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Autore: La Ragazza col Cappotto Bianco    11/05/2010    3 recensioni
"Sei mai stato innamorato?" da quella domanda del Conte Max, il cuore di Lorenzo andò in tilt. Il problema è che per Flor erano andati in tilt tanti cuori: quello di Franco, quello di Massimo e ora anche quello di Lollo. Tre storie intrecciate, tre storie di tre uomini innamorati della stessa donna. Franco, Max o Lorenzo?
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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1. Sei mai stato innamorato?

 

È una di quelle mattinate che inzia male, per il conte Massimo Augusto Calderon de la Hoya.

Il bel moretto era appoggiato alla credenza, cercando di aprire in tutti i modi un cartone di latte trovato in frigo.

"Guardatemi..." pensava intanto, spazientito. "Guardate come mi sono ridotto..." e diede uno strattone al cartone, tanto forte che cadde sul pavimento esplodendo sul tonfo.

Max lanciò un grugnito e cominciò a tamponarsi i pantaloni schizzati di latte con un fazzoletto.

In cucina era appena entrato Lorenzo, spingendosi su una sedia a rotelle come sempre, seguito da Greta che aveva già le mani nei capelli vedendo il disastro del conte.

"Cosa afere fatto!" gridò la tedesca sorpassando Lorenzo.

"Mi...mi dispiace, Greta" mormorò con la voce di un topo Massimo, e si andò a sedere al tavolo, coprendosi la faccia con le mani.

Lorenzo strisciò da lui, aprendo la bocca come per dire qualcosa, ma sobbalzò all'indietro appena Max sbatté un pugno sul tavolo, come per liberare tutta la sua rabbia.

    "Va tutto bene..." sospirò il conte. L'autocontrollo gliel'avevano insegnato, in fondo.

Ma per quanto volesse bene ai bambini, per quanto si fosse affezzionato alla casa Fritzenwalden e...beh, a Florencia, non riusciva ancora a non sentire la nostalgia della bella vita.

Si girò verso Lorenzo, e lo vide immerso nei suoi pensieri.

In realtà, quell'uomo gli era da sempre sembrato un pò strano, ma ultimamente lo vedeva pensieroso, come...come innamorato.

Chissà cosa frullava nella testa di quell'uomo. Non doveva essere bello stare su una sedia a rotelle.

Poche volte Max faceva caso al generale.

Alla sua vita, al suo passato, ai suoi sentimenti. Non ci pensava mai.

Non era per cattiveria, era che...lo vedeva solo come... per cosa lo vedeva?

Ma di certo, Massimo Augusto Calderon de la Hoya non aveva certo tempo per pensare a un generale paralitico, con tutto quello che lo tormentava.

Tutelare i bambini, badare ai soldi, alla casa, al bene di tutti, a Flor...oh, Flor.

Però vedendolo pensieroso, per un attimo si domandò che cosa vagasse nel cuoricino di Lorenzo.

Chissà se aveva una donna nel cuore, come lui aveva Flor. Si, oramai Massimo si stava innamorando di Flor.

Magari si sarebbero potuti confidare...l'uno con l'altro.

"Sai qualcosa di Flor?" gli chiede il conte - è andata a portare i bambini a scuola, ma dovrebbe essere tornata da un pezzo.

"No...non saprei" mormorò Lorenzo fissando un punto vuoto. Appena il conte Max aveva pronunciato quel nome, Flor, Lorenzo si era sentito tremare il cuore.

Come se Cupido esistesse veramente, e in quell'istante avesse fatto breccia nel cuore del finto generale russo.

Qualcosa di inspiegabile, qualcosa di diverso.

Fuochi d'artificio, scoppiati da tutte le parti, un tumulto...d'amore.

Con Delfina, Lollo aveva avuto parecchi tumulti. Ma la maggior parte erano di rabbia, di gelosia.

Voglia di vendetta.

Delfina, sua moglie. La amava moltissimo. Aveva lottato per averla.

E cosa aveva guadagnato? Una suocera che lo chiamava hippie rognoso.

Ma per Florencia...era diverso. Non provava tutti quei risentimenti, verso di lei.

Provava voglia di stringerla, accarezzare i suoi lunghi capelli.

Ma non era solo da quel momento. Da un pò di giorni Lollo si sentiva...così.

Max batté un altro pugno sul tavolo, e a quel punto si stava alterando veramente.

"Per diavolo, Lorenzo" disse tenebrosamente arrabbiato.

Il finto generale uscì per un attimo dai suoi pensieri. "Cosa succede, Massimo?"

"Ho bisogno di... " e fece un lungo respiro per rilassare la voce. " Tregua. Non ce la faccio più."

Max si portò i palmi delle mani sulla fronte, dando l'aria di essere davvero disperato, per poi spostare lo sguardo su Lorenzo, in attesa di una risposta.

Ma Lorenzo non parlava. Fissava il pavimento. Era caduto in un silenzio vuoto. Non gli era mai capitato.

L'esplosione di rabbia e tensione accumulata del conte Max si attenuò.

" Lorenzo vorrei chiederti una cosa. Molto personale..."

" Mi dica..."

" Lorenzo, tu sei mai stato innamorato?"

Ora Max non aveva più quell'espressione tra l'arrabbiato e lo sconvolto. Era serio, e fissava con i suoi occhi azzurri, gli occhi scuri di Lorenzo.

Lorenzo odiava, quando qualcuno lo fissava così. E poi, perché quella domanda?

"Intendo innamorato sul serio. Qualcosa che...che ti arde nel cuore" Max si batté il pugno sul petto.

"Qualcosa che daresti ad una sola donna, nel mondo. Un sentimento diverso."

"Stupido cuore" pensò Lorenzo agitato "smettila di battere così forte".

Ma il cuore non stava ad ascoltare Lorenzo. Tamburellava sempre più forte.

Lui voleva parlare, ma restò con la bocca aperta senza dire niente.

Si leggeva la preoccupazione negl'occhi del conte. "Di me puoi fidarti, Lorenzo".

"Ehm, io.." cominciò il finto generale scostandosi con una mano un ciuffetto di capelli nero carbone. "Io pensavo di esserlo. Ma ho capito che non era così. L'amore nel male non è amore, il risentimento non è amore, io ora LO SO cos'é l'amore, o almeno credo che quello che provo per..."

Si bloccò all'improvviso.

Non voleva che quel fiume di parole uscisse dalla sua bocca.

"Per chi?" Max si sporse in avanti. Ora era davvero curioso.

"Lorenzo, te lo ripeto, di me puoi fidarti. E poi mi farebbe davvero bene avere un...confidente".

La risposta lampante nella mente di Lorenzo era quello di chiudere la bocca, fare retromarcia e scappare immediatamente da quella conversazione.

Ma qualcosa lo teneva incollato lì.

Il sentimento che racchiudeva dentro di sé, temeva si esplodere da un momento all'altro.

DOVEVA dirlo. A qualcuno.

Leggeva la sincerità negl'occhi di Max.

"Okay, però mi giuri..." disse abbassando la voce "mi giuri di non dirlo a nessuno."

"Parola di Massimo Augusto Calderon de la Hoya" rispose deciso lui. "Raccontami tutto".

Lorenzo fece un respiro profondo. "Io è da tanto che ci penso e..."

"BUONGIORNO!" una voce femminile fece allegramente irruzzione in cucina.

Flor lasciò cadere le borse della spesa vicino al frigorifero e gettò le braccia al collo di Lorenzo, stampandogli un bacio sulla guancia.

"Lorenzo! Come stai?" gli accarezzò il cappello. "Buongiorno conte" disse poi, rivolta a Max, con tono sprezzante.

"Buongiorno, Florencia" rispose, brusco. Non era proprio la mattina adatta per i suoi capricci.

"Abbastanza bene, grazie. Tu come stai?" esclamò Lorenzo, con la felicità negl'occhi.

"Le fatine mi hanno regalato una mattinata fantastica!" Flor saltellava per la cucina con quella sua aria allegra che attira tutti come api al miele.

Il conte Max sembrava davvero alterato. "Flor, se non ti dispiace, io e Lorenzo stavamo facendo un discorso".

"Oh, mi dispiace, conte brontolone, per aver osato distubarti! Sai a chi assomigli quando fai così? Proprio a Brontolo dei Sette Nani! Tranquillo, tranquillo, io ho molto da fare stamattina e devo ancora lavare le tazze della colazione. Su, cosa aspetti? Fuori dal mio regno, devo lavorare!"

Flor guardava con aria da sfida il conte. Max pensava se non fosse il caso di tirargli una padellata in testa. Lorenzo sorrideva a Flor.

"Forza Lorenzo, andiamo di là". Disse Max.

"Veramente" disse Lollo spingendosi sulla sua sedia a rotelle "preferirei stare qui ad aiutare Flor".

"Che carino! Ma certo Lorenzo!"esclamò lei. Lollo aveva un sorriso a trentadue denti.

"Allora io sciacquo e tu asciughi d'accordo? Che gentiluomo! Altro che qualche conte viziato di mia conoscenza!" E Flor cominciò a chiacchierare con Lorenzo, mentre Massimo usciva dalla cucina a passo pesante.

Mentre parlava con lei, Lorenzo si sentiva bene.

Non si sentiva pressato, minacciato, come con Delfina, ogni volta.

Semplicemente si sentiva bene.

"Che cosa state facendo?"

Una voce tenebrosa dall'uscio della cucina. Una ragazza alta, snella, con una coda di cavallo lunghissima e l'espressione da strega pronta ad incenerire con lo sguardo.

"Oh, no!" esclamò Lorenzo. "Non è come sembra! Sembra che stiamo lavando i piatti, ma in realtà stiamo amoreggiando!"

Flor scoppiò in una fragorosa risata. Delfina lo guardò in viperesco.

Se gli sguardi potessero parlare...

Delfina si inginocchiò davanti alla sedia a rotelle di Lorenzo, avvicinandosi al suo viso a pochi centimetri dal naso, fino a fargli sentire la sua rabbia con le vibrazioni del corpo.

Flor si girò con in mano una tazza sgocciolante.
Non sapeva perché ma aveva solo voglia di prendere da quella coda Delfina e allontanarla da Lorenzo. "Allontanati dal mio Lorenzo, brutta strega!" gridò improvvisamente.

Lorenzo e Delfina sbarrarono gl'occhi, così come Flor, che rendendosi conto della sciocchezza che gli era appena uscita dalla bocca non riusciva più a riconnettere il cervello.

La tazza che aveva in mano cadde e si frantumò in mille pezzi. "Ma cosa mi succede, Flor, controllati...oh fatine..." pensò stranita.

"Cosa sta succedendo in questa casa!" esclamò Max arrivando di corsa.

Lorenzo sembrava pallido.

Delfina stava per delirare.

Flor stava per svenire.

E svenne, tra le braccia di Massimo.

 

SPAZIO AUTRICE: Ehilà! Vi è piaciuto questo capitolo? La storia tra Lorenzo e Flor sarà molto intricata, se succederà qualcosa di concreto succederà tra taante puntate ;-) Baci, recensiteee mi raccomandooo!

  
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