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Autore: CherryBomb_    03/05/2010    3 recensioni
Arianna e Ilaria, sedicenni, amiche da qualche anno. Fanno parte di quelle ragazze che sono convinte che il principe azzurro non esiste.
Arianna non ha mai avuto il ragazzo, Ilaria non lo ha da due anni e mezzo. Ormai sono abituate a questo loro stato di "zitellaggio", ma una serata diversa cambierà le loro vite. Ci saranno molti intrecci, ritorni di fiamma, non sarà tutto semplice, anche se all'inizio potrà sembrare così.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tutti può nascere da un semplice solletico

Ary POV

Ok, erano le 13.15 mancavano cinque minuti.

Dovevo stare calma. Ero troppo in ansia, quelle due ore non erano passate per niente. La Ila mi fece uno squillo, segno che era già fuori dalla mia classe.

Bene, ora Ary calmati, tranquilla. Rilassati. Che se lei ti vede strana si insospettisce. Capisce subito che c’è qualcosa e sono in merda.

Tranquilla, fai finta che non ci sono. Che non sai della loro presenza fuori dalla scuola.

Mi vibrò il telefono di nuovo. Un nuovo messaggio.

Lo aprii. Era Edo. “Siamo fuori. Siamo sul marciapiede per andare verso la fermata. Vi aspettiamo fuori al cancello. Mi raccomando, fa finta di essere sorpresa. Non facciamoci scoprire. A tra poco. Bacio.”

Oddio, erano già fuori. Dovevo calmarmi perché….dovevo uscire.

Ary, calma. Tranquilla. Fuori al cancello ci sono solo i due ragazzi più belli che avessi mai visto e aspettano me e la Ila. Ed io lo so.

Uscii. Lei stava parlando tranquilla con la Fede, una sua compagna di classe, che ormai era nostra compagna di cazzate.

-Ciao. Come va?- mi chiese la Ila.

-Bene. Tu? Vedo che non sei più incazzata.

-No, lo sono ancora. Però grazie alla Fede qualcosa è passato.

-Vedi che servo a qualcosa ogni tanto?- disse la Fede.

Scendemmo le scale. Stranamente uscimmo da una porta secondaria.

La Ila e la Fede accesero la sigaretta. Io cominciavo già ad immaginare il cazziatone che Simo le avrebbe fatto. Ridevo al solo pensiero.

Stavamo ridendo e scherzando e stranamente riuscivo a nascondere la mia agitazione.

Arrivammo molto vicine al cancello, quando la Fede disse

-Chi sono quei due?- aveva la bocca sbavante e dire sbavante era poco. La Ila alzò lo sguardo e li vide.

-No, io me ne vado.- eravamo a qualche metro da loro- Mi rinchiudo a scuola fino a domani, non voglio uscire.

-No, Ila tu stai qua. Devi tornare a casa no?- le disse Edo prendendole un braccio. Ero leggermente gelosa di quel contatto, ma sapevo che a lei non faceva ne caldo né freddo.

-No, voglio stare a scuola. Rinchiusa. Dentro. Sola. Senza nessuno. A vagare per la scuola, in attesa di domani.

-Ciao Ary. – Simo mi salutò con un sorriso, ma era agitato.

-Ciao.

-Cioè voi due li conoscete?- disse la Fede scioccata. Ormai avevamo cominciato a camminare. La Ila era vicina alla Fede che faceva la faccina offesa (sembrava tanto una bambina, quando lo faceva).

-Si, li conosciamo. – dissi io. Per mia fortuna li conoscevo.

-Piacere Edo.- gli allungò la mano.

-Piacere Fede.

-Piacere Simo.

-Piacere.

-Ok, ora che abbiamo fatto le presentazioni ufficiali, potete anche andarvene. Grazie per essere passati a salutarci, ma ora dobbiamo proprio andare.- disse la Ila un po’ agitata.

-Babila. Non fare la scortese. – le disse la Fede. Lei girò di scattò la testa e la fulminò.

-Scusa, come l’hai chiamata?- dissero Edo e Simo in coro guardandola.

-Babila. È una lunga storia che…- cominciò la Fede.

-Lei non continuerà. – disse la Ila bloccando la Fede.

-Oh si, che la continuerò.

-No.

-Sì

-No.

-Sì. Senti non farmi usare la mia arma di distruzione.

-Quale? – la Ila si fermò. In quel momento Simo era in parte a lei. E…cazzo. Edo era in parte a me, non mi ero accorta di questa cosa. Da quanto tempo eravamo vicini? Oddio. Non parlavamo. Osservavamo la scena. Forse la Fede ci sarebbe stata d’aiuto.

-Non svelo le mie armi di distruzione.- e cominciò a ridere. La Ila la guardò male. La Fede velocissima le cominciò a fare il solletico, facendo aggrappare  la Ila a Simo, abbracciandolo. Lui sembrava leggermente scombussolato da questo contatto, ma poi la strinse anche lui, lei non se ne era ancora resa conto. Quando se ne accorse alzò lo sguardo e incontrò i suoi occhi. Si staccò velocemente e arrossì.

-Scusa- gli disse.

-Tranquilla, fa niente.- gli rispose Simo con un sorriso. Non era più in imbarazzo e agitato come prima, si era rilassato. Forse era la sua presenza.

Io ed Edo ci guardammo. Siiiii. Avevamo fatto un passo avanti. Ci sorridemmo. Dio, che begli occhi, che bel sorriso, che belle labbra. Oddio, quanto vorrei baciarlo. Cioè, non ho mai baciato prima, ma volevo baciarlo. Qualcuno ci riportò alla normalità.

-Ehm, scusate voi due? Volete rimanere lì tutto il giorno?- la Fede mi risvegliò dal mio sogno stupendo.

-Si, arriviamo. – dissi io. Ma mi fermai un attimo. Avevo davanti agli occhi una scena un po’ strana: la Fede era a pochi metri da me, dietro c’era la Ila e dietro di lei Simo, che cercava di aprirle la tracolla e di…bo..non so cosa cercasse di fare, ma mi sembrava strano che lei non si accorgesse di niente. Poi vidi in mano a Simo il pacchetto di sigarette e risi.

A quella mia risata la Ila si girò di scatto e trovò Simo con ancora il pacchetto di sigarette in mano.

- Che cosa pensavi di fare?- gli disse lei incazzata.

- Volevo rubarti il pacchetto.- le risposte lui.

- Allo scopo di?

- Farti smettere.- disse lui con un sorriso. La Fede cominciò a ridere.

- Scusa se infrango i tuoi sogni, ma lascia stare. Non ce la farai mai. – gli disse la Fede ridendo.

- Perché?- gli rispose lui che sembrava curioso di sapere qualcosa di più su quella strana persona che si trovava davanti.

- Perché sarà già tre volte che dico che smetto di fumare. La prima ho scommesso con lei; la mattina scommettevo che smettevo e uscendo da scuola, la prima cosa che ho fatto è andare a prendere le sigarette. La seconda volta, ho detto che smettevo e non ho smesso. La terza volta, mi sono svegliata un lunedì mattina e ho detto “finisco il pacchetto e smetto di fumare”. Il pomeriggio ho finito il pacchetto. Non ho fumato fino a sabato della stessa settimana. Poi lei- indicò la Fede- mi ha regalato una sigaretta ed ho ricominciato. Lunedì mattina arrivando a scuola ho preso il pacchetto.- spiegò la Ila. Ormai eravamo arrivati in fermata. Con molta fatica,ma ci eravamo arrivati. Di solito non ci mettevamo più di un paio di minuti, adesso erano quasi le 13.30.

- Quindi, come vedi. Non so come tu possa farla smettere.- osservò la Fede.

- Posso testimoniare che quello che hanno detto è tutto vero.- dissi io sorridendo. In parte a me c’era Edo, bello come il sole. Che ascoltava in silenzio.

- Quindi, dammi il mio pacchetto.- disse lei porgendo la mano a Simo. Lui guardò la mano, poi lei.

- Non ci penso neanche.- cominciò a far oscillare il pacchetto.

Edo chiamò la Fede senza farsi vedere dai due piccioncini.

Le parlò all’orecchio. Non sentii cosa le disse, ma mi ritrovai nuovamente gelosa di quel contatto che aveva avuto con un’altra persona che non fossi io.

Oddio, che mi prendeva? Sembravo una ragazza gelosa.

Vidi la Fede avvicinarsi alla Ila e cominciò a farle il solletico.

Lei, nuovamente, finì tra le braccia di Simo che era appoggiato alla ringhiera di una casa vicino alla fermata del pullman.

I loro visi erano vicini, troppo vicini. Si guardavano negli occhi.

Oddio, avevo le palpitazione io per lei. Chissà come stava lei.

-Lo vuoi  ancora il pacchetto?- chiese lui a pochi centimetri dalla sua bocca. Si guardavano negli occhi intensamente. Oddio, che bello. Mi stavo emozionando. Edo in parte a me sorrideva, la Fede pure.

-S-si, gr-grazie.- balbettò la Ila. Le infilò il pacchetto nella tracolla, continuando a guardarla negli occhi.

-Grazie.- disse lei. Oddio, ma quanto ci mettevano a baciarsi? Volevo vedere un baciooooooooo.

-Prego. – la distanza era diminuita pericolosamente, forse ci saremmo arrivati. La Fede mi fece segno che lei andava. Non salutò la Ila e se ne andò. Non so come la Ila, si liberò dall’abbraccio di Simo e andò a salutare la Fede.

Simo rimase lì a guardarla andarsene.

-Come ha fatto a scappare? - chiede Simo a me e ad Edo.

-Che cazzo ne so? Cioè l’ho vista lì vicino a te e pochi secondi dopo era già là.- anche Edo era scioccato.

-Sinceramente, non lo so neanche io. Come ha fatto? Adesso voglio fare una scommessa: scommettete che non arriverà qua finché voi non sarete andai via? Cioè almeno finché tu non sarai andato via.- dissi indicando Simo.

-Ma noi non ce ne andremo giusto?- mi chiese Edo.

-No, non ve ne andrete. Nascondetevi.

-Cosa? Non siamo mica due bambini. – mi dissero in coro.

-Vuoi o no salutarla?- domandai a Simo.

-Si.

-Benissimo, nasconditi o nascondetevi. Però è meglio se ti nascondi anche tu, Edo. Così almeno, non sospetta niente. Vi faccio segno quando dovete uscire.

-Che genio malefico che ho conosciuto.- disse dandomi un bacio sulla guancia. Il punto in cui mi aveva baciato era caldo e trasmetteva vibrazioni a tutto il corpo. Ero imbambolata. Oddio. Che bello. Mi ripresi quando, pochi minuti dopo, vidi arrivare la Ila.

Quanto la conosco bene quella ragazza? In questi giorni mi stupisco sempre di più di me stessa.

-Eccomi. Mi sono fermata a parlare con la Fede, si era dimenticata di raccontarmi una cosa. – disse lei sorridendo e facendo finta di niente.

-E pensi che io ti creda?- dissi io guardandola di sbieco.

-E per quale altro motivo sarei dovuta rimanere là?- chiese lei facendo la sua solita faccia da finta tonta, che faceva tutte le volte che non sapeva che scusa inventarsi.

-Forse perché Simo era ancora qua ed eri in imbarazzo per quello che era appena successo – era una domanda che voleva sembrare di più un’affermazione.

-Chi? Io? Ma no, davvero. Mi doveva parlare. – disse con un sorriso tirato.

-Ok, va bene. Allora vado a chiederle se è vero.- dissi avviandomi.

-No, fermati. Dovevo raccontarle qualcosa io. – disse cercando di uscire da quel brutto casino.

-Ah si. E cosa?- dio, mi stavo godendo questo momento. Di solito era sempre lei che mi sgamava, adesso sgamavo io lei a mentire. Che soddisfazione.

-Ehm. Di Mattia. Di cosa è successo, non lo sapeva. – disse la prima cosa che le era venuta in mente, ma era l’unica cosa che non doveva dire.

-Mi hai detto ieri che la Fede pensa che lui sia un cretino e che l’ha sempre detto. – appena sentì le mie parole, sul suo viso, comparve quel viso combattuto, non sapeva più cosa dire e cosa fare – Ila, Ila. Mi deludi. Non hai mai detto le balle in questo modo schifoso. Sei sempre stata brava e adesso mi cadi in basso così?- risi. Rise anche lei.

-Vero. Non è la mia giornata nel raccontare balle.-

-Come mai non sei tornata indietro subito?- le chiesi

-Arriva il pullman. – disse cercando di cambiare discorso.

-Lo sai, vero, che non la passi così liscia?- feci segno ai ragazzi di uscire. Quando la Ila se li trovò davanti, sbiancò. Edo rise, Simo pure. Aveva una faccia scioccata e spaventata allo stesso tempo.

-D-da qu-quanto te-tempo siete lì??- lei era terrorizzata

-Da tipo? Poco prima che arrivassi.- rispose Simo sorridendo.

Intanto Edo era venuto a salutarmi, mi aveva dato un altro bacio sulla guancia. Il pullman stava arrivando, dovevamo salutarci. Per mia sfortuna.

-Quindi avete…- Simo non la lasciò finire, le diede un bacio sulla guancia.

-Ciao Babila. Arriva il pullman - la salutò e se ne andò sorridendo. Non lo infamò, segno che era stupita dal bacio sulla guancia. Ci era rimasta di merda. Se fosse stata in un momento lucido lo avrebbe infamato perché “Solo la Fede può chiamarmi così” diceva lei, ma non gli aveva detto niente.

Li vidi attraversare la strada e rifare la via che avevamo percorso da poco, dovevano andare a prendere la macchina.

Salimmo sul pullman, la Ila era ancora imbambolata.

Dio, se era cotta. Come lo ero io.

Per un po’ non parlò. Sembrava in trance.

Ad un certo punto risi. E lei si risvegliò da questa incoscienza.

-Stai bene? – le chiesi ridendo.

-No per niente.- era ancora frastornata.

-Finalmente un po’ di sincerità oggi. Adesso lo ammetti?

-Cosa?

-Che non venivi lì perché c’era ancora Simo.

-Si, lo ammetto. Va bene? E tu volevi che lo ammettessi davanti a lui?

-Dovevo fare qualcosa. Se tu lo avresti ammesso, lui lo avrebbe sentito e….- non mi lasciò finire.

-Ne avrebbe approfittato. Avrebbe saputo di interessarmi e io ero nella merda.- era leggermente incazzata.

-Scusa, ma dovevo farlo. Lui ci tiene a te davvero. Devi capirlo, devi cercare di capirlo. Almeno sforzati.

Come risposta ricevetti un silenzio di tomba. Le voci che si sentivano erano degli altri ragazzi sul pullman.

-Gli piaci Ila. Il fatto che ti prenda il pacchetto di nascosto, dimostra che tiene alla tua salute, pensi che faccia così con tutte?? Se se le fa solo e basta, cosa gli frega a lui se fumano o no?? Cosa gli frega della loro salute? Invece della tua gli frega. E poi non dirmi che quegli improvvisi contatti, non ti hanno lasciata senza fiato. La seconda volta che la Fede ti ha fatto il solletico ed eravate a pochi centimetri l’uno dall’altra, avevo il cuore in gola per te. E questa cosa ti è piaciuta. Ti sei sentita in imbarazzo, ma ti è piaciuto.

-Ok, va bene. Mi è piaciuta. Molto. Troppo, forse. Avevo una voglia di baciarlo che tu non ti immagini neanche. Avevo lì quelle labbra a pochi centimetri da me. Sentivo il suo respiro sulla bocca e…lo volevo sentire dentro di essa. Poi sentire le sue braccia intorno a me, era bellissimo. Mi sentivo bene, in pace, completata. E tu? Quando Edo ti ha dato il bacio sulla guancia?

-Come cazzo hai fatto a vederlo?

-Eheh. Io vedo tutto. Allora?

-È stato..bellissimo. Sentivo la guancia calda e dal punto in cui mi aveva baciato, sentivo tante vibrazioni partire e spargersi per tutto il corpo. Ero in paradiso, anche quando mi ha dato il secondo bacio.

-Noooooooooooooo. E perché io quello me lo sono persa??

-Eri impegnata. – le sorrisi

Dopo esserci fatte le nostre confidenze, continuammo a parlare del più e del meno, ma immancabilmente dopo poco, tornavamo a parlare di quei due ragazzi che ci avevano cambiato la vita.

 

 

 

 Ciao a tutte. Non uccidetemi vi prego. Non ho avuto il blocco della scrittrice o cose simili, sono solo in punizione. -.- Esatto ragazze in punizione. Adesso sono in libertà vigilata. =D Sono connessa per leggere le vostre storie e per pubblicare le mie =D
Comunque vi voglio tranquillazzare dicendovi che la storia ha dei ritardi nelle pubblicazioni solo per la questione "punizione". La storia l'ho quasi ultimata e, nonostante non abbia il computer, continuo a scrivere la storia su un quaderno portandomi avanti, perchè la mia fantasia e la mia voglia di scrivere non si placa nemmeno con una punizione. Siccome la mia fantasia non si placa ho anche pensato ad altre storie che penso avrete il piacere di leggere solo dopo le vacanze estive. =D

Torniamo a parlare della storia. Per colpa di questa punizione non so dirvi esattamente ogni quanto posterò, potrà essere tra un paio di giorni come tra una settimana, anche se cerco di fare di tutto per avere la libertà vigilata il più in fretta possibile.

Le mie seguaci sono aumentate. =D Non sapete quanto sono felice. Voglio davvero ringraziare le persone che hanno aggiunto la mia storia alle seguite, alle ricordate e alle preferite. Sono davvero contenta che vi piaccia. =D

Rispondo alle vostre recensioni:

Tamara Chan: Ciao cara, chiedo umilmente scusa per il mio immenso ritardo, ma non è colpa mia =( Ahahah sono contenta che i messaggi ti siano piaciuto e soprattutto che ti piacciano Edo & Ary. Come ti è sembrato questo capitolo?? Fammi sapere che ne pensi. A presto. Un bacione.^^

TheDreamerMagic: Ciao Carissima. Scusa immensamente per il ritardo. =( Mi è dispiaciuto farti aspettare. Sono davvero felice che la mia storia ti lusinghi, mi fai arrossire. *.* Ahahahah si la Ary è andata, ma proprio andata di brutto. Si, hai ragione, si concentrano troppo su Ila e Simo, cosa che non dovrebbero fare. Nonostante loro ci provino in tutti i modi succederà qualcosa che rende vani i loro tentativi, ma non ti svelo niente. Ti ho fatto delirare?? Scusa, non volevo farti aspettare così tanto, ma mia mamma ha deciso di rompere, quindi -.- Spero di riuscire a postare sabato, portando a casa un sacco di bei voti, forse rivedo il pc molto presto =D Sono davero contenta che la gita ti sia piaciuta. Si, lo so che in Austria sono stra pulite le strade, al contrario delle nostre. -.- Che ne pensi di questo capitolo?? Fammi sapere mi raccomando. A presto. Un bacione. ^^

lunadArgento: Ti do il benvenuto nuova seguace. =D Sono davvero molto felice che la storia ti piaccia. =D Si, lo so che in italiano non è giusto "la Ila", ma scrivendolo senza mi sembra quasi sbagliato. Ihih. No, è solo che sono abituato a dirlo nel parlato e scrivendolo senza l'articolo mi suona sbagliato. So che è un grandissimo errore, cercherò di toglierlo per i prossimi capitoli. So anche che metto cazzo troppo volte. Forse è un pò troppo volgare. Nei capitoli successivi sono limitati perchè scrivendo la storia mi sono resa conto che era troppo volgare e soprattutto che a qualcuno poteva non piacere. Non mi hai infastidito in nessun modo tranquilla. Mi ha fatto molto piacere che mi hai fatto notare certi errori. Hai perfettamente ragione penso anch'io che questo sito permetta agli scrittori di crescere e avendo delle persone che ti fanno notare i tuoi errori, penso che cresci in modo più veloce. Accetto sempre le persone che vogliono farmi notare i miei errori, soprattutto se lo fanno in modo educato. =D Spero di leggere una tua recensione anche per questo capitolo. Fammi sapere che ne pensi =D A presto. Un  bacione ^^

Vi lascio ad un piccolo spoiler:

-E di cosa avrei paura?- chiesi alla Ary. Stavo cominciando ad incazzarmi e non poco.

-Di tutto. Di rischiare. Di essere felice.  

Cosa aveva appena detto? Mi sentii ferita da una persona per me importante. Alla fine non era tutto questo granché, ma a me aveva ferito. Anche lei, però, era scioccata dalle sue parole.

-Scusa, Ila. Non volevo, è solo che…- non volevo sentirla parlare oltre. Non ora, non adesso. Non avevo voglia.

-No, lascia stare. Vado su. Ciao.

Mi girai di scatto e me ne andai.

Feci le scale di corsa, non troppo a quanto pare, perché poco dopo avevo in parte Simo.

-Dai, Ila non fare così. – non lo ascoltai.

Ero arrivata al mio piano. Lui era in parte a me.

-Di qualcosa. – mi chiese guardandomi

-Vattene. – gli dissi acida senza guardarlo.

-Che gentile.  

-Non ti ho chiesto di venire su. Non ti ho chiesto di venire a consolarmi. Non te l’ho chiesto. Quindi puoi pure andartene.

-E se non lo facessi?

-È un paese libero, puoi fare quello che vuoi.

-Benissimo. Rimango.

-Bene.

Entrai in classe, andai al mio posto.

Tutte erano girate a guardare quel semi-dio che era arrivato con me.

-Comunque, ha ragione.

-Cosa?- mi girai di scatto. – Potevi rimanere anche giù, invece di venire su e farmi la predica come al tuo solito.

 

Cosa succederà nel prossimo capitolo?? Eheh. Chi lo sa. Io sì. Ihih.

Scusate ragazze, ma sono un pò di fretta. Devo postare l'altra mia storia e devo leggere tutte le storie che sono state aggiornate dall'ultima volta che ho acceso il computer e non sapete nemmeno quante sono. =D

Spero di leggere nuove recensioni e di avere nuovi seguaci.  Al prossimo capitolo ^^

   
 
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