Serie TV > Il mondo di Patty
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Autore: Chicca Weasley    16/05/2010    2 recensioni
Finalmente la storia della coppia più amata della serie va a gonfie vele, con un'inaspettata novità! Ma siamo sicuri che questa volta andrà tutto bene??
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Guido Leinez, Josefina Beltrán
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Le luci buie della città mi sfilano davanti: le guardo senza vederle davvero.
Semaforo rosso. Guido si volta verso di me preoccupato, ma io non riesco a sostenere il suo sguardo. Sento le lacrime pungermi gli occhi. Non voglio piangere. Ma a un tratto una sola, piccola lacrima mi solca la guancia e un singhiozzo mi muore in gola. Mi mordo il labbro.
-Tesoro mio, ti prego non fare così... – dice Guido accarezzandomi un braccio.
Non rispondo. Ripartiamo.
Ogni minuscola frenata è un battito sottratto al mio cuore.
Non riesco a non pensare a quella maledetta sera e ho paura, soprattutto se al volante c’è Guido, soprattutto se è buio, soprattutto ora che sono incinta. Non è che non mi fidi di lui, ma di solito non mi va di uscire in macchina. Ma stasera no. Voglio andare subito all’ospedale e sapere come sta il mio fratellino. Per telefono mamma non ci ha dato i dettagli, so solo che Matias stava andando a prendere Patty a casa sua e che un pazzo ubriaco l’ha praticamente travolto. Ma c’è un dettaglio che mi fa stringere lo stomaco ogni volta che sfioro il pensiero: Matias era in macchina, guidava lui. Mi impongo di non pensarci.

Finalmente arriviamo alla clinica dove lavora anche Leandro. Ci precipitiamo per mano lungo un corridoio, dove chiedo informazioni; ancora una serie di atri, corridoi e sale d’aspetto e finalmente, davanti a una porta a vetri vedo i miei e Patty.
-Giusy, Guido, siete arrivati!
Patty mi corre incontro e piangendo mi abbraccia forte; la stringo trattenendomi a stento dallo scoppiare in lacrime. Con la coda dell’occhio vedo Guido che consola la mamma e chiede qualcosa a papà: è incredibile quanto sia legato ai miei genitori, nonostante tutto quello che è successo nei mesi precedenti.
Sciolgo l’abbraccio con Patty e ci avviciniamo agli altri.
-Mamma, papà ma che è successo? – chiedo con una voce che non riconosco come mia
-Tesoro, non sappiamo molto più di quello che vi abbiamo detto per telefono,-risponde con voce sicura papà- in questo momento Leandro sta facendo alcuni accertamenti...
-Ma lui come stava?- stavolta è Guido
-Non era cosciente quando l’ambulanza l’ha portato qui e noi l’abbiamo visto solo per qualche minuto...- ci informa sconvolta la mamma
Stiamo ancora qui a parlare, quando da una porta vicina sbuca Leandro: il volto è teso, l’espressione non presagisce nulla di buono. Non vedo in lui il Leandro che conosco, sempre sorridente e rilassato, e questo non mi da sicurezza.
-Papà! Come sta Matias?- gli chiede ansiosa Patty
-Ho fatto tutti gli esami necessari e nelle prossime ore li ripeterò, ma per ora Matias non ha ripreso conoscenza...- l’espressione ora è risoluta ma la voce trema-... anche perché purtroppo lo scontro ha provocato... una...- non sa come dircelo, guarda sua figlia, i miei genitori poi me e Guido- ...una commozione cerebrale.
C’è silenzio nella saletta. Nessuno osa muoversi, né tantomeno parlare. Io osservo Leandro: finalmente anche lui si libera e ora una lacrima scende lungo la sua guancia.
Non l’ho mai visto piangere, mi spaventa.
-Leandro –esordisce dopo un po’ la mamma- ti prego, sii sincero: quanto è grave?
-Laura, non possiamo dirlo con precisione. Per ora lo terremo in osservazione, ma non si può sapere quali saranno le conseguenze al suo risveglio...

Mi guarda: scommetto che tutti si ricordano le conseguenze della MIA commozione celebrale. E me le ricordo anch’io. Non voglio che il mio fratellino soffra come ho fatto io. Darei tutto quello che ho, eccetto Guido e il mio bambino, per vederlo stare bene. Mi accorgo che sto tremando. Lentamente mi allontano dal gruppetto dei miei cari e mi avvicino alla vetrata dietro di noi. Passano 3 secondi, non di più, che sento le mani di Guido afferrarmi le spalle, voltarmi verso di lui e stringermi forte a se. Ed è lì che crollo. Mi abbandono ai singhiozzi sul suo petto, consapevole degli sguardi degli altri così come delle sue mani forti che mi accarezzano per rassicurarmi.
-Stai tranquilla amore mio, vedrai che andrà tutto bene...
Vorrei urlargli che no, non andrà per niente tutto bene finché non saprò come sta Matias, e che forse si è scordato di quello che è successo a me; ma così lo ferirei e basta.
-Calmati piccola mia, non riesco a vederti così...- ha la voce incrinata, sta per piangere anche lui 
Gli prendo il viso tra le mani e gli asciugo le lacrime, poi gli strappo un bacio e restiamo lì, stretti, cullandoci uno nelle braccia dell’altro. Vedo anche mamma e papà abbracciati, mentre Patty sta piangendo disperata al fianco di suo padre.

È incredibile quanto dolore abbia in così poco tempo sconvolto la nostra famiglia allargata. E io che mi ero illusa che per una volta tutto potesse andare bene. Alzo il viso verso Guido.
-Tesoro,- gli chiedo- ma smetteremo un giorno di soffrire noi due?
-Non lo so, Giusy, ti giuro che non lo so...

 
...LA MATTINA DOPO...

 
Alla fine del corridoio del reparto c’è una specie di terrazzino, dove in questo momento sto sorseggiando una cioccolata calda. Guido mi ha praticamente obbligato a berla, visto che l’ultimo vero pasto che ho consumato è stato il pranzo di ieri.
Sono le 8 del mattino, e non abbiamo nessuna novità su Matias.
-Tesoro- mi chiama la mamma- è tornato Guido. Ha portato i cornetti caldi, vieni a mangiare.
Barcollo a stenti verso la portafinestra, il solo odore di pasta calda e zucchero mi da la nausea.
-Dai amore solo un po’...-fa Guido vedendo la mia faccia schifata- Non ricominciare, prima ti ho dovuto minacciare, solo per una tazza di cioccolata calda.
-No, Guido sul serio non mi va...- lo supplico, già sapendo che vincerà lui anche questa volta. Lo vedo scambiarsi un cenno d’intesa con mamma, che annuisce piano.
-Allora Giusy, mettiamola così: non devi mangiare per te, ma per il piccolo; anche se tu non hai fame il bambino ha bisogno di cibo!
Ecco, lo sapevo, riesce sempre a convincermi con questa storia: basta fare leva sul mio senso di colpa...
-A proposito!- esclama la mamma, mentre io sobbalzavo per al sua reazione, così come Patty che sembrava essersi appena svegliata da un lungo sonno
-Ragazzi, non vi abbiamo chiesto niente! Come è andata la visita?- il viso della mamma è di nuovo illuminato da un sorriso che mi scalda il cuore e mi fa ricordare che in fondo ho un motivo per essere ancora felice... almeno un po’.
Guido (anche lui sorridente) stringe il braccio che già mi cinge i fianchi e io rispondo:
-È andato tutto bene mamma, non c’è niente di cui preoccuparsi. E possiamo dirvi anche che... è un maschio!!- esclamo, allegra come non credevo di poter essere.
-Davvero tesoro mio!! Oh, piccola, vieni qui!!
I successivi 10 minuti sono un groviglio di baci e abbracci.
Ma non poteva durare a lungo.
Non troppo.
Leandro si sta avvicinando, sul viso l’espressione cinerea di ieri sera.
-Papà? Allora?- Patty è indubbiamente più tesa di tutti noi
-Ho ripetuto nuovamente gli esami, e... abbiamo riscontrato una... piccola... emorragia

Ancora una volta le lacrime pungono, non capisco più cosa sta dicendo Leandro. Prontamente, le mani di Guido si posano sulle mie spalle e scendono lente lungo i fianchi, in un abbraccio pieno di comprensione. Il mio sguardo è ancora fisso sul nostro amato dottore. Colgo solo alcuni frammenti di conversazione: alcuni di questi, come asportazione e lesione celebrale, mi fanno rabbrividire.
Le lacrime scendono e ancora una volta io non faccio niente per fermarle.
Sono stanca, stremata, e ho solo voglia di abbandonarmi tra le braccia di Guido, l’unico posto dove mi sento davvero me stessa, protetta e coccolata.
E ovviamente lui è lì, neanche mi leggesse nel pensiero.
Il suo abbraccio mi circonda, caldo e accogliente. E, come avrei voluto, mi abbandono...

Mi risveglio. Sono in un letto. Inizialmente sono troppo intontita per riconoscerlo, ma questo è il nostro letto. Mi tiro su a sedere, e lentamente la stanza prende forma: osservo le pareti fresche di pittura, i mobili nuovi e la culla di legno in fondo alla parete. Tutto è cambiato nella mia vita, ultimamente, anche la mia camera... Di riflesso una mano scivola sul pancione. Guardo il muro, che non è più un prato rosa e rosso, ma un delicato arazzo lilla e bianco perla. Il mio vecchio letto con i cuscini è stato sostituito da un enorme lettone morbido.
Questa non è più la mia cameretta, dove fino a pochi mesi fa si svolgevano epici pigiama party con le Popolari, il teatro di baci, confessioni, lacrime e rivelazioni.
Questa ora è la camera da letto mia e di Guido, è un rifugio, il giaciglio di un amore enorme che noi due, o meglio tre, custodiamo...

Non so nemmeno io perché mi sia persa in questa riflessione, ma suppongo che sia per non pensare al mio fratellino... mi invade una fitta di dolore.

Improvvisamente mi rendo conto che non ho idea di che ore siano, ma ho l’impressione di aver dormito a lungo, dopo una notte insonne, anche perché un raggio di luce, del giallo intenso tipico del tramonto, taglia a metà il piumone.

La mia attenzione è ora colta da un sussurrare sommesso proveniente dal piano di sotto...
-Si Laura, tranquilla, glielo dico io... si penso che stia per svegliarsi... va bene, a dopo, ciao.
Passi per le scale. La porta che si socchiude. Guido fa capolino, lo sguardo amorevole ma preoccupato che scruta tra le coperte.
-Amore mio, ti sei svegliata!
Nei 5 secondi che Guido impiega ad attraversare la stanza e sedersi vicino a me sul letto, mi scopro a guardarlo adorante, innamorata come il primo giorno. Indossa solo i jeans, motivo per il quale indugio a lungo sul torace muscoloso, sulle spalle ampie e sul suo meraviglioso viso, che si avvicina al mio in uno dei baci più belli degli ultimi tempi.
Guido mi sfiora con la bocca tutto il viso e intreccia la sua mano con la mia sopra la pancia che spunta da sotto le coperte.
-Come ti senti, amore, va meglio adesso?
-Meglio di che, Guido, non mi ricordo niente...
-Davvero? – sguardo colpevole di risposta.
-Si, mi ricordo solo che eravamo tutti in ospedale e che Leandro ci diceva... di Matias- affermo. , incapace di aggiungere altro.
-Si, ti ho portato in macchina per venire a casa, ma ti sei addormentata quasi subito. Ti ho messo a letto e non ti sei più svegliata...- altro bacio.

Improvvisamente, sentiamo un sussulto sotto le nostre mani.
Ha scalciato. Il nostro piccolo ha scalciato. Un sorriso spunta sul mio volto. Anche Guido sorride, si abbassa verso il mio pancione e vi posa un bacio dolcissimo, poi inclina la testa e lo circonda con le mani. E rimane lì, una guancia posata sul mio grembo come se stesse ascoltando chissà quale confidenza tra lui e suo figlio, mentre io gli accarezzo i capelli. 
In questo momento tutto mi sembra perfetto. Dimentico l’incidente di Matias, il dolore, la preoccupazione... e rimango sospesa per secondi, minuti, ore forse, godendo solo della perfezione di quest’attimo di pura felicità. Ma un’eco nella mente mi fa ricordare del mio fratellino, inerme in un letto d’ospedale, e una promessa silenziosa si leva al cielo. 
Ho scelto il nome per mio figlio...




Eccomi finalmente con un nuovo capitolo... non sono morta! Vi chiedo scusa in ginocchio per l'enorme ritardo ma ho avuto 2'000 cose da fare!!!                   
Allora, che ne pensate di questo finale enigmatico?? Magari avete capito che cosa intendo... Fatemi sapere e MI RACCOMANDO RECENSITE!!!   
Baci  FEDE

  
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