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Autore: niebo    09/05/2010    1 recensioni
Il giovane in smocking tirò fuori dalla tasca sinistra dei pantaloni un pacchetto di sigarette. Ne sfilò una e l’accese con un accendino, preso dall’altra tasca.
“Cosa vuoi da me?!” ripetè con decisione.
“Cosa voglio da te? Semplice.” soffiò fuori dalla bocca una densa nuvola di fumo “Voglio che uccidi una persona.”
[...]“Cosa ti fa credere che ucciderò una persona per te?!”
“Io non lo credo….” Fece un tiro ed espirò di nuovo il fumo “…io sono sicuro che lo farai.”

La storia di sette persone la cui vita è indissolubilmente legata all’avvento dell’Apocalisse.
Genere: Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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drifting Drifting


Mezzo mondo.

Mezzo muro…
Mezza porta…
Mezzo tavolino…
Mezzo armadio…
Mezzo specchio…
Mezzo comodino…
Mezza sveglia…
Uhmmm….le 07……07? Ahhhhhh le 12.07! Aspetta… 12.07???????
“Devo andare al lavoroooo!!!!!!!!!”
“Buon giorno convalescente.”
“Piotr perché non mi hai svegliato????? Devo andare a lavorare!!!!!”
Piotr, che stava  in piedi di fronte all’entrata della camera, proruppe in una risata.
“Aaron…Aaron…dove credi di andare in quelle condizioni?”
“Quali condiz….Ahia!!!Porc…arella!!!!!!!” gridò Aaron dopo aver tentato di alzarsi dal letto.
Rivolse a Piotr uno sguardo interrogativo.
“Ma come? Non ricordi? Ieri hai giocato a “Cambiamo il colore della nostra pelle”. E hai anche vinto. Guardati. Sei più viola che rosa.”
Aaron si guardò le braccia, il petto e tutto il resto del corpo.
Effettivamente era pieno di lividi.
“Anche in faccia non sei messo molto bene, se voi che io sia sincero.”
Aaron si voltò verso lo specchio.
“Cacchio….ecco perché vedevo mezza camera…”
Aveva l’occhio sinistro tutto nero.
Era dannatamente conciato male.
Si guardò attorno.
“Mi correggo. Ecco perché vedo mezza camera.”
Piotr si avvicinò al letto, porgendogli un bicchiere d’acqua che, non sapendo che fosse sveglio, gli aveva portato con l’intenzione di appoggiarlo sul suo comodino.
“Caro Aaron…Beati monoculi in terra coecorum dicevano i latini.” Gli disse sedendosi sul letto.
Beati coloro…che…hanno un solo occhio…in una terra di…ciechi. Giusto?” disse Aaron alzandosi a sedere a mezzo busto per bere un po’ d’acqua.
“Esattamente.” Rispose Piotr con un sorriso accennato.
“Eh eh, ammetto che l’avevo letto da qualche parte…Non sono mai stato una cima in latino. Beh almeno non quanto il secchione qui presente…”
“Cos’è invidia?”
“Un poco…” Fece Aaron ridendo.
“D’altronde….sei il bastardissimo secchione che aveva tutti i prof ai suoi piedi….”
Piotr si alzò dal letto e si diresse verso la porta, interpretando la parte del finto indignato indifferente.
“…però….” A quelle parole il biondino si voltò di nuovo verso di lui “….sei il miglior secchione che avessi mai potuto desiderare di incontrare.” E gli sorrise chiudendo l’occhio ancora utilizzabile.
Piotr, inaspettatamente, gli fece una linguaccia appena accennata, sorridendo a sua volta nel vederlo serrare un solo occhio.
“Ricorda: Beati monocoli…
….in terra coecorum.
“Ehi cos’è questa storia dei ceci????? Piotr, non vorrai cucinare ceci spero!!!!!! Che schifo!!!!!!! Se lo fai io ordino cinese!!!!!!” gridò qualcuno dalla sala.
“No Newt. Coecorum significa….Aaahhhh lasciamo perdere. Sarebbe uno spreco di parole spiegartelo.”
“Newt sei un ignorante!!!!!!!” gli gridò Aaron per stuzzicarlo.
“Cosa?????? Parla per te, invalido!!!!!!!”
Aaron scoppiò a ridere.
“Sei un bastardo, Newt!!!”
“Anche tu Aaron!!!!!!”
Questo lo fece ridere di nuovo.
Ma la sua risata si interruppe di colpo. Si voltò con uno scatto verso Piotr, quasi a volerlo trattenere con lo sguardo.
“Piotr…dov’è?”
“Intendi lui? Se ne sta occupando Newt.”
“Cosaaaaaaaaa???????”
“Sì, sono in soggiorno.”
“Non ci posso credere!!!!!!!! Piotr ma come puoi essere così sprovveduto?????? Lasciarlo nelle mani di Newt?!?!?!? E’ una follia!!!!” esitò un attimo “……..”
E poi l’illuminazione.
“Sei sicuro che il ragazzo sia ancora vivo???????”
“Non ti preoccupare Aaron.” Rispose Piotr intenerito da quell’inusuale affetto nei confronti di uno sconosciuto “Ti sembrerà strano…ma Newton se la sta cavando piuttosto bene. Direi che questa volta ci si può fidare.”
“Piooootr!!!!!!!!!” si sentì urlare di nuovo dal salotto “La supposta si deve prendere dalla bocca, vero?????”
Piotr reagì decisamente impassibilmente.
E dire che gli aveva appena dato fiducia…per una volta.
Che figura gli aveva fatto fare! Forse proprio per questo si ritrovò a rispondergli:
“Se sei tu a doverla prendere sì!”
Si voltò poi senza pensarci verso Aaron che aveva un’espressione alquanto scandalizzata.
“Tranquillo. Vado ad occuparmene io. Tu riposa mi raccomando.”
A quelle parole Aaron si sentì decisamente più sollevato. Non aveva nulla contro Newt….Ma lui era decisamente poco affidabile.
Si lasciò ricadere tra i cuscini.
Che dolore…
Non sentiva più le gambe. Il resto del corpo ancora ancora…Ma prima, quando aveva tentato di alzarsi dal letto, la fitta alle gambe era stata terribile.
Però….non aveva proprio voglia di restare a letto….
Aaron era sempre stato un tipo molto intraprendente e attivo. Non si lasciava mai abbattere da nulla, e ogni intoppo era una buona scusa per riprendersi e ricominciare da dove era rimasto. Più il mondo gli andava contro e più lui reagiva andandogli contro a sua volta. Non si era mai arreso. In nessun caso.
Nemmeno quella volta….
Cavolo devo fare qualcosa, odio essere servito e fare il mantenuto…proprio ora che dopo averle prese mi sento ancora più attivo non posso stare inchiodato a questo stupido letto!!!
Incrociò le braccia dietro alla testa, guardando il soffitto.
Però…
…un pisolino…
…forse potrei permettermelo…


***



“Newt io vado.”
“Come vai??? E dove???”
“Devo andare in farmacia a  comprare dell’alcool da usare come disinfettante e delle garze. E poi devo anche andare a riprendere le chitarre di Aaron.”
“Ma Piotr!!!!! Non puoi lasciarmi da solo con loro!!!!!!! Come faccio ad occuparmi di due persone contemporaneamente????”
Con-tem-po-ra…..sì l’ho detto giusto…
“Non starò via molto.”
“Ma Piotr, non posso….”
“No. Tu non ci vai.”
“Perché?????”
“Semplice. Sei inaffidabile.”
“Non è vero!!!!!”
“Non hai memoria. Non sai dove andare. Non sai maneggiare i soldi. Non ti ricordi dove metti le cose.”
“Macccheddici????? Non è assolutamente vero!!!!!”
“Ah no?”
“No!!!!”
“Newt?”
“Sì?”
“Dov’è Panda?”
“Che domande!!!! E’ in salotto!!!!”
“Portamelo.”
“Certo!!!”
Newt corse in sala a recuperare Panda. Non ci mise molto. Peccato che ritornò a mani vuote.
“Non c’è!!!!!!!!” gridò tornando verso Piotr.
“Zitto stolto. Vuoi svegliare tutti?!”
“Ma non c’è piùùùù!!!!!!”
Piotr alzò un sopracciglio.
“Aspetta. Panda. Salotto. Tu….” Disse Newt digrignando i denti.
“Io?”
“Dammelo!!!!!”
“Solo se ammetti di essere inaffidabile.”
“Giammai!!!!”
Giammai…?
“Va bene. Allora divertiti a cercarlo.”
“Stanne certo!!!! E lo troverò prima che tu possa dire “Newt sei un figo”!!!!”
“Perché tu credi veramente che io…..”
Ma non fece non tempo a finire la frase che…
Fiuuuuu!!!!
….Newt era partito in quarta, iniziando così la sua caccia al tesoro (peluche più propriamente…).
“Oh beh. Buona fortuna.”
“Piooooootr!!!!!!!!!” si sentì qualche minuto dopo “Brutto bastardo, hai nascosto Panda nel forno!!!!!!!!!! Ora te la faccio pagare!!!!!” poi però aggiunse, ricomponendosi leggermente “Ma comunque….te l’avevo detto io che l’avrei trovavo!!!!! Ora non puoi dire che sono inaffidabile, quindi posso andare io a prendere…..Piotr? Piotr?!?!?”
Nel frattempo Piotr se n’era già andato da un pezzo.  Esattamente subito dopo che se n’era andato Newt.
Si era messo le scarpe, si era infilato la sua giacca color grigio antracite ed era uscito di casa, richiudendo la porta dietro di sé.
Newt si guardò attorno, nel silenzio più assoluto.
“Uffffffaaaaaaaa!!!!!!!!! Quel doppio giochista d’un forbito se n’è già andato!!!!!”
Tornò stizzito verso il salotto.
“Uffi. E io adesso come faccio a stare nello stesso momento in due posti diversi???”
Volse lo sguardo verso Ulrich, che stava dormendo sul divano.
“Che palle, non posso nemmeno guardare la tv perché se no questo qui si sveglia!” breve pausa “A meno che….”


***



Chissà cosa ha intenzione di fare Aaron con quel ragazzo…
Pensò mentre stava percorrendo La Main Street di quella città.
Nonostante fosse un giorno lavorativo, c’era molta gente in giro. Beh c’è anche da dire che quella era pur sempre la strada principale…
In effetti più si avvicinava alla periferia e più le strade iniziavano a svuotarsi.
…comunque ora non è il momento di pensarci. Adesso la cosa importante è che stiano bene entrambi.
Alzando un poco lo sguardo Piotr scorse la farmacia alla propria destra. Deviò un poco il suo percorso e vi entrò con tutta la sua compostezza.
Non appena aprì la porta un campanellino collegato ad essa risuonò, per avvisare il proprietario dell’arrivo di un cliente.
A quel suono un ragazzo sui venticinque anni, accovacciato con fare annoiato sul bancone, si ricompose come se nulla fosse.
Era alto, dai capelli biondi lisci e chiarissimi, quasi bianchi, che gli scendevano tutti con un lungo ciuffo sulla parte destra del viso, ma senza coprirgli gli occhi, che erano invece di un colore azzurro intenso. Un neo spiccava appena sopra il suo labbro superiore, sulla destra. Il viso era magro e allungato, il fisico atletico. Indossava il tipico camice bianco da farmacista, o da dottore…tanto sono praticamente uguali.
Comunque era un camice. Ed era bianco.
Gli arrivava poco sotto le ginocchia, ma Piotr non poteva saperlo, dato che il ragazzo stava dietro il bancone.
C’erano solo loro due nella farmacia.
O almeno così sembrava.
 “Prego, mi dica.” Disse a Piotr come se non l’avesse appena beccato in fragrante ad oziare sul posto di lavoro.
Insomma…facendo finta di niente.
“Un flaconcino di alcool e delle garze, grazie.”
“Ecco a lei.Vuole anche una confezione di preservativi?”
Piotr, stupito, arrossì leggermente a quell’ inaspettata domanda.
“Non gliel’ho chiesta, grazie.” Rispose risoluto.
“E’ sicuro che non le servano? Abbiamo una grande offerta, sa?”
“Non mi interessa, grazie.”
“Ma abbiamo il “Compri due, paghi uno”!!! E’ un’offerta irripetibile!!!!!”
“Le ho detto: “No, grazie.” ”
“E’ fidanzato?”
“No ma…non sono affari che la riguardano.”
“Ma dai!!!! Non ci credo che un uomo alto, ben messo, dai lunghi capelli biondi, con gli occhi azzurri, prestante, e di tale fascino…insomma un fig…ehm cioè volevo dire….davvero non le servono?!”
“Ho detto di no.”
“Beh ma comunque troverà qualcuno con cui usarlo…qualche sveltina magari…sa si incontra tanta gente interessante in giro….” Gli disse ammiccando.
“No.”
“La preeeeeego!!!!!! Sono in eccedenza, non riusciamo a venderli, e se oggi non ne vendo almeno venti confezioni il mio capo mi licenzia!!!!! Per favore…..”
“Le ho detto che non…”
Il campanellino della porta suonò di nuovo.
“Ah!!! Salve capo!!! Il signore stava giusto comprando una di queste confezioni di preservativi in super-offerta che io gli ho caldamente consigliato!!! Non è vero???”
Piotr sospirò, rassegnato.
“Me ne dia uno…”
“Che fragranza?”
“E’ uguale….”
“Io le consiglio la cannella. E’ la più richiesta!” disse facendogli l’occhiolino.
Piotr lo guardò a bocca aperta, tra l’allibito e lo sbigottito. Aspetta. Allibito e sbigottito sono sinonimi. Va beh…avete capito.
In sostanza, gli penzolava la mascella inferiore da quanto quel tipo fosse inopportuno. Il suo atteggiamento era a dir poco fastidioso. E tutto per fargli comprare quei cavolo di preservativi.
Che rabbia….
E pensare che gli stava pure facendo un favore…
“Ecco qua .” disse il giovane farmacista porgendogli la borsa con i medicinali (e i preservativi) e lo scontrino.
Piotr pagò, prese la borsa con dentro i medicinali (e i preservativi) e uscì dal negozio (il più velocemente possibile e senza voltarsi minimamente).
“Scusa Ruf, ma…di quale offerta stavi parlando?!”
Fece il capo, entrato poco prima.
“Nessuna offerta, Chris. L’altro pacchetto di preservativi lo pago io. Ma ne vale la pena. Almeno ora so che quel figo è single…”
“Ahhhhh ecco perché gli hai detto che io ero il tuo capo!!!! Sei bravissimo a recitare la parte dell’allocco disperato!!!! Ruf, fattelo dire….sei proprio un genio!!!!”
“Lo so.”
Sorrise maliziosamente.
“….E oltretutto…ora ha anche i preservativi del mio gusto preferito...” disse rigirando tra le dita un preservativo alla cannella ancora impacchettato.

***



“Ecco fatto!” disse Newt con un ghigno mentre richiudeva la boccetta di gocce di sonnifero. Ne aveva messa una o due gocce in un bicchiere d’acqua.
Prese poi il bicchiere e, svegliandolo con una spintarella, lo diede a Ulrich che, ancora nel mondo dei sogni, ne bevve un po’ senza saper nemmeno cosa fosse.
Fatto ciò si rimise a dormire, come se nulla fosse successo.
Newt riappoggiò il bicchiere sul tavolo e alzò lo sguardo deciso, mettendosi entrambe le braccia piegate sui fianchi.
“Bene bene bene…diamo il via all’operazione “Liberazione del divano così quel figo di Newt può guardare la tv” !!!”
Aspettò qualche minuto che il sonnifero facesse effetto e poi….
“Oplà!!!”
…riprese di nuovo in spagnoletta Ulrich, che dormiva come un orso in letargo.
Pian pianino e ciondolando un po’, lo portò nella camera da letto di Aaron, cercando di non svegliare nemmeno quest’ultimo.
Scoprì la parte libera del letto (quella non occupata da Aaron) e vi adagiò con cura il serial killer. Lo ricoprì, gli diede un bacino sulla fronte e….aspetta. Un bacio sulla fronte?!?!?
“Ma che sto facendo????”
E così, resosi conto di cosa stesse per fare, sgattaiolò via come un topolino.
Arrivato in salotto si lanciò letteralmente sul divano, inneggiando un:
“Aaaaaaaahhhhh…..Finalmente!!!!!!”
Prese in mano il telecomando e appoggiò entrambe le gambe sul tavolino di fronte al divano.
“Fiuuuu….Che fatica…E che sete che mi è venuta….”
Senza pensarci molto (evidentemente) prese il bicchiere che c’era sul tavolo e bevve un sorso d’acqua.
Aaaaahhhhh….Ora sono finalmente libero e soddisfatto…solo ho una strana sensazione di…
“Sonno…….”
Qualche minuto dopo stava già russando come un ghiro.

***



Riaprì lentamente gli occhi, risvegliandosi sentendo un gran mal di testa martellargli il cranio. Vedeva ancora un po’ offuscato ma, appena ci vide abbastanza chiaro…
“Aaaaaaahhhhh!!!!!!!” urlò Ulrich al vedere il viso di Aaron vicinissimo al suo, quasi volesse baciarlo.
Spalancati gli occhi, si spostò indietro con uno scatto, allontanandosi da lui per lo spavento, e cadde rovinosamente dal letto. Il tonfo che fece con la schiena a terra era paragonabile a quello sordo di un pesante sacco di patate.
“Aaaaaaahhhhh!!!!!!!” urlò di nuovo, questa volta per il dolore provocatogli dalla caduta.
“Ma cosa….?” Disse Aaron svegliandosi, ma con un piede ancora nel mondo dei sogni.
“Scemobanana…..che ci fai lì?” disse poi sporgendosi dal letto.
Ulrich lo guardò con l’aria supplice con cui ti guarderebbe un insetto capovolto sulla schiena, che si dimena tentando di rigirarsi.
In quel momento Newt entrò di corsa nella stanza.
“Aaaaaaahhhhh!!!!!!!” gridò lui ‘sta volta.
“Aaaaaaahhhhh!!!!!!!” gli rispose Ulrich.
“Aaaaaaahhhhh!!!!!!!” fece di nuovo Newt.
“Aaaaaaahhhhh!!!!!!!” ricambiò Ulrich.
“Aaaaaaahhhhh!!!!!!!”
“Aaaaaaahhhhh!!!!!!!”
“Ma la volete piantare?????????” intervenne esasperato Aaron.
“Aaron che cacchio è successo????” domandò Newt esasperato.
“Non lo so, mi sono svegliato ed era già così…”
“Cazzo!!!!!! Se Piotr viene sapere che non sono riuscito a badare a voi per quindici minuti mi uccide!!!!! E poi continuerà a rompermi le palle dandomi dell’inaffidabile, dicendo che non so dove metto le cose, che non so tenere i soldi, che non ho cervello…. (e bla bla bla…) a vita!!!!”
Newt si avvicinò di corsa a Ulrich, che lo guardò decisamente terrorizzato.
Che cacchio vuole fare sto…
“Aaaaaaahhhhh!!!!!!!”
Newt l’aveva appena tirato per una gamba.
Ma che cazzo…?!?
“Aaaaaaahhhhh!!!!!!!”
Newt l’aveva appena tirato per un braccio.
Fa male brutto coglione!!!!!
“Che cacchio faccio adesso?!?!? Aaron, aiutami!!!!!”




***



Che gente che si trova in giro al giorno d’oggi…
E intanto, camminando camminando, era già giunto al bar del padre di Mag.
“E’ permesso?” chiese entrando, vedendo che non c’era nessuno.
In effetti di giorno il locale era pressoché vuoto. Si riempiva la sera. E la notte.
Piotr si guardò un po’ attorno, ma non vide nessuno.
“Signor Lewis?” chiamò in cerca del padre di Mag.
Nessuna risposta.
Entrò comunque e si diresse verso il bancone dove, teoricamente, doveva esserci qualcuno. Ma non vi era nessuno nemmeno lì.
“Signor Lewis..?” disse alzando un po’ la voce.
“Ciao Piotr!”
Improvvisamente Mag uscì dal retro del bancone, dove c’erano la cucina e il magazzino.
“Ah Mag!” disse allietato di aver trovato qualcuno Come mai qui? Non dovresti essere a facoltà?”
“No….il lunedì non ho lezione….”
“Ho capito. Ascolta, sono venuto a prendere le chitarre di Aaron…”
“Sì!” affermò contenta che gliel’avesse fatto intendere “ Le ho sistemate stamattina, sperando che veniste a prenderle. Te le porto subito!”
Corse veloce via in direzione del palchetto ancora allestito, e ne tornò con in mano entrambe le chitarre nelle rispettive custodie.
“Ecco qua!”gli disse sorridendo.
“Grazie Mag.”
“Figurati!”
“Ok allora io vado. Ci vediamo in questi giorni.” Rispose mettendosi in spalla le chitarre.
Ma Mag improvvisamente, accortasi che Piotr era in procinto di andarsene, si aggrappò velocemente a lui e lo strinse forte a sé.
Piotr, preso alla sprovvista da quel gesto inaspettato, spalancò gli occhi e serrò forte  le labbra.
Lui non amava quel genere di dimostrazioni d’affetto, dette volgarmente “smancerie”. Baci, coccole, carezze…. ma soprattutto gli abbracci. Non importava se fosse da parte di uomo o donna. E non per il gesto in sé che, anzi, era molto apprezzabile. Un bellissimo segno d’affetto. Il motivo era piuttosto futile in realtà. E magari anche un po’ infantile.
Semplicemente…perché lo facevano arrossire. E lui lo sapeva. Ma spesso (se non sempre) faceva finta di non accorgersene.
Come ora.
Un lieve rossore infatti aveva iniziato a colorargli entrambe le guance. E si faceva via via sempre più intenso con l’aumentare della stretta.
La vergogna lo contrariava. Gli dava immensamente fastidio non poterne avere il controllo. D’altronde…una persona così razionale ed equilibrata come lui…non si lasciava andare spesso al fluire delle emozioni. O almeno non a quelle involontarie…In un certo qual modo voleva avere anche il controllo dei propri sentimenti…dei propri gesti. Anche se in minima parte…ma doveva. Quando dimostrava il suo affetto agli altri…come a Newt ad esempio…era lui a volerlo. E a controllare le proprie azioni. Ma quel rossore inevitabile, il battito del cuore che aumentava a poco a poco…lo spaventavano un po’…Si forse era quello il motivo. Solo un po’ di paura a lasciarsi andare. Preferiva altri modi, altre vie d’uscita, altre scappatoie…
Inaspettatamente Mag iniziò a singhiozzare tra le sue braccia. Senza pensarci molto questa volta, Piotr ricambiò l’abbraccio. Si sentì quasi in dovere di farlo. O forse semplicemente voleva farlo…
Ma perché Mag aveva avuto quella reazione? Sapeva benissimo che questo genere di cose lo infastidivano parecchio…
“Mag…non piangere…” riuscì solo a dire un po’ titubante.
“Piotr….Aaron sta bene, vero?” domandò Mag tra i singhiozzi.
“Sì…non ti preoccupare…Aaron sta benissimo…”
Era spaventata. Aveva paura. Per questo aveva cercato il suo abbraccio. Aveva solo bisogno di un po’ di sicurezza, di qualcuno con cui sfogare la propria preoccupazione...
E quando Piotr l’ebbe capito, sorrise dolcemente.
Poi la prese per le spalle con entrambe le mani.
“Ehi…” le disse invitandola a guardarlo.
Mag alzò un poco lo sguardo, che si incrociò con il suo.
“Non è successo nulla. Tranquilla….ce ne stiamo occupando io e Newt. E di noi ti puoi fidare. Beh non so quanto Newt sia affidabile…”
Nel sentire quell’ affermazione, a Mag scappò un risolino spontaneo.
“….ma sicuramente puoi contare su di noi.”
Lei lo guardò, sorridendogli fiduciosa.
“Grazie Piotr.” Gli disse asciugandosi le lacrime.
“Sempre a sua disposizione, madame.”
“Maaaaaaag!!!!!!! Dove sei?????? Mi devi aiutare a fare quel disegno di arte per domani!!!!!!”
Mag a quelle parole si voltò verso la direzione da cui proveniva quella voce.
“E’ meglio che tu vada prima che Viola ti veda!” disse poi, tornando a guardare Piotr.
Era ridiventata sorridente come sempre.
Era questo, pensò Piotr, che la accomunava tanto ad Aaron. Entrambi sempre felici, e spensierati, come se non avessero nessun tipo di problema. Anche se in realtà, ne avevano molti anche loro…Ovviamente era anche più logico che lei fosse un po’ più fragile di lui, dato che era donna…però avevano un ottimismo e una voglia di vivere che erano veramente impareggiabili.  
“Vado allora. Alla prossima.”
“Ok. Ciao ciao Piotr!” Rispose lei senza dire altro.
Piotr soppesava molto le parole. Non ne aggiungeva mai una di troppo. Ma era appunto  Piotr anche per questo…pensò Mag con tenerezza.
Uscì dal locale, deciso a ritornare finalmente a casa.
Iniziò ad aumentare il passo in quanto, per una cosa o per l’altra, si già era fatto un po’ tardi. Poi un nuovo pensiero gli sfiorò veloce la mente.
Mmmmm….chissà se alla fine Newt ha trovato Panda…
Pensò divertito.




***



Tac.
Tac.
Tac.
Cazzo!!!! Sta arrivando!!!!! Sento il rumore dei suoi passi!!!!!

***



Tac.
Tac.
Tac.
Scommetto che Newt ne ha combinata una delle sue…meglio sbattere forte i piedi così che rimetta tutto in ordine prima che io entri…

***



“Sono tornato…”
“Ciao Piotr!” fece Newt giungendo all’entrata con un super sorriso innocente. Cioè, volevo dire…smagliante!
“Ti senti bene?”
“Sìsì benissimo!!!!!”
Ok è successo qualcosa.
“Uhm. Ok.” Rispose Piotr appoggiando a terra le chitarre.
Fiuuu… Non mi ha scoperto…
Pensò Newt facendo già  per svignarsela.
“Come stanno Aaron e il ragazzo?”
“Eh?!?!”
“Aaron. A-a-r-o-n. Ti ricordi chi è, vero?”
“Certo che me lo ricordo…! Che domande!!!!”
“Sai, con te non si sa mai….”
“Eh eh già….” Iniziò a sudare freddo “ Cioè, volevo dire….non è vero!!!!”
“Sicuro di stare bene….?”
“Ti dico di sì!!!! Piuttosto….vuoi una mela???” concluse Newt col suo sorriso innocente in Mentadent style.
E tirò fuori una mela da chissà dove. Non pensate male, non da lì….
“No…grazie…” rispose Piotr guardandolo male.
E’ decisamente successo qualcosa.
“Piuttosto….ho un regalo per te.”
“Davvero????? Graaaaaazieeee!!!! Non dovevi!!!!! Cosa mi hai preso? Cosa mi hai preso? Cosa mi hai preso????”
“Tieni.”
Newt analizzò il regalo, rigirandolo tra le mani. Per trarre poi la sua conclusione.
“Dei preservativi?!?!?! Piotr……stai per caso cercando di dirmi qualcosa…???”
“No.”
“Fiuuuu…meno male. Stavo già temendo il peggio…E poi in effetti regalare un preservativo non è il modo migliore per dichiararsi….ti avrei consigliato un mazzo di rose, dei cioccolatini, magari i biglietti per un concerto, o magari anche….”
Piotr intanto aveva già lasciato Newt a parlottare (a questo punto da solo) sulla soglia per dirigersi invece verso il salotto.
“Newt?”
“….sì?”
“Dov’è il ragazzo?”
“Ehm….è in bagno!!!”
Piotr lo guardò male, in quanto probabilmente Newt pensava fosse uno scemo.
“Non riusciva a muoversi.”
“Davvero….?”
Cazzo questo particolare mi era sfuggito…
“Beh comunque….l’ho accompagnato io! Me l’ha chiesto lui!!!!”
“Chiesto?”
“Sì!!!!”
“Strano che abbia scelto proprio te come persona a cui rivolgere la prima parola. E’ come se un neonato dicesse la sua prima parola ad un sasso. Senza offesa per i sassi s’intende.”
“Stronzoooo!!!!”
“Va beh. Non ho voglia di litigare. Vado a vedere come sta Aaron.”
“Noooooooo!!!!!!” gridò Newt sporgendosi a braccio teso verso Piotr.
“Perché no?”
“Perché…..ci penso io!!!!!”
“No grazie, voglio sentire come sta.”
“Potrai farlo dopo!!!! Vai a preparare da mangiare che è meglio!!!!”
“No.”
“Vai a fare una passeggiata?”
“No.”
“Riordinare la stanza?”
“No.”
“Fare il bucato?”
“No.”
“Fare una passeggiata?”
“L’hai già detto.”
“Fare una pisciatina…?”
“No. Ma. Aspetta. Non c’era il ragazzo in bagno?”
Newt si fossilizzò nel giro del nano di un nano secondo.
“Ahahaha che scemo!!!!! Me n’ero già dimenticato!!!! Eh eh visto che memoria? Proprio come dicevi tu!Come dicevi?”Non ti ricordi dove metti le cose”!!! Avevi proprio ragione!!!!”
“Io vado.”
“No, no aspetta!!!!” e iniziò a tirarlo per il maglione.
Piotr aprì pian piano la porta della camera da letto di Aaron.
Nulla poteva fermarlo.
E vi trovò dentro Aaron, per l’appunto, semi disteso sul letto.
“Ciao Piotr!!!!” fece Aaron agitando la manina e facendo anche lui un super sorriso.
“Ciao….come stai?”
“Tutto bene!!!”
Newt, da dietro a Piotr, iniziò a muovere la mano col palmo verso l’alto facendole fare dei cerchi intorno al polso, per intimarlo a continuare a parlare.
“Ehm…sì…com’è il tempo fuori Piotr?”
“Uhm…bello…Aspetta che vengo a sistemarti le coperte…”
“Nooooo!!!! Cioè…” fece Aaron di rimando.
Piotr si bloccò sul posto.
Newt iniziò disperatamente a fare con la mano il gesto del “taglio della testa” o decapitazione, per intimarlo questa volta a smettere.
“….volevo dire che…non è necessario!!!!”
“Ok… Ma forse vuoi che ti sistemo il cuscino…”
“Nooooo!!!!!” fece ancora Aaron.
Piotr si fermò di nuovo.
Questa volta Newt iniziò disperatamente a fare gesti indicando l’uscita della stanza per invitare Aaron a fare in qualche modo uscire Piotr dalla stanza.
“Piotr…potresti…ehm….portarmi…un bicchiere d’acqua?”
“Va bene…” disse Piotr che, prima di uscire si voltò a guardare quei due che, nello stesso momento, gli fecero entrambi il super sorriso.
“Newt ti rendi conto che stai facendo una stronzata vero?!? E che ti sto aiutando solo perché mi hai minacciato di dar fuoco alle mie chitarre dopo avermi legato al letto (e so che hai le facoltà mentali per farlo)????”disse Aaron con veemenza ma a bassa voce.
“Sì sì lo so!!!!” fece Newt altrettanto a bassa voce.
“Dobbiamo trovare il modo di farlo uscire di nuovo dalla stanza!!!” aggiunse.
“Ecco l’acqua…” disse Piotr rientrando.
“Grazie!!!Gliela do io!!!!!”
“Nessun disturbo Newt. Posso dargliela da solo.”
“Ti dico di non fare questo grande sforzo!!!!”
“Ho detto di no.” Disse Piotr avvicinandosi ad Aaron.
Ma in quel momento un lembo di coperta sbucò da sotto il letto.
Piotr non lo vide e ci inciampò, cadendo rovinosamente a terra e lanciando il bicchiere (fortunatamente di plastica) addosso ad Aaron, infradiciandolo tutto.
Ma aspetta…come si fa ad inciampare in una coperta se basta schiacciarla per evitarla?
Piotr, innervosito, si voltò verso ciò in cui era inciampato.
La coperta.
“Chi caspita ha messo qui questa…” sollevò la coperta da terra e ne sbucò fuori un braccio.
Lo guardò con aria interrogativa.
Si abbassò poi per guardare sotto il letto.
Newt si stava mangiando le unghie.
“Ma cosa…”
Piotr vide nel buio due occhi terrorizzati che lo fissavano da sotto il letto.
Fortunatamente il letto sotto era lindo e molto pulito…Altrimenti, per ovvie ragioni che ora non vi sto a spiegare, Piotr non ci avrebbe guardato sotto.
Prese il braccio sporgente e lo tirò verso di sé.
Ne uscì Ulrich, tutto impaurito e con un panino con la Nutella che gli tappava la bocca.
Piotr cominciò a digrignare i denti, ruotando lentamente la testa verso Newt, che intanto stava cercando di svignarsela lentamente dalla stanza.
“Newt….” Disse a bassa voce.
“….sì?” fece l’altro titubante.
“HAI IL CERVELLO NEL CELLOFAN??????????????????????”
“Ma…ma… io…”
“SEI TOTALMENTE FUORI DI TESTA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!”
“…io volevo solo…”
“ZITTO!!!!!!!!”
Poi Piotr si ricompose.
Da così a così.
“Stasera niente cena.”
“COSA???????????????” fece stavolta Newt.
“Hai capito bene.”
“Ma se non mi hai nemmeno fatto il pranzo!!!!!!!!!!!!!!”
“Ancora meglio.”
“Ma non mangio da stamattina!!!!!!!!!!!!!!”
“Ancora meglio.”
“Ma sono affamato!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!”
“Ancora meglio.”
“Uffi!!!!!!!!!!!!!!” disse Newt andandosene fuori dalla stanza arrabbiatissimo.
Piotr poi si rivolse a Ulrich, ancora a terra.
“Vieni qua…”
Lo sollevò pian piano e lo adagiò sul letto di Aaron, a fianco a lui.
Ulrich guardò Piotr con degli occhi luccicanti di gioia in stile “Mio eroe!!!!”…
“Tu centri qualcosa Aaron?” chiese Piotr sedendosi sul letto.
“No…anzi ora che ci penso….ho due paroline da dire a Newt perché non mi aveva detto che avrebbe messo il ragazzo sotto il letto, doveva solo lasciarlo qua disteso a fianco al letto…comunque devo dire mea culpa perché nonostante tutto l’ho coperto…Certo, ha stravolto i piani…ma non dovevo nascondere le sue malefatte…Scusami Piotr.”
“Non devi scusarti con me.”
Aaron si voltò verso Ulrich, sdraiato accanto a lui.
Ma non disse nulla.
Piotr si alzò a fece per uscir dalla stanza.
“Piotr….” aggiunse Aaron mentre l’amico se ne stava andando “…non esser cattivo con Newt…ce l’ha messa tutta…ha fatto tutto questo perché non voleva deluderti…”
Piotr uscì, senza rispondere.
Aaron rimase solo nella stanza insieme a Ulrich che, per forza di cose, fissava il soffitto. Avrebbe voluto cambiare posizione…ma era paralizzato dal dolore.
Anche Aaron, accanto a lui, guardava il soffitto.
Dischiuse un poco la bocca, in procinto di dire qualcosa, ma si bloccò nel vedere Ulrich girarsi, gemendo con fatica, rivolgendogli la schiena. Poi si portò la coperta fin sopra la testa e chiuse gli occhi….ma non voleva dormire…(chissà cosa si sarebbe ritrovato di fronte questa volta quando si fosse svegliato!) ma solo ritagliarsi uno spazio per sé. Anche se non era solo.
Aaron sospirò.
Probabilmente il ragazzo ora voleva dormire…
Ci riflettè un attimo…ma poi decise di parlare comunque.
“Ascolta…Scusa per prima…davvero…abbiamo sbagliato, sia io che Newt, anche se non l’abbiamo fatto con cattiveria (e anche se Newt ha cambiato i piani…)…Sai….” Aggiunse poi con un attimo di esitazione “…mi piacerebbe sapere il tuo nome…perché non mi piace chiamarti e sentirti chiamare “quel ragazzo” o “il tuo amico” piuttosto che “serial killer” (non chiedermi il perché di quest’ultimo…)….Non c’è un motivo particolare per cui dovresti dirmelo….e inventarne uno non varrebbe la pena…e poi non voglio mentirti…non mi piace mentire.” Fece una breve pausa.
Poi riprese  
“Prima…mi stavo chiedendo anche come mai ti hanno pestato ieri sera…sono sicuro che non te lo meritavi…Non saprei spiegarti il perché…ma io…” esitò per un momento “…sento di potermi fidare di te.”
A quelle parole Ulrich, preso alla sprovvista, sbarrò gli occhi.
“Comunque non ti preoccupare...” riprese Aaron “…ci prenderemo cura di te anche se  non parli.” disse e sorrise tra sé.
“Beh…scusa se ho disturbato il tuo sonno…oppure buona notte se sei sveglio e vuoi dormire un po’.”
Aaron si fece passare entrambe le mani sotto la nuca, come faceva di solito mentre rifletteva guardando il soffitto.
Lanciò un occhiata con la coda dell’occhio al ragazzo che gli stava accanto, e sorrise teneramente.
Poi riprese a guardare il bianco soffitto, assorto nei suoi pensieri.
“Ulrich.”
Sentì  dire dall’ammasso di coperta accanto a lui.
Aaron, credendo di aver avuto un’allucinazione sonora, guardò confuso l’ammasso di coperta. Poi riprese a guardare il soffitto.
L’ammasso di coperta sbuffò.
“Mi chiamo Ulrich.”
Aaron si voltò di nuovo verso di lui, con gli occhi più luccicanti di due stelle natalizie. Successivamente fece una cosa che non avrebbe dovuto assolutamente fare. Ma se ne accorse solo con il senno di poi.
Si fiondò letteralmente su Ulrich.
“Che bellooooooooooo!!!!!!!!!!!!!!!!!” gridò.
“Aaaaaaaaaahhhhhhhh!!!!!!!!!!!!!!!!!!” gridò Ulrich di rimando.
“Oh scusa scusa scusa!!!!!!”
Ulrich sospirò di nuovo.
“Che bellooooooooooo!!!!!!!!!!!!!!!”
L’hai già detto…
“Ma allora parli!!!!!!!”
Ti avevo già detto grazie, non ricordi?!
“Ma allora….sai parlare???????”
Ti prego non farmi rispondere a questa domanda…
Intanto Piotr e Newt erano accorsi all’udire l’urlo disperato di Ulrich.
“Newt, porta qualcosa da bere!!!!!” fece Aaron tutto contento.
“Agli ordini capo!!!!”
Aaron, volendo raggiungere Piotr, scese dal letto per correre verso di lui a dargli la notizia.
Ma cadde rovinosamente non appena appoggiò i piedi a terra.
Fortunatamente Piotr lo sorresse con prontezza.
Mentre veniva sollevato, Aaron si voltò verso Ulrich, che era ancora sotto l’ammasso di coperta. Ulrich di rimando lo guardò, facendogli un sorriso un po’ sforzato, forse perché era imbarazzato dalla situazione.
Ebbe un’idea.
Guardò Aaron, che gli stava ancora sorridendo mentre veniva sostenuto da Piotr, e gli fece un gesto appena accennato, ponendo entrambe le mani giunte sotto un orecchio.
“Oh!” fece Aaron in risposta.
Intanto Newt era giunto con le bibite.
“Allora???? A cosa si brinda???”
“Nulla nulla. Andiamo Newt. Brindiamo in cucina.”
Newt lo guardò con aria interrogativa…
Ma poi i tre uscirono pian piano dalla stanza, richiudendo la porta dietro di sé.
In realtà Ulrich non voleva dormire veramente (non sapeva neanche se ci sarebbe riuscito…) però….si era sentito a disagio….Tutta quella folla di gente…e lui era il protagonista dell’evento. Si era sentito proprio come una star paparazzata…
Chissà come andrà a finire…
Si domandò.
Ma poi inorridì.
Il problema….è che sono io a dover decidere come andrà a finire…
“Newt! Vai in camera nostra a guarda dietro il tuo armadio. Dovrebbero esserci ancora le tue stampelle, quelle che hai usato dopo che un bel giorno hai deciso che scendere le scale saltellando con un piede era una cosa divertente…”
“Ah ah ah molto spiritoso!!!!”
“Muoviti.” Concluse Piotr in tono serio.
Newt se ne andò sbuffando (come al solito) nella sua stanza, da cui ritornò con le stampelle.
“Ecco qua!” disse porgendole ad Aaron.
“Grazie Newt.” E gli scompigliò i capelli con una mano.
“Ehi!!!! E’ questo il tuo modo di ringraziarmi???”
Aaron si mise a ridere.
“Scusa scemobanana…”
Newt si voltò di spalle, facendogli una linguaccia, che poi però accompagnò con un occhiolino.
“Vuoi metterti addosso qualcosa Aaron? Sei in boxer…” domandò Piotr.
“No, va bene così….non sono accaldato ma sto bene in boxer.”
“Allora??? Andiamo a brindare???” saltò su Newt.
“No. Tu stai in salotto. Noi andiamo a mangiare.” Gli rispose serio Piotr.
“Ehi!!!!!”
“Sei in punizione, te l’avevo detto. Stasera niente cena.”
“Uffaaaaa!!!!!!” si lamentò andandosene in salotto carico del suo orgoglio.
Peccato che l’orgoglio non si possa mangiare, altrimenti sarebbe stato più che sazio.
Gli altri due, invece, andarono in cucina.
Piotr aiutò l’amico a sedersi, poi si spostò verso i fornelli. Per cucinare si mise il suo grembiule, quello con sopra disegnato un grande girasole giallo. Lo indossava sempre per cucinare, anche per le cose più semplici. A volte lo metteva anche per preparare il caffè…
“Cosa vuoi da mangiare?”
“Uhm….mi faresti una crepe?  Con la nutella…”
“Certo. Ci metterò un secondo.”
Mentre Piotr iniziò a prepararla, Aaron sfogò la sua contentezza con lui.
“Piotr….sono felice.”
“Strano. Tu sei sempre di buon umore.” Disse l’altro quasi a prenderlo bonariamente in giro.
“No no ma ora davvero molto!!!!”
“Ah sì? Cos’è successo di così bello?”
“Ulrich mi ha parlato!!!”
“Chi è Ulrich?”
“Ulrich è il ragazzo! Mi ha detto che si chiama così!”
“Ah capisco…Beh sembri molto contento di questo.” Disse Piotr accennandogli un sorriso da dietro i fornelli.
“Sì, molto! Sono sicuro che questo è solo l’inizio di una bella amicizia!”
“Sì, può essere.”
“No no ne sono sicuro!”
“E’ bello vedere quanto la cosa ti renda immensamente felice.”
“Già….ho tanta fiducia nel futuro.”
“L’hai sempre avuta. Fa parte di te averla.”
“In effetti….hai ragione…ma questa volta è diverso…mi aspetto molte cose positive da quest’esperienza.”
“Ne sono felice.”
“Sono molto determinato. Non me ne andrò finchè non sarà tutto chiaro e limpido. Non dico che dovremo per forza andar d’accordo…ma voglio fare tutto il possibile per lui e perché stia bene. Perché secondo me c’è qualcosa di triste in lui….guarda solo il fatto che non sia tornato dalla sua famiglia in questi giorni. Ammesso che ne abbia una….Secondo me qualcosa non va…e voglio dare il meglio di me perché la cosa si risolva al meglio.”
Aaron….sei il solito buon samaritano…
Pensò Piotr tra sé e sé e sorrise.
“Sei ammirevole per questo.” Disse Piotr appoggiandogli il piatto con la crepe pronta e piegata sul tavolo.
“Grazie Piotr. Ma io credo che ogni persona sia ammirevole nel momento in cui è sinceramente sé stessa. Come la limpidezza di un fiume e la lucentezza del sole…Non è cosa da poco essere sé stessi…”
Piotr non rispose. Fissò il suo sguardo sulla finestra, osservando il mondo fuori da lì, perso nelle sue considerazioni. Aaron non si aspettava da lui sontuose conversazioni. Piotr era sempre stato uno di poche parole. Preferiva esprimersi con i gesti….ed era veramente una cosa bellissima.
Piotr si avvicinò lentamente ad Aaron e gli mise una mano sulla spalla. Poteva non sembrare gran che…Ma Aaron sapeva che quel gesto era una risposta più grande di qualsiasi altro inutile giro di parole.
Non parlarono più. Il silenzio però trasmetteva le loro parole e i loro pensieri come suoni di echi lontani. Di due persone che si capiscono anche senza bisogno di rivolgersi parole, e che si vogliono bene anche solo con la loro presenza.
Aaron finì di mangiare e cercò di alzarsi, aiutandosi con le stampelle.
Piotr era sempre lì al suo fianco, pronto a sorreggerlo in caso avesse bisogno d’aiuto.
“Senti Piotr….io vado a letto, sono molto stanco. Grazie mille per la cena.”
“Ma figurati, non devi neanche dirlo.”
“Buona notte Piotr.”
“Buona notte Aaron.”
Aaron andò pian piano in camera, cercando di fare meno rumore possibile. Quando entrò vide che questa volta Ulrich stava dormendo davvero. E non era più nascosto sotto l’ammasso di coperte. Si poteva chiaramente distinguere il suo viso addormentato e semi coperto dai lunghi capelli castani.
Aaron sorrise dolcemente, verso quello che gli pareva essere un suo fratellino. Poi scoprì piano la sua parte di letto, e vi si infilò adagio adagio.
Non ci mise molto ad addormentarsi…era stanchissimo anche lui dopo tutta quella giornata travagliata…
Piotr intanto si mise a lavare il piatto, le posate e il bicchiere usati da Aaron.
Mentre si asciugava le mani nel grembiule che aveva addosso, sbirciò verso la sala e vide che tutte le luci erano spente. Solo il riflesso delle immagini del televisore colorava la parete.
Ma dov’è…?
Si diresse pian piano verso il salotto, asciugandosi ancora le mani. Giunto lì, vide Newt, accoccolato come un bimbo, addormentato sul divano, mentre stringeva Panda tra le braccia. In una mano vide che stringeva anche il preservativo che gli aveva regalato quello stesso giorno. Questo fece sì che nel buio della stanza si vide un sorriso quasi impercettibile dipingersi sul viso di Piotr.  Si avvicinò all’amico che sonnecchiava dolcemente, lo prese tra le braccia e lo portò nel suo lettino, nella loro camera da letto.
Quel giorno si era sentito un po’ come la mamma chioccia di tutti…ma era felice di esserlo stato.
Coprì bene Newt, gli sistemò il cuscino e richiuse lentamente la porta.
Poi tornò in cucina, deciso a pulire il tavolo e ciò che era rimasto da sistemare.
Ci mise un po’ più del dovuto a mettere tutto in ordine.
Chissà perché…
Dopo aver sistemato tutto ed essersi preparato per andare a dormire, spense la luce in cucina si diresse verso la sua stanza, al buio.
Teneva qualcosa in una mano. Ma era molto difficile distinguere cosa fosse.
Aprì lentamente la porta della camera per non svegliare Newt.
Poi poggiò sul comodino dell’amico ciò che teneva in mano e si infilò con cura sotto le coperte del proprio letto.
Un intenso profumo di Nutella calda iniziò a pervadere tutta la stanza…

“…non esser cattivo con Newt…ce l’ha messa tutta…ha fatto tutto questo perché non voleva deluderti…”




Nota dell'autrice:

Ehi! Ciao a tutti! ^-^
Solito spazietto ringraziamenti/chiarificatore (in caso abbiate domande da farmi)/risposte alle recensioni/commenti miei :)
Uffff.....che fatica scrivere questo capitolo...
non finiva più! XD
però è stato molto divertente scriverlo!
e spero lo sia stato altrettanto leggerlo! ^-^
Beh poi ovviamente c'era anche una parte più dolce e introspettiva soprattutto per Piotr, protagonista indiscusso del capitolo ;)
Devo dire che Piotr è uno dei miei personaggi preferiti anche se li amo tutti indistintamente (cosa piuttosto ovvia dato che sono frutto del mio cuore e della mia mente bacata :) in quanto ognuno di loro rispecchia un lato diverso di me...
davvero, ogni volta che scrivo e leggo di ognuno loro, ci vedo dentro me stessa.
E' fantastico! ^-^
Però...c'è comunque da dire che Piotr incarna, quasi alla perfezione, la figura del mio mio uomo ideale! XD

Ora.
Ringraziamenti.

Ruin & mady
Il solito, che dire.
Grazie grazie grazie di tutto. Ormai questa storia è entrata a far parte della nostra vita quotidiana e ci lega ancora più stretta l'una all'altra...e di questo sono molto orgogliosa ^-^
Mi auguro di non deludervi mai dato che la storia vi piace molto e vi siete affezionate molto anche voi a tutto ciò che essa è e rappresenta per me.
E poi siete state voi a costringermi a pubblicarla, io non volevo nemmeno.... - . -"
Comunque....
Grazie di tutto! (soprattutto del sostegno e delle pagine html XP )

Ms Murder
Ehhhhhh è innegabile che Jude sia egoista e molto irascibile....ma non lo è per caso ;)
sì è un po' insopportabile....ma secondo me è il personaggio più umano di tutta la storia.
Comunque non posso svelarti nulla, nemmeno su Grief, ma spero vivamente di essere diventata così banale e prevedibile :)
So come continua con loro due e, non potendo svelare nulla, spero solo di non cadere nell'ovvio.
Ma questo, se ti va, me lo potrai dire tu la prossima volta ;)
Una curiosità...come mai tutta questa preoccupazione per Grief (se posso chiedere)? :)
Ti piace particolarmente? ^-^
Comunque.
Grazie mille per le tue recensioni (sempre apprezzatissime :), i complimenti e anche solo il fatto di continuare a leggere questa storia! ^-^

Altri ringraziamenti vanno a BAMBOLOTTA, pieno_pieno e a ColdFire.
Grazie mille per avermi aggiunto tra i preferiti e tra i seguiti! :)
Spero di non deludervi! ^-^

E ringrazio anche tutti quelli che mi tengono
tuttora tra i preferiti e i seguiti e anche chi fa solo una capatina a leggere :)
Grazie davvero, sono molto onorata del vostro supporto!

Ora vado!

Al prossimo capitolo! ^-^

baxbax

niebo




  
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