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Autore: EvilFenrir90    01/05/2010    0 recensioni
Il gruppo di ragazzi che andremo ad introdurre è formato da ben 9 ragazze e solo 4 ragazzi. In ordine di età abbiamo: Francesco - (detto Fraffo) 19 anni,Giuliana - (detta Giuly) 19 anni, Francesca – 19 anni, Ornella – 18 anni, Floriana – 16 anni, Giuseppe – (detto Peppe) 16 anni, e il gruppetto più giovane, tutti 15enni formato da Alba, Elly, Illy, Ila, Sirin, Marco e Richie (detto Maw per motivi a noi sconosciuti). I 4 più grandi, grazie ai soldi che avevano messo da parte, erano riusciti ad affittare un minivan a 14 posti (il 14° posto era ovviamente riservato ai bagagli) e speravano sarebbe rimasto quantomeno tutto integro per tutta la durata della vacanza; certo, con quel gruppetto vivace le speranze venivano a mancare poiché, soprattutto i più giovani del gruppo, non riuscivano a stare fermi un secondo.
Genere: Avventura, Sovrannaturale, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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In pochi minuti i 13 ragazzi erano davanti al ristorante: il fronte era immenso e l'insegna era molto appariscente,scritta con dei caratteri molto strani, a forma di animali.
-La A è un anatra!- osservò Marco con sguardo eccitato.
-La N è un nasello! Ahahah!- rise Giuseppe.
-Praticamente ogni lettera è rappresentata da un animale che inizia con quella suddetta lettera! Originale!- disse Illy allegra.
-Volete restare a contemplare la magnificenza dell'insegna aspettando che gli animaletti rappresentati prendano vita e vi diano da mangiare oppure volete entrare a ordinare qualcosa come i comuni mortali?- replicò Richie, tappettando il piede a terra impaziente.
-E tu potevi risparmiarci di questa critica-romanzo-fiume per farci smettere di ammirare l'insegna del ristorante!- rispose Sirin a tono.
-Allora non lo vuoi proprio capire che ho fame! Non ho voglia di sprecare altro tempo a contemplare roba che posso guardare dopo aver mangiato!
-Ehi non ti agitare! Pare che non mangi da chissà quanto tempo!.
-Cappero ragazzi piantatela!- esclamò Giuliana -Sembrate dei bambini!E non dei bambini qualunque, ma dei PamPini con la P!
Anche se il rimprovero non aveva molto senso, i due si ammutilorono ma continuavano a farsi linguacce e smorfie a vicenda fino a quando il gruppo non decise, alla buon ora, di entrare nel ristorante.

Appena entrati c'era da rimanere a bocca aperta. Se l'esterno era appariscente al vedersi, l'interno era da mozzare il fiato. Sembrava di essere dentro un vero e proprio zoo. Ai muri del ristorante c'erano delle sottospecie di vetrine con dentro degli animali. Vivi.
C'era ogni specie d'animale possibile (o quasi): mammiferi, rettili, uccelli e addirittura un enorme acquario con dentro ogni genere di pesce e anfibio.
C'erano anche animali molto rari come i panda o le tigri. Insomma, era un enorme zoo al coperto.
Tutti erano letteralmente senza parole. Non sapevano cosa dire. E nemmeno cosa provare in quel momento, se stupore, meraviglia... o orrore.
-Ma... tutti questi animali intrappolati qui! Secondo voi è legale?- chiese con aria preoccupata Giuliana.
-Non sembrano per niente a loro agio...- osservò Francesco.
-Vorrei ben vedere! E' orrendo tenere gli animali vivi chiusi nelle vetrine come se fossero dei trofei!- esclamò con rabbia Francesca -Vorranno uscire! Guardateli! Sembra ci stiano supplicando con i loro occhietti dolci...
-Purtroppo non possiamo farci niente Fra...dispiace anche me vederli in questo stato...- le rispose Ornella.
-Uff...- sbuffò Fra -hai ragione...
-Bene ora possiamo ordinare qualcosa?- chiese Richie con impazienza, subendo un'occhiataccia da parte di Francesca come per dire -di fronte a tutto questo riesce a pensare a mangiare?-.
Ma Richie non aveva tutti i torti. Tutti quanti erano affamati. Quindi dopo aver dato un'ultima occhiata ai poveri animali nelle vetrine, si sedettero in un tavolo, attendendo l'arrivo del cameriere. Nel frattempo continuarono a guardarsi intorno. Si resero conto che nonostante quello fosse il ristorante più in voga della città era completamente deserto,a parte gli animali.
Passarono pochi minuti ed un cameriere alto e robusto con dei baffetti alla francese si avvicinò al tavolo e fece un inchino.
-Vi do il benvenuto all'Animal Bistrot! Sono Jacques e sarò il vostro cameriere per tutto il tempo che starete qui!
Francesca continuava a fissare le vetrine con aria malinconica e non dava molto conto al cameriere, come quasi tutti del resto. Jacques cercò di attirare l'attenzione su di sé tossendo.
-Ehm ehm. Scusate signori, siete già pronti per ordinare?
I ragazzi si scambiarono un'occhiata tra loro perplessi.
Non avevano nemmeno visionato il menù. A dire il vero... non c'era nemmeno la carta del menù sul tavolo. Come potevano essere pronti per ordinare? Difatti, Giuliana volle rendere tutto ciò noto a Jacques:
-Mi scusi, ma non ci sono i menù! Come facciamo ad ordinare?
Jacques sorrise e sghignazzò.
-Ma signorina, tutto ciò che vedete intorno a lei è il menù! Avete solo l'imbarazzo della scelta! Abbiamo di tutto come potete vedere!
Tutti quanti sgranarono gli occhi. Tutti gli animali esposti potevano essere serviti come una quasiasi portata da menù normale? A queste parole, Francesca non resistette più e scattò in piedi, furibonda.
-Ma si rende conto di quello che ci ha appena detto?! Ci sta dicendo che voi siete disposti a cucinare questi poveri animali se qualcuno ve lo chiede? Ma siamo matti?! Chi mai ordinerebbe un rinoceronte in salmì o un fenicottero arrosto?! Eh?!?
Jacques non si aspettò una reazione del genere, tuttavia rimase completamente calmo e rispose:
-Nessuno la obbliga a mangiare quello che non vuole...- Jacques osservò gli altri e capì che anche loro erano della stessa opinione di Francesca -Vedo che comunque siete tutti della sua stessa idea.- riprese Jacques sorridendo -Mi scuso per avervi turbato; ad ogni modo spero possiate gradire il menù speciale a base di pesce... è un piatto abbastanza normale non vi pare?
Tutti si scambiarono di nuovo uno sguardo e decisero di optare per il menù a base di pesce, anche se avrebbero preferito andarsene e mangiare in un altro posto meno singolare.
Prese le ordinazioni, Jacques filò spedito verso la cucina per poi uscirne poco dopo, dirigendosi di nuovo verso il tavolo dei 13.
I ragazzi lo guardarono in malo modo, tuttavia Jacques continuava a sorridere e avanzò verso Francesca, poggiandole una mano sulla spalla.
-Non si preoccupi signorina. Tutti gli animali esposti appartengono al padrone di questo locale. E' rarissimo che qualcuno ordini da mangiare una di queste bestiole e solo alcuni nobili di Mistodd possono permettersi un simile pasto. Tuttavia mi torna in mente il fatto che questi animali non sono mai stati ordinati da nessuno. Sono qui da poco, anche perchè questo ristorante ha aperto recentemente. Quindi, ripeto, non si preoccupi. Loro stanno a meraviglia.
Francesca annuì, ma non era del tutto convinta dalle parole dette dallo strano cameriere.
Finito il suo discorso, l'attenzione di Jacques si spostò alla cucina, dove venne chiamato dallo chef, con modi tutt'altro che raffinati:
-Aò! A' Jacomì! Arricampati! L'ordinazione 'ddu tavulu diciassitti iè pronta!
Traducendo: Jacques, vieni!L'ordinazione del tavolo 17 è pronta!
Jacques si diresse in fretta verso la cucina con un carrello e si voltò solo per dire:
-Torno subito!
Non passarono nemmeno 5 minuti che Jacques tornò indietro con il carello pieno zeppo di pietanze. C'erano 2 aragoste, un pesce spada quasi intero e degli stuzzichini con dei totani fritti e dei calamaretti arrostiti.
-Ma riusciremo a pagare tutto questo? Mi sembra che non ci basteranno i soldi che abbiamo...- disse Giuseppe aprendo il suo portamonete.
-Mamma c'ha dato solo 30 euro ciascuno Giuly...non possiamo spenderli tutti solo per mangiare!- disse preoccupato Marco.
-Non vi preoccupate ragazzi miei.- intervenne Jacques -Per voi tutto questo ben di Dio è ad un prezzo speciale!
-Cos'è? Una specie di sconto comitiva?- chiese Francesco con un accento un po' ironico.
-Anche quello,- riprese Jacques -ma è soprattutto per farci perdonare e per farvi godere al meglio le pietanze del nostro ristorante senza che nessuno si allarmi guardando lo stato ben curato dei nostri animali.
Francesca e Giuliana sbuffarono quando sentirono che Jacques aveva dato maggiore enfasi al discorso quando arrivò a dire ben curato. A loro due gli animali sembravano tutto, fuorchè ben curati.
-Quindi- continuò Jacques sempre con il suo solito sorriso stampato sulle labbra -oggi vi offriremo tutto questo a 1/3 di quanto valgono!
-Uno sconto addirittura del 75%? Non ci posso credere!- esclamò Richie quasi commovendosi.
-Io lo dico sempre che te sei tirchio, Richie...- si lamentò Elly.
-Vuoi per caso pagare tutto questo ben di Dio a prezzo pieno, Elly?- riprese lui.
-Uff!- Elly si limitò a gonfiare le guance e a mettere il broncio piuttosto di dar ragione a Richie.
Intanto Jacques aveva distribuito equamente le porzioni di cibo sui piatti di tutti e, finito ciò, si limitò a sedere in un tavolo più in là, nell'attesa che i ragazzi finissero di mangiare.
I tredici si limitarono a mangiare tutto senza fiatare.
Ornella notò che Jacques continuava a fissarli, sorridendo in maniera quasi raccapricciante. Sirin era terrorizzata da quello sguardo mentre Francesca e Giuliana pensavano che quel Jacques doveva essere un vero ipocrita se sorrideva sempre a tutti in quel modo. Cosa gli passava veramente per la testa?
-Ragazzi non trovate che sia tutto delizioso?- disse Alba cercando di sciogliere quella situazione tesa.
-Uh-uh- rispose Illy annuendo con la testa.
-Tutto ottimo!- continuò Ila.
Ma gli altri si limitarono solo ad annuire, senza proferire alcuna parola. A quanto pareva il piano di Alba per risollevare il morale di tutti era miseramente fallito.
Finito di mangiare, Jacques si precipitò a levare tutti i piatti dal tavolo e a portarli in cucina.
-Vi porterò il conto tra poco!- disse prima di entrare in cucina.
I ragazzi ne aprofittarono per discutere tra loro.
-Meno male che abbiamo finito qui! Non sarei riuscita a rimanere un minuto di più!- disse Ornella con aria turbata.
Giuliana, Sirin, Floriana e Francesca annuirono poiché erano della sua stessa idea, mentre Francesco, Richie e il resto del gruppo si ritenevano soddisfatti di aver mangiato benissimo e, soprattutto, a poco prezzo.
Jacques tornò con il conto in mano e lo consegnò a Francesco. Lui diede un' occhiata e rimase scioccato dal prezzo.
-Non mi dire che anche con lo sconto del 75% viene a costare un patrimonio!?- chiese Giuseppe.
-Tutt'altro! Il conto viene 130 euro... quindi dobbiamo sborsare solo 10 euro a testa! E' pochissimo!
-...lla faccia! Che convenienza!- esclamò Richie.
Così tutti diedero 10 euro ciascuno come stabilito e li consegnarono a Jacques che, sorridente come sempre, ringraziò e gli indicò l'uscita.
Tutti si alzarono dal proprio posto, pronti a catapultarsi fuori da quel racrappicciante ristorante, ma una brutta sorpresa li attendeva all'uscita. Proprio di fronte alla porta da dove sarebbero dovuti uscire, c'erano due omoni più larghi che alti; due armadi ambulanti, per dirla tutta. Sorridevano malignamente e sembrava che non avessero alcuna intenzione di lasciar passare il gruppo di ragazzi.
-Che storia è questa?- chiese Francesco, spintonando uno dei due uomini.
-Ehi, lasciateci passare!- continuò Giuseppe cercando di farsi strada.
Niente. Nada. Zero. I due armadi non accennavano a spostarsi.
I ragazzi non sapevano che fare. Perchè quei due giganti non li volevano lasciare passare?
-Ehi se siete i buttafuori qua, guardate che abbiamo pagato il conto! Non avete il diritto di tenerci qui!- gridò furibonda Floriana.
-Oh, invece ne abbiamo tutto il diritto...- la voce proveniva proprio dalle spalle del gruppetto di ragazzi, i quali subito si voltarono e videro...
-Cameriere Jacques?” dissero tutti all'unisono.
-Che senso ha tutto questo?- chiese scioccata Sirin.
-Che intenzioni avete? Il conto l'abbiamo pagato!- disse arrabbiato Giuseppe.
-Oh si, è vero, il conto l'avete pagato... ma purtroppo qui vige una regola ben più importante di quella di pagare il conto- disse Jacques con un sorriso maligno.
-E... e sarebbe?- chiese preoccupata Giuliana.
-Beh... è buona regola per chi viene a mangiare qui, che una volta finito il pasto, i clienti prendano il posto delle pietanze servite.
Il sorriso di Jacques si fece mano a mano più ampio e racapricciante ad ogni sua parola e i ragazzi, terrorizzati, cercarono di indietreggiare ma oramai erano accerchiati: davanti alla porta i due armadi che non battevano ciglio e dietro Jacques con il suo sorriso maligno stampato sulla faccia.
-Aspetti un secondo! Vorrebbe dire che noi, degli esseri umani, dovremmo prendere il posto di quello che abbiamo mangiato e diventare a nostra volta parte del menù?!- chiese tremando Illy, tenendosi stretta alle sue amiche Alba, Elly e Sirin.
-Molto perspicace signorina.- rispose Jacques -E comunque state pure tranquilli: il procedimento sarà totalmente rapido e indolore!
-Io non ho intenzione di farmi cuocere in padella come se fossi uno stupido animale!- gridò Richie a pieni polmoni -Ragazzi! Al mio tre!
Tutti capirono più o meno le intenzioni di Richie e si tennero pronti a qualunque cosa.
-Uno! -Cosa hai intenzione di fare giovanotto?- disse sorridendo Jacques.
-Due!
-E' impossibile che tu da solo riesca ad abbattere i miei buttafuori Catòn e Machete!
-E chi ti dice che sarò io da solo a buttarli giù?- disse Richie sghignazzando.
-Cosa?!
-Tre!
Tutto il gruppo partì alla carica contro i due omoni di fronte alla porta e riuscirono ad abbatterli, facendoli cadere a terra con un tonfo enorme. I due, colti alla sprovvista, non riuscirono a reagire per tempo e diedero così il tempo ai 13 di scappare via a gambe levate.
-Correte!- gridò Giuliana. Tutti la seguirono a ruota e a tutti venne in mente il medesimo pensiero: dirigersi immediatamente verso il minivan e fuggire da quell'orrido incubo il più velocemente possibile.
-Che cosa fate lì per terra babbei?!- Jacques aveva perso il suo solito sorriso e l'aveva sostituito con un orrido ghigno di rabbia -Alzatevi ed inseguiteli! Cosa aspettate? Un invito scritto?
I due ragazzoni erano lenti di comprendonio e perciò non capirono subito quello che dovevano fare; ma dopo un paio di strigliate da parte di Jacques, Catòn e Machete si lanciarono all'inseguimento dei 13 ragazzi, senza sapere tuttavia da che parte cominciare.
  
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