Anime & Manga > Naruto
Ricorda la storia  |      
Autore: _thunderstorm_    08/05/2010    1 recensioni
Prima classificata al contest dell'incatenamento indetto da x saretta x e Nana°
"Al destino non ci si può opporre: da esso si tenta di sfuggire, ma, alla fine, si è nelle sue mani, inermi. E, allora, non rimane altro che attendere, attendere che esso compia il suo volere…"
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Non posso far altro che ringraziare le giudici, il loro giudizio è stato come un'iniezione di autostima (alquanto scarsa in me). Un grazie anche a chi leggerà, recensirà e, sì dai, nel caso passi di qui, anche a una certa tizia che gira armata di motosega, assetata di sangue.
Complimenti alle altre podiste, DarkRose86 e Rei Murai, e anche alle altre partecipanti, sono curiosa di leggere le loro storie. ^^
Me molto molto felice...

Nome Autore
: CoryCory
Titolo: Time of dying
Catena scelta: nero, deserto, attesa, “Non abbiamo nulla quando veniamo al mondo e nulla ci portiamo lasciandolo, ma lasciamo un gran disordine a chi rimane”, Sakura
Genere: introspettivo
Rating: verde
Avvertimenti: one-shot
Introduzione: Al destino non ci si può opporre: da esso si tenta di sfuggire, ma, alla fine, si è nelle sue mani, inermi. E, allora, non rimane altro che attendere, attendere che esso compia il suo volere…
Note Autore: Solo due parole. Il personaggio iniziale e Sakura non si conoscono e non si sono mai incontrati prima (ammetto che non mi ricordo se nel manga accada diversamente).
Uso il presente per le sequenze incentrate su Sakura (atemporali), nelle altre il passato ^^… e vabbè, ci sono un sacco di cose che non mi convincono per niente, come sempre. Essendo io perennemente insoddisfatta dei miei lavori, spero solo che possano almeno non inorridire totalmente voi giudici. Buona lettura…

On the ground I lay
Motionless in pain
I can see my life flashing before my eyes
Did I fall asleep?
Is this all a dream?
Wake me up, I'm living a nightmare
[“Time of dying”, Three Days Grace]

Le membra pesanti, gli occhi arrossati, l’arsura alla gola, le labbra crepate socchiuse in un affannoso respiro, alla disperata ricerca d’ossigeno che stenta ad arrivare ai polmoni.
Un passo trascina l’altro, il corpo si muove meccanicamente, automa, debole involucro di un’anima che anela fuggire.
E improvvisamente Sakura si trova accasciata a terra, in bocca l’amaro sapore dei granelli di sabbia, nello sguardo l’ombra dell’amara resa. Non si stupisce dello spirito evanescente ai piedi del quale è caduta: è venuto a prenderla, lo sa, prefigurazione della morte che attende anche lei. Guarda lui, guarda il sole rovente e assassino, guarda l’orizzonte, in cui deserto e cielo si abbracciano infiniti, imprigionandola nella loro stretta. Ha pensato più volte a come potesse essere allontanarsi dalla vita, ma mai avrebbe immaginato un qualcosa del genere. L’idea di una sua fine così, stupida e inutile, le rode in petto; la crudele consapevolezza di trovarsi nell’incapacità assoluta di azione, dopo anni e anni di duro allenamento affinché questo non accadesse più, la portano a concentrare tutte le sue deboli forze vitali in quella rabbia che le brucia dentro. Non sarebbe mai stata in grado di uscire da lì, non avrebbe mai potuto correre in aiuto a Naruto.
Inutile, come sei sempre stata.
Stringe i pugni, sentendo la sabbia bollente tra le dita, sotto le unghie.
Insopportabile, come ti ha sempre definita lui.
Si odia, la sconfitta non è mai stata così dolorosa e definitiva come in quel momento. Ha fallito in tutto. Tutto. È sempre stata in balia degli eventi e anche ora è inerme contro il destino, in attesa di una morte che non ha scelto lei.

 *

[Primo giorno]
Il solito scampanellio risuonò per il locale, annunciando l’ingresso di un nuovo cliente.
 Ino posò l’annaffiatoio a terra e velocemente con le mani libere si spostò il ciuffo biondo dagli occhi. Allungò il collo oltre le foglie delle piante da vaso che la circondavano, indugiando con lo sguardo sulla porta d’entrata: un giovane in divisa ninja attendeva, mani affondate nelle tasche, espressione annoiata, mozzicone di sigaretta in bocca.
La ragazza spalancò gli occhi azzurri in un enfatico gesto di sorpresa, colmando a passi veloci la distanza che li separava, uscendo con grazia dalla selva di fiori in cui si trovava.
“Shika, che ci fai qui al negozio?”
“Ciao, Ino. Vengo a portarti notizie.”
La bionda sorrise, puntellandosi le mani ai fianchi.
“Arrivi tardi, so già tutto. Sono riusciti a completare la missione!”
Ma Shikamaru stava in silenzio e qualcosa nel suo atteggiamento intaccava lentamente il sorriso sicuro della Yamanaka. Si tolse lentamente la sigaretta dalle labbra, spinto dal dovere a riferire fatti con i quali un ninja doveva imparare a convivere. Sospirò, amareggiato.
“Non mi sembra tu sappia di Sakura.”
Ino distolse lo sguardo, chinandosi rigidamente su una pianta da vaso. Strappò con rabbia una foglia morta, inerte: il suo viso era nascosto dalle ciocche di capelli.
“Credevo fossero solo stupide voci.”

*
“Sciocca. Hai camminato fino a ridurti in questo stato?”
Sentirsi ribadire la propria stupidità non la scalfisce nemmeno, ormai nulla ha più importanza: ha fallito, ne è consapevole.
“Non puoi morire.”
Si sente afferrare per le spalle, sollevare a sedere. Il suo sguardo smeraldino si poggia con stanco stupore sullo spirito, con una punta di fastidio. L’ombra che precedentemente aleggiava sopra di lei ora ha preso le sembianze di una giovane donna: sta accovacciata alla sua altezza, con un cipiglio tra il serio e l’irritato, e sembra dannatamente umana e corporea. La sorte con lei vuole essere anche spiritosa, oltre che crudele.  
“Qui non puoi morire. – ripete – Qui il Tempo, la Vita e la Morte non esistono. Non esiste nulla,  fuorché la sabbia e il caldo. Se tu sei giunta qui ancora legata al tuo corpo, non puoi andare avanti.”
Sakura sbatte le palpebre, perplessa, il cervello che arranca.
“E allora perché mi trovo in questo posto?”
“Questo è un regno di intermezzo. Dovresti spiegarmi tu come sei capitata qui.”
Richiesta inaspettata, che riporta bruscamente la sua mente a rivangare gli ultimi attimi della sua vita, immagini sbiadite, percezioni confuse che lo stordimento le aveva fatto dimenticare. La bocca si fa più secca, la voce non vuole uscire. Boccheggia, incapace di esprimere l’assurda conferma di dubbi e timori che, ne è certa, non sono reali. La rabbia è completamente scemata, lasciando il posto a un’angoscia crescente.
Attende la reazione della sua interlocutrice al suo silenzio, ma quella accarezza distrattamente la sabbia.
“Dimmi come posso tornare, se non devo morire.”
Non ha tempo, ma l’anima si limita a sorridere, gelida, senza guardarla. L’angoscia inizia a soffocarla.
“Devo aiutare una persona, ho abbandonato una delle più importanti missioni che dovevamo portare a termine assieme. Ti supplico, devo tornare. Altrimenti tutto ciò che abbiamo fatto è stato inutile. Io…”
Quell’altra la blocca, infastidita dal tono lamentoso di lei.
“Credi di essere l’unica a trovarsi nei casini?”
Sakura la guarda ferita, si affloscia, le forze che lentamente implodono. Lo spirito riprende ad accarezzare la sabbia, meccanicamente, con la fronte corrugata, con l’espressione di chi riflette su qualcosa di estremamente gravoso.
“Non abbiamo nulla quando veniamo al mondo e nulla ci portiamo lasciandolo, ma lasciamo un gran disordine a chi rimane. Mi dispiace. Questo è un luogo d’attesa. E nell’attesa, mia cara mortale, si aspetta che accada ciò che si desidera accada, ma non si può influire assolutamente intorno al suo avvenire. Tu non possiedi nulla che ti permetta di tornare subito e concludere ciò che ti apprestavi a fare o riparare agli errori che hai commesso, tu puoi solo attendere che al di fuori di qui qualcuno tenti di riportarti in vita. Può accadere sia adesso, sia tra anni. Fattene una ragione.”
Il gelo che improvvisamente pietrifica Sakura è la sensazione che più si avvicina a ciò che si aspettava dalla morte. Si sente affondare, eppure non ha paura: è completamente svuotata, completamente sconfitta. Guarda con freddo distacco quello spirito la cui unica gioia rimastagli è il veder soffrire anche altri del suo stesso dolore.
“Tu cosa stai aspettando?”
Attende qualche secondo, in silenzio.
“Io sono morta. – le risponde con amarezza l’ombra - A differenza di te, sono giunta qui solo come spirito. Ciò che vedi è solo il debole riflesso di ciò che ero. Attendo colui che ho amato, colui che mi ha ucciso. Ho abbandonato la vita per un demone. Ricorderò per sempre i suoi occhi: erano neri, neri come le fiamme dell’Inferno…E all’Inferno andremo, assieme per l’eternità, entrambi ci siamo destinati.”

*
[Secondo giorno]
L’Inferno era lì, dentro di lui.
I suoi occhi, baratri neri, vagavano nell’oscurità a cui da un po’ erano abituati.
Teneva la testa tra le mani, seduto immobile da due giorni, svuotato. La sua anima era come un deserto bruciante e arido: non sentiva più il peso della katana sulle spalle, era stato privato della sua vendetta, della sua ragione di vita, della sua arma contro un destino avverso e crudele.
Il suo cuore sanguinava ancora, la sorte che aveva colpito la sua famiglia ancora infieriva su di lui attraverso ricordi che non si potevano cancellare. Non poteva dimenticare, ma poteva soffocare il dolore con la soddisfazione di una vendetta compiuta. Da compiersi. Ma ora era senza la sua katana, ora era inerme contro un destino che lo costringeva a desistere. Ora era in balia degli eventi, in attesa di una morte che non aveva scelto lui.

*

Sakura si accorge solo in quel momento del vento che soffia costante tra le dune, sibilando; la stanchezza, la rabbia e l’angoscia avevano distolto la sua attenzione dall’ambiente circostante, ma ora riesce a percepirlo chiaramente: sussurra cose, cose che lei non vorrebbe ascoltare. Le bruciano gli occhi, non sa se per i granelli di sabbia che quello le sputa addosso o se per le lacrime che prepotenti vogliono uscire.
Guarda a terra, concentrandosi nel trattenerle: sarebbero l’assurda conferma dei suoi timori non espressi, di quei sibili che il vento le soffia all’orecchio.
Ti trova ancora insopportabile, Sakura.
I ricordi si fanno sempre più vividi, la cruda verità lentamente emerge tra i suoi pensieri.
Nemmeno degna di essere uccisa, da lui. Insignificante. Inutile. Insopportabile.

*

[Terzo giorno]
Naruto stringeva convulsamente le mani sulle ginocchia, seduto, digrignando i denti.
“La nostra missione era riunire nuovamente il team 7, era da anni che ci tentavamo.”
Silenzio.
Era separato dall’Uchiha solo dalla grata della cella, eppure la distanza tra loro sembrava ancora enorme.
Inspirò a fondo.
“Dimmi ora che senso ha avuto riportarti al villaggio, Sasuke, se Sakura muore.”
Quello mosse la testa verso di lui, come se volesse guardarlo nonostante le bende che gli oscuravano la vista.
“Sono un traditore, cretino. Mi condanneranno a morte, la vostra missione non aveva senso comunque.”
Naruto si sentì ribollire di rabbia: provò il folle impulso di strappare quella stupida inferriata, di guardarlo negli occhi, di prenderlo a pugni.
“Sakura si trova in coma da tre giorni, per colpa tua. Ti ha sempre amato e tu hai tentato di ucciderla. Tuttavia, lei ha sempre lottato per farti tornare: non ti lascerò morire, lo farò per lei. ”
Sasuke accennò un sorriso.
“Io non ho più niente a che fare con voi. Lo capisci, ormai, no?”
Naruto si alzò di scatto, avvicinandosi.
“Ti aggrappi alle tue sofferenze, ti culli in esse, ti abbandoni alla sete di vendetta. Può essere tutto molto più semplice, Sasuke.”
Si voltò, tremando, con l’intenzione di andarsene.
“Forse inizio a capire, ma rimango pur sempre uno stupido ottimista. Quando si sveglierà, tu verrai con me a incontrarla. Siamo una squadra, nutro ancora la speranza che tu lo comprenda.”

*

Sakura sente improvvisamente la vista annebbiarsi, la percezione della sabbia e del caldo affievolirsi. Spalanca gli occhi in una muta richiesta d’aiuto, tentando di rimanere cosciente.
Lo spirito la guarda malinconico.
“Non preoccuparti. Stai tornando indietro.”
Sente chiaramente l’amarezza in ogni sua parola.
“Ripara agli errori che hai fatto. Per me è troppo tardi, tu invece hai ancora una possibilità.”
Sakura fissa stordita l’ombra, in un inaspettato moto di compassione: è un attimo, in quella frazione di secondo viene colpita da tutto l’odio che trasuda per colui che l’ha ferita, da tutto l’amore insensato che continua ad avere nei suoi confronti, che la trattengono lì, ad attenderlo. È un’ondata bollente che la investe, che le scaglia addosso l’assurda verità che lei non vuole accettare: quei sentimenti appartengono anche a lei, rivolti a un demone dagli occhi neri, neri come le fiamme dell’Inferno.
Ripara agli errori che hai fatto. Per me è troppo tardi, tu invece hai ancora una possibilità.
“Chi sei?”
“Mi chiamavo Karin.”
Addio…

*

[Quarto giorno]
…“Bentornata, Sakura.”
Il volto di Ino galleggiava stanco e sorridente sopra di lei, distesa in un lettino. Sentiva il cuore battere, il dolore pulsare in petto: si era portata dietro tutti i suoi timori, che, ora, non erano un incubo, ma cruda realtà.
Ha tentato di ucciderti.
Sakura si levò a sedere, afferrando il braccio dell’amica come sostegno, vagando con lo sguardo nella stanza, ansiosa e confusa. Si accorse della mano di Naruto stretta nella sua, calda. Lui le sorrideva, radioso, e in qualche modo riusciva sempre a tranquillizzarla, ma gli  occhi di lei correvano ancora febbrili nella stanza.
Lo sentiva.
Poi, appoggiato allo stipite della porta, lo vide, incatenato, attorniato dall’intera squadra anbu. Contemplava quella incredibile apparizione, rimanendo intrappolata alla fine nel suo sguardo, ultimo vivido ricordo prima dell’oblio.
La pelle diafana, i capelli corvini, la sua bellezza inumana. Il suo volto era impassibile, come scolpito in prezioso marmo bianco, ma i suoi occhi, i suoi occhi antracite ardevano come fiamme. Sakura desiderò stupidamente che bruciassero non per odio, non per vendetta, ma per lei sola.
Ripara agli errori che hai fatto. Riponi il tuo amore in qualcun altro.
Sentiva il calore della mano di Naruto stretta nella sua, calore che, nonostante tutto, non era mai riuscito a scioglierle il cuore. Solo adesso si rendeva conto quanto disordine veramente si era lasciata dietro: aveva illuso lui, aveva illuso se stessa, per anni. Ora lo sapeva. Guardava Sasuke, il suo più grande errore, grande a tal punto da essere diventato ragione di vita, semplicemente perché, ora capiva, per lei tutto iniziava e finiva nel nero di quegli occhi che aveva di fronte. Quell’unico errore non poteva essere cancellato. Una parte del suo cuore sanguinava, ma il Paradiso era lì, l’Inferno anche. Senza di lui, non c’era nulla, tutto era un deserto, bruciante e arido.


********


Giudizio di Nana°:
Grammatica + Lessico: 9.5 punti.
Quasi del tutto perfetta sia nella parte grammaticale che quella del lessico. Ho trovato solo qualche imperfezione di punteggiatura all’inizio della storia.
Stile: 10 punti.
Non credo di poter dire nulla in questo campo che ho trovato perfetto. Hai utilizzato uno stile molto adatto a una storia come questa. L’alternarsi dei vari punti di vista non annoia e ti stimola a continuare a leggere. Molto bene.
Originalità: 9.5 punti.
Molto originale complimenti. Intricato ma originale. Hai fatto incontrare le due donne più accanite del manga per Sasuke e le hai messe a confronto in maniera molto innovativa.
Il finale mi ha sorpreso piacevolmente lasciando un finale aperto e un grande dubbio al lettore.
Attinenza alla traccia: 4 punti.
Dei punti assegnati ho trovato ben sviluppati soprattutto il tempo visto che l’attesa è il fulcro di tutta la storia e il luogo visto che il deserto è molto presente. La citazione l’ho trovata abbastanza presente in tutte le situazioni raccontate dagli altri. Il personaggio è ovviamente il protagonista. Il colore mi sembra sia stato il più trascurato tra tutti.
Caratterizzazione personaggio: 4 punti.
Sakura è Sakura, non ci sono dubbi su questo. È la tipica Sakura dello Shippuden, con tutte le sue ansie e tutta la sua forza d’animo, e nonostante non sopporti questo personaggio credo di aver imparato abbastanza bene a conoscerla. È una ragazza innamorata, delusa e speranzosa ma che reagisce sempre con forza. Dei personaggi secondari ho trovato molto IC Naruto nella parte del discorso a Sasuke che invece non sei riuscita a rendere al meglio. Anche Karin ha dei tentennamenti mentre Ino e Shikamaru, nonostante il poco rilievo, li trovo molto ben inquadrati.
Gradimento personale: 5 punti.
Mi è piaciuta, mi è piaciuta nonostante ci fosse Sakura. Ed è un’impresa ardua te lo assicuro, perché per quanto io cerchi di essere oggettiva la maggior parte delle persone che scrivono su di lei finiscono per farmela odiare ancora di più per il suo essere il più delle volte acida e indecisa. Tu invece l’hai vista da una diversa angolazione e l’hai resa più umana anche se al punto di morte.
42 / 45


Giudizio di x Saretta x:
Grammatica + Lessico: 8.8/10
Allora: il lessico da te utilizzato mi è molto piaciuto, è approfondito e vario, in certi punti anche ricercato, ma senza mai risultare pesante. Per quanto riguarda la grammatica ci sono due o tre virgole fuori posto e un paio di imperfezioni che mi hanno costretta a rileggere la frase un milione di volte per capire cosa non andasse XD
Per esempio, la frase “sarebbero stata l’assurda conferma dei suoi timori non espressi” la poni in un contesto di presente, quindi credo sia meglio un “sarebbero”, in quanto quel “sarebbero stata” rende comunque un’idea di passato che può stonare.
Ci sono due punti in cui la punteggiatura è forse troppo abbondante, in quanto hai posto troppe virgole dove magari serviva un punto e virgola, creando un momento di confusione per un lettore frettoloso.
Stile: 9/10
Il tuo stile mi piace. E’ diretto, ma ti soffermi sui particolari e sul pensiero quel tanto che basta a rendere la storia completa e per niente noiosa; forse un po’ contorto in alcuni punti, alla fine riesci comunque a fare luce sull’intreccio, che hai gestito molto bene.
Originalità: 9.6/10
Devo ammettere che l’originalità qui abbonda. Insomma, il Sasuke che tenta di uccidere Sakura è un tema decisamente usato e riusato, ma per il resto mi hai davvero sorpresa. Specialmente ho apprezzato l’interpretazione dell’elemento dell’attesa, in quella specie di limbo da cui prima o poi forse Sakura riuscirà ad uscire. Comunque la storia in sé è molto originale, grazie anche alla contrapposizione dei vari spezzoni di giornate dei personaggi rimasti a Konoha, che rompono quella che può essere la monotonia dell’attesa.
Attinenza alla traccia: 5/5
Direi che hai seguito perfettamente la traccia, sviluppando con originalità i vari elementi che ti sono stati affidati. All’inizio la frase da te scelta, così come è stata inserita nel testo, mi pareva un po’ forzata; ma devo dire che alla fine ha contribuito a rendere il significato della storia.
Caratterizzazione personaggio: 4.5/5
Sakura è Sakura, direi. L’unica cosa che vorrei sottolineare è che, in una situazione del genere la vedrei forse più combattiva, un po’ meno arrendevole; ma nell’insieme la trovo molto somigliante.
Gradimento personale: 4.5/5
Questa storia mi è piaciuta, decisamente. L’originalità era il punto forte del contest, e tu l’hai resa molto bene, i miei complimenti. Mi piace veramente come scrivi, è uno stile che mi ha tenuta attaccata allo schermo fino alla fine, senza mai risultare noiosa o prevedibile.
41.9 /45

Totale: 41.95/45






   
 
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: _thunderstorm_