Questa storia è una Fanfiction, diciamo, a più mani. Presa da un
gioco di Blog su gli X-Men.
E' un pò particolare, spero ci capirete. In caso contrario c'è sempre il link
del Blog.
Xavier School GDB
PERSONAGGI STUDENTI:
*X-MEN*
*STUDENTI*
PERSONAGGI CONFRATERNITA DI MAGNETO:
*CONFRATERNITA*
La rinascita della Confraternita; Betrayal
Dalla vita di Magneto
Eric rimase seduto al
bar a bere la sua birra. (Senza di me si sono abituati tutti a fare di testa
loro a quanto vedo, non mi piace.) penso', ricordando la sua conversazione con
incubo. il boccale pero' non era infinito, quindi si alzo' e torno' nella sua
stanza all'interno della base della confraternita, e si immerse nella lettura
del suo giornale. all'improvviso callisto entro' nella stanza, buttando a terra
il corpo tramortito di angelo.
"callisto, e' buona educazione bussare prima di entrare in una stanza
occupata."
"mi scusi signore, ma e' una questione importante, che necessita della
vostra attenzione." disse con tono preoccupato. era spaventata dalla
reazione che potrebbe avere Eric.
lui distolse gli occhi dal quotidiano, e vide il corpo steso sul pavimento della
stanza. lo riconobbe subito. e il suo tono di voce cambio' radicalmente quando
si rivolse a callisto. adesso era aggressivo.
"adesso voglio un buon motivo che spieghi la presenza di quest'essere nella
mia stanza."
"e' stata un idea di john. mi dispiace ho solo seguito i suoi ordini."
disse callisto, cercando una scusa per deviare l'ira di magneto da se.
"fino a prova contraria tu prendi gli ordini da me, non da john. la
prossima volta che succede questo usero' le vostre teste come schiaccianoci.
adesso esci, e quando viene john mandalo da me." pronuncio' queste parole
quasi urlando. callisto non oso' rispondere, varco' la porta e la richiuse
piano, per cercare di non aggravare l'ira del suo capo, che adesso fissava il
corpo esanime di angelo. utilizzo' il suo potere per manipolare quattro spranghe
di metallo, di cui la sua stanza era sempre fornita, formando una specie di
manette che cingono le caviglie e i polsi del x-man. li sollevo' in aria,
mantenendo l'uomo come se fosse stato crocifisso dal popolo romano. si avvicino'
a lui, e con leggeri colpi sul viso, lo sveglio'.
"d...ove sono?" disse il prigioniero, con un tono spezzato da gemiti
di dolore.
"sei all'esatto opposto della tua casa. tu abiti nel paradiso, dove siete
tutti "beati". invece qui sei all'inferno, e purtroppo per te, al
cospetto di lucifero."
angelo ci mise un po' per riprendersi, ma quando ebbe acquistato un minimo di
lucidita', subito riconobbe magneto.
"sei tu, brutto st..." mentre stava parlando una scheggia di metallo
lo colpi in pieno volto, graffiandolo e impedendogli di continuare.
"mi dispiace, ma qui sei in casa mia, e devi rispettare le mie regole. qui
non si pronunciano volgarita' o bestemmie. se le rispetterai, le possibilita' di
provare dolore calano drasticamente."
"tu, dopo tutto il male che hai fatto, vieni a parlare di regole a
me?" angelo stava cominciando ad alterarsi.
(bene, se si arrabbia sara' piu' facile estorcere informazioni. la gente quando
perde il controllo non presta attenzione a cio' che dice.)
"veramente non volevo parlarti di regole. ma calmiamo questi toni, e
parliamo piu' tranquillamente. non ci vediamo da molto tempo, caro warren."
"e di cosa dovremmo parlare, del meteo? magneto mi dici cosa vuoi da
me?"
"sai warren, io ho sempre avuto una grande stima di te. per questo ti ho
portato qui, ho deciso di ucciderti per ultimo, e di darti la possibilita' di
scegliere la morte che preferisci. per fare in modo che tu abbia tutti gli
elementi per scegliere, tutti i tuoi amici e i tuoi studenti verranno uccisi in
un modo diverso, in modo che tu puoi vedere con i tuoi occhi qual'e piu'
doloroso e quindi scegliere. da chi vuoi che cominciamo?" magneto disse
queste parole molto calmo, quasi distaccato. questo rendeva le sue parole piu'
tetre e cupe.
"tu! tu non puoi! non ci riuscirai. gli x-men non te lo
permetteranno," warren ormai era impaurito, ma alzava il tono della voce
per cercare di mascherarlo. ma Eric era abituato agli interrogatori.
"quali x-men? tempesta, wolverine, l'uomo ghiaccio? sono tutti qui, in
altre stanze, soli, impotenti. secondo te i tuoi allievi sono in grado di
fermarmi? verrano catturati anche loro, e quindi tu li vedrai morire. scegli
solo da chi cominciare. una ragazza?"
a queste parole warren perse completamente il controllo.
"non ti azzardare a torcerle un capello che subirai conseguenze
inimagginabili!"
"ohoh, ma allora ci sta una ragazza che ti sta a cuore piu' delle altre.
visto che, come ti ho gia' detto, ti stimo molto, questa ragazza
vivra' piu' degl'altri, peccato che questo significa solamente soffrire di piu'."
mentre parlava un ragazzo entro' dalla porta, sbattendola.
"magneto, ti devo parlare urgentemente." era john.
"scusami warren, devo abbandonarti un attimo, ma tornero' presto. ricordati
solo una cosa: qui non sei in posizione di fare minacce." detto questo un
pezzo di metallo lo colpi, stordendolo. magneto e pyro si diressero verso la
stanza adiacente.
***************************************
Eric e john si trovavano in una stanza vuota, senza alcun pezzo di arredamento,
eccetto una poltrona, sulla quale Eric si sedette. john comincio' subito a
parlare.
"ho scoperto una cosa di vitale importanza. uno studente della xavier ha il
potere della chiaroveggenza. potrebbe metterci i bastoni tra le ruote. sarebbe
meglio ucciderlo." john era convinto che quest'informazione fosse vitale, e
che magneto sarebbe stato fiero del suo operato.
"e cosa hai dovuto fare per ottenere questa vitale informazione?"
pronuncio' la parola vitale con una strana enfasi.
"ho interrogato il mio contatto alla scuola, e ho anche fatto in modo che
non sia compromesso." disse john, sempre piu' pieno di se.
"e per fare questo hai catturato angelo, prelevando uno degl'insegnanti
della scuola, esponendoci all'indagine degl'altri x-men, e compromettendo la
sicurezza di quest'organizzazione?" ormai non c'erano dubbi che le
convinzioni del mutante erano completamente errate.
"l'ho catturato perche' era un pericolo per il mio contatto, e poi possiamo
estorcegli ulteriori informazioni."
magneto non riusciva piu' a trattenere la rabbia, si alzo' di scatto dalla
poltrona, e comincio' ad urlare.
"LA STESSA INFORMAZIONE ME L'HA DETTA INCUBO SENZA ESPORCI! TU SEI UN
COGLIONE! ADESSO DEVO RISOLVERE IL CASINO CHE HAI COMBINATO, E DEVO FARLO ANCHE
IN FRETTA."
john era spaventato dalla reazione del suo capo, ma inconsciamente comincio' ad
alzare anche lui la voce, anche se era l'ultima cosa saggia da fare.
"ma lui ci stava provando con irma! cosa dovevo fare io? ho agito cosi per
conservare il mio ascendente su di lei, altrimenti addio informatore!"
"E COSI TU HAI FATTO TUTTO QUESTO SOLO PER GELOSIA? HAI RISCHIATO DI
MANDARE TUTTO ALL'ARIA PER UNA RAGAZZA? TU NON TI RENDI CONTO DELLA GRAVITA DI
QUELLO CHE HAI FATTO! HAI SCAVALCATO LA MIA AUTORITA', HAI AGITO SENZA PENSARE
MINIMAMENTE ALLE CONSEGUENZE E SPINTO ESCLUSIVAMENTE DAI SENTIMENTI PERSONALI!
TU DEVI SEGUIRE I MIEI ORDINI, E NIENT'ALTRO, NON SEI IN GRADO DI PRENDERE
INIZIATIVE PERSONALI. AVEVO PIU' FIDUCIA IN TE, MA EVIDENTEMENTE ERA MALRIPOSTA."
tutti i mutanti della confraternita' avevano sicuramente udito, visto che le
parole era state dette a voce cosi alta da attraversare le spesse mura della
stanza.
"mi dispiace, signore." disse john, completamente zittito dalla
sfuriata di Eric, che, calmatosi, si rimise di nuovo a sedere e abbasso' la
voce.
"ora esci da questa stanza, e mandami changer, immediatamente."
"subito signore." john quasi volo' fuori dalla stanza, come un cane in
fuga da un uomo armato di bastone. dopo alcuni minuti, si senti bussare, e
changer entro' nella stanza.
"roland, ho una missione d'importanza vitale per te. apri bene le
orecchie."
Dalla vita di Faith Revel
Io, Laurie e Sofia ci fondiamo
giù dalle scale con i libri di etica in mano…
«Oddio…speriamo di non essere in ritardo altrimenti la Frost ci mangia…»
dico mentre stiamo scendendo gli ultimi gradini.
«È tutta colpa di Laurie…Ha perso tempo per farsi bella»la prende in giro
l’amica.
«Gne gne gne…» risponde Laurie
Svoltiamo a destra delle scale e poi sempre dritti fino alla fine del corridoio
fino all’ultima porta a sinistra... Ci fermiamo proprio davanti la classe e
per nostra fortuna la Frost è in ritardo…*Mha che strano…è sempre puntuale
come un orologio svizzero quella donna…meglio così…va!*
Entriamo in classe e io vado a sedermi vicino alla finestra nella penultima
fila, mentre Laurie e Sofia si siedono nei due banchi in ultima fila vicino alla
porta..
«Ehi.. sai come mai non c’è ancora la Frost?» chiedo a Julian pensando che
lui sapesse dov’era…
«No…purtroppo no…peccato che no sia già qui…» dice Julian, il suo cocco
adorato… Lo guardo schifata poi torno a ripassare visto che oggi è giorno di
interrogazione…
«Ciao Faith!»
«Oh! Ciao Erik!» dico sorridente, avvicinandomi e dandogli un bacino sulla
guancia…
«Dov’è la Frost?» mi chiede e vedo che si guarda attorno, forse spera che
la prof. arrivi, visto che le “sbava dietro”…
«Bha…non che mi interessi così tanto, forse è in ritardo…» dico facendo
spallucce e dando un occhiata fuori dalla finestra…
«Ah…capisco…»
Tutto d’un tratto mi viene in mente che oggi devo aiutare Dom a spargere la
voce per la festa di compleanno di Erik e di scatto mi viene da fargli gli
auguri…
«Erik…Aaa…-mi blocco quasi imbambolata-…Torno subito vado in bagno..»
dico per far finta di niente e mi alzo correndo verso la porta…
«Stupida…stupida…stupida…» parlo tra me mentre sono seduta sul
termosifone del bagno
«Oddio…stavo per rovinare tutto e poi Dom mi avrebbe spennata viva…»
«Perché?»
Alzo gli occhi di scatto sentendo una porta aprirsi e vedo Cloe Edison uscire
dal bagno
«Mi stavi facendo fare un infarto… Comunque oggi è il compleanno di Do…cioè
volevo dire di Erik e…»
«Ah si? Corro subito a fargli gli auguri allora»
«NO..» la ragazza si volta e mi guarda interrogativa… forse sono stata
troppo secca
«..ehm…non è che non voglia che tu glieli faccia... è che stiamo preparando
una festa a sorpresa e lui non deve saperlo, quindi tu fingi di non
ricordarti…»
«Ah ok… e quando sarebbe?»
«Poi ti dico bene, passiamo io e Dom…» dico facendo spallucce e scuotendo la
testa..
Torno in classe seguendo Cloe e vado verso Erik che mi guarda in modo strano
«Sai che giorno è oggi?»
*He he si che lo so caro mio…* penso sorridendo sotto i baffi (XD) «…oggi
è…bhè Mercoledì e la Frost interroga…» dico non molto contenta.
«La data!» vedo Erik tutto contento ma fingo di non accorgermene
«Ah… bo… questo proprio no lo so… non mi ricordo mai le date…»
balle…
«Guarda sul diario!»
«Giusto…non ci avevo pensato» *o cavolo e adesso…bhè ma lui non sa che io
so che oggi compie gli anni, non me lo ha mai detto..*
Mi siedo e prendo il diario da dentro lo zaino che avevo appoggiato vicino alla
sedia e comincio a sfogliarlo piano; improvvisamente si sente la voce di Ororo
uscire dall’altoparlante e mi fermo ad ascoltare che dice.
«Buon giorno ragazzi, oggi è mercoledì 25 Ottobre, le lezioni
cominceranno tra poco, c’è stato un piccolo contrattempo…Buona giornata e
buona lezione»
*Ha ha ha…Grande Ororo…La tua buona azione quotidiana…* penso gongolante
«Ecco sentito?»
«Cosa?» mi chiede Erik aggrottando le sopracciglia
«La data che volevi sapere»
«Ah…si si.. l’ho sentita» Sentendo dei tacchi tutti corrono ai loro posti,
capendo che la Frost stava arrivando.. *Povero Erik…mi fa pena…* penso
guardandolo mentre aspettiamo…
Finita la lezione prendo
le mie cose e mi avvicino ad Irma ed ad un gruppo di ragazzi a cui sta
parlando..«Ciao Irma…Ciao gente» dico rivolgendomi prima alla ragazza poi a
tutto il gruppo…
«Ciao Faith-Ciao» dicono quasi all’unisono
Prima di parlare mi guardo attorno assicurandomi che non ci sia Erik nei
paraggi… non lo vedo… evidentemente se ne sarà già andato..
«Irma… stai già spargendo la voce?»
«Si si… prima che arrivasse l’ho detto a tutta la classe…»
«Bene bene» alzo gli occhi e vedo alcuni ragazzi del gruppo che ci guardano
non capendo nulla
«La festa di Erik!!» esclamiamo in coro io ed Irma
«Ah..si si giusto…» vedo qualcuno che si gratta la testa imbarazzato…
«Vado a mettere giù sta roba che poi devo aiutare Dom a spargere la
voce…Ciao ciao»
«Ok…Ciaoo»
Corro in camera ed entro spalancando la porta e trovando Rogue abbracciata a
Bobby ma si staccano appena mi vedono…
«Ehm… scusate…faccio presto…Fate finta che io non ci sia..»
«Bhè..no è che sei molto silenziosa» dice Bobby scherzoso
«Che stavi facendo prima Bobby?-dico ridendo rivolta a lui che capisce al volo
quello che intendevo dire-… ecco appunto…»
Metto giù lo zaino e vado in bagno a sistemarmi la matita che avevo messo agli
occhi, intanto mi accorgo che Bobby torna ad abbracciare Rogue…*ma quanto sono
teneri* penso sorridendo
«Ciaoo» dico andando verso la porta e uscendo dalla stanza diretta verso
l’infermeria…
«Attento…fai piano…»
dico rivolta a Dom che sta tentando di scendere dal letto un po’ impacciato...
«..Fermo che così ti fai male… e poi va a finire che ti ritrovi bello
disteso sul pavimento…» Oddio, mi sembra di essere una mamma…
Finalmente, dopo molti e moooolti rigiri è riuscito a prendere le stampelle e
mi sorride… *Che sorriso incantevole* penso poi però abbasso lo sguardo
arrossendo per paura che abbia capito quello che stavo pensando… Sento ancora
i suoi occhi su di me e non resisto più..
«Su su forza andiamo!» mormoro guardandolo di sfuggita e avvicinandomi a lui
per aiutarlo, prendendolo per un braccio
«Si si ecco…»
Usciamo dall’infermeria e mi guardo attorno controllando che non ci sia Erik,
*Via libera…*
Mi volto per dire a Dom che possiamo andare e lo vedo incantato… *chissà a
che pensa* ne approfitto per guardarlo (XD) *Quanto è bello…Ma perché no si
decide…lo sa che mi piace e io penso di piacere a lui…cioè…* poi mi volto
di scatto accorgendomi che si era voltato…
«Senti Fatih…domani sera, alla festa ti devo dire una cosa»
«E se me lo dicessi adesso?» dico sorridendo e piantandomi in mezzo al
corridoio curiosa di sapere che mi deve dire
«No no… he he aspetti domani!»
«Daaaiiii…dimmelo!» sbuffo…*maledetto…sai che sono curiosa…*
«No no te lo dico domani, così sono sicuro che vieni con me alla festa!» *Va
bhè tanto sarei venuta con te comunque…* scuoto la testa lasciando perdere,
visto che sarà battaglia persa…
«Uff…ok!» lo prendo sotto braccio e cambio discorso altrimenti non la smetto
più di torturarlo… «Su su muoviamoci, o domani alla festa non ci sarà
neanche un cane!» dico in fine affrettando il passo dimenticandomi che Dom è
con le stampelle…
«Hey hey calma!» sento che mi dice e rallento «Primo… le feste che
organizzo sono sempre affollate di gente…Secondo…ricordati che si tratta
della festa di Erik, uno dei ragazzi più famosi e ricercati della scuola, dopo
di me ovviamente, che oltre ad essere ricercato nella scuola sono ricercato
dalla polizia, dai manicomi…» dice scherzando come sempre…
«Modestia a parte mi raccomando…-ridiamo entrambi-… ma che scemo…»
****
«Dov’è Irma…» chiedo a
Luis di fretta trovandolo in giardino…
«Non so…ma perché tutta questa fretta?» mi chiede guardandomi interrogativo
«..Eh…-mi prende alla sprovvista-…cosa?...ah.. no niente»
«Come niente?Dai dai potrei sapere dov’è»
«Eddai Luis… è importante… non tirarla lungaaa»
«Uhm…va bhè tanto non so dov’è… ho visto prima che andava per di la con
Waren poi non so…» dice indicando la fontana
«Ah… ok…»dico e faccio per andarmene
«..Ma…è vero che vai alla festa con Dom domani?» dice e sembra che stia per
scoppiare a ridere
«…Che problema c’è!»
Comincia a ridere e quasi non si mette a rotolare per terra…
«Che c’haiiii???» chiedo spazientita visto che ero alla ricerca di Irma
«..Tu…e…Dom….» dice quasi riprendendosi, ma poi scoppia a ridere di
nuovo
«E allora? Non posso andare alla festa con un amico?»
«…Si si amico…certo…» dice guardandomi e ridendo ancora un po’
Abbasso gli occhi e arrossisco lievemente…«…uffaaa… ma farti gli affari
tuoi no è!»
«Ha haaaa….non hai contestato quello che ho detto….quindi per te non è
solo un amico…»
«…Piantalaaaaaa… si che è un amicooo…uff…ma sei proprio uno stress…»
dico scherzando
«Ma…»
«Ciao devo cercare Irma…» dico sfuggendo dalle sue grinfie e correndo in
giro in cerca di lei…
Eccola la che cammina con un paio di ragazze… «IRMAAA IRMAAA» dico correndo
verso di lei e agitando la mano, anche se non serve a nulla visto che è girata
di spalle…
Non fa a tempo a girarsi che le sono addosso e la prendo per un braccio
portandola via dalle ragazze «Scusate! Ve la riporto subito!!»
«Ma che c’hai!»mi chiede la ragazza
«Come che ho!Hanno detto che…cioè…cosa è successo tra te ed Erik?»
chiedo guardandola ad occhi spalancati
«Nulla…che vuoi che sia successo»
...
****
Siamo ancora in giro per i
corridoi a spargere la voce, ma vedo che Dom rallenta il passo e sembra un po’
dolorante, anche se non lo vuole dare a vedere…Sempre il solito testone…
«Forse è meglio se ci fermiamo un po’…dai vieni…»
«No ma dai ce la faccio benissimo…devo solo avvisare Ophelia e qualche altra
ragazza e poi sono apposto…Dai siamo quasi arrivati alle loro camere…Ti
giuro che se non ci sono lascio un foglietto…»
Lo guardo con la testa spostata un po’ di lato e gli occhi un po’ socchiusi
in segno di disapprovazione…non mi convince…«No, niente da fare! Saresti
capace di andarle a cercare anche in capo al mondo se non le trovi in camera…
Non ti preoccupare le cerco io, ora ti siedi e ti riposi un po’ o dovrai
passare la festa di Erik in infermeria…»
«OoOohh..ti dico che sto bene»
«No…Entra qui e non rompere…» dico prendendo le chiavi della camera e
aprendola facendolo entrare
«Ecco, ora da bravo ti siedi sul letto…» dico felice pensando di averlo
fatto ragionare
«…No…»
«Come no?!» chiedo quasi saltandogli su…
«No…poi tu mi violenti…» vedo che ride e si allontana un po’ a fatica
«Possibile che c’hai sempre quello in testa…» dico poi lo spingo sul letto
e mi dirigo verso il bagno
«Dove vai?» chiede guardandomi rimanendo mezzo sdraiato nel letto
«Devo farti vedere una cosa…-dico allegra sperando di ottenere la risposta
che vorrei sentirmi dire-…poi mi dici se mi sta bene…»
Prendo il corpetto che avevo appoggiato su una sedia li vicino e tenendolo
nascosto entro in bagno e mi cambio con calma, me lo sistemo per bene e poi apro
la porta rimanendo però dentro il bagno ancora un attimo, forse perché un
po’ mi vergogno…Alla fine esco e mi piazzo davanti il letto..
«Guarda?» dico mostrandogli il corpetto rosa che ho preso tempo fa quando sono
andata a fare compere con Irma, Rogue, Ophelia, Laure e Sofia…
«…E allora?» questa risposta proprio mi spiazza, poi mi vengono strani
pensieri in testa
«Come allora!?Come mi sta??Non dirmi che non ti fa alcun effetto…L’ho
comprato apposta, perché è sexy…Oh…mica sei gay?» azzardo poi…*E se lo
fosse veramente?...Allora perché tutti quegli sguardi….Ma che cavolo dici
Faih!Certo che non lo è……*
Vedo che scoppia a ridere e non capisco proprio il motivo *E adesso che cavolo
gli prende…* penso ansiosa… (XD)
«Perché ho la faccia da gay?No no…sono più che normale…ma…mi fa
ridere…il fatto che tu voglia farmi credere che quel…corpetto l’hai preso
apposta per me!»
«Ma nooo…Ma che cavolo dici scemo!?Non per teee! –dico con la voce un po’
più alta prendendo un cuscino da sopra il letto di Rogue e lanciandoglielo
dietro- ci sono tanti ragazzi che lo apprezzerebbero…» dico facendogli una
smorfia voltandomi, poi ci ripenso e mi giro di nuovo e vedo che non ride più..
«Bhè…e adesso che c’hai?Hai capito che questo corpetto mi sta bene e ti
stai rimangiando le parole?» lo prendo in giro per sfidarlo poi mi giro e vado
verso il bagno per ricambiarmi visto che non è stato un gran successo…
Faccio a mala pena in tempo a fare un passo e me lo ritrovo dietro che mi
mormora qualcosa da sopra le spalle
«E se invece me ne fossi accorto?»
«Dai Dom, stavo scherzando, ti prendevo in giro…» dico voltandomi verso di
lui
«E se io facessi sul serio…?»
Mi si avvicina piano e mi sento le guance avvampare…mi allontano un po’ e mi
ritrovo con le spalle a ridosso del muro…Il suo viso sfiora il mio e mi sento
molto imbarazzata, non so che fare e rimango quindi immobile…
«Lo hai preso veramente per farti ammirare dagli altri ragazzi?»
«…N…No…» borbotto sentendo il cuore accelerare e il respiro che si
affanna, mentre la sua calma mi mette un po’ di ansia e mi fa sentire piccola
e incapace di muovermi…
«Volevi davvero farti vedere da me prima degli altri…?» mi chiede con voce
molto calma e avvicinandosi un altro po’ a me…*Quanto è bello…*
Imbarazzata non so che rispondergli e farfuglio qualcosa senza senso
«Io…si…cioè….ma….dai Dom…cioè….» non mi sono mai sentita così
imbarazzata, neanche durante un interrogazione della Frost…
«Sshh…»
«…»
Lo guardo con gli occhi quasi sognanti mentre aspetto una sua mossa…che
purtroppo avevo sottovaluto…si avvicina ancora e io quasi svengo, socchiudo le
labbra e sto per chiudere gli occhi, quando tutto d’un tratto lo sento ridere
come un matto e li apro di scatto trovandolo piegato in due dal ridere sul
letto… Rimango pietrificata…
«Che…Che faccia che avevi…ha ha ha ha…dovevi proprio vederti sai…» da
quanto ride è diventato viola e gli scendono le lacrime dagli occhi… *Lurido
bastardo…* penso e istintivamente e un cuscino prende il volo e gli arriva
dritto dritto in faccia… *Da quando in qua ci riesco…*
Ne approfitto del cuscino in faccia e prendo altri cuscini e gli salto sopra
cominciando a prenderlo a cuscinate…
«Brutto…ma che….bastardo…»
Dopo un po’ mi fermo e la sua faccia sbuca appena fuori da due cuscini… è
così buffo…scoppio a ridere e glieli tolgo da sopra, poi non reggendomi più
scendo appoggiando la testa sul suo petto senza rendermene conto…
«Hey Faith per la fes…oh…ehm…ciao…bhè magari torno dopo…»
Rogue è entrata in camera nostra e ci ha trovati uno sopra
all’altro…divento paonazza e istintivamente mi butto giù dal letto
*Aia…mi sa che non è stata una buona idea…* penso massaggiandomi la
schiena…
«Rogue…non pensare male….»
«No tranquilla…Faith mi stava prendendo a cuscinate…» sento dire Dom un
po’ imbarazzato e poi piano mi alzo dal letto e lo vedo uscire dalla porta più
velocemente che può, poi sposto gli occhi su Rogue e vedo che mi guarda
trattenendo un sorriso…
«Tirati su da li e spiegami….» “ordina” Rogue sedendosi sul letto…Mi
alzo sedendomi accanto a lei, poi comincio a raccontarle e finito Rogue si mette
a ridere..
«Ti avevo detto di non ridere…» dico fingendomi imbronciata
«Ma…è impossibile non ridere Faith…siete..così…»
«Cos’ cosa?» la guardo interrogativa pronta a saltarle addosso
«…Così…ridicoli…» dice piegandosi in due dalle risate
«…Uff ecco lo sapevo no dovevo dirtelo…» dico alzandomi e andando
verso la finestra
«Ma dai Faith, non te la prendere…non volevo offenderti…»
«Si…ma…-poi mi fermo e cambio discorso- …allora mi dia una mano a
tingermi i capelli?»
La ragazza mi guarda e lascia perdere il discorso di prima «Certo…ma sei
proprio sicura di farlo?»
Faccio segno di si con la testa mentre vado a prendere il colore… «Tanto non
resta mica per sempre….Dopo un po’ di lavaggi torno normale…-faccio
spallucce e vado in bagno-… allora?»
****
«SU SU SVELTI TUTTI DENTRO»
urlo restando davanti alla porta dell’auditorium e facendo entrare gli
studenti, cercando intanto con lo sguardo Irma
«Hey Luis…Sai dov’è Irma?» chiedo mentre il ragazzo mi aiuta a far
entrare tutti
«No…non so…aveva detto che veniva…ieri mattina»
«É…lo so… va bhè se non arriva vado a cercarla…»
Entriamo anche noi per ultimi e chiudiamo le porte spegnendo le luci… «Tra
poco dovrebbero arrivare…» sussurro a qualcuno affianco a me…La porta si
apre e io pronta accendo le luci e la musica…
«AUGURIIIIIII» si sente un boato (XD) riesco a malapena a vedere Erik e Dom
sulla porta…
Sento la pancia brontolare
e decido di andare dopo a fargli gli auguri, quindi vado verso il banco del
buffet e mangio qualcosa… poi mi volto e vedo Dom girato di spalle e mi
avvicino a lui appoggiandogli una mano sulla spalla destra…
«Ciao…» dico sorridendo più del solito visto che ho qualcosa di diverso…
«Ciao…» mi risponde lui sorridendo a sua volta *Ma possibile che sia così
tonto…*
«Hai visto i miei capelli?» dico ridendo rigirando una ciocca su un dito
«Sono sono…SONO VIOLA!» esclama rimanendo di sasso
«Più o meno…-preciso io- Allora come stò?»
«Bene…» dice rimanendo a guardarmi *Balle…ma non mi interessa*
«Dici davvero?»
«Si…tu stai sempre bene…sei tu che rendi bello tutto»
«Ah…grazie…» dico abbassando gli occhi e arrossendo leggermente, poi mi
accorgo che si avvicina lentamente a me
«…Tu…Tu mi piaci…» mi sussurra all’orecchio poi torna a guardarmi
«…Dovevi dirmi questo…?» *ma che razza di domanda idiota…*
«Si…» dice e si avvicina leggermente… *È no caro mio…non ce la farai
così facilmente… ora te la faccio fare io la faccia da pesce lesso…* penso
mentre mi avvicino e le nostre labbra si sfiorano
«Anche…Anche tu dovresti vederti…» dico ridendo come una scema e scappando
via, ma mentre mi confondo tra la gente i dubbi mi assalgono… *..E se avessi
dovuto baciarlo? e se adesso lui ha cambiato idea? Oh… Ma perché sono così
stupida…* penso e vado verso l’uscita ricordandomi di dover cercare Irma..
Attraverso i corridoi quasi deserti e arrivo alla sua camera, busso ma non
risponde nessuno…
«Irma apri…so che ci sei…» dico bussando di nuovo alla porta…Aspetto
ancora un po’ poi la ragazza viene ad aprirmi
«Ma che fai ancora qui? Non ti ricordi che c’è la festa di Erik?» chiedo a
voce un po’ più alta del normale mentre entro e mi piazzo davanti a lei
«Non ci vengo, questione chiusa»
«No no la questione non è chiusa affatto! Perché questo cambio di programma»
«Secondo te vengo alla festa di uno che mi prende e mi bacia senza motivo?»
dice quasi urlando
«…Ma è pur sempre il tuo migliore amico!...e poi sarebbe una buona occasione
per parlarvi!»
Scuote la testa e mi spinge fuori dalla camera chiudendomi la porta in faccia…
«Irmaaa! Non fare la stupida…Dai apri…»
«Per favore Faith…voglio restare sola….»
«…Ma…-sospiro e faccio per allontanarmi, poi torno indietro- se cambi idea
sai dove siamo…» dico davanti alla sua porta poi mi dirigo un po’ triste
verso la festa…
****
«Hey Faith dov’eri
andata?» mi chiede Kitty «Dai vieni a ballare un po’…» dice trascinandomi
in mezzo alla mischia senza lasciarmi rispondere…Rimango li a ballare per un
po’ ridendo come una matta, poi tutto d’un tratto il pensiero di Dom mi
riempie la testa…
«TORNO SUBITO» urlo a Kitty per farmi capire
«OOOOOK» risponde lei girandosi e cominciando a saltare in mezzo al gruppo
Intravedo Erik vicino al buffet..
«Auguri è!» dico sbucandogli da dietro
«Oh..Grazie F…-dice mentre si volta-… Che hai fatto ai capelli?» dice
indicandoli con un dito
«Bhè li ho tinti, non si vede?» dico ridendo
«Ma tu sei tutta matta!!» dice scandalizzato
«Ma dai…poi va via…Ma… sai dov’è Dom?»
«Si…è di la vicino al muro che parla con un gruppo di ragazze…» dice
indicandomi un gruppo di ragazze in fondo alla stanza
«ah… Ok!» dico non molto felice della notizia e vado verso di lui con il
cuore che mi batte a mille… e con un po’ di gelosia… Arrivo vicino al
gruppo quasi correndo, afferro Dom per un braccio e lo porto via senza dargli il
tempo di capire nulla…
«Hey! Stava parlando con noi non l’hai visto?»dice una ragazzina
«Bhè ora non lo fa più perché viene con me!» dico continuando a camminare
molto frettolosamente senza darle molto ascolto…
«Hey!Lasciami stavo…» cerca di protestare ma io non lo mollo e lo trascino
su un angolo appoggiandolo con le spalle al muro…Lo guardo negli occhi, lo
vedo un po’ sconcertato, poi mi avvicino alle sue labbra e lo bacio…Dopo un
po’ si lascia andare…
Tutto sembra fermarsi e la musica della festa sembra diventare una dolce
melodia fatta apposta per noi… Gli porto le braccia attorno al collo e sento
le sue attorno ai miei fianchi…il suo bacio è così…così dolce…è una
sensazione fantastica... Non ho mai provato nulla del genere con nessun altro
ragazzo e per la prima volta mi sono accorta che la nostra lingua manca di
parole per esprimere questo sentimento…
«…Anche tu mi piaci…»
Dalla vita di Roland Sinclare
Mi sveglio...come posso dire.... nuda si, ora sono donna, una bionda dal fisico delicato come piacciono tanto a me e dove sono? Ah ancora qui in uno squallido motel di periferia se mi osservo intorno posso vedere diversi vestiti non solo miei sparsi qua e la, ora mi volto sul letto da dove mi sono appena svegliato e vedo un uomo... ora comincio a ricordare, la sera prima.. ero a una festa da qualche parte al centro di new york...una di quelle feste importanti, con gente importante... e chi è questo tizio? Mi avvicino al suo pantalone dal quale estraggo la sua carta d'identità dove leggo Richard, Rupert Jackson... il politico... lo osservo per bene... si.. mi ricordo perchè sono qui... mi piaceva la sua macchina...una di quelle italiane, una ferrari, ma non ricordo il colore... pazienza... beh credo che sia giunto il momento il momento di andar via... un rapido sguardo al viso dell'uomo e poi indosso i suoi vestiti... portandomi però solo il portafogli e il cellulare... esco dall'appartamento a poche ore dall'alba e vedo la mia nuova macchina parcheggiata a pochi passi... beh se lo sarebbe dovuto aspettare... si sa, le bionde sono un po' stronze... salgo sulla macchina e via da quel luogo per andare... dove? Dove vado? Ora che mi viene in mente ho l'istinto di andare da qualche parte... ma dove? Sembra di ricordarmi la voce di Tzvetan che mi diceva di recarmi a manhattan, in un vicolo intorno al numero 70... non è raro che mi contatti per far si che lo raggiunga da qualche parte... lui e il suo maledetto potere... è stato fortunato a trovarmi libero... mentre mi dirigo verso manhattan sento le sirene della polizia... a quanto pare il vecchiaccio si è svegliato trovando la mia sorpresina, anzi senza trovare più niente.... oh che peccato... mi guardo allo specchietto... e quasi in automatico le mie iridi cambiano di colore... i capelli lunghi e biondi diminuiscono diventando bruni, il viso dolce e perfetto diventa squadrato e rugoso... il corpo credo di conoscerlo fin troppo bene... e così che quando mi fermano mi chiedono stupiti cosa ci facessi io sulla "mia" macchina vista la denuncia arrivata giusto qualche minuto fa... con fare molto garbato gli sorrido dicendogli che sicuramente si sarà trattato di uno sbaglio o anche qualche scherzo di cattivo gusto... non mi credono. bah misere seccature... comunque sia non fa nulla, scendo dalla macchina e mostro loro i documenti iniziando a borbottare qualcosa riguardo impegni urgenti... notando che non vi è traccia della famigerata ladra bionda e tutta curve si scusano e mi lasciano andare... lo ripeto, fin troppo facile, quasi senza gusto... riparto così in direzione di manhattan...
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Mentre cammino per i corridoi osservando a destra e a sinistra la nuova sede della confraternità sento delle urla provenire dalla camera di Magneto... non capisco con chi ce l'abbia ma sento che parla di un certo atto di gelosia da parte di qualcuno per una ragazza... non che la cosa gli interessi ma poi vedo quel qualcuno avvicinarmisi con aria afflitta e dispiaciuta... mi è sempre piaciuto vedere Pyro in questo stato così gli domando "Cosa c'è?"
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"Una missione di vitale importanza?" gli chiedo curioso di sapere cosa possa essere successo... possibile che per colpa delle cotte d'amre di un ragazzino la questione diventi di vitale importanza? Lo continuo ad osservare con fare interrogativo mentre lo ascolto spiegarmi che cosa ha intenzione di farmi fare... vorrebbe che io prenda il posto di Warren nell'accademia, è ancora molto nervoso per quanto accaduto.. decido quindi di assecondarlo per ora con fare altezzoso... sono sempre solito ribattere i suoi ordini ma questa volta gliela farò passare... non ho nulla da fare... e dopo avergli assicurato con un certo distacco che avrei compiuto la missione assegnatami esco dalla stanza... Warren è nella camera affianco... in quel preciso istante passa ancora Pyro... un'idea malsana mi balza per la mente... "Allerdyce.. vieni un po' qui... ho un favore da chiederti..." mi osserva con fare sprezzante... la mia solita aria di non curanza gli fa capire quanto mi importi degli sguardi delle persone... "Potresti andarmi a chiamare Callisto e Incubo? E torna con loro... ho bisogno di tutti voi.. chi più chi meno... " giusto il tempo che si incammini lo fermo ancora e gli dico "Ah per cortesia... cerca qualcuno che ti possa dare della "roba" abbastanza potente... ho bisogno del suo stato di incoscienza..." un rapido cenno di testa per farmi capire che la richiesta è stata afferrata... dopo gli dirà grazie... in fondo si sta comportando bene...
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Bene stanno tornando ora... ci sono tutti? ad occhio e croce direi di si... faccio loro gesto di seguirmi e vado verso la camera affianco... poggio la mano sulla porta e, proprio quando sto per aprire mi viene in mente di dover prendere una precauzione... "Allerdyce... potresti darmi il tuo accendino? Vorrei che tu sia il più sicuro possibile... non vogliamo altri guai" inizialmente mi osserva con fare famelico.. sembra che il momento di depressione sia passato... bene, al suo rifiuto aggiungo le parole ".. non te ne pentirai" con un ghigno che lascia capire le mie intenzioni... Pyro, osservando quel atteggiamento sembra entrare in conflitto con se stesso... non sa se fare ciò che dico e vedere cosa ho intenzione di fare, o restare li fuori... glielo leggo chiaro negli occhi.. non c'è affatto bisogno di un telepate per capire cosa sta provando... decide così, molto a malincuore, di darmi il suo accendino... la gioia di vedere il suo nemico soffrire è troppo grande.... entriamo quindi nella camera... il corpo dell'essere è appeso a croce in mezzo alla camera... sta dormendo o meglio è stordidito... lo osservo per qualche attimo per poi dire rivolto agli altri "Ma questo ha le piume..." non è troppo complicato ma mi sarei dovuto applicare un po' di più durante la tramutazione... le piume sono difficili da far uscire... avvicino con fare delicato la mano al viso del pennuto per poi iniziarlo a schiaffeggiare lievemente per farlo svegliare... ancora mezzo rintontito l'angelo apre gli occhi dicendo "Chi sei tu" con voce stanca... io gli sorrido.. chi sono io? E chi lo sa chi posso essere... "beh mio caro posso dirti che io sono tutti e nessuno" mi osserva con fare interrogativo... la cosa mi diverte... impossibile che riesca a capire... il poverino oltre che la botta viene sottoposto anche ai giochi di parole... soddisfatto di questa risposta, già, mi gasa sempre dare queste risposte sceniche... osservo in direzione di Pyro poi in quella del pennuto per poi dire come se niente fosse " Allora? Qualcuno ha la foto della puttanella?" la reazione è esattamente quella che mi aspettavo... l'angelo, intuendo probabilmente a chi mi riferissi tenta di liberarsi dalle catene... inutilmente... Pyro invece fa correre subito la mano alla tasca per prendere l'accendino... non lo trova... non subito.. gli ci vuole un po' di tempo per capire che ce l'ho io... che spasso... "Ehy... cos'ho detto di male?" dico con fare innocente... osservo ora John e gli dico "allora? La devo chiedere a Magneto questa foto?" con fare sicuro... strano... si calma subito... credo che la minaccia sia arrivata al destinatario...apre ora il portafogli per estrarre una foto di Irma... me la porta... mi fa capire quanto odio prova nei miei confronti... osservo ora la foto e noto questa donna di una bellezza eccezionale... interessante... "Beh non c'è che dire... una cratura magnifica.." dico mentre metto la foto in tasca con la reazione automatica di Pyro "EHY!" mi rivogo verso di lui dicendo "non ti preoccupare... non mi interessa... te la ridarò dopo..." mi volgo ora in direzione dell'angelo innervosito e gli dico "allora caro... che mi dici? Sai come possiamo rapirla?" un suo sguardo mi fa capire che se fosse libero mi ammazzerebbe... che bello approfittare dell'impotenza delle persone... lo osservo ancora e gli dico "no eh? vabbè..." e con una risata mi allontano da lui... mi avvicino intanto a callisto sussurrandole "ok. drogalo... voglio però che abbia la possibilità di capire quel che dico..." lascio Incubo con lei ed esco dalla stanza con Pyro... appeno chiudo la porta e mi volto verso di lui mi sento arrivare un cazzotto che mi colpisce nell'occhio.... non avevo considerato il fatto che le mani le avesse ancora... che male... "dai su.. era solo uno scherzetto..." mi guarda con ira... non so ma credo di aver esagerato... quindi decido di dirgli "aspetta... se continui così non riuscirò a trasformarmi non credi? Fammi fare quello che devo.. ricordati le parole di magneto... "RENDITI UTILE"" dico sperando che Magneto abbia detto una cosa simile... riesco a calmarlo... non del tutto ma almeno si è calmato tanto da non uccidermi... estraggo accendino e foto dalle tasche e porgo il primo tenendomi l'altra... pyro mi osserva ancora innervosito... gli rispondo "Ma possibile che tu non abbia ancora capito?" e inizia a prender la forma della foto... una donna con delle curve mozza fiato... capelli dai colori scuri e occhi celesti... insomma prendo la forma di Irma davanti uno dei suoi pretendenti... la cosa credo lo disgusti un po'... ma pazienza... " e ora un'altra cosa" gli dico con la mia voce... una cosa molto brutta a vedere... una donna con voce da uomo e Pyro certamente concorderà con me... sembra un incubo... "potresti chiamarla e mettere il vivavoce?" capisce il mio intento e subito la chiama... "pronto John!!!" ripeto fra me e me le parole fino a quando non riesco a manipolare le mie corde vocali al punto tale da essere perfettamente uguali alle sue... capito il suo modo di parlare quanto basta dico al piromane di parlare con lei se vuole... ma che stia attento... ritorna ora nella camera di Warren dove il pennuto è ancora appeso con la testa che gli dondola... mi avvcino a Callisto dicendole di tener d'occhio John e di non farlo entrare qui... poi restiamo solo io ed Incubo... mi avvicino all'amico ormai di vecchia data per dirgli "ok.. mi fido di te... lavora un po' sui suoi stati d'animo e su i suoi sentimenti.. dovrebbe essere più facile visto che è più di la che di qua..." inizia così a concentrarsi, chiudendo gli occhi... benissimo... è giunto il momento di entrare in scena...
"Warren!! Warren!" gli dico con le lacrime agli occhi... sono abbastanza bravo a recitare.. non c'è che dire ma quasi non serviva per come era ridotto "I..Irma.. che c.. ci fai qui?" mi chiede distrutto... io gli rispondo "sono venuta a salvarti... che domande mi fai.. " facendo finta di armeggiare con i suoi catenacci... "ma dimmi una cosa" osservandolo con i "miei" occhi azzurri "mi ami vero?", Warren mi osserva, Callisto ha fatto un ottimo lavoro, è cotto al punto giusto. Distoglie lo sguardo dal mio sorriso, non sa che dire, oscilla la testa apre la bocca sanguinante ma le parole non gli escono. Gli prendo il mento con fare deciso ma comunque dolce, gli sorrido di nuovo "Warren… rispondimi, dimmi se mi ami…- sorride distogliendo di nuovo lo sguardo, fa cenno di si con la testa, bene la cose sembra andare per il verso giusto-… bene ora ti libero, ma tu devi promettermi che non ti muoverai di qui, o ci uccideranno entrambi… e tu non vuoi che io muoia vero?..." devo parlargli come se fosse un bambino ora, cadenzando bene la pronuncia o non capirà niente di quello che gli dico. Vedo Tzvetan sorridere e tossicchiare sommessamente, quante volte l’ho visto fare così, mi aiuta il fatto che gli abbia infuso una sensazione di tranquillità, così sono sicuro che non cercherà di scappare. Do il segnale, ho dato precise istruzioni alla gente che sta al di là di quella porta, la telepate francese sta scrutando i miei pensieri, poverina, adesso sta comunicando a Magneto quello che faccio e lui farà in modo da liberare Warren da tutto quel metallo tranne che per delle semplici manette, tanto neanche si accorgerà di averle. Così è, cadono i pezzi di ferro superflui e rimangono soloquelle, conduco l’angioletto caduto a una sedia in mezzo alla stanza mentre Incubo resta dietro di lui, io invece mi siedo di fronte, conservando sempre quel sorriso rassicurante. Comincia un interrogatorio di domande laterali, sono un esperto in queste cose, mi informo sulla sua vita e su tutto quello che fa domandandogli cose vagamente inerenti, tipo se ultimamente si è arrabbiato con qualcuno, se nella sua materia vanno tutti bene e se nella sua famiglia stanno tutti bene. In questo modo riesco a capire come posso essere lui, certo è ovvio che non mi dirà tutto quello che c’è da sapere e verranno fuori molte cose assolutamente inutili, ma, con questo tipo d’informazioni e con altre che mi forniranno involontariamente i suoi amici, dovrei riuscire a sostituirlo per un breve periodo, molto breve, senza che nessuno si faccia tanti problemi. L’interrogatorio dura quasi un’ora alla fine della quale angelo è quasi svenuto, meglio così tanto non mi serve più, con l’aiuto di incubo sono riuscito a capire quali sono i suoi stati d’animo, con chi è arrabbiato, chi sono i suoi amici, che cercherò accuratamente di evitare perché sono quelli che più facilmente potrebbero scoprirmi, insomma m’impossesso bene o male della sua personalità, divento lui psicologicamente. Adesso è il momento di occuparmi del fisico, cosa comunque non tanto semplice, ma io sono un’artista mica uno qualunque, svolgerò bene il mio compito, lo sanno tutti coloro che confidano in me.
Comincio a girare intorno al fortunato che mi toccherà sostituire per un po’, osservo bene la muscolatura, lo sfioro con le dita per percepire la sua consistenza, gli tocco i capelli, gli guardo bene il disegno delle iridi, osservo attentamente le sue impronte digitali, facendo di volta in volte delle prove per copiarle, gli stacco una piuma questa mi servirà dopo, sono tutti piccoli particolari di cui nessuno si accorge consciamente ma se fossero solo un po’ diversi mi sentirei sicuramente dire cose tipo, "Warren sei strano oggi." ed è una grave pecca per uno come me. Gli faccio un ultimo giretto intorno, questo solo per fare un po’ di scena, parlo cominciando anche a cambiare la voce "…adesso…io…sono…-ormai quasi del tutto lui gli ritorno davanti-…te…" e finisco di cambiare completamente, vedere il volto delle persone quando faccio questo è una goduria incredibile, in questo momento Warren è un punto interrogativo vivente, probabilmente crede di avere le allucinazioni, vorrebbe dire qualcosa ma è talmente fatto che appena apre la bocca ha un conato di vomito e sviene, che schifo mi prende il disgusto a me così come a Tzvetan "meglio uscire di qui in fretta amico mio…" gli dico tappandomi il naso. Gli altri stanno aspettando tutti fuori con ansia, mi dimentico per un attimo che non sono più io, quando vedo le facce sorprese degli altri rimango per un attimo interdetto, Magneto, è lui a prendere la parola dopo qualche secondo di imbarazzante silenzio "…Roland?...sei tu?...ma perché non hai le ali? Non penserai di andare senza…", mi guardo dalla testa ai piedi per un attimo mi ero dimenticato chi sono ora, mi succede quando ho appena cambiato identità, poi gli sorrido "…Non più signor Lensherr… ma non sono nemmeno Warren finché non ho le ali questo è vero, avevo pensato che lei potrebbe costruirmi l’ossatura delle ali in alluminio, io la ricoprirò con la pelle e le piume… che ne pensa si può fare?..." Eric ancora leggermente disgustato dalla mia apparizione nei panni di uno dei suoi nemici, mi squadra da cima a fondo, dopo qualche secondo mi risponde "si…bene mi sembra una buona idea, comincio a prepararla…" "…bene allora io vado a immedesimarmi un po’ nel personaggio, c’è un posto tranquillo con uno specchio qui?...- Callisto mi fa cenno di seguirla, ma prima di andarmene mi ricordo di una cosa-…ah John…" solo ora poso lo sguardo sul colpevole di tutto ciò, sobbalzo non mi aspettavo che fosse così infuriato, la sua espressione è agghiacciante, ho l’impressione che la cosa desidera più al mondo, ora che sono Warren, è uccidermi a sangue freddo. Deglutisco nervosamente, comprendo che forse adesso non è il caso d’infierire, cambio voce per un attimo cambiandola con quella solita di Roland che conoscono tutti "…La foto di Irma, John… ciao e grazie per l’aiuto…" cerco di sorridergli, non ci riesco, meglio allontanarsi il più in fretta possibile. Incubo intanto sta dando delle istruzioni alla telepatia e agli altri, credo su come trattare Warren finché questa faccenda non si aggiusta, ma non riesco a sentire esattamente quello che dice.
Dopo un’oretta e mezza entra nella mia stanza Pyro, che è evidentemente più calmo anche se evita di guardarmi in faccia, mi ha portato l’intelaiatura delle ali fatta dal signor Lensherr, è stato gentile da parte sua, ma non credo sia venuto solo per questo. Senza dire una parola spalanca la porta della stanza ed entra, lo saluto con un cenno della mano, non mi risponde, per uno come lui una cosa del genere deve essere una frustrazione insopportabile, mi lancia la magnifica costruzione in alluminio e altre leghe di metallo fatta da Magneto, non credevo che fosse così capace in senso artistico, è anche molto resistente "…mmmh…però…il vecchietto ha fatto un buon lavoro eh John?...", lo guardo sorridente, lui mi guarda imperscrutabile, "…se provi solo a pensare a Irma ti uccido…" abbandono il sorriso sfacciato, per una volta è meglio essere seri, "…ho capito John puoi stare tranquillo…" non aggiungo altro, so che è la sola cosa che si vuole sentirsi dire, fa per uscire, prima di chiudere la porta mi augura buona fortuna, gli sorrido anche se non può vedermi, quest’ultima esperienza deve averlo cambiato un po’, almeno quel tanto che basta per renderlo più sopportabile. Bene ora sarà il caso di mettersi al lavoro.
Recupero la piuma di angelo
dalla tasca dopo aver indossato le ali a torso nudo, comincio a creare la pelle
intorno a quelle fredde ossa finte, è una sensazione che ho già provato altre
volte ma non mi ci sono mai abituato, alla fine dopo aver fatto uscire tutti i
muscoli necessari provo a muovere le ali e ad aprirle... ecco questa è una
sensazione che non ho mai provato, a cui credo non sarà facile abituarmi, tra
latro se dovessi trovarmi a dover volare non ci riuscirei mai, le mie ossa non
sono cave e la resistenza dell’aria farebbe piegare la leggera armatura di
alluminio. Prendo in mano la piuma, chiudo gli occhi e comincio a concentrarmi,
cerco di percepire tutto sulle sue setole, sul colore, sulla consistenza,
fortunatamente in precedenza mi sono allenato su questo tipo di trasformazioni
eccentriche per mio gusto personale, sennò ci avrei messo ore, ecco che
comincia a formarsi il piumaggio, tutto insieme, così entro pochi secondi sono
completamente Warren Worthington. Allerdyce il grande capo ti ha
offeso?" .. Pyro con aria afflitta per via del suo orgoglio ferito dice
"Magneto vuole che tu lo raggiunga..." ah a quanto pare è giunto il
momento di prendermi la rivincita per oggi... "Ah e così il grande uomo
forte non è servito a nulla questa volta?" mentre un ghigno malvagio mi
compare sul volto divertito dalla sua momentanea impotenza... "beh che ci
vuoi fare... a quanto pare qui c'è qualcuno che almeno serve a
qualcosa..." gli dico mentre mi dirigo verso la stanza del capo...
Dalla vita di
Irma Twain
**Prima
dell’incontro con John***
«IRMAAA IRMAAA» Sento gridare da una voce familiare per poi sentire un peso
venirmi addosso e travolgermi, non faccio in tempo a reagire, a parlare che
l’impetuosa forza di faith mi trascina via borbottando ad Annie e a Cloe
«Scusate! Ve la riporto subito!».
Io non posso far altro che lasciarmi trascinare per i corridoi. Varie volte
rischiami di investire qualche bambino.
«Ma che c’hai!» le chiedo alla fine quando sento che la castana rallenta la
corsa.
«Come che ho!Hanno detto che…cioè…cosa è successo tra te ed Erik?» mi
chiede voltandosi con occhi spalancati. Quella domanda mi colpisce allo stomaco.
«Nulla…che vuoi che sia successo» dico con un sorriso falso ma come sempre
abbastanza convincente. Tipico del mio carattere nascondere quando sto male. Fin
da piccola io evitavo di sfogarmi con qualcuno dei miei dolori anche se erano
amici o parenti. Ho sempre odiato farlo perché ho sempre l’impressione di
essere loro di impiccio, di scaricare su di loro i miei problemi nonostante
quelli che hanno già… poi non mi piace farli preoccupare, sono sempre stata
brava a recitare in questi casi; con un sorriso stampato in faccia passa tutto
apparentemente.
La ragazza inarca un sopraciglio poco convinta.
«Eddai Faith! Che vuoi che sia successo!» esclamo mentre mi avvicino alla
porta della camera mia e di Ophelia.
«Irma dai.. tanto ormai lo sa tutta la scuola, è inutile che continui a
mentire!» dice spiccia la ragazza mentre io poggio la mano sulla maniglia della
porta. Sospiro.
«Hanno visto tutti?» chiedo con voce un po’ incerta mentre mi mordo il
labbro inferiore dando le spalle a Faith.
«esatto… la scuola non parla d’altro irma!» esclama Faith.
«perfetto» sbotto ironica aprendo la porta, la stanza è vuota, non ho idea di
dove sia Ophelia, sicuramente adesso che gira per la scuola il pettegolezzo di
me e Erik ce l’avrà a morte con me.
«Irma!!!» esclama ancora Faith entrando nella stanza.
Lancio i libri sul letto voltandomi di scatto
«INSOMMA COSA CAVOLO VUOI????» esclamo gridando esasperata.
faith si irrigidisce. «oh scusami volevo solo aiutarti!» esclama indignata
facendo gesto di andarsene.
Mi lascio cadere a sedere sul letto portando il volto tra le mani.
”cazzo Faith come vuoi che stia? Mi sento una scema!” esclamo ad alta voce.
Sento il corpo della ragazza sedersi vicino a me poggiandomi una mano sulla
spalla.
«ehi» mormora dolcemente.
non l’ascolto, riprendo a parlare a raffica veloce e tremante mangiandomi
anche qualche parola.
«io credevo che fosse un vero amico e dopo tutti questi anni insieme ha
aspettato il momento giusto per usarmi e umiliarmi!!» esclamo mentre la mia
voce si fa sempre più stridula fino a che non scoppio a piangere. Un pianto
pieno di delusione e di rabbia.
«irma!» sento la voce gentile di Warren dietro di me, sono nel cortile seduta
sulla balaustra del terrazzino e ho appena terminato di leggere il libro che mi
ha prestato Ophelia qualche tempo fa.
«Ciao Warren» esclamo sorridendo felice di vederlo poggiandomi il libro in
grembo.
«irma non eri al compleanno di Erik ieri sera?» mi chiede appoggiandosi alla
ringhiera vicino a me, sento nel suo tono una lieve freddezza, una freddezza che
sparisce subito.
«Non mi andava.. dopo quello che mi ha fatto…» mormoro con lieve tristezza.
vedo lo sguardo di Warren incuriosirsi «ma… insomma.. allora tra voi
due non c’è niente?» chiede con timidezza.
Alzo lo sguardo verso Warren perplessa, stupita dalla sua domanda «ovvio!»
esclamo «era il mio migliore amico» mormoro poi.
Lui sospira. Cala il silenzio.
«Ehi» esclama lui con dolcezza con lo stesso tono di chi ha appena avuto un
idea.
«cosa?» chiedo-
«ti va di andare a prendere un caffè?» mi guarda negli occhi.
Involontariamente arrossisco ma sposto subito lo sguardo cercando di non farmi
vedere.
«un caffè? E dove?» chiedo spostando una ciocca di capelli dietro
l’orecchio
«conosco un ottimo bar a Manhattan… alla 70 Avenue» mi dice continuando a
guardarmi con un audacia che mai mi sarei aspettata da lui. Lo guardo perplessa.
«non fraintendere.. era solo per parlare un po’..» mormora poi.
«ok» esclamo scendendo dalla balaustra.
«ma come ci arriviamo?» chiedo poco convinta.
«ti porto in volo» dice tranquillamente
«mmmhhh…. Ok!»
***il pomeriggio dopo l’incontro con John***
Fisso la tua lapide con sguardo vuoto, con lo sguardo seguo ogni lineamento del
volto intagliato nella pietra, mi tornano in mente i tuoi occhi, così sereni in
ogni momento, così speranzosi, così coraggiosi, così altruistici. Non
meritavi questa fine come ogni persona che ha avuto da te un aiuto, un sorriso
non lo meritava tutto… me per prima.
Mi hai accolto nella tua scuola con un sorriso tanti anni fa. Mi hai aiutato a
superare ogni mia paura, ogni insicurezza.. non tutte Charles, non tutte.
Mi avvicino alla fiammella che è debole vicino alla tua lapide, mi basta
passarci sopra la mano per alimentarla un poco. Dopodiché indietreggio di un
passo, due continuando a fissare il tuo volto, il tuo profilo vuoto.
Quando vorrei che tu fossi ancora qui, vorrei poterti chiedere consiglio ancora
una volta. Sono talmente confusa… Mi stringo nella sciarpa di lana, questo
pomeriggio è davvero gelido, però non so se è tutta colpa del clima, forse in
parte è merito mio
Mi manchi Charles e mi manca tanto il tuo sorriso e il tuo ottimismo, la tua
capacità di avere sempre speranza, le tua capacità nel risolvere qualsiasi
problema.
Per un attimo vorrei infinitamente che lui non fosse mai nato, che non fosse mai
entrato nella mia vita e che non ci avesse portato tutta la confusione che c’è
adesso. Mi capisci vero Charles?
Ho in testa la sua voce ripetitiva e dolorosa ma allo stesso tempo tanto
piacevole. Era davvero da tanto tempo che non fissavo quegli occhi arrabbiati,
egoisti, menefreghisti, ironici. Lo amo Charles e non posso far altro che
sottostare alle sue leggi, ai suoi ordini. Questo è l’amore? Questo stupido
sentimento che ti fa sembrare anche il peggior stronzo del mondo un santo. Il
fatto è che mi manca tutto di lui, persino la sua prepotenza e la sua
arroganza. Io mi chiedo a cosa serve l’amore se ti spezza il cuore? Se fa solo
male? Se ti fa impazzire dal dolore?
Poi mi sento una traditrice.. una sporca traditrice. Dopo che Erik mi ha
baciata, baciata, umiliata, usata di fronte a tutti.. dopo tante belle parole,
dopo tanta amicizia e tanto affetto lui ha aspettato il momento buono per
sottomettermi e bistrattarmi. Questa è l’amicizia? Anche questo sentimento è
stupido ti illude e poi ti uccide.. ma forse sono stata pure io stupida. Mi fido
troppo delle persone e quindi la maggior parte delle volte finisce come con Erik
e come con John, il fatto è che con John è una cosa.. con Erik un’altra.
Dovrebbero mettermi in un negozio di giocattoli non credi? Irma! La bambola che
fa quello che vuoi, basta che premi il cuoricino che ha sul petto!
Fredda Ironia… ma purtroppo realtà!
ora sono stufa marcia di essere usata, di essere umiliata e vero che c’è Dio
Erik me la pagherà cara.
Adesso mi sembra di aver fatto bene a dire a John che Erik sta sviluppando la
chiaroveggenza, il dubbio che mi sorge è ‘come fa John a sapere che qui a
scuola c’è uno studente che ha chiaroveggenza?’. Sinceramente mi importa
poco. Pensi forse che la confraternita abbia ritrovato Magneto, Charles? Io
penso proprio di si dato che non sono stupidi.
Sai.. adesso non lo biasimo più Magneto.. in un certo senso lo capisco e anche
bene. Magari anche lui stufo di essere usato e maltrattato ha deciso di
ribellarsi… ma lui è forte ha il potere e la forza di potersi ribellare e
soprattutto ha il cervello in modo da capire quando qualcuno ti prende in giro.
Sono tentata di raggiungerlo, mandare al diavolo tutto e tutti e raggiungere
John dato che l’unica cosa che voglio è lui adesso, solo lui e nient’altro.
Ma non lo so… per questo avrei tanto bisogno di un tuo consiglio Charles
Xavier.. tu volevi un mondo unito vero? Beh io ci ho provato anche troppo, ma
adesso basta.
Se sto con i buoni combino solo guai quindi meglio che viva la mia vita mandando
a quel paese tutto. Perché è l’unica cosa che meritano, umani e mutanti,
animali e cose. Essere mandate al diavolo perché più tu lotti per loro più
loro ti usano. Non trovi?
Mi spiace solo per persone come Warren, Faith, Dominic e anche Tempesta,
Wolverine, Rogue, Bobby e tutti gli altri… loro non mi hanno fatto niente,
anzi mi vogliono bene come io ne voglio a loro. Ma chi mi dice che tutto
questo non sia una copertura? Una copertura per poi alla fin fine sfruttarmi e
offendermi come ha fatto Erik? Tanto si sa.. le persone sono tutte uguali. Tutte
marce, me compresa.
«Ehi piccoletta!» una voce rauca piuttosto burbera attira la mia attenzione
facendomi voltare di scatto e solo in quel momento mi rendo conto che le lacrime
mi rigavano il volto.
Non faccio in tempo ad asciugarmi… Logan si ferma di fronte a me fissandomi
negli occhi.
«cosa c’è?» chiedo un po’ fredda, con un tono rauco e debole.
Logan inarca un sopraciglio poco convinto, mi intimorisce.
«ti ho visto qui tutta sola e temevo stessi per combinarne una delle tue» mi
dice per poi notare che il mio sguardo si posava sulla lapide di Xavier. Io noto
un’ombra di tristezza, di dolore negli occhi scuri di Wolverine quando poggia
lo sguardo sulla lapide di Jean Gray.
«l’amavi?» chiedo schietta con tono lievemente triste.
Lui mi lancia un’occhiataccia.
«non sono affari tuoi mocciosa» dice aggressivo.
«ti ho solo fatto una domanda» esclamo crucciata curvando un sopraciglio.
«si….» mormora poi lui riportando le iridi sulla tomba.
«cosa si?» chiedo confusa.
«l’amavo!» dice tutto d’un fiato con il suo solito tono freddo e
scontroso.
rimango in silenzio per qualche istante studiando la sua espressione…
soffre… per quanto si sforzi di non darlo a vedere sta soffrendo.
Adesso io mi chiedo.. come mi comporterei io se dovessi affrontare tutto quello
che ha affrontato Logan? Costretto a uccidere la persona che ama per salvarla..
Proprio non saprei….
«comunque ti cercava Tempesta» esclama poi di botto il lupo afferrandomi il
polso e trascinandomi via.
«irma!» esclama la donna dai capelli bianchi una volta che oltrepasso la
soglia della stanza. Assieme a lei l’inconfondibile Hank McCoy e Kurt Wagner..
per un attimo mi chiedo dove sia la Frost, ma non indago.
«ciao Irma» mi saluta con un dolce sorriso la bestia.
Ad un certo punto mi torna un lampo di genio. Warren!!! Dopo tutta la
disavventura a Manhattan l’ho completamente dimenticato, impallidisco.
«ehm ehm.. salve» balbetto.
«stai tranquilla Irma abbiamo solo un favore da chiederti» mi sorride Ororo.
«ja…» mormora kurt «tato ke noi dofere antare in una ppikkola missione a
New York...»
«ti chiediamo di badare ai bambini per stasera.. puoi chiedere ai tuoi amici
una mano… e anche a Warren, Rogue, Kitty e Bobby» termina Hank.
Sussulto. «Warren?» chiedo spalancando gli occhi
«si warren..» mormora Ororo confusa «comunque si è fatto tardi… allora
Irma accetti?» mi chiede Ororo.
«mh.. farò del mio meglio.. ma perché proprio io?» chiedo
«perché la scorsa volta quando abbiamo chiedo a Erik e dominic è finita male»
dice hank sorridendo da sotto i baffi.
«mh.. ok ok lo farò…» mormoro sbrigativa «adesso devo andare… buona
missione!» esclamo per poi correre via alla ricerca di Warren.
«WarrenWarrenWarrenWarren scusaaaa!!» esclamo tutto d’un fiato
fermando la mia corsa di fronte a lui, stava parlando normalmente con Bobby.
«scusa di cosa irma?» mi chiede perplesso.
«ieri sera…» mormoro «ti ho lasciato solo con…» mi blocco, stavo per
dire *con la confraternita nei paraggi*.
«con?» mi chiede. Mi aspettavo questa domanda.
«ehm.. con… una tazza di caffè mezza piena» mormoro imbarazzata
inventandomi li per li una scusa.
«sarà meglio che vada…» mormora Bobby indietreggiando.
Guardo Warren che sembra perplesso e confuso dal mio atteggiamento. Il fatto è
che per un istante ho temuto che gli fosse accaduto qualcosa di terribile dato
che per tutta la mattina non l’ho visto.
Mi sorride con dolcezza «stai tranquilla irma.. mi sono solo molto preoccupato
per te.. sei sparita dal nulla…» mormora iniziando a camminare.
«mi spiace» mormoro affiancandolo.
«non ci pensare» mi rassicura.
«beh l’importante è che sia finito tutto bene» esclamo afferrandogli il
braccio, lo sento irrigidirsi per cui mollo subito la presa per paura di dargli
fastidio.
«ehi stasera ti andrebbe di aiutarmi con i bambini?» chiedo poi
«perché no?» fa spallucce.
«Irma!!!!!!! EHI IRMA!!» il mio stomaco si ribalta… è la voce di Erik, cosa
diavolo vuole ora?
Apro lentamente gli occhi, sono confuso, confuso e debole.
Ho pochissimi ricordi dei giorni passati.
Ho nella mente frammenti di immagini che riesco male a collegare. Caos nella mia
testa.
L’ultimo ricordo ben scandito è il volto di Irma. Siamo in un bar, siamo al
bar, quello di Manhattan, quello dove tutti mi guardavano meravigliati. Ormai ci
ho fatto l’abitudine.
Lei non mi guarderà mai con tanta meraviglia.
Insomma cerco di fare mente locale: Ero al bar con Irma, a lei squilla il
telefono, risponde.
Dal tono che usa, dallo splendore che appare improvvisamente nei suoi occhi
capisco con chi sta parlando. Con Pyro.
Ci sta un po’ al telefono e alla fine, quando riattacca, mi guarda perplessa
mormorando qualcosa tipo “torno subito.” E poi esce.
Scaricato per l’ennesima volta, messo in secondo piano per l’ennesima volta.
In quell’istante ricordo bene che ho desiderato con tutto me stesso che John
Allerdyce non fosse mai esistito.
Come puoi lui, con il carattere che si ritrova, riuscire così bene a portar via
tutto ciò che amo?
Lui la fa solo stare male, lui la usa e non prova niente se non puro
divertimento. L’ultima cosa che volevo e che tuttora voglio è che Irma venga
usata.
Per un attimo i miei ricordi vanno ancora più indietro nel tempo.
La mattina dopo la festa di Erik, Faith mi si avvicina raggiante.
”ho baciato Dominic” mi disse con gli occhi brillanti.
Mi ricordo che per prima cosa notai i suoi capelli viola, poi recepii il senso
della frase.
”Cosa?” esclamai stupito.
Lei mi annuì sorridendo. Sembrava così felice, innamorata. Chissà quando io
potrò provare quello che Faith ha provato la sera della festa di Erik.
Ho finalmente aperto gli occhi, non mi sento le gambe, tanto meno le braccia.
Sono praticamente crocifisso nel bel mezzo di una stanza non troppo grande,
fredda e spoglia.
La testa mi pulsa dolorosamente e mentre mi guardo intorno ho strani flash
back.
vedo nella stanza per un brevissimo istante la confraternita mentre un ragazzo
mai visto prima con i capelli lunghi mi parla, mi fa delle domanda.
Poi mi appare di fronte Irma, si proprio lei, con le lacrime agli occhi.
Infine ho una breve immagine, vedo me stesso, ma senza ali. Questa immagine è
più insicura delle altre. Il mio respiro è irregolare.
Il rumore di una porta che si apre attira la mia attenzione. Vedo Magneto
entrare seguito da Pyro. Abbasso per un attimo lo sguardo reprimendo la rabbia.
Ha un certo punto sento qualcosa schiaffeggiarmi, alzo il volto trovandomi di
fronte Pyro.. il mio primo interrogativo è come osa… Il pirocineta
indietreggia guardandomi con quel suo sguardo sprezzante e quella faccia da
schiaffi.
Poi poggio lo sguardo su Magneto, alterno lo sguardo tra i due della
confraternita. Dentro di me ci è talmente tanta rabbia e frustrazione che se
potessi quei due sarebbero già morti e sepolti.
Sofferma lo sguardo su Magneto, per un lieve istante incrocio il suo sguardo.
Qualcosa mi colpisce in pieno volto improvvisamente e solo in un secondo tempo
mi accorgo che è un pezzo di metallo. Il dolore li per li non è forte dato che
è soffocato dalla rabbia che provo, ma dopo piano piano sento il labbro
pulsarmi e il volto bruciarmi. Il sangue cola dal mio naso e dal mio labbro
inferiore gocciolando per terra.
”Non guardarmi così, piuttosto ringrazia che sei ancora su questa terra, a
combattere per sopravvivere” mi dice Magneto “. ed è proprio di questo che
volevo parlarti, perchè se vuoi continuare a sbattere le tue ali nell'eterno
cielo, è meglio che cominci a renderti utile, magari con qualche
informazione."
Lo odio. Come può pretendere che io spifferi tutti i segreti degli x-men?
"preferisco morire" sibilo guardandolo con rabbia. Ç’ultima cosa
che ho in mente è mettere in pericolo le persone che amo solo per salvarmi la
vita. Lo sguardo mi va di scatto verso John notando il suo gesto. Estrae
l’accendino, una lieve angoscia mi pervade.
”allora sei completamente inutile". Esclama velenoso Allerdyce.
Vedo che carica una palla di fuoco e fa per lanciarmela, ma prima che ci riesca
Magneto gli toglie dalle mani l’accendino con la mente. Una volte che Eric si
trova tra le mani l’accendino si accende una sigaretta per poi sbuffarmi in
faccia il fumo.
Scuoto la testa allontanandolo evitando di tossire. Nel frattempo Magneto dice
qualcosa che non afferro.
”Torturarlo?” sento chiedere poi a Pyro. Alzo di colpo lo sguardo sentendo
che l’angoscia e la paura dentro di me si fanno più forti. Sento il cuore
battere forte.
"si torturarlo, nel mondo non si ottiene niente per niente. se vuoi un
informazione, te la devi sudare. cosi vediamo se il nostro caro angioletto è un
eroe o un comune mortale. dove vuoi il dolore?" dice con una spaventosa
tranquillità Eric guardandomi.
Spero solo non riesca a vedere il terrore che si nasconde dietro lo sguardo
glaciale che ho adesso.
"è un idiota!" esclama pyro indicandomi, lo guardo malissimo… ah
ora sari io l’idiota?
"tanto è inutile" mormoro cercando di ignorare il martellare del
labbro sanguinante "nemmeno con la peggior tortura risponderò alle vostre
domande." Termino determinato. Spero solo che sia davvero così.
”che eroe” commenta scettico Pyro.
"e se ti tagliassi le palle? ti andrebbe ? ma non lo farò, è meglio che
prolifichi, tanto fino a quando i nostri nemici saranno dei polli come te non può
andarci male. comunque a questo punto scelgo io il punto. vediamo un pò...
potremmo cominciare dalla spalla. john fai un buco nel pantalone."
Magneto parla pacato studiandomi mentre rilancia l’accendino a Pyro. E mentre
lui fa il suo monologo dentro di me scorrono sentimenti ed emozioni. Paura,
sollievo, ansia, angoscia, poi di nuovo paura.
Solo dopo un po’ realizzo l’ultima frase del discorso del mutante.
"Un buco nei pantaloni?” John si limita a chiedere quello che io in quel
momento pensavo. Warren dal canto suo si limita a osservare in silenzio, ha lo
sguardo sprezzante e fa di tutto per non fare vedere che dentro di se ha paura.
"john, utilizza il tuo potere per bruciare il pantalone, e visto che ti
trovi anche un pò di pelle, cosi posso vedere dove si dirige il pezzo di
metallo che userò per torturarlo" dice Magneto sospirando.
Spalanco gli occhi pezzo di metallo, tortura queste due parole non stanno bene
insieme. Il cuore mi martella nel petto. Ho paura a pensare a cosa succederà
tra poco. Sono un x-men devo essere coraggioso!
Non faccio in tempo a realizzare che un’onda di fuoco mi travolge. Chiudo
istintivamente gli occhi e stringo i denti, il calore è tantissimo soprattutto
in zona gambe e fa male… molto male.. devo resistere. Resisti Warren, resisti.
Riapro gli occhi solo quando il calore lentamente inizia a diminuire fino a che
non mi ritrovo ad avere freddo, mi rendo conto di essere praticamente in
mutante, ma l’imbarazzo è l’ultimo dei miei pensieri. Ansimo e tremo dato
il freddo dovuto alla scottatura.
Vedo Magneto esaminare pezzi di metallo abbastanza inquietanti, infine ne
sceglie uno grande e appuntito e lo avvicina alla mia gamba destra appoggiandolo
su di essa.
Il contatto del freddo metallo sulla gamba calma mi mette i brividi.
" allora, quali sono le novità nelle vostre file, dimmi un pò."
Magneto continua ad essere tranquillo. Sono stato uno sprovveduto a
sottovalutare le sue minacce. Fisso tesissimo il pezzo di metallo che minaccia
di infilarsi nella mia gamba, ho la nausea e in questa stanza l’atmosfera è
di piombo.
"novità.." mormoro cercando di nascondere l'angoscia che ho, ma la
voce comunque mi trema "nelle nostre file.." sorrido lievemente.
"faith ha baciato Dominic!!" esclamo. Sopprimo un sorrisino
abbassando lo sguardo.
"ecco…” mormora soddisfatto Magneto “cominci a capire come devi
fare. e dimmi, stanno insieme?"
Spalanco gli occhi.
”ti interessano queste cavolate???” Chiede perplesso John mentre io
rialzo lo sguardo con gli occhi granati.
Mi preoccupa il suo interessa, mi spiazza e non so cosa fare. Il sorrisino che
avevo sul volto scompare di colpo.
”non lo so..” mormoro aggrottando le sopraciglia.
"ah ah ah, adesso non mi stai piacendo più. ti devi rendere più utile.
visto che non sai se stanno insieme o no, adesso mi dirai i loro poteri.".
mentre Magneto pronuncia queste parole sento un dolore fortissimo alla gamba. Il
pezzo di metallo, penso subito.
Stringo i denti, mi gira un attimo la testa ma non mi devo arrendere…
“non… lo dico..” dico con voce spezzata.
“idiota..” ghigna pyro per poi aggiungere verso Magneto “cosa ti
importa di due ragazzini? Non sono pericolosi”
"e tu cosa ne sai? se hai domande con cui usufruire meglio del nostro
tempo, falle, cosi vediamo cosa risponde." Dice tranquillamente il mutante
mentre infila il pezzo appuntito in un punto preciso della mia gamba per poi
ritirarlo subito. Il dolore mi disarma.
Non resisto e urlo, urlo sfogando tutto il dolore mentre Magneto dice qualcosa
tipo "sai warren, dopo la firma ci vuole il punto.".
Magneto termina che io mi sfoghi, che io smetta di urlare. Non rispondo rimango
zitto ansimando .
" allora possiamo continuare. warren, sto cominciando a perdere la
pazienza. so che ci sono molti giovani in procinto di diventare x-men. voglio
sapere nomi, poteri e debolezze, e non farti fare troppo male, che poi il sangue
a terra lo dobbiamo pulire noi." Magneto dice queste parole mentre fa
la stessa operazione fatta sulla gambe destra solo su quella sinistra. Stringo i
denti e i pugni gemendo per il dolore mentre una gocciolina di sudore mi riga la
tempia.
Sospiro. "Faith e dom vogliono diventare x.men" dico boccheggiando
mentre fisso le mie gambe entrambi sanguinanti "anche Erik Deavers e .. “
non termino la frase li per li, deglutisco “irma..” mormoro poi con tono
debole. Ma cosa sto facendo????
"e con i nomi ci siamo." dice magneto pacato.
"adesso i lori poteri. ma credo che quello di irma me lo potrà dire anche
john." Continua poi portando lo sguardo su John che è appoggiato al muro
poco distante e mi fissa, mi fissa furioso, ma posso dire benissimo che i
sentimenti sono reciprochi.
"il suo potere è simile al mio.. solo che lei il fuoco lo può anche
generare" dice con tono quasi ironico John. Non ci credo… ha appena
venduto irma, ha appena venduto una persona che morirebbe per lui.. che verme
infame!
Stringo i pugni infilandomi le unghie nella pelle. Adesso nemmeno le gambe mi
fanno più tanto male
"Bene, molto bene . adesso tocca a te warren. segui il buon esempio di john,
e dimmi quello che voglio sapere." Sul volto del vecchio c’è
un’espressione soddisfatta mentre fa volare i pezzi di metallo intorno a me.
Li fisso, uno di essi si proietta velocemente verso la mia gamba m,a si ferma di
colpo a pochi millimetri dalla pelle.
Sospiro sollevato "io.." mormoro poi "non sono infame come
lui!" dico con puro veleno nel tono.
"Brutto stronzo!" esclama John a gran voce. E’ come se la rabbia che
ha trattenuto con difficoltà fino a quel momento fosse esplosa di colpo.
carica un’enorme palla di fuoco.
"bruciagli le ali john, tanto qui non gli servono." Sento dire a
Magneto mentre io chiudo gli occhi, non ho nemmeno il tempo di provare terrore
che un forse dolore, un forte calore mi assale mozzandomi per un attimo il
fiato. Non riesco a respirare, quindi nemmeno a urlare.
Finalmente riesco a urlare, il dolore sembra meno forte ora che urla straziate
lo accompagnano.
"allora warren, fino ad ora ci sono andato molto piano, ma la pazienza ha
un limite. adesso dopo che sarà finita la fitta di dolore, dovrai parlare,
altrimenti comincerò ad andarci giù pesante." Dice con tono molto
inquietante Magneto una volta che ho smesso di urlare.
Lo guardo ansimando per poi stringere i denti e abbassare lo sguardo, lacrime mi
rigano il volto ma loro due non possono vedere. Magneto riinfila il pezzo di
metallo nella mia gamba e dato il dolore anche abbastanza in profondità.
Non oso immaginare come sono ridotte le mie ali. Tengo il volto basso reprimendo
gemiti di dolore mentre lacrime incontrollabili mi solcano le guance madide. Per
un momento mi viene in mente di nuovo lei.. come sarebbe una vita senza vederla,
come sarebbe la vita senza di lei.
Io non voglio morire e men che meno voglio che lei muoia, lei come tutti gli
altri: Dominic, Wolverine, tempesta, Bobby, Rogue. Kitty, Faith e anche Erik….
solo ora mi rendo conto che potrebbe costarmi molto la morte. Ma allo stesso
tempo potrebbe costare troppo rispondere alle domande di magneto.
"allora, vogliamo rispondere o no? vuoi un altro pò di dolore quindi,
perfetto. sarai accontentato” esclama Magneto riifinilandomi lo spuntone nella
carne
"rispondo!" Grido con tutto il fiato che ho in corpo, il dolore è
forte, alzo lo sguardo, le lacrime si confondono con le gocce di sudore.
“rispondo.. rispondo..”
"bene, rispondi. e ti prometto che oltre a buttare questo metallo, cercherò
anche di chiudere il foro nella tua gamba" per un attimo mi sento
sollevato… ma il sollievo dura poco.. sto per tradire i miei amici solo per
puro egoismo.
Scuoto la testa per poi mormorare “cosa.. cosa vuoi sapere?”
“i poteri di queste nuove leve. ma soprattutto come volete utilizzarle. poi più
dici più sarai trattato bene. forse se ti rendi molto utile riesci anche ad
avere qualcosa di buono,".
L’ultima cosa di cui ho bisogno sono favori da loro. La testa mi gira per aver
perso sangue.
Mi sento un verme, un verme infame. Socchiudo le labbra e inizio…
"Dominic Bale è dotato di superforza, inoltre quando si arrabbia ha il
potere di mutare in lupo mannare quindi la sua forza aumenta" dico tutto
velocemente, come se sputassi qualcosa di acido e cattivo.
"bravo il mio piccolo angioletto, adesso continua. ho sentito più nomi
uscire dalla tua bocca." Dice Magneto incrociando le braccia al petto.
Sospiro poi continuo "Faith Revel è da poco arrivata a scuola. E'
psicocinetica, può spostare oggetti e persone con il pensiero." Anche
questo lo dico tutto velocemente ma ben comprensibile. Mi sento la bocca amara e
un grande peso sulle spalle.
"e quindi l'ultimo, deavers, è quello che sta sviluppando la
chiaroveggenza. è vero, oppure erano solamente sogni strani?" mi chiede
fissandomi il mutante.
annuisco "sta sviluppando chiaroveggenza" mormoro "e questo gli
causa dei problemi dato che il suo potere è sempre stata la superagilità e non
ha mai avuto a che fare con poteri psichici".
". signor angelo, la ringrazio infinitamente per le informazioni che ci hai
fornito. vedo che esce molto sangue da quella ferita. john, cauterizzala,
potremmo avere bisogno di altre informazioni." Magneto dice questo
tranquillamente per poi uscire dalla stanza.
Rimango solo con lui…
“sarei tentato di disobbedire..” dice Pyro guardandomi sfacciato.
”non sarebbe la prima volta” dico, la voce non mi trema più. La rabbia è
l’unica cosa che soffoca il dolore.
Il pugno del pirocineta mi colpisce in pieno volto e il mio labbro si spacca
definitivamente.
”non sai fare altro che passare alle mani?” provoco.
”sta zitto stronzo, ti merita!” detto questo si china iniziando a bruciarmi
le ferite.
il dolore è forte ma stringo i denti e non mi lascio sfuggire nemmeno un
gemito.
Il lavoro sembra durare un eternità, avviene tutto in silenzio. Non ho mai
immaginato che John Allerdyce mi salvasse la vita, certo.. lo fa solo perché
gliel’ha detto Magneto.
”Adesso..” mormora freddo il ragazzo alzandosi. Mi fissa negli occhi e nelle
sue pupille leggo la stessa rabbia e forse anche la stessa invidia che provo io
nei suoi confronti. Ho una sorta di De ja vu.
Rimango zitto.
”cosa e soprattutto chi ti da il diritto di dare fastidio a irma???” mi
chiede sferrandomi un pugno nello stomaco. Il respiro mi si spezza per un
attimo.
”io..” mormoro con voce rauca “se te che non hai il diritto di usarla”
sibilo.
Il ragazzo ridacchia “forse non ci siamo capiti… è mia, punto e stop e ne
te ne tanto meno quel deavers dovete avvicinarvi a lei”.
”lei non è tua” dico secco “a prescindere dal fatto che non è un oggetto
e poi è lei che deve decidere con chi stare.”
Compare di nuovo un ghigno sul volto di Allerdyce “mi pare ovvio chi abbia
scelto”
”questo lo dici te” provoco.
”vedremo pennuto… tu prova solo ad avvicinarti a lei, tu provaci, poi
vedremo” dice incrociando le sue braccia al petto fissandomi sprezzante.
”non so perché Erik l’abbia baciata…” mormoro “nemmeno lei lo sa”
”non ti ho chiesto questo pennuto” dice freddo Allerdyce.
Stringo i denti fissandolo.
”fanculo!” sbotto.
Mi colpisce di nuovo con un pugno sul naso, il dolore rimane per vari istanti.
”beh vedremo infine chi vincerà ok? In tutti i campi.. addio!” detto questo
John Allerdyce esce nella stanza lasciandomi al mio dolore, sia fisico che
psicologico.
Per quanto tenti di smentirlo lui ha ragione.
Dalla vita di Alexander Marshall
Cammino a passo veloce lungo il corridoio. Mi sto dirigendo verso la mia nuova stanza. Ne ho richiesta una singola, in modo da non essere disturbato da nessuno. Non mi hanno assicurato che rimarrò per sempre da solo, ma per il momento sono riusciti ad accontentarmi.
Il corridoio a quest'ora è affollato dai vari studenti, che si dirigono alle rispettive lezioni. Molti mi vengono addosso, senza accorgersene. Li respingo semplicemente con le mani allontanandoli dal mio sentiero. D'altronde non è colpa loro se non mi riescono a vedere. Sono sicuro che anche se fossi visibile mi verrebbero addosso lo stesso. Tipico delle persone...non guardare dove mettono i piedi. Vedo Ororo parlare con un altro ragazzo, non molto distante dalla mia posizione attuale. Spero di riuscirli a superare senza che si accorgano di me. Non avevo voglia di conversare con qualcuno in quel momento. Ecco ci siamo, sto per superarli.
< alexander!>la voce di
Tempesta mi fa sobbalzare. Torno subito visibile, non riuscendo più a
controllare il mio potere a causa dello spavento preso. I ragazzi che stavano
per passare per il punto in cui credevano non ci fosse nessuno, fanno alcuni
passi indietro meravigliati, vedendomi comparire davanti ai loro occhi.
Sorrido. Adoravo i colpi di scena.
< Warren lui è alexander marshall> il ragazzo a cui si rivolge Ororo si
gira verso di me. Fantastico. Devo sforzarmi di sorridere almeno.
< piacere!>esclama il ragazzo con euforia. Mi porge la mano.
< io sono Warren ma puoi chiamarmi Angelo>. Continuo a guardare la sua
mano tesa perplesso. Angelo...che nome ridicolo.
< piacere mio!> esclamo, cercando di fingermi felice di conoscere
qualcuno all'interno dell'istituto.
< io sono Alex!> < benvenuto alla scuola per giovani mutanti alex>
< grazie warren!>sorprendente come riesca a fingere così bene. Dovevo
darmi alla recitazione...Non riesco a trattenere un sorriso mentre finalmente
afferro la sua mano, stringendola con forza.
< che stretta...>commenta warren ritirando la mano.
< e...quale sarebbe il tuo potere?>domando infine un attimo curioso.
< bhè...sono in grado di volare...>annuisco semplicemente con un cenno
del capo.
< wow...>commento ironicamente, senza darlo a vedere.
Ororo riprende la parola <
io adesso torno al lavoro. Montagne di scartoffie...quindi...a dopo>
Sorride.
< a dopo Tempesta>Warren si gira verso di lei, osservandola scomparire
fra il mare di studenti che circolavano in corridoio. Si rigira verso di
me
< adesso anch'io devo and...>non finisce la frase. Me ne sono già
andato. Anzi sono proprio davanti a lui, ma non mi può vedere. Sorrido.
Inizia a guardarsi intorno, cercandomi fra la folla. Intanto io inizio ad
allontanarmi, passandogli accanto senza che lui possa accorgersene.
****
Ora nel corridoio non c'è più
nessuno. Ritorno lentamente visibile, mentre passo davanti alla bacheca.
Lancio distratto uno sguardo sui vari fogli appesi. Uno in particolare attira
la mia attenzione. Mi avvicino. Scorro velocemente le righe con gli
occhi.
< Alexander Marshall. Squadra di Hank McCoy> A quanto pare mi avevano
messo in una squadra anche a me. Perfetto, penso fra me.
< Angel Whole, Midori Saejima e...>
< e Jessy Midgar...>Una ragazza appare di fianco a me. Indietreggio di
alcuni passi, rendendomi conto solo ora di che effetto facessero quelle
apparizioni motlo simili alle mie alle persone. Sembra che abbiamo gli stessi
poteri. La ragazza mi scruta da capo a piedi, come a studiarmi. < e andando
per esclusione tu devi essere...>si avvicina un attimo al foglio che stavo
esaminando.
< Alexander Marshall...o sbaglio?>si rigira verso di me, continuando a
fissarmi con aria divertita. Mi ricompongo
< esatto...>rispondo.
< mmh...un nuovo arrivato dunque eh?Non ti ho mai visto qua a scuola
prima...>incrocia le braccia al petto, poggiandosi al muro accanto alla
bacheca.
< si...arrivato stamattina...>taglio corto mentre mi riavvicino al
foglio che m'interessava.
< conosci gli altri ragazzi in squadra?>domando mentre leggo anche i
nomi dei componenti degli altri gruppi.
< si...>risponde avvicinandosi anch'ella.
< questo...>commenta puntando un dito sul nome di Angel Whole
< non è niente male...>mi giro lentamente verso lei. Capisce al
volo dal mio sguardo un certo rimprovero
< ah...ti riferivi ai poteri, non all'aspetto, vero?>annuisco appena con
un cenno del capo
< riesce a diventare parte degli oggetti che tocca...penso anche le
persone, ma non ne sono sicura>socchiude un attimo gli occhi, come per
cercare di ricordare. Scrolla le spalle. Fa scendere leggermente il dito al
nome successivo
< Midori Saejina...mai sentita...dev'essere una nuova> Passa velocemente
il suo e il mio nome, soffermandosi sul successivo
< Hank McCoy...oppure riconosciuto come la “Bestia” fra gli x-men>la
guardo perplesso da quel sopprannome.
< ”bestia”?>ripeto, sperando che si riferisse solamente all'aspetto
fisico.
< si...carino come soppranome, eh?quando lo vedrai...capirai...>sorride
malisioza per poi scomparire di nuovo. Io rimango davanti a quel foglio ancora
un pò, a fissare i nomi dei membri che si trovavano nella mia squadra.
< perfetto...>ultimo commento per poi sparire a mia volta.
****
<< uff...>> la testa mi scoppia. Forse a causa di quel fastidioso
ronzio proveniente dalla lampada sul mio comodino, forse a causa dalla musica
a palla che sto ascoltando dalle cuffiette del mio walkman. Bhà, non lo so,
ma non me ne preoccupo più di tanto. Batto violentemente il pugno sulla
superficie lignea del comodino, facendo cessare per qualche secondo quel
rumore fastidioso. Ora avverto anche un cigolio. Distolgo un'attimo
l'attenzione dalla pagina del libro che stavo leggendo. La porta della mia
stanza si apre lentamente. Subito dopo si affaccia una ragazza. Si guarda un
attimo intorno spaesata, per poi sussultare vedendomi sdraiato sul letto a
testa in giù, con le gambe distese contro il muro. Mi tolgo la matita che in
bilico tra le labbra, rimettendomi in una posizione normale seduto sul letto.
Mi guarda ancora a lungo.
< mi sa che ho sbagliato camera...> proferisce semplicemente, accennando
appena un sorriso. Ha l'aria stanca, i suoi lineamenti asiatici sono
accentuati appena da un sottile strato di fondotinta, che le arrosisce
leggermente le guance, in contrasto sulla sua pelle delicata. Entra sol ora
del tutto all'interno della mia stanza. Con grande sforzo si toglie la pesante
borsa che teneva a tracolla sulla spalla destra. L'appoggia pesantemente a
terra, sbuffando. Si porta poi le braccia sui fianchi, per rimanere in quella
posizione a contemplare la mia camera, per poi spostare una ciocca di capelli
ribelli che le era finito sul volto. Si rigira sol ora verso di me.
< ehm...mi aiuteresti a cercare la mia stanza?> domanda infine un
attimo imbarazzata.
< è tutto la mattina che la cerco...> Mi tolgo le cuffiette dalle
orecchie, mentre lei infila una mano in tasca estraendone un pezzo di carta
tutto stroppicciato.
< ecco...>me lo porge, un attimo intimidita allungando un braccio verso
di me. Lo afferro, cercando di stenderlo meglio per facilitarmi la lettura. È
la mappa della scuola...almeno penso. Osservo un attimo la ragazza che
continua a fissare la cartina.
< è questa?>le domando indicando un cerchio rosso sulla cartina attorno
a quella che presuppongo sia la sua camera. Annuisce con un cenno del capo,
mentre si sporge meglio verso di me a osservare il pezzo di carta che tengo
saldamente fra le dita. Faccio un rapido calcolo, socchiudendo gli occhi,
pensando a qualche punto di riferimento all'interno della scuola per aiutarmi
a raggiungere la meta. D'altronde ero lì solo da un giorno...non la conoscevo
così bene.
< va bene...>rispondo infine riporgendole il foglio. Sorride per poi
rimanere un attimo perplessa dal fatto che le riconsegno la mappa.
< ma...non ti serve?pensavo fossi qui da poco...e quindi non conoscessi così
bene la scuola neanche te...>indica la mia valigia in un angolo della
camera, ancora da disfare. Guardo in quella direzione, sorridendo mentre
afferro una felpa e me la infilo.
< memoria fotografica...>rispondo semplicemente mentre apro la porta
della camera. Vedo la ragazza sorridere per poi afferrare con fatica la sua
borsa a tracolla.
< ehm...vuoi una mano?>domando notandola arrossare a causa dello sforzo
fisico.
< Midori...>risponde lei accennando appena un sorriso imbarazzato. Il
suo nome mi era familiare...
< midori hai detto?>. Non faccio nemmeno in tempo a riflettere che sento
qualcuno venirmi addosso. Strano, ora sono anche ben visibile, eppure
continuano a scontrarsi con me, nemmeno se lo facessero apposta!
< ohi...>guardo il ragazzo che era finito per terra a differenza di me
che ero riuscito a sorreggermi, poggiandomi al muro.
< ehy fa attenzione!>e guarda dove metti i piedi!Vorrei aggiungere,
prima di notare un paio di stampelle stese affianco al ragazzo. Forse era
meglio non aggiungere altro...
< oooops scusate!>Cerca di rialzarsi da solo, ma invano.
< aspetta ti aiuto io!>Midori si avvicina al ragazza prendendolo
sottobraccio aiutandolo in quell'impresa.
< grazie!>lo guardo un attimo perplesso. Strano che un ragazzo
momentaneamente disabile scorazzi in quel modo per la scuola.
< scusate ma vado di fretta, ma siete entrambi invitati alla festa che si
terrà all'auditorum, il festeggiato è Erik Deavers!>Proferisce tutto in
fretta, faccio fatica a seguire il discorso. Che festa?e chi è erik deavers?
Vorrei chiederglielo, ma subito riprende la sua corsa.
< ehy aspetta!>si volta verso di me
< non ti sei neanche presentato!>stupido! L'ultima risposta che mi
serviva in quel momento...parlo senza riflettere!
< oh scusate!Io sono Dominic Bale!>alza il berretto in segno di
saluto
< e voi?>domanda infine
< alexander marshall...!>urlo per farmi sentire. Certo che il mio nome
è veramente lungo...forse dovrei presentarmi semplicemente come: Alex. Mi
converebbe.
< Midori Saejima...>risponde tranquilla la ragazza al mio fianco. Come
risposta Dominic sorride semplicemente per poi riprendere a correre. Continuo
a seguirlo con lo sguardo, finché non svolta un angolo in fondo al corridoio
scomparendo alla mia vista.
****
Mi mancano. Era da anni ormai che non pensavo più a loro. I miei vecchi amici. Sempre che li potessi considerare ancora tali. Tsk. Tipico degli umani: voltarti le spalle nel momento del bisogno. Mi stupisco che si parli ancora di frattellanza e pace fra una razza del genere. Pensano solo ai propri interessi. Facendo così non porterranno altro che alla propria distruzione. E allora chi prenderà il soppravvento?I mutanti...si...proprio quelli che adesso vengono gaurdati con riluttanza. Il “problema” mutante, ci chiamano. E intanto mi trovo in una scuola che cerca di instaurare rapporti pacifici fra le due razze. Mi domando solo se un giorno ci ringrazieranno per tutto quello che abbiamo fatto e facciamo per loro. Non mi stupirei se non lo facessero. Insomma...non siamo neanche tanto diversi...a parte il fatto che noi siamo superiori a loro, ma non lo vogliono ammettere. Non capiscono che siamo noi i migliori?Non capiscono che è tempo che si mettano da parte lasciando il controllo del mondo ai mutanti?No...pensano solo a sterminarci. Stupidi...come se facessero paura a qualcuno.
< ultime notizie...>una
voce maschile attira la mia attenzione, facendomi tornare alla realtà. Il
ragazzino seduto di fianco a me sul divano ha appena cambiato canale.
Strano...il telecomando era lontano da dove era seduto, e non l'ho visto
alzarsi. Vedo riflesso sui suoi grossi occhiali tondi l'immagine trasmessa dal
telegiornale: un auto prende fuoco, senza motivo apparente. Una grossa sfera
di fuoco la investe in pieno, lasciando appena il tempo necessario ai due
all'interno della macchina di uscire e mettersi in salvo, prima che esploda.
L'immagine è molto mossa. Sicuramente qualche passante che girava casualmente
da quelle parti avrà ripreso la scena. Un uomo fortunato...forse fin
troppo...
< siamo in diretta da Manhattan dove abbiamo appena assistito ad un altro
attentato. Si pensa che siano coinvolti uno o più mutanti...>
Certo...quando non sanno chi sia stato danno subito la colpa a noi...in
effetti era plausibile quella volta...impossibile che una macchina prenda
fuoco in quella maniera.
< non siamo ancora a conoscenza di ogni particolare, ma siamo stati
informati che non ci sono feriti...> quella storia non mi piaceva...da
quando erano ricominciati gli attacchi da parte dei mutanti? L'ultima
volta...era stata a opera di un certo Magneto...ma avevo saputo che gli
avevano dato una cura, o comunque non era più in grado di nuocere a
nessuno...da allora nessun mutante aveva commesso altri attentati...per paura
probabilmente...magari si trattava della bravata di qualche ragazzino che si
voleva mettere in mostra...magari però si trattava di qualcosa di più
serio...
< per ora nessun...ma prima o poi la madre deve allontanarsi. Senza
di lei, i piccoli sono indifesi...>
< ehy...> protesto per il fatto che il bambino ha cambiato canale di
nuovo.
< sono noiosi>Di sicuro migliori di un documentario sugli animali.
Sospiro appena mentre sprofondo di più su quel divano così comodo. Forse era
meglio se tornassi in camera mia...ma non sarei convinto di riuscire a dormire
con il casino che si udiva per tutta la scuola dovuta alla festa di quel
ragazzo. Un certo Erik se non sbaglio...tsk...figurati se ci
andavo...Socchiudo gli occhi, lasciandomi cullare dalla musica che proveniva
dall'auditorum che intanto si era fatta più lenta. Mi lascio andare sempre di
più a quella melodia finché non mi addormento.
Dalla vita di
Magneto
Eric stava seduto sulla sua poltrona, l'unica della confraternità abbastanza
nuova e comoda per meritare questo termine, in quella stanza che lui chiamava
"stanza della lettura", una stanza spoglia, senza mobilia ne altro,
dove lui andava tutte le mattine per leggere il quotidiano e riflettere.
"dopo i recenti attentati compiuti da cellule mutanti radicali (ricordiamo
l'auto esplosa in un quartiere popolare di new york), il governo federale ha
deciso di varare delle leggi speciali per meglio tutelare il diritto alla
sicurezza dei cittadini americani. queste leggi, approvate quasi all'unanimità
dal congresso, permettono alle forze di polizia un controllo più capillare
sulla popolazione mutante, redendo legali pratiche che vanno contro la privacy
di queste "persone", come le intercettazioni telefoniche, gli arresti
preventivi."
questo è l'articolo sul quale gli occhi di magneto si soffermarono
maggiormente, rendendolo preoccupato e dubbioso. (questi umani, studiano la
storia, poi ripetono sempre gli stessi errori.) pensò, mentre sentì un boato
poco lontano dalla sua stanza, ma fuori dalla costruzione che fungeva da base
alla confraternità.
chiuse il giornale e uscì per controllare, vide john seduto su di uno scalino
intento a giochicchiare con il suo accedino, quindi si avvicinò al giovane
"john, cos'è successo?" chiese, calmo ma con tono inquisitorio.
"niente di particolare. uno dei mutanti minori, mentre effetuava un piccolo
furtarello, è stato scoperto. si è difeso dalla polizia."
"ma perchè sono circondato da incompetenti?" disse con tono quasi
supplichevole, era la prima lamentela che john sentiva uscire dalle sue labbra.
"dobbiamo andarcene john. chiama incubo e gli altri , non possiamo più
rimanere. fra l'auto, e queste bravate, è solo questione di tempo prima che ci
scoprano."
john celermente si alzò, e chiamò gli altri mutanti che facevano parte della
confraternità da più tempo, verso i quali magneto aveva più fiducia.
john ritornò, e con lui vennero anche incubo, callisto, fenomeno. prima che
chiunque potesse prendere la parola, magneto cominciò il suo discorso, alzando
leggermente la voce per essere sicuro di essere ascoltato " non possiamo più
rimanere in questo posto. siamo troppo esposti alle forze dell'ordine, che
potrebbero prenderci in contropiede. dobbiamo andarcene. siete qui per discutere
di una cosa. dove?"
dopo le sue parole tutti rimasero in silenzio, tutti che cercavano di ragionare
e trovare una nuova base per il loro gruppo, tranne fenomeno, che probabilmente
fissava solamente il vuoto. ad un certo punto, callisto prese la parola.
"ho sentito che a causa dell'accordo di disarmo nucleare, molti
bunker-depositi di testate sono stati svuotati e abbandonati. uno di questi è
vicino new york, nel new jersy, potremmo andare li." callisto credeva che
le sue parole fossero completamente ignorate, ma invece eric era entusiasta di
quest'idea.
"bene, mi sembra un idea decente. le porte non saranno un problema, tanto
sono di metallo. john, coordina tutti per andarcene. fenomeno, prendi le cose più
importanti, come le armi, e portale. callisto, portami in questo posto."
dopo aver dato ordini a tutti, quando loro si allontanarono per eseguirli nel
miglior modo possibile, lui prese quella diavoleria tecnologica che aveva in
tasca, un cellulare, e cercò con molta fatica il numero di changer in memoria,
dopodichè lo compose.
"pronto?" rispose la voce elettronica. "roland, sono magneto. noi
ci stiamo spostando. andiamo in un bunker atomico, sarà un posto più sicuro.
tu vedi di rimanere nella scuola."
"ma capo, cosa devo fare qui?"
"non lo immagini? bisogna aggiustare i guai di john. e visto che ti trovi,
porta qualche informazione e semina un pò di discordia lì, che sicuro queste
cose non fanno male a nessuno."
"ok capo, provvederò."
callisto ritornò correndo a tutta velocità da eric.
"magneto, ho trovato il posto. serve il tuo potere per aprire le
porte."
magneto si alzò a mezz'aria, e seguì callisto volando.
Dalla vita di Erik Deavers
Non sono mai stato così
impulsivo, anzi, a volte dovevo rimproverarmi per essere troppo riflessivo,
sempre lì a farmi mille problemi su cosa fosse giusto o cosa sbagliato.
Non ho mai fatto errore più grosso di questo, mi faccio schifo da solo senza
pensare alle conseguenze a cui sarei andato incontro. Cosa penseranno adesso di
me, gli altri? Ed io, cosa penserò di me? Penserò che sarà stato solo tutto
un malinteso o forse diventerò abbastanza forte per farmi avanti e chiedere
scusa!?
L’orgoglio è stata sempre una delle mie caratteristiche principali, nonché
orribile difetto. Ophelia me lo rammentava spesso; spesso mi richiamava sul mio
orgoglio che, senza preavviso, si faceva avvistare. Adesso basta con i sogni,
bisogna aprire gli occhi e guardare la realtà. Qui sta per succedere qualcosa
di non piacevole, lo so, lo sento, ed io mi metto a peggiorare le cose con cose
stupide da bambini, con scherzetti o se vogliamo precisare, ripicche insulse.
Dopotutto Angelo non mi ha mai fatto nulla di male ed io, invece, ho voluto
spezzargli il cuore. Confesso, però, che se avessi avuto un pugnale tra le
mani, in quell’istante, accecato dalla rabbia, lo avrei colpito così forte da
portarlo alla morte…e con le mani sporche del suo sangue avrei riso e goduto
della mia vincita. E tutto questo per cosa!? Per sciocchezze infantili…
Sto pensando seriamente di avere qualche problema psicologico, non è normale
avere degli schizzi di pazzia così forti da portarti a diventare un killer
senza pietà. Certo, le parole senza fatti sono una nullità, ma se l’avessi
fatto sul serio? Allora si che mi sarei messo nei guai!
Bene, non l’ho fatto, ma nei guai ci sono lo stesso.
“Matt, è pazzo, portalo
via, non voglio vederlo”
“Shantal, è nostro figlio”
“Non è mio figlio…è un mostro!”
Ecco come osavano definirmi: un
mostro. Queste parole mi rimbombano ancora nella mente, vive, colorite, ben
ferme e salde come pezzi di ferro, come pennarelli indelebili dalla punta doppia
“Mostro mostro mostro mostro…”
A pensarci bene quella donna che definivo mia madre non aveva del tutto torto…
Voglio qualcuno che mi dica cos’ho fatto di bene da quando sono entrato in
questo istituto: Ho visto soffrire, ho fatto soffrire, e adesso soffro
anch’io.
A cosa cazzo pensava quel dannato Xavier quando ha fondato questa scuola? A
renderlo un manicomio per pazzi? No? Beh a me così sembra…
Non so se sia meglio che me ne vada io o se ne vadano gli altri, perché
sinceramente se la vita va a rotoli qui dentro è anche colpa mia.
Se solo mi sentisse mio cugino…mi sto comportando come uno stupido bambinetto
viziato che si addossa le colpe per fare soltanto la figura della vittima.
“Erik non fare il complessato”
Io non faccio il complessato, sono complessato, il che è diverso.
Io vorrei non preoccuparmi di nulla, vorrei non rammentare più il mio passato e
vivere in santa pace ma proprio non ci riesco…
E’ più forte di me e più provo a dimenticare più, invece, ricordo.
E sto male…
…
So che non riuscirò a rimediare facilmente ad una situazione del genere ma un
passo avanti sarebbe almeno quello di chiedere scusa ad Angelo per il
malinteso…e forse, anche ad Irma. Credo che Warren capirà…e…Irma?…Non
ne sono così sicuro…
*****
La stanza è affollata, ci sono un sacco di persone, sembra che l’intera
scuola si sia rifugiata nell’auditorium per la mia festa di compleanno…la
mia festa a sorpresa. E pensare che credevo che tutti se ne fossero dimenticati.
Cloe in momenti simili direbbe “Ma cosa dici schiocchino? Ohoho” o qualcosa
del genere.
Mi avvicino al tavolo dove i miei amici hanno allestito un buffet e mi guardo un
po’ in giro: non mi ricordavo di conoscere così tante persone…
Dominic avrà invitato anche persone che non conosco per riempire la serata.
“Vedi…sapendo che ti piacciono così tanto le ragazze…”
Scuoto la testa, risvegliato da quelle parole. Mi volto lentamente verso mio
cugino
“Cosa?” Domando soprappensiero
“Le ragazze…”
“Ah…si, è vero” mormoro osservando le varie persone in sala. Sorrido
lievemente.
“Stasera voglio vedere cosa riesci a fare”
“Dò bianco alle pareti” Esclamo con una vena di malizia.
“Ecco…però….volevo dirti…- sento che il tono di mio cugino assume
sfumature troppo serie per i miei gusti -…hai l’imbarazzo della scelta, non
andare proprio da Irma…”
Sto zitto per un secondo poi ritorno a fissarlo.
“Ecco dove volevi arrivare!”
“Si beh…ecco…potevi dirmelo anche prima che ti piaceva Irma”
“No no Dom… - gli piazzo una mano sulla spalla - …a me Irma non piace,
intesi?” Gli faccio un occhiolino per poi indirizzarmi verso un gruppo di
ragazze.
“E allora perché l’hai baciata?” Mi chiede tutto d’un fiato, facendomi
bloccare a metà strada.
Mi volto lentamente sospirando e quando finalmente riesco a guardarlo fisso
negli occhi, faccio spallucce e scuoto lentamente la testa.
“Non lo so” mormoro soltanto
“Ehi Erik!”
Sento qualcuno richiamarmi, volto lo sguardo poi torno a guardare Dominic.
“Vai, ne riparliamo un’altra volta” Esclama non molto euforico prendendo
un bicchiere dal tavolo del buffet per poi riempirlo di succo tropicale.
Faccio come dice mio cugino, andando verso la voce che mi ha chiamato.
“Chi è che mi cerca?” Chiedo alzando un po’ la voce mentre mi faccio
spazio tra la folla.
“Io” Sento dire dietro di me.
Mi volto.
“Warren…”
“Buon Compleanno” Dice senza espressione, fissandomi con sguardo vuoto.
“Gra-grazie” Balbetto, accennando un sorriso
“Bene…ora vado, divertiti” Sbotta sbrigativo
“Non…non ti fermi a bere qualcosa?”
“No grazie”
“Dai, vorrei anche parlarti di alcune cose…” deglutisco, provando sempre a
non far sparire dalle mie labbra quel sorriso forzato.
“Non ce n’è bisogno, ho capito già tutto da solo” mormora abbassando un
po’ lo sguardo.
“No Warren…mi sa che hai frainteso qualcosa…”
“Ho detto che ho già capito tutto Erik - sbotta con lo stesso tono
inespressivo di prima - Ciao…”
Non faccio altro per trattenerlo e lo lascio andare: Lo fisso nel suo percorso
per raggiungere la porta; lo vedo voltarsi nuovamente verso me e rincontro
quello sguardo vuoto, quasi angosciato.
Sorrido, salutandolo con la mano a mezz’aria.
Mi fissa ancora per un po’ e senza fare nulla scompare dietro la porta.
Il sorriso sparisce dalle mie labbra.
Fisso il soffitto della stanza mentre una musica abbastanza movimentata comincia
a sovrapporsi a tutto il vociare dei presenti.
*****
“Su Erik, vieni a ballare”
Jessy e Lara è da circa un quarto d’ora che mi stimolano a ballare ma proprio
non ne ho voglia.
Preferisco starmene imbronciato, seduto su una sedia in un angolino della sala.
“No, davvero ragazze…magari più tardi!” Sbotto cacciandole via con un
gesto della mano.
“Antipatico!” Esclamano indignate, voltando i tacchi ed incamminandosi verso
il centro della sala, dove la maggior parte dei ragazzi ballano e si divertono.
E io mi deprimo….certo che ho delle parti del mio carattere che fanno proprio
schifo!
“Ciao” Sento qualcuno salutarmi, qualcuno dalla voce familiare.
“Oh…ciao…Ophelia” Sorrido
Senza dire nulla prende una sedia e la avvicina alla mia, fissandomi.
“Devi dirmi qualcosa?”
“Si…sei patetico!”
Faccio per dire qualcosa ma lei continua imperterrita ad insultarmi.
“Ehi, adesso basta, calmiamoci!” Esclamo più ad alta voce, facendola
zittire.
Va bene che mi deprimo e mi faccio schifo anche da solo ma insultarmi
gratuitamente davanti a tutta questa gente non lo permetto a nessuno!
“Perché hai baciato Irma? Potevi dirmelo che ti piaceva un’altra!” Mi
grida in faccia, sporgendosi un po’ in avanti con la sedia.
“Non mi piace affatto Irma!”
“E allora perché cavolo l’hai baciata???”
Mi trovo spiazzato, così parto in contrattacco
“E tu perché non mi hai detto di avere una cotta per Warren??” Sbotto,
serio
“Io non ho nessuna cotta per nessuno…”
“Certo, come no! Allora se io me ne andassi a spasso attaccato a Kitty,
passando tra i muri, te che diresti?” Infierisco
“Beh…chiederei spiegazioni” Dice con quel suo solito sguardo da snob.
“E invece io no, perché io e te siamo diversi!” Dico provando ad imitarla
col tono di voce.
“Non prendermi in giro!” Grida, assumendo uno sguardo minaccioso.
“Non prendermi in giro!” Le faccio il verso, con smorfia finale.
Vedo la ragazza rialzarsi di scatto dalla sedia, pronta ad andarsene.
“Hai ragione Erik…io e te, siamo troppo diversi!” Dice con un pizzico di
amarezza nella voce.
“Si fai bene, vai, scappa!” Le grido contro mentre si allontana. Il mio
sguardo da duro, impassibile, eterno playboy sparisce pian piano.
Il tempo passa…e questo stupido orgoglio lacera sempre più il mio cuore
*****
“Irma aspettami!” Corro incontro alla ragazza per i corridoi del dormitorio
femminile. Varie ragazze mi fissano stupite ma non ci faccio molto caso. Adesso
il mio unico obiettivo è parlare con Irma e chiarire ogni malinteso.
“Che cazzo vuoi?” Si volta di botto, fronteggiandomi con aria minacciosa.
Indossa una gonna nera con una cinta borchiata. Ha una maglia nera con in petto
uno teschio stilizzato e ai piedi un paio di converse nere e bianche.
“Irma ti devo parlare” Le dico, respirando affannosamente.
“Sospettavo una cosa del genere da parte di uno come te!” Mi spara in faccia
come un insulto, voltandosi e ricominciando a camminare
“Che intendi dire?...Ehi…”
Continuo a seguirla, fino alla sua camera.
“Entra, così evito di ucciderti in presenza di altra gente. Ci sarebbero
troppi testimoni oculari” Esclama con molta simpatia, spalancando la porta
della sua camera.
“Ehm….va bene - deglutisco entrando nella sua camera - Ophelia non c’è?”
Chiedo guardandomi in giro
“La vedi?...Allora non fare il cretino! Se non la vedi vuol dire che non c’è!”
Sbotta scocciata.
Mi siedo sul letto di Ophelia, quello che poggia sotto la finestra della camera,
osservando Irma che poggia quello che aveva tra le mani sulla scrivania.
“O ti muovi a parlare o ti accoltello direttamente” Commenta, spinta dal
silenzio che si era creato.
“Senti Irma…volevo chiederti scusa per l’altra volta” Dico tutto d’un
fiato, abbassando un po’ lo sguardo.
“Si, questo l’avevo capito” Senza guardarmi prende un libro dal comodino e
comincia a leggere.
“Ehm…allora mi perdoni?” Chiedo speranzoso, azzardando un sorrisetto.
“Stronzo…non ci penso nemmeno”
Si spegne il mio entusiasmo, portandomi in uno stato di “nonsocosafare”
“Se hai finito è meglio e apri la porta e porti fuori quelle chiappe dalla
mia stanza!” Dice dopo un po’, voltando una pagina del libro, sempre
continuando a leggere.
“No, volevo prima… - mi zittisco per un attimo, fissandola – ma mi stai
ascoltando?”
“Non del tutto altrimenti ti avrei già soffocato”
“Dai Irma smettiamola di giocare a fare i bambini” Sbuffo, alzandomi in
piedi
“Dici un’altra volta una cosa del genere e giuro che ti incenerisco le
palle, coglione!” Sbotta alzando un po’ la voce.
Mi risiedo, osservando la palla di fuoco che Irma ha generato dalla punta del
suo dito indice.
“Ma guardati….sembri un perdente…un essere umano qualunque!” Mi
confessa, gettando via il libro che aveva tra le mani.
“E’ che ho paura, scema…” Provo a dire con un tono più dolce.
“Non è una novità” Mi rinfaccia
“Ho paura di ferirti” continuo, senza nemmeno ascoltarla.
“Beh, lo hai già fatto, grazie!”
Sospiro.
“Mi dispiace”
“Troppo tardi, Erik…”
Mi guardo un po’ in giro, notando la mia amica mordersi le labbra. Provo ad
attirare l’attenzione del suo sguardo per fissarla negli occhi…ma tutti i
tentativi sembrano fallire. Mi arrendo, lanciando un ennesimo, infinito sospiro.
“Non so più cosa dirti, Irma…”
“Non dirmi nulla. Alzati e vai fuori, sparisci dalla mia vista!”
“Ma…” Provo a ribattere ma noto Irma alzarsi e puntare con un gesto
fulmineo un dito verso la porta.
“Ho detto sparisci!” Mi dice ancora, con voce soffocata e capo chinato verso
terra.
Ho qualcosa che si rompe dentro…Lo sento…
E’ come quando ti trovi in discoteca e la musica ad altissimo volume ti
rimbomba dentro, così forte che sembra volerti farti esplodere…
Non faccio altro che obbedirle ed esco dalla sua camera, richiudendola piano
alle mie spalle. Accarezzo il legno della porta della camera, lasciandomi
sfuggire un sorrisetto patetico…
Come potevo pensare che Irma avesse accettato le mie scuse?
Almeno ci ho provato…
Mi lascio scivolare lungo la porta, finendo col sedermi sul pavimento di
moquette, davanti agli occhi di molteplici persone.
*****
Cammino soprappensiero, con le mani in tasca e lo sguardo mezzo perso nel vuoto.
Mi sento inutile e nonostante l’atmosfera natalizia e la gioia che dovrebbe
esaltarmi, sono sempre più giù. Arriva al piano terra dell’istituto dove
stanno decorando un albero di Natale alto quasi il doppio di me. Molti ragazzi e
alcuni professori si impegnano nella ricerca dell’addobbo più bello. Mi
avvicino al salotto, fregandomene dei continui richiami di alcuni di loro. Mi
siedo accanto a Logan che, scocciato, continua a litigare col telecomando. Al
suo fianco, Sirius ridacchia, voltando canale grazie al suo potere. Mi scappa un
sorrisino.
“Ehilà Deavers” Mi saluta lui
Lo guardo “Ciao”
“Sei un po’ giù?” Mi chiede, sempre sorridendo.
“Eh…parecchio” Borbotto , sprofondando sempre più nel divano ed alzando
il cappuccio alla mia felpa nera, quasi a volermi coprire.
“Capisco…”
Sbuffo, alzando lo sguardo verso la finestra, fissando l’aria triste e
monotona dell’inverno. Mi alzo dal divano, avvicinandomi al vetro ed
osservando il cortile e in particolare lo spazio dov’è sepolto Xavier. Com’è
triste pensare che appena sei andato via tutto è tornato di nuovo sottosopra.
Gli uomini sembrano odiarci nuovamente e la Confraternita sembra sempre più
vicina al potere e alla supremazia. Come possiamo fermarla adesso che non ci sei
tu a dare ordini? Sembrano tutti camminare senza una meta.
Improvvisamente il cellulare mi trilla nella tasca destra del pantalone.
Scocciato, lo prendo e fisso il display. In lettere cubitali c’è scritto “New
message”.
*****
Avanzo lentamente nella palestra. Mi avvolge uno strano freddo e il rumore delle
scarpe da ginnastica sul legno del pavimento della palestra. Avanzo di qualche
passo, notando mio cugino Dominic giocare a basket insieme ad alcuni ragazzi.
“Ehi, Dom” Lo chiamo facendolo voltare.
Mio cugino mi vede, sorride e mi viene incontro tutto sudato.
“Ehi, Erik…”
“Mi cercavi?” Chiedo sbrigativo
“Si…che ne dici di fare due tiri?” Mi lancia la palla, cogliendomi anche
un po’ di sorpresa.
“Ugh…- ricevo la palla nello stomaco - ….no grazie” Gliela rilancio, con
poco entusiasmo.
“Eddai, non hai nulla da fare!”
Mi volto e faccio per andarmene “Devo studiare gli appunti della Sinclair”
Fingo
“Ma và che non studi mai, neanche durante l’anno e vorresti studiare nelle
vacanze natalizie?” Ridacchia.
Io invece rimango serio.
“Vacanze natalizie? Mai sentito parlare” Borbotto senza fermarmi.
“Erik e smettila di fare il complessato!” Grida quasi mio cugino. Dal tono
della voce noto che è innervosito.
Alcuni secondi di silenzio. Anche gli altri ragazzi sembrano essersi fermati e
non sento più quel fastidioso rumore di gomma sul legno. Il freddo, invece,
diviene sempre più intenso. Mi volto lentamente verso mio cugino e faccio per
dire qualcosa. Ma lui è più veloce di me e mi lancia la palla.
“Muoviti…gioca con noi!”
Guardo la palla tra le mie mani con sguardo scocciato, poi alzo la testa
osservando il canestro. Lo metto bene a fuoco nella mia testa e comincio ad
avanzare palleggiando a testa alta. Vado sempre più veloce, la meta sembra
avvicinarsi sempre più. Sono quasi sotto al canestro quando spicco un salto
enorme che mi fa finire con i piedi a sfiorare il tetto della palestra.
Improvvisamente sento qualcosa di strano in me, qualcosa come un tremolio. Le
mie gambe stanno tremando, lo sento…
Inizio ad aver paura e la palla mi sfugge dalle mani mentre provo un atterraggio
di fortuna. Sono a pochi metri dal suolo e la vista sembra annebbiarsi. Comincio
a tremare e l’impatto col suolo è immediato, potente. Riconosco il rumore del
mio corpo a contatto col suolo e alcune grida.
“Erik…Erik stai bene? ERIK”
E’ la voce di mio cugino….la riconosco.
Vorrei parlare, non ho ancora perso i sensi…eppure sento che non riesco a
muovermi. Ma che succede? Dominic perché fai così? No…non preoccuparti, sto
bene! E chi è tutta questa gente? Sirius? Angel? Louis, Matt…che ci fate
tutti qui? Fatemi respirare, ho detto che sto bene! Dominic, smettila di
prendermi a schiaffi…Dominic!....Dominic mi senti?.....Dominic!!!
*****
Apro gli occhi lentamente, fissandomi nello specchio del bagno: ho delle
occhiaie esagerate, una faccia bianchissima e i capelli sono meno a posto del
solito. Sbatto più volte le palpebre, ancora impastate dal sonno e faccio uno
sbadiglio prendendo lo spazzolino da denti e il dentifricio. Premo forte
alla punta della pasta per denti facendone uscire troppa, tanta che si riversa
anche sul lavandino. Comincio a spazzolare per bene i denti mentre fuori sento
qualche strano rumore. Appena ho finito spalanco la porta del bagno, trovandomi
di fronte Irma.
“Devo parlarti” Mi dice, senza espressione.
In silenzio, esco dal bagno e vado a sedermi sul mio letto, osservando la mia
“amica”.
“Non dici niente?” Si avvicina, fissandomi dall’alto.
“No” Le dico solo, distogliendo lo sguardo dai suoi occhi.
“Meglio così - sospira - devo confessarti che ora come ora ti odio Erik…”
Mi verrebbe da ridere…me ne ero già accorto.
Passano alcuni secondi di silenzio in cui probabilmente si aspettava qualche
commento da parte mia ma non le do questa soddisfazione. Voglio prima vedere
cosa vuole dirmi.
“…E…non so come, non ricordo bene com’è successo ma…” il suo tono
ha una calma che quasi fa paura. E’ fin troppo calma…
“…insomma Erik…ti ho venduto alla Confraternita dei Mutanti!”
Dopo qualche secondo realizzo davvero il significato di quelle sue parole. Alzo
lo sguardo incontrando occhi di ghiaccio lucidi come non mai. Sembra voler
scrutare nel più profondo del mio cuore con quello sguardo che trafigge,
lacera…
“Proprio così Erik. Ho detto a John che sei tu il mutante più pericoloso per
loro in questo momento e che potresti intralciare i loro piani giacchè hai
sviluppato il dono della chiaroveggenza” La calma che conserva nel suo tono di
voce non si addice a quello che sta provando in questo momento. Una lacrima
sembra voler fuggire a quelle gabbie di cristalli luccicanti ma, egoismo vuole
che quella gabbia inghiotta quella perla trasparente presa da una strana voglia
di libertà.
Il suo stato d’animo, le sue emozioni somigliano molto alle mie, in questo
momento…e sento che anche se vorrebbe dividersi completamente da me, io e Irma
avremo sempre qualcosa di simile…rimarremo sempre attaccati. Non so bene
spiegare ciò che provo adesso. Forse è paura…o forse solo dispiacere…si,
mi dispiace che la mia migliore amica mi abbia venduto per una tale assurdità.
“In questo momento vuole via libera e tu sei un pericolo enorme per i suoi
piani. E’ probabile che voglia rapirti, Erik, e ucciderti”Continua a parlare
con la stessa calma di prima.
Automaticamente, inavvertitamente le mie gambe cedono e mi ritrovo in ginocchio,
di fronte alla mora, a piangere in silenzio……nel silenzio interrotto solo
dai battiti del mio cuore ferito.
“Volevo solo dirti questo”
“I…Irma” dico con voce strozzata, abbracciandola e poggiando la mia testa
sul suo ventre.
Sembra non ci siano conseguenze a questo mio gesto. La abbraccio ancora più
forte mentre la sento respirare profondamente.
“Erik, non chiedermi di salvarti la pelle anche questa volta, potresti
soltanto peggiorare le cose…” Dice quasi a malincuore scostandosi dal mio
abbraccio e dirigendosi verso la porta d’uscita.
“Buona fortuna, Erik”
Rimango da solo nella stanza, insieme alle mie lacrime e al mio dolore.
Non ho mai sofferto così tanto…
*****
“Erik…come stai?”
“Bene”
“Perché non sei venuto oggi agli allenamenti della squadra?”
“Non ne avevo voglia”
“…Come va con i tuoi poteri?”
“Peggio”
“In che senso?”
“Nel senso che credo di star diventando un essere umano”
“In che senso?”
“Dominic smettila!”
“Sei troppo suscettibile”
“Si, e sono anche iperdepresso”
“Ma…il motivo si può sapere?”
“No perché non c’è un motivo”
…
“E’ ancora per quel bacio ad Irma?”
“Ni”
“UUUUfffa ancora?”
“Basta discutere, mangia che si raffredda”
“Non ne ho voglia”
“Neanche io”
“Bene allora discutiamo”
“No, Dominic, non ho voglia, non ho voglia di fare un emerito cazzo, va bene?
E ora se non ti dispiace me ne vado”
“Erik…è Natale”
“Non me ne importa che è Natale…”
“Fallo almeno per gli altri, resta”
“Mapperfavore…”
*****
Entro in camera mia, sbattendo la porta dirigendomi verso il mio letto. Faccio per sedermi ma una busta bianca attira la mia attenzione. Incuriosito la prendo tra le mani, sopra c’è il mio nome. La apro senza esitazioni e comincio a leggere il contenuto.
“E dire che stavo per
dirti ti amo…
Hai rovinato tutto, adesso non esiste più un posto per te nel mio cuore. Mi hai
fatto ricredere del tuo carattere, del tuo essere, della tua dolcezza. Mi
dispiace soltanto darti questa lettera proprio a Natale, un giorno di festa. Non
vorrei che per colpa mia tu debba rovinarti il Natale…però una parte di me
stessa mi ha spinto a dartelo proprio oggi , per farti soffrire. Lo so che sei
orgoglioso al massimo e non dirai mai a nessuno del contenuto di questa leggera,
questo perché non sopporti di perdere, neanche con le ragazze.
Sapessi quanto ho sofferto per te, Erik…e fin troppo tardi mi sono accorta che
non ne valeva la pena. Mi sono accorta finalmente che di persone come te se ne
possono trovare 8 su 10 e non sei speciale quanto vorresti essere. Nobiltà
d’animo, gentilezza, dolcezza…sai cosa sono? E allora perché non le hai mai
adottate con me? Ho provato a darmi una risposta dicendomi
Ti starai chiedendo del perché della lettera quando poi avrei potuto dirti
tutto fissandoti negli occhi. Ebbene, questa soddisfazione non ho voluto dartela
e ho voluto restituirti il favore di quel misero bigliettino che mi lasciasti
come saluto quando partisti per le vacanze.
Anche allora soffrii sai? Ma tanto, a te non importa e non dovrà importare più
niente di me. E a me non importerà più niente di te, della persona più
orribile che abbia mai conosciuto al mondo: Erik Deavers.
Grazie per avermi fatto perdere la speranza nell’amore
Ophelia
Leggo e rileggo quel nome alla
fine di quel foglio bianco macchiato d’inchiostro nero. E dire che anche io
avevo creduto di amarla…pura illusione…delusione…
Alla fine, a furia di voler avere tutto, riesco sempre a perdere e a non
ricevere mai niente. E questa volta, ho perso una delle poche persone che
sapevano farmi star bene…
*****
Ho paura che i miei poteri siano giunti all’esaurimento. Non riesco neanche più
a vedere uno straccio di futuro e la mia agilità sembra essersene andata a
farsi fottere…
“Dai, andiamo pure. Grazie del caffè” Dico a mio cugino, dandogli una pacca
sulla spalla.
Siamo all’interno di un bar di New York e Dominic si prepara per andare a
pagare il conto.
“Tieni, il mio dollaro” Gli porgo i soldi in spicci ma non li prende.
“Sei impazzito? Offro io”
“Mi dispiace per avervi rovinato il Natale”
“Si, in effetti sei stato una bella palla al piede. Non ci hai fatto divertire
per niente”
“Beh almeno ti sei fatto consolare da Faith poi quella sera”
“Ehm…cosa?” Finge di non aver capito.
“Cretino, sbrigati a pagare e torniamo all’istituto” Gli dico, spingendolo
verso la cassa.
“Aspettami fuori, torno subito” Mi dice, strizzandomi un occhio.
Faccio cenno di si con la testa e mi sbrigo ad uscire dal locale. Vengo
investito da un’ondata di persone, spinte verso una sola direzione.
“Ehi…piano….aspettate!” Grido, spinto dalla folla. Provo ad usare la mia
agilità per sfuggire ma non ci riesco…
Quasi invisibile agli altri vengo spinto per terra. Nell’impatto perdo alcuni
spicci che avevo nella tasca del giubbotto e comincio a cercare. Mi trovo un
po’ più lontano dal negozio ma noto che Dominic non è ancora uscito. Sbuffo,
cominciando a raccogliere le monetine.
“Questa è tua?” Mi dice improvvisamente una voce, proveniente dal violetto
alle mie spalle.
i volto lentamente, rabbrividendo.
Mi avvicino lentamente osservando la mano in avanti di quella strana figura
incappucciata.
“Si, grazie” faccio per prendere la monete ma la figura richiude
velocissimamente la mano.
“Troppo facile, Deavers!”
Mi sento tirare e trasportare nel fumo del violetto. Improvvisamente mi sento
sbattere contro il muro con una mano al collo. Metto pian piano a fuoco la
figura…credo di riconoscere quei lineamenti.
“Allerdyce…” Mormoro con voce strozzata.
“Sta zitto bastardo” Il suo tono è minaccioso. Un pugno mi colpisce allo
stomaco facendomi quasi risalire il caffè bevuto poco prima.
“Che cazzo vuoi da me?”
“Se potessi ti ucciderei, sappilo” Lo sento sghignazzare mentre con la mano
libera forma una palla di fuoco.
“Lasciami e ti faccio vedere chi è che uccide l’altro, stronzo!”
“Ridillo pure Deavers e dirai addio al tuo bel faccino” Continua a ridere
beffardo.
Mi dimeno con i piedi, provando a dargli un calcio ben assestato alle palle.
“EHI!” Grida il pirocineta, impaurito per i suoi gioiellini di famiglia.
Mi libero dalla sua presa, facendo per scappare ma mi sento tirare per il
colletto e cado nuovamente per terra.
“Deavers chi ti ha dato quest’educazione?”
“Tua madre!” Gli sparo in faccia con tutta la rabbia possibile.
Dominic…ti prego vieni qui, ho bisogno di te. Potrei gridare benissimo aiuto
ma il mio stupido orgoglio si fa sentire.
“Prova a gridare e ti incenerisco sul serio!” Mi punta quella palla
infuocata a pochi centimetri dalla faccia, facendomi sudare in modo imminente.
Vedo il pirocineta tirare fuori dalla tasca una ricetrasmittente.
“Changer…Changer, idiota rispondimi!”
“Si, ci sono…”
Spalanco gli occhi sentendo quella voce.
“Ho preso Deavers, avvisa Magneto di mandarmi qualcuno” Dice nell’aggeggio
per poi guardarmi e ridere.
“Ok, salutami lo stronzetto. Ciao Erik!” Dice la voce dalla trasmittente,
seguita da alcune risate.
Sono paralizzato, esterrefatto. Non riesco a muovermi… Quella è la voce
di…Quello è…
“…Warren…” deglutisco.
Pyro mi fa rialzare da terra, gettandomi nuovamente contro il muro.
“Un’altra cosa Deavers…ricordami di chiedere a Magneto se potrei essere io
ad ucciderti…con le mie mani. Sai, abbiamo parecchi conti in sospeso io e te,
Deavers e mi piacerebbe chiuderli una volta per tutte!”
Dalla
vita di John Allerdyce
“è una cosa Assurda!!!!” esclamo camminando per i corridoi del Bunker, ci
siamo da poco trasferiti qui ed è di gran lunga meglio… ha i suoi pregi e i
suoi difetti; ovvero è molto più largo di dove stavamo prima e poi ha le porte
in metallo (e questo può essere anche un difetto).
”John hai rotto!” esclama Callisto affiancandomi.
”non stavo parlando con te” puntualizzo acido lanciandole una frecciatina.
“ma con il Fenomeno”
Il Gigante stava camminando al mio fianco, a quello opposto a cui mi aveva
affiancato Callisto; non sembrava minimamente interessato ad ascoltare i miei
lamenti, ma questo non è affar mio.
”adesso…” continuo “sembra che la colpa di tutto sia mia… perché?
Perché ho solo catturato il piccione” continuo veloce riprendendo a giocare
con il mio accendino.
”ma perché forse…” una voce maschile,che non è quella del Fenomeno, ci
fa voltare tutti e tre.
All’ombra appoggiato a una fredda parete c’è Incubo, con il suo solito fare
enigmatico, con il suo solito fare ne-so-sempre-una-più-di-te.
”Hai causato tutti questi problemi perché hai reagito d’impulso Allerdyce,
potevi benissimo non catturarlo il piccione” mi dice alzando il palmo della
mano destra come se fosse ovvio.
Avanza verso di lui minaccioso, Tzvetan indietreggia “l’ultima cosa
che voglio da te è una predica piccolo principe!” esclamo. Lui si ferma, non
può più indietreggiare perché è arrivato con le spalle al muro.
Gli sono davanti e riesco quasi a vedere un’espressione di paura sul suo
volto. Non riesco a non ghignare.
”perché invece di perdere tempo non vai da un parrucchiere?” Gli consiglio
portando i pugni su i fianchi e assumendo un’espressione di sfida.
”i tuoi insulti non mi sfiorano Allerdyce” si limita a dire cercando di
ghignare, ma sul suo volto vi è sempre un po’ d’ansia, di paura. Fa per
scostarsi dal muro ma io gli sono di fronte e quindi non può più di tanto. Si
muove lentamente, adagio come se avesse paura di rompere qualcosa.
”Dannato Str..” faccio per sferrargli un pugno, Tzvetan porta
istintivamente le braccia davanti al volto abbassando quest’ultimo, piegandosi
in una posizione chiusa, sento già le sue deboli ossa del viso spaccarsi sotto
il mio pugno, ma una mano dal dietro blocca la mia stretta in un pugno. Ho una
morsa nello stomaco.
”non c’è tempo per altri guai Pyro” è Fenomeno che mi parla guardandomi
imbronciato mentre dietro di lui Callisto ridacchia sotto i baffi.
”non sarò io a passarli questa volta ma…” mi ammutolisco voltandomi dato
che Incubo non è più di fronte a me.
”La prossima volta che ti viene voglia di metterti in mostra…. Non farlo”
la voce di incubo che si allontana mi prende alla sprovvista. Seguo la suo
figura che si allontana lungo il corridoio buio di corsa perplesso, quasi
schifata. Che vigliacco.
Quella dannatissima frase… una volta me la disse anche Xavier, le stese esatte
parole. Sicuramente pura coincidenza… o no….
“insomma andiamo…” sento il fenomeno afferrarmi con poca delicatezza il
braccio e trascinarmi con altrettanta delicatezza nella direzione opposta in cui
è sparito Edward mani di forbice.
Mi lascio sedere con poca leggerezza sulla brandina che mi fa da letto da quando
siamo a questo Bunker, lancio una breve occhiata al cellulare… muto.
“La prossima
volta che ti viene voglia di metterti in mostra…. Non farlo” i ricordi mi
assalgono.
Fisso il pelato sulla carrozzina allontanarsi con sguardo sprezzante.
”Hai visto?” mi rinfaccia Bobby “Io te l’avevo detto di finirla
subito”.
Dopo di che torniamo a scuola in poco tempo, cammino annoiato mentre dietro di
me Rogue e Bobby continuano a fare i piccioni.
”avete rotto” sbotto voltandomi di scatto per poi ritornare con lo sguardo
di fronte a me, ed ecco che la vedo… Mi fermo di colpo e per poco i due che
avevo dietro non mi vengono addosso.
Cammina tra due ragazzi, uno biondo, l’altro moro, ridono tra loro senza
alcune preoccupazione.
Lei vista dal dietro ha un bel fisico e capelli castani legati in una coda di
cavallo che lascia nudo il collo niveo. Ma chi è? Possibile che non l’avevo
mai notata?
”Ehi John” la voce di Rogue richiama la mia attenzione.
”che c’è?” chiedo perplesso scuotendo la testa, non lascio nemmeno che la
ragazza risponda che torno a camminare partendo in quarta.
”Ehi!” esclamo ormai vicino meno di un metro alla strana ragazza.
I tre si voltano, gli occhi di lei mi colpiscono in piena gola, grandi e chiari,
truccati con una precisa riga di matita nera che risalta il loro colore chiaro,
labbra rosee ne troppo carnose ne troppo sottili. La sua espressione è
sorpresa, stupita e incuriosita mentre per la prima volta i nostri due sguardi
si incontrano, sento una strana sensazione. Sicuramente solo attrazione
fisica…
”che c’è?” è uno dei due ragazzi a parlare, un biondino con i capelli
spettinati.
”Tu sei John Allerdyce vero?” mi chiede la ragazza indicandomi con
l’indice con fare vago.
Un piccolo ghigno mi compare sul volto “esatto” dico fiero.
”ti abbiamo visto al caffè, con quei due”continua la ragazza prendendo tra
le mani una ciocca che ricade dalla lunga coda… e così mi stava guardando al
caffè.
Non riesco a trattenere un sorrisetto, lei ricambia il sorriso.
”in effetti Xavier ha ragione.. “ dice quello moro dei due ragazzi (di
cui, per giunta, mi ero completamente dimenticato) “potevi benissimo evitare
di fare tutto quel casino”.
”si si…” dico poco convinto muovendo la mano con fare distratto. Poi
riporto lo sguardo sulla ragazza.
”ti va di fare un giro per la scuola? Non dovrebbe esserci lezione..”
azzardo convinto.
Lei fa spallucce “perché no… “ poi verso i due “ci vediamo dopo Dominic,
a dopo Erik!”.
Si avvicina a me e insieme ci allontaniamo.
”Insomma…te come ti chiami?” chiedo poi
”Irma..”
Mi gratto la nuca sbadigliando annoiato… ripensando a Changer mi sale la
rabbia, sento le vene pulsare quando mi torna in mente: uno: come si è
comportato, due: il fatto che ora sia la e chissà cosa sta facendo. Sono
tentato di telefonare a irma.. solo per sapere cosa sta facendo Changer, non che
lei mi manchi… no no. Io la sto solo usando… nient’altro.
Prendo tra le mani il telefono e velocemente compongo il numero, prima che mi
passi la voglia. Poi lo porto all’orecchio e attendo…
primo squillo
secondo squillo
Terzo squillo
Quarto squillo…
Insomma dove cavolo è? Perché ci mette così tanto ogni volta a rispondere?
”Pronto?” finalmente risponde una voce, sembra tributante,
”Ir…” faccio per dire ma poi mi blocco… un attimo, non è la voce di
irma, questa non è la voce di irma..
”Chi è?” chiede la voce, è una voce femminile ma di sicuro non è Irma.
”Chi sei te???” esclamo freddamente.
Attimi di silenzio.
”Sei pyro?” chiede la voce sempre tributante.
Inizio per un attimo a sudare freddo… un attimo: facendo mente locale, se
questa tizia sa chi sono io, sa anche che Irma ha contatti con me… e qui
saremmo nella merda tutti perché lo andrebbe a dire agli x-men che farebbero di
tutto per estorcere a Irma quel poco che sa sulla nostra postazione.
Attacco di colpo, riappoggiando il telefonino sul comò abbozzato vicino alla
mia brandina.
in quel momento entra nella fredda stanza Madrox, che mi guarda perplesso.
”ehi uomo fuoco che ti prende?” mi chiede con il suo solito tono ironico.
Non rispondo, ma scatto in piedi e esce velocemente dalla stanza, poi
ricordatomi di una cosa faccio retro front sbucando dalla porta.
”Madrox dov’è magneto?” gli chiede un po’ troppo imperativo.
”nella sala da lettura” si limita a dire distrattamente.
rimango perplesso “ma la sua sala da lettura non era all’altro
nascondiglio?” inarco un sopraciglio.
”si ma se n’è fatta una anche qui” spiega sbrigativo Multiple-man.
Io scuoto la testa e poi mi allontano.
Meglio non disturbare Magneto in sala da Lettura, non ho voglia di altre
ramanzine. Mi avvicina alla stanza dove teniamo rinchiuso il piccione.
Di fronte alla stanza vi sono due mutanti a fare la guardia, mi fermo un attimo
sentendo la rabbia ribollire nelle vene ripensando a quella sottospecie di
Angelo che fa il filo a irma.
”fatemi passare!” ordino ai due avanzando, questi senza fare storie si
scansando aprendomi la porta.
Warren non è più attaccato con delle catene al muro a mo di croce, ma è
legato ad una sedia, sempre con delle catene. Magari Magneto ha pensato che
continuando a tenerlo crocifisso sarebbe morto, e purtroppo LUI non lo vuole
morto.
Mi avvicino per poi sferrargli un calcio. Il tizio che sembrava dormire alza di
colpo lo sguardo, profondi tagli sul volto e lividi sul corpo.
Magneto gli ha portato un paio di pantaloni, forse perché se fosse rimasto in
mutante al freddo sarebbe morto, ma sai che m’importa. Ha il torace pieno di
lividi e bruciature.
Mi guarda con i suoi occhi chiari e stanchi, non riesco a decifrare la sua
espressione.
Nel mio sguardo c’è solo odio. “che tu sappia stronzo!” esclamo dal
nulla.
”Laggiù a scuola qualcuno sapeva dei miei contatti con irma?”
Rimane serio in volto, lo sguardo mi cade sulle sue ali bruciate e spente.
”non lo so..” dice con una voce fiacca “io non lo sapevo!”.
incrocio le braccia al petto “no perché sai.. telefonando a irma mi ha
risposto un’altra ragazza… stanno succedendo troppe cose che non mi
piacciono a quella scuola” aggiungo poi.
Il respiro dell’x-men è affannato “ovvero Erik bacia Irma” dice con un
ghignetto, anche se so che questa fa male anche a lui.. e per questo la cosa mi
fa ancora più incazzare.
Gli sferro un calcio colpendolo nelle palle.
Non emette un suono l’angelo, si limita a piegarsi in due dolorante.
”Sta zitto! Quel Deavers è già sulla lista nera!” esclamo freddo.
Warren rialza lo sguardo.
”Ti ha già battuto una volta Allerdyce..” sibila “potrà benissimo farlo
una seconda”
Questa volta un pugno lo colpisce in pieno volto, sento il suo naso spaccarsi
sotto il mio pugno.
***************
“Vai a prendere Deavers” si limita a dire Magneto appena mi vede uscendo
dalla sua ‘stanza della lettura’. Mi blocco di colpo spalancando gli occhi
troppo sorpreso per dire qualsiasi cosa… Magneto è l’unico che riesce a
zittirmi, su questo non c’è dubbio.
”Cosa?” infine dico lasciandomi sfuggire un sorriso.
”Hai capito” dice pacato iniziando a camminare lungo il freddo corridoio. Lo
seguo affiancandolo, non riesco a trattenere un ghigno soddisfatto.
”ok ma dove lo posso trovare?” faccio spallucce prendendo tra le mani il mio
accendino.
”Allo stesso caffè dove hai trovato l’angelo quella sera” Callisto mi
affianca facendomi sussultare.
Il mio cervello sta iniziando a pensare mille e più modi per fare del male a
quel verme.
”sai cosa fare..” dice pacato Magneto fermandosi e voltandosi verso di me
“ non deludermi ancora”. Detto questo fa retro front e si allontana.
Increspo le labbra per poi lanciando una breve occhiata rigirarmi.
”Allerdyce…” Mormora il biondino con voce strozzata. Siamo in un vicolo
buio di città, nessuno può vederci o chi può preferisce scappare e far finta
di non vedere niente. Inoltre i vapori del bar qui a fianco non migliorano la
situazione del ragazzo. La mia mano è sul suo collo, cerco in tutti i modi di
frenarmi perché sento un forte impulso spingermi a stringere quel collo e porre
fine a ogni cosa. Non ne ho voglia delle ramanzine di Magneto.
“Sta zitto bastardo” Sibilo minaccioso. Scatto con un pugno lo colpisco in
pieno stomaco, la mia voglia non è ancora sazia però, Erik ha un conato di
vomito.
“Che cazzo vuoi da me?” Esclama cercando di assumere un tono spavaldo.
Errore, ancora
“Se potessi ti ucciderei, sappilo” Continuo a tenere stretto il collo,
abbastanza stretto da fargli male, non abbastanza da ucciderlo. Il mio tono è
velenoso, acido, se sputassi corroderei sicuramente l’asfalto.. Con la mano
libera sfrutto l’accendino per creare una palla di fuoco.
“Lasciami e ti faccio vedere chi è che uccide l’altro, stronzo!” continua
con la sua sfacciataggine, non si rende conto che la sua situazione è già
abbastanza critica senza che si metta a provocare?
“Ridillo pure Deavers e dirai addio al tuo bel faccino” Smorzo la rabbia con
un sorrisino beffardo.
Il ragazzo si dimena con le gambe cercando sia di ribellarsi che si farmi male,
mi colpisce, ma alla pancia, tra lo stomaco e le palle.. non mi fa molto
male, continuo a tenerlo per il collo come un animale, quello che è.
“EHI!” Grido istintivamente temendo per un attimo per le mie parti basse.
Sfruttando la mia distrazione riesce a liberarsi cercando di scappare. I miei
movimento sono veloci, anche più del solito per via della rabbia che alimenta
le mie capacità. Lo afferro per il colletto prima che scappi e lo faccio
cadere.
“Deavers chi ti ha dato quest’educazione?” chiedo con fredda ironia.
“Tua madre!” Sbotta arrabbiato.. trattengo una risatina tentando di
allontanare ancora quel familiare istinto omicida.
“Prova a gridare e ti incenerisco sul serio!” lo minaccio, gli punto la
palla di fuoco che creo in 5 millisecondi con la mano libera e gliela punto al
volto. Sarei tentato di bruciargliela quella faccia da schiaffi, dopo voglio
vedere come le conquista le ragazze da Gobbo di notredam.
Prendo dalla tasca la ricetrasmittente datami da Magneto.
“Changer…Changer, idiota rispondimi!” sbotto battendo il piede in terra,
ancora non capisco perché Magneto mi ha ordinato di chiamare quel finocchio.
“Si, ci sono…” finalmente sento la sua voce nitida dall’altra parte
della ricetrasmittente, anzi non la sua voce, quella del pennuto.
Vedo Deavers spalancare gli occhi..
“Ho preso Deavers, avvisa Magneto di mandarmi qualcuno” dico guardando Erik
ridacchiando soddisfatto.
“Ok, salutami lo stronzetto. Ciao Erik!” Dice la voce di changer mascherata.
“…Warren…” sento sussurrare al ragazzino.
Lo faccio rialzare con poca delicatezza, usando tutto l’affetto che provo per
lui. Lo sbatto di nuovo contro il muro senza preoccuparmi di fargli troppo male.
“Un’altra cosa Deavers…ricordami di chiedere a Magneto se potrei essere io
ad ucciderti…con le mie mani. Sai, abbiamo parecchi conti in sospeso io e te,
Deavers e mi piacerebbe chiuderli una volta per tutte!” dico mentre guardando
il ragazzo che non può vedermi dato che è pancia al muro.
”Erik? EHII ERIIIK???” una voce maschile in lontananza richiama la mia
attenzione.
”Dom..” sento sussurrare Deavers.
”prova solo a dire qualcosa” gli sussurro minaccioso nell’orecchio.
La voce che chiama Erik in continuazione si allontana sempre più mentre io con
una mano tengo la mani del biondino dietro la sua schiena, l’altra al suo
collo in modo di avere a portata di mano un modo per fargli male.
”temevo l’avresti ucciso” la voce ironica di Callisto vicino a me attira
la mia attenzione.
”Fenomeno di a Multiple-man che ho vinto la scommessa” dice avvicinandosi.
”ce ne avete messo di tempo.. “ sbotto
Dalla vita di Incubo
PROLOGO
c'è qualcosa di molto strano... non riesco a capire se sto sognando o tutto questo sta succedendo davvero. Vedo tanti uomini, con voci stridule, gridare come in preda alla follia, come posseduti da uno spirito incontrollabile. vedo tutti questi uomini uccidersi tra di loro, e vedo anche uomini che uccidono mutanti e mutanti che si uccidono fra di loro e tutti gridano felici la stessa parola, che, ripetuta in successione infinita, perde ogni significato... "libertà, libertà!" gridano tutti...chiudo gli occhi, ma mi accorgo che mi dovrei anche strappare le orecchie, improvvisamente mi accorgo che sto sognando, ma qualcosa di più reale della verità.
CAMMINARE SUL BORDO DI UN SOGNO
Finalmente ce ne andiamo da questa fogna, in questo momento siamo un po' tutti euforici e iperattivi anche se cerchiamo di non darlo a vedere. abbiamo fittato un furgone per fare il trasloco, adesso stiamo cercando di raccogliere il più veloce possibile le nostre cianfrusaglie "finalmente avrò una stanza decente dove sistemare un po' la mia roba" penso mentre butto nello scatolone tutti i miei piccoli addobbi. Vari acchiappasogni, maschere africane, indù e maori, dei carillon rumeni "...e altre cazzate del genere." una voce graffiante mi coglie di sorpresa dall'esterno della mia tana, mi volto di scatto aggrottando la fronte. Allerdyce dovevo immaginarlo, mi guarda con quell'aria insopportabile da essere superiore, siccome non gli do soddisfazione m'incalza ancora, entra nella stanza sorridendo beffardo, si guarda intorno "e bravo il nostro "mani di forbici" stai raccogliendo la tua spazzatura..." sbotta antipatico aprendo un carillon, io tossisco senza smettere di guardarlo storto, in questi giorni mi sta trattando particolarmente male, ma non riesco a capire il perchè. continuo a non rispondergli, tanto lo so che dopo un po' si stanca e se ne va, e così è. posso riprendere le mie solite occupazioni, ho raccolto tutto in due scatole grandi e una piccola, in fondo al cuore sono pur sempre un nomade. per portarle sul camion ho chiesto a Fenomeno se mi avrebbe dato una mano, da solo non ce la potrei fare. come immaginavo sono il terzo ad aver completato l'operazione del carico, il primo è stato John che ce ne ha messo di tempo ma ha iniziato stamattina all'alba, poi Fenomeno che indossa praticamente sempre e solo la sua armatura e poi io. mentre stiamo caricando l'ultima scatola, noto una scena ormai vista e rivista ma questa volta mi fa uno strano effetto; il pirocineta sta trascinando qualcuno di peso verso il nostro covo, ma quel qualcuno ha un volto familiare, non riesco a focalizzare bene... poi improvvisamente ricordo e rimanendo a bocca aperta e con gli occhi spalancati sussurro senza rendermene conto "il ragazzo... con la chiaroveggenza...John l'ha catturato..." sono sconcertato, non riesco a capire cosa provo e cosa dovrei provare, ecco perchè Allerdyce era così eccitato, se la prendeva con me in attesa di scatenarsi su qualcun altro. Ma la cosa che ora non riesco a togliermi dalla testa è che ho consegnato io quel ragazzo nelle mani dei miei compagni, ed ora verrà torturato e probabilmente morirà anche per colpa mia... è la prima volta che ho questo tipo di pensieri, spero non li senta quella serpe di Psike, potrebbe spifferare tutto a Magneto e per me sarebbe la fine.
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"Grazie di tutto Kain" lo saluto sorridendo un po' affaticato, sta uscendo ora dalla mia stanza dopo aver portato su l'ultima cassa. In fondo è un bravo ragazzo, in cambio di qualche bel sogno in segreto, ha evitato che mi spezzassi la schiena con quel trasloco e ha anche promesso che se ogni tanto mi serve una mano lui è disponibile. Chiudo la porta. mi lancio sul letto sfilandomi le scarpe appena atterro, accendo la televisione afferrando il telecomando che sta per cadere. Casualmente si accende sul telegiornale, che da una notizia sull'economia, sto per cambiare, queste cose mi hanno sempre fatto sbadigliare, "...ed ora passiamo ad una notizia dalla spazio, entro oggi pomeriggio la terra sarà investita da una tempesta elettromagnetica di grosse proporzi..." il mio dito si ferma sul tasto appena in tempo per sentire quelle parole magiche, torno subito indietro sul telegiornale, "...tro l'atmosfera terrestre per almeno un giorno intero, questo potrebbe causare problemi agli elettrodomestici e...", spalanco gli occhi incredulo a quello che sento, mi lancio dal letto verso la porta, rischio d’impigliarmi nelle lenzuola, per poco non vado a finire col naso sul pavimento. Finalmente riesco a raggiungere la porta e schizzare fuori come un razzo.
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Qualche ora dopo sono di nuovo nella mia stanza, sulla mia branda, fisso le croste del soffitto. Questo posto sarà anche un ottimo nascondiglio ma avrebbe bisogno di una riverniciata. sto aspettando trepidante come un bambino la notte di natale che arrivi l'ora x, chiudo gli occhi, tiro un profondo sospiro e incosciamente sorrido. Erano anni che aspettavo un'occasione come questa, una tempesta così arriva di rado, di solito ogni dieci anni; mi era successo solo una volta, da piccolo, solo che allora non sapevo ancora comandare bene i miei poteri e non riuscii a sfruttare al massimo la potenza e l'energia che mi erano state offerte, adesso invece sono pronto e userò tutto quello che mi verrà dato. anche perchè non potrei fare altrimenti. Le persone normali e gli altri mutanti per la tempesta elettromagnetica possono percepire al massimo un po' di mal di testa, io invece perdo completamente i sensi e vengo letteralmente lanciato nel mondo dei sogni. La mia fidata pallina in questo caso non mi serve proprio a niente, non riuscirei nemmeno a tenerla in mano, ho bisogno di qualcosa che tenga il tempo in modo costante e a lungo in modo che, quando tutto questo sarà finito, io possa ritrovare la strada di casa cercando quel suono. Ho comprato un metronomo elettronico per l’occasione, quando sono andato nel negozio di musica il vecchio commesso ha rotto per tre ore farneticando su come era evidente che io fossi un musicista, secondo lui avevo la faccia da violinista, come poteva immaginare che invece avrei suonato le corde dei suoi incubi. Metto le pile nuove nel metronomo e accanto altre pile nuove, ho chiesto a Kain di venirle a sostituire tra tre ore se non sarò ancora tornato, la prudenza non è mai troppa. Rifletto ancora qualche istante ma sento che sta arrivando la tempesta, mi preoccupa quello che mi ha detto Magneto.
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Sono nella sua sala da lettura, bella come l'ha sistemata, tutta di legno, anche il parquet, sempre guardandomi intorno piacevolmente sorpreso lo saluto "...buon...-tossisco- buon giorno signore, ho una notizia piuttosto importante da darle...-incrocio gli occhi del signor Lehnsherr che m'invita palesemente ad esprimere il concetto il più brevemente e chiaramente possibile, prendo fiato come per cominciare un lungo discorso-...nelle prossime ore arriverà sulla terra una grossa tempesta elettromagnetica, che investirà prima la nostra porzione di globo poi attraverso la corrente oceanica raggiungerà i poli da cui verrà irradiata fino quasi all'equatore, in questi momenti particolari le onde responsabili della recessione dei sogni nel subconscio verranno ad interferire con le onde..." "....non ti seguo più Tzvetan... parla più chiaramente per favore...". Poggio le mani sulla scrivania sospiro e abbasso la testa, per raccogliere un po' le idee, poi d'un tratto torno a guardare fisso negli occhi il mio superiore "vi è mai capitato di aver fatto un sogno in corrispondenza con un'altra persona?..." "...si..." "bene questo è quello che succede quando arriva una tempesta elettromagnetica, si creano ponti fra le onde celebrali subconscie, i miei poteri vengono potenziati in maniera esponenziale e posso creare delle cose che sono davvero indescrivibili...-sorrido un attimo senza parlare, godendomi il suo sguardo di soddisfazione-... potrei mettere in comunicazione durante il sogno fino a mezzo globo… se avete qualcosa da comunicare al mondo in modo chiaro e molto appariscente questa è l'occasione giusta..." sorrido di nuovo incrociando le gambe, Eric Lehnsherr sembra non scomporsi minimamente, riabbassa la testa sul suo libro come se volesse continuare a leggere, ma ormai lo conosco abbastanza bene da sapere che non sta leggendo, sta riflettendo. Lo si capisce contando le rughe che gli si formano sulla fronte, dopo quasi mezzo minuto senza alzare la testa mi risponde con la sua voce da lettura "...coste di distruzione, un tocco che infrange le rocce, un tocco che fa impazzire e distrugge anche la mente, il tocco del demonio finirà anche su questo mondo.... sai che libro è questo Todorov?" aggrotto la fronte anch’io, naturalmente voleva essere una domanda retorica, ma io sono talmente eccitato che non afferro subito, sta per rispondere lui stesso “…” ma io lo anticipo senza farlo apposta "...mi pare 'le cascate dell'inferno'… di Edward Hoffman giusto?...", poi mi accorgo dell’errore che ho fatto, cazzo, ci è rimasto davvero malissimo"…si…bravo Tzvetan..." se c'è una cosa che abbiamo in comune io e il signor Lehnsherr è la passione per la lettura e a volte, come questa volta, riesco anche a superare la sua immensa cultura, mi risponde senza guardarmi negli occhi, molto approssimativamente"...fai in modo che il tocco del demonio colpisca la mente della gente di Washington, se hai letto questo libro sai cosa devi fare...". Poi mi fa segno di sparire.
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"fai in modo che il tocco del demonio colpisca la mente di queste persone..." ripeto tra me e me. Il tocco del demonio nel libro di Hoffman è qualcosa di veramente terribile, mi domando cosa avrà in mente questa volta... diamine ecco che arriva la tempesta sono emozionato e anche terrorizzato. Un'onda di energia m'investe il cervello con una potenza incredibile, mi sembra quasi di sollevarmi in levitazione dalla branda, in mezzo secondo non sono più nella mia stanza, non sono più nemmeno nel mondo, adesso sono nel mio mondo. vedo come un fuoco verde che brucia la mia mente e sento come se questa si allargasse a dismisura, fino ad abbracciare il mondo intero, è ora di entrare in azione, il tocco del demonio arriverà sulla capitale, l'ho promesso al capo e così sarà. Scompaio da questo meraviglioso sogno comune, facendo in modo che sia collegato davvero mezzo globo, la mia voce baritonale improvvisamente rimbomba nelle piccole menti di questi stupidi uomini "...benvenuti nel mo regno piccoli mortali, mi presento io sono Incubo e sono qui con tutti voi per fare un annuncio o, se preferite, una predizione o un avvertimento..." non mi è difficile farmi capire da tutti, nei sogni ci si comprende anche se la lingua è completamente diversa. Compaio levitando nel cielo, enorme, nella mia effimera bellezza da re dei sogni, la mia pelle è di materia lunare e i miei occhi sono stelle gemelle, avvolto nello scuro mantello logoro, superstite di tanti viaggi, tanti incubi e tantissime storie.
La mia voce si fa eco da sola “…adesso vedrete cosa accadrà al vostro mondo molto presto e voi…-comincia a tremare la terra in modo piuttosto violento, crescendo velocemente d’intensità, fino a spaccarsi cominciando a ingurgitare persone e accartocciando palazzi-…VOI NON POTRETE FARCI NIENTE CHE SIATE UOMINI O MUTANTI!” insieme alla mia voce nell’ultima parte delle frase, anche la terra esplode. I palazzi cadono schiacciando decine di persone, le strade si aprono vomitando fiumi di lava e di fuoco, la gente scappa dappertutto, grida e muore improvvisamente a volte senza neanche una ragione precisa, alcuni esplodono, altri si disintegrano altri prendono fuoco, e in cielo c’è Magneto, imponente più che mai, terrorizzante insieme ad alcuni scagnozzi. In lontananza scorgo qualcuno, un’anima familiare, uno spirito deciso, ma anche sensibile e indifeso, sono certo non può essere che lei. Mi fiondo in picchiata verso di loro, mi attirano verso quei due innamorati sia l’odio che l’amore, aggrappati l’uno all’altra, non aspettano altro che morire insieme, stanno per essere investiti da un’ondata di lava e sorridono guardandosi a vicenda. Dio quanto odio quel ragazzo. Mi pongo loro innanzi maestoso come non lo sono mai stato, deciso con una mano fermo di colpo l’ondata di lava, m’investe un vento bollente che fa svolazzare le vesti e i capelli verso dietro, mi volto lentamente, incrocio lo sguardo di lui; terrorizzato, come immaginavo i miei occhi sono due puntini luminosi, impressionanti da guardare, una volta ho provato con uno specchio ci stavo rimanendo secco, prendo quel moccioso di Bobby Drake per il colletto della camicetta da frocio, lo alzo sopra di me senza alcuno sforzo, lo fisso dritto negli occhi per qualche secondo poi lo scaravento via.
Quando mi volto verso di lei i miei occhi sono cambiati, ora sono più umano, anzi sono divino, in questo momento sono il fascino e la bellezza personificate, mentre intorno infuria la morte e la disperazione, qui c’è un piccolo angolo di paradiso sotto un arco immobile di lava.
Mi avvicino a lei lentamente, gustando ogni passo e ogni respiro di questo incontro irreale, lei si alza continuando a fissarmi negli occhi con un’espressione a metà innamorata e per metà terrorizzata, le cingo un fianco con il braccio, sento un suo brivido vibrare sotto la mano, sorrido malizioso “…tu no…tu sei la mia protetta…” sussurro a Rogue.
Il mio mantello ci avvolge in un caldo abbraccio e un attimo ci troviamo in un altro luogo, un luogo che non esiste una specie di paradiso terrestre, intorno a noi ci sono tutti i componenti della confraternita che sorridono felici come una famiglia da pubblicità. Le sussurro ancora “Se mi vuoi abbandona tutto, e saprai dove trovarmi…”, la faccio rimanere un po’ con noi, pervasa da una serenità ultraterrena sorride anche lei, ed è un sorriso che spaccherebbe davvero il cuore a una pietra. Poi, come a voler ribadire il concetto, la riporto nel luogo di distruzione da dove l’avevo salvata.
Alla fine i morti sono stati centinaia di migliaia, se dovesse succedere davvero una cosa del genere, sarebbe il più grande massacro sulla terra dai tempi della santa inquisizione. Ho praticamente dimezzato la popolazione di Washington e raso al suolo una delle più grandi metropoli della terra, ma la cosa più terrificante è che non c’è nessun compromesso, nessuna somma da sborsare per rimanere tranquilli, niente sacrifici agli dei. E’ l’apocalisse e basta senza mezzi termini e senza nessuna discriminazione tra razze, ceti e popolazioni, non c’è scampo per nessuno. Pensare a questo mi fa rabbrividire per un attimo, per un solo momento mi sento il portavoce del male in persona, ma in fondo sono sempre rimasto un bambino a cui non è stato permesso di giocare per molto tempo, è ora di darsi alla pazza gioia ed è esattamente ciò che faccio. L’intervento della tempesta, non solo allarga i miei orizzonti, ma mi rende tutto più facile, mi sento leggero come se improvvisamente mi fossi trovato immerso nell’acqua. Adesso non viaggio dentro gl’incubi come al solito, ma riesco a spingermi tanto in là da camminare sul bordo del sogno, volo sopra le menti di tutti compresi i miei compagni, compreso quello sbruffone di pyro. Faccio cose che nella realtà non sarei capace nemmeno d’immaginare, questa notte sarà per tutti un ricordo molto, molto strano.
Alla fine quando si placa il vento solare mi sento come una pezza per lavare per terra, ma sono felice, non mi sono mai divertito tanto. Ho dato l’annuncio, mi sono divertito, ho fatto in modo che tutti ricordassero tutto, ma adesso devo ritrovare la strada di casa, cerco un po’ in giro, faccio un paio di volte il giro di tutti i sogni, ma non riesco a trovare la mia bussola, comincio a pensare male “…e se Kain si fosse dimenticato di cambiare le pile?...se quello stronzo di Pyro avesse fatto in modo che non potessi tornare indietro?...” sto cominciando davvero a preoccuparmi quando, attraversando il classico sogno di una vecchietta che vorrebbe essere considerata un po’ di più, sento il debole ticchettio di qualcosa che va un po’ più piano dell’orologio a cucù, sposto la signora di peso senza nemmeno guardarla “…mi scusi…” “hei ma che modi sono giovanotto!” apro un armadio, il suono viene da lì, da dentro una vecchia cassa di legno, apro anche quella facendo meno rumore possibile per continuare a sentire quel suono ritmico, dentro la cassa ci sono tante vecchie cose comincio a buttarle tutte per aria, cercando di svuotarla, ma questa vecchia roba sembra non finire mai. Inseguendo il rumore finisco per infilare le braccia e la testa dentro, poi sempre più in fondo, questa scatola sembra non avere fondo, ci finisco dentro completamente continuando a scavare tra le cianfrusaglie, il rumore si fa sempre più vicino, adesso sono sicuro che è il mio metronomo, finalmente incontro una piccola porta, la apro e mi ritrovo nella mia stanza. Rinvengo con un respiro profondo come se non avessi mai respirato in vita mia, ricado sul letto con un tonfo sordo… sono vivo…meno male… sorrido.
Svengo.
*****
Fortunatamente le mie erano tutte congetture, Pyro non sapeva nulla della tempesta e Kain aveva fatto semplicemente un po’ di ritardo con le pile nuove. Grazie al cielo nessuno ancora mi vuole morto. spero. Comunque anche se il grosso della tempesta è passato io continuo a percepire il vento solare che mi accarezza e mi rende piuttosto elettrico, è vero amplifica i miei poteri nel mio regno, ma al di fuori pare non sortisca altro effetto che quello di rendermi estremamente nervoso.
Decido di passare dalle cucine, magari mi faccio preparare una camomilla, spero solo di non incontrare qualche… e ti pareva, chi ci poteva stare in cucina, mentre ci vado io, se non John Allerdyce? “…oh guarda chi si vede…” esclama il piromane con un ghigno soddisfatto, io cerco di anticipargli le mosse. Prima che lui possa pensare a qualche battuta pungente da sfoderare, lo guardo dritto negli occhi come non ho mai osato prima “guarda John oggi non è proprio il caso di litigare, se mi posso permettere, sarebbe meglio se per un paio di giorni stessimo il più lontano possibile l’uno dall’altro perché…” “oh frena la lingua Zeta! Alla faccia quanto parli oggi, non pensavo fossi capace di pronunciare una frase intera senza iniziare a tossire…- comincia a girarmi intorno sempre ghignando in modo odioso, in più non ho mai sopportato le storpiature del mio nome, sento una vena che inizia a pulsare nella tempia-… allora come ti trovi nella tua nuova tana bestiaccia! È abbastanza confortevole? Non è umida che ti fa venire i reumatismi?...” diamine quanto lo odio, la vena pulsa sempre più forte “…basta John lasciami in pace!...” è l’unica cosa che riesco a rispondere scostandolo dalla traiettoria del mobile.
Prima che possa avvicinarmi tanto da aprirlo, lui mi afferra per una spalla e mi gira di nuovo verso di lui, con un tale strattone che a stento riesco a trattenere un gemito. Mi tira a se per la camicia, “mi devi chiamare Pyro! Hai capito pezzo di un parassita? Parassita, si, perché cosa pensi che possa essere uno come te? Sei inutile, non sai combattere, sei fragile come un rametto secco, hai dei poteri che sono incompleti e la tua personalità è debole, questo perché fai parte di un popolo debole, un popolo senza un’identità storica che si è ridotto…” basta, questo è troppo non riesco più a sostenerlo e quando mi si ricorda la mia famiglia rischio sempre di esplodere e stavolta mi sembra di esplodere per davvero, la testa mi pulsa, il dolore cresce in modo esponenziale. Urlo e mi lascio cadere a terra. Vorrei dire tante di quelle cose a quel pezzo di stronzo, vorrei sputargli in faccia tutto il mio odio, una volta per tutte vorrei tanto gridargli tutto quello che ho sempre pensato di lui. In questo momento desidero tutte queste cose, ma non ne riuscirei a fare nemmeno una, sono in preda agli spasmi steso in terra e cerco solo di non vomitare; nella mia mente si susseguono immagini fortissime e parole ancora più violente, ma non riesco a pronunciare proprio nulla, tuttavia ho come la sensazione che i miei pensieri possano oltrepassare il cranio. Dopo aver fatto questa osservazione non riesco più trattenermi, tossisco una o due volte e, dopo aver salutato ciò che avevo ingoiato appena un paio d’ore prima, svengo.
Dalla vita di John
Allerdyce
“mi devi chiamare Pyro! Hai capito pezzo di un parassita? Parassita, si, perché
cosa pensi che possa essere uno come te? Sei inutile, non sai combattere, sei
fragile come un rametto secco, hai dei poteri che sono incompleti e la tua
personalità è debole, questo perché fai parte di un popolo debole, un popolo
senza un’identità storica che si è ridotto…” gli sputo in faccia tutto
con una cattiveria immane. Velenoso, acido.. un sibilo che sento venirmi dallo
stomaco. Vomito tutto con pura malignità.
Incubo mi guarda, la sua espressione di odio mista a terrore, si accascia a
terra, tutto avviene in un istante.
Scuoto la testa indietreggiando, quasi sicuramente è un’allucinazione. Vedo
due Incubi.
Uno si accascia per terra ansimando e gemendo, con conati di vomito rigetta in
terra.
L’altro rimane in piedi, avvolto in una veste nera. Pelle di luna e stelle
gemelle al posto degli occhi. Il suo sguardo è su di me, torvo. Però ha
qualcosa di diversa da Incubo, il suo viso… Ha un’espressione da maniaco.
Occhi rossi, occhiaie notevoli. Mette una sorta di angoscia. Lo fisso, troppo
spavaldo per lasciarmi prendere dal terrore, non è da me avere paura… pausa
no, ma ansia, inquietudine forse si. Non lo lascio a vedere.
Lo fisso in quegli occhi scarlatti, quasi come se volessi sfidarlo, dimenticando
per un attimo l’Incubo svenuto a terra sul proprio vomito.
”che cazzo fai…?” mormoro.
il secondo incubo socchiude le labbra finissime, un suono che mi gela il sangue
esce… la stessa voce della bimba dell’esorcista.. o almeno, ci somiglia.
Spalanco gli occhi indietreggiando istintivamente di un altro passo mentre
questo strano incubo maniaco parla.
"...signor Allerdyce lei ha superato ogni limite” pronuncia il
tutto con una naturalezza sovrumana, lo stessa voce di un mostro.
ne appare un altro, la fisionomia è la stessa di Incubo, stessa pelle, stessi
capelli… ma il fisico è differente. Questo secondo Incubo è basso e grasso,
praticamente senza collo. Mi guarda anche lui in malo modo.
”…lei sue ingiurie ingiustificate…” dice questo terzo Incubo grasso, la
voce è la stessa da paura del secondo incubo.. parla pacato, lento, con faccio
in tempo a immagazzinare le parole che appare un altro Incubo. Questa volta
altissimo, su i due metri e magrissimo. Questi Incubo dal fisico Longilineo
completa la frase dell’incubo grasso.
” le sue provocazioni…” stesso tono, stesso sguardo, stessa voce… la mia
angoscia sale di più. Mi sento impallidire mentre il cuore mi sale in gola alla
vista di un quinto Incubo.
Per un attimo mi torna in mente un film visto qualche anno fa ‘The elephant
man’. La storia di un tizio, quasi sicuramente mutante, deforme in modo
disumano.
Questo quindi Incubo è deforme, ha poco di umano. Ma riconosco di lui i
capelli, la carnagione e soprattutto lo sguardo che mi rivolge.
” le sue ingiuste accuse e i suoi…” dice con la solita disumana voce e lo
stesso cattivo e pacato tono che hanno usato tutti gli incubi.
I cinque Incubi, tranne quello svenuto, terminano insieme “SARANNO A LORO
VOLTA BEN PRESTO GIUDICATI!...".
Dopo questa frase, non più pronunciata con calma ma gridatami contro con odio e
cattiveria, una fiammata invade la stanza, questione di un attimo e quando la
fiamma sparisce nella stanza ci siamo rimasti solo io e Incubo svenuto, come se
gli altri non fossero mai apparsi.
Attimi di silenzio.. silenzio dove sento il mio cuore battere all’impazzata.
Credo che questa cosa stanotte me la sogno.
”john..” una voce delicata, femminile e dannatamente familiare alle mie
spalle mi fa voltare di scatto.
Eccola li, i capelli lisci e scuri le cadono sulle spalle incorniciando un volto
di indubbia bellezza. I suoi occhi sono puntati su di me…
”irma cosa cazzo fai qui?” chiedo rendendomi appena conto che la voce mi
trema. Tossisco.
Lei mi guarda, per un attimo vedo nel suo sguardo lo stesso sguardo di incubo.
Penetrante, pieno di odio e di rabbia.
Lascio scorrere lo sguardo sul suo corpo.
La sua espressione si fa indifferente, non riesco a capire cosa prova.
"mi dispiace ma non sento più nulla per te, addio..." dice il tutto
con un tono schifosamente neutro, nessun sentimento, nessuna emozione.
Dopo fa retro front e esce dalla stanza. Mi affaccio velocemente solo per vedere
un corridoio vuoto.
Sono steso sul mio letto, finalmente sono riuscito ad avere una stanza tutta per
me. Fisso il soffitto seguendo con lo sguardo le varie crepe poco preoccupanti.
Rifletto, mi tornando in mente le espressioni dei vari incubi, le loro voci…
sento salirmi i brividi lungo la schiena per l’ennesima volta.
”Cazzo” sbotto sferrando un pugno al muro.
Solo dopo un po’ sento le nocche pulsarmi.
”dannatissimo Incubo che cazzo hai fatto?” sibilo e denti stretti,
all’aria.
Mi torna poi in mente Irma, quasi sicuramente sono sicuro che non era la vera
Irma, è quasi impossibile dato che non potrebbe entrare in questa base super
mega fortificata. Inoltre tutto è impossibile che quella ragazza che è la
paranoia in persona mi dica quelle cose.. conoscendo irma nemmeno dopo morta
smetterebbe di interessarsi a me, non che la cosa mi dia fastidio. Tutt’altro.
Ti stai affezionando john?
ma certo che no!
Ennesimo sospiro quando sposto la mia attenzione di nuovo su Incubo, sicuramente
questa reazione da parte sua vuol dire qualcosa. Ripenso al fatto che l’ho
lasciato svenuto in quella stanza con la faccia in terra sul suo vomito.
Sicuramente qualcuno l’avrà trovato e l’avrà ripulito per poi ribatterlo
su quella brandina putrida su cui stà 24 ore su 24.
Anche te stai su quella brandina da un bel po’ John.
Scatto in piedi. E’ vero non è da me rimuginare sulle cose. Esco correndo
dalla stanza.
”Hai chiesto di parlarmi pyro?” mi chiede Magneto guardandomi seduto
gambe accavallate e braccia incrociate al petto. Mi guardo intorno perplesso. Ha
rivestito la sua ‘stanza della lettura’ interamente in legno. Cosa che mi
stupisce dato il suo potere.
”si” dico semplicemente, ho sempre il fiatone per la corsa.
”ebbene…?” il suo tono è pacato ma sento da come mi parla che ha fretta.
”Insomma ero in cucina quando è venuto incubo.. stavamo parlando normalmente
quando improvvisamente lui è svenuto vomitando e sono apparse delle figure..
cioè erano a immagine e somiglianza di incubo ma erano una con l’espressione
da pazzo maniaco, uno grasso e basso, uno altissimo e magrissimo e uno
deforme…” faccio una brevissima pausa dopo aver detto tutto d’un fiato.
”e hanno detto che la pagherò per come tratto incubo alla fin fine!”
termina per poi incrociare le braccia al petto. Sembra di vedere
un’espressione soddisfatta sul volto di magneto.
”e questo quando è successo?” mi chiede rimanendo stranamente calmo.
”qualche ora fa” dico inarcando un sopraciglio.
”e stavate parlando normalmente prima dell’accaduto?” è Magneto ora a
inarcare un sopraciglio guardami scettico.
”Ehm.. cioè.. discutevamo…” dico rimanendo vago.
magneto annuisce poco convinto.
”certo…” sospira, noto che è incuriosito “ripetimi cosa ti hanno
detto”
”che ho superato ogni limite con le mie provocazioni e le mie accuse e che a
loro volta saranno giudicati… non so che significa, presumo che la pagherò”
dico velocemente.
Magneto sospira fissandomi, leggo curiosità nei suoi occhi che sembrano
illuminarsi. Una tacca in meno al mio orgoglio.
”ti hanno fatto qualche effetto strano?” chiede stringendosi un poco nelle
spalle.”no” mi affretto a dire. Magneto inarca un sopraciglio “cioè non
mi hanno fatto ne caldo ne freddo, mi dava solo fastidio quando alzavano la
voce” dico gesticolando.
”Hanno urlato?” chiede pacato.
Annuisco “solo alla fine del discorso… poi con una fiammata sono spariti”
”ti hanno causato dolore fisico?” mi chiede poi. Io scuoto la testa.
”hanno preso in mano qualche oggetto? Magari per lanciartelo?”chiede
curioso.
”no…” mormoro senza pensarci troppo.
Attimi di silenzio “dopo che sono spariti cos’è successo?” chiede.
”nulla” mi affretto a dire.
DI nuovo attimi interminabili di silenzio.
”ha visto qualcun altro queste figure oltre a te?”.
Scuoto la testa.
”va bene pyro.. ora puoi andare” inarco un sopraciglio sorpreso.
”devo andare?” chiedo perplesso-
Magneto annuisce pacato, io silenzioso mi alzo e esco dalla stanza.
Apro gli occhi di scatto, e sempre di scatto mi porto a sedere sul letto. Goccioline di sudore mi imperlano il volto pallido, il respiro è pesante mentre quel volto è impresso nella mia mente come se non lo avessi solo sognato. Mi appoggio al muro osservando un punto non ben definito davanti a me. Pure Ophelia sempre sognare, lo vedo da come le si muovono le palpebre.
Penso:
”...benvenuti nel mio regno piccoli mortali, mi presento io sono Incubo e sono qui con tutti voi per fare un annuncio o, se preferite, una predizione o un avvertimento..." la voce risuona maestosa. Sono in strada, vicino a me c’è Dom… Erik non c’è. E’ tutto talmente reale da fare paura. Quella sagoma parla e vicino a lui in cielo troneggia lui, Magneto. Lo riconosco perché l’ho intravisto altre volte in passato..
“…adesso vedrete cosa accadrà al vostro mondo molto presto e voi…” il ragazzo dai capelli neri e la pelle diafana continua a parlare come se fosse Nostradamus. La terra comincia a tremare, barcollo cadendo, riesco a sentire il dolore delle ginocchia che si sbucciano sull’asfalto. Anche Dominic cade, incrocio il suo sguardo per un lieve istante e riesco a percepire paura nella sua occhiata. Il terremoto aumenta, non riesco ad alzarmi e mi chiudo come un riccio spaventato. Si aprono voragini intorno a me, gente che urla, persone che finiscono nelle voragini urlando straziate. Paura, terrore, morde. Letteralmente l’apocalisse. Ho paura, una paura dannatamente reale anche se una parte di me continua a ripetersi che è un sogno, e devo svegliarmi.
”VOI NON POTRETE FARCI NIENTE CHE SIATE UOMINI O MUTANTI!” Grida il cosiddetto Incubo.
Finalmente riesco ad alzarmi, forse anche all’aiuto di Dom. Un palazzo crolla pericolosamente.
”Attenta!!!!” mi urla Dom spingendomi via.
”DOOOM!” grido vedendolo sparire oltre le macerie che sono crollate.
irma svegliati, irma svegliati, irma svegliati continuo a ripetermi mentre sento le lacrime rigarmi il volto. Altra occhiata verso incubo. Chi sei? Cosa vuoi?
So che sei un mutante ma che mutante sei..? è merito tuo tutto questo?
Un urlo dietro di me, non faccio in tempo a voltarmi che lo vedo…
”John…” mormoro..
Sembra spiazzato e tributante, forse ha paura. Anzi sicuramente. Anche lui starà sognando o è tutto merito della mia immaginazione?
La mia immaginazione… lui non mi vede, faccio per avvicinarmi a lui, sto gridando il suo nome quando qualcuno mi afferra, grida strazianti, osservo spalancando gli occhi un palazzo venirmi addosso. Allora mi sono svegliata.
Passano pochi secondi, i secondi che bastano a fare mente locale. Un sussulto proveniente dal letto di Ophelia. Vedo la sagoma della ragazza nel buio seduta sul letto.
”Ophelia…” mormoro debolmente, solo ora mi rendo conto che la voce mi trema.
”Irma!” dice ansimando, anche la sua voce trema, ma sento freddezza nel suo tono “che fai sveglia?” continua a rivolgersi a me con freddezza e con distacco. Un tono che ha acquisito dopo il bacio di Erik. Immaginavo questa reazione da parte sua.
”un incubo” mormoro rimanendo vaga… Incubo, come il nome dello strano ragazzo del sogno. Incubo.
”anche io” mormora.
Lieve sorriso ironico, forse per smorzare la tensione “beh è la serata dei brutti sogni”
Ophelia sospira “un sogno dannatamente reale” mormora ristendendosi sospirando.
”mi spiace..” mormoro “per tutto” ecco, forse questo è l’unico momento in cui posso parlare e chiarire con lei, non voglio perdere un’amicizia per una stupidaggine come la stupidità di Erik. Non voglio che lui mi porti via anche l’amicizia di Ophelia.
JD mi guarda “irma.. è inutile.. potevi almeno dirmelo però che ti piaceva Erik”
”Ophelia ma Erik non mi piace, io lo considero come un fratello, e pensavo che anche lui ma a quanto pare ero solo uno strumento” mormoro abbassando lo sguardo-
”Beh anche io” mormora Ophelia “ma ti sei lasciata baciare, questo si però, ti hanno vista tutti Irma!!!” esclama. “è stato davvero un colpo basso, non ti immaginavo così soprattutto davanti a Warren, sei stata velenosa e insensibile!”.
Mi irrigidisco. Quelle parole mi colpiscono come lame incandescenti in pieno petto.
”co-cosa?” inarco un sopraciglio mentre sento inevitabilmente la rabbia salire.
Scatto in piedi a fianco al letto.
”UNO!” esclamo alzando l’indice, ophelia non abbandona la sua aria da so-tutto-io “Non mi sono lasciata baciare!!! Vorrei vedere te se una persona che pensavi fosse il tuo migliore amico ti prende dal nulla e ti bacia, se permetti credo di essere rimasta un po’ bloccata e nemmeno il tempo di realizzare che si era già staccato e con quella sua aria da ‘che vuoi che sia successo’ se n’è andato” non mi rendo conto di stare alzando gradualmente la voce.
Ophelia fa per ribattere ma non le lascio la parola.
”DUE Per me Warren è solo un grande amico, niente di più e sono sicura che anche quello che prova lui per me sia amicizia solo che qui appena vedete una ragazza e un ragazzo essere un po’ più in intimità fate subito i vostri pregiudizi Idioti!” faccio un sospiro dopo aver detto tutto lentamente.
”Uno…” mormora Ophelia alzandosi “potresti abbassare la voce?”
Incrocio le braccia al petto rendendomi solo conto in quel momento che stavo urlando.
”Due, la gente non è stupida irma, anzi forse tu lo sei.. fai tanto la figura dell’amica di tutti e alla fine so dove vuoi arrivare… così è stato con Erik, così sarà con Warren e come minimo sarà così anche con Dom” ridacchia “e così è stato con Pyro..”
Non lascio terminare. Qualcosa scatta dentro di me alle sue ultime parole.
”e cosa ne ai te di John??? Non lo conosci nemmeno!” dico avanzando minacciosa verso di lei.
Non mi va, non mi proprio che oltre a sputare sentenze su Erik e su Warren e soprattutto su Dominic lo faccia anche su John!
”stai zitta” sibilo ormai giunta di fronte a lei
Ophelia mi guarda dritta negli occhi.
”perché dovrei…?” sibila “la verità fa male?”
”la verità forse no… ma questo si”
La mia mano parte da sola stringendosi in un pugno verso il bel vicino della ragazza che presa alla sprovvista indietreggia cadendo sul suo letto. Porta una mano sul mento mentre io riporto il braccio lungo il fianco. Sento le nocche pulsarmi per il contatto violento contro la sua mascella.
Il labbro le sanguina. I suoi occhi stupiti e increduli, forse non mi credeva capace di colpire un’amica. Ma nemmeno io la immaginavo così perfida e velenosa.
Forse qui hanno tutti la capacità a recitare bene la parte degli amici.
Mi torna in mente Faith. Lo sguardo di Ophelia si fa deluso e poi freddo e cinico.
”beh..” continua a tenersi il labbro sanguinante con la mano.
”dovevo immaginarmi che con te niente si può risolvere civilmente, devi sempre a passare alle mani..” sibila con voce sicura ma debole. Le fa male il labbro poverina.
Continua a parlare, continua a infierire poi dopo ti mancherà la voce per urlare quando ti darò fuoco.
”sai..” si alza lentamente tornandomi di fronte “io so una cosa che non dovrebbero sapere i professori… ti ho sentito quando discutevi con Faith l’altra mattina.”
Impallidisco “hai contatti con la confraternita dei mutanti…” dice lenta con un sorrisino stampato in faccia. Stringo i pugni mentre sento crearsi attorno la mia mano una palla di fuoco che non sembra spaventare Ophelia. Cazzo.. acqua spenge fuoco. Con i poteri lei è più forte.
”pensa se questo lo venisse a sapere Tempesta… o peggio Wolverine o la Frost”
”ti sbagli” mormoro a denti stretti “non crederanno mai a te, stupita ragazzina viziata”
”vedremo..” detto questo si avvicina alla porta della camera
”si voglio proprio vedere!!!” esclamo vedendola uscire.
+.+.+
Mi siedo sospirando vicino a Dom su un divanetto, ha un’aria pessima, abbattuto fino al midollo. Non che io stia meglio.
”Dom che succede?” mormoro guardandolo.
Poggia le sue chiare iridi su di me, vedo tristezza nel suo sguardo non più la stessa vitalità che lo caratterizza.
”senti…” mormora Dominic “te l’hai più visto Erik?”
Inarco un sopraciglio “io con Erik non ci parlo” sbotto appoggiandomi alla spalliera e incrociando le braccia al petto. Dominic sospira.
Io lo seguo a ruota.
”Senti.. lo so che è difficile” mormora lui “ma è difficile altrettanto il fatto che i tuoi migliori amici non si parlano” dice guardandomi.
”ma tu ora hai Faith” mi limito a dire evitando il suo sguardo.
”non c’entra niente Irma, voi due per me eravate fratello. Inoltre adesso…”
Il mio sguardo scatta su di lui, è lui ora a guardare in basso.
”adesso..?” fremo.
”sono andato a prendere un caffè con lui in città l’altro giorno… quando siamo usciti lui è sparito, non l’ho più trovato. L’ho cercato in lungo e in largo senza risultati” dice.
”sarà tornato a scuola.”
Dom scuote la testa “in camera mia c’era un biglietto scritto da lui” sospira portandosi una mano in tasca.
”e che diceva?” continuo ansiosamente, mille pensieri mi affiorano alla testa tutti come tema centrale la Confraternita. Mi sento una vera merda. Per un mio capriccio ora erik rischia la vita.
Dominic mi porge un fogliettino bianco, velocemente lo prendo e inizio a leggere. E’ la calligrafia di Erik. Dice:
”mi spiace Dom di essermene andato così, il fatto è che ho avuto una premunizione, talmente reale da farmi venire i brividi.
Mi trovavo a New York. Nel Queens esattamente se non sbaglio ho riconosciuto i volti dei mutanti della confraternita che attaccavano senza pietà il quartiere pronti a distruggere tuta New York. E’ stato questione di secondi, secondi di vitale importanza che mi hanno consentito di distinguere quello che ho visto da una visione normale a una vera e propria premunizione.
Il punto è che io non voglia che accada questo, come non lo vuole nessuno. Io parto. Eviterò in tutti i modi che questo accada. Il perché?
Mi sento completamente inutile e se riuscissi a fermarli sia Irma che Ophelia che chiunque cambierà opinione su di me. Ti prego non dire a nessuno di questo biglietto, men che meno della mia partenza. Magari inventa che sono andato da Peter in vacanza.
Addio Cugino.
Erik Deavers.”
Leggo tutto d’un fiato incredula.
”Cosa?? E’ impazzito???” per un attimo ho la familiare sensazione di preoccupazione per Erik.
Non lo immaginavo così stupido da dare la sua vita per onore. Nonostante tutto non pensavo ricorresse a metodi così drastici di suicidio.
”il problema è anche un altro.. non so se dirlo ai prof” mormora dopo qualche istante Dom, abbattuto e pensieroso.
”certo che glielo devi dire Dominic!” esclamo “inoltre che a esserci in gioco la vita di tuo cugino si tratta anche della Confraternita.. una premunizione di Erik dice che ci sarà un attacco nei Queens. Dobbiamo fermarlo non credi??” dico fissandolo negli occhi.
Dom scatta in piedi “Hai pienamente ragione!!” dirò tutto ai professori così che recupereremo Erik e fermeremo Magneto e dopo tu e lui farete pace!!” esclama trionfante.
Sorrido tirata. Magari fosse così semplice.
”senti… “ mormoro “domani mattina all’esercitazione nella stanza del pericolo dirai tutto a Tempesta o a Emma Frost” mi alzo a mia volta.
Dominic annuisce “vaaaa bene!”
Gli sorrido. “beh adesso meglio che vada a finire i compiti di Epica”
”Ehi irmuccia..” faccio per andare quando la voce di Dominic mi blocca.
”cosa?” chiedo voltandomi.
”ti voglio bene ciccina!” dice abbracciandomi fraternamente. Rimango un attimo tributante ma poi anche io l’abbraccio.
”anche io scemo” mormoro per poi staccarmi.
”a presto” mi dice “e mi raccomando non di drogare quando sei in camera”
ecco il Dom che conosco io! “non preoccuparti!” gli strizzo l’occhio per poi allontanarmi.
”Irma Twain è desiderata in presidenza” la voce di tempesta risuona nei corridoi dei dormitori e io mi blocco mentre stavo per aprire la porta della camera che sono costretta a condividere con quella vipera di Ophelia. Sento improvvisamente gli sguardi di tutti su di me.
* che ho fatto ora? * è il mio primo pensiero.
Attraverso velocemente i corridoi urtando varie volte qualche studente o professore, quando finalmente freno davanti alla porta della presidenza.
prendo un sospiro e poi busso.
”Avanti” la oce pacata di Tempesta risuona dietro la porta.
Quando entro spalanco gli occhi, mi trovo di fronte tutti i professori; Tempesta, Wolverine, la Frost, Hank McCoy, Kurt Wagner e persino Warren appoggiato a un angolo.
”mi hai chiamato..?” mormoro avanzando, intimidita da tutte quelle presenze.
Lo sguardo della Frost raggela il sangue, come del resto quello di Wolverine.
Il respiro mi muore in gola e mi torna in mente quello che ha detto Ophelia. Non sarà sul serio andata a dire ai professori che ho contatti con Pyro?
”ci è giunta voce..” sospira Ororo “che hai contatti con la confraternita”
quelle parole rendono concreti i miei pensieri. Socchiudo le labbra.
”beh io.. non esattamente” mormoro abbassando lo sguardo.
”sai cosa facciamo noi ai traditori???” avanza la frost verso di me accompagnata dal rumore dei suoi tacchi sul pavimento.
Sento il cuore in gola. Come spiegare loro la verità?
”stai calma Emma..” mormora Tempesta.
”Come può stare calma???” è la voce tuonante di Logan che avanza verso di me.
”per tutto questo tempo come minimo spifferava a Magneto i nostri piani, per questo non siamo ancora riusciti a eliminarlo!” mi tuona in faccia il lupo.
”Ma non è vero!!!” ribatto irrigidendomi a quelle false accuse.
”Irma ti prego… non negare più, sappiamo che hai contatti con la Confraternita!” dice Tempesta riuscendo a rimanere calma.
”ma è differente!!” esclamo “è vero che … ma non per tradire voi!” esclamo.
”sei stata la causa dell’infiltrazione di Allerdyce al ballo di quest’estate, sei stata persino la causa della sparizione di Deavers? Ovvio.. come minimo sei stata te a dire alla confraternita del suo nuovo potere.” La voce di Wolverine fa rimbombare le pareti.
Se dico loro la verità non mi crederanno mai e poi quello che ha detto Logan è vero.
abbasso lo sguardo.
”cosa dovremmo farne di te?” sibila velenosa la Frost.
”come minimo dovremmo ucciderti..hai recitato la parte della brava ragazza per questi anni mentre dietro alle spalle ce lo mettevi a tutti nel culo!” esclama Wolverine.
”LOGAN!” lo frena tempesta.
”mi volete lasciare spiegare?????” esclamo infine bloccando tutti. Di nuovo gli sguardo su di me.
”ecco… il fatto è che io volevo molto bene a John. Quando se n’è andato con Magneto ho sofferto moltissimo. Io non ho mai perso i suoi contatti.” Ammetto “ma solo i suoi, ammetto di non sapere cosa provi lui per me, ma io credo di amarlo.”
Wolverine scoppia a ridere “e cosa ne sa una ragazzina di 16 anni appena dell’amore???” esclama scettico.
”ne ho quasi 17” lo correggo “fatto sta che io non riuscivo mai a dirgli di no, è sempre stato una forte calamita per me, Non sono mai riuscita a rifiutare una sua chiamata ne a dire di no a una sua proposta. Nonostante lui fosse nell’errore più totale non riuscivo, e non riesco tutt’ora a vederlo come un cattivo.” Faccio una pausa. “ero arrabbiatissima quando ho detto a John di Erik…” termino.
”e ti credi nel giusto?” è McCoy ora a parlare.
”non ho mai detto questo.” Dico pacata e fredda.
”e adesso cosa pensi di fare Twain?” dice altezzosa la Frost.
Mi mordo il labbro inferiore sentendo le tempie pulsare. Rabbia mista a delusione mista a tristezza. Nessuno capisce, nessuno si impegna a farlo. Nessuno può immaginare quello che provo per John. Tutti pensano che per me sia solo un gioco.
Ophelia, Faith e tutti professori. Nessuno è degno di avermi qui. Nessuno è degno di avere la mia fiducia.
”me ne vado” dico con lo stesso tono della Frost.
”tanto è quello che volete voi ed è quello che voglio io.” Faccio retro front ignorando Tempesta che continua a parlare.. a fare discorsi sul ‘ricominciare da capo’.
La ignoro ed esco dalla stanza.
***
“John!!!” esclamo sentendolo rispondere al cellulare.
Mi trovo in strada. Proprio di fronte al bar dove l’ho visto l’ultima volta.
”Irma.. che c’è?” esclama stupito di vedermi.
”dove sei?” chiedo ansiosa. Il clima è pungente e non ho nemmeno preso niente per ripararmi data la fretta.
”dove vuoi che sia.. alla base” dice come se fosse naturale.
”ti prego vieni al bar” dico con tono di supplica.
”quale bar?” chiede perplesso
”quello dove ci siamo visti l’ultima volta..” dico sbrigativa.
”e perché dovrei venire?”
”ti spiegherò tutto quando sei qui, è successo un casino!” dico pratica.
”Uhm…” attimi di silenzio “ok, sono da te in 5 secondi”
E’ passato appena un quarto d’ora da quando ho terminato al telefonata. Una voce dietro di me, dannatamente familiare mi fa voltare.
”spero ci sia una spiegazione più che soddisfacente”
mi volo ed eccolo li, è stato talmente il centro dei miei pensieri ultimamente che vederlo in carne e ossa mi fa effetto. Non è cambiato di una virgola. Sguardo arrogante e sicuro capelli chiare ritti sulla testa.
Mi avvicino di un passo, fatico enormemente a non toccarlo, la voglia di contatto è quasi irrefrenabile. Porto le mani nelle tasche dei jeans raccontandogli tutto.
Alla fine del racconto non sembra troppo deluso.
”non sono un pericolo gli x-men” dice semplicemente “in quanto a te, non credo che Magneto abbia qualcosa da ridire” dicendo quella frase noto sul suo volto un certo scetticismi.
Finalmente sento che porta il suo braccio a cingermi la vita, socchiudo gli occhi lasciandomi cullare da un piacevole silenzio, questione di un attimo.
”io non posso far altro che essere sollevato” si limita a dire.
Cosa rispondere? Quante enigmaticità in una semplice parola. Non ho mai avuto il coraggio di chiedergli cosa seriamente provasse. Per lui sono solo un gioco? O prova per me sentimenti veri?
Qualsiasi cosa risponda immagino che io sarei felice lo stesso.. l’importante è averlo vicino. E solo adesso che le sue labbra toccano quasi con violenza le mie, mi chiedo come abbia fatto a stargli lontana tutto questo tempo.
Dalla vita di Faith Revel
Sono sdraiata
nel mio letto a pancia in giù con le gambe piegate verso l’alto, con una
matita in bocca ed un piccolo diario davanti a me dove sto scrivendo quello che
è successo nell’ultimo periodo, tra la fine e l’inizio dell’anno, e non
sembra andare molto bene: “Il telegiornale torna a parlare di attacchi
mutanti, Erik ed Irma non vanno più d’accordo, Dom mi dice che è successo
qualcosa ad Erik quando sono andati al bar e che Angelo gli sembra un po’
strano… Il sogno che ho fatto durante la tempesta elettromagnetica … La
chiamata di Pyro sul cellulare di Irma…. Tempesta che ha convocato me ed altri
ragazzi nel suo ufficio per parlarci di alcune cose riguardo la
confraternita…Insomma sembra che stia succedendo il finimondo…”
Aggiungo un disegnetto in fondo alla pagina ed una frase, poi lo chiudo, ci
metto il lucchetto e lo infilo sotto il letto, voltandomi poi verso Rogue che è
seduta alla scrivania davanti il Mio portatile…
«Ma che stai cercando di così importante da più di due ore?» chiedo
rimanendo sdraiata sul letto appoggiando la testa sul cuscino un po’ assonnata
«Sai…ho sentito Bobby e gli ho parlato del sogno…e…anche lui…» non
serve che finisca la frase, ho già capito che intende…
«Cooosa? ma come può essere…ma secondo te è stato a causa della tempesta?»
«È quello che sto cercando di capire…»
Mi alzo di scatto prendendo una sedia e andandomi a sedere affianco a lei…
«Ho trovato varie pagine in cui dicevano della tempesta elettromagnetica e…in
questo blog di un ragazzo non mutante ci sono scritte le stesse cose che abbiamo
visto noi…»
«…Fammi un po’ vedere!...» dico avvicinandomi e cominciando a leggere
“(…)Ragazzi…non crederete alle vostre orecchie…ma questa notte ho
fatto un sogno terribile… Non potete neanche immaginare…è stata una cosa
pazzesca…ma per fortuna era solo un sono no?!
Allora…Ero in escursione con Jeb, Nik, Pino e Ale, quando ad un certo punto
diventa tutto nero e mi ritrovo da solo a galleggiare nel
vuoto…poi piano piano accanto a me si riempie di persone:
anziani, uomini, donne, ragazzi, bambini e si sente una voce
baritonale rimbombare nel vuoto… «…benvenuti nel mio regno insignificanti
mortali, io sono Incubo e sono qui con tutti voi per farvi un annuncio molto
importante…o se meglio preferite…una predizione» a questa voce mi sentii
ghiacciare, sembrava così vera …Tutti cominciano a guardarsi attorno,
compreso io, poi davanti a noi comparve una figura avvolta da uno scuro
mantello, di cui riuscivo solo a vederne gli occhi molto luminosi…Dopo un
attimo di silenzio, che sembrava quasi assordante, quello ricomincia a parlare
«…quello che tra poco vedrete, sarà quello che accadrà
al vostro mondo molto…molto presto…» dopo queste parole sotto di me
comparve la terra e mi ritrovai in un centro abitato. Questa cominciò a tremare
violentemente, e mi prese il panico, sentivo il cuore che mi batteva forte e mi
sembrava quasi che mi stesse soffocando…mi guardai intorno in cerca di qualche
luogo sicuro, ma non trovai niente…attorno a me c’era soltanto il caos:
persone che scappavano e si spingevano facendosi cadere, donne e bambini che
urlavano e correvano dappertutto, palazzi che cadevano e venivano ingoiati dalla
terra che si stava spaccando…poi la voce di quella figura incappucciata
cominciò nuovamente a parlare sovrastando tutto quel caos…«…VOI NON
POTRETE FARE NULLA…UOMINI O MUTANTI CHE SIATE…» dopo le sue parole cominciò
ad uscire lava dappertutto e tutti scappavano, compreso io…poi…esplose tutto
e mi svegliai di colpo tutto sudato e impaurito, con ancora le immagini del
sogno che mi apparivano come flash nella mente…(…)”
«Hai visto…coincide perfettamente con quello che abbiamo visto entrambe, solo
che a quanto pare per me e Bobby non finiva qui…»
«uh-uh… ma secondo te quello che hai visto e che ti ha mostrato la
confraternita…era uno di loro? cioè…è stato lui a causare tutto questo o
è stata la tempesta…»
«…Faith…non mi fare tutte queste domande…non lo so per certa, ma penso
che sia uno di loro…»
«…e seee… e se lo dicessimo ad Ororo? Magri lei sa spiegarci qualcosa…»
Rogue ci pensa un po’ fissando il muro davanti la scrivania…
«Forse…hai ragione…però lei avrà già i suoi problemi e non credo voglia
anche i nostri…magari è stato tutto causato dalla tempesta
elettromagnetica…»
La guardo non molto convinta di quello che dice, sapendo che neanche lei crede
molto alle sue stesse parole…
«Dai andiamo…» dico alzandomi dalla sedia e prendendola per un braccio…
«Ok ok…però non mi trascinare»
Usciamo dalla stanza chiudendola a chiave, poi ci incamminiamo per i corridoi,
svoltiamo un angolo e… SBAM…vado a sbattere nel nulla e per poco non finisco
per terra…
«Hey…almeno quando vai in giro potresti renderti visibile, almeno non rischio
di sbatterti contro!» dico parlando nel vuoto, presupponendo che la persona sia
ancora li davanti a me…e magari mi stà pure ridendo in faccia…
«Calma calma…-dice mentre ricompare-…che caratterino…»
«Ah…sei tu…quello che mi ha detto dell’attacco mutante del
telegiornale…com’è che ti chiami?...si con i nomi sono una frana…»
«Alexander…mi chiamo Alexander…»
«Ah..si si giusto scusa…però potresti almeno spostarti quando cammini
invisibile…»
«Si ma non ho gli occhi anche per dietro…»
«E allora non camminare al centro del corridoio…»
«E dove devo camminare scusa….Bhè…magari da un lato?...-lui diventa
invisibile- …Guarda che non ho finito di parlare» nessuna risposta, ma forse
è ancora li…
«Faith certo che te la sei proprio presa…ma che ti ha fatto…»
«Niente…solo che non mi va di andare a sbattere contro il “vuoto”…bha…andiamo
da Ororo va…»
****
Siamo nello
studio di Tempesta e le abbiamo raccontato il sogno... A quanto pare sembra che
tutti abbiano fatto lo stesso sogno…
«Rogue…vai a chiamare Irma, Dominic, Erik, Warren…no lui no…chiamate Luis,
Alexander, Boby, Ophelia, Gabriel, Matt, Sirius, Cloe, Angel Whole, Josh, Sofia
e Santo… »
«Ma non me li ricordo tutti…»
«…Tieni…-le porge un foglio- qui c’è la lista di tutti…»dice Tempesta
senza scomporsi
«L’accompagno…» dico alzandomi dalla sedia per seguire Rogue verso la
porta, la quale si ferma prima di aprire
«No…tu devi rimanere qui…devo parlarti…la accompagnerà Alexander…»
dice Ororo calcando sul nome Alexander
«Ma lui non è qui…»
«Oh…si che è qui…è li fuori dalla porta…su aprila Rogue…»
Rogue apre la porta, ma non si vede nessuno…
«Ma non…» viene bloccata da una voce dietro di lei
«Su andiamo…» dice il ragazzo comparendo dietro di lei
****
«Allora…-comincia,
poi fa una pausa-…spero ti sia allenata con il tuo nuovo potere…»
«Uhmm…bè…si…però mi stanca molto...»
«È per quello che continuo a ripeterti di provare ed allenarti…come vedi non
siamo più così tranquilli…Magneto è tornato e la confraternita si è
fortificata…molto presto ci sarà un attacco e dobbiamo essere tutti pronti,
non possiamo continuare a divertirci, dobbiamo impegnarci e rafforzarci, in modo
da essere pronti quando sarà il momento…»
Faccio segno di si con la testa, senza dire nulla…
«Voglio vedere come ti sei esercitata…lancia quel cuscino…»
Guardo il cuscino che mi ha indicato, mi concentro un po’ e il cuscino si alza
in aria e poi vola velocemente verso il muro…
«Ok…ora la poltrona…»
«Cosa? Ma è pesante…»
«Anche le persone lo sono…»
Fisso Ororo, poi la poltrona accanto a me, mi alzo in piedi e rimango a
fissarla… «Suo muoviti…» sussurro tra me e me…Continuo così per un
po’, poi ci rinuncio, abbasso lo sguardo e poi guardo dispiaciuta Ororo…
«Durante l’esercitazione che faremo domani con gli altri dovrei continuare a
provarci…»
«Esercitazione?...»
«Quando arrivano gli altri spiegherò meglio»
Rimaniamo un po’ in silenzio e penso alla chiamata per Irma e alle parole che
mi ha detto Dom qualche giorno prima, dopo essere tornato dal bar…
*Flashback*
«Pronto…Pronto?»
chiedo rispondendo al cellulare di Irma che aveva squillato poco prima in cima
al letto…
Irma non c’è, non so dove sia…quando sono andata a
cercarla in camera per restituirle in cellulare non c’era e ho deciso di
tenerlo finchè non la trovo…
Al cellulare mi risponde una voce mai sentita prima…
«Irm..»
«Chi è?» chiedo mentre mi passa per la testa il nome di Pyro…Quello che è
passato alla confraternita prima che io arrivassi a scuola…me lo ha raccontato
Irma…
«Chi sei tu!» lo sento esclamare un po’ irritato
Rimango un attimo in silenzio, stò per dirgli chi sono, poi mi trattengo
capendo che non sarebbe una buona cosa…
«Sei Pyro vero?» mi aspetto che mi risponda sgarbatamente, invece
niente…chiude la chiamata…
‘tsk…stronzo…’mi metto il suo cellulare in tasca, dopo poco sento
l’altra tasca vibrare…questa volta è il mio cellulare…Lo prendo e guardo
lo schermo dove è indicato che è arrivato un nuovo messaggio…Il numero è
sconosciuto, ma leggo comunque il messaggio e alla fine trovo scritto il
proprietario del cellulare…Dom…
Gli rispondo al messaggio, poi mi metto la giacca e la sciarpa ed esco in
giardino dove trovo Irma che cammina da sola verso la porta…
«Irma!»
«Oh..ciao Faith!»
«Ho il tuo cellulare, lo avevi lasciato nella mia stanza» lo prendo e glielo
porgo, le si illumina il viso e subito la vedo guardare lo schermo
«…Ha chiamato prima…» mi guarda quasi pietrificata, sbiancando
«…chi?…»
«Non fare la finta tonta, sai di chi parlo…Solo che non ha avuto il coraggi
odi dirmelo lui stesso, ho dovuto capirlo da sola…»
«COSA?…TU… TU HAI RISPOSTO ALLA CHIAMATA?…MA COME TI SEI PERMESSA…TI CI
METTI ANCHE TU ADESSO…»
«Scusa tanto se pensavo che fosse qualcuno che ti doveva dire qualcosa di
importante…»
«IMPORTANTE O NO, TU NON TI PUOI PERMETTERE DI RISPONDERE AL MIO CELLULARE…»
«Senti io pensavo di farti un piacere…»
«E invece non lo hai fatto!»
«Bhè mi dispiace tanto…quel che è fatto è fatto, non si può tornare
indietro…la prossima volta vedi di non dimenticarti il cellulare nei miei
paraggi…non si sa mai…potrebbe succedere che mi viene l’istinto di
rispondere!!»
Rimaniamo a fissarci per interminabili minuti, nessuna vuole cedere, poi sento
la voce di Dom che mi chiama da lontano…la fisso negli occhi ancora per un
attimo poi mi volto e vado da lui, fingendo che non sia successo nulla per non
dover dare spiegazioni…
«Che stavate facendo tu ed Irma?»
«Ah…niente…»
«na na na ma io voglio sapere»
«Ninete stavamo facendo una sfida a chi resisteva di più senza ridere»
«oooooh…»
«Ma…hai visto Erik in giro? Prima c’era una tizia che lo cercava»
Vedo Dom abbassare lo sguardo…
«Hey…perché quella faccia? Ho detto qualcosa che non va?»
«No no…niente che non va…solo che…-fa un respiro profondo-…cioè
si…c’è una cosa che non va…» mi guarda negli occhi, poi abbassa di nuovo
lo sguardo
«Che succede Dom…» chiedo preoccupata guardandolo
«Erik…Erik se n’è andato e non tornerà più…» dice tutto d’un fiato
e subito corre via
Rimango di sasso non capendo subito quello che vuole dire, poi connetto quello
che ha detto…
«DOM…» urlo, ma lui ormai è lontano e non mi può sentire…
*Fine
flashback*
Finisco di
ripensare ai giorni precedenti e qualcuno bussa alla porta…
«Avanti…» dice Ororo alzando lo sguardo dalle carte che aveva sparse sulla
scrivania; entrarono tutti i ragazzi eccetto Erik…Io mi volto a guardarli e mi
alzo in piedi mettendomi vicino a loro…
«Bene...-dice poi ci guarda uno ad uno-…Rogue, Alexander…manca Erik…andate
a cercarlo»
«Ororo…Bhè… Erik è fuori con alcuni ragazzi…» mente Dom mentre io
abbasso lo sguardo e mi guardo le scarpe…
«…vi ho riuniti tutti qui per parlarvi di quello che sta succedendo attorno a
noi, come avete sicuramente visto e sentito al telegiornale, gli attacchi
mutanti sono ricominciati… penso sia opera della confraternita, che si è
rafforzata dopo il ritorno di Magneto…inolte, il sogno che ognuno di noi ha
fatto la notte della tempesta elettromagnetica è stata opera di uno di
loro…non ho ancora ben capito che significhi, ma io e gli altri X-Men ci
stiamo lavorando…L’importanza di questa convocazione è per dirvi che da
domani cominceranno gli allenamenti nella stanza del pericolo, lavoreremo tutti
assieme in modo da creare un gruppo forte e compatto che possa contrastare
qualsiasi attacco della confraternita…-fa una breve pausa- domani dopo pranzo
ci sarà il primo allenamento, mi raccomando, vi voglio tutti e ben
preparati…Avvertite anche Erik appena lo vedete…-fa un’altra pausa-…c’è
qualche domanda?»
Nessuno risponde…
«…Ok…potete andare…»
I ragazzi si avviano verso la porta mentre io mi trattengo ancora nell’ufficio
di Ororo…
«…Dimmi Faith…» dice vedendo che mi siedo nella poltrona di fronte alla
sua
«Bhè…ecco…io veramente…dovrei parlarle di due cose…» dico un po’
impacciata cercando di evitare il suo sguardo… Le racconto della chiamata di
Pyro verso Irma e della sua reazione quando le ho detto che avevo risposto, poi
dico quello che mi aveva detto Dom riguardo ad Erik…
«Cosa? Irma ha contatti con John?» chiede preoccupata la donna «… e che
significa che Erik non tornerà più?»
Sono domande a cui non posso rispondere, mi limito soltanto a restare in
silenzio…
«C’è altro che mi devi dire?»
«No…nient’altro…»
«Di a Dom di passare da me più tardi»
«Ok…» mormoro uscendo pensando a quello che ho detto, chiedendomi se è
stata la cosa giusta da fare…si, lo doveva sapere, non può rimanere allo
oscuro di tutto… soprattutto in questo periodo…
****
«Dom…Dom…»
dico avvicinandomi a lui da dietro vedendolo camminare con Luis
«Oh…ciao Faith!» dicono quasi in coro dopo essersi voltati per vedere chi
era che stava quasi urlando per farsi sentire in mezzo a tutti gli studenti
agitandosi…
«Ciao ragazzi…scusate se mi intrometto nei vostri discorsi, ma Ororo ti vuole
nel suo studio appena puoi…» mi rivolgo a Dom…
«E che vuole…»
«…uhmm…bhèè…te lo dirà lei…»
«No ma io voglio saperlo…»
«No Dom…»
«Ragazzi…vi lascio soli…» dice Luis facendo per andarsene
«No no Luis puoi restare, tanto io ho finito…»
«No no…vai via…» dice Dom facendogli segno con la mano di allontanarsi…
Luis si allontana con un sorrisetto sotto i baffi mentre io e Dom continuiamo a
camminare…
«Hai visto Warren ultimamente?»
«Uhmm…-faccio una pausa per pensare-…sssi…mi pare di averlo visto passare
ogni tanto per i corridoi…perché?»
«No, ma io intendevo se gli avevi parlato…»
«Ah… no non gli ho parlato…ma perché?»
«…Bhè…mi sembra strano…diverso…»
«Ma che dici…sarà che ha un po’ le scatole girate per qualcosa…a me
sembra lo stesso…»
«mmm…»
«Ma si…c’avrà le sue cose…» dico ridendo
«Io sono convinto che è diverso…-poi fa una pausa-…ti è arrivato il
messaggio che ti ho mandato?...»
****
«Si infatti io sono distrutta» mi risponde Ophelia sistemandosi i capelli….
«Hey ragazze…-dicono in coro Dom e Alexander-…aspettateci»
Ci fermiamo voltandoci entrambe «Ma come fate ad essere ancora così
freschi…io sono cotta…»
«Ma vaaa… che vuoi che sia, dopo un po’ ci farai l’abitudine» dice Dom
mentre ci incamminiamo
«Dom stai zitto…-dice scherzando Alexander-…due minuti fa hai detto che eri
sfinito»
Non appena finisce di parlare Dom gli tira una gomitata su un fianco e io e
Ophelia ci guardiamo scuotendo la testa e sorridendo…
«Va bhè…io ora devo andare per di qua…-dice Ophelia fermandosi-…ciaooo»
«…È da qui che si esce in giardino giusto?»
«Si si esatto…» sono io a parlare
«Ok allora vado anche io per di la…ciao ragazzi!!»
«Ciao Alex, ciao Ophelia!!»
«Ciao ciao…» dice Dom mentre quelli si incamminano
Ci incamminiamo anche noi verso…non lo so verso dove… camminiamo lungo i
corridoi in silenzio per un po’, poi Dom mi fa una domanda che avrei voluto
evitare…
«Ma come mai Irma non c’era?»
«E io che ne so…»sbotto un po’ irritata ripensando alla litigata
«We we…calma calma…chiedevo…ma…perché ti arrabbi così?»
«Ah…no niente Dom…non farci caso…è che l’altro giorno abbiamo avuto
una piccola discussione su una sciocchezza…» dico tagliando corto
«Ah…»
Lo guardo sorridendogli, per rassicurarlo di stare tranquillo, anche se ci sono
rimasta male…
«Senti Dom…Te la sei presa per quello che ho detto a Tempesta?» chiedo dopo
un po’ abbassando lo sguardo
«…Bhè…diciamo che devi stare più attenta…cioè…non lo raccontare in
giro…»
«Si tranquillo non lo dico a nessuno…solo che mi sembrava giusto farlo sapere
a lei…cioè…in questo periodo poi…è più prudente che sappia tutto quello
che accade…Ma…che gli è successo?»
«…è questo il problema…non lo so… quando sono uscito dal bar non l’ho
più visto e mi sono messo a cercarlo in mezzo alla gente, ma non l’ho
trovato, così ho pensato che se ne fosse andato perché era troppo pieno di
persone…poi quando sono arrivato a scuola ho scoperto che non c’era neanche
qui…»
«…ma…cosa gli sarà successo, dove può essere, e se gli è successo
qualcosa di grave e se lo avessero preso quelli della confraternita e ora gli
stanno facendo del male…???»
Dalla
vita di Magneto
Eric
era molto nervoso. era preoccupato per come gli eventi si stavano delineando.
serviva subito un piano, ed anche buono. camminava, quasi in tondo, per poi
sedersi su una poltrona, e vide su un giornale appoggiato sulla scrivania che
gli stava di fronte un titolo che lo incuriosi' "scavato primo pozzo al
mondo che si attraversa quasi completamente la crosta terrestre" lo lesse
con attenzione, e qualcosa nel suo cervello comincio a smuoversi. stava una in
delle migliori stanze del bunker, rimessa a nuovo e lucidata, con il pavimento e
le mura ricoperte da legno pregiato, di primissima qualita. stare in una stanza
piena di metallo gli dava una sensazione di potere, ma il legno lo rilassava. e
lui leggeva principalmente per rilassarsi, e quella infatti era la sua sala da
lettura. ad un tratto entra incubo, aprendo la porta molto piano e rimanendo
colpito dall'arredamento della stanza. entra, e come suo solito saluta
allegramente, sembra essere l'unico a non rimanere bloccato quando parla
con magneto."buon, e subito il suo solito colpo di tosse, buon giorno
signore, ho una notizia piuttosto importante da darle". eric gli fa segno
di farla breve, lievemente infastidito dall'interruzione della lettura.
"...nelle prossime ore arriverà sulla terra una grossa tempesta
elettromagnetica, che investirà prima la nostra porzione di globo poi
attraverso la corrente oceanica raggiungerà i poli da cui verrà irradiata fino
quasi all'equatore, in questi momenti particolari le onde responsabili della
recessione dei sogni nel subconscio verranno ad interferire con le onde..."
magneto non riusciva a capire bene cio che diceva incubo, il linguaggio era
troppo scientifico. "....non ti seguo più Tzvetan... parla più
chiaramente per favore..." disse, e lui si avvicino alla scrivania,
appoggiandosi con le mani, come per raccogliere le idee. "vi è mai
capitato di aver fatto un sogno in corrispondenza con un'altra persona?..."
eric risponde positivamente, anche se era una domanda molto stramba, gli era
accaduto di fare gli stessi sogni di charles xavier quando erano amici."bene
questo è quello che succede quando arriva una tempesta elettromagnetica, si
creano ponti fra le onde celebrali subconscie, i miei poteri vengono potenziati
in maniera esponenziale e posso creare delle cose che sono davvero
indescrivibili potrei mettere in comunicazione durante il sogno fino a mezzo
globo… se avete qualcosa da comunicare al mondo in modo chiaro e molto
appariscente questa è l'occasione giusta..." mentre tzvetan pronunciava
queste parole, un sorrissetto gli si dipinse sulle labbra. a magneto servirono
alcuni minuti per assorbire il vero significato di queste parole, e in questo
tempo continuo a leggere il suo libro, fino a quando non lesse una frase.
"...coste di distruzione, un tocco che infrange le rocce, un tocco che fa
impazzire e distrugge anche la mente, il tocco del demonio finirà anche su
questo mondo.... sai che libro è questo Todorov?" eric era gia pronto a
rispondere alla sua stessa domanda, ma dopo un attimo di tentazione incubo
comincia a parlare. "...mi pare 'le cascate dell'inferno'… di Edward
Hoffman giusto?..." per parlare lo aveva interrotto, e questo irrito molto
eric, questo tipo di cose gli dava molto fastidio. "si bravo Tzvetan"
disse con un tono alquanto adirato, per poi continuare. "fai in modo che il
tocco del demonio colpisca la mente della gente di Washington, se hai letto
questo libro sai cosa devi fare", e dopo aver pronunciato queste parole, lo
mando via, tornando alla sua lettura.
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magneto usci dalla sala della lettura, e vide passare john davanti a lui. (bene,
avevo proprio bisogno di parlare con lui). "vai a prendere deavers"
dice senza un tono particolare nella sua voce, spaesando cosi pyro.
"cosa?" dice lui, sorpreso dalla richiesta cosi immediata. "hai
capito", disse, allontanandosi, ma venne subito raggiunto da john, che con
un grande sorriso stampato in faccia, gli chiese ”ok ma dove lo posso
trovare?”. callisto risponde alla domanda, e magneto, girandosi verso di lui,
aggiunge poche parole ”sai cosa fare, non deludermi di nuovo.", poi si
allontana.
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eric aveva fatto in modo di non dormire la notte della tempesta. non voleva
vedere quello che incubo avrebbe creato, ma dalle facce sconvolte di molte
persone della confraternita, rimase soddisfatto dal suo lavoro. stranamente
anche john aveva compiuto alla perfezione la sua missione, e anche changer,
dall'interno della scuola, aveva depistato i sospetti sulla scomparsa di deavers
con un biglietto. sembrava che le cose cominciassero a girare per il verso
giusto. era arrivato il momento di informare tutti del piano, e di attuarlo.
chiamo tutti i suoi "luogotenenti", i mutanti piu forti e anziani
della confraternita, e li fece venire nella sala della lettura. l'ultimo ad
arrivare fu john, come al solito. quando tutti furono presenti, magneto comincio
a parlare:" e arrivato il momento, miei cari, di mostrare al mondo la
nostra vera potenza. loro si basano sulla tecnologia per combatterci, per
controllarci e ucciderci con calma. ma adesso la loro tecnologia mi ha messo in
condizione di portare l'apocalisse su questo pianeta, ed e quello che faro. con
le loro leggi vogliono sterminarci, ma impareranno che i mutanti sono sempre un
passo avanti a loro. domani moriranno milioni di persone, forse miliardi, la
loro economia verra completamente stroncata, e noi saremo in grado di stabilire
il giusto ordine naturale su questo pianeta, cioe la supremazia dell'uomo
superior sul sapiens." smise di parlare per dare tempo a tutti di recepire
pienamente le sue parole, poi ricomincio "fenomeno, tu verrai con me,
andremo in alaska, ma non portarti maglioni, anche se dubito che ne avresti
bisogno, andremo in un pozzo petrolifero, fara molto caldo." fenomeno,
inorgoglito dalle parole di eric, rispose:" non vi preoccupate capo,
nessuna temperatura potra fermarmi dal completare la mia missione."
"bene, voialtri invece andrete tutti..." un suoneria interruppe le
parole di magneto. cadde un silenzio di tomba nella stanza, e pyro caccio il suo
cellulare dalla tasca, e rispose. la sua faccia si fece rossa per l'imbarazzo.
la chiamata duro poco, dopodiche disse:" scusa era urgente. devo andare,
torno immediatamente." magneto era molto irritato da questa interruzione.
"vai, basta che non interrompi piu. gli altri ti aggiorneranno quando
tornerai." disse con un tono di voce decisamente alto. solamente quando
john chiuse la porta alle sue spalle eric continuo il discorso:" dicevo,
voialtri invece andrete a new york, e dovrete seminare piu distruzione
possibile, attirando gli x-men e trattenendoli li. verrete raggiunti da changer,
che prendera le mie sembianze. state attenti e cercate di stare lontano dai
palazzi e in zone aperte, se serve abbattete mezza citta, quando io avro finito
tutto il pianeta verra sconvolto da terribili terremoti. ora andate, preparatevi
e avvisare john quando torna." disse facendo cenno a tutti di andare via,
tornando ad immergersi nei suoi pensieri, cominciando a raccogliere le forze per
lo sforzo del giorno dopo.
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dopo circa un'oretta dal suo discorso, pyro entro nella stanza, disturbandolo di
nuovo. la cosa cominciava ad irritarlo. "cosa vuoi adesso?" disse con
tono molto scocciato, ma pronto ad ascoltare le parole del ragazzo, sempre che
avesse qualcosa di interessante da dire. "devo parlarti di una cosa
importantissima." (lo spero bene) disse fra se e se, poi fece segno di
continuare. "dietro la porta c'e irma, e fuggita dalla scuola, e ha deciso
di unirsi a noi." a queste parole magneto si infurio, preoccupato da come
la ragazza di sarebbe comportata, era un pericolo per il suo piano. ma conosceva
john, e nonostante non lo desse a vedere, ormai era molto unito a quella
ragazza. anche se gli avesse ordinato di ucciderla, avrebbe trovato il modo di
non farlo. "verra con voi a new york, se non vuole fare una brutta fine
dovra combattere contro i suoi amici. cerca di non farle sapere niente del vero
obiettivo di domani, e ricorda, al primo sgarro oltre a lei anche tu ne pagherai
le conseguenze. tienila sotto controllo." disse tentando di rimanere calmo,
e ci riusci a stento. "bene. non gli permettero di fare danni, te lo
prometto." "lo spero bene per te, sei un mutante utile, anche se a
tratti un po stupido. ora puoi andare, preparati per domani." dopo che john
usci, magneto comincio a leggere il suo libro, fino a che non si addormento.