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Autore: azzu_vale    28/08/2005    0 recensioni
Circa mille anni fa, un patto fu suggellato da un'antica magia. Oggi, quello stesso patto è stato violato. Harry Potter, Draco Malfoy e altri scopriranno la vera arma per sconfiggere il male.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Luna Lovegood, Ron Weasley, un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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HARRY POTTER E IL PATTO VIOLATO

HARRY POTTER E IL PATTO VIOLATO

 

 

1^ settembre

«Ron, dobbiamo scendere sono tutti di sotto che ci aspettano! » gridò Hermione spalancando la porta della misera stanzetta.

Aveva fatto una corsa impressionante; era tardissimo e dovevano raggiungere la stazione a piedi.

«Cosa diavolo cerchi sotto quel letto?!».

«La mia spilla! Non la trovo più!» rispose il rosso angosciato.

«L’ho infilata io nel tuo baule ieri sera!» fece con semplicità Hermione, incrociando le braccia, spazientita.

«E la scopa…? Sei sicura che…».

«Ho messo dentro anche quella!» ripeté annoiata alzando gli occhi al cielo.

«Oh Herm! Cosa farei senza di te! » disse Ron sospirando sollevato.

La strega arrossì leggermente e un sorriso timido affiorò sulle sue labbra. Si sistemò i capelli dietro le orecchie dimenticando completamente che di sotto c’era un’intera squadra dell’Ordine ad attenderli, una Molly Weasley piuttosto agitata e la dolce signora Black molto più offensiva del solito.  

«Allora vuoi muoverti! Non siamo in ritardo?» disse bruscamente Ron facendola destare dalle sue fantasie.

Senza attendere una risposta, attraversò la stanzetta a grandi falcate e varcò la soglia diretto al piano di sotto, lasciando Hermione che sbuffava come una teiera impazzita.

Silenziosamente scesero in strada. L’abitazione dei Black lentamente scompariva.

Si diressero verso la stazione accompagnati dagli Auror.

C’era Tonks, Malocchio Moody e i signori Weasley, naturalmente, a chiudere la fila. Doveva esserci anche Lupin ma evidentemente aveva altro da fare perché Kingsley Shacklebolt prese il suo posto.

 

 

*************

 

 

Harry si guardò attorno ansioso; sperava vivamente di non aver dimenticato nulla. I libri e tutti gli altri acquisti da Diagon Alley erano arrivati con la posta babbana. Provò lentamente ad elencare tutto ciò che gli sarebbe occorso: libri…piume…scopa…

Si arrese quando la testa cominciò a girargli freneticamente. Prese il baule in una mano nell’altra reggeva la gabbia di Edvige e si diresse di sotto. Mentre scendeva le scale sentiva i Dursley mormorare silenziosamente. Quando fece il suo ingresso in cucina questi si ammutolirono.

 Si sedette sulla sedia e subito gli fu servita la colazione. Addentò il pane appena tostato e bevve un po’ di succo d’arancia; era terribilmente nervoso. Zio Vernon era seduto a capo tavola e, nascosto dietro il quotidiano, mandava giù di tanto in tanto qualche sorso di caffé. Nel frattempo la zia Petunia era tutta intenta a riordinare e pulire la cucina già perfettamente impeccabile.

Si sentiva tremendamente a disagio. Era la prima volta che i Dursley lo accompagnavano alla stazione e non sapeva cosa fare. Non era sicuro neanche se se ne fossero ricordati. Aveva una paura folle all’idea di poter perdere il treno per Hogwarts.

Poi all’improvviso lo zio Vernon si alzò, si sistemò la camicia nei pantaloni e disse «Tra quindici minuti usciamo di casa, ragazzo!».

Harry provò un gran sollievo e annuì senza troppa enfasi. Vernon sistemò il baule e la gabbia vuota di Edvige nel portabagagli sbuffando schifato e fece cenno ad Harry di entrare nell’auto.

Partirono alle dieci in punto lui, zio Vernon e la zia Petunia. Dudley rimase a casa con la scusa di non sentirsi troppo bene, ma Harry aveva il sospetto che il piccolino di casa Dursley avesse ancora paura di vedersi spuntare una coda da maiale sul didietro o peggio, che la sua lingua diventasse lunga come il ponte di Brooklyn.

Il paesaggio fuori sfrecciava veloce e indifferente. Ovunque volgesse lo sguardo Harry vedeva solo fretta e noia. Dappertutto vi erano autisti infuriati che suonavano incessantemente il clacson, pedoni distratti che procedevano per le strade di Londra senza curarsi di niente e di nessuno. Tutti ignari del male che li avvolge e li seduce.

 Harry non era proprio sicuro se valeva la pena soffrire tanto per salvare la vita a certa gente!

Arrivarono a King’s Cross con dieci minuti di anticipo.

I Dursley lo seguirono fin dentro la stazione, guardandosi attorno con circospezione. Non appena avessero intravisto qualcuno di strano, se la sarebbero data a gambe.

All’ingresso Harry si voltò con l’intento di salutare i suoi zii il più velocemente possibile, augurandosi di non rivederli per parecchio.

 «Be’ allora c-ci vediamo…!» mugugnò profondamente imbarazzato.

Fece per voltarsi, ma Petunia mosse qualche passo in avanti e inaspettatamente lo abbracciò; il gesto durò meno di un millesimo di secondo e sicuramente non traboccava di amore ma Harry si sentì riscaldare.

«Abbi cura di te!» aggiunse e Harry avrebbe giurato di aver visto negli occhi della zia un velo d’angoscia.

«Lo farò!» rispose Harry meccanicamente, scioccato da una dimostrazione d’affetto così palese e sincera.

Si voltarono tutti e tre contemporaneamente e, ancora profondamente sconvolto, Harry si diresse verso la barriera che separava questo mondo da quello magico. La attraversò rapidamente e si arrestò alla vista dell’Espresso che sbuffava imponente.

Tirò un sospiro di sollievo ma si disse che era meglio cercare i Weasley e alla svelta altrimenti non avrebbero trovato uno scompartimento vuoto neanche a pagarlo.

 La ricerca fortunatamente non fu né lunga né estenuante; i Weasley sarebbero stati evidenti anche di notte con la foschia grazie ai loro capelli!

Si avvicinò con passo svelto. Erano attorniati da alcuni membri dell’Ordine e Harry provò una fitta al cuore quando ripensò alla partenza dello scorso anno!

Sembrava che non l’avessero notato, ma poi Ginny si voltò e gridò:

 «Harry! Sei arrivato, finalmente! Ancora qualche minuto e mamma avrebbe mandato tutti gli Auror del Ministero a cercarti!».

Molti sorrisero, a parte la signora Weasley che aveva gli occhi traboccanti di lacrime.

«Oh sciocchezze! E’ che…sono contenta di vederti, Harry caro!» e così dicendo lo strinse fino a mozzargli il fiato come da tradizione. Poi fu la volta di Hermione e Ron. Tutti quegli abbracci lo stavano mettendo in imbarazzo e Ginny lo notò trattenendosi dallo scoppiare a ridere.

Nel frattempo Draco Malfoy accompagnato dalla madre Narcissa procedeva con passo elegante e sicuro verso l’Espresso; assolutamente incurante dei bisbiglii e delle occhiate timorose che si erano sollevate al suo arrivo. Si fermò a pochi passi dall’Espresso e si guardò attorno alla ricerca dei suoi due compari Tiger e Goyle.

 Razza di stupidi! Sanno perfettamente che devono aspettarmi qui e prendere il mio baule…ma dove si saranno cacciati?! Giuro che se li trovo a rimpinzarsi… gli farò molto ma molto male! Voltandosi alla sua destra intravide Harry assieme a tutti gli altri.

Ma guarda, guarda! Potty Potter, i Weasley al completo e la Mezzosangue con tutta la scorta al seguito! Feccia!

 I suoi pensieri furono immediatamente interrotti dalla dolce voce della signora Malfoy.

 «Draco è meglio che tu vada altrimenti rischi di non trovare neanche uno scompartimento libero».

«Un Malfoy trova sempre uno scompartimento libero, mamma » disse per tutta risposta il

biondino rivolgendo alla madre uno sguardo truce con un tono che sottolineava tutta la superiorità del suo nome.

«Già…! Soprattutto se è tanto affascinante da non potergli staccare gli occhi di dosso! Proprio come te!» aggiunse la signora Malfoy con il pallido viso illuminato da un dolce sorriso.

«M-ma di cosa diavolo…stai parlando?» chiese Draco leggermente imbarazzato ma anche un po’ stizzito; non gli andava giù che la madre si burlasse di lui.

«Se ti volti leggermente verso la tua destra….» gli bisbigliò Narcissa all’orecchio con molta discrezione.

In effetti, poco più in là Ginevra Weasley fissava assorta il giovane Serpeverde; lo aveva visto arrivare assieme alla madre e immediatamente si era persa in mille pensieri e riflessioni.

 Chissà come si sente, ora che suo padre è ad Azkaban e tutto il mondo magico sa perché! Sarà parecchio triste, glielo si legge negli occhi……

Aveva continuato a guardarlo pensierosa, quando ad un tratto Malfoy le aveva restituito lo sguardo.

Si fissarono per qualche secondo lei ancora immersa nei suoi pensieri lui scioccato dal modo in cui Ginevra Weasley lo scrutava. Si riprese all’improvviso come se si fosse appena accorta che anche il biondino la guardava. Distolse lo sguardo e arrossì violentemente. Stupida! Ma che ti è preso! Si è accorto che lo fissavi! E adesso… bella figura!!!!

D’altro canto nella bionda testolina….

E’ quella stupida di una Weasley che cosa avrà tanto da guardare! Emise uno sbuffo di disapprovazione, sfiorò la guancia della madre con un bacio e si avviò.

Tornò a guardare Harry e tutti gli altri ancora un minuto, con espressione glaciale dipinta sul volto diafano; si soffermò ancora un po’su Ginny.

Chissà cosa diavolo le passava per la mente! Lo aveva guardato con un’espressione diversa dal solito, non era rabbia, rancore, odio…lui era rimasto colpito da quello sguardo.

 «Stupida di una Weasley!» ringhiò a mezza voce.

 Senza sapere però che il ricordo di quello sguardo lo avrebbe tormentato per il resto del viaggio.

 

 

*************

 

 

Il treno era stracolmo di studenti di Hogwarts. Quelli del primo anno ne erano almeno un centinaio che sommati ai ‘veterani’ davano come risultato un caos infernale e nemmeno uno scompartimento libero! Fantastico!

«Ma guardate questi del primo anno!»fece Ron additando divertito un gruppetto di futuri studenti di Hogwarts tremanti «Sono minuscoli! Sembrano gli gnomi che si nascondono nel giardino alla Tana, eh Gin…!».

«Non dire sciocchezze, Ron! Sei tu che sei troppo alto! Somigli sempre di più a un troll di montagna!» rispose Ginny facendo scoppiare a ridere tutti.

«Ah ah! Molto divertente Ginevra!» rispose Ron con tono risentito.

«Ma dai Ron sai che scherza! Non te la prendere!» disse Harry continuando a sbellicarsi. Ron non era affatto convinto e stava per rispondere all’amico quando:

«Non vorrei interrompere, ma è meglio se ci diamo da fare per trovare uno scompartimento altrimenti dovremo separarci!» interruppe Hermione saggiamente e così facendo mise fine ad un battibecco che altrimenti  sarebbe durato piuttosto a lungo!

«Hei, ciao ragazzi!» disse Neville Paciock fermandosi di colpo davanti ai quattro.

 «Oh ciao Neville!» risposero gli altri in coro.

«Dove vai così di corsa!?» chiese Ginny alquanto impressionata.

«Ho trovato uno scompartimento vuoto e ho pensato che vi avrebbe fatto piacere…cioè non ce ne sono più di vuoti…e quindi…o meglio forse ce n’è ancora qualcuno vuoto o semivuoto ma…» farfugliò Neville cercando di riprendere fiato.

«Ok abbiamo capito alla perfezione! Grazie Neville ci sei di grande aiuto! Ora calmati, respira…e mostraci lo scompartimento! Ok?» rispose Hermione amorevolmente.

«Oh si! Per di qua...! Ehm, ragazzi…l-lo scompartimento non è proprio vuoto…! Luna Lovegood è con noi! Spero non….» disse Neville un po’ imbarazzato.

«Oh no, non è un problema! Vero ragazzi?» chiese Hermione con un ampio sorriso ipocrita.

«Nessun problema!» rispose Ginny in fretta.

«Harry? Ron?» chiese Hermione piuttosto intimorita.

I ragazzi non risposero, ma l’espressione dipinta sui loro volti lasciava intendere alla perfezione l’eventuale risposta; con un po’ di diplomazia direi che non erano particolarmente entusiasti all’idea.

A Ron Luna ‘Lunatica’ non era mai piaciuta. Il primo incontro l’ebbero sull’Espresso lo scorso anno e Ron rimase decisamente turbato dalla bionda Corvonero. La sua espressione…gli occhi…e l’abbigliamento…rabbrividiva al solo pensiero!

Harry invece non era dello stesso parere…questo non vuol dire che adorasse Luna, ma c’erano dei lati positivi in lei! Per esempio l’anno scorso non esitò ad aiutarlo ad entrare di nascosto nell’ufficio della Umbridge…!(Anche se non era sicuro che sapesse esattamente ciò che stava facendo!).

Poi si unì a Harry, Ron e Hermione quando si diressero all’Ufficio Misteri…non era perfettamente consapevole del pericolo che correva…e in ogni caso anche quando ne fu consapevole non rinfacciò mai a Harry di aver messo in serio pericolo la sua vita. Si era comportata da amica e poi anche lei vedeva i Thestral, ma…era innegabilmente e irrimediabilmente fuori di testa!

Entrarono nello scompartimento e subito scorsero Luna. Era china su di una rivista e i lunghi capelli biondi, quasi bianchi, le ricadevano sulle spalle nascondendo il viso.

«Ciao Luna» fece Ginny con un cenno.

«Oh ciao Gin…! Hermione…Ronald…! Ciao Harry!».

 Con molta calma e indifferenza Luna salutò tutti e quattro i Grifondoro in una sola volta per poi tornare immersa nella lettura del Cavillo.

«Ciao anche a te!» rispose Harry, ma la bionda Corvonero era già tornata ai suoi interessi. Guardò Ron con espressione ricolma di stupore.

«Lascia stare!» bisbigliò Ron.

Dopo aver sistemato i bauli nella rastrelliera Ginny si sedette vicino al finestrino davanti a Luna, mentre Hermione le si sedette affianco.

«Allora Luna…come hai passato le vacanze?» cominciò quest’ultima cercando di dare inizio ad una conversazione amichevole.

«Bene ti ringrazio Granger! Sono stata alla ricerca nella foresta pluviale con mio padre e la sua equipe di studiosi» rispose Luna con tono sognante e gli immensi occhi azzurri fuori delle orbite.

«Eh…alla ricerca di cosa?» chiese Hermione con fare scettico.

«No…aspetta, lasciaci indovinare…» irruppe Ron con espressione falsamente concentrata «…ancora Ricciocorni Schiattosi…non è così!?».

 Tutti risero a parte Luna che volse lo sguardo imperturbabile verso Ron. Ad ogni suo movimento la collana, a cui era stato aggiunto un grazioso braccialetto, fatta con i tappi di Burrobirra tintinnava emettendo un suono argentino.

«Mi sono sempre chiesta in base a quale criterio il Preside scelga i suoi Prefetti!» disse Luna con fare disinvolto corrugando leggermente la fronte.

«Ehi cosa stai insinuando?!» disse Ron che ora stava veramente cominciando a scaldarsi.

«Hem forse è meglio che ci diamo una calmata….!».

Ma Ron non ne voleva sapere e anzi stava per ricominciare quando Hermione lo interruppe con sguardo minaccioso; uno di quegli sguardi che a Ginny fece ritornare alla mente sua madre .

«Ron…basta così! Che ne dici?» concluse la strega mettendo fine alla discussione.

Come per magia Ron tacque e si sedette davanti a Harry imbronciato.

Per essere solo l’inizio le cose andavano decisamente male. Nello scompartimento regnava il silenzio più assoluto, la situazione stava diventando pesante, e qualcuno ben presto avrebbe rimpianto tutto quel silenzio.

«Avete una relazione voi due?» chiese tutto d’un tratto Luna con voce squillante puntando gli occhi pallidi su Ron e Hermione.

«C-cosa…?!» risposero i due all’unisono. Ginny mascherò con un colpo di tosse un risolino mentre Neville e Harry ridacchiavano divertiti dalla reazione dei due.

«Assolutamente no!» fece Hermione con tanta foga che Ron ci rimase quasi male.

Ma deciso a mascherare la sua delusione aggiunse «Con Hermione…!? Ma neanche se fosse l’ultima rimasta sulla faccia della Terra!».

Aveva esagerato! Hermione si voltò verso di lui lentamente come se non riuscisse a credere veramente a quello che aveva sentito.

Ron, dal suo canto, quando i suoi occhi azzurri si incontrarono con quelli nocciola di lei si sentì morire dentro. L’aveva fatta grossa! Lei esibiva un’espressione profondamente ferita e disgustata.

«Esco a prendere una boccata d’aria!» disse all’improvviso e uscì dallo scompartimento con sguardo assente.

«Ronald Weasley…sei un idiota !» esordì Ginny.

«Ehi, io non le ho fatto niente!» si difese Ron. La sua risposta era stata più che legittima.

Ginny non osò replicare piuttosto si sedette più comodamente sul sedile contemplando il paesaggio che sfrecciava al di fuori lasciando la mente libera e rilassata, almeno ora che poteva farlo! Fra qualche giorno avrebbe rimpianto le vacanze.

 Quest’anno ci sarebbero stati i G.U.F.O. e l’idea le faceva mancare l’aria! Improvvisamente nella sua mente tornò a galla il ricordo di ciò che era accaduto alla stazione poche ore prima!

 Accidenti…Malfoy l’aveva vista fissarlo! Chissà cosa si é messo in testa quell’idiota figlio di un Mangiamorte…pensò Ginny con il viso paonazzo in preda a una crisi d’ansia …figlio di un Mangiamorte… chissà se diverrà anche lui come il padre…be’ l’aria ce l’ha! Quell’aria da statemi-lontano-altrimenti-mi-insudiciate è rivoltante…e poi con quello sguardo sempre alto e fieroe gli occhi…già quegli occhi… quando Ginny si accorse che Draco la stava guardando per un attimo si era persa nei suoi occhi grigi…così freddi ma allo stesso tempo così espressivi; c’era dolore, stupore e rancore in quegli occhi. Solo il ricordo la faceva rabbrividire da capo a piedi e le provocava una spiacevole sensazione allo stomaco……

 

 

*************

 

Intanto qualche scompartimento più in là………

Chissà a che cosa pensava quella stupida figlia di un babbanofilo…pensò Draco con rabbia mentre cercava di ignorare gli schiamazzi messi su da Pansy Parkinson e le sue amiche Serpeverde con la vergognosa collaborazione di Tiger e Goyle.

Mi fissava assorta…e sembrava che provasse compassione…! Stupida pezzente caso mai sono io a compatirla, lei e tutta la sua famiglia di straccioni…! Il suo sguardo…dio quello sguardo mi dà il tormento! Ha gli occhi azzurri più grandi che io abbia mai visto…vuoi vedere che la poveraccia si è presa una bella cotta! Sghignazzò soddisfatto all’idea…non è poi così male come idea…suo padre l’avrebbe ucciso a mani nude solo per aver pensato una cosa del genere!

Un fruscio al suo fianco lo fece destare dai suoi pensieri…era Pansy Parkinson! La strega Serpeverde gli sbavava dietro da sempre non di certo per il fatto di essere perdutamente innamorata del nostro rampollo, quanto più per l’ingente eredità che il piccolo Malfoy si portava dietro!

«Non ora…» la liquidò velocemente Draco e così facendo uscì dallo scompartimento sbattendosi dietro le porte.

Per il corridoio non c’era quasi nessuno, a parte una ragazza con un’immensità di capelli castani che le ricadevano disordinatamente sulle spalle nascondendole il viso; malgrado questo la riconobbe subito.

 Dannazione la Mezzosangue... non ho proprio voglia di sentirla…ma oramai era troppo tardi per cambiare strada.

Le passò affianco con un fruscio, ignorandola completamente. Hermione si voltò….non posso credere ai miei occhi…m-ma quello è Malfoy…!

Continuò a seguirlo con lo sguardo…sembrava non averla vista…

«Ciao Hermione!» Ernie Macmillan si era appena avvicinato alla ragazza e ora la guardava accigliato.

 In effetti, Hermione aveva la bocca spalancata e sembrava avesse visto un fantasma.

«Oh ciao Ernie….volevi dirmi qualcosa?» rispose velocemente.

«S-si…ci hanno convocato…dobbiamo andare alla riunione dei prefetti…lo dici tu a Ron?» chiese un po’ intimorito il ragazzo.

«Si! Perfetto! Lo farò! A fra poco!» rispose acida.

«S-sicura di stare bene? Ce l’hai con me per caso?».

«No…! Assolutamente…» rispose Hermione sorridendo imbarazzata «…ci vediamo fra poco…».

Così dicendo si diresse verso lo scompartimento, lo aprì di scatto facendo sussultare i presenti;

«Hops! Scusate non volevo spaventarvi! Ron…» continuò, mantenendo un’espressione divertita «…cambiati dobbiamo andare e santo cielo…sputa quella Gelatina!».

Ron si alzò di scatto, finì di trangugiare la Gelatina che aveva in bocca e cominciò a cambiarsi più in fretta che poteva, leggermente impressionato dalla velocità di cambio d’umore dell’amica.

Uscirono lasciando dietro di loro gli sguardi attoniti dei presenti, eccetto Luna che sembrava non essersi accorta di ciò che era accaduto.

«Quei due…!» esordì Ginny con un cipiglio divertito «non la smetteranno mai…anche quest’estate…facevano la stessa identica cosa!».

«Passate le vacanze insieme voi?» chiese Neville innocentemente.

Ginny s’irrigidì e volse lo sguardo verso Harry. Il mago era tutto intento a fissarsi le scarpe, ma Ginny sapeva che se ne fosse stato capace avrebbe cominciato a scagliare fulmini e saette da tutte le parti.

 Tasto MOLTO dolente.

Hermione dove sei?!!! Pensò la rossa disperata. Di certo l’amica avrebbe saputo come districarsi dall’impiccio. Trasse un profondo respiro imponendosi di mantenere la calma.

«Oh si…ma solo verso la fine e … è una noia mortale comunque…senza Fred e George…!».

«Una noia mortale…come no! Essere chiusi in una casa non tua, con gente che non perde occasione per dirti quanto tu non sia il benvenuto e che ti proibisce di fare ciò che la gente come te fa o di uscire anche solo a prendere una boccata d’aria…quella è ‘noia mortale’…! Oppure vivere in attesa che una maledetta civetta arrivi con, tra le zampe, una lettera…be’ quello poi è decisamente…».

«Harry io non volevo…» interruppe Ginny con fare mortificato «…so perfettamente cosa hai passato e sicuramente non volevo…».

«E così sei rimasto segregato in casa per due mesi…» chiese all’improvviso Luna -che da poco era tornata tra i comuni mortali- destata, evidentemente, dalla voce alterata di Harry.

«Già…potevo uscire solo la mattina sorvegliato a distanza naturalmente! E indovinate da chi venivano gli ordini…?!» continuò il giovane Grifondoro che ora come non mai aveva tutta l’intenzione di scaricare tutta la tensione accumulata e far passare ai suoi amici un po’ di quello che era stato costretto a subire lui.

«Ehi non ci hai mai detto che non ti permettevano di uscire…» fece Ginny tutta un tratto indispettita.

Harry non seppe che rispondere; effettivamente non ricordava il perché aveva tenuto nascosta una cosa del genere ai suoi amici, forse non voleva essere compatito più del necessario.

E adesso di preciso cosa stai facendo?disse una vocina nella sua testa.

 Si… ma non e questo il punto! Si rispose.

Ora si sentiva di nuovo solo e una spiacevole sensazione lo invase. Gli tornò alla mente il sogno fatto a Privet Drivesei solo Harry…

« Io non vedo dove sia il problema!» esordì Luna con tono pacato rivolta a Harry, fissandolo nei suoi immensi occhi verdi.

 « C’è un potente mago oscuro in circolazione che guarda caso cerca proprio te e non di certo per bere una fumante tazza di thè davanti ad un invitante vassoi di pasticcini! Vuole ucciderti perché tu sei l’unico che potrà mai un giorno sconfiggerlo definitivamente; ora vedi come pare ovvio che, chi ti ama ti protegge anche a costo di farti star male e chi non ti ama ti protegge perché resti pur sempre l’unica speranza per quest’ingrato mondo…»

Harry, Ginny e Neville erano letteralmente a bocca aperta e Luna non dava segno di volersi fermare.

 « Sei praticamente un eroe…malgrado questo, non è ancora ora di farsi prendere dall’egocentrismo…non trovi?» e così concluse come se avesse appena finito di spiegare perché due più due fa quattro.

In quell’istante Harry avrebbe voluto che la terra lo inghiottisse oppure che il tempo tornasse velocemente indietro per dargli la possibilità di tenere chiusa quella boccaccia.

Non aveva pensato a quello che faceva e ora si rendeva perfettamente conto di quanto fosse stato idiota a credere ai suoi sogni. I suoi amici non lo volevano morto e nemmeno Silente quindi non c’era motivo di prendersela così tanto.

Luna nel frattempo era lì che lo guardava imperturbabile in attesa di una risposta.

Come osava dirgli le cose che gli aveva detto, lui non era un arrogante egocentrico… o si? Lei in fondo che ne poteva sapere di ciò che lui provava…lo sa benissimo e tu lo sai!

Era certamente in imbarazzo, nessuno gli aveva mai detto determinate cose con così tanta disinvoltura figurati se permetteva a Lunatica Lovegood di farlo; accidenti a lei!

Ci aveva ripensato: non le era affatto simpatica!

Proprio in quel momento le porte dello scompartimento si aprirono e Hermione, seguita da Ron, apparve sulla soglia. Entrarono e si sedettero.

«E’ quasi ora di andare! Dovreste cambiarvi! Harry tutto bene?» chiese Hermione un po’ preoccupata per l’espressione assente dell’amico.

«Oh si…» fu la risposta di Harry che non aveva ancora smaltito la predica di Luna.

 La strega lanciò uno sguardo interrogativo a Ginny che con un sorrisetto divertito le fece cenno di rimandare a dopo la questione.

«Abbiamo una grande notizia per voi! Indovinate chi è il nostro nuovo, anche se non è proprio nuovo, insegnante di Difesa contro le Arti Oscure?» fece Ron fremente.

Harry non era certo di voler sentire la risposta, aveva come un brutto presentimento.

«Remus Lupin…!» concluse Ron con tono trionfante.

Perfetto! Questa si che è una grande notizia! Oggi non è proprio giornata! Pensò Harry profondamente amareggiato.

 Il nome del suo nuovo professore di Difesa contro le Arti Oscure gli faceva tornare alla mente tanti di quei ricordi spiacevoli che Harry sentì un forte senso di oppressione abbattersi su di lui.

«Wow è fantastico! Finalmente si torna a fare le cose con serietà!» disse Neville con un entusiasmo da lui insolito.

«Lo abbiamo visto tutti i giorni per due mesi…perché non ci ha detto niente?» chiese Ginny, mentre già cominciava ad indossare la divisa di Hogwarts.

«Credo proprio che sia una sorpresa per Harry da parte di Silente!» disse Hermione facendo sfoggio di uno dei suoi migliori sorrisi come a voler dire ‘Hai visto Harry come ti vuole bene Silente!

Harry dal suo canto sorrise debolmente insicuro riguardo a quale tortura avrebbe voluto subire piuttosto che stare lì ad ascoltare Hermione.

«Oh quasi dimenticavo! Quando ero fuori in corridoio indovinate chi ho incontrato?... Draco Malfoy!» disse Hermione tutto d’un fiato.

 Ginny, che prima era tutta intenta a sbrogliare la cerniera, della gonna, inceppata, sussultò a sentire quel nome e cominciò a prestare attenzione a Hermione.

« Senza i suoi scagnozzi. Mi è passato affianco senza rivolgermi la parola…non che mi aspettassi un saluto ma non mi ha neanche offeso…mi ha ignorato! È certamente piacevole, però…è strano!».

«Avrà abbassato la cresta ora che il paparino è a marcire ad Azkaban!» constatò Harry piuttosto soddisfatto.

« Già…be’ è quello che si merita lui e tutta la sua famiglia di Mangiamorte…morire nella maniera più atroce! Spero per lui che non mi si avvicini perché non esiterò un istante a rovinare il suo bel faccino purosangue!» disse Ron con una sicurezza da poco acquisita, certo che dal suo metro e novanta avrebbe potuto ridurre a brandelli perfino Grop il simpatico fratellino di Hagrid.

«Ron…» sbottò all’improvviso Ginny che già da parecchio aveva smesso di curarsi della gonna e si era immersa nella discussione «… non è decisamente carino quello che hai appena detto…il proprio padre rinchiuso in una prigione con gli Auror più spietati che siano mai stati al servizio del Ministero…è orrendo persino per un Malfoy…! Prova a metterti nei suoi panni…starà di certo male…e inoltre…» si bloccò, quando si accorse con che faccia i suoi amici la stavano guardando.

La fissavano con gli occhi spalancati come se stessero parlando con il suo fantasma anziché con lei. «Gin…cosa diavolo stai dicendo? Prendi le sue difese …?» chiese Harry sorridendo incredulo.

«No..! E’ che l’ho visto alla stazione e mi sembrava parecchio triste…cioè lui…» tentò di giustificarsi la giovane strega le cui gote cominciavano a prendere colore.

Luna intanto osservava la scena persa nei suoi pensieri.

«Nei panni di un Malfoy…mai e poi mai!!!» disse Ron pensando ad alta voce e poi rivolto direttamente alla sorella « Non mi pare che lui si ‘mettesse nei miei panni’ quando aiutava la Umbridge con la sua stupida Squadra d’Inquisizione lo scorso anno…è solo uno sporco bastardo…».

«Ok…adesso basta! Ginny ha solo detto ciò che pensava, non credo si debba giustificare e non mi pare il caso di sollevare tutto questo polverone…! » disse Hermione con tono risoluto «Certo sono alquanto sconcertata e non so davvero come Ginny possa pensare una cosa del genere…ma comunque la discussione termina qui…!» proseguì riflessiva.

Merlino solo sa quanto Ginny fu grata all’amica per averla tolta dall’impiccio. Non le piaceva quando Ron le dava addosso, le dispiaceva, e poi lei non era una che amava litigare per motivi futili a differenza del fratello.

Nello scompartimento calò un silenzio pieno di tensione. Luna ora fissava Harry con intensità come se già sapesse che stava per chiedere qualcosa e infatti:

«Auror ad Azkaban..? Gli Auror del Ministero ad Azkaban…e i Dissennatori che fine hanno fatto?» chiese il moro leggermente confuso.

«Si…» gli fece Luna «…i Dissennatori si sono alleati a Voldemort come Silente aveva preannunciato!» concluse con voce inquietante continuando a fissare il mago negli occhi.

Harry era rimasto spiazzato dalla risposta, mai come adesso si era reso conto di quanto fosse vicina la guerra; adesso un peso doloroso gli gravava sul cuore, una paura e una rabbia improvvisa lo colsero facendolo tremare.

 Hermione, immaginando ciò che stava frullando nella testa del suo migliore amico, si affrettò ad aggiungere «Silente assieme agli altri membri del Wizengamot hanno lavorato a lungo con la magia; Azkaban è stata resa più sicura grazie a potenti incantesimi e gli Auror sembrano tenere a bada i prigionieri! Non devi avere paura stiamo lavorando duramente, ma ce la faremo!» concluse ostentando un sorriso rassicurante che, però sortì l’effetto contrario su Harry.

Per quanto la strega avesse cercato di apparire disinvolta la sua voce tremava mostrando tutta la sua fragilità; neanche lei era sicura di quanto Silente e gli altri maghi potessero fare per fermare il male più profondo e oscuro!

«È-è ora di andare che ne dite?» disse con cautela Neville, ancora scosso a causa della discussione appena terminata.

 In effetti, erano già arrivati alla stazione di Hogsmeade. Con tutto il baccano che avevano fatto non erano riusciti a sentire la voce che annunciava l’imminente arrivo a Hogwarts.

Finirono di vestirsi e cominciarono a scendere. Ben presto Ron e Hermione li lasciarono per andare ad occuparsi di quelli del primo anno ‘cercando di evitare il trambusto e la confusione’, ripeteva orgogliosa Hermione.

 E così toccò a Harry, Neville, Luna e Ginny occuparsi di Leotordo e Grattastinchi. Il corridoio era decisamente affollato ed era ancora più difficile camminare se dovevi reggere due gabbie contemporaneamente.

 Una volta sceso sul marciapiede Harry si guardò attorno in cerca di Hagrid. La stazione di Hogsmeade era immersa nell’oscurità della notte. Alcuni lampioni illuminavano la strada mostrando in lontananza le vecchie carrozze di Hogwarts. La fresca brezza serale profumata di pino pungeva sul viso di Harry che dopo due mesi di semi-reclusione apprezzò a pieno quella  piacevole sensazione.

«Gin, hai già visto Hagrid?» chiese rivolgendosi all’amica, ma fu Luna a rispondergli.

«Si…guarda è laggiù…! Regge in mano la lanterna ed è attorniato da bambini…che sembrano moscerini!».

«Ah si! Grazie!» rispose Harry burbero e poi si voltò verso la rossa che sembrava letteralmente sommersa dai pensieri.

Ginny fissava un punto imprecisato davanti a sé; ripensava ancora alla discussione di poco prima, era imbarazzata per ciò che aveva fatto, ma, in fondo, non aveva detto che Malfoy non merita la prigione… non è giusto che Harry e Ron dicano certe cose…e poi non ho preso le difese di Malfoy…! Oh si? Accidenti con tutto quel pensare le cominciava a far male la testa!

«Ginny è tutto ok?» chiese Harry un po’ mortificato per essersela presa con lei per due volte consecutive e senza un buon motivo per giunta.

«Oh si, Harry! Tutto ok!» rispose Ginny destandosi dai suoi pensieri.

«Ragazzi! Siamo qui, venite!» gridò Hermione sventolando un braccio per richiamare l’attenzione dei suoi amici.

I quattro s'incamminarono su per la lunga fila di carrozze che portavano a Hogwarts. I Thestral a capo di queste pronti a partire. Entrarono velocemente in una carrozza, dall’odore stantio, che cominciò a muoversi quasi subito. Si sistemarono per bene prendendo posto nella semioscurità, quando una voce maschile e famigliare disse:

«Bentornati a Hogwarts, ragazzi!».

  
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