Anime & Manga > Lady Oscar
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Autore: londonlilyt    27/08/2005    2 recensioni
Oscar sapeva cosa voleva dalla vita, la sua carriera era la cosa piu' importante per lei, c'era poco posto nella sua vita per l'amore o le cose frivole. fino a quando il suo nuovo assistente, Andre', arriva in ufficio. I grandi occhi verdi e i suoi modi gentili le mostreranno un lato della vita che le era sempre stato negato dai suoi obblighi e doveri, facendo tremare le fondamenta di tutte le sue certezze. Ma Andre' ha un segreto, che presto si frapponera tra i due e la loro felicita', riusciranno a superare tutti gli ostacoli e rimanere l'uno affianco all'atro? BHE' LEGGETE E SCOPRITE!!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Oscar si ritrovò sdraiata sul divano, sotto di lui, senza sapere come, era concentrata solo sulle sue labbra, sul suo corpo, che aderiva perfettamente al suo, sulla sua lingua umida che l’accarezzava in un modo che la faceva fremere  tremare di desiderio. Il cuore le batteva come un tamburo in petto, questa sarebbe stata la loro prima volta.

Sentì le mani di André che l’accarezzavano da per tutto sopra i vestiti, portava ancora l’uniforme, anche se si era tolta la giacca si sentiva troppo vestita, voleva stare pelle contro pelle con lui.

André stava lentamente perdendo il controllo, sapere che questa notte sarebbe stata tutta per loro minacciava di fargli perdere la ragione, le sfilò la camicia dai pantaloni in modo da essere in grado di sfiorarle la pelle calda e tesa sulle costole e il contorno dei seni con i polpastrelli, sapendo giá che le forme sode e rotonde erano perfette per i palmi delle sue mani.

Spostó le labbra dalla sua bocca, andando a stuzzicare la zona, che sapeva essere sensibile, appena sotto l’orecchio, venendo ricompensato da un basso gemito di piacere, allora fece scivolare la mano verso l’apertura dei pantaloni di lei, sfilando i bottoni uno per volta e accarezzandola con le nocche facendola ansimare.

-Questi devono andare- le disse facendole scivolare l’indumento lungo i fianchi, che si inarcarono per facilitargli il compito.

Ringraziò la sua buona stella che le aveva fatto sfilare gli stivali al ginocchio non appena arrivata a casa, nello stato in cui era non avrebbe avuto la presenza di spirito di stare ad allentare i lacci che li chiudevano, con un sorriso soddisfatto fece scivolare via anche le calze di cotone, ora l’unica barriera che si frapponeva tra lui e il paradiso era la sottile camicia bianca.

Tornò a sdraiarsi su lei, puntellandosi suoi gomiti per cercare di non gravarle troppo addosso, le catturó di nuovo le labbra in un gioco eccitante di lingue calde, decidendo che era arrivato il momento di liberarsi anche di quell’ultimo ostacolo.

Il primo bottone cedetté con fatica al suo assalto, reso goffo dal tremore delle dita, così come per il secondo, anche il terzo decise di dargli dura battaglia, facendogli perdere quella poca pazienza che era riuscito a mantenere con fatica, afferró i lembi e strappò con violenza, facendo saltare i restanti bottoni e facendola sussultare, ma quello che vide lo lasció senza fiato.

Indossava un completo intimo rosso fuoco, tutto pizzo trasparente e seta, con delle roselline ricamate sul bordo delle coppe e su quello del tanga, il colore intenso contrastava in maniera eccitante contro il biancore della pelle di lei.

-Ti piace?- gli chiese un pò imbarazzata, quel coordinato apparteneva all’ultima linea di Victoria Secret, l’aveva comprato diversi mesi fá, ma non l’aveva mai indossato prima, ed ora era contenta di averlo fatto vista la sua reazione.

-Mi piace?- la vose gli uscì strozzata –mio Dio Oscar! Mi farai uscire fuori di testa!-

Posò la fronte sulla sua cercando di riprendere fiato e di calmare il battito forsennato del cuore, fece aderire i fianchi a quelli di lei dimostrandole esattamente quanto apprezzasse la sua biancheria intima.

Oscar sentiva il corpo in fiamme, la pelle più sensibile del normale, la rendeva acutamente consapevole della presenza dell’uomo sdraiato su di lei, che la stava accarezzando come se avesse tra le mani l’oggetto più prezioso di questo mondo, ma la sensazione dei suoi vestiti iniziava a infastidirla.

-Via...- strattonando e strappando, gli tolse la camicia gettandola per terra, divertita pensò che alla fine di questa serata, entrambi avrebbero dovuto risarcire i negozi che gli avvevano noleggiato i costumi.

Ora era libera di toccarlo come più le piaceva, il torace muscoloso, i capezzoli scuri, le spalle e i bicipiti duri e contratti, che al momento sostenevano tutto il suo peso, la schiena inarcata e liscia. Fece scorrere la punta delle dita sotto la cintola per potergli accarezzare il fondoschiena, ma i pantaloni restavano ancora un grosso impedimento.

Stava per attaccare la cerniera quando lui le bloccò i polsi e glieli fermò ai lati della testa.

-No- vedendo la sua espressione di disappunto si affrettó a spiegare –anche se mi piace quando prendi l’iniziativa, voglio che stanotte ti rilassi e lasci che sia io a prendermi cura di te, voglio che ti abbandoni completamente a ciò che stai provando, senza riserve, senza dubbi, ma soprattutto senza controllo-

Lei deglutì a vuoto e lo guardó negli occhi, diventati sue pozze verdi di desiderio senza fine, gli sfiorò lentamente il viso con le nocche in silenzio e lui gliele bació senza interrompere il contatto visivo.

Allora lo abbracciò e lo bació, comunicando con in gesti quello che per la troppa emozione non riusciva a dire a parole, quella notte non gli avrebbe donato solo il suo corpo, ma anche il cuore e l’anima, da custodire e proteggere. Niente dubbi le aveva detto, e lei non ne aveva più, era sicura che avrebbe capito, non c’era bisogno di ulteriori spiegazioni.

Infatti non furono neccessarie, lui riprese ad accarezzare quella pelle liscia e setosa che conosceva così bene, le sue labbra scesero a baciarle il collo, la spalla, sempre più giù fino all’attaccatura del seno, lasciando una scia umida che asciuagandosi al calore stesso del suo corpo e la faceva rabbrividire.

Le tiró giù le bretelline rosse, liberando i capezzoli rosati e duri per il desiderio, a turno li prese in bocca per succhiarli e leccarli come se stesse assaporando qualcosa di dolce e squisito, lei continuava a gemere e muoversi senza pace sotto di lui, eccitandolo ancora di più con l’attrito dei loro corpi vicini.

La mano di lui scese ad acccarezzarle una fianco, poi la vita sottile, lo stomaco piatto, le sue dita si insinuarono sotto l’orlo del tanga tra i riccioli biondi del pube, fino ad arrivare alla fessurina calda e umida che aspettava solo il suo tocco.

-Apriti di più per me tesoro...così brava...sei completamente bagnata e pronta per me- quelle parole ebbero il potere di farla tremare.

La sentì trattenere il respiro qundo la penetró con un dito, quindi iniziò ad accarezzarla lentamente.

Oscar non capiva più nulla, tutto il suo mondo girava attorno a quelle dita esperte che la stavano facendo impazzire, dentro e fuori, oramai i suoi gemiti andavano a tempo con il tocco abile di lui, il corpo le tremava senza ritengno e tutte le sensazioni erano concentrate nel basso ventre, non avrebbe retto un minuto di più di quella tortura, ma quando pensava che finalmente il sollievo fosse vicino lui si fermo lasciandola sola.

-No!- quasi sull’orlo delle lacrime gli afferró un polso, non poteva fermarsi ora!

-Amore... devo finire di spogliarmi- sorrise all’evidente reticenza nel lasciarlo andare.

Si mise seduto e tolse gli stivali lanciandole un’occhiata di apprezzamento, non l’aveva mai vista così bella, i capelli biondi sparsi in disordine, le braccia piegate sopra le testa, la pelle in genere così bianca, ora era soffusa di un tenue rosa, il respiro pesante, le gambe divaricate dove riusciva a vedere l’alone umido lasciato sul tanga dal desiderio di lei, era stupenda, avrebbe portato per sempre questa sua immagine nel cuore.

Neanche lei riusciva a maschera l’amirazione per il corpo di lui, era così solido e caldo, i muscoli che guizzavano ad ogni movimento, la peluria che sapeva essere morbida al tatto, e qundo lo vide liberarsi degli ultimi vestiti in un unico e fluido movimento non riuscì a trattenere un ansito di sorpresa, l’aveva visto eccitato altre volte ma questa volta le sembrava aumentato di dimensioni. Il pensiero che presto l’avrebbe avuto dentro di se le fece attraversare il corpo da un brivido caldo che le terminò tra le cosce, con ogni probabilitá sarebbe venuta non appena l’avrebbe presa.

Prima di sdraiarsi nuovamente al suo fianco André le sfiló il tanga gettandolo lontano, ora sarebbe stata tutta sua, con un sorriso felino si sistemò tra le sue cosce e le spostó le gambe in modo tale che gli avvolgesse i fianchi.

La bació a lungo e affondo, muovendo i fianchi in maniera da stuzzicarla con quello che sarebbe venuto dopo e continuando ad accarezzarla con la mano libera.

-Tutta mia...- le bisbigliò prima di baciarla nuovamente e penetrarla con un unica profonda spinta.

Il corpo di Oscar esplose in una miriade di scintille dorate, tremando percepiva le contrazioni dei suoi muscoli interni attorno al sesso di André, gli avvolse le braccia attorno al collo per tenerlo il più vicino possibile mentre il terremoto che la scuoteva calava di intensitá.

Anche lui tremava, ma per lo sforzo di non muoversi mentre veniva stretto dall’orgasmo di lei, le contrazioni delle pareti calde che lo avvolgevano gli stavano procurando quasi un dolore fisico, ma quando a tempesta finita posò su di lui quello sguardo di un’azzurro brillante pensò di essere l’uomo più fortunato di tutta la terra, questa sarebbe stata una notte che nessuno dei due avrebbe potuto dimenticare tanto facilmente.

-Questo è solo l’inizio- le assicurò.

-No aspetta...- cercó di protestare, aveva bisogno di qualche minuto per riprendersi.

Ma lui non le diede retta, come se fosse una bambolina di pezza la sollevó tra le braccia e dopo essersi seduto se la mise a cavalcioni sui fianchi stando attento a non interrompere il contatto tra i loro corpi. Ebbe la soddisfazione di vedere gli occhioni blu di lei diventare tondi come piattini mentre la nuova posizione le faceva provare nuove ondate di piacere.

Slaccio i gancetti del reggiseno che ancora aveva addosso e lo mandò insieme al resto dei vestiti, le sue mani ripresero ad accarezzarzarla come se fosse la prima volta che la toccava, le infiló una mano tra i capelli per tenerle ferma la nuca e catturarle le labbra in un bacio selvaggio. Non gli ci volle molto per riaccedere il desiderio di lei, in poco tempo iniziò a muoversi contro di lui in un ritmo sempre più veloce.

Il cervello sconvolto dall’eccitazione di Andrè registrò vagamente che se continuavano di questo passo tutto sarebbe finito troppo in fretta, allora le afferrò i fianchi e la costrinse a rallentare, imponendole un ritmo lento e cadenzato, trasformando il piacere di entrambi quasi in agonia.

Stava per morire ne era certa, nessuno poteva sopravvivere ad una tortura talmente deliziosa, sarebbe di certo spirata in una nuvoletta di fumo se non trovava immediato appagamento, ma nonostante i suoi mugolii di protesta e le sue insistenze, lui mantenne lo stesso andamento, spinte lente e profonde che combinate al tocco delle sue labbra e della sua lingua erano mirate a farla impazzire.

-Andrè ti prego...- gemette contro il suo collo.

Forse l’aveva stuzzicata abbastanta, era più che pronta, la prova gli stava colando sul sesso, sotto forma del liquido denso che proveniva dal corpo dei lei. La stese sotto di se e aumento il ritmo, era finito il tempo dei giochi.

Lei non riusciva e non soprattutto non voleva, trattenere i gridolini di piacere che salivano su per la gola in armonia con le spinde veloci di lui, gli allacciò le braccia intorno al collo e sollevo i fianchi andandogli incontro e cercando di facilitargli i movimenti, il corpo era teso verso il raggiungimento del piacere ultimo.

-Più veloce- gli sussurò, e fù accontentata.

Fece scivolare una mano tra i loro corpi uniti e con il pollice le acarezzo il piccolo bocciolo duro nascosto tra le pieghe umide del suo sesso,  fu ricompensato da un’altro gemito di goduria da parte di lei.

Il corpo di Oscar fù travolto dall’estasi, le ondate di piacere così intense che credette di stare per svenire, non aveva nessun controllo sulle scosse che le scuotevano ogni singola parte del corpo, tremava da per tutto, un’esperienza che non aveva paragoni di nessun genere, vagamente era consapevole che anche il suo compagno stava per venire e stava per ritrarsi da lei, no lo voleva fino in fondo, serró le ginocchia in modo da non farlo scappare.

-Oscar...non ho il preservativo...lasciami....- faticava a parlare.

-Prendo la pillola, resta- rispose con il fiato corto, era vero, aveva iniziato non appena le loro uscite erano diventate ufficiali, sempre attento il suo dolce Andrè.

Lui esitò solo un attimo, con un’altro paio di spinte violente raggiunse l’orgasmo crollandole addosso con un urlo selvaggio, mentre svuotava il suo corpo sprofondato in quello di lei.

Il silenzio della stanza era interrotto solamente dal respiro ansante dei due amanti stesi sul divano ancora immobili, entrambi restii a rompere l’incantesimo che li aveva avvolti dopo quell’eperienza che aveva un che di magico per entrambi.

Quando riaprì gli occhi, Oscar si chiese se era davvero svenuta o se si era addormentata, aveva perso la cognizione del tempo, ma doveva esserne passato parecchio, visto che entrambi i loro respiri erano tornati normali, il peso di Andrè la stava schiacciando contro il divano, ma non importava, glielo faceva sentire più vicino. Con un sorriso beato constató che finalmente aveva scoperto cos’era il Nirvana, l’aveva raggiunto ed era ancora viva per raccontarlo, ma soprattutto non vedeva l’ora di sperimentarlo nuovamente,.

-Ti sto schiacciando- la frase improvvisa la fece sussultare, anche perchè lui non si era mosso e non aveva dato nessun segno essere sveglio –mi spiace non volvo spaventarti-

Le tolse il grosso del suo peso di dosso e le sfioró piano la fronte con le labbra.

-Come ti senti?- le chiese rauco, non aveva un briciolo di forza per muoversi.

-Sbattuta come un uovo- rispose con innocenza.

-Bene, sono contento di essere l’artefice della sbattuta- le sorrise malizioso e le baciò le guance diventate rosse.

-Non ho le forze necessarie per muovermi- pigramente gli accarezzó il braccio.

-Allora? Nessuno ci vieta di starcene qui senza muovere un muscolo-

Ma la parte di lui che era ancora sprofondata nel corpo di lei aveva altre idee.

-Andrè!- squitti fingendo di essere scandalazzita.

-Se lo ignori se ne va- le assicurò sfregando il naso contro il collo morbido di lei.

-Bhè, non mi va di offenderlo dopo che ha fatto tanto per attirare la mia attenzione, non è carino-

Lui la guardó per un attimo e poi scoppiò a ridere.

-Peste, ora vedrai di cosa è capace- frenó ulteriori battute e proteste con le proprie labbra.

E come le aveva detto al principio, quello non fù che l’inizio.

Non appena sveglia, Oscar si rese conto di due cose: la prima, era la sensazione di totale benessere che la pervadeva. La seconda, era il peso micidiale che le ancorava al materasso la parte bassa del corpo.

Lanciando un’occhiata da sopra la spalla, nella fioca luce che pasava attraverso le tende socchiuse, vide la testa scompigliata di Andrè, adagiata sulla parte bassa della sua schiena, sentiva il suo alito caldo che le solleticava le natiche e  le sue braccia le stringevano la vita. Come era finito in quella posizione?

Con un sospiro riaffondò la testa nel cuscino, la posizione era scomoda, ma non le andava di svegliarlo, anche se moriva dalla voglia di vedere i suoi occhi verdi, ancora gonfi di sonno e mezzi coperti da ciocche di capelli scuri, che le auguravano il buon giorno. Con una punta di monelleria agitó piano il sedere e attese. Nulla. Lui continuava a russare alla grande. Ridendo sommessamente diede un’altro scossone, avvertì il cambio di ritmo nel suo respiro e lo sentì muovere contro di lei.

Non aveva mai dormito così bene in un letto che non fosse il suo, pensò André stiracchiandosi leggermente, il cuscino era morbido, caldo e profumava in maniera famigliare, socchiudendo un occhio peró, si trovò davanti un piccolo quadrato di pelle chiara, e un rigonfiamento che assomigliava tanto a...poi gli venne in mente la proprietaria di quelle curve e sorridendo sollevó la testa, anche lei lo stava guardando, gli occhi brillanti quanto i suoi e i capelli arruffati.

-Buon giorno- gli augurò piano.

-Buon giorno- sbadiglió stropiciandosi gli occhi.

-Ti ho mai detto quanto mi piace il tuo sedere?- per enfatizzare meglio il punto strofinò la guancia ruvida contro la parte interessanta, visto che era ancora nella posizione ottimale per farlo –é a forma di cuore-

-È il primo complimento del genere che ricevo- rise allegra.

-Molto male-  le si sdraio accanto e le augurò di nuovo il buon giorno con un bacio –ti va una tazza di caffé?-

-Cioccolata!-

-A cosa te lo chiedo a fare!- con slancio scese dal letto e si avvio verso il bagno –mi faccio una doccia e te la preparo, tu puoi rimanere a poltrire a letto ancora qualche minuto se ti va-

Lo vide sparire oltre la soglia e pochi minuti dopo le arrivò il rumore dell’acqua che scorreva. Si, sarebbe rimasta ancora a letto, avvolta dal profumo di lui a gustarsi i ricordi della notte precedente.

  
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