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Autore: fracchan92    25/04/2010    3 recensioni
Nella terra del vento, in pieno deserto, protetto dalle dune, vi è il villaggio della Sabbia, Suna, la capitale di quella terra.
In quel villaggio, nel palazzo del Kazekage, risiede Sabaku no Kankurou, fratello minore di Temari e maggiore di Gaara (oramai diventato Kage).
Kankurou si trova nell'ufficio di suo fratello portandogli il resoconto dell'ultima missione fatta, Gaara terminò di controllare il rapporto.
-Puoi andare ...-
-Grazie.- inchinandosi e avanzando verso la porta.
-... in infermeria.-
-... si.- Kankurou era riuscito anche a camminare normalmente senza gemere dal dolore, ma suo fratello era riuscito a notarla lo stesso quella dannata ferita … ma dopo tutto Gaara era Gaara e usci dall'ufficio andando in infermeria.
Stette lì due ore buone, non perché la ferita era grave, ma perché le due infermiere che dovevano curarlo iniziarono a litigare; il motivo di questa animata discussione era un ragazzo che a entrambe piaceva e sia l' una che l' altra non volevano cedere.
“Banale.” pensò il nostro sciagurato Kankurou
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kankuro, Nuovo Personaggio
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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3° CAPITOLO

“Che ragazza strana ...” pensò Kankurou guardando la ragazza minuta e con quella maglia la faceva sembrare ancora più piccola, la guardava aspettando che finisse. La ragazza poso l' ampolla sul tavolo e si asciugò la fronte con il dorso della mano, Kankurou approfittò dell' occasione per attirare la sua attenzione.
-Ehm !- tossi Kankurou.
-AHH !!!- urlando, la ragazza, andò a sbattere contro un mobiletto facendo cadere alcuni ingredienti, guardò il casino che aveva combinato senza voltarsi per guardare chi l' aveva spaventata, Kankurou guardandola con la testa bassa si affrettò a scusarsi.
-Mi dispiace, non volevo spaventarla.-
-S-si figuri, n-non i-importa!... L-lei è il c-cliente a-abituale? S-sabaku?- la voce le usci agitata.
-Proprio io. Devo cambiare dei pezzi alla mia marionetta!-
-A-arrivo s-subito! P-pulisco q-qui e a-arrivo! N-nel f-frattempo p-può s-sistemarsi di là!-
-Va bene.-
Kankurou si mise comodo su una poltrona del negozio, mentre sentiva un rumore di scopa nel retro bottega.
“Credo di averla spaventata sul serio! … ma ... chi è quella ragazza ?” pensò Kankurou.
-Mi scusi, mi sente ?-
-S-si !- rispose agitata la ragazza, Kankurou chiuse gli occhi.
-Lei chi è? E il signor Kasi dov'è?-
-M-mio p-padre è a-andato ad a-aiutare m-mio c-cugino a-assieme a m-mia m-madre, p-per c-cui o-oggi s-sto i-io al n-negozio!-
kankurou apri gli occhi: -Lei è figlia del signor Kasi ?- chiese.
In quel momento dal retro bottega usci la ragazza togliendosi la mascherina e il fazzoletto dalla faccia.
-S-si sono sua f-figlia !-
Kankurou spalancò gli occhi: vide due pietre azzurre incastonate un un delizioso viso perfettamente ovale, capelli viola che le incorniciavano il viso e delle labbra sottili arcuate in un delicato sorriso cortese … quella ninfa non poteva essere figlia di quel' uomo!
-S-si s-sente b-bene s-signore ?- la voce della ragazza lo riscosse.
-Ehm.si.sto.bene.- improvvisamente imbarazzato.
-C-che p-pezzi le s-servono ?-
-Eh ?-
-P-per la m-marionetta .- specificò la ragazza
-Ehm.si.ecco.- prese Karasu e mentre si alzava sbatte la testa contro una marionetta.
-Ahio !-
-V-va t-tutto b-bene ?-
-Sisisi, non l'avevo vista! Eheheh !!!!- “Ma che ti metti a ridere? Cretino!” pensò Kankurou massaggiandosi la cute.
-V-vuole c-che le p-prenda un po' di g-ghiaccio ?-
-Nonono, si figuri, sto bene!- si mise una mano dietro il cappuccio, sorridendo (n.d.me alla yo-Naruto).
-C-comunque v-vorrei c-cambiare q-questi p-pezzi di K-karasu.- “Ma che fai, balbetti anche tu ora? Ritorna serio!” penso Kankurou, ora la ragazza era ritornata seria e osservava con attenzione i pezzi da cambiare:
-Q-quat-tro p-pez-zi s-sche-eg-giati, t-tre p-pez-zi c-comp-ple-ta-men-te r-rot-ti e u-na g-giun-tura da s-sos-sti-tui-re- sussurò -… c-cre-do c-che n-ne a-ab-biam-o a-anc-ora q-qualc-che p-pez-zo di l-à.- disse, prendendo i pezzi della marionetta andò nel retro, Kankurou si sedette di nuovo sulla poltrona.
“Le gambe ... non mi reggono … più … ma che mi succede ?” si chiese, sentendosi lo stomaco sotto-sopra “Può darsi … che sia stata la colazione …?”
-Si, ne a-abbiamo a-ancora, v-vuole che le c-cambi a-anche la g-giuntura ?- urlò la ragazza, Kankurou si affrettò a rispondere.
-SI !- urlò “Staicalmostaicalmostaicalmo” (n.d.me: la mente non va mai daccordo con la bocca) prese dei bei repironi “Ok … ora sto bene.”
-E-eccomi s-signore.- disse la ragazza, Kankurou la guardò sorridergli timida … cascò dalla poltrona.
-S-signore !- disse allarmata, Kankurou si alzò in piedi di scatto -Stobenissimohosolomessounpiedeinfallo.- disse imbarazzato, la ragazza si stupì -Ehm … c-come s-scusi ?- Kankurou aveva parlato talmente veloce che la ragazza non aveva capito nulla.
-... cioè … sto … bene … non mi sono fatto niente- rispose con calma Kankurou avvicinandosi al banco.
-Ah … s-sicuro?- chiese ancora una volta la ragazza, non volendo si sporse un poco, Kankurou allargo gli occhi e contemplò il viso della ragazza, notò che le sue ciglia erano molto lunghe, le gote erano leggermente rosse, le labbra dischiuse, sottili e lucide e dei ciuffi dei suoi capelli viola sporgevano un poco sopra gli occhi.
“E' ... davvero ...”
-S-signore ?- la voce della ragazza interruppe quel pensiero.
-Ehm … quanto le devo?- chiese Kankurou, resosi conto di averla contemplata troppo a lungo distolse lo sguardo e poso lo sguardo sui pezzi di ricambio, mentre lei, dopo un attimo di stupore, si affrettò a fare il calcolo.
-I-in t-tutto s-sono 46,5 yen.- vedendo Sabaku mettere in fretta e furia la robba dentro la sacca si preoccupò: -E' s-sicuro di star b-bene ?-
-Si.- rispose senza alzare lo sguardo -Tenga.- e si avviò alla porta.
-S-signore ...- lo richiamò la ragazza -... il r-resto?-
-Può tenerlo!- e detto questo usci dalla porta.
La ragazza guardò Sabaku uscire velocemente dalla porta, troppo velocemente, come se avesse un branco di sciacalli alle calcagna...
“Ma che ho fatto?” si chiese Momo.


CAMBIO DI SCENA
Kankurou correva, non voleva pensare, correva, correva come un matto e in effetti lo era, anche solo per aver pensato una cosa del genere, cavolo, lui era Sabaku no Kankurou, il marionettista, forse non il più ammirato ma temuto; si fermò, il cuore gli martellava nel petto, ansimava “Ok, devo stare calmo, oramai sono quasi arrivato ...” alzò lo sguardo e vide il palazzo dove risiedeva “... devodistrmidevodistrarmi!” ricominciò a correre, era terrorizzato, lui, che non si faceva nemeno spaventare da Gaara (n.d.me Si certo... e io sono Dio), si terrorizzava per quella ragazza, di cui non sapeva nemmeno il nome …
“BASTA! NON CI DEVO PENSARE!” doveva fare qualcosa, doveva concentrarsi su qualcos'altro, ma il viso di quella ninfa gli ritornava in mente, quegli occhi grandi e luminosi come il cielo erano impressi nella sua mente.
Mentre pensava corse fino al palazzo, salì le scale a due a due, la sua mente correva più veloce delle gambe “Le mani piccole e delicate … BASTA!”, ma più veloce andava il cuore “...Quelle labbra sottili ...”, accelerò e per poco non tramortì due ninja di passaggio “...quei capelli corti e molto probabilmente setosi …”, svoltò il corridoio, si fermò di nuovo a riprendere fiato, non aveva mai corso così veloce in vita sua, respirava pesantemente “ … quelle lunghe ciglia, FINISCILA!” strinse i pugni fino a sbiancarsi le nocche, riprese a correre, doveva trovarsi qualcosa da fare, qualcosa che non gli permettesse di pensare a “lei”, arrivo alla porta dell'ufficio di Gaara, apri bruscamente e rumorosamente dimenticandosi dell'etichetta urlò:
-MANDAMI IN MISSIONE !-
Gaara alzò lentamente la testa,osservò suo fratello fradicio di sudore,ansimante per la sfrenata corsa; poi ritornò a controllare il rapporto, mettendoci la firma, posò la penna e intrecciò le dita sotto la testa.
-... come ?...-
  
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