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Autore: SummerRestlessness    29/04/2010    6 recensioni
Un'intervista a quel "vampirucolo" di Robert Pattinson...
Niente di impegnativo :P Succederà qualcosa di strano tra Robert e la sua intervistatrice?!? Questo "qualcosa" ci metterà più o meno di 30 capitoli per succedere? ;)
Ho messo OOC perchè non so come sia Robert in realtà (ma vah?!?) e quindi qualcuno potrebbe rimanere deluso da come l'ho immaginato io...
Genere: Comico, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Robert Pattinson
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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3. Smorfiosetta

Lui,
dall’altra parte della porta,
ancora allibito per quello che è successo,
per come l’ha trattato quella tizia, un po’ pazza, forse. Ma comunque simpatica. Diversa.
Ed è come un raptus, non ci pensa.
Prende un foglio a caso dalla cartella stampa, la stessa piena di robe assurde su di lui, robe che partono dalla sua data di nascita e finiscono con il colore delle sue ciglia. Dettagli inutili che nemmeno lui conosce.
Le odia, lui, quelle cose. Le cartelle stampa e i photoshoot e i cartelloni pubblicitari e la promozione e le interviste...
E adora tutto ciò che gliele rende meno pesanti. E vuole sdebitarsi.
La sua mano tiene la biro in un modo strano, come al solito da quando era bambino, ma anche così scorre leggera sul foglio, veloce, sicura: in realtà, non è sicuro di quello che sta scrivendo, ma sembra non poterne fare a meno. Spinto da chissà quale forza.
Pochi secondi dopo, accartoccia il pezzo di carta (piegare qualcosa non è da lui) e chiama la tizia... quella che apre e chiude la porta... dovrebbe chiamarsi...
- Alice...? – dice cercando di pronunciarlo all’italiana – Could you do me a favour?- e poi le sorride ammaliante.
E allora come si fa a dirgli di no.

Mi appoggio al muro e inspiro forte. Non so cosa penseranno di me tutti gli altri giornalisti SERI che sono seduti composti in questa saletta, ad attendere il proprio turno, ma non mi importa. Non mi importa se mi hanno vista uscire da quella porta sconvolta, accaldata, probabilmente spettinata. E stronzetta.
Dopo pochi secondi in cui non sono riuscita ancora a muovermi dalla mia posizione, si affaccia dalla porta la ragazza carina che poco prima mi aveva fatto entrare in quella stanza per l’intervista e chiama un altro nome.
Dopodiché, inaspettatamente, si volta verso di me e mi dice:
- Signorina, il signor Pattinson mi ha chiesto di consegnarle questo.
Mi porge un foglietto spiegazzato e attende con pazienza che io smetta di guardarla con gli occhi fuori dalle orbite, realizzi cosa sta succedendo e prenda in mano il pezzo di carta.
Signorina. Il signor Pattinson. “Pff, il sign...” Questo.
Guardo in basso e vedo la mia mano afferrare poco convinta qualcosa di bianco e ruvido.
Poi, prima che possa riprendermi e chiederle qualcosa, la ragazza scompare ancora dentro la stanza, chiudendosi la porta alle spalle con un tonfo.
Grazie.

Guardo il pezzo di carta bianco che mi ritrovo chissà come tra le mani e passano minuti prima che io finalmente lo apra, rivelando una scrittura allungata ed irregolare, segnata probabilmente dalla fretta del suo proprietario.
Lui?
Un dubbio, una speranza, tanta sorpresa.
La curiosità ha la meglio sullo stupore, così inizio a decifrare il messaggio... e già dalla prima riga ho bisogno di rileggere più volte quello che c’è scritto, tanto sono incredula.

Mi sento un po’ in colpa per non averti dato materiale su cui lavorare per scrivere la tua intervista,…
“In co...? In colpa, certo. Materiale...”
…quindi, se vorrai, ai tuoi capi potrai dire che sei uscita a cena con me, stasera.
“Ai miei capi, dico così. Eh si. Ma perché...? Non vorrà mica...”
Ci vediamo alle 8 al ristorante dell’albergo.
“Ci ved... ci ved... Oh, merda.”

Leggo il resto come in trance, e stavolta devo rileggere le frasi almeno tre volte, prima di capirle. E una quarta prima di riuscire a sorriderne.
 
È gradita la camicia di flanella. E non pettinarti.
Robert
P.S. In caso mi dessi buca stasera, puoi sempre rivendere la mia firma su ebay come autografo, come parziale risarcimento della mia scarsa professionalità.
P.P.S. Se ora volessi saperlo, la mia seconda domanda sarebbe stata “Vuoi venire a cena con me?”; ma, purtroppo per te, siccome hai fatto la smorfiosetta e non mi hai dato la possibilità di fartela, ora non hai la possibilità di rifiutare il mio cortese invito.
La firma puoi venderla lo stesso.


A bocca aperta, non ce la faccio nemmeno a formulare il pensiero completo nella mia mente. “Mi ha chiesto di... Stasera io e... Ha detto... Devo... cena. Non poss...”
Momentaneamente (spero) impossibilitata anche solo a pensare, smetto quindi del tutto di provarci e mi avvio lungo il corridoio, sicura che una passeggiata mi aiuterà.
Quasi un’ora dopo, non solo mi rendo conto di essermi persa, ma ho anche ricominciato a formulare pensieri sensati, senza però risolvere un bel niente. E intanto, il foglio spiegazzato nella tasca della mia giacca brucia come se avesse preso fuoco.
Un fuoco invisibile, che prima di tutto divora ME.

“Non posso andarci. Per almeno un milione di motivi.
Perché mi sono comportata da stupida, da “smorfiosetta”, come ha scritto lui, da stronza e da isterica patetica ragazzina che si scioglie di fronte ad un attorucolo.
Un attorucolo troppo bello, però. Ma non è solo questo. È anche non troppo sicuro di sé, divertente, cordiale, interessante, misterioso quanto basta, maledetto più di quello che basta e... non so. Magnetico. Ok, basta davvero. Qui finisce che divento pazza.
Ma quel biglietto? E quella proposta?
Forse la ragazza si è sbagliata, forse non ero io la “signorina” a cui era riservato il messaggio.
Sì, deve essere così... Era di sicuro per un’altra “signorina”, bionda, alta, bella da mozzare il fiato e curata, perfetta. Era sicuramente per una così, quel biglietto.
Scritto di fretta.
Subito dopo che sono uscita.
Che parla di non averle dato abbastanza materiale su cui lavorare. Parla di camicie di flanella. Parla di capelli spettinati. Parla di una smorfiosetta che gli ha rifiutato una domanda.
Parla di una smorfiosetta fottuta.
Parla di me.”






N.D.Summer
Uhm...siete proprio sicure che "lei" andrà all'appuntamento?!? Insomma, siamo tutte d'accordo... Sarebbe da pazzi non farlo, no?
Ma come abbiamo già appurato, questa tipa non è tanto normale... Ihihihi, scusate per la pulce nell'orecchio, aggiorno presto!!! Baci
   
 
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