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Autore: Iva27    14/05/2010    4 recensioni
Nient'altro che frammenti.
Se sei a pezzi cosa devi fare?
Come fai a ritornare intero?
Hai bisogno di qualcuno che ti rimetta insieme, ma se non hai nessuno?
Ma se sei a pezzi, si ha paura. Chi ti dice che la persona davanti a te non ti distrugga ancora di più i pezzi, invece di ricomporti?
Come si fa ad aprirsi agli altri se ti potrebbero distruggere di più?
Fino a quando non incontrai quel qualcuno che mi aiutò.
Quel qualcuno che mi fece cambiare e che mi salvò.
Chi era?
Un vero amico!
Questa storia parla di una grande amicizia, saltando di qualche anno per vedere cosa succede durante gli anni dei famosi malandrini! e anche di un grandissimo amore! il più bello in assoluto!!! Spero decidiate di leggerla, e grazie a chi lo farà! baci!
Genere: Commedia, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'I miei malandrini'
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CAPITOLO 19: 

Fu grazie a lui se non mi divisi in tanti frammenti.

 

Joy

Eccomi qua. Entrata nel camino mi sarei ritrovata a casa mia. Il che voleva dire vedere fare i conti con la perdita reale di mio padre. Con un piede per terra e uno nel camino ebbi un attimo di esitazione. E sentì una mano afferrare la mia e stringerla forte.

Mi voltai di scatto. Era quella di Lily. Ricambiai la stretta sorridendole, per poi entrare finalmente nel camino.

 

Una delle cose che mi fece più male fu vedere il volto di mio fratello. In tutta la mia vita Erik era sempre stato sorridente. Sorrideva per qualsiasi cosa.

Per qualsiasi tipo di battuta, anche quelle non divertenti, per rendere felici, per incoraggiare, per rassicurare, perché c'era il sole, perché pioveva, perché il cielo è blu... insomma per tutto.

Invece, questa volta, il suo viso era serio. Anzi, dilaniato da un grande dolore. 

Le rughe che il suo viso giovane non aveva mai avuto, ora c'erano, anche se quasi del tutto impercettibili se non conoscevi il suo viso bene come me. 

I suoi occhi erano assenti. 

Sembrava non vedesse la stanza, ma tutt'altro.

Inoltre aveva dei graffi sul viso, e la mano sinistra fasciata. Quando mi vide arrivare era circondato da tante persone. Persone di cui non riuscivo a scorgere i volti. Non dopo aver visto il suo.

I suoi occhi si posarono su di me e divennero più attenti. Si alzò in piedi e allargò le braccia. Io gli corsi incontro stritolandolo in un grande abbraccio.

Sentì calore in quell’abbraccio, ma anche una grande mancanza. Perché quello era l'abbraccio in cui anche mio padre partecipava. 

Ci avvolgeva tutti e due, ci stringevamo insieme. Era il nostro abbraccio di famiglia. 

Ma ora lui non c'era più, non avrebbe più completato l’abbracciato, non c'era più.

 

Ma era rimasto il suo corpo. Era sul suo letto, vestito con gli abiti migliori e circondato dai fiori e dai suoi colleghi.

Non ebbi il coraggio di entrare nella stanza per tutta la giornata. 

Non ci riuscivo. Ma mi sembrava una grande vigliaccheria. Dovevo trovare il coraggio di entrare anch’io. 

Dovevo dirgli addio in qualche modo. Io che non c'ero mentre era morto, io che non lo vedevo da ben tre mesi e qualche altro giorno, dovevo almeno vederlo ora.

Tutte queste parole erano assurde per me. Non mi sembravano vere e proprie motivazioni. Me ne stavo seduta all'ingresso, pronta ad accogliere tutte quelle persone che arrivavano, di cui non riuscivo a scorgere il viso, non capivo chi erano, erano sconosciuti per me.

Tutti sconosciuti, tutti estranei che venivano a trovare quello che era rimasto di mio padre: un corpo senza vita.

Accanto a me avevo tutti i miei amici.

In silenzio mi circondavano. Anche se non parlavamo, anche se ci guardavamo appena, era come se mi abbracciassero. Li sentivo vicini come non mai. Senza di loro probabilmente non sarei riuscita a sopportare tutto quel via vai. Non avrei mai trovato la forza di accettare tutte quelle “condoglianze”, tutte quelle lacrime, alcune anche palesemente false, tutta quell'atmosfera inconcepibile.

Mentre io accoglievo le persone e mi beccavo solo le condoglianze, mio fratello li accompagnava nella stanza di mio padre, e si sorbiva le loro lacrime, i loro commenti, il loro sconcerto per quella morte.

Sentì una donna dire addirittura a mio fratello quanto fosse terribile questa situazione per noi.

-Ora siete soli. Non avete più vostra madre, non avete più vostro padre, siete diventati orfani-

Avevo visto Sirius alzarsi e lanciare un occhiata di fuoco alla signora, che lapidaria continuava con il resoconto di ciò che purtroppo non era altro la verità.

-Non ci sarà più lui a badare alla casa, ad aiutarvi nei momenti difficili, non ci sarà più se avrete bisogno..- non la smetteva. Remus diede uno sguardo di avvertimento a Sirius che però annuì soltanto, prima di avvicinarsi alla signora.

-Vuole qualcosa da bere signora? Così magari la smette di essere così allegra?- domandò, con tono freddo.

Vidi la donna spalancare gli occhi incerta, stupita forse da tale frase. 

Era combattuta tra il continuare, il rendersi conto che forse non era per niente confortante, e la voglia di rispondere male a Sirius perché l'aveva ripresa in quel modo. 

Ma il bel volto di Sirius l'aveva fermata. Con la bocca finalmente chiusa annuì e andò verso la cucina. Sospirai di sollievo e vidi Erik fare lo stesso.

Dovevamo ringraziare davvero Sirius.

 

***

 

Lily

Era una cosa terribile e quasi insostenibile.

Tutte quelle persone che continuavano a venire, molte delle quali sembravano provare un dolore incontrollabile, maggiore perfino di quello della famiglia, erano sempre troppe e sempre più insopportabili. Però i Malandrini furono fantastici anche in questo caso.

Quel giorno non era da risate o altro. Rimasero seri quasi sempre, aiutando e confortando sempre, anche solo con la loro presenza. E riuscivano a distogliere le persone esageratamente false dalla loro recita, riuscivano a filtrare un po' di quell'aria insostenibile.

Anche i miei genitori vennero a trovarci. Avevano conosciuto il padre di Joy questa estate, quando ero andata da loro per una settimana, e quando vennero mi abbracciarono forte. 

Li strinsi forte a me. Fino ad ora avevo paura delle stragi che aveva fatto Voldermort, ma in un certo senso le avevo sempre vissute come qualcosa di distante. Ora invece era una paura tangibile, quasi insostenibile.

-Joy, avete sistemato tutto? Se possiamo fare qualcosa, qualcosa di qualsiasi tipo noi ci siamo- disse mio padre, stringendo Joy. Lei riuscì a sorridergli.

-Grazie mille signor Evans. Ma mio fratello ha tutto sotto controllo, penso che anche i colleghi di mio padre abbiano aiutato- lo rassicurò.

Entrai insieme a loro nella stanza del padre di Joy. Prima non avevo avuto il coraggio, cosa che invece i Malandrini avevano fatto a turno per stare con Erik e per aiutarlo con la gente.

E cercai di nascondere le lacrime di cui di certo non avevano bisogno.

 

***

 

James

Era quasi sera, notai, e guardai l'ora. Erano le sette e mezzo. Andai in cucina piano e in silenzio e aprì il frigo.

Pensai con un tuffo al cuore che il padre di Joy aveva di sicuro fatto la spesa poco prima di morire.

Guardai con attenzione quello che c'era. Diedi un occhiata alle persone in casa. 

Quasi tutti se ne erano andati. Joy ed Erik non avevano parenti. Il che voleva dire che, anche se molte persone si erano offerte di rimanere ad aiutare Erik, era riuscito a rassicurarli per andarsene. 

Erano rimasti i signori Evans, i miei genitori che avevano aiuto anche Erik col funerale, e qualche altro Auror e amico. E, quasi dimenticavo, c'era anche il preside. Mi chiesi se sarebbero rimasti per cena.

Però tanto valeva cucinare anche per loro. Tirai fuori le fette di pollo e poi la padella.

Cercai, fino a quando non trovai delle patate, che misi a sciacquarsi in un recipiente. 

E accesi il forno, assicurandomi che non ci fosse niente dentro. Mentre mi raddrizzavo sentì qualcuno avvicinarsi. Mi voltai e vidi Evans venire verso di me, accigliata.

-Cosa stai facendo Potter?- chiese. Io per tutta risposta presi un coltello e iniziai a sbucciare una patata.

-Preparo qualcosa da mangiare. Loro non ci stanno proprio pensando e di sicuro se glielo chiedevo non avrebbero voluto niente, ma davanti al piatto già cucinato c'è più probabilità che mangino, penso. Che ne dici, ho torto?- il mio ragionamento mi era sembrato giusto, ma all'improvviso ebbi un attimo di incertezza. Io incerto? Era assurdo, ma lo sguardo di Evans mi metteva in soggezione.

Lei annuì, prese anche lei un coltello e iniziò ad aiutarmi a sbucciare le patate.

-Hai acceso il forno per le patate?- chiese.

Io annuì.

-Non è meglio friggerle a questo punto? Col forno ci vorrà tanto tempo- disse. 

Io ci pensai su. Poi sorrisi.

-Certo Evans, hai ragione- le concessi.

-Non avrei mai detto che sapessi sbucciare una patata- disse ad un certo punto Evans, rompendo il silenzio. La guardai, sorridendo.

-Idea di mia madre. Non ha avuto figlie, solo me, e quindi si è divertita a farmi imparare a cucinare qualcosa anche se mio padre era contrario. Specialmente perché, quando mi metteva ai fornelli, poi si ritrovava a dover aggiustare tutta la cucina a cui in genere avevo appiccato un incendio. 

Ma era divertente. Ed è tutt'ora divertente cucinare. Poi insieme a te è ancora più assurdo- Le feci notare.

-E perché è tanto assurdo?- mi chiese, accigliata.

-Perché pensavo che mi sarei ritrovato in una stanza da solo con te con un coltello tra le tue mani solo nel caso tu ti fossi decisa a liberarti di me tagliandomi la testa. Oppure semplicemente pugnalandomi- scherzai, anche se non del tutto. L'avevo davvero pensato qualche volta.

-Non mi istigare Potter, altrimenti guarda che lo faccio davvero. E comunque se ti dovessi uccidere non ti taglierei la testa-

-No? E come mi uccideresti?- chiesi curioso.

-In modo molto doloroso. E una pugnalata al cuore oppure la testa tagliata sono morti troppo veloci-

la interruppi.

-Sempre se non mi tagli la testa con la stessa accetta non affilata di Nick-quasi-senza-testa- scherzai.

Lei sorrise e poi continuò.

Che bel sorriso che mi fece.

-Comunque opterei per rinchiuderti in una stanza e farti morire piano piano senza aria- finì lei.

Io ci riflettei un attimo su.

-Sì, sarebbe una delle morti più orribili. Mancanza di aria. Probabilmente è la cosa più orribile- ci riflettei.

-Per me la morta più terribile sarebbe lo sfracellarsi.

Cadere dalla scopa oppure da una torre. Il terreno che si avvicina sempre di più..... tremendo- disse lei con un brivido, involontario. La guardai sorridendo incredulo.

-Secondo me invece sarebbe la morte meno terribile- protestai.

-E come secondo te può essere meno terribile di una qualsiasi altra morte?- sembrava scettica.

-Perché almeno in quel momento sperimenti la bellissima sensazione di volare. 

Voli senza scopa né nient'altro. L'ultimo tuo pensiero non sarà di terrore, ma di felicità. 

In quel momento stai volando davvero. Il vero problema poi è l'atterraggio, ma basta concentrarsi sulla sensazione di volare e muori contento- cercai di spiegarle. Lei mi fissò accigliata. 

Poi scosse il capo.

-è decisamente assurdo. E tu sei pazzo Potter- borbottò. Io ridacchiai, piano.

-Può darsi. Del resto siamo tutti pazzi-

-Io sono normale Potter-

-Questo lo dici tu. Dipende dal punto di vista. Per me sei pazza, e anche per gli altri Malandrini. E per te invece siamo noi pazzi. Secondo te chi ha ragione?- domandai.

-Io- rispose subito lei.

-No. Abbiamo ragione entrambi. Siamo tutti pazzi-

-Io non sono pazza- ribatté lei.

-Questo perché ti illudi. Ma siamo tutti pazzi a nostro modo. Inutile negarlo- continuai a insistere, imperterrito.

-Potter, se questa è la tua convinzione l'accetterò. Ma dimmi che sono pazza di nuovo e penserò seriamente a come ucciderti il più dolorosamente possibile- mi minacciò.

-Di la verità. Vuoi che ti chiami ancora pazza, vero? Così avrai una buona occasione per pensarmi- la punzecchiai. Lei mi lanciò una di quelle occhiate che mi piacevano un sacco, stile “ora ti pianto davvero il coltello nel cuore”. Non potei non sorridere davanti a quello sguardo. 

E lei non potè sicuramente non considerarmi pazzo. Ma del resto lo ero!

 

***

 

Lily

Presto l'avrei ucciso. Me lo sentivo. L'avrei fatto se non la finiva subito.

Stavo per rispondergli qualcosa di decisamente molto acido, quando entrarono dalla porta mia madre e la donna che avevo capito fosse la madre di Potter.

-Eccoli qua. Ma che state facendo ragazzi?- chiese mia madre, sorridendo a Potter.

-Stavo cucinando qualcosa per tutti e vostra figlia si è offerta di aiutarmi- rispose lui. Ora aveva usato un tono gentilissimo, quel cretino di lecchino.

-Mi sembra un'idea bellissima. Possiamo aiutarvi?- chiese la signora Potter, sorridente. Io mi ritrovai mio malgrado a ricambiare il sorriso.

-Certo signora-

-Cosa volevate cucinare?- chiese mia madre.

-Ci sono abbastanza fette di pollo per tutti.

E volevamo friggere queste patate- spiegò Potter.

-Bene, allora noi ci occupiamo del pollo- esclamò la signora Potter cercando la padella adatta.

-Anche se non è un motivo piacevole almeno ho conosciuto la mia consuocera! E specialmente la mia futura nuora. Sono davvero felice di conoscerti finalmente, Lily- mi sorrise la signora Potter.

-Cosa?- chiesi, incredula.

-Tu e il mio James. Spero davvero di poter organizzare presto il vostro matrimonio!- mi chiarì lei. 

Io iniziai a balbettare, arrossendo vistosamente.

-Noi non siamo... cioè io non.. non stiamo insieme..- balbettai.

Che stupida. Che imbarazzo. E quanto odiavo Potter, che dietro lo sguardo delle due donne, se la rideva guardandomi in pieno imbarazzo.

-è vero, non corriamo troppo. Però sono davvero contenta di vederti di nuovo James- sorrise mia madre, voltandosi verso di lui.

Nel suo viso scomparve immediatamente quel ghigno divertito, sostituito da uno dei suoi sorrisi più belli.

-Anche per me è lo stesso signora Evans!-

 Notai la signora Potter che scuoteva il capo guardando suo figlio. Ma poi si voltò verso di me e mi sorrise.

-La famosa Lily Evans. James e gli altri mi hanno parlato di te così tante volte che ti ho immaginato spesso. Devo dire di aver fantasticato tanto, ma una cosa l'ho individuata!- indicò i miei capelli rossi e poi i suoi. Erano di una rosso più chiaro, vicino al biondo. Ma era un colore bellissimo.

-Anche tu sei rossa. Così come me. Così come anche la nonna di James. E la bisnonna. E così via. Ci deve essere qualcosa nei geni dei Potter. Sembrano amare follemente le donne coi capelli rossi- e rise, mentre io arrossivo, di nuovo.

Come potevo spiegarle che odiavo suo figlio???

Che non lo sopportavo? Che poco prima avrei voluto ucciderlo con quel coltello che ora stringevo più forte che potevo?

Ma poi vidi il suo sorriso, il sorriso di mia madre… e decisi che era inutile protestare ora. Me la sarei presa poi con Potter.

 

***

 

Remus

 

Quella cena fu indescrivibile. Da una parte il dolore per la perdita del padre di Erik e Joy, sempre presente, dall'altra la conoscenza inaspettata, ma ben accolta tra i genitori di James e quelli di Lily.

Vidi perfino Erik e Joy lasciarsi scappare un sorriso, vedendo le occhiate che lanciava il signor Evans a James.

Occhiate da padre geloso della figlia. Per non parlare di quelle furiose che lanciava Lily a James. E di quelle divertite in risposta da lui.

Nessuno osava cadere troppo nel frivolo, nessuna risata culminava in momenti di imbarazzo, era pur sempre morto una persona importante per tutti noi. Tutti a quel tavolo conoscevamo il padre di Joy, anche se alcuni meno degli altri, ma era bastato poco per sentire davvero la sua perdita. 

Era un uomo meraviglioso a cui si voleva bene da subito, ma la strana situazione in cui si erano trovati Lily e James stemperava la situazione. 

Sembrava riuscire garbatamente a rendere la situazione meno triste.

 

 

***

 

Joy

 

E tutti iniziarono ad andare via.

Salutai i genitori di James stringendoli a me, davvero grata del loro aiuto e del loro volermi davvero bene.

Guardai Lily avere una breve discussione con i suoi genitori per convincerli a lasciarla lì.

Salutai il professor Silente, che mi poggiò una mano sulla spalla e mi sorrise in modo rassicurante.

E poi rimasi con mio fratello e i mie amici.

-Io vado da papà. Non... non voglio lasciarlo solo questa notte...- disse Erik, con la voce che si incrinava appena. Lo guardai dirigersi verso la porta che fino ad ora non ero riuscita a varcare.

Non ero riuscita ad entrare nella stanza di mio padre.

Non ci riuscivo.

Era troppo per me in questo momento. L'avevo guardato dal corridoio e il dolore che avevo sentito era stato troppo grande. Mi avrebbe distrutto avvicinarmi ancora, ma non volevo lasciare mio fratello da solo.

E neanche mio padre.

Anche se la sua anima di sicuro non era più in quel corpo, capivo mio fratello. 

Anch'io non lo volevo lasciare solo tutta la notte, ma non ce la facevo. Rimasi in piedi, mentre sentivo come uno strano sottofondo gli altri parlare.

Strinsi forte i pugni.

Mi morsi quasi a sangue le labbra.

Dovevo riuscirci.

Ci sarei riuscita.

Camminai piano, un passo alla volta.

Dovevo sembrare proprio una stupida, stranamente fu un pensiero quasi divertente, che mi distrasse da quello che stavo facendo.

E in poco tempo mi ritrovai nella stanza, ma non riuscivo ad avvicinarmi al letto.

Guardavo mio padre dormire.

Sì, sembrava dormisse.

Era nel suo completo migliore, aveva i capelli riordinati, cosa insolita per lui, ed era perfettamente immobile.

L'immobilità e il colore della pelle rendevano la cosa chiara. Era morto.

Fu come se avessi ricevuto in quel momento la notizia. Come se la realtà della sua morte fosse diventata davvero reale in quel momento.

E mentre le lacrime traboccavano dagli occhi che erano rimasti asciutti così a lungo, rimasi a guardare in silenzio mio padre morto.

 

***

 

Lily

Era straziante. Un dolore che ti distruggeva.

Avrei voluto poter sottrarre almeno una parte di quel dolore che Joy provava in quel momento, per non farla più soffrire in quel modo.

Ma non era possibile. Distolsi lo sguardo dalla lacrime di Joy per puntarlo su qualsiasi altra cosa.

E vidi lo sguardo dei Malandrini. Si guardavano tra di loro. Black stringeva forte i pugni.

-Io...- stava per dire qualcosa mentre andava verso la porta, ma Potter gli mise una mano sulla spalla bloccandolo.

-Sirius non ora. Deve affrontare questo dolore anche da sola. Altrimenti non riuscirà ad andare avanti- disse. Il suo sesto senso, la sua sicurezza, la sua perspicacia... tutte cose nuove per me.

Sembrava capire Joy meglio anche di se stessa, sembrava poter dire sempre la cosa giusta.

-Non sopporto il fatto che soffra così tanto.

James sta piangendo. Tu l'hai mai vista piangere?- domandò Black.

Potter scosse il capo.

-Non possiamo farci niente comunque. Glielo ha detto anche Silente: il dolore è la prova che siamo umani. E che riusciamo ad amare così tanto una persona.

Se non si sentisse la mancanza di quella persona, se non si provasse un tale dolore, vorrebbe dire che non si ha amato- guardai Potter con occhi spalancati.

Poi lui si lasciò sfuggire un sorriso, sempre guardando il volto di Sirius.

-Lo so che ti sembra una cavolata, lo vedo dalla tua faccia. Ma è così. E comunque c'è una sola cosa che possiamo fare: appena Joy alzerà lo sguardo per cercare un supporto, un ancora di salvataggio per uscire da quell'oceano di dolore, dovrà vedere uno dei nostri sguardi- e fummo tutti d'accordo con lui.

 

***

 

Joy

Alzai lo sguardo e trovai il suo sguardo subito. E mi sentì meglio. Gli occhi di Sirius erano quasi un salvagente.

Mi aggrappai al suo sguardo per non annegare.

 

Fu una notte lunghissima.

Non dormì nessuno.

Rimanemmo tutti svegli, intorno al letto dove dormiva mio padre. E poi arrivò il giorno e insieme ad esso un altro momento orribile.

La chiusura della bara. Strinsi forte la mano di Sirius mentre mio padre scompariva dentro quella bara.

E poi quel dannato odore di saldatura. Non potevo più guardare. Mi voltai e affondai il viso nel petto di Sirius, lasciando andare le lacrime, ma non emettendo i singhiozzi che invece continuavano a scuotermi.

Lui mi stringeva così forte però che non andai in frantumi. Lui mi teneva insieme, attaccato al suo petto.

Si, fu grazie a lui se non mi divisi in tanti frammenti.

 

***

Note autrice:

 

E con questo sono due i funerali che mi ritrovo a scrivere... e purtroppo non saranno gli ultimi...

ciò mi preoccupata davvero a dire la verità... comunque c'è una grande differenza tra i due eventi. La prima volta non avevo mai assistito a un funerale.

Ora, con la morte recente di mia nonna, il funerale, la paura e quell'immenso dolore che ho passato è un po' accennato in questo capitolo...

non penso di essere mai stata così triste in commento d'autore...

rimediamo un po'!

Innanzitutto, avete visto che non vi faccio attendere più tanto?

E sapete il perché? Perché la mia ispirazione è tornata. E anche se dovrei studiare e non avrei davvero tempo per ritrovarmi a scrivere niente con bel 200 pagine da imparare piene zeppe di leggi, eccomi qui a scrivere fino a notte fonda.

Non so come andrà questo esonero, penso proprio male.

Ma vi dirò, preferisco scrivere! =) me incosciente.

Allora, volevo ringraziare tutti quelli che hanno letto lo scorso capitolo! Grazie lettori silenziosi. XD

e un grazie speciale come al solito a chi recensisce.!

Grazie mille (anche duemila)  maltrerio !!!

Sono felice di avere una nuova lettrice.

Ho visto dopo la recensione che mi avevi lasciato, perché era nel primo capitolo!

Ma grazie anche per quella.

Grazie davvero per le tue parole.

Si, la mia idea perfetta infatti era quella di riuscire a capire benissimo cosa pensano sempre tutti i personaggi!

Spero di non creare troppa confusione a dire il vero...

grazie mille per i complimenti!

Spero di ricevere presto altre tue recensioni! XD

bacio!!!!!!

 

carissima Pao! Sei tornata nel mondo di EFP?

Ecco un nuovo capitolo a meno di una settimana di distanza. E spero di poter continuare così!

Anch'io spero che riuscirai a scrivere presto anche tu!XD un bacio enorme. Ti voglio un mondo di bene!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

 

cara malandrina4ever, non ti volevo morta!

Io aspettare con impazienza nuovi capitoli della tua storia, non potevo fare altrimenti! Ihihihihih!!!!

la scuola è difficile, e brutta perché toglie tempo alla scrittura (questa frase l'avevo già scritta.. chissà quando...) ma l'importante è impegnarsi in entrambe. Spero davvero di leggere presto un tuo nuovo capitolo e una tua nuova recensione!

E vedrai che non rimarrà nessun debito!

Per Joy, si, James e Sirius sono fantastici.

In questo capitolo sono un po' troppo seri per i miei gusti ma non potevo fare altrimenti.

Mi sembrava troppo brutto davvero farli già ridere e scherzare... ma mi rifarò nel prossimo capitolo!

Per la fine della storia... capisco benissimo cosa vuoi dire... anche io ci penso da quando ho ideato questa cosa... non so se riuscirò davvero a dare la morte ai miei personaggi.... ma quando arriverò vedremo....

un bacio!

 

Al prossimo capitolo! XD

   
 
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