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Autore: XShade_Shinra    03/05/2010    5 recensioni
Nella periferia della città gira da diverse notti un pericoloso serial killer, ma gli artisti del circo continuano indisturbati i loro spettacoli tra la neve... almeno finché uno di loro non deciderà di scappare...
[ Shounen-ai/Yaoi - Tyki x Allen, Mana + Allen ]
[ FanFiction classificata 1° e Vincitrice dei premi "Miglior fanfic partecipante", "Miglior long fanfic" e "Coraggio di Partecipazione" al Contest "Mi basta il paradiso (la vendetta)" indetto da cdmyy sul Forum di EFP ]
Genere: Dark, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Allen Walker, Mana Walker, Tyki Mikk | Coppie: Tyki/Allen
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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-Killers - witnesses who keep silent are accomplice-  
Nella periferia della città gira da diverse notti un pericoloso serial killer, ma gli artisti del circo continuano indisturbati i loro spettacoli tra la neve… almeno finché uno di loro non deciderà di scappare [Shounen-ai/Yaoi - Tyki x Allen, Mana + Allen]
FanFiction classificata 1° e Vincitrice dei premi "Miglior fanfic partecipante", "Miglior long fanfic" e "Coraggio di Partecipazione" al Contest "Mi basta il paradiso (la vendetta)" indetto da cdmyy sul Forum di EFP




-Autore: XShade-Shinra
-Titolo: Killers - witnesses that keep silent are accomplices
-Citazione dall'Antico testamento: Il mio orecchio aveva sentito parlare di te, ma ora l'occhio mio ti ha visto. [Giobbe 42:5]
-Citazione dall'Opera di Shakespeare: Il manto della notte mi nasconde ma se non mi ami lascia che mi trovino. Meglio che il loro odio mi tolga la vita e non che la morte tardi senza il tuo amore. [Romeo e Giulietta]
-Fandom: D.Gray-man  
-Paring: Tyki x Allen [poker pair], Mana + Allen
-Rating: Arancione
-Genere: Dark, Sentimentale
-Avvertenze: Shounen-ai/Yaoi, Non per stomaci delicati, E se...
-Capitoli: 2
-Note dell'autore: Questa fanficion è stata pensata per essere una one-shot, ma, vista la lunghezza, ho preferito dividerla in due capitoli. E’ una FF ambientata pochi giorni dopo che Allen viene adottato da Mana - siamo quindi in periodo di capodanno - ed è una “E se…” e non ho volutamente specificato il futuro dei due protagonisti (sia per quanto riguarda la FanFiction, che per quanto riguarda la storia del manga) , quello lo lascio all’immaginazione del lettore. In questa FF esistono sia gli Esorcisti sia i Noah, con poteri annessi; Allen non è ancora un Esorcista e ha il caratterino scontroso e poco educato di cui faceva sfoggio quando lavorava come garzone al circo.
-Disclaimer: Tutti i personaggi di questa storia sono maggiorenni e comunque non esistono/non sono esistiti realmente, come d’altronde i fatti in essa narrati. Inoltre questi personaggi non mi appartengono (purtroppo...), ma sono proprietà dei relativi autori; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro ma solo per puro divertimento.



- Killers - witnesses who keep silent are accomplice -
- Circus -

Anche quella sera gli spalti erano gremiti di gente, come al solito. I biglietti per quello spettacolo notturno erano stati venduti tutti in pochi minuti dall'apertura, e ciò non faceva altro che preoccupare un certo clown dai capelli castani, decisamente restio a farsi truccare da un secondo pagliaccio più grande di lui.
«Perché cacchio devo esibirmi insieme a te anche stasera, Mana?» domandò scontroso, mentre il collega sbuffava e cercava di mettergli per bene il rossetto nero.
«Perché sei un ottimo clown e ti voglio al mio fianco per il nostro sketch comico.» spiegò l'altro, facendogli un segno verticale passante per l'occhio sinistro «Abbiamo preparato diversi spettacolini e sono tutti grandiosi!»
«Bah...» sbuffò, legandosi i capelli in una codina alta «Non mi sembra di essere tanto bravo...» borbottò, guardando in basso «Ieri ho sbagliato le battute, non le ricordavo più.»
«E solo per questo ti demoralizzi?» chiese Mana «Allen, ricorda che ci sono io ad aiutarti!»
«Lo so, ma voglio essere in grado di cavarmela da solo! Devo solo studiare di più e...» ma l'altro lo interruppe:
«No, devi solo applicarti, e si impara sul palco.» sorrise, battendogli una mano sulla spalla, cercando di trasmettergli un po' di positività e sicurezza «Oggi proviamo lo spettacolo con il pallone.» disse, alzandosi per andare davanti allo specchio a rifinirsi il cerone.
«Va bene...» soffiò il ragazzo, guardando tristemente il pesante tendone rosso che li separava dall’arena.
Fino alla settimana prima, Allen, orfano, aveva lavorato come garzone presso un circo, ma da circa una settimana aveva avuto la fortuna di incontrare Mana Walker, un pagliaccio che lavorava nel suo stesso luogo di lavoro e che aveva deciso di adottarlo, donandogli il proprio cognome e la propria compagnia. Così, i due si erano spostati in un nuovo circo, cominciando a lavorare in coppia.
Per Allen, sempre tenuto in disparte a causa della sua mano sinistra deforme, era un po' difficile stare sotto i riflettori davanti a tutti quelli sguardi, ma Mana lo aiutava sempre, correggendo gli errori del ragazzo in modo da sembrare che facesse tutto parte della messinscena.
Dopo pochi minuti, i due sentirono distintamente la voce del direttore del circo che annunciava a gran voce i clown, seguito da uno scroscio d'applausi di incoraggiamento. Allen ingoiò a vuoto e Mana, appena tornato dal camerino facendo rimbalzare una palla grande due volte lui, gli posò una mano sulla testa, spettinandolo appena.
«Non preoccuparti, Figliuolo.» disse con voce bassa e avvolgente «L'importante è divertirsi. Se noi ci divertiamo, anche il pubblico farà altrettanto, quindi ora... andiamo!» esclamò, correndo verso gli spettatori che li attendevano in trepidante attesa.
«Ehy!» si lamentò il giovane, correndo per raggiungerlo. Se non avesse avuto il trucco, tutti avrebbero visto il suo rossore: Mana era l'unica persona al mondo che lo avesse mai trattato bene, ricevere quei gesti d'affetto era cosa piuttosto nuova per lui.
"Mana è sempre il solito..." pensò contrariato, uscendo da dietro il sipario e venendo quasi accecato dalle forti luci, dalle quali si schermò con un braccio.
Per fortuna, il Clown più grande gli prese l'altra mano e lo condusse al centro dell'arena, dove si inchinarono con un bel sorrisone.
Cominciava il loro spettacolo.
L'inizio fu un susseguirsi di battute con un sottile "umorismo all'inglese", molto educato e composto, poi i due passarono alle mani, fingendo di combattere utilizzando dei palloncini che gonfiavano ed assemblavano di volta in volta, creando battaglie con le spade e delle lotte clandestine tra cani. Arrivarono presto alla scena finale: Allen doveva rincorrere Mana utilizzando il pallone portato nell'arena, mentre l'uomo doveva costruire un ombrello sempre utilizzando i palloncini; questa era una figura molto complessa, che quindi richiedeva parecchi minuti, e i due avevano studiato lo stratagemma del pallone per poter così intrattenere il pubblico in quel tempo morto.
«Ahah!» rise Mana, iniziando a correre e gonfiare quanti più palloncini possibile mentre li annodava ed applicava le giuste torsioni per costruire la forma d'ombrello che desiderava. Come minimo a fine spettacolo sarebbe svenuto per mancanza d'ossigeno!
«Non scappare!» urlò il ragazzo, salendo con un balzo ben calibrato sulla palla, che oscillò pericolosamente.
Sembrava che Allen fosse riuscito nel solito esercizio che compiva sempre senza problemi, ma non fece nemmeno in tempo a fare due passi su quella sferica superficie che sentì la palla incontrare un ostacolo a terra, e rimbalzarvici contro, facendogli così perdere il ritmo e l’equilibrio.
Mana non poté fare niente per lui, stavolta: il ragazzo cadde rovinosamente a terra, slogandosi la caviglia. Non riuscì a trattenere l'ansito di dolore che gli uscì dalle labbra quando sentì lo schioccare dell'articolazione ed avvertì il dolore alle ginocchia che si erano contuse e sbucciate, facendolo finire lungo disteso a terra, davanti agli occhi critici ed impietosi del pubblico. Si capiva lontano un miglio che non faceva parte dello spettacolo...
Il ragazzo dai capelli castani, ormai sciolti, si guardò intorno, notando una smorfia di disgusto in ogni volto sul quale posasse lo sguardo. Quello era un circo rinomato e molto popolare, il pubblico non voleva certo vedere degli scartini!
Alla fine dello sketch con la palla, avrebbero dovuto simulare l'inizio di un acquazzone e Mana avrebbe invitato Allen sotto il proprio ombrello, ma il ragazzo avrebbe fatto finta di schizzarlo con una pozzanghera e sarebbe corso via dietro il sipario, seguito a ruota dal genitore: questa era la scaletta. Però, le cose non erano andate come stabilito e Allen sapeva che, a causa del suo errore, ne sarebbe andato di mezzo anche Mana; probabilmente non avrebbero mangiato l'indomani e non era da escludere che avrebbero decurtato loro qualcosa dalla paga giornaliera.
«Mana... Cacchio...» soffiò appena il ragazzo, abbassando lo sguardo a terra, stringendo il grosso tappeto con un pugno.
Sapeva di non essere pronto e non voleva che ci andassero di mezzo altre persone, non voleva dare questo genere di dispiaceri a Mana. Ecco perché non si sentiva pronto per fare gli spettacoli con lui.
Scuotendo appena la testa, espirò piano, pronto a cercare di mettersi in piedi e poter così zoppicare fino all'uscita con le orecchie basse, ma qualcosa catturò la sua attenzione.
Era un piccolissimo rumore, ma in mezzo a tutto quel silenzio quasi innaturale, lo sentì come un boato: alzò lo sguardo e vide che un giovane uomo in mezzo al pubblico, vestito con un elegante abito nero completo di tuba, si era alzato e aveva iniziato a battere le mani, applaudendo per la performance del pagliaccio.
Allen restò paralizzato a quel gesto che non si aspettava minimamente. Inizialmente pensò che fosse una presa in giro, ma, quando vide il bel sorriso che l'uomo aveva sulle labbra e che stava indirizzando proprio a lui, ogni dubbio gli si dissipò dal cuore e comprese che quello spettatore dalla carnagione abbronzata voleva solamente incoraggiarlo e fargli capire che lo spettacolo gli era piaciuto ugualmente - almeno, fino a quel punto. Nonostante fosse solo, il moro continuò ad applaudire, lasciando Allen senza fiato.
Arrossendo appena, il ragazzo notò che Mana lo guardava preoccupato - era in pensiero più per la caviglia del figlio che per la loro futura punizione -, poi tornò ad osservare le mani guantate del moro, senza mai incrociare il suo sguardo.
All’improvviso, come un fulmine a ciel sereno, guardando quelle mani, gli venne un'idea. Sorrise e si rimise in piedi a fatica, facendo un profondo inchino al pubblico, poi salì sui sacchi che dividevano l'arena dal pubblico - così da recuperare qualche decimetro d'altezza - e risalì sulla grande palla, lasciando perplessi tutti i presenti, soprattutto il padre.
Molti degli spettatori iniziarono a commentare il fatto che Allen, ormai, non avrebbe potuto più continuare lo spettacolo - visto che la caviglia si stava ingrossando, cominciando a diventare violacea -, ma, con immensa sorpresa, l'inglesino si issò sulle braccia e fece la verticale sul pallone, continuando lo spettacolo e iniziando a rincorrere Mana movendo il pallone con le mani. L’uomo lo guardava sorridendo, fiero del proprio ragazzo.
Nonostante l'incidente, i due riuscirono a terminare lo sketch nel migliore dei modi, prendendosi come premio un applauso da tutto il pubblico, mentre uscivano di scena. Dietro le quinte, Mana si caricò Allen in spalla e corse con lui nuovamente al centro dei riflettori, per poter godere di quel gesto da parte degli spettatori.
«Sei stato bravissimo.» lo lodò il clown più grande.
«Grazie, ma il merito non è solo mio.» disse al genitore, mentre entrambi continuavano a sorridere e ad agitare le braccia.
«L'applauso di quell'uomo ti è stato d'aiuto?»
«Sì.» rispose, posando lo sguardo nel posto dove era seduto l'elegante moro, incrociando per la prima volta lo sguardo con il suo e perdendosi in quelle due pozze dorate, che vide distintamente nonostante la distanza che intercorreva tra i due.
«Viene tutte le sere.» lo informò Mana, facendo un inchino.
«Davvero? Come lo sai?» chiese il ragazzo, facendo a sua volta una riverenza.
«Sei ancora nuovo di questo mondo, ma io ricordo bene il volto delle persone presenti agli spettacoli. Li guardo per captare le loro emozioni.» spiegò, tornando con il figlio dietro il sipario «E sappi che il suo sguardo è sempre su di te! Hai un ammiratore, Allen!» a quelle parole, il ragazzo arrossì palesemente. A causa della caduta, molto trucco gli si era pulito via dal viso, lasciandogli le guance scoperte.
«Imbecille!» urlò, dandogli un pugno in testa.
Nonostante ciò, l'inglesino si girò un'ultima volta indietro, ed il cuore gli si strinse nel vedere il posto del giovane uomo ormai vuoto. Se ne doveva essere andato via... Eppure mancavano ancora diversi spettacoli prima della fine...
«Non preoccuparti, tornerà domani!» rise il genitore «Sicuramente se n'è andato a causa del killer che sta girando queste notti proprio in questo quartiere, e non vuole fare tardi!»
«Non mi importa di lui...» si imbronciò il neo-clown, gonfiando una guancia e girando di lato il viso.
"Dici davvero, Allen?" gli chiese mentalmente Mana, portando il figlio dal dottore perché gli fasciasse il piede.


§Continua§
XShade-Shinra


  
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