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Autore: Julia Weasley    24/04/2010    15 recensioni
Argomento di questa storia è la vita di Regulus Black, dal momento della sua nascita a quello della morte. La crescita in una famiglia Purosangue piena di pregiudizi, il difficile rapporto con il fratello Sirius, i sette anni trascorsi a Hogwarts, la decisione di unirsi ai Mangiamorte fino al suo completo riscatto, tutto raccontato in 50 capitoli.
[ Altri personaggi: Famiglia Black, Kreacher, Barty Crouch jr, Rachel Queen (originale), Severus Piton, i Malandrini, Emmeline Vance, Voldemort, Mangiamorte ]
Storia vincitrice del primo turno dell'Harry Potter Final Contest
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Regulus Black
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'R.A.B.' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
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Fandom: Harry Potter

Personaggio: Regulus Black

Prompt: 18. Candela

Rating: giallo


Note: immagine di kingwells-89

Disclaimer: Regulus Black e quasi tutti i personaggi di questa storia appartengono a J.K. Rowling.

Tabella: http://juliablack89.livejournal.com/2009/06/11/


Cambiamenti

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Agosto 1979

Regulus diede un'ultima controllata allo specchio della sua camera, senza notare nulla che non andasse nel suo completo nero. Al contrario, i suoi occhi erano fissi e spenti, e lui si chiedeva se sarebbe mai riemerso da quello stato di torpore.
Sapeva da tempo che sarebbe successo, prima o poi, ma era stato lo stesso un duro colpo da assorbire. Forse non lo aveva neanche assorbito, gli era solo scivolato addosso.
“Padron Regulus?” lo chiamò Kreacher, affacciandosi alla porta con discrezione. “Alcuni visitatori sono arrivati. Se il padrone non se la sente, li riceverà Kreacher...”
“No” rispose lui con un enorme sforzo. “È compito mio, adesso che...”
Non concluse la frase, ma l'elfo capì senza altre spiegazioni. Regulus si fece forza e lo seguì sul pianerottolo.
Quando raggiunse il piano di sotto, l'atmosfera cupa e funerea lo investì. Nessuno osava parlare ad alta voce e gli ospiti, tutti vestiti rigorosamente di nero, si limitavano a sussurrare tra di loro.
Walburga se ne stava seduta sul divano, attorniata dal gruppo più numeroso di persone, rigida e fredda come il ghiaccio, solo un po' più cupa e meno vitale.
Vedendo così pochi ospiti, Regulus si rese improvvisamente conto di quanto le preoccupazioni di suo padre fossero veritiere: la casata dei Black rischiava di estinguersi per sempre. Molti dei parenti erano morti, compreso suo zio Cygnus; Sirius, Alphard e Andromeda se n'erano andati; e stavolta era morto lo stesso Orion.
Adesso era lui, Regulus, l'ultimo erede maschio della famiglia e, in quanto tale, doveva prendere il posto di suo padre. Anche se per lui era una sofferenza tremenda ricevere familiari e conoscenti venuti a trovare Walburga, preferiva di gran lunga svolgere i suoi obblighi piuttosto che restare da solo e cadere nella trappola della depressione. Finché era occupato e riusciva a tenere la mente impegnata si sentiva meno peggio.
In realtà non diede molta retta a quello che gli ospiti gli dicevano, dal momento che poteva benissimo immaginarlo: le solite condoglianze, qualche espressione contrita e poco altro.
Non ne era infastidito, semplicemente non li sentiva. Forse temeva che ascoltare le parole di quelle persone gli desse la conferma definitiva del fatto che suo padre era morto davvero, che non era solo un brutto incubo.
L'unica che manifestò meno freddezza e più comprensione fu Narcissa. Quando lo raggiunse gli prese le mani nelle sue e cercò in infondergli quel minimo di conforto che gli poteva dare.
Anche se a lui apparivano soltanto come parole vuote, sapeva che le intenzioni di Narcissa fossero più che buone e la ringraziò, ma senza guardarla, lanciando invece un'occhiata distratta a Kreacher, che si affannava ad aprire la porta d'ingresso e a condurre i nuovi arrivati lì in salotto.
L'elfo era l'unico che piangeva nella stanza: approfittava delle brevi pause per singhiozzare, stropicciarsi gli occhi e soffiarsi il naso nello straccio che indossava, a differenza di tutti gli altri.
Quanto a Regulus, lui non aveva versato neanche una lacrima né dopo che i Guaritori avevano confermato che suo padre non avrebbe superato la notte, né dopo la sua morte, come se i suoi occhi si fossero improvvisamente congelati.
Un po' si vergognava di se stesso perché non lo riteneva giusto, ma non poteva farci niente: non riusciva a sfogarsi nemmeno quando era solo. Tuttavia, dentro di sé sentiva come una voragine senza fondo che sembrava gli risucchiasse ogni emozione.
“Regulus?” lo chiamò qualcuno.
Regulus si voltò in fretta e per un attimo riuscì quasi a stupirsi quando vide davanti a sé i signori Queen, entrambi piuttosto a disagio lì dentro.
“Ci dispiace per tuo padre, avremmo voluto conoscerlo” disse Diane, ignorando con fierezza le occhiate curiose e i sussurri dei presenti.
“Rachel è rimasta nell'ingresso” lo informò Perseus, cogliendo subito lo sguardo di Regulus. “Ha avuto un piccolo incidente con un portaombrelli”.
“Grazie” rispose Regulus. Fece un solo passo in direzione dell'uscita ma si bloccò di colpo e tornò a rivolgersi ai Queen. “Scusate lo sgarbo... avrei dovuto presentarvi...” disse, confuso e stravolto, indicando Walburga dal lato opposto della stanza.
“Oh, non preoccuparti” lo rassicurò Diane. “In questi casi le formalità devono passare in secondo piano. Davvero, vai pure”.
“Grazie” ripeté lui e, mentre usciva, era sicuro di avere i loro sguardi tristi e increduli puntati addosso.
Nell'ingresso trovò Rachel e Barty, che avevano appena rimesso a posto il portaombrelli a forma di zampa di troll, che doveva essere caduto.
Non appena lo videro, tacquero. Anche Regulus rimase in silenzio perché non sapeva come comportarsi.
Poi Rachel gli corse incontro e lo abbracciò. Non disse una sola parola; non era necessario. A Regulus bastava poterla stringere tra le braccia, sentirla talmente vicina da percepire il calore della sua guancia contro la propria, per sentirsi un po' più leggero e dimenticare per qualche istante la morsa che gli attanagliava le viscere.
Sembrava che Rachel stesse cercando di imprimere in quell'abbraccio tutto ciò di cui lui aveva bisogno. Regulus sarebbe voluto restare così per sempre, infischiandosene per una volta dei suoi doveri da uomo di casa, perché lei era l'unica cosa che contava veramente.
Quando furono costretti a separarsi, Rachel si scansò per permettere a Barty – che fino a quel momento aveva fissato con insistenza i ritratti appesi alla parete – di salutare Regulus.
Dopo di che cadde un silenzio imbarazzato. Rachel aprì la bocca per dire qualcosa, ma Regulus la anticipò:
“Era caduto il portaombrelli?”
Gli altri due si scambiarono un'occhiata perplessa, poi fu lei a rispondere.
“Be', sono stata io, non lo avevo visto. Scusa...”
“Non è colpa tua. È il corridoio che è stretto”.
Regulus non sapeva nemmeno perché stesse insistendo su quel fatto irrilevante; sapeva solo che parlare di faccende futili lo aiutasse a non pensare a tutto il resto.
“Credo che debba farmi almeno vedere da tua madre” sospirò Rachel, anche se pareva poco allettata all'idea. “Torno subito, va bene?”
Lui annuì e chiamò Kreacher, ordinandogli di condurla in salotto.
“Grazie per essere venuto” disse poi a Barty quando furono rimasti soli. “Non pensavo che ci riuscissi”.
“Ho detto ai miei che sarei andato a prendere una Burrobirra, non sanno che sono qui. Non potevo compromettermi” rispose quello.
“Lo so” rispose l'altro, riconoscente.
Rachel tornò alcuni minuti dopo, piuttosto nervosa, e non solo a causa delle teste dei vecchi elfi domestici appese al muro.
Visto che ormai erano arrivati tutti, Regulus chiese a Kreacher di riferire che sarebbe tornato in salotto dopo un po', e poi scortò gli altri due di sopra. Avrebbe preferito invitarli per la prima volta a casa sua in un'occasione migliore, pensò, mentre li faceva entrare in camera sua.
Barty si limitò a guardarsi intorno con vaga curiosità. Rachel invece si soffermò per qualche secondo a guardare con gli occhi ridotti a fessure gli articoli che Regulus aveva attaccato alla parete, tutti riguardanti Voldemort, e per un momento il suo respiro si fece più simile ad un ringhio. Regulus non si preoccupò affatto: che approvasse le idee di Voldemort lo sapevano tutti quanti, anche se poi erano in pochi ad essere al corrente del suo Marchio.
Rachel decise di evitare discussioni almeno per quella volta, date le circostanze, e si andò a sedere sul letto accanto a lui.
“Come ti senti?” gli chiese con un tono dolce che non le apparteneva.
Lui scrollò le spalle, senza sapere cosa rispondere.
“Un po' meglio di ieri” mentì, tanto per dire qualcosa.
Rachel gli passò un mano sui capelli, facendolo rabbrividire.
“Secondo me dovresti prendere una boccata d'aria” aggiunse lei, guardando Barty che fissava la finestra. “Ti farebbe bene. Che ne pensi?”
Regulus accettò il suggerimento, indifferente.
Dopo essere scesi di nuovo, lui aprì la porta d'ingresso per far uscire gli altri due nel cortile. Aveva appena richiuso la porta, quando Rachel si voltò di scatto.
“Ehm... ripensandoci, forse è meglio restare dentro. Fa un po' troppo caldo qui...” disse, inspiegabilmente agitata.
“Non fa cald-” la contraddisse Regulus, ma si interruppe quando vide Barty distogliere in fretta lo sguardo da un angolo del cortile che lui non poteva vedere.
Regulus guardò in quella direzione e, in un istante, le orecchie cominciarono a fischiargli così forte che aveva quasi la sensazione che un treno lo stesse per investire.
“Se vuoi gli vado a dire che deve andarsene” provò Rachel, ma lui scosse la testa.
“Ci penso io”.
“Sì ma non esagerare...”
Regulus lanciò un'occhiata d'intesa a Barty, il quale gli rispose con un cenno, anche se era impegnato a non farsi riconoscere dal nuovo arrivato.
Dopo che Barty ebbe convinto Rachel a rientrare in casa, Regulus scese i gradini e si diresse rigidamente verso il ragazzo appoggiato al muretto di cinta.
Questo finse di non vederlo fino a che Regulus non lo raggiunse ed esordì con un tono aspro:
“Che cosa ci fai qua?”
Sirius si degnò finalmente di guardarlo.
“Secondo te?” ribatté. Si stava sforzando di mantenere la calma ma era chiaramente furioso.
Da parte sua, anche Regulus aveva parecchi motivi per arrabbiarsi: come mai aveva deciso di ricomparire proprio quel giorno?
“E io che ne so? Dubito che tu sia venuto per senso del dovere. Non l'hai mai avuto. Che cosa sei venuto a fare?”
“Non lo so nemmeno io” rispose Sirius, e sembrava sincero, ma Regulus era troppo accecato dalla rabbia per accorgersene.
“Ah, ma certo. Vuoi rivendicare i tuoi diritti sul testamento, vero?”
Un solo attimo più tardi si ritrovò con le spalle al muro: Sirius lo teneva per la collottola, infuriato.
“Non voglio niente da voi, dei vostri soldi non mi importa un accidente!”
“Fai bene, perché non ti meriti nulla” replicò lui, testardo. “E levami le mani di dosso!”
Era vero che non meritava niente, pensò, mentre un risentimento atroce lo assaliva. Sirius non aveva guardato Orion mentre moriva, non lo aveva sentito delirare per ore. Non gli era mai importato niente di nessuno fuorché di se stesso.
Anche in quel momento lo vedeva arrabbiato e indignato, ma avrebbe voluto fargli provare almeno un centesimo del dolore da cui lui invece si sentiva oppresso. Non gli importava nemmeno più di ricordare che, nonostante tutto, Sirius gli aveva salvato la vita pochi giorni prima; adesso lo detestava per quella sua apparente indifferenza. Non era giusto che lui dovesse soffrire così tanto, mentre suo fratello se ne infischiava.
“La tua presenza non è gradita” soffiò, come se ferendolo potesse concedersi un minimo di sollievo. “Neanche lui ti avrebbe voluto”.
“Non ho la minima voglia di entrare, è già tanto se mi sono presentato. E tu devi ringraziare il cielo che io sia da solo. Avrei potuto benissimo farmi accompagnare dagli Auror e fare arrestare metà di quelli che si trovano là dentro, te compreso”.
Regulus sentì una morsa fastidiosa allo stomaco che si andò ad aggiungere al suo stato d'animo già messo a dura prova. Sapeva che sarebbe saltato fuori quel discorso. Per un attimo si chiese se Sirius sapesse di quello che era successo dai Tonks, ma evidentemente Andromeda non glielo aveva detto, perché lui non ne fece parola.
“Non voglio parlarne. Lasciami in pace!” sbottò e fu con grande orrore che si rese conto di quanto la sua voce fosse incrinata.
“Adesso capisci come si sentono tutte le persone che hanno perso qualcuno a causa vostra? Quando hai aiutato i tuoi compari ad ammazzare Benjy Fenwick non ci hai pensato, vero? Credevi di essere immune da tutto questo? Credevi che non avresti mai sofferto a tua volta per la morte di qualcuno?”
Regulus sentì un bruciore tremendo alla gola.
“Non... non sono stato io ad ucciderlo... e non volevo neanche che lo riducessero in quel modo...” farfugliò con parole sconnesse.
“Non cercare di giustificarti” lo smentì Sirius, implacabile. “È stato come se lo avessi ucciso anche tu. Se non ti sei opposto, sei colpevole esattamente come tutti gli altri”.
Regulus non resistette al peso di quella verità e si sentì pizzicare gli occhi. Non si accorse nemmeno che Sirius lo aveva lasciato andare.
“Non avrei voluto dirtelo proprio oggi” aggiunse il maggiore con un tono più calmo, “ma devi rendertene conto, per il tuo bene. Ti sei andato a cacciare in un guaio molto più grande di te. Tu non sei adatto a fare il Mangiamorte o, almeno, non lo eri un tempo”.
“E anche se fosse?” rispose Regulus, reprimendo il ritrovato stimolo di piangere. “È il mio dovere. Tu non sai che cosa vuol dire avere la responsabilità di una famiglia che si sta estinguendo...”
“Oh, certo, perché se la casata dei Black scomparisse, la comunità magica si sentirebbe persa e non potrebbe più andare avanti senza di voi” commentò Sirius sarcastico. Poi scosse la testa. “Ma che ci sono venuto a fare? Non c'è speranza di farti ragionare. Sei ossessionato da questa mania della reputazione”.
“Pensa quello che vuoi” tagliò corto Regulus. Non voleva fargli capire che le sue parole lo avevano colpito molto più di quanto Sirius avesse sperato. “Adesso vattene, qualcuno potrebbe vederti da una finestra”.
Sirius fece per andarsene, ma si voltò, esitando.
“Nel caso in cui ti rendessi conto di aver fatto la stronzata del secolo, non fare l'idiota e vai a chiedere aiuto a Silente”.
“Certi tipi di linguaggio usali a casa tua” replicò lui, deciso a cambiare discorso a tutti i costi.
Sirius non aggiunse altro. Dopo avergli lanciato un'ultima occhiata, girò su se stesso e si Smaterializzò.

***

Le urla di Augustus Rookwood si sentivano anche fuori dal salone in cui Lord Voldemort lo aveva ricevuto e ora lo stava torturando. Doveva aver commesso qualche errore imperdonabile se l'Oscuro Signore si era arrabbiato in quel modo.
Seduto appena fuori dalla sala del maniero, Regulus si guardava intorno il cuore in gola, alla disperata ricerca di qualcosa che gli permettesse di distrarsi e di non pensare alle urla di dolore del Mangiamorte.
La sua attenzione fu attirata una candela decorativa posta sopra una mensola proprio accanto a lui. La fiammella azzurra guizzava allegramente e lui ne iniziò a seguire i movimenti, sforzandosi di dimenticare dove si trovava e che cosa stava succedendo.
La candela tuttavia aveva qualcosa di lugubre e lui non poté fare a meno di farsi tornare in mente pensieri tristi e malinconici sul recente lutto che lo tormentava a tutte le ore del giorno e della notte.
Orion era sempre stato un padre rigido e glaciale e per Regulus vederlo così debole e umano era stato uno shock forse maggiore della sua stessa perdita. Inoltre lo aveva colpito molto il fatto che gli ultimi pensieri di Orion riguardassero ancora la decadenza della famiglia.
Regulus gli aveva promesso che non sarebbe successo, ma sembrava che tutto fosse contro di lui. Anche quella candela che stava fissando gli faceva tornare in mente il rischio che i Black sparissero nel giro di qualche generazione, e non era molto incoraggiante: la cera colava lentamente nello stoppino e la candela si riduceva sempre di più. Ormai era ridotta ad un solo misero mozzicone...
Regulus si era appena imposto di distogliere lo sguardo dalla fiamma tremolante, quando un Mangiamorte che non aveva mai visto entrò nel maniero, fermandosi vicino a lui.
Forse non era neanche un Mangiamorte, a giudicare da come gli altri lo ignoravano. Se ne stava in disparte con aria circospetta.
In un primo momento, Regulus notò soltanto la sua stazza enorme: aveva un fisico più robusto di chiunque altro e la veste nera gli stava stretta. Il suo aspetto era estremamente selvaggio. Emanava un forte odore di fango e sangue.
Regulus storse il naso e si spostò un po' più in là.
“Il Signore Oscuro ha detto che doveva ricevermi, ma a quanto pare è impegnato” disse l'uomo, ringhiando con un tono aggressivo.
“Non essere impaziente, Greyback. Il Signore Oscuro ti riceverà nel momento che riterrà più opportuno” gli rispose Bellatrix, indifferente.
Al nome 'Greyback', Regulus trasalì. Improvvisamente si sentiva lo stomaco pesante come se qualcuno lo avesse riempito di piombo.
Che cosa ci faceva lì il Lupo Mannaro peggiore che si conoscesse? Se era uno schifoso ibrido dovevano ucciderlo al più presto, no?
Regulus si guardò intorno, credendo di incontrare sguardi orripilati quanto il suo, invece gli altri Mangiamorte sembravano perfettamente normali, come se fossero abituati a quella presenza anche se, notò Regulus, nessuno gli rivolgeva spontaneamente la parola.
Ripensando con una fitta al cuore a quanti bambini erano stati uccisi o trasformati in mostri da lui, il ragazzo provò un senso di nausea.
“Che cosa ci fa quel mostro qui?” bisbigliò, avvicinandosi a Severus e fissando con disgusto il Lupo Mannaro.
“Vacci piano con le parole” lo avvertì quello. “Diciamo che è dei nostri”.
“Come sarebbe a dire?” sbottò lui, indignato. “Non può...!”
“Non ha il Marchio Nero, l'Oscuro Signore non lo permetterebbe mai” lo interruppe Severus, abbassando la voce ancora di più. “Ma Greyback è a capo di un branco di Lupi Mannari e può tornarci utile per spaventare i nostri nemici: è solo un modo per avere degli alleati in più”.
Regulus adesso sentiva il sangue affluirgli velocemente alla testa, lasciando spazio a qualcosa che, anche se non voleva ammetterlo, era delusione.
Credeva che i Lupi Mannari sarebbero stati debellati, non pensava che sarebbe dovuto diventare loro alleato. Lui, un Black Purosangue, alleato di sudici essere inferiori e non umani? Era assurdo solo pensarlo.
Da quando Voldemort stringeva accordi con gli ibridi? Che cos'era cambiato negli ultimi mesi? O forse era sempre stato così e lui era stato talmente cieco da non vederlo?
Non era per questo che aveva deciso di diventare un Mangiamorte. Credeva di fare qualcosa di buono per la comunità magica, per uscire finalmente dalla clandestinità, non uccidere e torturare le persone per il solo gusto di farlo.
Adesso si era reso conto che Sirius non aveva tutti i torti. Se essere un Mangiamorte implicava davvero tutto ciò, lui non era adatto a quel tipo di vita. Ma ormai aveva scelto, aveva assicurato a suo padre che avrebbe proseguito per quella strada, che gli piacesse o no...
Nonostante la paura, non riuscì ad evitare di fissare Greyback con tutto il disprezzo possibile, come se avesse potuto cancellarlo dalla faccia della terra con il solo ausilio del pensiero.
Con suo grande orrore, il lupo notò lo sguardo pieno di disgusto di Regulus, e il viso gli si contrasse, producendo un ringhio tra le zanne serrate.
“Che cosa guardi, eh?” sbottò, facendolo indietreggiare per lo spavento.
“Fermo là, Greyback, o ti Schianto” intervenne Bellatrix.
“Non azzardarti più a guardarmi in quel modo, signorino, altrimenti faccio fare una brutta fine a te e a tutta la tua nobile famiglia!” ruggì Greyback.
Regulus strinse i pugni, ma Bellatrix aveva già provveduto a Schiantare il Lupo Mannaro: non lo fece svenire, ma bastò a farlo cadere per terra.
“Minaccia un'altra volta un Purosangue e ti assicuro che sarà l'ultima cosa che farai” sibilò Bellatrix, disgustata. “Impara a rispettare chi ti è superiore, ibrido! Qui siamo noi che comandiamo, è chiaro?”
Greyback non si ribellò. Anche se nel suo sguardo si leggeva odio allo stato puro, probabilmente non gli conveniva attaccarli: quell'alleanza doveva costituire l'unico modo di sopravvivere per lui.
Regulus era ancora scosso quando Rookwood uscì dal salone. L'uomo tremava ancora, ma riferì senza esitazioni le parole di Voldemort.
“Il Signore Oscuro vuole parlare con Lucius, i Lestrange e te” disse a Regulus, il quale annuì, inquieto, e seguì gli altri quattro nel salone.
Lord Voldemort era seduto su una poltrona alta e sontuosa e li guardava mentre si avvicinavano in silenzio.
“Vi ho convocati perché uno di voi deve farmi un favore” esordì infine. “Ho bisogno che uno di voi mi presti un elfo domestico”.
“Il mio...” esordì prontamente Lucius, ma Regulus lo interruppe all'improvviso.
“Posso offrirvi il mio elfo. È al servizio della mia famiglia da anni e si è sempre comportato bene”.
Mentre Malfoy e i Lestrange gli scoccavano sguardi infastiditi, Voldemort lo fissò con soddisfazione: era evidente che a rispondere dovesse essere proprio Regulus, secondo le sue intenzioni. Probabilmente voleva metterlo alla prova e il ragazzo non si fece sfuggire l'occasione.
“Ti avverto, Regulus. Me ne serve uno molto in gamba e del tutto affidabile”.
“Vi posso assicurare che è il migliore” rispose Regulus.
“Addirittura?” commentò quello, stranamente sarcastico. “Se la metti così, vorrà dire che accetterò la tua offerta”.
Tutti gli altri Mangiamorte parvero molto seccati e lanciarono al ragazzo delle occhiate rancorose. Bellatrix in particolare guardava il Signore Oscuro con delusione mista ad adorazione. Voldemort tuttavia li congedò, e riprese a parlare solo quando fu completamente da solo con Regulus.
“Mi fa piacere che tu ti sia offerto volontario” disse. “Il Signore Oscuro apprezza sempre chi lo serve con fedeltà. Se il tuo elfo si comporterà bene, tu sarai ricompensato. Dopo la dipartita di tuo padre, penso che tu voglia mantenere l'onore della tua famiglia”.
Lui si meravigliò di quanto il Signore Oscuro sapesse leggere nel profondo di ciascuno dei suoi seguaci. Sapeva che Regulus desiderava proseguire come Orion avrebbe voluto, e gliene stava offrendo la possibilità.
“Di' al tuo elfo di presentarsi qui domani a mezzanotte”.
“Lo farò” rispose lui. Al cenno di congedo di Voldemort, si inchinò e uscì dalla sala.
Forse quella volta sarebbe diventato davvero uno dei Mangiamorte più vicini al Signore Oscuro, anche se non era più ciò che desiderava. Ormai era diventata solo una questione di dovere: fare il Mangiamorte lo disgustava ma, sebbene atroci dubbi lo tormentassero, si costrinse ad ignorarli. Le parole di Sirius continuavano a tornargli in mente, ma ormai non poteva più tirarsi indietro e doveva proseguire su quella strada senza ripensamenti. Era difficile annullare se stesso, le proprie esitazioni e i rimorsi, ma si disse che la guerra presto sarebbe finita; almeno lo sperava.
Appena uscito dal maniero, si Materializzò davanti alla porta del numero dodici di Grimmauld Place. L'ora di cena era passata da un pezzo ma Kreacher iniziò a preparargli un pasto abbondante non appena lo sentì arrivare.
“Kreacher, aspetta un attimo” lo interruppe lui. “Devi farmi un favore”.
L'elfo smise di mescolare velocemente il contenuto in una ciotola e lo guardò, sorpreso.
Dopo essersi assicurato che sua madre non stesse arrivando, Regulus gli si avvicinò e gli parlò di nuovo, guardandolo dritto negli occhi.
“Al Signore Oscuro serve un elfo domestico, Kreacher, e io ho pensato di proporre te”.
Le pupille di Kreacher si dilatarono per la sorpresa.
“Il padrone ha offerto Kreacher?” chiese, incredulo ma al tempo stesso lusingato.
“Sì, perché so che sei in gamba e hai la mia completa fiducia. È un onore sia per te che per me, sai?”
L'elfo sembrò molto contento.
“Kreacher farà tutto quello che può per aiutare il padrone”.
“Bene, allora ascoltami attentamente. Domani a mezzanotte andrai al maniero dei Lestrange, farai tutto quello che l'Oscuro Signore ti ordinerà e poi tornerai a casa. Tutto chiaro?”
Kreacher annuì con convinzione.
Quando udì dei passi scendere le scale che portavano in cucina, Regulus gli disse di continuare a cucinare. Pochi secondi dopo, Walburga entrò e lui si affrettò a salutarla.
“Kreacher, datti una mossa con quella cena” sbottò lei, nervosa.
La donna osservò l'elfo affaccendarsi ai fornelli poi tornò a rivolgersi al figlio.
“Regulus, com'è andata?” chiese.
Lui avrebbe voluto risponderle di non essere affatto contento di tutta quella situazione, che aveva fatto uno sbaglio a decidere di unirsi ai seguaci di Voldemort, che il Signore Oscuro non era come faceva credere a tutti, ma non lo avrebbe fatto mai.
“Benissimo, madre. Come sempre” mentì, con il sorriso più forzato del mondo.


01. Addio. 02. Ricordi. 03. Speranza. 04. Bellezza. 05. Fotografia.
06. Gatto. 07. Cane. 08. Musica. 09. Fuochi d'artificio. 10. Cioccolato.
11. Carta. 12. Paura. 13. Sole. 14. Sangue. 15. Bambola.
16. Ali. 17. Cuscino. 18. Candela. 19. Dolce. 20. Amaro.
21. Pelle. 22. Ghiaccio. 23. Sogno. 24. Incubo. 25. Risveglio.
26. Incontro. 27. Vertigine. 28. Lacrime. 29. Attesa. 30. Noia.
31. Felicità. 32. Dolore. 33. Solitudine. 34. Silenzio. 35. Campanello.
36. Nascosto. 37. Gelosia. 38. Nodo. 39. Caldo. 40. Freddo.
41. Tempo. 42. Bacio. 43. Sorriso. 44. Desiderio. 45. Illusione.
46. Specchio. 47. Latte. 48. Caffè. 49. Potere. 50. Strada.

*Angolo autrice*

Mi è dispiaciuto un sacco scrivere della morte di Orion, anche se resta quello che è, ma comunque... ç_ç Insomma, mi è dispiaciuto soprattutto per Regulus, ovvio, mica per la megera!
Ora vi starete - giustamente - chiedendo: "Perché cavolo l'hai fatto se ti dispiaceva?" Be', in effetti fino a pochi giorni fa avevo sempre pensato che Orion fosse morto dopo di Regulus, ma ultimamente ho riletto per la centesima volta il capitolo "Il racconto di Kreacher" e ho notato che quando Kreacher racconta delle reazioni per la morte di Regulus parla solo di Walburga, nessun accenno a Orion. Questo mi è sembrato molto strano, perché Kreacher adorava anche lui, perciò ho pensato che fosse morto prima. Inoltre questo brutto evento può far maturare un po' il ragazzo.
Non so se sono riuscita a rendere bene la sua sofferenza. Ovviamente ho pensato che non avesse pianto, perché me lo immagino come uno che si tiene tutto dentro e non riesce a sfogarsi (ok, anche io sono così!).
Riguardo alla comparsa di Sirius, anche se detesta Orion, non ce lo vedo del tutto indifferente alla sua morte. Penso che, se Regulus non fosse uscito, se ne sarebbe rimasto lì per un po' senza sapere cosa fare e alla fine se ne sarebbe andato. Aveva intenzione di dire quelle cose a Regulus ma si sarebbe ben guardato dall'entrare in quella casa.
Ah, e perdonatemi la parolaccia, di solito non le scrivo, ma questa ci stava proprio bene: non credo che esistano sinonimi altrettanto convincenti!

Prossimo aggiornamento: 1° maggio

Alohomora: a questo punto spero si sia capito che Regulus odia fare il Mangiamorte, ma si sforza di restarlo esclusivamente per dovere e per mantenere la promessa fatta a suo padre, ma gli ci vorrà il tentato omicidio di Kreacher per fargli prendere la decisione di ribellarsi. Spero che l'incontro con Sirius ti sia piaciuto: certo, lui avrebbe potuto scegliere un momento più adatto per un discorso del genere, ma alla fine ha fatto bene perché è riuscito a far entrare qualcosa nella testa dura di Regulus!
_Mary: ti assicuro che la decisione fallita di far fuori Ted è stato il massimo a cui Regulus è potuto arrivare. Quello scorso è stato il capitolo in cui ha mostrato il suo lato più cattivo (come al solito, ho cercato di non farlo apparire troppo buono) ma alla fine sceglie sempre di non esserlo fino in fondo. L'incontro con Greyback è stato il penultimo colpo a tutti i suoi tentativi di autoconvincimento, ora manca solo l'episodio di Kreacher nella caverna e finalmente rinsavirà del tutto!
vulneraria: se non fosse morto Orion, Regulus avrebbe già deciso di lasciar perdere i Mangiamorte, ma visto che gli ha promesso di continuare ad esserlo sta facendo un ultimo inutile sforzo. Nel prossimo capitolo prenderà la sua decisione definitiva, come avrai già capito. Mi piace pensare che Sirius andasse a trovare sua cugina e conoscesse sua figlia da piccola, è una cosa che ho sempre pensato!
Circe: chissà, in un futuro per ora lontanissimo potrei scrivere di Regulus alle prese con qualche figlioletto! Però questo potrebbe succedere nel seguito, e nemmeno in mezzo, ma verso i capitoli finali! Ho scritto il capitolo scorso anche per chi ha letto il Diario di Andromeda e avrebbe voluto leggerne il seguito, per il quale però ho perso da tempo l'ispirazione. Purtroppo l'avevo promesso ma poi mi è venuta la fissa con Regulus e non ce l'ho fatta proprio! La parte in cui Bellatrix schianta Greyback l'ho scritta pensando anche a te, visto che la adori, e spero che ti sia piaciuta!
lyrapotter: ho descritto Ninfadora pensando a quella di BxC, perciò l'ho segnalato, visto che sei stata la fonte di maggiore ispirazione! Avevo in mente quel capitolo da mesi perciò quando ho letto cosa farai nel tuo prossimo capitolo mi sono detta "Stiamo diventando telepatiche!" e ho pure pensato che magari il mio capitolo avrebbe potuto farti venire la voglia di scriverlo (magari, non vedo l'ora di leggerlo! XD) Ma il tuo sarà sicuramente migliore! All'incontro tra Reg e Andromeda ci ho pensato, e parecchio anche, ma sinceramente, non avevo la più pallida idea di come descriverlo. Insomma, se Andromeda lo avesse visto, non sarebbe stata troppo gentile, avrebbe pensato che suo marito stesse per fare una brutta fine. E Regulus sarebbe stato troppo imbarazzato per spiccicare parola. Ma prima o poi un incontro più tranquillo ci sarà!
malandrina4ever: bentornata!! Spero che la gita sia andata bene! La Grecia è fantastica, le isole soprattutto, se ti piace il mare! *_* Grazie, sono felice che ti sia piaciuto anche il capitolo precedente! Dopo tutta la fatica che ho fatto per fare sedute di psicanalisi a Barty, sapere che anche tu ne sei stata convinta è una gran bella soddisfazione! Credo che nel seguito scriverò qualche altro capitolo con Dora e Regulus, e ho già pensato che lei farà molta amicizia con Rachel! XD Anche qui è tornato Sirius, spero che ti sia piaciuta la lavata di capo che ha dato a Regulus: eh, se la meritava eccome! u_u
Mirwen: eh sì, ormai non posso fare più a meno di immaginare Dora così, grazie soprattutto alla stora di lyrappotter (non so se l'hai mai letta, ma te la consiglio perché fa morire dal ridere!). Regulus ormai è ad un passo dalla svolta, come puoi ben vedere!
DubheBlack: alla fine Ninfadora non ha la più pallida idea di chi fosse Regulus, glielo dirà sua madre molto più in là, forse. Ho voluto far dire quella frase a Ted proprio per dare una bella lezione a Regulus! Una sfida così fatta da un Nato Babbano ad un Purosangue che lo detesta non ha prezzo! Sì, Dora ha conquistato Regulus nel giro di pochi minuti, me la sono sempre immaginata così da piccola! Però dubito che lui si sarebbe mai tinto i capelli di rosa!! XD Bella scena comunque!
Hale Lover: a me Ted Tonks, per quel poco che lo abbiamo potuto conoscere, mi piace, almeno per come me lo immagino io, cioè un ragazzo molto disordinato ma buono come il pane. Non ha il fascino dei cattivi o degli ex cattivi (come Regulus insomma!) però l'ho sempre immaginato simpatico e tranquillo. Certo, poi nel capitolo scorso era in una situazione critica e ha tirato fuori le unghie per forza. Sembrerà strano, ma anche se il mio preferito è il 7° libro, il 4° lo so quasi a memoria, non so nemmeno io il perché! Ah, guarisci presto!
  
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