All’indietro
Ginny richiuse dietro di sé la porta di legno. Fece girare la chiave nella serratura per due volte e appoggiò la schiena, chiudendo gli occhi. Fece un paio di respiri profondi e li riaprì. La sua immagine riflessa nello specchio del bagno dell’espresso di Hogwarts la guardava. Non era diversa dal solito; o almeno, quella mattina, appena sveglia, aveva cercato di comportarsi nella maniera più normale possibile. Aveva indossato la sua divisa, si era pettinata più accuratamente di quanto facesse normalmente, anche se non c’era nessuna occasione speciale. Forse pensava che se esteriormente era ordinata non si sarebbe visto come era sconvolta realmente. Non si era mai sentita in quel modo. Le pareva che tutto scivolasse via e che la sua mente non riuscisse più a fermare nulla. Come se fosse una bimba al mare, che cercava di fermare l’acqua con le mani. Respirò ancora. Doveva rimanere calma, restare lucida…
“è morto Cedric
Diggory!” urlavano le voci intorno a
lei, mentre tutti si spintonavano, per vedere meglio.
“un campione è
morto”
Ginny cercò di
sovrastare le altre persone, ma
minuta com’era non le era possibile. Così si
intrufolò tra la gente e riuscì a
raggiunger Micheal che era un po’ più avanti.
“Micheal…
è vero?” chiese la ragazza.
“si” rispose lui
gravemente e l’abbracciò. A Ginny
non pareva vero: un ragazzo morto, morto ad Hogwarts…
“Harry Potter è
sopravvissuto però” disse Micheal
“ho visto Malocchio Moody che lo portava al castello…
chissà cosa è successo”
“Harry sta bene?”
“sì, ma sembrava
sconvolto. Beh, è normale. Chissà
cosa può essere successo…” disse il ragazzo
addolorato. Ginny si strinse di più
a lui e chiuse gli occhi.
I ragazzi furono mandati nel
castello. Nessuno
parlava più di tanto, ma ognuno aveva negli occhi quella muta
domanda: cosa è
successo nel labirinto?
Tutti i ragazzi, sia quelli di
Hogwarts che quelli
delle scuole straniere erano riuniti nella sala grande, seduti ai
grandi tavoli
in legno. John aveva momentaneamente lasciato il tavolo di Tassorosso
per
andare dalla sorella, che piangeva sulla sua spalla. Anche Micheal e
Christopher avevano lasciato la loro Casa per stare con le rispettive
ragazze.
Aisleen piangeva in silenzio, appoggiata al petto di Christopher che
aveva lo
sguardo fisso nel vuoto. Nessuno aveva voglia di parlare. Ma nessuno si
rendeva
conto di cosa stava succedendo.
“ragazzi, dovete salire
ognuno nella propria sala
comune. I prefetti vi accompagneranno” il piccolo Professor
Vitous si era
avvicinato a loro. Pian piano tutti i ragazzi della sala si alzarono e
si
separarono.
“ci vediamo dopo”
disse Micheal a Ginny, sfiorandole
la mano. Lei si unì ai suoi compagni e cominciò a salire
verso la torre.
Ginny sospirò. Erano cambiate tante cose in così poco tempo.
“colui-che-non-deve-essere-nominato?”
squittì
spaventata Miriam.
“è
assurdo…” disse Anthony.
“non è
possibile…” disse John, passandosi una mano
tra i capelli.
“ma siamo sicuri?”
chiese Aisleen, incerta.
“certo! Lo ha detto
Silente… e di lui dobbiamo
fidarci.” Rispose Ginny, anche se avrebbe dato tutto quello che
aveva per non
crederci.
“e poi Harry dice che lo
ha visto tornare.” Sussurrò
Colin.
“beh ma hai visto cosa
ha scritto Rita Skeeter…”
disse Anthony. “insomma, se lo ha confermato un medico del San
Mungo…”
“io non credo alle
stupidaggini di quella donna!”
esclamò Colin, infuriato “io credo ad Harry, che
sinceramente reputo un buon
amico e non ha mai dato segni di follia”
“Rita Sketeer cerca solo
di fare scandali” disse
Demelza “e anche io credo che Harry sia un ragazzo
tranquillo”
“fidati Anthony. Passa
tutte le estati con mio
fratello, ti posso garantire sulla sua salute mentale” disse
Ginny, un po’
seccata. Anthony sospirò “io non so più a cosa
credere! Il Torneo Tremaghi che
lancia un concorrente in più, Crouch che scompare
misteriosamente e ora questo!
Cedric Diggory morto, ucciso da Tu-Sai-Chi! Il ministero nega, Silente
afferma!
Io non so più cosa pensare, a chi credere! Scusami tanto se sono
un attimo
confuso! Perdonami, se non sono come Ginny Weasley, che sa sempre
ciò che è
giusto e ciò che è sbagliato!” esclamò. Poi
voltò le spalle agli amici,
scappando su per le scale. “scusalo Ginny… da quando
Cedric è morto… Anthony è
veramente sconvolto. Sai che non ti avrebbe attaccata
così” disse John,
guardando l’amica.
“no, certo…”
“vado da lui. Spero si
calmi un po’…” disse il
ragazzo, e salì nel dormitorio maschile.
“conosceva Cedric”
disse Demelza “suo padre e il
signor Diggory sono colleghi in ufficio e sono molto amici. Ha passato
le
estati a giocare a Quidditch con lui”
Nessuno sapeva cosa dire. Non
c’era veramente nulla
da aggiungere.
Riprese a respirare. Diede un ultima occhiata alla sua immagine ed uscì dal bagno. “eccoti, finalmente!” esclamò Miriam, vedendola arrivare. “stavamo decidendo su come organizzare le vacanze” le disse Aisleen, seduta come al solito vicino a Christopher. “E a che conclusione siete arrivati?” chiese Ginny, sedendosi vicino a Demelza. “ beh nostro padre sta costruendo una di quelle enormi vasche babbane… le pisine o come diavolo si chiamano…” disse John.
“piscine” lo corresse Demelza.
“si, quelle… beh siete tutti invitati!”
Tutti erano entusiasti dell’idea. “uffa, basta che non organizzate quando non ci sono! Io vado in Italia, al mare per alcune settimane…”
“meno male!” esclamò John, prendendosi una spinta da Miriam. “cretino!”
"scusa sono solo sincero!"
"invece so benissimo che senza di me non sapete stare..."
"se lo dici te..."
"quest'estate non sarà
come le altre..."
aveva sospirato Molly Weasley, mentre andava verso i cancelli di
Hogwarts
accompagnata dai figli, prima di rispartire verso casa. Ginny era
rimasta in
silenzio. "cosa succederà?" chiese Ron. La donna
accarezzò la testa
del suo figlio più piccolo, anche se ormai alto più di
lei. "cambieranno
un pò di cose" rispose dolcemente "ma l'importante è che
restiamo
tutti uniti". Fred passò un braccio attorno le spalle della
madre
"hai sette figli su cui contare" le disse.
"nessuno sarà mai
solo... non abbiamo mai avuto
modo si rimanere soli nella nostra famiglia, neanche a volerlo,
perchè dovrebbe
accadere ora?" disse George. Molly sorrise, ma i suoi occhi erano
umidi.
"diventerà tutto così difficile..." mormorò. in un
momento di
silenzio si asciugò gli occhi colmi di lacrime e rivolse un
sorriso ai ragazzi.
"beh, ci vediamo tra pochi giorni... non mi fate preoccupare"
"..soprattutto voi due..."
disse con un
cipiglio severo rivolto ai due gemelli.
"tranquilla ma'"
"faremo onore al nome Weasley,
come
sempre"
"e... state vicino ad harry...
non opprimetelo,
non fategli troppe domande... ma fatelo sentire... in famiglia."
E, mentre diceva questa frase,
a Ginny parve che il
suo sguardo si fosse posato proprio su di lei. Ma forse era stata solo
un
impressione, perchè sua madre guardava Ron, che annuì.
"facciamolo venire da noi
subito" disse il
ragazzo.
"purtroppo non si può.
Silente ha detto che
deve andare per un pò dai suoi zii"
"ma perchè? sono delle
persone orrende"
esclamò Fred .
"Silente dice di avere le sue
buone ragioni.
Dobbiamo fidarci di lui."
"ragazzi, io vado a cercare Ron..." disse Ginny, alzandosi dal suo posto. "seee, ammettilo che vai da Micheal" esclamò Miriam, ridacchiando.
"sì, andate a sbaciucchiarvi in qualche scompartimento vuoto, eh?" disse John. Grace alzò gli occhi al cielo, sospirando. "scusalo Ginny. cerco di dimenticare ogni giorno che è mio fratello." disse.
"non ti preoccupare, ne so qualcosa di fratelli imbarazzanti" disse Ginny sorridendo e uscendo dalla porta. In realtà non cercava ne Ron nè Micheal. Solo che aveva bisogno di qualcuno... ma non sapeva neanche di chi. sapeva solo che quello scompartimento stava diventando troppo stretto e lei doveva uscirne. Per forza.
Camminando era arrivata a quello scompartimento, quello di cui probabilmente aveva bisogno, quello che stava cercando. Tra le tendine tirate vide la testa cespugliosa di Hermione, che mostrava un barattolino ai suoi due migliori amici, che la osservavano stupefatta, mentre lei diceva qualcosa. Ad un certo punto scoppiarono a ridere tutti e tre. Ginny li guardò, e subito ritrasse la sua mano, che si era adagiata sulla maniglia. Nonostante l'amicizia che la legava ad Hermione, alla fratellanza con Ron e l'indiscusso affetto che provava per Harry, non riusciva a penetrare quella gigantesca bolla che quei tre formavano su di loro. Sua madre si sbagliava. Harry non aveva nessun bisogno di lei. Lui la sua famiglia ce l'aveva.
Con il cuore pesante si voltò, e si imbattè nell'alta figura di Micheal.
"io e te ci riusciamo ad incontrare solo in questo modo, eh? o ti prendo alle spalle o non c'è possibilità di vederti" disse lui.
"scusami" sussurrò la ragazza, poggiando la testa sul suo petto.
"giornata pesante, eh?" disse lui, accarezzandole i capelli.
"ultimamente lo sono tutte"
"senti, per evitare i tuoi fratelli" disse Micheal "andiamo in quello scompartimento... stiamo un pò io e te"
"non chiedo di meglio" disse la ragazza sorridendo e insinuando le sue dita fra le sue. Forse non era di harry che aveva bisogno in quel momento. Forse i suoi passi non l'avevano condotta a quello scompartimento. "forse mi hanno condotta proprio qui" pensò, mentre appoggiava la sua testa sulla spalla di lui, le dita intrecciate, con le sue parole dolci che cullavano la sua anima, rendendola leggera.