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Autore: funkia    01/05/2010    21 recensioni
Stavo seduta sull’incavo della finestra fissando il paesaggio attorno alla casa dei nonni. Per ettari ed ettari si vedevano solo campi arsi e colline, il lago dove papà ci portava sempre quando eravamo piccoli e il ripostiglio dove il nonno teneva i suoi attrezzi Babbani. Era estate e avrei dovuto sentirmi euforica. Euforica di stare in vacanza, di non dover andare a scuola e di poter passare i pomeriggi all’ombra degli alberi a leggere un buon libro. Ma non mi sentivo affatto felice. Le voci allegre dei miei familiari provenivano dal piano di sotto e io mi sentivo sempre peggio. Avevo fatto un errore. Avevo fatto un enorme errore. E adesso non sapevo come fare a dirlo a papà
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Severus Potter, Nuovo personaggio, Rose Weasley, Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Tutta l’agitazione che avevo avuto nel mio momento con Malfoy era svanita nell’arco di una settimana

                                 DON’T TELL DAD

 

                                24. Can u imagine?

 

 

RSV

Tutta l’agitazione che avevo avuto nel mio momento con Malfoy era svanita nell’arco di una settimana. Avevo fatto esattamente come aveva detto Sol, avevo aspettato pazientemente una nuova mossa che però sembrava non arrivare mai. Per tutta la settimana durante le lezioni gli avevo lanciato sguardi di sbieco, ma si comportava come se non fosse mai successo niente. O peggio, come se non gli importasse niente.

 

Mi stava prendendo in giro?

 

Non volevo pensarci, avevo deciso che sarebbe stata una perdita di tempo. Perciò quel sabato pomeriggio, invece che ardire le mie solite congetture con le ragazze, me n’ero andata in biblioteca a studiare e appuntare le prime cose sul mio nuovo appunta- appunti.

 

“Io lo detesto!”

 

Alzai appena gli occhi dal mio libro, Vanessa si era seduta di fronte a me e sembrava furiosa. Io cercai di ignorarla e tornare a studiare le proprietà dell’Essenza di Dittamo, ma lei continuò a sbuffare fino a che non sospirai anche io e le prestai la mia completa attenzione.

 

“Posso indovinare di chi stiamo parlando?” Chiesi esasperata.

 

Vanessa mi guardò male, poi partì in quarta. “Non è neanche passato un mese da quando ci siamo lasciati! Neanche un mese! Si può essere così viscidi? E giuro che in vita mia, dopo sei anni che frequento questa scuola, non avevo mai visto Albus flirtare con delle stupide ragazzine del secondo anno.”

 

Io alzai un sopracciglio. “Come sai che sono del secondo anno?”

 

“Sono troppo sveglie per essere del primo anno.” Disse. “E troppo stupide per essere del terzo.”

 

Se la cosa ti dà tanto fastidio, perché non vai a riprendertelo?” Obbiettai io con fare ovvio.

 

Vanessa scosse la testa. “Tu non capisci, Rose, io non posso andare a riprendermelo! Non finché sarà così ottuso da non voler vedere la verità.

 

“Forse se tu mi dicessi cosa è successo…”

 

“Non ho voglia di parlarne!” Fece lei stizzita.

 

Io sbuffai e tornai sul mio libro. “Va bene, fai come ti pare.”

 

“Ehi! Non puoi mollarmi così, io ho bisogno del tuo aiuto!” Fece Vanessa esasperata.

 

Io alzai gli occhi su di lei come se le fosse partita qualche rotella. “E cosa credi che possa fare? Non ho neanche la più pallida idea di per che cosa vi siate lasciati, come credi che possa farlo ragionare se neanche so di che cosa stiamo parlando?”

 

“Non lo so.” Disse. “Inventati qualcosa.”

 

Io scossi la testa cercando di pensare a qualsiasi cosa pur di farla stare zitta. “Non lo so, … prova ad entrare nella squadra, il Quidditch pare essere l’unica cosa che gli interessa…”

 

Stavo aspettando un’altra obiezione, ma stavolta mi rispose solo il silenzio. Alzai la testa di scatto e vidi Vanessa mordersi un labbro come faceva sempre quando stava prendendo in considerazione qualcosa. Io la fissai come se fosse pazza.

 

“Non vorrai davvero entrare nella squadra?? Tu non sai giocare!”

 

Vanessa scrollò le spalle. “Ho giocato tante volte a casa dei tuoi nonni e so tutte le regole. Potrei andare ai provini come portiere, non sarà tanto difficile.

 

“Che cosa?! Vanessa, ma ti rendi conto di cosa… ma cos’è questa mania che tutti vogliono giocare a Quidditch?” Feci in preda al panico. “Stavo solo scherzando, quando te l’ho proposto, e adesso pensi seriamente di entrare nella squadra?”

 

“L’hai detto tu, Rose, è l’unica cosa che gli interessa. Disse. “E se io sono la squadra, io gli interesso.

 

“Tu sei fuori.” Feci io scuotendo la testa. “Voi siete fuori. Siete tutti impazziti. Tu, Albus, Hugo e Lily siete tutti impazziti. Ecco cosa succede.”

 

Vanessa fece come se non mi avesse neanche sentito. “Quando sono i provini?”

 

Guardai l’orologio al polso. “Veramente… tra cinque minuti.”

 

Vanessa sgranò gli occhi e balzò in piedi. Non mi salutò nemmeno, corse via veloce come un fulmine ed io, un po’ per pigrizia un po’ perché sarebbe stato inutile, non la fermai. Sol fece capolino da dietro uno scaffale e mi guardò stupita.

 

“Dove se ne va?”

 

Io scossi la testa esasperata. “Ci crederesti? Va a i provini di Quidditch per cercare di entrare nella squadra come portiere, così spera che Al la prenda in considerazione.”

 

Sol spalancò gli occhi e venne a sedersi con me, proprio dove stava Vanessa qualche attimo prima. “Stai scherzando, vero? Vanessa no può essere così estupida! Iniziare a giocare a Quidditch solo por un ragazzo?” Io scrollai le spalle. “La serpe?”

 

Io aggrottai la fronte e la fissai. “La cosa?”

 

Es un nome in codice.” Disse alzando gli occhi al cielo. “Per una che ha E in tutte le materie credevo che fossi un poco più sveglia, Rosie.”

 

“Oh!” dissi io afferrando. “Non si è più fatto vivo. Niente di niente. Te l’avevo detto, Sol, cerca solo di prendermi in giro, forse voleva farmi capitolare nella speranza di farmi fare una figuraccia davanti a tutta la scuola… di nuovo.

 

Sol fece una smorfia. “Non so. No sono così convinta. Lo hai detto tu che te ha sniffato.”

 

Io arrossii solo al ricordo. “Annusato.” La corressi. Adesso che cercava di imparare finalmente l’inglese, ci mancava solo che le insegnassi dei termini sbagliati. “Non sarebbe la prima volta che fa una cosa strana.

 

Dai tempo al tempo, Rose.”

 

Io sospirai e alzai gli occhi al cielo pensando tra me e me. Valeva davvero la pena aspettare una cosa che mi era stata proibita da quando avevo undici anni? Non ero mai stata una persona paziente e se volevo qualcosa andavo a prendermela, ma questa volta potevo veramente azzardare e prendermi l’unica cosa a cui avrei dovuto stare lontano?

 

 

**

 

 

 

Al rientrò in Sala Comune solo in serata e pareva essere nero di rabbia. Io ero seduta sul divano a leggere un buon libro, mentre Gaby e Sol giocavano a scacchi magici nelle poltrone a fianco. Lo guardammo perplesse sedersi in una poltrona  di fronte alle gemelle, in silenzio, come se si stesse trattenendo dall’esplodere. Stavo quasi per chiedergli che cosa fosse successo ma Vanessa entrò subito dopo di lui con un sorriso enorme, corse da noi e urlò.

 

“Sono nella squadra!” Fece saltando su e giù. “Sono nella squadra, sono il nuovo portiere dei Grifondoro! Oh, devo andare a dirlo a tutte!”

 

Senza che potessimo dire nulla si fiondò su per il Dormitorio. Io mi voltai di scatto verso Al, che mandò un grugnito incrociando le braccia come un bambino piccolo.

 

“L’hai presa in squadra?” Chiesi allibita. “Ma che diavolo ti è preso?”

 

“Dimmi, Rose, ti sembrò forse felice?” Chiese aggressivo ma in maniera sarcastica. “Non ho potuto fare altrimenti, ha preso tutte le Pluffe e gli altri portieri facevano schifo! E credimi, se fosse stato per me avrei preso un portiere da schifo, ma Hugo e Lily…”

 

Hugo e Lily sono entrati nella squadra?” Chiesi sempre più allibita.

 

“Battitori.” Rispose Al. “Sono bravi. Fanno un bel lavoro di squadra.”

 

Sol rise e scosse la testa. “Lo credo bene, con todo quello che combinano.

 

“Non capisco perché debba sempre starmi tra i piedi. Fece Al riferendosi a Vanessa. “Si è candidata come portiere pur di starmi sempre attorno.

 

Io alzai gli occhi al cielo. “E’ un vero mistero.” Feci annuendo. “O magari è solo che vi siete lasciati e cerca di richiamare la tua attenzione?” dissi guardandolo male.

 

Al sbuffò. “Ti ho già detto che non ho voglia di parlarne.”

 

“Oh ma insomma, hai tanto criticato quell’idiota di Gill Ryan e adesso ti comporti peggio di lui! Peccato che non ci sia nessun altro Albus Potter per poterti tirare un cazzotto!”

 

Quell’idiota deve piacerle più di me dato che ha continuato a mandargli lettere per tutta l’estate!” Sputò fuori Al.

 

Io sbarrai gli occhi e anche le gemelle alzarono la testa dalla scacchiera. “E’ per questo che avete litigato?”

 

Al distolse lo sguardo. “Non ho voglia di parlarne.”

 

“Va bene.” Dissi fumando di rabbia. Adesso mi stavo davvero stancando. “Adesso con il tuo permesso vado a finire gli ultimi compiti e poi andrò a fare la tua ronda notturna.

 

Al si voltò di scatto verso di me. “Avevi detto che ti andava bene!”

 

Scrollai le spalle indifferente, ma in realtà mi importava eccome. “Quale sarebbe la differenza tra fare la ronda da sola o farla con te, tanto non vuoi raccontarmi niente.

 

“Ehi, adesso non fare così!” Fece lui alzandosi. “Questi non sono affari tuoi, non puoi dare per scontato che io te ne debba parlare. Tu non mi hai mai detto di…”

 

Si fermò in tempo, ma capii che cosa voleva dire. “Credo che la situazione sia un po’ diversa, Albus.

 

Lui si leccò le labbra per fare una pausa. “D’accordo.” Disse. “Vai. Stasera siamo entrambi troppo nervosi per discutere. Ne parleremo domani.”

 

“Ne parleremo?” Chiesi.

 

“Ne parleremo.” Disse. “E’ una promessa.”

 

 

**

 

 

Con in testa la promessa di Al iniziai la mia ronda. Era appena scoccata la mezzanotte ed era la prima ronda dell’anno che facevo. Mi guardai un po’ intorno, camminando lenta per i corridoi, guardando un po’ i quadri che ormai non vedevo da tempo. Alcuni mi salutarono cortesemente, altri erano già addormentati.

 

Avevo pensato che quest’anno sarebbe andato alla grande, Al e Vanessa che stavano insieme, Gaby e Vincent, io che cercavo di stare alla larga da Malfoy, ma si era rivelato essere tutto il contrario di quello che pensavo. Beh, tranne per Gaby e Vincent.

 

Svoltai l’angolo del terzo piano e sentii un fruscio dietro di me. Mi voltai di scatto ma non c’era nessuno.

 

“Perfetto.” Dissi tra me. “Ricominciamo con la paranoia.

 

Mi voltai di nuovo e provai a cacciare un urlo, ma una mano bloccò la mia bocca per impedirmi di emettere alcun suono. Non appena mi fui tranquillizzata feci un passo indietro, tenendomi il petto con le mani all’altezza del cuore e fissai incredula Malfoy.

 

“Ma sei diventato pazzo?!

 

Malfoy fece mezzo sorriso e scrollò le spalle. “Credevo che ormai ci avessi fatto l’abitudine. Invece continui a spaventarti.”

 

“Chissà perché!” Feci io sarcastica cercando di riattivare il cuore. Lo fissai, era diventato più alto e mi guardava con i suoi occhi metallizzati. “Si può sapere cosa diavolo ci fai qui?”

 

Scosse la testa e sospirò, ma prima che potessi dire qualunque altra cosa mi prese per un polso e mi trascinò, letteralmente, nella prima aula vuota. Era l’aula di Trasfigurazione, se solo la McGrannitt avesse saputo che eravamo lì dentro durante la notte ci avrebbe messi in punizione per un mese. Non appena lasciò andare la presa mi fermai di botto e scrollai via la sua mano, Malfoy si voltò per guardarmi in faccia, alzando un sopracciglio.

 

E adesso che bisogno c’era di portarmi qui?” Chiesi scocciata.

 

“Non sei l’unico Prefetto a giro per una ronda, Hataway sta sorvegliando la scuola. Disse. “E i quadri sono chiacchieroni.”

 

Io mi sentii improvvisamente nervosa, ma anche arrabbiata. “Non ci sarebbe stato proprio niente di cui parlare se fossimo stati in corridoio. Tu non dovresti essere qui, e cosa più importante io non dovrei essere con te, quindi se sei qui solo per prendermi in giro, e so che sei qui per prendermi in giro, esattamente come hai fatto una settimana fa, anche se ancora non ho capito bene il tuo piano, ma appena capirò che cos’è io…”

 

 

Io non ricordavo neanche più che cosa stavo dicendo. Pensavo solo che Malfoy avesse le labbra più morbide di quello che mi aspettassi e non era affatto fatto di ghiaccio. Anzi. Era bollente, sembrava ardere di un focolare interno tanto da inondare di calore anche me. Avevo immaginato tante volte di baciare Malfoy durante quest’ultimo periodo ma l’avevo sempre pensato… un momento, stavo seriamente baciando Scorpius Malfoy?

 

Balzai indietro come scottata e lo fissai con gli occhi sgranati. Malfoy mi fissò come se non capisse il mio improvviso cambio d’umore. Boccheggiai un paio di volte prima di riuscire a dire qualcosa di sensato.

 

“Tu mi stavi baciando?”

 

Malfoy alzò un sopracciglio. “A te cosa sembra?”

 

Perché?” Chiesi stupidamente.

 

Malfoy sospirò e vagò a giro con lo sguardo. “Beh, sinceramente non ne ho idea. Mi andava.” Disse. “E poi avevi ragione, te l’ho detto.”

 

Cominciavo a sentirmi seriamente frustrata. “Su cosa avevo ragione?” Chiesi. “Che cos’è che mi hai già detto?”

 

“Le rose.” Disse guardandomi. “Tu profumi di rose. L’hai detto tu, io sentivo le rose nell’Amortentia. Ci ho pensato su, per tutta l’estate. Anche quella volta in punizione, non ho sentito il profumo della stanza appena pulita, eri tu.

 

Io arrossii al ricordo. “E’ solo una stupida coincidenza.”

 

Malfoy mise su un mezzo sorriso. “Per una volta mi piacerebbe tanto darti ragione, Weasley, ma non mi spiegherei come mai sono stato a pensarti per tutta l’estate. Lo so, è triste, ma piano piano me ne sono fatto una ragione. Sono stato ad aspettarti fino a notte inoltrata davanti alla tua Sala Comune per dire grazie l’anno scorso, vorrà pur dire qualcosa!”

 

Io lo guardai a bocca aperta. “Beh, sì, io me lo sono chiesta mesi fa e tu te lo chiedi solo adesso? E cosa pensi che dovremmo fare, metterci insieme e aspettare impazientemente il nostro primo San Valentino?”

 

“A dire il vero,” fece lui con un sorrisino. “Abbiamo già passato insieme un San Valentino.

 

Per un attimo mi chiesi di cosa stesse parlando, ma poi ricordai che a San Valentino mi ero rifugiata in biblioteca e come sempre ci avevo trovato Malfoy. Che poi era anche lo stesso giorno in cui mi ero resa conto di avere una cotta per lui. Arrossii di botto ed indietreggiai ancora, mi morsi un labbro furiosamente, ancora stentavo a credere a tutto quello che aveva detto.

 

“Perché mai dovrei crederti quando potrebbe essere tutto uno stupido scherzo?” Chiesi con la voce tremante.

 

Malfoy mi raggiunse in due passi, prese violentemente il mio viso tra le sue mani e mi baciò di nuovo. Era una bella sensazione. Continuò a camminare fino a che la mia schiena non sbatté contro la parete, facendo traballare degli oggetti vicino a noi. Era pieno di passione e continuava a baciarmi come se fosse il suo unico modo di respirare. Non ero mai stata baciata così.

 

Si staccò da me solo quando fu a corto di fiato ed anch’io lo guardai ansimando. “Ti basta questo?” Sussurrò.

 

Io lo guardai ancora qualche secondo facendo dei respiri profondi. “No.” Soffiai. “Non mi basta affatto.”

 

Detto fatto, mi baciò di nuovo. Che poi era quello che volevo. Da mesi. Mi sembrava come se baciarlo fosse la cosa più naturale del mondo, come se lo facessi da anni. Invece per anni eravamo solo riusciti ad insultarci. Ma era forse questo che aveva fatto in modo da avvicinarci talmente tanto da toccare il proibito?

 

“Tutto questo è sbagliato.” Sussurrai a corto di fiato, cercando di spingerlo indietro.

 

Malfoy appoggiò la fronte sulla mia. “Vallo a dire a Gazza, magari ci mette in punizione insieme.

 

Io alzai gli occhi perplessa. “Sai, il tuo misero tentativo di flirtare con me mi fa venire i brividi! Non hai neanche una parola cattiva per me?”

 

“Sono in lutto, Weasley, è stato abbastanza deprimente scoprire di avere una certa attrazione fisica verso una perdente.

 

Aveva detto attrazione fisica? Mi misi più dritta cercando di darmi un contegno. “Bene. Adesso che ci siamo sfogati entrambi dovrei tornare alla mia ronda. Dissi. “E’ stato bello.”

 

Malfoy ridacchiò e scosse la testa. “Ancora non credi ad una parola di quello che ho detto, non è vero?”

 

“No.” Dissi sinceramente. “Non è la prima volta che ti vedo sbaciucchiare qualcuno senza alcuna pretesa.

 

Malfoy colse la mia frecciatina e fece mezzo sorriso. “Quanti punti mi toglierai questa volta?”

 

“Rose? Dove sei?”

 

La voce di Al che proveniva dal corridoio ci fece trasalire entrambi. Malfoy fu più veloce di me, balzò all’indietro e andò a nascondersi tra due armadi all’interno della classe. Io ebbi solo il tempo di voltarmi prima che Al aprisse la porta dell’aula di Trasfigurazioni e ci ritrovassimo faccia a faccia. Al mi sorrise.

 

“Oh sei qui!” disse allegro. “Allora i quadri avevano ragione.”

 

Sentii gli occhi di Malfoy perforarmi la nuca come a dire ‘te l’avevo detto’, ma feci di tutto per non voltarmi e rimanere naturale. “Già.” Dissi ad Al. “Avevo sentito un rumore e credevo che ci fosse qualcuno.

 

Al si guardò intorno ed io sudai freddo. “Beh, non c’è nessuno mi sembra. Dai, Rose, andiamo a letto. C’è già Hataway a fare le ronde.”

 

Io cercai di sorridere e annuii. “Va bene, Al, andiamo.”

 

 

**

 

 

 

Buon compleanno a me!

Ahah, ebbene sì, oggi mi son voluta fare un regalo di compleanno e per una splendida coincidenza arrivo a postare proprio il capitolo clou… che cosa magnifica!

 

Finalmente il momento che tutti aspettavamo da mesi!! La mia unica paura è: è credibile?

 

Come regalo di compleanno inoltre è arrivata un’altra grandissima sorpresa: Don’t tell dad è passata alla seconda fase del concorso come storia con i migliori personaggi originali quindi grazie grazie grazie grazie grazie per tutti i voti che sono arrivati!

 

Grazie a tutti! Scusate se non faccio i soliti ringraziamenti ma oggi avrò davvero poco tempo.

Vi adoro e speriamo di vincere al concorso ^^

 

Baci, zia funkia (da oggi 21enne… anche se se ne sente 15)

 

 

 

 

 

   
 
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