Ciao a tutti, gente.
Eccomi nuovamente qui con questo nuovo capitolo tutto per voi. E
finalmente alcune questioni verranno chiarite, ma
altre aspettano ancora di essere risolte. Spero vi piaccia.
E ora:
x Piccola Tom: Ciao cara. Finalmente, in questo capitolo, le tue domande avranno risposta, almeno in parte. E già, finalmente è
arrivato il tempo. Grazie mille del commento e dei
complimenti. Baci Baci
x Fortheternity: Ciao. Ecco, date le tue domande, alcune delle risposte che
aspettavi. Comunque no, i Volturi non sono sempre così accontentabili,
diciamo solo che hanno un piano preciso in mente, ma di questo parleremo
più avanti. E non mancheranno le battaglie. Stanne certa. Grazie mille
del commento. Baci Baci
x artline: Ciao. Prima una domanda: sei un ragazzo???
Comunque eccoti qua una parte della risposta, spero non ti deluda. Grazie mille
del commento e dei complimenti. Baci Baci
x alice91: Ciao. Sono contenta che la ff ti piaccia. Ecco qua il
seguito, ho fatto prima che ho potuto. Grazie mille del commento e dei
complimenti. Baci Baci
Buona lettura!!!
12. Erranti.
(Alisya Pov)
Eravamo da
poco tornati e Bella si era chiusa nella sua stanza insieme ad
Eleri ancora prima che avessi il tempo materiale per chiederle qualcosa.
Sapevo
perfettamente che aveva parlato con le gemelle mentre eravamo in viaggio, e
ancora meglio sapevo che, qualsiasi cosa si erano
dette, questo turbava Bella più del necessario. E solitamente non era
mai un buon segno.
Ora io mi
trovavo in cucina con Marco mentre i ragazzi si erano dispersi per la casa;
avevo deciso di preparare una tisana alla bambina così che almeno lei
fosse tranquilla. E così eccomi là. Io, una creatura eterna e
potente, a riscaldare dell’acqua così vicina al mio nemico
mortale: il fuoco!
Sospirai pesantemente
e i capelli ricaddero come una cortina davanti ai miei occhi.
“ A
cosa stai pensando?” Mi chiese Marco con tono grave.
“ A
tante cose ad essere sincera.” Dissi evadendo la
domanda e poggiandomi con la schiena contro il ripiano della cucina. Abbandonai
la testa all’indietro e chiusi gli occhi.
“
Sono i Volturi a preoccuparti, vero?” insistette ancora Marco.
Capii in
quel momento che non sarei riuscita ad evitare le sue domande, e che mi avrebbe stressata fino alla fine per avere una risposta. Mi
decisi a dargliela.
“ Non
proprio.” Ammisi fissandolo intensamente. “ So come agiscono i
Volturi, so che non si arrenderanno ora, che
cercheranno di raggiungere il loro scopo a qualsiasi costo. Su questo mi sono
messa il cuore in pace tanto tempo fa.”
“ Allora cos’è che ti rende così pensierosa?”
“
Bella!” Risposi semplicemente.
“
Bella?” Fece lui sorpreso. Io annuii.
“ Si, Bella.” Sospirai togliendomi i capelli da viso.
“ Ho visto qualcosa negli occhi di Aro, e la cosa non mi è
piaciuta. Conosco fin troppo bene quella scintilla che ho scorto in lui solo
poche ore fa; vuol dire che si sta preparando per attaccare, per sferrare un
colpo così devastante e violento che ci mozzerà il fiato. E ho
paura che il suo bersaglio sia proprio Bella.”
Marco non
rispose. Rimasi invece fermo, immobile, osservandomi con i suoi occhi dorati
tanto simili quanto diversi dai miei. Poi si alzò e, venendomi vicino,
mi strinse. E io mi abbandonai alla sua stretta forte
e sicura che tante altre volte era stata un rifugio per me. Un’ancora
alla quale aggrapparmi quando il dolore era divenuto davvero troppo per poterlo
sopportare da sola.
“
Vedrai che andrà tutto bene.” Mi sussurrò Marco
all’orecchio accarezzandomi i capelli.
“
Deve andare tutto bene!” Affermai stringendomi di più a lui.
Si, deve andare tutto bene. Altrimenti rischiamo di
non saperci risollevare dal baratro in cui finiremo.
¯¯¯¯¯¯¯¯
(Alice Pov)
Avevo visto
il ritorno di Bella e della sua famiglia e subito avevo iniziato a saltellare
felice, stupendo Jasper che mi aveva guardato stranito.
“
Bella è tornata!” Gli avevo detto euforica per giustificare il mio
comportamento.
“ E
immagino che tu voglia andare da lei.” Mi aveva sorriso mio marito
scuotendo la testa.
Avevo
annuito convinta e, dopo mille e più sotterfugi per non far scoprire ad Ed le nostre intenzioni, ci eravamo diretti verso la
grande villa.
Era stata
Sara ad aprirci, affascinante e silenziosa come sempre.
“ Se
cercate Bella è al piano di sopra con
Eleri.” Ci aveva detto prima di tornarsene in salotto.
Avevo
guardato Jasper cercando di capire il comportamento della mora, ma lui aveva
alzato le spalle con nonchalance.
E
così eravamo lì, davanti alla stanza di Bella, pronti per
bussare.
“
Alice, Jasper, entrate pure.” Disse Bella precedendoci. La trovammo
seduta a game incrociate sul letto che giocava allegramente con Eleri.
“
Ciao.” L’avevo salutata saltellando e fiondandomi sul letto. Eleri
mi aveva osservata dubbiosa prima di allungare le
braccia verso di me, chiedendo di essere presa in braccio. Avevo sussultato a
quel gesto. E se non fossi stata in grado di averla così vicina e
l’avessi morsa?
“ Non
preoccuparti, Alice.” Disse Bella sorridendomi,
comprendendo i miei dubbi. “ Non le farai del male.
Ah, ciao Jasper.” Aveva aggiunto rivolta a mio marito che le aveva
sorriso.
Avevo preso
Eleri in braccio e, sorprendendomi, non avevo sentito la sete bruciarmi la gola
ne il veleno inondarmi la bocca con il suo gusto forte
e deciso. Avevo guardato prima la bambina e poi Bella e, infine, mi ero
accomodata sul letto mentre Jasper rimaneva in piedi accanto a me.
“
Sorpresa?” Mi aveva chiesto Bella sistemandosi meglio nella sua
posizione.
“
Direi.” Ammisi guardando la bimba che in quel momento trovava molto
interessanti le mie ciocche di capelli. “ Mi aspettavo che la sete
prendesse il sopravvento, e invece no. Persino Jasper sembra immune al sangue
di questa piccola.”
Bella
alzò le spalle. “ Per qualche strana ragione il sangue di Eleri
non è un richiamo per noi vampiri, sennò penso che sarebbe stata
dura tenerla qui in casa. Non so spiegare perché, so solo che è
così.” E accarezzò distrattamente
i capelli della bambina. “ Ma dubito che siate
qui per parlare di questo. Allora? Cosa c’è
veramente?”
Io e Jasper
ci guardammo incerti.
“ In
realtà siamo un po’ confusi,
Bella.” Iniziò mio marito con aria pacata.
“ Da quando siamo tornati a Forks sono successe
davvero un milione di cose, molte della quali legate a te. E ti assicuro che
trovarti qui, ancora “viva” e, soprattutto, con una nuova famiglia
è stato il colpo peggiore di tutti. Ci sono tantissime cose che ti
vorremmo chiedere, solo che iniziare è così maledettamente
difficile.”
Bella e
Jasper si scambiarono uno sguardo d’intesa, qualcosa che non avevo mai
visto tra di loro. Poi, sospirando, Bella
iniziò a parlare.
¯¯¯¯¯¯¯¯
(Bella Pov)
“ So perfettamente che ci sono tante cose da spiegare, da
raccontare e da dire. E mi dispiace sinceramente per quello ch’è
successo fra noi nell’ultimo periodo; non avrei mai voluto trattarvi
male, ma sembrava che tutto fosse contro di me. Tanto gli eventi quanto il
tempo. E poi, come ciliegina sulla torta, ci si sono messi pure i Volturi.
Vorrei che
il tempo per parlarvi ci fosse stato prima, forse le
cose sarebbero state diverse. Ma soprattutto avrei
voluto spiegare ad Alice il significato di quella mia lettera che, lo so, hai
trovato nella mia vecchia casa. Vero, Alice?”
Vidi la
piccola vampira annuire e guardare Jasper con gli occhi che chiedevano scusa.
“
Avrei dovuto dirtelo, lo so.” Disse la mora rivolta a Jasper. “
Solo…avevo paura che non mi avresti capita, che
mi avresti presa per pazza.”
Qualcosa si
accese negli occhi del vampiro, e prima che fosse tardi
intervenni.
“ La colpa non è tua, Alice. Sono io che non sono nemmeno in
grado di scrivere una lettera chiara e concisa. E pensare che normalmente non
dovrebbe essere difficile come cosa.” Scossi la
testa e osservai per un momento Eleri che stava iniziando ad addormentarsi. “ In quella lettera ti scrissi molte cose, tra le quali la
mia scelta di divenire un immortale, e anche di portare con me ogni ricordo che
ancora mi legasse a questa cittadina.
La
verità, Alice, è che soffrivo troppo all’idea che ci fosse
ancora qualcosa di me in quel luogo, in quella casa. E proprio per questo mi
odio. Perché se fossi stata più forte, solo un po’
più forte, avrei lasciato almeno un ricordo di
me a Charlie. E invece no. Ho dovuto farlo soffrire il doppio solo per il mio
stupido egoismo, privandolo di qualsiasi cosa mi legasse a lui.
Tuttavia
sono più volte tornata a Forks, negli anni dopo la mia trasformazione,
per vedere come stava, come vivesse la sua vita senza di me. Mi sono sentita
uno schifo quando ho visto il dolore e la nostalgia rispecchiarsi nei suoi
occhi nonostante lo scorrere degli anni. Avrei voluto mostrarmi a lui per quello
che ero – quello ch’ero diventata –
e chiedergli perdono per il dolore che gli avevo procurato. Sciocco, vero? Un ragionamento proprio sciocco.”
Sentii
Jasper poggiarmi una mano sulla spalla e subito la tranquillità
m’invase. Lo ringrazia con un sorriso.
Eleri si
era completamente addormentata. Meglio così.
“ Chi
ti ha trasformata in una vampira, Bella?” Mi
chiese Alice con gli occhi colmi di tristezza.
“
Alisya.” Dissi semplicemente.
“
Alisya?” Chiesero in coro.
“
Già, la stessa che adesso vorrebbe entrare.” E subito dopo mia
madre aprì la porta portando con se una tazza
fumante.
“ Ma
bene, proprio adesso doveva addormentarsi?!”
Fece poggiando la tazza sul comodino accanto al letto. “
Ciao Alice. Ciao Jasper.” Li salutò con un sorriso materno.
“ E tu cosa gli stai raccontando?” Mi chiese sedendosi accanto a
me.
“ Un po’ di me. Un po’ di quello ch’è
successo.” Dissi con un’alzata di spalle. Annuii distrattamente.
Sentii lo
sguardo di Jasper trapassarmi la testa e subito lo fissai. Sapevo cosa voleva sapere. Sapevo cosa gli premeva più d’ogni
altra cosa. La stessa domanda che vagava anche nella mente del resto della
famiglia Cullen.
“
Vuoi sapere dei nostri occhi, Jasper?” Gli chiesi amabilmente con un
sorriso. “ E per te è lo stesso, vero Alice?”
I due mi
guardarono intensamente prima di annuire. Io osservai Alisya. I nostri occhi si
scontrarono rimanendo legati per il più breve degli istanti. Ma bastò. Bastò per capirsi e per decidere di
rivelare la verità a chi la richiedeva a gran voce.
“
Avete il diritto di sapere.” Esordì Alisya andando ad appoggiarsi ad una delle finestre presenti nella stanza. Conoscevo quel
rito. Quando doveva raccontare qualcosa d’importante
andava sempre verso le finestre e smarriva lo sguardo nell’orizzonte. E
poi iniziava a raccontare.
“ Ha tutto origine da me, da quella che ero tanto tempo fa, da
quello in cui mi hanno trasformata. E da ciò che ho scelto di essere.
L’inizio
è stato tanto tempo fa, poco dopo la presa di potere da parte dei
Volturi sui Romeni. All’epoca la guardia non esisteva, ma Aro sapeva
benissimo che ne avevano bisogno per proteggersi e per attaccare, quindi
iniziò a crearsela. Radunò vampiri provenienti dai quattro angoli
della terra; erano tutti vampiri con doti speciali, proprio come ora.
Ciò che però stuzzicava da parecchio tempo Aro era l’idea
di creare qualcuno come lui, un suo simile che gli avrebbe dovuto obbedienza in
eterno. Non so dire perché, ma la scelta ricadde su di me.
All’epoca
ero solo una ragazza che viveva in un piccolo villaggio. I miei genitori erano
morti da tempo, e a prendersi cura di me c’era
mio fratello, sacerdote della nostra gente. Aveva pochi anni più di me,
ma per il suo carisma era ascoltato anche dai più anziani; ti somigliava
parecchio, sai Jasper? Ma per me era soprattutto
ciò che restava della mia famiglia.
Vivevamo
pacificamente con i villaggi limitrofi e io non potevo
che essere felice per questo. Tuttavia sentivo nel mio cuore qualcosa, come una
mancanza. Sentivo che non era quello il mio posto, il mio tempo. Ma non potevo abbandonare mio fratello e mettermi ha fare la
pazza con le mie stupide sensazioni. Se l’avessi fatto, se fossi partita
come sentivo che dovevo fare, allora tante cose non sarebbero successe. Ricordo
poco della mia trasformazione; il ricordo degli occhi
rossi di Aro, però, non se n’è mai andato. Così come
quello dei suoi canini che perforarono la tenera carne del mio collo. E
così, dopo tre giorni di dolore, rinacqui sotto
altre spoglie. Rinacqui come il primo vampiro creato dal più potente
degli Anziani. Il periodo che
seguì la mia trasformazione ebbe come protagonisti il sangue e il
dolore. Perché se da un lato non riuscivo a pensare ad altro che non
fosse il sangue, dall’altro il dolore per la separazione da mio fratello
fu tale da distogliermi persino dalla sete. Tuttavia sapevo benissimo che non
potevo tornare da lui: Aro mi aveva più volte spiegato che non avevo
controllo e che avrei fatto una strage rivelando il nostro mondo. E quella era
la prima cosa da evitare. E io lo ascoltai. Ascoltai
Aro e le sue direttive per mesi, finché non crollai. Riuscii ad evadere quel piccolo gruppo di sorveglianza che
s’era creato e tornai a casa, da mio fratello. Dalla mia gente. Questo fu
il mio errore più grande.
Non seppi
trattenermi, e in una sola notte feci strage della stessa gente con la quale
ero cresciuta e che avevo chiamato famiglia per tanti anni. Quando
l’incubo finì era l’alba. In
qualche modo ero tornata in me, di nuovo padrona di me stessa. Forse fu la
vista del corpo straziato di mio fratello ha fare ciò, forse il dolore
che per tutta quella notte infernale mi aveva accompagnata
come un fido compagno. Non lo so, so solo che nel momento in cui vidi mio
fratello e crollai accanto a lui, anche s’era
pieno di sangue, non ebbi sete; in quel momento non sentii il veleno sulla
lingua com’era avvenuto poche ore prima. In quel momento non sentii nulla
se non il dolore.
Presi il
corpo di mio fratello tra le braccia e vidi che mi sorrideva. Già,
nonostante quanto avevo fatto ed ero diventata lui mi sorrideva, mi amava come
se fossi ancora la sua Alisya. Fu in quel momento, specchiandomi nei suoi
occhi, che mi resi conto di una cosa che non avevo mai notato nei miei mesi da
vampira: i miei occhi erano di due colori differenti, l’uno rosso e
l’altro azzurro cielo, lo stesso colore che li aveva caratterizzati da
umana.”
¯¯¯¯¯¯¯¯
(Alisya Pov)
Non riuscii
più a parlare. La voce mi si spezzò.
Sentii la
mano di Bella poggiarmisi sulla spalla con fare affettuoso. “ Continuo
io.” Mi disse solamente prima che la mia mente si estraniasse dalla
realtà e prendesse a viaggiare indietro, a millenni prima, a quando era
iniziato tutto.
Tenevo
teneramente tra le braccia il corpo ormai martoriato di mio fratello. Di quel
fratello ch’io stessa avevo ridotto così.
Il
sorriso sereno che incorniciava il suo viso era forse la cosa che più mi
era mancata in quei mesi, e che non credevo avrei mai
rivisto. Tuttavia in quel momento mi parve sbagliato: io avevo appena fatto
strage della nostra gente per una sete di sangue che non sapevo controllare!
Come poteva lui sorridermi dolcemente come niente fosse???
“
Cos’ho fatto…” Sussurrai singhiozzando mentre il viso mi si
rigava di lacrime. Strano. Aro mi aveva più volte detto che i vampiri
non possono piangere. Che si fosse sbagliato.
“
Non piangere, sorellina.” Sentii dire mio
fratello.
Singhiozzai
più forte. “ Come posso non piangere? Hai visto cos’ho
fatto! Ho massacrato la nostra gente! Sono divenuta un mostro! E tu…tu
stai qui a sorridermi come un tempo. Come s’io
fossi ancora umana.”
Lui
mi accarezzò il viso. “ Non importa ciò che sei ora. Tu
sarai sempre la mia sorellina.” Asciugò delicatamente le mie
lacrime e poi fissò i miei occhi diversi. “ Sai che esiste una
leggenda? Già, si dice che chi possiede due occhi di colore diverso
abbia la propria anima divisa a metà. E forse è
davvero così.”
“
C-Cosa vorresti d-dire?” Gli chiesi quasi senza
voce.
Respirò
a fatica. “ Io non so cosa sei divenuta, ma so ciò ch’eri. E forse anche tu, rimanendo così legata
al passato, hai finito col scindere la tua anima in due parti. Una che
appartiene a ciò ch’eri, e una che
appartiene a ciò che sei.”
Lo
strinsi maggiormente a me cercando di assimilare le sue parole. “ E
allora cosa…cosa sarei io?”
Lui
mi sorrise piano. Sentivo che le forze lo stavano
abbandonando ogni secondo di più. Non avrebbe vissuto ancora a lungo e
la cosa mi terrorizzava.
“
Tu sei un’Errante. Sei una
creatura senza pace ne luogo, qualcuno che non
appartiene a nessun mondo. Lo devi trovare il tuo posto nel mondo.”
Iniziò a chiudere gli occhi. I miei si spalancarono e tornarono a versar
lacrime. Non poteva abbandonarmi! Non poteva! “ Il tuo posto nel
mondo…lo devi…conquistare. Tu devi…devi
lottar…lottare…”
E
non parlò più!
Mio
fratello era morto. E con lui una parte di me.
Di
ciò che avvenne in seguito ho solo una massa di
ricordi confusi e ingarbugliati tra loro.
Secondo
la legge del mondo dei vampiri avrei dovuto morire
seduta stante per ciò che avevo fatto, il rischio a cui avevo esposto
tutti. Per qualche strana ragione ciò non avvenne. Forse fu
perché Aro si era affezionato a me, forse perché aveva visto in
me qualcosa di speciale, qualcosa che poteva essergli utile per i suoi scopi
futuri. Non lo seppi mai.
Venni rinchiusa in una stanza e
lì rimasi per secoli. Ero considerata pazza, anormale. Pericolosa. Ogni
tanto qualche essere umano veniva mandato nella mia
stanza con la chiara intenzione di nutrirmi, ma io non toccai più
sangue. Non mi eccitava come una volta, anzi. Ora, guardando la carotide
pulsante, provavo solo disgusto. Il ricordo di ciò che avevo fatto era
così vivido in me ch’era come se una
barriera invisibile si frapponesse fra me e le vittime designate.
Aro,
Caius e Marcus si chiedevano come facessi a resistere, ma per quanto sembrasse
impossibile gli umani che mandavano da me ne uscivano
sempre con le proprie gambe. La fine che faceva dopo era ovvia, ma non ero io a
ucciderli.
Fu dopo secoli passati così
che nella mia stanza arrivò un ragazzo circa della mia età. Lui,
a differenza degli altri, non evitava il mio sguardo. Al contrario. Lui fissava
i miei occhi sfidandomi ha fare lo stesso. Fu la prima persona con cui parlai
dopo un tempo incalcolabile. E mi fece piacere. Tuttavia mi resi conto troppo
tardi d’essermi innamorata di lui in meno di ventiquattrore. Sbaglio enorme.
Avevo fatto l’unica cosa che non avrei mai dovuto fare.
Diedi
di matto. La mia mente iniziò ad andare fuori controllo e subito dopo
toccò al mio istinto. Ciò che a lungo avevo sopito in me si
risvegliò improvvisamente più dirompente che mai. La voglia di sangue
intaccò ogni fibra del mio essere e mi avventai su di lui prima di poter
ragionare. Quando tornai in me era già troppo
tardi: l’avevo dissanguato!
Da
quel momento il controllo non fece più parte di me. I tremori e gli
attacchi di rabbia improvvisa divennero all’ordine del giorno e
più volte mi trovai a gridare nel buio della mia stanza con la sola
speranza di sfogarmi e lasciarmi tutto alle spalle. Purtroppo questo non
succedeva mai. La cosa positiva fu che non toccai mai più un essere
umano: quelli che dovevo divenire il mio cibo restavano sempre in vita! E in
quel periodo iniziarono anche i sogni. Già, un vampiro non può ne
dormire ne piangere, eh? Io, invece, riuscivo ha fare entrambe le cose. E in
quel sonno vedevo sempre una ragazza. Una ragazza giovane, più di me,
accasciata sul suolo di un bosco o aggrovigliata nelle coperte di un letto ad urlare. Andai avanti così per secoli
finché, un giorno, sentii il dolore scuotermi più forte che mai.
Capii immediatamente che non era mio quel dolore, ma di quella ragazza. Non so
come lo compresi, ma fu così.
In
quel momento qualcosa scattò in me, e la voglia di scappare che tanto
tempo prima aveva mosso il mio animo di riaccese. Riuscii ad
evadere il folto gruppo di guardia che nel frattempo di era creato e scappai:
direzione Forks! Sapevo che la ragazza si trovava là. E sapevo ch’era da lei che dovevo andare.
La
trovai, infine, in piedi su una scogliera, con chiaro intento di buttarsi di
sotto.
“
No!
Non farlo!” Urlai uscendo dalla boscaglia e
rivelandomi.
I
suoi occhi color cioccolato mi fissarono sorpresi, poi curiosi ed infine calmi. Che cosa curiosa! Io ero un vampiro, un
essere che si nutriva di quelli come lei, e lei non aveva paura di me. Il suo
cuore era calmo e rilassato. Non mi temeva.
“
Tu sei…?” Mi chiese senza trovare le parole giuste. Compresi allora
che come io potevo vedere lei così lei poteva
vedere me.
“
Si, io sono.” Dissi tendendole una mano. “
Vieni, non farlo. Non buttarti giù.”
Le
tese la mano e afferrò la mia con sicurezza. Il contatto con la mia
pelle fredda non le diede alcun fastidio.
“
Perché sei qui?” Mi chiese come ipnotizzata dai miei occhi.
“
Perché tu mi hai chiamata. Perché io e te siamo destinate a stare insieme.” E la
voragine che entrambe avevamo nel petto si chiuse
almeno un po’.
Tornai alla
realtà e mi trovai in camera di Bella, da sola. Alice e Jasper erano tornati a casa loro, e mia figlia aveva convenuto
ch’era meglio lasciarmi un po’ da sola.
Mi
massaggiai le tempie e sospirai ripensando a tutto ciò che avevo appena
rivissuto. Già, la mia vita da vampira era stata un susseguirsi di
dolore e confusione. Quando avevo trovato Bella avevo
sentito che insieme saremo state meglio, che avremmo potuto aiutarci
vicendevolmente. E così era stato.
Già,
perché io e Bella eravamo uguali. Eravamo entrambe due Erranti,
due creature senza un luogo in cui andare o a cui
appartenere. E la stessa cosa valeva per Chela, Sara, Cedric e Gabriel. Eravamo tutti e sei delle creature divise a metà tra
due mondi tanto distanti quanto vicini fra loro.
Mi sedetti
sul letto e per un momento pensai a Bella. Così fragile
nell’aspetto e così forte nello spirito. Forse, lei, il suo mondo
lo aveva già trovato a suo tempo, ma forze
maggiori avevano voluto un suo allontanamento da esso. E
io speravo con tutto il cuore che questo non durasse ancora molto.
Grazie mille ai 66
che hanno messo la storia tra i Preferiti.
Grazie mille ai 78
che hanno messo la storia tra le Seguite.
Grazie mille ai 3
che hanno messo la storia tra quella da Ricordare.
Grazie mille ai/alle 4
che hanno Recensito.
Grazie mille a chi ha anche solo letto.