Epilogo.
Can You
Feel The Love
Tonight?
Riesci a sentire l’amore
questa sera?
Dire che
quell’estate fu bellissima, sarebbe davvero troppo poco. Fu
di più.
Non
v’era giorno in cui non riuscivamo a ritagliarci un piccolo
spazio per noi,
fatto di semplici conversazioni o prese in giro… cosa in cui
lui riusciva alla
perfezione.
Stefano e
Sofia ne erano entusiasti, più di quanto mi aspettassi, e la
frase
che molti dissero sorridendo fu: «Finalmente!»
Ad ogni
modo, quello stesso pomeriggio, in cui le sue labbra divennero
finalmente mie, vari erano gli interrogativi che mi affliggevano.
Matteo,
circondandomi le spalle con un braccio mi condusse sulla panchina,
facendomi sedere sulle sue gambe.
«Alice?»
chiesi mentre mi carezzava la pelle delle gamba con i polpastrelli.
«E’
finita.»
«Beh,
questo l’avevo capito, genio.»
Rise.
«Le ho detto che… che mi ero innamorato.»
«Ti
rendi conto che è un po’ ambigua come
cosa?»
«In
effetti ha risposto che già lo sapeva.»
Feci una
smorfia. «Questa cosa non mi piace.»
Mi
baciò il braccio. «Così, le ho detto di
amare un’altra. Da ben due anni,
solo che non me n’ero ancora accorto.»
Roteai gli
occhi. «Certo, certo.»
Rise ancora.
«Scommetto
che ti stava palpeggiando.» mugugnai.
«Più
o meno.»
Sgranai gli
occhi. «Ma io dicevo tanto per dire!» esclamai
scioccata.
«Ma
l’ho allontanata.» disse baciandomi la spalla.
Grugnii e
gli tirai un pizzicotto.
«Ahi!»
protesto toccandosi il fianco.
«Da
oggi toccherai solo me. No?» chiesi, con serietà.
E capì che non scherzavo.
«Assolutamente
sì.», e mi bacio il collo.
«Hai
intenzione di continuare ancora per molto?» dissi chiudendo
gli occhi e
godendomi la sensazione delle sue labbra sulla pelle.
«Di
fare cosa?» soffiò sul collo. Sentii un brivido
percorrermi la schiena.
«Di
evitare le mie labbra. Eppure non credo sia difficile trovarle. Guarda,
sono proprio qui, sul viso.» mormorai sorridendo ed
indicandole con l’indice.
Matteo si
allontanò, ridendo sommessamente. Incrocia le braccia al
petto.
«Vieni
qui.», e premendo il palmo della mano sulla mandibola, appena
sotto
l’orecchio mi attirò a se, baciandomi.
Dopo pochi
secondi mi allontanai.
«Mi
spieghi una cosa?»
Matteo
roteò gli occhi. «Che altro
c’è, ora?» sospirò baciandomi
il mento.
«Come
facevi a sapere che ero qui?»
Lui
arricciò le labbra e prese a grattarsi la nuca.
«Ecco… sono passato da casa
tua.»
Sgranai gli
occhi. «Davvero?». Lui annuì col capo.
«Waw.»
mormorai.
«E
tua madre mi ha detto che eri uscita e che Stefano non era passato a
prenderti. Perciò ho pensato che forse eri sola. Certo,
potevate esservi
incontrati da qualche parte…»
«Chiamarmi?»
Alzò
un sopracciglio. «Perché, mi avresti
risposto?»
«No,
probabilmente no.»
«Ora
posso baciarti?» chiese con occhi ricolmi di dolcezza.
Feci finta
di pensarci un po’ su. Feci spallucce.
«Okay.»
E
così volge al termine la mia favola personale. Anche se io
non la considero
propriamente una fine. Quello era un inizio.
Un meraviglio inizio. E non mi importava se il tempo presto o tardi ci
avrebbe
giocato brutti scherzi. Per il momento ero felice di godermi i miei
diciott’anni… senza pensieri.
*
Ed eccomi qui,
finalmente.
Bene, adesso è davvero conclusa… o quasi. Come
è stato detto, è solo un inizio.
Ad ogni modo, ci tengo tanto a ringraziare gli angeli che hanno
recensito lo
scorso capitolo. Mi avete riempito di gioia.
Sbrodolina, grazie infinte. Sono
contenta ti sia piaciuta. A presto. Con immenso affetto Panda.
Piccola Ketty, una
sola cosa: ti voglio bene. Grazie per il supporto. Ti adoro, sempre
e comunque. Un immenso abraccio, tua Mel.
Nessie93, grazie per avermi seguita
e seguirmi. Grazie di cuore, Chià. Ti voglio bene.
Valentina78, grazie per la
recensione. Mi ha fatto tanto piacere. A presto. Panda.
anna96, grazie per la primissima
recensione.
Mi ha fatto piacere sapere che l’hai seguita. Questo per me,
conta già molto.
KeLsey, e grazie a te, piccola Eri.
Grazie di tutto. Ti voglio bene.
A presto!