HARRY POTTER E IL PATTO
VIOLATO
1^ settembre
«Ron, dobbiamo scendere
sono tutti di sotto che ci aspettano! » gridò Hermione spalancando la porta
della misera stanzetta.
Aveva fatto una corsa
impressionante; era tardissimo e dovevano raggiungere la stazione a piedi.
«Cosa diavolo cerchi sotto
quel letto?!».
«La mia spilla! Non la
trovo più!» rispose il rosso angosciato.
«L’ho infilata io nel tuo
baule ieri sera!» fece con semplicità Hermione, incrociando le braccia,
spazientita.
«E
la scopa…? Sei sicura che…».
«Ho messo dentro anche
quella!» ripeté annoiata alzando gli occhi al cielo.
«Oh Herm! Cosa farei senza di te! » disse Ron sospirando sollevato.
La strega arrossì
leggermente e un sorriso timido affiorò sulle sue labbra. Si sistemò i capelli
dietro le orecchie dimenticando completamente che di sotto c’era un’intera
squadra dell’Ordine ad attenderli, una Molly Weasley piuttosto agitata e la
dolce signora Black molto più offensiva del solito.
«Allora vuoi muoverti! Non
siamo in ritardo?» disse bruscamente Ron facendola destare dalle sue fantasie.
Senza attendere una
risposta, attraversò la stanzetta a grandi falcate e varcò la
soglia diretto al piano di sotto, lasciando Hermione che sbuffava come
una teiera impazzita.
Silenziosamente scesero in
strada. L’abitazione dei Black lentamente scompariva.
Si diressero verso la stazione accompagnati dagli Auror.
C’era
Tonks, Malocchio Moody e i signori Weasley, naturalmente, a chiudere la fila.
Doveva esserci anche Lupin ma evidentemente aveva altro da fare perché Kingsley
Shacklebolt prese il suo posto.
*************
Harry si guardò attorno ansioso; sperava vivamente di non aver dimenticato
nulla. I libri e tutti gli altri acquisti da Diagon Alley erano arrivati con la
posta babbana. Provò lentamente ad elencare tutto ciò che gli sarebbe occorso:
libri…piume…scopa…
Si
arrese quando la testa cominciò a girargli freneticamente. Prese il baule in una mano nell’altra reggeva la
gabbia di Edvige e si diresse di sotto. Mentre scendeva le scale sentiva i Dursley mormorare
silenziosamente. Quando fece il suo ingresso in cucina
questi si ammutolirono.
Si sedette sulla sedia e subito gli fu servita
la colazione. Addentò il pane appena tostato e bevve un po’ di succo d’arancia;
era terribilmente nervoso. Zio Vernon era seduto a capo tavola e, nascosto
dietro il quotidiano, mandava giù di tanto in tanto qualche sorso di caffé. Nel
frattempo la zia Petunia era tutta intenta a riordinare e pulire la cucina già
perfettamente impeccabile.
Si sentiva tremendamente a
disagio. Era la prima volta che i Dursley lo accompagnavano alla stazione e non
sapeva cosa fare. Non era sicuro neanche se se ne
fossero ricordati. Aveva una paura folle all’idea di poter perdere il treno per
Hogwarts.
Poi all’improvviso lo zio
Vernon si alzò, si sistemò la camicia nei pantaloni e disse «Tra quindici
minuti usciamo di casa, ragazzo!».
Harry provò un gran
sollievo e annuì senza troppa enfasi. Vernon sistemò il baule e la gabbia vuota
di Edvige nel portabagagli sbuffando schifato e fece
cenno ad Harry di entrare nell’auto.
Partirono alle dieci in
punto lui, zio Vernon e la zia Petunia. Dudley rimase a casa con la scusa di
non sentirsi troppo bene, ma Harry aveva il sospetto che il piccolino di casa
Dursley avesse ancora paura di vedersi spuntare una
coda da maiale sul didietro o peggio, che la sua lingua diventasse lunga come
il ponte di Brooklyn.
Il paesaggio fuori
sfrecciava veloce e indifferente. Ovunque volgesse lo
sguardo Harry vedeva solo fretta e noia. Dappertutto vi erano autisti infuriati
che suonavano incessantemente il clacson, pedoni distratti che procedevano per
le strade di Londra senza curarsi di niente e di nessuno. Tutti
ignari del male che li avvolge e li seduce.
Harry non era proprio sicuro se valeva la pena
soffrire tanto per salvare la vita a certa gente!
Arrivarono a King’s Cross
con dieci minuti di anticipo.
I Dursley lo seguirono fin
dentro la stazione, guardandosi attorno con circospezione. Non
appena avessero intravisto qualcuno di strano, se la sarebbero data a gambe.
All’ingresso Harry si
voltò con l’intento di salutare i suoi zii il più velocemente possibile,
augurandosi di non rivederli per parecchio.
«Be’ allora c-ci vediamo…!» mugugnò
profondamente imbarazzato.
Fece per voltarsi, ma
Petunia mosse qualche passo in avanti e inaspettatamente lo abbracciò; il gesto
durò meno di un millesimo di secondo e sicuramente non traboccava di amore ma Harry si sentì riscaldare.
«Abbi cura di te!»
aggiunse e Harry avrebbe giurato di aver visto negli occhi della zia un velo d’angoscia.
«Lo farò!» rispose Harry meccanicamente,
scioccato da una dimostrazione d’affetto così palese e sincera.
Si voltarono tutti e tre
contemporaneamente e, ancora profondamente sconvolto, Harry si diresse verso la
barriera che separava questo mondo da quello magico. La attraversò rapidamente
e si arrestò alla vista dell’Espresso che sbuffava imponente.
Tirò un sospiro di sollievo ma si disse che era meglio cercare i Weasley e alla
svelta altrimenti non avrebbero trovato uno scompartimento vuoto neanche a pagarlo.
La ricerca fortunatamente non fu né lunga né
estenuante; i Weasley sarebbero stati evidenti anche di notte con la foschia
grazie ai loro capelli!
Si avvicinò con passo
svelto. Erano attorniati da alcuni membri dell’Ordine e Harry provò una fitta al
cuore quando ripensò alla partenza dello scorso anno!
Sembrava che non
l’avessero notato, ma poi Ginny si voltò e gridò:
«Harry! Sei arrivato, finalmente! Ancora
qualche minuto e mamma avrebbe mandato tutti gli Auror del Ministero a
cercarti!».
Molti sorrisero, a parte
la signora Weasley che aveva gli occhi traboccanti di lacrime.
«Oh sciocchezze! E’ che…sono
contenta di vederti, Harry caro!» e così dicendo lo strinse fino a mozzargli il
fiato come da tradizione. Poi fu la volta di Hermione e Ron. Tutti quegli
abbracci lo stavano mettendo in imbarazzo e Ginny lo notò trattenendosi dallo
scoppiare a ridere.
Nel frattempo Draco Malfoy
accompagnato dalla madre Narcissa procedeva con passo elegante e sicuro verso
l’Espresso; assolutamente incurante dei bisbiglii e delle occhiate timorose che
si erano sollevate al suo arrivo. Si fermò a pochi passi dall’Espresso e si
guardò attorno alla ricerca dei suoi due compari Tiger e Goyle.
Razza di
stupidi! Sanno perfettamente che devono aspettarmi qui e prendere il mio
baule…ma dove si saranno cacciati?! Giuro che se li
trovo a rimpinzarsi… gli farò molto ma molto male! Voltandosi alla sua
destra intravide Harry assieme a tutti gli altri.
Ma guarda, guarda! Potty Potter, i
Weasley al completo e
I suoi pensieri furono immediatamente
interrotti dalla dolce voce della signora Malfoy.
«Draco è meglio che tu vada altrimenti rischi di
non trovare neanche uno scompartimento libero».
«Un Malfoy trova sempre
uno scompartimento libero, mamma » disse per tutta risposta il
biondino rivolgendo alla madre uno sguardo truce con un
tono che sottolineava tutta la superiorità del suo nome.
«Già…! Soprattutto se è
tanto affascinante da non potergli staccare gli occhi di dosso! Proprio come
te!» aggiunse la signora Malfoy con il pallido viso illuminato da un dolce
sorriso.
«M-ma di cosa diavolo…stai
parlando?» chiese Draco leggermente imbarazzato ma anche un po’ stizzito; non
gli andava giù che la madre si burlasse di lui.
«Se ti volti leggermente
verso la tua destra….» gli
bisbigliò Narcissa all’orecchio con molta discrezione.
In effetti, poco più in là
Ginevra Weasley fissava assorta il giovane Serpeverde; lo aveva visto arrivare
assieme alla madre e immediatamente si era persa in mille pensieri e
riflessioni.
Chissà
come si sente, ora che suo padre è ad Azkaban e tutto il mondo magico sa
perché! Sarà parecchio triste, glielo si legge negli
occhi……
Aveva continuato a
guardarlo pensierosa, quando ad un tratto Malfoy le aveva restituito
lo sguardo.
Si fissarono per qualche
secondo lei ancora immersa nei suoi pensieri lui scioccato dal modo in cui
Ginevra Weasley lo scrutava. Si riprese all’improvviso come se si fosse appena
accorta che anche il biondino la guardava. Distolse lo sguardo e arrossì
violentemente. Stupida! Ma che ti è preso! Si è accorto che lo fissavi! E adesso…
bella figura!!!!
D’altro canto nella bionda
testolina….
E’ quella stupida di una Weasley che cosa avrà
tanto da guardare! Emise uno
sbuffo di disapprovazione, sfiorò la guancia della madre con un bacio e si
avviò.
Tornò a guardare Harry e
tutti gli altri ancora un minuto, con espressione glaciale dipinta sul volto
diafano; si soffermò ancora un po’su Ginny.
Chissà cosa diavolo le passava per la mente! Lo aveva guardato con
un’espressione diversa dal solito, non era rabbia, rancore, odio…lui era
rimasto colpito da quello sguardo.
«Stupida di una Weasley!» ringhiò a mezza
voce.
Senza sapere però che il ricordo di quello
sguardo lo avrebbe tormentato per il resto del viaggio.
*************
Il treno era stracolmo di
studenti di Hogwarts. Quelli del primo anno ne erano
almeno un centinaio che sommati ai ‘veterani’ davano come risultato un caos
infernale e nemmeno uno scompartimento libero! Fantastico!
«Ma
guardate questi del primo anno!»fece Ron additando divertito un gruppetto di
futuri studenti di Hogwarts tremanti «Sono minuscoli! Sembrano gli gnomi che si
nascondono nel giardino alla Tana, eh Gin…!».
«Non dire sciocchezze, Ron!
Sei tu che sei troppo alto! Somigli sempre di più a un
troll di montagna!» rispose Ginny facendo scoppiare a ridere tutti.
«Ah ah! Molto divertente
Ginevra!» rispose Ron con tono risentito.
«Ma
dai Ron sai che scherza! Non te la prendere!» disse Harry continuando a
sbellicarsi. Ron non era affatto convinto e stava per
rispondere all’amico quando:
«Non vorrei interrompere,
ma è meglio se ci diamo da fare per trovare uno scompartimento altrimenti
dovremo separarci!» interruppe Hermione saggiamente e così facendo mise fine ad
un battibecco che altrimenti
sarebbe durato piuttosto a lungo!
«Hei, ciao ragazzi!» disse
Neville Paciock fermandosi di colpo davanti ai quattro.
«Oh ciao Neville!» risposero gli altri in
coro.
«Dove vai così di corsa!?» chiese Ginny alquanto impressionata.
«Ho trovato uno
scompartimento vuoto e ho pensato che vi avrebbe fatto piacere…cioè non ce ne sono più di vuoti…e quindi…o meglio forse ce
n’è ancora qualcuno vuoto o semivuoto ma…» farfugliò Neville cercando di
riprendere fiato.
«Ok abbiamo capito alla
perfezione! Grazie Neville ci sei di grande aiuto! Ora calmati, respira…e mostraci lo scompartimento! Ok?» rispose
Hermione amorevolmente.
«Oh si! Per di qua...! Ehm, ragazzi…l-lo scompartimento non è proprio vuoto…!
Luna Lovegood è con noi! Spero non….» disse Neville un po’ imbarazzato.
«Oh no, non è un problema!
Vero ragazzi?» chiese Hermione con un ampio sorriso ipocrita.
«Nessun problema!» rispose
Ginny in fretta.
«Harry? Ron?» chiese
Hermione piuttosto intimorita.
I ragazzi non risposero,
ma l’espressione dipinta sui loro volti lasciava intendere alla perfezione
l’eventuale risposta; con un po’ di diplomazia direi
che non erano particolarmente entusiasti all’idea.
A Ron Luna ‘Lunatica’ non
era mai piaciuta. Il primo incontro l’ebbero sull’Espresso lo scorso anno e Ron
rimase decisamente turbato dalla bionda Corvonero. La
sua espressione…gli occhi…e l’abbigliamento…rabbrividiva al solo pensiero!
Harry invece non era dello
stesso parere…questo non vuol dire che adorasse Luna,
ma c’erano dei lati positivi in lei! Per esempio l’anno scorso non esitò ad aiutarlo
ad entrare di nascosto nell’ufficio della Umbridge…!(Anche
se non era sicuro che sapesse esattamente ciò che stava facendo!).
Poi si unì a Harry, Ron e
Hermione quando si diressero all’Ufficio Misteri…non era perfettamente
consapevole del pericolo che correva…e in ogni caso anche quando ne fu
consapevole non rinfacciò mai a Harry di aver messo in serio pericolo la sua
vita. Si era comportata da amica e poi anche lei vedeva i Thestral, ma…era
innegabilmente e irrimediabilmente fuori di testa!
Entrarono nello
scompartimento e subito scorsero Luna. Era china su di una
rivista e i lunghi capelli biondi, quasi bianchi, le ricadevano sulle
spalle nascondendo il viso.
«Ciao Luna» fece Ginny con
un cenno.
«Oh ciao Gin…! Hermione…Ronald…! Ciao
Harry!».
Con molta calma e indifferenza Luna salutò
tutti e quattro i Grifondoro in una sola volta per poi tornare immersa nella
lettura del Cavillo.
«Ciao anche a te!» rispose
Harry, ma la bionda Corvonero era già tornata ai suoi interessi. Guardò Ron con
espressione ricolma di stupore.
«Lascia stare!» bisbigliò
Ron.
Dopo aver sistemato i
bauli nella rastrelliera Ginny si sedette vicino al finestrino davanti a Luna,
mentre Hermione le si sedette affianco.
«Allora Luna…come hai
passato le vacanze?» cominciò quest’ultima cercando di dare inizio ad una
conversazione amichevole.
«Bene ti ringrazio
Granger! Sono stata alla ricerca nella foresta pluviale con mio padre e la sua
equipe di studiosi» rispose Luna con tono sognante e gli immensi occhi azzurri fuori
delle orbite.
«Eh…alla
ricerca di cosa?» chiese Hermione con fare scettico.
«No…aspetta, lasciaci
indovinare…» irruppe Ron con espressione falsamente concentrata «…ancora
Ricciocorni Schiattosi…non è così!?».
Tutti risero a parte Luna che volse lo sguardo
imperturbabile verso Ron. Ad ogni suo movimento la collana, a cui era stato
aggiunto un grazioso braccialetto, fatta con i tappi di Burrobirra
tintinnava emettendo un suono argentino.
«Mi sono sempre chiesta in base a quale criterio il Preside scelga i suoi Prefetti!»
disse Luna con fare disinvolto corrugando leggermente la fronte.
«Ehi cosa stai insinuando?!» disse Ron che ora stava veramente cominciando a
scaldarsi.
«Hem forse è meglio che ci
diamo una calmata….!».
Ma Ron non ne voleva
sapere e anzi stava per ricominciare quando Hermione
lo interruppe con sguardo minaccioso; uno di quegli sguardi che a Ginny fece
ritornare alla mente sua madre .
«Ron…basta così! Che ne dici?» concluse la strega mettendo fine alla
discussione.
Come per magia Ron tacque
e si sedette davanti a Harry imbronciato.
Per essere solo l’inizio
le cose andavano decisamente male. Nello
scompartimento regnava il silenzio più assoluto, la situazione stava diventando
pesante, e qualcuno ben presto avrebbe rimpianto tutto
quel silenzio.
«Avete una relazione voi
due?» chiese tutto d’un tratto Luna con voce
squillante puntando gli occhi pallidi su Ron e Hermione.
«C-cosa…?!»
risposero i due all’unisono. Ginny mascherò con un colpo di tosse un risolino
mentre Neville e Harry ridacchiavano divertiti dalla reazione dei due.
«Assolutamente no!» fece
Hermione con tanta foga che Ron ci rimase quasi male.
Ma deciso a mascherare la sua delusione aggiunse «Con
Hermione…!? Ma neanche se fosse
l’ultima rimasta sulla faccia della Terra!».
Aveva esagerato! Hermione
si voltò verso di lui lentamente come se non riuscisse a credere veramente a
quello che aveva sentito.
Ron, dal suo canto, quando
i suoi occhi azzurri si incontrarono con quelli
nocciola di lei si sentì morire dentro. L’aveva fatta grossa! Lei esibiva un’espressione
profondamente ferita e disgustata.
«Esco a prendere una
boccata d’aria!» disse all’improvviso e uscì dallo scompartimento con sguardo
assente.
«Ronald Weasley…sei un
idiota !» esordì Ginny.
«Ehi, io non le ho fatto niente!» si difese Ron. La sua risposta era stata più
che legittima.
Ginny non osò replicare
piuttosto si sedette più comodamente sul sedile contemplando il paesaggio che
sfrecciava al di fuori lasciando la mente libera e rilassata, almeno ora che
poteva farlo! Fra qualche giorno avrebbe rimpianto le vacanze.
Quest’anno ci sarebbero
stati i G.U.F.O. e l’idea le faceva mancare l’aria! Improvvisamente
nella sua mente tornò a galla il ricordo di ciò che era accaduto alla stazione
poche ore prima!
Accidenti…Malfoy
l’aveva vista fissarlo! Chissà cosa si é messo in testa quell’idiota figlio di un Mangiamorte…pensò Ginny con il viso
paonazzo in preda a una crisi d’ansia …figlio
di un Mangiamorte… chissà se diverrà anche lui come il padre…be’ l’aria ce
l’ha! Quell’aria da statemi-lontano-altrimenti-mi-insudiciate è rivoltante…e poi
con quello sguardo sempre alto e
fiero…e gli occhi…già quegli occhi…
quando Ginny si accorse che Draco la stava guardando per un attimo si era persa
nei suoi occhi grigi…così freddi ma allo stesso tempo così espressivi; c’era
dolore, stupore e rancore in quegli occhi. Solo il ricordo la faceva
rabbrividire da capo a piedi e le provocava una spiacevole sensazione allo
stomaco……
*************
Intanto qualche
scompartimento più in là………
Chissà a che cosa pensava quella stupida figlia di un babbanofilo…pensò Draco con rabbia mentre cercava di ignorare gli schiamazzi messi
su da Pansy Parkinson e le sue amiche Serpeverde con la vergognosa
collaborazione di Tiger e Goyle.
Mi fissava assorta…e sembrava che provasse
compassione…! Stupida pezzente caso mai sono io a compatirla, lei e tutta la
sua famiglia di straccioni…! Il suo sguardo…dio quello sguardo
mi dà il tormento! Ha gli occhi azzurri più grandi che
io abbia mai visto…vuoi vedere che la poveraccia si è presa una bella cotta! Sghignazzò soddisfatto all’idea…non è poi così male come idea…suo padre l’avrebbe ucciso a mani nude solo per
aver pensato una cosa del genere!
Un fruscio al suo fianco
lo fece destare dai suoi pensieri…era Pansy Parkinson!
La strega Serpeverde gli sbavava dietro da sempre non di certo per il fatto di
essere perdutamente innamorata del nostro rampollo, quanto più per l’ingente
eredità che il piccolo Malfoy si portava dietro!
«Non ora…» la liquidò
velocemente Draco e così facendo uscì dallo scompartimento sbattendosi dietro
le porte.
Per il corridoio non c’era
quasi nessuno, a parte una ragazza con un’immensità di capelli castani che le
ricadevano disordinatamente sulle spalle nascondendole il viso; malgrado questo
la riconobbe subito.
Dannazione
Le passò
affianco con un fruscio, ignorandola completamente. Hermione si voltò….non posso credere ai miei
occhi…m-ma quello è Malfoy…!
Continuò
a seguirlo con lo sguardo…sembrava
non averla vista…
«Ciao Hermione!» Ernie
Macmillan si era appena avvicinato alla ragazza e ora la guardava accigliato.
In effetti, Hermione aveva la bocca spalancata
e sembrava avesse visto un fantasma.
«Oh ciao Ernie….volevi
dirmi qualcosa?» rispose velocemente.
«S-si…ci hanno convocato…dobbiamo andare alla riunione dei
prefetti…lo dici tu a Ron?» chiese un po’ intimorito il ragazzo.
«Si! Perfetto! Lo farò! A fra poco!» rispose acida.
«S-sicura di stare bene? Ce l’hai con me per caso?».
«No…! Assolutamente…»
rispose Hermione sorridendo imbarazzata «…ci vediamo fra poco…».
Così dicendo si diresse verso lo scompartimento, lo aprì di scatto facendo
sussultare i presenti;
«Hops! Scusate
non volevo spaventarvi! Ron…» continuò, mantenendo un’espressione
divertita «…cambiati dobbiamo andare e santo
cielo…sputa quella Gelatina!».
Ron si alzò di scatto,
finì di trangugiare
Uscirono lasciando dietro
di loro gli sguardi attoniti dei presenti, eccetto Luna che sembrava non
essersi accorta di ciò che era accaduto.
«Quei due…!» esordì Ginny
con un cipiglio divertito «non la smetteranno mai…anche quest’estate…facevano la stessa identica cosa!».
«Passate le vacanze
insieme voi?» chiese Neville innocentemente.
Ginny s’irrigidì e volse
lo sguardo verso Harry. Il mago era tutto intento a fissarsi le scarpe, ma Ginny sapeva che se ne fosse stato capace avrebbe
cominciato a scagliare fulmini e saette da tutte le parti.
Tasto
MOLTO dolente.
Hermione dove sei?!!! Pensò la rossa disperata. Di certo l’amica avrebbe
saputo come districarsi dall’impiccio. Trasse un profondo respiro imponendosi
di mantenere la calma.
«Oh si…ma solo verso la
fine e … è una noia mortale comunque…senza Fred e
George…!».
«Una noia mortale…come no!
Essere chiusi in una casa non tua, con gente che non perde occasione per dirti
quanto tu non sia il benvenuto e che ti proibisce di
fare ciò che la gente come te fa o di uscire anche solo a prendere una boccata
d’aria…quella è ‘noia mortale’…! Oppure vivere in
attesa che una maledetta civetta arrivi con, tra le zampe, una lettera…be’
quello poi è decisamente…».
«Harry io non volevo…»
interruppe Ginny con fare mortificato «…so
perfettamente cosa hai passato e sicuramente non volevo…».
«E
così sei rimasto segregato in casa per due mesi…» chiese all’improvviso Luna -che
da poco era tornata tra i comuni mortali- destata, evidentemente, dalla voce
alterata di Harry.
«Già…potevo uscire solo la mattina sorvegliato a distanza naturalmente! E indovinate
da chi venivano gli ordini…?!» continuò il giovane
Grifondoro che ora come non mai aveva tutta l’intenzione di scaricare tutta la
tensione accumulata e far passare ai suoi amici un po’ di quello che era stato
costretto a subire lui.
«Ehi non ci hai mai detto che non ti permettevano di uscire…» fece Ginny tutta
un tratto indispettita.
Harry non seppe che
rispondere; effettivamente non ricordava il perché aveva tenuto nascosta una
cosa del genere ai suoi amici, forse non voleva essere compatito più del
necessario.
E adesso di preciso cosa
stai facendo?disse una vocina
nella sua testa.
Si… ma
non e questo il punto! Si rispose.
Ora si sentiva di nuovo
solo e una spiacevole sensazione lo invase. Gli tornò alla mente il sogno fatto
a Privet Drive…sei
solo Harry…
« Io non vedo dove sia il
problema!» esordì Luna con tono pacato rivolta a Harry,
fissandolo nei suoi immensi occhi verdi.
« C’è un potente mago oscuro in circolazione
che guarda caso cerca proprio te e non di certo per bere una fumante tazza di
thè davanti ad un invitante vassoi di pasticcini! Vuole ucciderti perché tu sei
l’unico che potrà mai un giorno sconfiggerlo definitivamente; ora vedi come
pare ovvio che, chi ti ama ti protegge anche a costo di farti star male e chi
non ti ama ti protegge perché resti pur sempre l’unica speranza per quest’ingrato
mondo…»
Harry, Ginny e Neville erano letteralmente a bocca aperta e Luna non dava segno di
volersi fermare.
« Sei praticamente un
eroe…malgrado questo, non è ancora ora di farsi prendere dall’egocentrismo…non
trovi?» e così concluse come se avesse appena finito di spiegare perché due più
due fa quattro.
In quell’istante Harry
avrebbe voluto che la terra lo inghiottisse oppure che il tempo tornasse velocemente
indietro per dargli la possibilità di tenere chiusa quella boccaccia.
Non aveva pensato a quello
che faceva e ora si rendeva perfettamente conto di quanto fosse stato idiota a
credere ai suoi sogni. I suoi amici non lo volevano morto e nemmeno Silente
quindi non c’era motivo di prendersela così tanto.
Luna nel frattempo era lì
che lo guardava imperturbabile in attesa di una
risposta.
Come osava dirgli le cose
che gli aveva detto, lui non era un arrogante
egocentrico… o si? Lei in fondo che
ne poteva sapere di ciò che lui provava…lo
sa benissimo e tu lo sai!
Era certamente in
imbarazzo, nessuno gli aveva mai detto determinate cose con
così tanta disinvoltura figurati se permetteva a Lunatica Lovegood di
farlo; accidenti a lei!
Ci aveva ripensato: non le era affatto simpatica!
Proprio in quel momento le
porte dello scompartimento si aprirono e Hermione, seguita da Ron, apparve
sulla soglia. Entrarono e si sedettero.
«E’ quasi ora di andare!
Dovreste cambiarvi! Harry tutto bene?» chiese Hermione un po’ preoccupata per
l’espressione assente dell’amico.
«Oh si…» fu la risposta di
Harry che non aveva ancora smaltito la predica di Luna.
La strega lanciò uno sguardo interrogativo a
Ginny che con un sorrisetto divertito le fece cenno di rimandare a dopo la
questione.
«Abbiamo una grande notizia per voi! Indovinate chi è il nostro nuovo, anche
se non è proprio nuovo, insegnante di Difesa contro le Arti Oscure?» fece Ron
fremente.
Harry non era certo di voler sentire la risposta, aveva come un brutto
presentimento.
«Remus Lupin…!» concluse
Ron con tono trionfante.
Perfetto! Questa si che è
una grande notizia! Oggi non è proprio giornata! Pensò Harry profondamente amareggiato.
Il nome del suo nuovo professore di Difesa
contro le Arti Oscure gli faceva tornare alla mente
tanti di quei ricordi spiacevoli che Harry sentì un forte senso di oppressione
abbattersi su di lui.
«Wow è fantastico!
Finalmente si torna a fare le cose con serietà!» disse Neville con un
entusiasmo da lui insolito.
«Lo abbiamo visto tutti i
giorni per due mesi…perché non ci ha detto niente?» chiese Ginny, mentre già
cominciava ad indossare la divisa di Hogwarts.
«Credo proprio che sia una
sorpresa per Harry da parte di Silente!» disse Hermione facendo sfoggio di uno
dei suoi migliori sorrisi come a voler dire ‘Hai visto Harry come ti vuole bene
Silente!’
Harry dal suo canto
sorrise debolmente insicuro riguardo a quale tortura avrebbe voluto subire piuttosto
che stare lì ad ascoltare Hermione.
«Oh quasi dimenticavo!
Quando ero fuori in corridoio indovinate chi ho incontrato?...
Draco Malfoy!» disse Hermione tutto d’un fiato.
Ginny, che prima era tutta intenta a
sbrogliare la cerniera, della gonna, inceppata, sussultò a sentire quel nome e
cominciò a prestare attenzione a Hermione.
« Senza i suoi scagnozzi.
Mi è passato affianco senza rivolgermi la parola…non che mi aspettassi
un saluto ma non mi ha neanche offeso…mi ha ignorato! È certamente piacevole,
però…è strano!».
«Avrà abbassato la cresta
ora che il paparino è a marcire ad Azkaban!» constatò
Harry piuttosto soddisfatto.
« Già…be’ è quello che si
merita lui e tutta la sua famiglia di Mangiamorte…morire nella maniera più
atroce! Spero per lui che non mi si avvicini perché non
esiterò un istante a rovinare il suo bel faccino purosangue!» disse Ron
con una sicurezza da poco acquisita, certo che dal suo metro e novanta avrebbe
potuto ridurre a brandelli perfino Grop il simpatico fratellino di Hagrid.
«Ron…» sbottò all’improvviso
Ginny che già da parecchio aveva smesso di curarsi della gonna e si era immersa
nella discussione «… non è decisamente carino quello
che hai appena detto…il proprio padre rinchiuso in una prigione con gli Auror
più spietati che siano mai stati al servizio del Ministero…è orrendo persino
per un Malfoy…! Prova a metterti nei suoi panni…starà di certo male…e inoltre…»
si bloccò, quando si accorse con che faccia i suoi
amici la stavano guardando.
La fissavano con gli occhi
spalancati come se stessero parlando con il suo fantasma anziché con lei. «Gin…cosa
diavolo stai dicendo? Prendi le sue difese …?» chiese
Harry sorridendo incredulo.
«No..! E’ che l’ho visto
alla stazione e mi sembrava parecchio triste…cioè
lui…» tentò di giustificarsi la giovane strega le cui gote cominciavano a
prendere colore.
Luna intanto osservava la scena
persa nei suoi pensieri.
«Nei panni di un
Malfoy…mai e poi mai!!!» disse Ron pensando ad alta
voce e poi rivolto direttamente alla sorella « Non mi pare che lui si ‘mettesse
nei miei panni’ quando aiutava
«Ok…adesso basta! Ginny ha
solo detto ciò che pensava, non credo si debba
giustificare e non mi pare il caso di sollevare tutto questo polverone…! »
disse Hermione con tono risoluto «Certo sono alquanto sconcertata e non so
davvero come Ginny possa pensare una cosa del genere…ma
comunque la discussione termina qui…!» proseguì riflessiva.
Merlino solo sa quanto Ginny fu grata all’amica per averla tolta
dall’impiccio. Non le piaceva quando Ron le dava
addosso, le dispiaceva, e poi lei non era una che amava litigare per motivi
futili a differenza del fratello.
Nello scompartimento calò
un silenzio pieno di tensione. Luna ora fissava Harry con intensità come se già
sapesse che stava per chiedere qualcosa e infatti:
«Auror ad Azkaban..? Gli Auror del Ministero ad Azkaban…e i Dissennatori che
fine hanno fatto?» chiese il moro leggermente confuso.
«Si…»
gli fece Luna «…i Dissennatori si sono alleati a Voldemort come Silente aveva
preannunciato!» concluse con voce inquietante continuando a fissare il mago
negli occhi.
Harry era rimasto
spiazzato dalla risposta, mai come adesso si era reso conto di quanto fosse
vicina la guerra; adesso un peso doloroso gli gravava sul cuore, una paura e
una rabbia improvvisa lo colsero facendolo tremare.
Hermione, immaginando ciò che stava frullando
nella testa del suo migliore amico, si affrettò ad aggiungere «Silente assieme
agli altri membri del Wizengamot hanno lavorato a lungo con la magia; Azkaban è
stata resa più sicura grazie a potenti incantesimi e gli Auror sembrano tenere
a bada i prigionieri! Non devi avere paura stiamo lavorando duramente, ma ce la
faremo!» concluse ostentando un sorriso rassicurante che, però sortì l’effetto
contrario su Harry.
Per quanto la strega avesse cercato di apparire disinvolta la sua voce tremava
mostrando tutta la sua fragilità; neanche lei era sicura di quanto Silente e
gli altri maghi potessero fare per fermare il male più profondo e oscuro!
«È-è ora di andare che ne
dite?» disse con cautela Neville, ancora scosso a causa della discussione
appena terminata.
In effetti, erano già arrivati alla stazione
di Hogsmeade. Con tutto il baccano che avevano fatto non erano riusciti a
sentire la voce che annunciava l’imminente arrivo a Hogwarts.
Finirono di vestirsi e
cominciarono a scendere. Ben presto Ron e Hermione li lasciarono
per andare ad occuparsi di quelli del primo anno ‘cercando di evitare il
trambusto e la confusione’, ripeteva orgogliosa Hermione.
E così toccò a Harry,
Neville, Luna e Ginny occuparsi di Leotordo e Grattastinchi. Il corridoio era decisamente affollato ed era ancora più difficile camminare
se dovevi reggere due gabbie contemporaneamente.
Una volta sceso sul
marciapiede Harry si guardò attorno in cerca di Hagrid. La stazione di
Hogsmeade era immersa nell’oscurità della notte. Alcuni lampioni illuminavano
la strada mostrando in lontananza le vecchie carrozze di Hogwarts. La fresca
brezza serale profumata di pino pungeva sul viso di Harry che dopo due mesi di
semi-reclusione apprezzò a pieno quella piacevole sensazione.
«Gin, hai già visto
Hagrid?» chiese rivolgendosi all’amica, ma fu Luna a rispondergli.
«Si…guarda
è laggiù…! Regge in mano la lanterna ed è attorniato da bambini…che
sembrano moscerini!».
«Ah si! Grazie!» rispose
Harry burbero e poi si voltò verso la rossa che sembrava letteralmente sommersa
dai pensieri.
Ginny fissava un punto
imprecisato davanti a sé; ripensava ancora alla discussione di poco prima, era
imbarazzata per ciò che aveva fatto, ma, in fondo, non aveva detto
che Malfoy non merita la prigione… non è
giusto che Harry e Ron dicano certe cose…e poi non ho preso le difese di
Malfoy…! Oh si? Accidenti con tutto quel pensare le cominciava a far male
la testa!
«Ginny è tutto ok?» chiese
Harry un po’ mortificato per essersela presa con lei per due volte consecutive
e senza un buon motivo per giunta.
«Oh si, Harry! Tutto ok!»
rispose Ginny destandosi dai suoi pensieri.
«Ragazzi! Siamo qui, venite!» gridò Hermione sventolando un braccio
per richiamare l’attenzione dei suoi amici.
I quattro s'incamminarono su per la lunga fila di carrozze che portavano a Hogwarts. I
Thestral a capo di queste pronti a partire. Entrarono velocemente in una carrozza,
dall’odore stantio, che cominciò a muoversi quasi subito. Si sistemarono per
bene prendendo posto nella semioscurità, quando una
voce maschile e famigliare disse:
«Bentornati a Hogwarts,
ragazzi!».