CAPITOLO 30
Saint Patrick Magic College
-È
spettacolare…-
Albus
Severus Potter non poté trattenersi dal esprimere tutto il
suo stupore di
fronte all’imponente costruzione del Saint Patrick Magic
College.
Scesi
dalle carrozze, gli studenti di Hogwarts erano stati raggiunti da
un’insegnante
del Saint Patrick –una certa Krista Cromwell, insegnante di
Tecnica Magica, una
donna piuttosto attraente sulla trentina che si era attirata gli
sguardi di non
pochi ragazzi hogwartsiani - che li aveva condotti di fronte ai
cancelli della
sua scuola; prima di farli entrare aveva voluto scambiare due parole
con il
preside Linton e così ora gli studenti avevano tutto il
tempo di osservare la
scuola in cui avrebbero vissuto per tre mesi.
Il Saint
Patrick Magic college sorgeva su una verdeggiante collina della Noe
Valley:
alle sue spalle si estendeva tutta la città di San
Francisco, una vista che
sapeva togliere il fiato, insieme a tutto ciò che la
circondava. Ma a
sorprendere di più gli studenti di Hogwarts era il fatto che
il Saint Patrick
fosse un grattacielo. O meglio, una
serie di tanti altissimi, luccicanti e vetrosi grattacieli, posti
l’uno accanto
all’altro; doveva avere almeno una ventina di piani.
-Incredibile,
vero? Quando vivevo qui in America per me i grattacieli erano
all’ordine del
giorno, ma ogni volta che ci passavo davanti non smettevo mai di
chiedermi se
sarebbero davvero arrivati al cielo- commentò
Marìkaa Stewart, vedendo
l’espressione incantata di Albus. Quest’ultimo si
risvegliò dalla sua trance
contemplativa, per rispondere all’amica:
-Beh io
invece ho quasi sempre vissuto nel mondo dei maghi…raramente
i miei genitori ci
portavano in quello Babbano. E devo dire che queste
costruzioni…i rattafeli?
sono davvero bellissime-.
Marìkaa
rise di fronte alla pronuncia sbagliata dell’amico e
rivolgendo di nuovo lo
sguardo al Saint Patrick lo corresse:
-Grattacieli
Albus, non rattafeli. Anche se non sono nata proprio in questa
città devo
ammettere che l’aria americana mi è
mancata…-
Poco
più
in là, anche Lily stava osservando la nuova scuola: doveva
ammettere che aveva
un certo fascino, anche se non quanto Hogwarts, che per lei restava il
luogo
più bello al mondo. Ricordava ancora la prima volta che
l’aveva vista…
-Ehi
Edward, sbaglio o i tuoi hanno mandato qui tuo fratello Thomas?- la
voce di
Derek Zabini interruppe le riflessioni di Lily, che si voltò
per ascoltare la
risposta di Edward. Thomas, il suo gemello, aveva lasciato Hogwarts al
loro
terzo anno, ma Lily non aveva mai saputo né
perché né dove fosse stato mandato.
E ovviamente non aveva perso il sonno ad interrogarsi sulla fine
dell’anonimo,
sgradevole e acido Thomas Nott.
-Sì,
si
trova qui…- rispose Edward, apparentemente indifferente; in
realtà, per quanto potessero
essere diversi, lui era sinceramente legato al gemello.
Il
chiacchiericcio meravigliato degli studenti venne interrotto dal
Preside Linton
che voleva dire due parole ai suoi alunni prima del tanto atteso
ingresso nella
scuola americana:
-Bene
ragazzi, eccoci qui. Mi auguro vivamente che considererete questo
scambio come
un’ottima occasione per allargare i vostri orizzonti e per
apprendere quante
più cose su una cultura a noi sconosciuta. Sarò
profondamente dispiaciuto se il
vostro comportamento arrecherà in qualche modo disonore a
Hogwarts e fastidio a
questa prestigiosa scuola che gentilmente ci ospita. Adesso
l’illustre collega
Cromwell ci condurrà all’interno, dove ci
verrà offerto un sontuoso banchetto
di benvenuto-.
Appena
mise piede all’interno del grattacielo centrale,
l’intera scolaresca di
Hogwarts non poté trattenersi dall’esclamare
all’unisono un: -oooooh!!!!- di
meraviglia.
Il Saint
Patrick all’interno era identico ad un castello
settecentesco. Se da fuori il
suo aspetto poteva apparire moderno essendo il grattacielo una
costruzione
tutto sommato recente, all’interno tutta
l’antichità di quella scuola veniva
rivelata dalle alte pareti in pietra, dai soffitti affrescati, dai
preziosi
lampadari; evidentemente quella del grattacielo era solo una facciata
per non
destare sospetti sulla sottostante città babbana.
-Ma
com’è
possibile? Da fuori sembrava davvero un grattacielo eppure ora mi
sembra di
essere dentro un vero castello!- esclamò Molly Weasley
sottovoce. Mentre lo
stesso quesito serpeggiava più o meno da tutte le parti, la
professoressa
Cromwell li aveva condotti lungo uno stretto corridoio e si era fermata
davanti
ad una parete che ospitava tre porte. Una era di colore viola scuro,
con una H
bianca sullo stipite, quella al centro era invece blu scuro, con una S
azzurra
mentre l’ultima di sinistra era verde scuro con una D verde
erba;
-Benvenuti
al Saint Patrick Magic College. Lascerò il piacere di
illustrarvi la nostra
storia e le nostre consuetudini alla Preside Dalton e mi
limiterò a dirvi poche
cose riguardo queste porte. Questa porta viola alle mie spalle conduce
a quello
che noi chiamiamo il Refettorio, ovvero il luogo dove si svolgono i
pasti e, in
occasioni speciali, i balli scolastici. La porta blu scuro invece
è l’accesso
alle aule scolastiche, alle biblioteche, alle aule sportive e a tutto
ciò che
compete all’istruzione; infine, la porta verde scuro conduce
alle stanze degli
studenti e agli uffici dei professori. Il nostro castello si compone
inoltre di
tre torri, un largo spazio verde per le materie come Biomagia, e di un
lago.
Spero vivamente che vi troviate a vostro agio qui da noi e che il
vostro
soggiorno sia il più piacevole possibile- concluse la
professoressa Cromwell,
con un sorriso che fece intendere agli studenti che dietro gli occhi
azzurri, i
capelli biondi e la giovane età doveva esserci
un’insegnante piuttosto
temibile. Detto questo posò una mano sulla porta viola e
quella si aprì al suo
tocco, rivelando una grande sala circolare.
-Siamo
finiti alla Tavola Rotonda di Re Artù?- chiese Scorpius
ironico, osservando
circospetto la sala; aveva l’innata tendenza ad essere
diffidente verso le cose
a lui sconosciute e di certo una sala che si configurava in modo del
tutto
anomalo non rientrava nelle sue conoscenze.
-Sempre
il solito…guarda com’è strana!- gli
rispose Glorya, che cercava di cogliere
ogni dettaglio di quella particolare “Sala Grande”.
I tavoli erano rotondi e
non rettangolari come quelli di Hogwarts, e non erano disposti a
formare lunghe
tavolate, ma erano staccati l’uno dall’altro e
raggruppati in tre lunghe file;
il tavolo delle autorità era posto al centro. Il
raggruppamento di tavoli di
sinistra aveva tovaglie verde scuro, quello centrale blu mentre quello
di
destra viola; questi tre colori sembravano rappresentare ciò
che il rosso oro,
il verde e l’argento, il blu e l’argento e il nero
e il giallo e il nero
rappresentavano per Hogwarts.
Al loro
ingresso si scatenò un applauso, con tanto di standing
ovation, mentre quella
che doveva essere
-Benvenuti
a Saint Patrick. Vi prego di accomodarvi ovunque troverete posto:
è nostra
abitudine mischiare gli studenti e infatti qui da noi nessuno si siede
mai nel
posto in cui si è seduto il giorno prima. Prego lei, Preside
Linton, di
seguirmi invece al tavolo dei professori-.
Lily
guardò le sue amiche con stupore: a Hogwarts ognuno aveva
una sorta di “posto
fisso” al proprio tavolo e si scatenavano vere e proprie
lotte per la conquista
dei posti più ambiti.
-Questa
scuola è decisamente…strana- commentò
Cassiopea, facendo vagare lo sguardo fra
i tavoli alla ricerca di tre posti liberi vicini; li
individuò ad un tavolo
dalla tovaglia verde, occupato per metà da due ragazzi e due
ragazze.
-Ci
sediamo lì?- chiese alle amiche, indicandoglielo. Glorya
annuì, mentre Lily
fece spallucce; era più impegnata a studiare gli abitanti
del castello che non
il castello stesso.
Com’era
sua abitudine, Cassiopea non chiese il permesso ai quattro ragazzi per
sedersi:
semplicemente lo fece e si mise a scrutarli altezzosa, come fecero per
altro le
sue amiche.
-Benvenute
ragazze!- esordì uno dei due ragazzi con fare amichevole;
aveva ridenti occhi
castani, la barba un po’ sfatta e ricci capelli
anch’essi castani.
Lily lo
gelò con gli occhi violetti, non essendole piaciuto il suo
tono, ma rispose con
fredda cortesia:
-Grazie
mille, tu sei…?-
-Oh che
scemo! Non mi sono neanche presentato…Christopher Sendler-
replicò lui, senza
perdere il sorriso di fronte alle espressioni delle tre Slytherin.
-Logan
Farrel, al vostro servizio madam- intervenne il ragazzo seduto accanto
a
Christopher, con tono non meno allegro; Logan aveva invece i capelli
biondo
cenere e dietro le lenti rettangolari c’erano chiari occhi
azzurri.
-Beh,
manchiamo solo noi con le presentazioni! Piacere di conoscervi, sono
Rebecca
Weston- disse la ragazza accanto alla quale si era seduta
–forzatamente-
Glorya.
Rebecca
era piuttosto carina: sembrava avere un fisico minuto, lisci capelli
neri e
occhi blu dal taglio allungato. La ragazza seduta accanto a lei doveva
essere
sua sorella, o quanto meno una parente, perché aveva i suoi
stessi occhi e lo
stesso modo di sorridere, ma aveva capelli biondo scuro ed era
leggermente più
in carne; infatti si presentò con il nome di Nora Weston.
Cassiopea
scambiò un’occhiata ironicamente divertita con le
due amiche, prima di
annunciare altezzosa:
-Cassiopea
Sofia Malfoy-.
-Cassiopea!
Che bel nome…- esclamò Nora, genuinamente
convinta; ricevette dalla Malfoy un
sorriso di circostanza.
-Glorya
Zabini-
si presentò Glorya con il suo tipico modo di essere gentile
ma mettendo al
contempo una barriera fra sé e gli altri.
-E tu,
rossa?- chiese Logan a Lily, vedendo che quest’ultima non
accennava a
presentarsi; sentendo quel fastidioso appellativo, Lily fu tentata di
freddarlo
con una delle sue battute ma imponendosi di essere quantomeno
beneducata
replicò:
-Lilian Luna
Potter-.
-La
figlia di Harry Potter?!- chiese Rebecca sorpresa; la storia del famoso
Bambino
Sopravvissuto era nota anche a loro.
-In
persona- rispose Lily, del tutto indifferente alla
popolarità del padre.
Rebecca
stava per dire qualcos’altro riguardo Harry Potter, quando la
voce della
Preside Dalton richiamò la loro attenzione.
-Diamo di
nuovo il nostro caloroso benvenuto agli studenti di Hogwarts.
Affinché il
vostro soggiorno risulti essere il più piacevole e
istruttivo qui, è necessario
conoscere alcune delle nostre regole, e soprattutto la struttura della
nostra
scuola- iniziò a dire
-I nostri
studenti iniziano la scuola a dieci anni e nella maggior parte dei casi
la
terminano a diciotto, con la consegna dei M.A.G.O, che immagino
conosciate
molto bene anche voi. Sono divisi in tre sezioni che corrispondono,
come mi ha
spiegato il Preside Linton, alle vostre “Case”: noi
abbiamo i Falcoviola, dall’antico
gaelico Hawk Mhark, le Volpiblu dall’antico gaelico Sionnach
Gorm ed infine i
Delfiniverdi dall’antico gaelico Deilf Glas. Sappiamo bene
che sono nomi
difficili da ricordare, perciò sono stati semplicemente
ridotti a Hawk per i
Falcoviola, Sionnach per le Volpiblu e Deilf per il delfini. La scelta
viene
operata tramite un libro, molto antico, che risale ai nostri fondatori;
al
tocco dello studente, esso si apre magicamente alla pagina riguardante
una
delle tre sezioni…- stava dicendo
-…sul
piano scolastico, le materie attraverso le quali formiamo i nostri
allievi sono
Tecnica Magica, Difesa contro le Arti Oscure, Biomagia, Pozioni, Arte
della
Trasmutanza, Storia della Magia, Scienze della Magia e obbligatoria
solo fino
al terzo anno Preveggenza; facoltativamente si possono praticare degli
sport,
di cui vi parlerò in seguito. Prima di lasciarvi al tanto
agognato banchetto,
vi comunico come si svolgerà la vostra vita qui al Saint
Patrick. Per favorire
l’integrazione fra le scuole, ma anche fra le sezioni/case di
ogni scuola,
abbiamo deciso che verranno formati dei gruppi misti, naturalmente
basati per
età. Scordatevi Gryffindor, Slytherin, Hufflepuff e
Ravenclaw voi hogwartsiani,
e voi le vostre sezioni, cari i miei alunni: è importante
fare nuove conoscenze
e nuove esperienze con altre persone. Per quanto riguarda il
pernottamento,
siete liberi di scegliere fra le stanze che vi abbiamo riservato. Bene,
dopo
questo lungo discorso, vi auguro una buona cena!-
-Mioddio
non la finiva più di parlare…- sbuffò
Lily, mettendosi nel piatto un po’ di
insalata con carne. Prima di iniziare a mangiare però, si
tolse la sciarpa di
Slytherin dal collo: lì dentro faceva decisamente
caldo…ehi! Quella sciarpa non
era la sua…e a giudicare dal profumo sembrava appartenere a
Scorpius. Si voltò,
quasi automaticamente, per cercarlo con gli occhi. Lo vide seduto con
Derek,
Edward e quello che le sembrò Thomas Nott; stava sorridendo
leggermente per
qualcosa che era stato detto ma, come se si sentisse osservato, smise
di ridere
per guardarsi intorno. Per una millesima frazione di secondo, gli occhi
viola
di Lily rimasero incatenati in quelli di Scorpius; poi entrambi
distolsero lo
sguardo e tornarono alle proprie conversazioni.
-È
peggio
di Linton quando attacca a parlare prima di cena…- aggiunse
Cassiopea che stava
già finendo il primo.
-O del
professor Paciock quando si lancia nei suoi monologhi sulle piante!-
commentò
Glorya che stava ancora decidendo cosa mangiare.
Nessuna
delle tre sembrava far caso agli altri quattro commensali, che vollero
però
rendere palese la loro presenza.
-Scusate,
non siete molto carine a parlare così- intervenne
timidamente Nora Weston.
-Da
quando bisogna essere carine?- chiese sfacciatamente Lily. Nora
arrossì e parve
non trovare più nulla da ribattere, ma Christopher si eresse
a suo paladino:
-Da
quando state parlando con degli estranei- disse, senza nessuna traccia
del
sorriso di prima.
-Ecco,
appunto, degli estranei- sottolineò Cassiopea, che quando
mangiava desiderava
essere lasciata in religioso silenzio.
-Ma
guarda te ‘ste snob…- fece Logan, allibito; se
tutti gli studenti di Hogwarts
erano come loro, il soggiorno sarebbe stato davvero davvero molto
lungo…
Qualche
tavolo più in là, Shane Burke non riusciva a
staccare gli occhi da Cassiopea.
Non aveva avuto più il coraggio di parlarle, dopo che lei
l’aveva beccato a
baciare Vanessa e d’altra parte sentiva che qualsiasi
approccio sarebbe stato
inutile. Ma soffriva così tanto all’idea di averla
persa…anche se sapeva che
non era mai stata sua. Eppure ricordava quanto era stato bello parlare
con lei
nella Stanza delle Necessità, com’era simpatica
lei quando lasciava da parte la
rigida maschera da snob…perché si era comportato
in quel modo? Perché diavolo
aveva sentito la necessità di una ragazza proprio quella
sera?
-Ehi, sei
tra noi?-
Il filo
dei pensieri di Shane venne interrotto da una ragazza con voluminosi
ricci rosso
acceso, che gli sventolò una mano davanti agli occhi. Shane,
il suo amico Tom e
Dirk Zeeman, un altro Grifondoro, si erano seduti ad un tavolo dalla
tovaglia
viola e avevano subito socializzato con i tre ragazzi seduti; quando
però Shane
si era incantato a guardare Cassiopea si era come estraniato dal mondo.
Shane
rivolse un sorriso forzato alla ragazza, che si chiamava Lorein, e
replicò:
-Sì,
certo…stavo guardando la forma particolare di questa sala-.
-In
effetti può sembrare strana per chi non è
abituato- commentò l’amico di Lorein,
un tale Jason Cassel, un ragazzo cicciotto, con tenere guanciotte rosee
e
occhiali rotondi; sembrava un angioletto paffuto, per via degli occhi
azzurri e
dei capelli biondi.
-Già,
sapete come mai è stata costruita così?- chiese
Tom, addentando famelico un
dolce alla panna.
-Beh, qui
molte cose hanno forma rotonda, come i nostri tavoli, perché
qui a Saint
Patrick vige il principio dell’ugualità. Ogni
studente ha gli stessi diritti
degli altri e così, siccome il cerchio è da
sempre simbolo di uguaglianza, è
stato scelto come forma base- spiegò gentilmente
l’ultima componente del
tavolo, tale Karen Terrent, che sembrava la classica sfigata: anonimi
capelli
lisci, brufoli sparsi sul viso e occhi castani poco profondi. Sembrava
però una
ragazza molto intelligente e informata e parlare con lei era piacevole.
-Che cosa
interessante!!! E cosa ci dite delle vostre Sezioni? A Hogwarts ogni
Casa ha
delle caratteristiche…- domandò interessato Dirk
Zeeman, che intanto si
guardava intorno alla ricerca di qualche ragazza carina. Non era quello
che si
definiva propriamente un “bel ragazzo”, con
l’apparecchio ai denti e i pochi
centimetri d’altezza, ma lui non aveva perso le speranze
d’incontrare l’anima
gemella.
-In
realtà non so da dove derivino i nomi delle nostre Sezioni,
ma posso dirti che
non ci sono molte differenze fra noi…il Libro sceglie
casualmente dove assegnarci,
sempre per il famoso principio di uguaglianza- rispose Lorein con un
sorriso,
finendo il suo purè di patate.
-Magari
fosse così anche da noi!- esclamò Shane
malinconico, pensando a quanti
pregiudizi esistevano nella loro scuola, soprattutto fra Serpeverde e
Grifondoro…
-Perché, da voi
come vanno le cose?- chiese incuriosito
Jason, che sembrava a dieta, data la poca quantità di cibo
nel piatto.
-Da noi
veniamo assegnati nelle Case tramite un antico Cappello Parlante che
beh…quando
ci viene messo in testa guarda dentro di noi e capisce come siamo
fatti, com’è
il nostro carattere…e in base a questo ci mette nelle varie
Case- iniziò a dire
Shane, che si stava ostinando a guardare verso Jason per non fissare in
continuazione
-Oooh! E
descriveteci le vostre Case…!- lo incoraggiò
Karen piuttosto stupita dalla
storia del cappello che guarda nella testa delle persone.
-Beh i
coraggiosi di cuore, i prodi e i nobili vengono assegnati a Grifondoro,
che
sarebbe la nostra Casa- cominciò a spiegare Shane con
orgoglio.
-Poi
c’è
Corvonero, per quelli più intelligenti e
svegli….o per i più secchioni, se
preferite- aggiunse Tom, facendo sorridere gli americani.
-Serpeverde
invece è
-Questa
Casa non sembra esservi molto simpatica- notò infatti Lorein.
-Non
molto, da tempi immemori c’è sempre stata molta
rivalità fra Grifondoro e
Serpeverde…- confermò Dirk, per poi aggiungere:
-…e
poi
c’è Tassorosso, per quelli di buon carattere e di
buona volontà, anche se tutti
dicono che lì ci finiscono quelli che non trovano
nessun’altra collocazione-.
Mentre i
Grifondoro socializzavano, altri Slytherin facevano nuove conoscenze e
ne
riscoprivano un’altra. Edward si era infatti seduto al tavolo
di Thomas, con i
suoi amici, e Derek e Scorpius l’avevano seguito; avevano
quasi finito di cenare,
quando Thomas domandò al gemello:
-E allora
Edward? Sei riuscito a conquistare Lily Potter alla fine?-
Edward
sorrise al fratello, che trovava molto cambiato. Sembrava
più sicuro di sé,
forse perché era riuscito a perdere i chili di troppo e la
sua acne era
decisamente migliorata; non era bello quanto il gemello, ma almeno
adesso
riusciva a trovare qualche ragazza di tanto in tanto e lì al
Saint Patrick si
era fatto molti amici.
-Beh
fratellino, diciamo che sono sulla buona strada…- rispose
poi il bel Nott, con
un sorriso biricchino.
-Sì?
Raccontami qualcosa…me lo merito, dopo tutte le chiacchiere
che ho ascoltato su
di lei quando ero a Hogwarts!- ribatté Thomas, per poi
aggiungere:
-A
proposito, dov’è seduta? Non mi sembra di averla
vista…-
-È
lì-
replicò Scorpius lapidario, indicando la schiena di Lily,
riconoscibilissima
per la sua inconfondibile chioma rosso rubino. Gli stessi capelli che
aveva
accarezzato poco prima…
-Carina
la tipa!- esclamò uno degli amici di Thomas, un certo Ethan
Sheldon, un tipo
abbastanza aitante, che sembrava piacere alle ragazze, a giudicare da
come lo
guardavano desiderose le sue compagne di Casa, le Volpiblu, e non solo.
-Già-
commentò Edward con tono secco, come a marcare la
proprietà; poi rispose al
fratello, che ancora aspettava:
-Beh sai
siamo una specie di coppia…usciamo a Hogsmade insieme, la
porto a ballare…e
come bacia bene!-
-Non
direi che tu e Lily siete proprio una coppia- intervenne freddo
Scorpius,
cercando di sembrare impassibile di fronte all’entusiasmo di
Edward.
-Ah no?-
ribatté Edward, con il sorriso smorzato.
-No. Non
vi ho ancora visti andarvene in giro mano nella mano, sbaciucchiarvi
agli
angoli, fare la classica coppietta…- replicò
Scorpius, disgustato alla sola
idea.
-Da come
me la ricordo, Lily non mi sembrava proprio una ragazza tutto miele e
zucchero-
commentò Thomas, per smorzare la tensione che sembrava
essersi creata fra
Edward e Scorpius. Era un’atmosfera che non aveva mai visto
fra i due: amici
inseparabili da sempre, erano legati nel profondo.
-Direi
proprio di no!- disse Derek con una risatina, pensando invece alla
ragazza che
gli occupava la mente da tutta l’estate…lei
sì che sapeva essere dolce…
E
così,
fra il chiacchiericcio generale e tentativi di conversazione, la prima
cena al
Saint Patrick Magic College si concluse; fu con immensa gratitudine
verso
chiunque ci fosse lassù nel cielo, che Lily poté
lasciare il Refettorio insieme
a tutti gli altri studenti per seguire i Coordinatori del Saint
Patrick, che
erano simili ai Prefetti e ai Caposcuola di Hogwarts. Con sua grande
sorpresa, Christopher
Sendler e, udite udite, Thomas Nott, o meglio, Thomas Nott che
finalmente
somigliava al gemello.
-Ehi
Albus, quel tizio assomiglia a Edward Nott di Serpeverde!-
esclamò Marìkaa,
seguendo i Coordinatori verso il quarto piano, dove c’erano
le camerate degli
studenti più anziani.
-Ovvio
che gli somiglia, è il suo gemello!- replicò
Albus con un sorriso, che divenne
una risata di fronte all’espressione imbarazzata di
Marìkaa. Era così tenera
quando arrossiva…eppure percepiva ogni giorno di
più quanto Marìkaa fosse
infatuata di Scorpius, e non riusciva a fare a meno di starci male.
Primo,
perché sentiva che si stava innamorando di lei, secondo
perché sapeva che
Scorpius Malfoy non si sarebbe mai e poi mai interessato a lei, preso
com’era
da…Lily! Albus dovette trattenersi dal battersi una mano
sulla fronte, dandosi
dello scemo…come aveva fatto a non pensare a Lily?! Avrebbe
potuto aiutarlo…
La
cercò
con lo sguardo in mezzo a tutti gli altri studenti, che stavano
ricevendo le
ultime istruzioni prima di suddividersi nelle varie camere, e la
individuò
vicino alle sue amiche e a Edward Nott; spostando un po’ lo
sguardo, trovò
immancabilmente anche Scorpius e l’altro amico, Derek. Un
momento, Derek non
era lo stesso ragazzo che qualche sera fa aveva visto parlare con sua
cugina…?
Scacciando il pensiero con una scrollata di capo, tornò a
concentrarsi sulle
proprie questioni di cuore. Anche Albus Severus Potter, quando voleva,
sapeva
essere machiavellico come una serpe. E forse l’unico tratto
che lui e sua sorella
avevano in comune, era una certa ostinazione
nel perseguire i propri obiettivi.
Spazio
Autrice:
Salve a tutti!
Con mia
grande (e forse anche
vostra) sorpresa, sono riuscita a postare abbastanza
velocemente…e il merito di
questo veloce aggiornamento va alle vostre recensioni, che mi hanno
fatta
sentire ancora una volta apprezzata come scrittrice in un momento in
cui mi
sento completamente vuota, oltre ad avermi dato un sostegno
importantissimo per
me. Prima di passare ai ringraziamenti, vorrei però dire due
parole sul
capitolo…diciamo che, anche se ci sono dei pezzi riguardanti
i nostri
personaggi, si tratta di un capitolo incentrato più che
altro sulla nuova
scuola. Siccome la storia sarà ambientata al Saint Patrick
per un po’ di
capitoli (non so ancora quanti) mi sembrava giusto dare una descrizione
del
grattacielo/castello, delle abitudini della scuola ecc…spero
che non sia stato
troppo noioso per voi il discorso della Preside Dalton : ) come ho
detto, i
rapporti fra i personaggi sono rimasti più o meno invariati
dallo scorso
capitolo, anche se il nostro Albus ha deciso di smettere di compatirsi
e di
attivarsi per strappare Marìkaa dalle grinfie di Scorpius.
Mi auguro davvero
che il capitolo vi piaccia, insomma.
Ringrazio
ancora una volta tutti
voi per il sostegno che mi date, chi ha messo la storia fra preferiti,
seguite
ricordate e me (ancora non ci credo!) fra gli autori preferiti e
finalmente,
dopo mesi e mesi, passo a rispondere alle recensioni di Tugs,
Rein94,
Ellaella, Alexandra_Potter, Lily
Malfoy, MarauderPad,
Aislin, Maltrerio, Blondie,
Malika, Zakurio
e gelidovednto: