James Remus sospirò
socchiudendo gli occhi mentre in uno sfarfallio di ciglia metteva a fuoco la
figura di Andrea seduta accanto al suo letto. Socchiuse le labbra nella speranza di incamerare più aria possibile
nei polmoni che sentiva bruciare e sollevò il capo dal guanciale, mentre
cercava di allungare la mano verso quella della donna. Riposava con la
testa reclinata sul petto, i ricci ancora biondi lungo il viso a sfiorarle i
pugni stretti sulle ginocchia. James coprì il destro
con la sua mano sinistra e la vide sussultare prima di voltare il capo verso di
lui. - Tesoro.- Bellissima nonostante l’età non più verde e l’aria stravolta,
il ragazzo si ritrovò a sorriderle mentre quella si
chinava su di lui, appoggiando i gomiti sul bordo del materasso e con dolcezza
prendeva a lisciargli la fronte -…Come ti senti?- ll
ragazzo non le rispose, mentre continuava ad osservarla come se la vedesse per
la prima volta. Il naso leggermente all’insù, gli occhi grigi dal taglio
particolarissimo, le labbra piene, in passato doveva essere
stata un vero spettacolo. Tentò di portare una mano alla fronte, ma
Andrea glie lo impedì prendendogliela fra le sue e
riconducendogliela sul petto - Hai una brutta ferita tesoro, non devi toccarti
così alla cieca.- il ragazzo tornò a guardarla dopo aver converso le iridi
verso l’alto - Potresti far danno..- stava per risponderle quando uno
scricchiolio di cardini attirò la sua attenzione e un uomo sulla cinquantina,
ma ancora piuttosto belloccio entrò in scena facendo capolinea sul suo letto.
-Quando si è svegliato?-
-Qualche attimo fa.-
Sirius si chinò sul figlio
poggiandogli qualche pacchetta sulla guancia sinistra
- Allora come andiamo campione?- gli chiese socchiudendo leggermente gli occhi
di un grigio più chiaro rispetto a quello di Andrea -
Abbiamo scoperto che hai davvero la testa più dura del marmo.- ridacchiò
tirandosi su dal capezzale del primo genito che
rivolse una vera occhiata stranita - Ma…- cominciò con le sopracciglia vicine a
creare una minuscola ruga di espressione - Ma voi due chi siete?-
.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Neanche il tempo di entrare in casa Lovegood
che Lorien vide il mondo ribaltarsi e si ritrovò
schiena a terra a contare le stelline che gli ballavano attorno alla testa in
stile cartone animato. Lo aveva sempre pensato
che a Xeno Lovegood mancasse qualche rotella, ma fino
ad adesso non lo aveva mai creduto capace di
commettere qualche omicidio… Tirò su la testa e le spalle dal pavimento, giusto
in tempo per vedersi vedere correre incontro Luna - Che diavolo?- le chiese
intontito mentre Xeno li raggiungeva tenendo sollevato il lembo inferiore del
caffettano - Che diavolo era quella cosa?- Ovvero quella specie di tronco
d’albero legato al soffitto che una volta aperta la porta, gli era piombato
addosso costringendolo a buttarsi per terra per non morire a causa di fratture
e svariati traumi interni.
-Il nostro sistema di sicurezza.-
.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Un silenzio agghiacciato cadde nella stanza mentre Andrea sgranava
gli occhi e Sirius arretrava di un passo - Come chi
siamo?- gli fece eco proprio il Malandrino mentre il ragazzo lo fissava
curioso. Crescendo per la miseria era diventato la versione maschile di Andrea – e quindi molto simile a quella foto che ritraeva
un giovanissimo e sorridentissimo Alastor Moody abbracciato a
quella che sarebbe diventata la sua dolce metà-
a tratti gli faceva quasi impressione guardarlo. Ma chissà forse ad
Andrea faceva specie avere a che fare con Joel che
era praticamente la sua versione giovane. Scosse la
testa per cacciare quel pensiero ridicolo in quel momento e deglutendo l’aria
che non aveva bisbigliò - Come chi siamo?- uno sguardo ad Andrea che ancora
teneva le mani premute sulla bocca - Siamo i tuoi genitori!-
L’espressione genuinamente perplessa di James
fu una coltellata. Lo conoscevano, sapevano quando li stava prendendo in giro
oppure no, e in quel momento, non stava scherzando per nulla. Era tremendamente
serio, non aveva la minima idea di chi stava guardando…
-… James.- tentò Andrea - Sono la mamma,
non mi riconosci?-
Il ragazzo la osservò a lungo, prima di
scrollare la testa - No, mi spiace.-
.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Eppure c’era qualcosa che non
andava, come un senso di malessere che Lorien non
riusciva a spiegarsi. Appoggiato al battente della porta, osservava Luna
intentata a rassettare la cucina, sporse fuori il labbro inferiore e si guardò
attorno - Sicura che vada tutto bene?- le chiese per la terza volta e la
ragazza ridacchiò un - Ma certo.- Fortuna
che doveva essere lei quella nervosa per via della gravidanza. Si portò una
mano a quell’abbozzo di pancia e sorrise
accarezzandola mentre con l’altra mano asciugava il lavello. Si vedeva ancora
poco, ma lei sapeva che là dentro c’era il seme della sua serenità - Se è
maschio come vorresti chiamarlo?-
Lorien sollevò lo sguardo al
soffitto e sorrise. Cercava di non pensare di stare per diventare padre,
soprattutto quel cosetto che doveva essere suo figlio
era nella lista d’ingredienti dei Mangiamorti e per
evitarsi deragliamenti di testa indesiderati - Zack.-
rispose dopo qualche secondo tornando a guardare la compagna - Mi piace Zack.-
Luna annuì - Piace anche a me.-
- E se femmina, come la chiamiamo?-
-Lily.- senza esitazioni. Lorien
sospirò, non c’era bisogno di chiedere per quale ragione volesse
chiamarla a quel modo, si leccò il labbro superiore e si irrigidì visibilmente,
sotto lo sguardo di Luna che gli rivolse un’occhiata perplessa di risposta -
Cosa?- il ragazzo provò a risponderle, ma il perché di quella sua faccia si
palesò subito dopo. Era Vincent Tiger!
-CHE DIAVOLO!- scattò la ragazza
appiccicandosi al mobile dietro di lei, gli occhi enormi fissi sul Mangiamorte.
-Mi spiace tanto tesoro.- Luna volse lo sguardo verso il padre -
Ti rifarai una vita lo so… Sei così giovane.-
.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Quella lunga processione al letto del malato non aveva senso. Il Medimago era chiaro, si trattava di amnesia
da trauma. Ma tutti, chi più, chi meno, avevano
cercato di tentare la fortuna, presentandosi al capezzale di James con il miglior sorriso a disposizione, per poi
sentirsi dire il solito. -No, non so chi sei.- Persino Joel
e Teddy si erano sentiti rispondere picche dal
ragazzo che ora però, osservava Emmie
con un certo interesse. La ragazzina piegò la testa verso la spalla sinistra e
i presenti sentirono James ridacchiare un intenerito -
Che bellina.- prima di ricambiare il sorriso della cucciola. Che il ragazzo avesse sempre avuto una sorta di debole per Emmie era una cosa più che nota. Fin da quando era nata
l’aveva considerata come una specie di mascotte, non per niente era stato lui a
tirare fuori il soprannome “Biscottino.” Che ora si facesse prendere da quel musetto di zucchero era quasi un
sollievo.
-Almeno di lei si ricorda.- commentò Jolie da vicino al padre, prima di allontanarsi dalla
stanza con le pive nel sacco. John le andò dietro, con le mani in tasca a
sollevare il mantello che lo copriva malamente -
Perché non ti fai vedere, magari succede come nella favola di Biancaneve e la
principessa si risveglia.-
Jolie si batté una mano in faccia -John non
scassare..-
.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Cosa diavolo doveva scusargli, cosa stava
succedendo? Luna fece saettare lo sguardo dal padre a Lorien
che sembrava ben inteso la situazione a differenza sua e dopo qualche secondo
lo vide tendersi in un sorriso - Ci ha venduti.- le
rispose sospirando e voltando la testa verso Lovegood
che si torceva le mani disperato. Li aveva dati ai Mangiamorte
in cambio della vita sua e di Luna. Li? Sì, lui e il bambino
che la ragazza portava in grembo. La vide lentamente sbiancare mentre
serrava le braccia attorno alla pancia. Povera piccola.
-NO! NO! NO!-
-Tesoro cerca di ragionare.-
-Sei tu che non ragioni!- urlò la
ragazza.
-Lo faccio per te!- Luna che lo fissò stordita. Poteva comprendere
le sue ragioni, l’amore folle per lei, unico membro della sua famiglia, ma come
poteva chiederle di sacrificare suo figlio e l’uomo che amava? Guardò Lorien, i pugni stretti e lo sguardo fisso a chi l’aveva
tradito… Si stava trattenendo dal farli fuori. Solo perché uno
di quei due era suo padre.
-Fai quello che devi.-
Lorien sollevò un sopracciglio e senza cambiare
posizione portò gli occhi verso di lei -Luna.-lo
aveva visto in azione, lo sapeva cosa diavolo poteva fare se dava fondo alle
sue energie, poteva anche ucciderlo quello spostato di Xeno. La guardò deglutire a vuotò mentre
serrava le dita sulla stoffa della maglia.
-Come vuoi.-