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Autore: ceciotta    29/04/2010    2 recensioni
Due ragazze si trasferiscono in una nuova scuola e fanno amicizia, ma forse una delle due nasconde un segreto...
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ed eccoci al secondo capitolo. vi prego solo di non lanciarmi pomodori maturi e uova marce. Comunque mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate. ;-)

 

Dal capitolo precedente:

...Quando uscì dalla grotta per prima cosa vide il suo fagotto e lo raccolse incredula, notando che si era rimpicciolito. Il suo stupore crebbe quando si guardò intorno. Allora capì che non era stato il fagotto a rimpicciolirsi...

 

 

 

Esiliata

Nel mondo degli Umani

Era passato qualche mese quando, nel mondo degli Umani, Viola si apprestava ad entrare nell’imponente edificio scolastico del liceo scientifico. Era un po’ spaventata perché era il primo giorno di scuola. Anche se cercava di calmarsi era sempre più agitata: era arrivata da poco in quella città e non aveva ancora conosciuto nessuno. E se non fosse riuscita a farsi degli amici? Entrò nel portone della scuola e si costrinse a stare tranquilla perché era inutile fasciarsi la testa prima di cadere, come le ricordava sempre suo padre. Incontrò un bidello che la accompagno fino all’ufficio del preside e bussò. Dall’altra parte qualcuno disse: "Avanti!". Viola varcò la soglia e si ritrovò in un’ampia stanza in cui c’erano due armadi e, in mezzo alla camera, una grande scrivania. Seduto alla scrivania c’era il preside, un uomo di aspetto amichevole, che la accolse con un gran sorriso. Dalla parte opposta della scrivania c’erano due sedie, di cui una era già occupata da una ragazzina della sua età molto carina, con capelli neri lunghi e grandi occhi blu profondo.

"Buon giorno!" salutò Viola, un po’ rassicurata dal sorriso che il preside le rivolgeva.

"Ciao. Tu devi essere Viola Cito. Siediti"

Obbedì e sorrise all’altra ragazza, che ricambiò. Il preside continuò: "Bene, Viola, io sono il preside Venturi. Spero che ti troverai bene nella mia scuola. Lei è Margherita Capace. Anche lei è appena arrivata in questa scuola come te. Siete entrambe nella stessa classe, la II D. Adesso vi condurrò lì e nell’intervallo vi farò visitare la scuola". Parlò ancora per qualche minuto Spiegando che professori avrebbero avuto e altre cose. Poi le portò, come aveva detto, nella loro aula. Appena il preside entrò i ragazzi della II D si alzarono tutti in piedi e le sedie strusciarono rumorosamente per terra. Il preside fece loro cenno di sedersi e presentò le due ragazze. Margherita si grattava il lobo dell’orecchio; Viola intuì che era imbarazzata. Il preside incaricò un’alunna con lunghi capelli castani di far loro vedere la scuola durante l’intervallo.

"Spero che le facciate sentire a loro agio e che le accettiate nella vostra classe" concluse poi prima di salutare e tornare al suo lavoro.

La professoressa di turno, la signora Marzia Vassallo di Inglese, con gli altri ragazzi, accolse le nuove arrivate calorosamente. Dopo essersi ulteriormente presentate, le due ragazze si sedette vicine negli unici due banchi liberi, in fondo alla classe. Presero i libri e la lezione cominciò, dopo che la professoressa ebbe spiegato alle due fin dove erano arrivati l’anno precedente con il programma. Dopo Inglese ebbero due ore di Italiano, tenute dalla professoressa Angela Parvi. Alle undici meno dieci suonò la campanella dell’intervallo. Subito la ragazza dai capelli castani raggiunse le due e disse: "Venite! Io sono Sofia. Benvenute nella nostra classe. Adesso vi faccio vedere la scuola."

Mentre scoprivano dov’erano i bagni, la segreteria, la palestra, la biblioteca, il laboratorio linguistico e altri servizi, Margherita e Viola parlarono molto, coinvolgendo anche Sofia nella conversazione. Visitarono l’intera scuola poi tornarono in classe giusto in tempo prima che suonasse la campanella. Ebbero un’ora di latino, in cui studiarono il comparativo. Quel giorno la classe usciva a mezzogiorno, quindi al suono della campanella gli studenti uscirono di corsa dalla scuola e si riversarono nella piazzetta di fronte. Margherita e Viola decisero di chiacchierare un po’ da sole. Si sedettero in una panchina. La prima a parlare fu Viola:

"Sono contenta di non essere l’unica nuova arrivata. Sai, non che io sia timida, ma in questa città non conosco quasi nessuno e in questa classe sapevo che si erano già formati dei gruppetti perché è il secondo anno per loro".

"Anche per me è la stessa cosa" rispose Margherita, poi chiese: "Perché ti sei trasferita?"

"Mia madre fa la giornalista ed è stata chiamata a lavorare nel giornale di questa città. Mio padre non aveva problemi, perché scrive libri, quindi mia mamma ha accettato. All’inizio ero arrabbiata con loro perché non mi avevano consultato; poi però la mamma mi ha promesso che mi avrebbe fatto andare a trovare i miei amici quando volevo durante i weekend. Inoltre posso allargare le mie amicizie stando in un’altra città. Adesso sono in viaggio per lavoro e mia nonna è venuta a stare da noi".

Margherita sospettava che non fosse proprio così perché l’amica era lievemente arrossita, ma in quel momento Viola le chiese: "E tu? Perché ti sei trasferita?"

Di nuovo Margherita prese a grattarsi il lobo dell’orecchio.

"Io mi sono trasferita qui con i miei per fare compagnia a mia nonna. Sai, è piuttosto anziana ed è sola. Mio padre è il suo unico figlio e quindi tocca a noi occuparcene. L’unico problema è che i miei lavorano lontano. Mia madre sta provando a farsi trasferire più vicino, ma non c’è ancora riuscita".

Pur non sapendo perché, Viola dubitava che le cose stessero esattamente così ma non indagò oltre. Tornarono a casa insieme e scoprirono di abitare vicine. Quando si salutarono Viola invitò l’amica a casa per studiare e Margherita rispose che sarebbe venuta volentieri.

"Sofia mi sta molto simpatica"disse Margherita, "Mi ricorda molto una mia vecchia amica".

"Anche Matteo è simpatico" esclamò Viola, "È quello che ha fatto l’imitazione della professoressa Vassallo".

"Sì, è vero. Invece Paolo non mi piace tanto: mi sembra arrogante" notò Margherita pensosa. "Forse è solo una mia impressione, l’ ho conosciuto solo oggi" si affrettò ad aggiungere.

"Non so… neanche a me piace come carattere"

Ripresero a fare l’esercizio d’inglese.

Finirono i compiti e verso le sei Margherita se ne andò. Viola andò a letto presto quella sera e mentre era sotto le coperte penso alla sua prima giornata nella scuola nuova. Era stata una giornata molto bella ed era riuscita a far subito amicizia. Doveva ammettere che Margherita era un po’ strana: Viola credeva che non le avesse detto tutta la verità sul perché si era trasferita; probabilmente non si fidava ancora abbastanza della nuova amica e questo Viola poteva capirlo, si conoscevano solo da quella mattina. In effetti, anche lei non era stata del tutto sincera. Ma questa non era l’unica cosa strana, perché, durante l’intervallo, quando Sofia aveva mostrato loro la biblioteca, la ragazza aveva avuto un strana reazione: era diventata pallida come un lenzuolo e sembrava sul punto di svenire. Si era ripresa subito e nessuno, tranne Viola, se n’era accorto. Non riusciva a capire il perché di questa reazione: era come se avesse letto nella mente di Viola e avesse sentito le sue stesse emozioni. Piano piano la ragazza si addormentò, felice di aver trovato un’amica, anche se misteriosa.

Nel frattempo, poco lontano, anche Margherita era a letto e stava pensando alla giornata. Non era stata una brutta giornata come pensava, anzi. Si era divertita molto, i suoi compagni erano abbastanza simpatici e aveva una nuova amica. Cosa poteva desiderare di più da una prima giornata di scuola? Ma si era accorta che, come lei, Viola non era stata sincera. Non sapeva spiegarsi nemmeno la sua reazione in biblioteca. Sospirò al pensiero della biblioteca e si addormentò con i brutti ricordi che questa le faceva venire in mente.

Si rividero anche dopo pranzo. In realtà avevano poche cose da fare e chiacchierarono a lungo sulle impressioni che avevano avuto sui loro nuovi compagni di classe.

 

Il giorno dopo Viola e Margherita si sedettero ai loro posti chiacchierando con Sofia. Viola invitò anche lei questa volta a fare i compiti insieme a loro e Sofia accettò l’invito. In quel momento arrivò il professore di matematica e tutti presero posto. Le ore passarono in fretta anche se quel giorno dovevano uscire all’una. Come d’accordo, alle tre Margherita e Sofia arrivarono a casa di Viola che le accolse con gioia.

"Entrate!" esclamò dopo aver aperto la porta. Le condusse in camera sua e chiese loro: "Volete qualcosa da bere?"

"No, grazie" rispose Margherita. Anche Sofia declinò l’offerta. Salirono in camera di Viola e tirarono fuori i libri.

"Come sta tua nonna? È in casa?" si informò Sofia. Viola aveva detto pure a lei che viveva con la nonna. La ragazza lasciò quasi cadere i libri che aveva tirato fuori.

"Sta bene" disse riprendendosi, "Adesso però è fuori, non credo che tornerà prima di sera".

Margherita notò che sembrava imbarazzata, ma non disse niente. Viola propose di cominciare da storia, poi passarono a matematica: le tre amiche adoravano quella materia ed infatti si erano iscritte volentieri al liceo scientifico. Sofia spiegò che le piacevano soprattutto le espressioni.

"Quando non ti vengono ti fanno tanto arrabbiare, ma è una soddisfazione riuscire a trasformare tutti quei numeri e lettere in un unico risultato!" esclamava sorridendo.

Dopo aver fatto anche latino Margherita e Sofia si congedarono.

 

Passarono alcuni giorni, in cui le nuove arrivate conobbero altre persone. Margherita invitò molte volte Viola a casa sua e si vedevano quasi tutti i giorni. Si erano ormai abituate alla routine quotidiana della scuola e dello studio quando nella seconda settimana successe una cosa incredibile.

 

 

 

 

Allora, che ne dite di lasciare un commentino per farmi sapere chi secondo voi è la più sospetta?

   
 
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