…vi scongiuro, non portatelo via da me…”

Il suo viso non mutò espressione. Una bellissima statua di ghiaccio.

“Lui non ti appartiene Aragorn. Hai avuto la tua occasione per fare la scelta giusta. Ora è troppo tardi. “

Sentii le lacrime tornare copiose.

“Vi supplico, non ancora…dobbiamo cercare una soluzione tutti insieme.” dissi, con il respiro strozzato dal pianto. Sentivo un peso così forte al petto da togliermi il fiato.

“Non c’è nulla da fare Aragorn, più nulla…” sussurrò, senza alterare minimamente l’espressione del suo volto.

“Non dite così, troveremo una soluzione. Io lo salverò…”

“Basta, Aragorn. Sei solo un miserabile mortale, cosa credi di poter fare a parte portare dolore a coloro che ti amano?”

Sussultai nell’udire quelle parole. Non riuscii a dir nulla, rimasi a guardarlo mentre riversava il suo dolore su di me. Capii quando fosse sconvolto, lo ero anch’io. Ma il modo in cui aveva rivolto quelle accuse taglienti mi gelò il sangue nelle vene.

“Un Re si misura dal suo coraggio, Aragorn…” continuò, senza distogliere il suo sguardo gelido dal mio. Il suo viso era impassibile, ma la sua voce tradiva la rabbia ed il dolore che lo attanagliavano. “…e tu hai avuto paura ad assumerti le tue responsabilità. Hai ucciso mio figlio, lo hai privato della sua Luce...”

Chiusi gli occhi. Strinsi i pugni di fronte a quell’amara verità.

“…No…” risposi sommessamente, sentendo le lacrime brucianti ed impietose bagnarmi il viso senza tregua. “…io non volevo fargli del male! Volevo solo fare la cosa giusta, e darei qualsiasi cosa per poter rimediare.  Tornare indietro e fermare quest’assurda pazzia.” Ripresi fiato, senza distogliere lo sguardo dal suo viso. “Io amo Legolas. Morirei per lui. E deve esserci un modo per svegliarlo!”

Thranduil sospirò.

“Se esistesse e ne fossi a conoscenza ci avrei pensato io. Ma ciò che dici è impossibile. Non c’è rimedio alla tue azioni. E voglio che ogni giorno della tua vita tu conviva con questa consapevolezza.  La colpa grava sulle tue spalle, Elessar, la perdita della sua Luce è avvenuta a causa tua!”

“Vi prego…” sussurrai tra i singhiozzi del pianto, “…vi prego..”. Volevo che smettesse, la consapevolezza di quella inevitabile realtà non mi dava tregua. Il cuore batteva così forte da farmi male.

“Non voglio rivederti mai più, Aragorn. Ti concedo di andare a dargli l’ultimo saluto, prima della nostra partenza. Ma dopo stanotte, mai più dovrai avvicinarti a lui. Devi stargli lontano. Non osare mettere mai più piede a Bosco Atro. Mai più.”

“No! Non impeditemi di vederlo, vi supplico…” risposi avvicinandomi a lui piano, “Non fatelo, vi prego…”

“Taci!” disse fermo, “Negli ultimi anni gli hai procurato solo sofferenza e dolore. Perché? Perché hai fatto del male a mio figlio? La creatura più pura di questa Terra non può meritare un simile destino.  Ha perduto la vita stessa per averti amato!”

“Io amo Legolas!” risposi con decisione, “L’ho sempre amato! Non potete parlare così di ciò che ci ha unito!”

“E cosa vi ha unito, Aragorn? Cosa?!” rispose con un ghigno dipinto sul viso, “Lui ha dato tutto per te, ti è sempre stato vicino, ti ha seguito ovunque, ti ha amato incondizionatamente. Ha disobbedito al mio volere pur di seguire il suo cuore!”

“Cosa volete dire?” risposi, non avendo compreso il senso di quelle parole.

“Io sono sempre stato contrario al vostro rapporto. Ritenevo assurdo ed inaccettabile che fosse innamorato di te, quando in tanti secoli splendide creature lo avevano amato da lontano, e sarebbero morti anche solo per ricevere una suo sorriso. Ma io lo amavo più di tutti. E rispettai il suo volere nonostante la follia della cosa. Speravo che con gli anni riuscisse a dimenticarti, ma non è mai successo…”

Rimasi a bocca aperta, il respiro accelerato. “oh Valar…” sussurrai piano, chiudendo gli occhi.

Fece un passo verso di me, e con la mano mi serrò la mascella, come in una morsa metallica. Spalancai gli occhi fissandoli nei suoi. Sembrava che fiamme azzurre bruciassero nelle sue iridi. Avvicinò il suo viso al mio “E tu cosa hai fatto per lui?” soffiò piano sulle mie labbra, “…lo hai consumato, lo hai abbandonato! Non è mai stato vero amore il tuo! Dovrei ucciderti adesso, con le mie mani, ma la tua miserabile vita non è sufficiente a ripagare la sua perdita. Nulla che esiste su questa terra può ridarmi ciò che ho perso. E la morte per te sarebbe un favore troppo grande. Devi convivere con la consapevolezza di averlo ucciso, ogni giorno della tua vita, fino alla fine!”

Sentivo il suo respiro mescolarsi al mio. Era così vicino, e la sua mano sul mio viso iniziava a farmi male. Le sue lunghe dita erano come lingue di fuoco incandescenti. Mi sentii privo di forze, come se le stesse risucchiando lentamente dal mio corpo. Ma in quel momento riuscivo solo a pensare a quanto il suo profumo fosse uguale a quello di Legolas. E non proferii parola. Mi tornarono in mente i pensieri del giorno prima. Io stesso dubitai di essere all’altezza di un simile sentimento d’amore.

D’un tratto, come se mi fossi destato da un sogno ripresi controllo di me stesso. Mi divincolai dalla sua presa ma non mi allontanai. Continuai a fissarlo negli occhi, e risposi senza remore.

“Io ho sbagliato, ho commesso un gravissimo errore. Merito di soffrire per questo, e pagherò il fio per le mie azioni. Riconosco questa mia colpa. Ma non vi permetto di mettere in dubbio il mio amore per lui! L’amore ci ha unito, Thranduil. Io lo amo, l’ho sempre amato e per sempre lo amerò.”

“Ora basta!” disse con tono seccato, “Va a dirgli addio adesso, Aragorn e rispetta il mio volere.” concluse.

“Ma io…” sussurrai, senza riuscire a finire la frase.

“Non una parola di più! Ti concedo tempo fino a che il sole diverrà alto nel cielo.” disse perentorio, “va ora,  non perdere altro tempo.”

E senza permettermi di replicare si allontanò nei giardini del palazzo.

Non indugiai un minuto di più. Corsi verso la camera di Legolas.

Quando mi ritrovai di nuovo accanto al suo corpo, il freddo gelido che lo intrappolava inesorabilmente catturò il mo cuore. Come colpito, frustato, ferito sanguinava lacrime di ghiaccio. Sangue che raggelava nel suo scorrere. Un senso di morte e privazione, di vuoto incolmabile invase la mia anima.

Legolas.

Quanto male ti ho fatto.

Quanto dolore hai sofferto in questi anni, angoscia, solitudine, a causa mia.

La consapevolezza di non essere amato da me.

L’idea di essere nulla più che un amico per me.

Ed io, troppo cieco per accorgermi di averti amato dal primo istante in cui i miei occhi si posarono su di te.

Perché ho avuto paura?

Perché non l’ho compreso?

Sono andato avanti con una promessa fatto in un tempo lontano.

Troppo lontano.

Una promessa fatta da chi ancora non conosceva neppure se stesso, che vagava solitario nelle terre sconosciute.

Una promessa fatta a colei che avevo visto fuggevole come la brezza dell’alba in un giorno lontano nei Boschi di Lòrien.

Ho fatto del male a lei.

Ho fatto del male a te.

Merito quella stessa sofferenza dieci, cento, mille volte più spietata su di me.

Con le mie paure ho decretato la morte di colui che più di tutti nella mia vita ho amato. E con la menzogna ho spezzato il cuore della più splendente dama elfica che avesse calcato queste terre.

Miserabile, maledetto me.

Provavo per me stesso solo disprezzo, delusione.

Provavo odio.

Mi avvicinai al candido giaciglio.

Legolas non era mutato.

Disteso, immobile e freddo come una candida e splendente statua.

Imperturbabile.

Non ricordavo quali parole continuavano a ripetersi nella mia mente, quali accuse agghiaccianti. Sentivo il più grande e desolante vuoto nel mio cuore.

Cuore che per sempre avrebbe sanguinato lacrime di dolore.

Mi stesi accanto a lui, delicatamente, posando il viso sul morbido guanciale a pochi centimetri dal suo viso, e posando la mia mano sulle sue, poco prima adagiate morbide sul petto.

Ghiaccio.

Tremai. Sembrava che la vita lo avesse abbandonato. E questa idea per un breve ma atroce istante mi colse, subito dopo smentita dalla vista del breve e flebile respiro che regolare faceva alzare ed abbassare il suo petto.

“Legolas…” sussurrai piano, senza smettere di carezzare la gelida seta della sua pelle. “Amore, ti prego…svegliati, torna da me…”

Silenzio.

Lui non era li. Non era un sonno qualunque. Lui non era li per ascoltarmi,  lui non era li come lo era stato nelle lontane notti della guerra, stretto al mio corpo tremante, dolce nel calore di un abbraccio, splendido come la luce del suo sorriso.

Mi strinsi di più a lui, posando la mia guancia sulla sua e carezzando il viso d’alabastro.

Piansi.

Come mai avevo fatto nella mia vita.

Mi addormentai. Sentivo dentro di me una stanchezza senza pari. Nessuna battaglia, nessuna guerra mi aveva mai stancato cosi. Sembrava che ogni volontà, ogni forza avesse pian piano lasciato posto dentro di me solo all’angoscia agghiacciante del silenzio e al dolore della sua perdita.



Calore.

Quando aprii gli occhi capii che quel lieve tepore era solo il candido e fiducioso raggio di sole che regolare ogni giorno illuminava la terra. Nulla poteva scaldare il freddo di quel luogo. Nulla poteva scaldare il gelo del nostro abbraccio.

Lui non era li per accoglierlo.

Sollevai il viso e tornai a guardarlo. I capelli sciolti e morbidi incorniciavano il suo splendido e bellissimo viso, che dolce era rivolto verso il mio, stretto dalla mia carezza la notte prima. Le sue labbra non erano più cremisi come le ricordavo, il suo profumo non più come i fiori che sbocciavano in primavera. Profumava di inverno, come un albero coperto da troppa neve.

Sospirai. Gli occhi bruciavano,  la testa doleva.

Era giorno ormai. Di lì a poco Thranduil avrebbe varcato quella soglia per portarlo via da me e condurlo alla sua dimora.

La sua casa.

Mi sollevai, ponendomi seduto accanto a lui e adagiandolo di nuovo come prima. Presi le sue mani tra le mie ed in quel momento feci quella promessa che sarebbe divenuta per me l’unica ragione di vita nel tempo a venire.

“Legolas, so che non puoi sentirmi, so che non sei qui con me. Ma alla tua presenza e di fronte ai Valar, io giuro che ti riporterò in vita, Legolas, io ti riporterò da me. Ti salverò, farò qualunque cosa per riportarti indietro, lotterò, combatterò e morirò se sarà necessario, non mi tirerò mai indietro, dovesse volerci tutta la vita. Finché rimarrà in me un solo barlume di vita, finchè continuerò a respirare, non smetterò di cercarti, mio unico amore.

Mia vita, mia speranza. Ti amo Legolas.”

Suggellai con un bacio quella promessa.

E così, forte di quel giuramento, lasciai quella camera per andare incontro al mio destino.

MELETH DINEN - FINE

...continua. :)

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NOTE DELL'AUTRICE:

Ciao a tutte. Innanzitutto vorrei scusarmi con tutte voi per la lunga attesa. Sono passati più di due mesi dal mio ultimo aggiornamento, ma a causa di diversi impegni e di problemi di salute mi è stato impossibile proseguire la scrittura. Spero possiate perdonarmi.

Tornando alla storia, credo a questo punto di avervi spiazzato. Ma non traete conclusioni affrettate.

L'epilogo che avete letto oggi è in realtà solo la fine della prima parte della storia.

Infatti, come avrete modo di notare ho deciso di dividere il mio racconto in più parti e creare una SERIE

NOME DELLA SERIE: Il dono delle Stelle, costituito da:

- PRIMA PARTE: Meleth Dinen [costituita da 14 capitoli (prologo compreso) che avete letto fin'ora]

- SECONDA PARTE: Vanyë [costituita per ora da 1 capitolo (prologo) che potrete leggere seguendo il link posto sopra le note, oppure andando nella mia pagina personale :)]

p.s. Mi raccomando le vostre recensioni, sono sempre felicissima di leggervi! Un bacione a tutte!

p.p.s. Grazie a tutti coloro che hanno aggiunto la fanfiction alle preferite e che aggiungeranno anche la seconda parte! Un abbraccio! Per le interessate sto pubblicando una raccolta di drabble sempre dedicate a Legolas e Aragorn. 

Alla prossima!


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RINGRAZIAMENTI

Ringrazio di cuore le care lettrici che hanno recensito l'ultimo capitolo.

Grazie a  la Cath Bebbe5helinGacktLoveGiulia 91 eruannie87.



 

  
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