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Autore: Scuotivento    28/08/2005    2 recensioni
La storia che ora leggerete è completamente inventata.
Niente di ciò che è qui scritto è vero o ispirato da fatti realmente accaduti.
I personaggi e i protagonisti che appariranno sono fittizi e fandonie sono le loro mirabolanti avventure.
Non esistono, per fortuna, né il Crammel, i bastoni incantati a scoppio ritardato, gli apprendisti divorati da squali-bisonti o i Lammer predatori delle appendici cieche, catastrofi magiche di dimensioni epiche, piani per la distruzione del mondo e dei criceti e questo è per molti (soprattutto per i turisti bidimensionali e per San Scriterio), una miracolosa botta di culo.

Mille e più anni fa, in un deserto battuto dai venti e dimenticato persino dalla luce celeste….
Genere: Avventura, Azione, Comico, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cronache di Zarda


Rimasero immobili per diversi minuti. Nessuno sapeva cosa aggiungere.

“Temo che qui ci siamo solo noi, mio principe ” disse il vecchio.

“Cosa? Oh, dannazione !”

Cominciò a mangiucchiarsi nervosamente le unghie “Dannazione! Dovevo ricordarmi di portarmi dietro qualcun altro! Per una volta che pronunciavo una frase a senso compiuto, dannazione!”
L’elfo si rivolse dubbioso al vecchio “Mi perdoni per la domanda ma…”

“Ma è veramente il grande principe che dice di essere ? ”

“Certo ragazzo. Ma come fai a non conoscerlo? Tecnicamente è il tuo sovrano”

“Non sapevo che avesse un’identità segreta o qualcosa di simile! Nessuno me lo h a mai riferito!"

Cominciò ad armeggiare tra le pieghe dell’armatura, tirando infine un quaderno giallo canarino.

“Cosa…? Cosa stai scrivendo?”

“Il suo discorso !Le frasi che ha pronunciato! Tutto! Non voglio dimenticarmi una sola parola! Come si chiamava l’antico linguaggio che ha usato? ”

“Il linguaggio dei Vordock.” disse

“E la gigantesca torre ?”

“Charcessa . Ma perché lo stai facendo? ”

L’elfo alzò gli occhi, mordicchiando nervosamente la penna d’oca “Non lo so ” e ritornò a scrivere freneticamente.

“Non sapevo, altezza, che usasse una doppia identità all’interno delle sue truppe ”

“L’ho fatto per uno scopo ben preciso. Ho impiegato anni per immedesimarmi nella parte, a preparare discorsi e ad aspettare il momento adatto. Ma vedo che ho fallito. Dovevo portarmi dietro qualcosa di più che un’inutile staffetta e un vecchio con la sciatica ” abbozzando un sorriso, cominciò a ridiscendere verso di loro.

“Anche i piani meglio congegnati si infrangono dinanzi all’errore più sciocco o ai problemi più piccoli di un granello di sabbia, e questo è a volte un bene. Torniamo ora…”

“Ehi, chi è là ?” pronunciò una voce oltre il portone

“Sacri dei! ” gridò il principe, voltandosi come un gufo verso la fonte della voce

“La porta !” disse il vecchio, indicandola

“Cosa? Dove?”

Da uno spiraglio della monumentale porta, un occhio li stava spiando. Accortosi di essere stato visto, scomparve.

“Non mi sfuggirai!” il principe raggiunse senza sforzo la sommità e diede un calcio alla porta, spalancandola.

Dietro di essa, rannicchiato su sé stesso, vi era un uomo.

Il principe sorrise nel vederlo.


Afferratolo, lo trascinò fino alle scale, e lo lanciò su queste.

Ruzzolò, battendo su ogni scalino, ferendosi ad ogni urto, in un grido di dolore continuo. Si fermò sbattendo la testa e infine tacque.

“Vigliacco! Traditore, infida serpe, allevata in seno alla mia stessa casa! Maledetto, come osi anche solo guardare le sue mura?! ” gridava il generale, come se volesse far per pervenire la sua voce fino all’alto dei cieli.

Sentendola, l’uomo rinvenne, e cominciò a tapparsi le orecchie, gemendo e versando sangue dalla bocca.

Ora che era vicino, Zefir riusciva a vederlo meglio. Era vestito di stracci e mendico, grattava freneticamente la polvere, muovendosi a destra e a manca, ondeggiando come un fascio di erba secca al vento. Ma anche se era vestito di stracci come il vecchio nunzio accanto a lui, non vi era alcuna rassomiglianza tra i due.
Se il vecchio aveva un portamento che sfiorava l’orgoglio, anche se non lo abbracciava, l’uomo ai suoi piedi sembrava più un animale braccato, che respirava affannosamente, come se stesse cercando una via di fuga da una trappola mortale. La trovò aggrappandosi ai piedi di Zefir, che non fece in tempo a ritrarsi.

“Aiuto! ” boccheggiò “Verrà da me, verrà da me e mi ucciderà! Mi vuole morto! Abbi pietà giovane elfo! Sì!” squittì “Un elfo, di certo, riconosco la tua nobile razza! Ti prego, mio signore, proteggimi!”

“Taci, verme immondo!”
gridò il principe Quomir, e l’uomo si piegò su se stesso, come colpito da una frustata “Taci, smettila con la tua voce melliflua, che tanto costò a mio nonno e mio padre! Allontanati da lui, indegna creatura .”

“Mi vuole morto! Mi attacca, io che nulla gli feci! ” singhiozzò il vecchio “Ti scongiuro proteggimi, o per me sarà la fine! ”

“Io…io…”

“Dici il vero! Ora vedrai cosa ti accadrà !”
il principe, disceso, lo afferrò per il bavero, sciogliendolo dalle caviglie di Zefir e scagliandolo di nuovo verso le scale.
Sbatté la schiena contro i grandini, flettendosi come una pianta piegata dai venti autunnali. Subito, il principe Quomir sguainò il suo spadone, puntandolo alla sua gola. La spada splendette sotto la luce del sole, lucida e affilata come un rasoio. Il vecchio nunzio gli si avvicinò e fece scivolare via il suo cappuccio, mostrando per la prima volta il suo volto. Ma Zefir non se ne accorse, intento più a osservare cosa avrebbe fatto il principe.

“Mi riconosci ?” chiese

“Gindolif! ” esclamò singhiozzando“Mio buon, vecchio amico Gindolif! Quanto sono felice di vederti! ”

“Anch’io ti vedo, mio vecchio Shazara il divinatore, ma non riesco più a chiamarti “amico” ”

“Ti prego non dire così! Non è vero ciò che puoi pensare su di me, non sono stato io a…”

“A, cosa? A fare che cosa? ” chiese

L’uomo si portò le mani alle orecchie, stringendo gli occhi e mugolando “No, non è vero, è falso, vile menzogna, io…”

“Cosa hai fatto, Shazara?” ripeté

“È stata tutta colpa sua! Io non feci niente, la mia sola colpa fu quella di trovarlo. Che io sia maledetto per questo! Io lo risvegliai! Si impadronì di me, e tramite me attuò ogni suo desiderio. Io niente potevo fare, ero completamente soggiogato al suo potere. Io l’ho risvegliato !”

“Chi hai trovato? Dove l’hai trovato? ” chiese

“In una grotta oscura, di una terra ancora più oscura, dimenticata da tutti! Lontano, nelle terre vergini, dove i ghiacci scendono fino al mare, e si fondono con esso! Egli era…”

“Qui perdiamo solo il nostro tempo, Gindolif ” disse pacato il principe.

“Malkut! Egli era Malkut !” gridò

“Malkut. Ora capisco… povero Shazara… hai attirato da solo la tua rovina.”

L’uomo chiamato Shazara annuì, singhiozzando.

“Non credere alle sue parole, Gindolif! Né alle sue lacrime di coccodrillo!” gridò Quomir

“Egli è sempre stato malvagio e perfido, e checché dica non cambia le azioni che ha compiuto! Non dimenticarti delle morti innocenti, degli assassini perpetrati in questo stesso palazzo! Non dimenticarti delle stragi, delle guerre, delle violenze, dei malvagi e disumani sacrifici compiuti in tutte le terre di Zarda, e in nome di un impero e di un re plagiati dalle sue menzogne e dai suoi sottili veleni. I morti chiedono ancora vendetta!”

“Ma se ciò che dice è vero (e io lo credo) allora Shazara non è stato che un strumento, non il manovratore, come tu stesso sei stato.
So chi è questo Malkut di cui parla: un grande dio delle ere più antiche e antecedenti alla nascita della civiltà di cui tu sei l’ultimo regnante, più remoto dei primi regni elfici e dei loro millenari annuari . Malvagio, e intrinsecamente potente. Esiliato dagli stessi dei nelle profondità della terra, e destinato a rimanervi fino alla fine del mondo…”

“Conosco la leggenda, e mi auguro che tu non creda a queste fandonie! Non ha prove per dimostrarlo !”

“Si! Si invece! La rovina di questa terra è la prova! ”

“Taci, immondo ess…”

“Ha ragione, principe Quomir! ” disse Gindolif, fermandogli la mano che stava già muovendosi per scagliare il colpo fatale “Se gli Dei stessi sono intervenuti per attaccarlo, allora le sue parole sono vere! ”

“Ciò non cambia quello che ha fatto, né può cambiare il suo animo! Lui stesso si è offerto al male, non ne è stato conquistato! ”

“Io sono il tuo maestro.” disse Shazara, con le lacrime agli occhi “Tu sei mio discepolo”
“Maledetto sia il giorno in cui io lo divenni!”

“Io ho sempre fatto tutto per il bene tuo e della tua famiglia…”

“Il mio bene ?” chiese Quomir, sprezzante “Hai davvero fatto il mio bene, inimicando mio padre contro di me? Hai fatto il mio bene, quando mi hai scacciato dalla mia casa, su questi stessi gradini? Hai fatto il mio bene, rendendomi fuggiasco e ramingo nella mia stessa terra ? Rispondi !”

“Non singhiozzare, vile serpe. ” riprese
“Sei sempre stato malvagio, anche prima che tu iniziassi ad educarmi. Ricordo i tuoi discorsi, le tue parole e le tue altisonanti frasi. Credevo che fossero sciocchezze, dilemmi inutili che i saggi si impongono a vicenda, ma infine la verità è venuta a galla, e tra la parte del buon maestro e quella del traditore hai scelto la più consona al tuo animo. Sei corrotto, vecchio Shazara, anche ora che lo spirito di Malkut ti ha abbandonato.”

“Dici davvero ?” chiese Shazara.

Le lacrime erano scomparse dal suo volto, e un ghigno crudele era apparso sulle sue labbra. “Cosa vai vaneggiando ?” chiese Gindolif.

“Il male che ha preso possesso di me è ben più antico di quanto possiate immaginare ” disse “È così potente che anche gli Dei ne hanno avuto paura. Il suo potere risiede nella parola, che è capace di sfare e disfare l’universo, mettere in dubbio l’esistenza della vita e di Loro stessi! ” ridacchiò “Un tempo vagava libero, ma Essi decisero di racchiuderlo e conservarlo, per evitare che cadesse in mani sbagliate! ” rise così forte da sentirsi male “Ma ora non è più così!
Ora è libero, e gli effetti che scaturiranno da questa scelta potranno distruggere l’intero mondo !”

“I deliri di un pazzo ” disse Quomir , con disgusto “Mi chiedo se hai davvero avuto un po’ di raziocinio nella tua vita ” Rinfoderò la spada con un semplice gesto, lasciando respirare l’uomo.

“Andiamo ora. Lasciamolo qui, nella rovina da lui creata ” disse Gindolif, stringendogli la spalla.

“Già lasciatemi qui ” gridò Shazara, furioso “Lasciatemi qui. Questa sarà ora la mia terra, e dei fantasmi che la popolano. Anche tuo padre, quindi …”

Sentendo queste parole, il principe Quomir si divincolò dalla presa del vecchio, estrasse lo spadone e, con un singolo movimento, colpì Shazara. Il sangue schizzò dalla sua gola ed inondò i gradini della reggia. Poi, con un respiro, si accasciò a terra.

Il principe si ripulì il volto dal sangue. La sua armatura ne era orlata.

“Non avreste dovuto farlo ” disse Gindolif " Egli non era nient'altro che un guscio vuoto, privo di qualsiasi forza, un misero essere. Merita forse la morte un uomo simile?"

“Meritava di morire! ” gridò “Non mi pento di quest’azione, è benedetto l’odio che ha guidato la mia mano. Non farmi la predica, tu non puoi comprendere i sentimenti che ardono dentro di me! ”

Il vecchio si allontanò, rimettendosi il cappuccio. Si avvicinò a Zefir, che dall’inizio della conversazione era rimasto immobile. Raccolse il suo quaderno, caduto quando Shazara gli si era avventato contro. “Ragazzo ”disse “Se mai metterai per iscritto i fatti avvenuti in questi anni, tralascia pure quest’ultimo accadimento. ” e si allontanò

Zefir guardò il quaderno giallo canarino stretto tra le sue braccia e poi tornò a osservare la monumentale porta innanzi a sé. Pensò a ciò che era accaduto e si convinse, in cuor suo, che forse era meglio che simili storie rimanessero obliate per sempre.

“Inutile elfide, vogliamo darci una mossa ?” sbraitò dietro di lui il generale

“Sissignore, signore !” gridò Zefir, e si cominciò a correre per raggiungere. Si voltò poi per tornare a guardare quei resti monumentali, per l’ultima volta. Fu allora che lo vide.

“Signore ” gridò “C’è un uomo lassù !”

“Lord Greyskuld !” urlò, e corse per raggiungerlo in cima alla scalinata.

“Chi è costui ?” chiese Zefir al vecchio Gindolif, che si era avvicinato.

“Quello è lord Greyskuld, padre del padre del principe Quomir ” gli rispose “Ultimo sovrano del regno di Magna, colui che per primo cadde nelle oscure tentazioni di Shazara novant’anni fa, e che portò inconsciamente questa terra alla rovina ”

“Come fa ad essere vivo ?” chiese

“Chi lo sa? Shazara lo aveva forse imprigionato, ma che sia sopravvissuto alla rovina di Charcessa è segno che nelle trame del fato c’è ancora posto per lui ”


  
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