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Autore: _tifaa_    23/04/2010    0 recensioni
Kristal è una ragazza di diciannove anni,che affronterà una terza guerra mondiale. Perderà il suo migliore amico costretto a partire come recluta,visto che in un certo senso,la mente umana non si è poi così tanto sviluppata e quindi tutto è quasi come una volta,ai tempi delle prime guerre mondiali,tranne per le armi,che sono molto più sviluppate e naturalmente i nemici non risparmieranno nessuno,ne donne ne bambini. Kristal è una ragazza forte e testarda,quindi non si lascerà andare,cadere in depressione per paura della morte,anzi combatterà contro essa,per amore del suo amico e delle persone a lei care fino a quando scoprirà qualcosa di catastrofico per l'umanità.
Genere: Avventura, Guerra, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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5° Capitolo.

Mi trovai davanti un ragazzo che mi guardava curioso,come se aspettasse qualche mia reazione. Ma riuscivo solo a fissarlo di rimando. Sentivo Sam che chiedeva come mi sentissi e i suoi passi agitati dimostravano la sua preoccupazione. Il ragazzo dai capelli corvini mi fissava sempre,con un luccichio negli occhi,mentre restava fermo nella sua posizione sopra di me. Poi aprì la bocca come per parlare,ma la richiuse immediatamente. Sospirò e poi si allontanò da me. Richiusi gli occhi e restai ad ascoltare quello che dicevano,a seguire i loro movimenti. Quando iniziò a parlare erano ancora dentro la stanza e Alex teneva per un braccio Sam.

-Sembra non essere in questo mondo,ha gli occhi aperti,mi guarda,ma sembra sorpassarmi,fissare qualche altra cosa oltre me – Silenzio.

- Ma prima ha parlato!- Era Sam

- Sarà stato un momento di lucidità,comunque ora è qui,ma da tutt’altra parte. Hai visto come l’hanno ridotta? Avrà qualche shock. Poi la ferita che ha in testa,secondo me è grave – Ecco il dolore che sentivo,ecco perché i movimenti mi risultavano così difficili. Iniziai a ricordare cosa mi fosse accaduto. Stavamo andando oltre le montagne e un uomo ci ha aggredite,mi ha picchiato,mi ha sparato e ha preso

- HEART!- Urlai,alzandomi dal lettino e mettendomi seduta,con gli occhi completamente spalancati. Il bip aumentò e i due ragazzi mi raggiunsero correndo,sostenendomi per le spalle. Respiravo pesantemente,anche perché l’alzata brusca mi aveva fatto venire le vertigini,la testa pulsava e il corpo era malfermo e molliccio. Mi lasciarono calmare,sempre tenendomi. Non riuscivo a vedere benissimo,tanti piccoli puntini offuscavano la vista,così scelti di chiudere gli occhi e portare le mani come protezione.

- Kris … sei tu? –

- Chi dovrebbe essere secondo te?- Alex era freddo,in effetti era una domanda alquanto stupida.

- Dov’e Heart? Merda. Si fidavano di me- Alex e Sam si guardarono,secondo i miei sensi.

- Heart? Chi si fidava? –

- Dove sono?- Questa volta gli guardai,facendo un movimento leggero della testa per guardargli tutti e due. Un rumore di tacchi arrivò alle nostre orecchie,non si era ancora sentivo alcun rumore al di fuori della stanza dove mi trovavo. Una donna si dirigeva verso noi con fare deciso,mentre giocherellava con una cartellina. I capelli corti e rossi sbattevano sul suo viso a causa del suo passo saltellante. Zack mi fece ricoricare mentre Sam mi teneva la mano.

- Sei in ospedale Kristal! – Disse la donna,dopo avermi raggiunto e controllato il mio corpo martoriato. Avevo una benda nella spalla che mi impediva ampi movimenti delle braccia e dei grossi lividi sparsi per quasi tutto il corpo e soprattutto un grosso ematoma nel ventre.

- Perché non c’e una guerra? – Chiesi sofferente,mentre mi faceva fare dei giri con il braccio fratturato. Non mi stupivo affatto della lucidità che avevo in quel momento,pur essendo così tanto fratturata. Ma ero sempre stata una ragazza forte,anche di fronte agli episodi più sconcertanti . Anche da bambini,tra me e Sam,ero sempre io quella che andava a controllare le case abbandonate,le grotte buie e che mi tuffavo nelle acque ‘’senza fondo ’’ così chiamate da Sam perché la loro profondità era talmente ampia da non riuscire a toccare le rocce alla base. Lo guardai e sorrisi un poco,ma vidi che lui sembrava seriamente preoccupato. Ero in pericolo di morte? Non mi sentivo poi così male … La … dottoressa si allontanò da me e richiamò con un gesto della mano Alex e Sam. Quest’ultimo,prima di seguirla mi diede un bacio nella guancia e mi sorrise malinconico. Ma cosa succedeva? Avevo sempre odiato essere esclusa nei discorsi,specialmente perché c’ero di mezzo io. Mi misi seduta sul lettino,ispezionando la stanza. Non era molto grande ed era molto simile alla stanza di un ospedale,con le tendine bianche,gli apparecchi elettronici,i tavoli in acciaio,le luci bianche,ma nessuno in corridoio,nessun rumore al di fuori di quello prodotto dal mio respiro. Chissà dove erano andati quei tre,magari in un’altra stanza. Era un buon momento per fare un giro in ospedale. Mi alzai dal letto un po’ barcollante e presi con un braccio la flebo,trascinandola con me. Non indossavo più i miei vestiti,ma una lunga camicia bianca a mezze maniche,che prima non avevo notato a causa del dolore. La mia borsa,insieme alla valigia erano poggiate per terra,tutte impolverate. Mi avvicinai,cercando nella borsa la foto di Sam. La trovai poco dopo,era ancora intera e così la presi con me,anche se presto l’avrei rivisto. Non era stato il modo migliore di rincontrarlo,ma stare con lui mi faceva sentire bene. Scostai le tendine dalla finestra,per osservare fuori. Era notte. Quanti giorni? Quante notti? Ecco un’altra domanda da porre a Sam. Fuori,il paesaggio,non dava alcun segno di vita. Nessun rumore,nessuna persona,nessuna macchina,nessun animale. Solo una vasta distesa di pietruzze e sabbia e grandi capannoni.  Dove mi trovavo? Forse oltre le montagne. Mi avevano riportato Alex e Sam,o chi? Perché quella dottoressa conosceva il mio nome? Perché non mi hanno chiesto il motivo della mia allegra scampagnata? Troppe domande incominciavano a premere insistenti nel mio cervello,come a volere una risposta adeguata e non una semplice appagazzione fornita dai miei pensieri. Uscii dalla mia stanza,osservando che non era un ospedale,ma un piccolo edificio a un piano completamente vuoto,come se l’avessero fatto apposta per me. C’era la stanza dove ero io e altre due. Non mi rimaneva che origliare dalla porta che non stava di fronte alla mia camera,anche perché gli avrei visti entrare,se fossero stati lì. In effetti non c’era bisogno di avvicinarsi,il silenzio del luogo faceva in modo che tutte le parole rimbombassero perfettamente nello stabile. Mi appoggiai al muro,già stanca,e smisi per un secondo anche di respirare,per ascoltare meglio il discorso.

- … anche perché lei potrebbe farcela – Parlava la ragazza dai capelli rossi. Cosa? Che dovrei fare?

- Ma è ferita!-

- Sai che guarirà in fretta,gli ho sparato quella sostanza strana endovena-

- M sei pazzo? Vuoi provocarle gravi danni … -

- Oh,non sono così pazzo da imbottirla-

- Cosa me lo dice?- Sam sembrava allarmarsi. Mi avvicinai ancora un po’-

- Il fatto che non è guarita in due minuti e ha ancora le ferite!-

- Basta! O ci sentirà. Siamo riusciti a scappare e già è qualcosa,lei è l’unica che ha provato a oltrepassare la montagna anche se sotto il mio comando- Era la donna dai capelli rossi,sembrava come un capo,visto che si zittirono all’istante.

- E il mio – Sobbalzai,una voce nuova. Di ragazza,forse giovane. Una voce cristallina,chiara … mi sembrava di conoscerla. Non capivo niente,cosa stavano dicendo? Da cosa scappavano? Chi ha osato comandarmi? Perché senza che io me ne accorgessi? Non dovevo distrarmi,dovevo ascoltare il più che potevo. Ma … soprattutto,cosa mi aveva iniettato Alex? Posai una mano sulla spalla,la ferita c’era ancora.

- Hai ragione. Almeno tu però hai ancora la tua replica. Ho disattivato la mia quando quell’uomo mi ha catturato. Non so se riuscirò a recuperarla. Anche perché sicuramente hanno disattivato la scheda e se cerco di mettermi in contatto con essa … -

- Il cervello ti andrà a fuoco – Concluse la frase Zack. Ma di cosa parlavano? Sembrava la vaga descrizione dell’episodio di quella mattina. La mia replica? Chi o cosa sono? Ma quindi Heart … non esiste. Quella dolce bambina non esiste. Eppure era così vera,così reale. Replica,l’aveva nominata anche lei. I replicanti. Sono delle copie,quindi lei era una copia di questa donna? Ma non hanno nulla in comune. E sua mamma? Perché mi aveva detto quelle cose?

Tutto iniziò a girarmi intorno,la testa mi pulsava. Persi l’equilibrio,cadendo sulle ginocchia e provocando un grande tonfo sbattendo la schiena sul muro,che pareva cartongesso. La flebo si stacco,facendo uscire piccole gocce dall’ago. L’ultima cosa che vidi prima di svenire. Mi ricordavo le loro voci,sembravano spaventati,poi qualcosa di caldo sul mio corpo,l’avevo sentito anche la volta prima. Quella maledetta botta in testa.

 

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Ciao ^^ scusate se questo capitolo è corto ma ... l'essenziale è qui O___O nel prossimo capitolo descriverò meglio le cose,ma questo era un capitolo,diciamo di passaggio ^^

 

Brokenpromiseland Beh,i replicanti.. no anzi O_O non te lo dico *malefica* lo spiegherà nel prossimo capitolo ... ^^ comunque sono contenta che ti piaccia (perchè a me fà schifo xD) Tranquilla,non sei scema! o.o  Comunque,mi fà piacere che Sam ti piaccia,anche perchè è a somiglianza di un mio amico molto caro ^^

 

Continuate a recensire,mi fà molto piacere ... il prossimo capitolo riuscirò a metterlo entro la settimana prossima,perchè sono in vacanza ma poi il 3 parto a parigi e torno il dieci,quindi non sò quando aggiornerò ^^

Ciao e ancora grazie per le recensioni ^^

_Tifaa_

  
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