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Autore: Angorian    18/05/2010    9 recensioni
[Sospesa]
Ginny è da sempre innamorata di Harry. Eppure, tra sogno e incubo, è un'altra la voce che riempie i suoi pensieri..
"Ti attrae solo perché mi è simile”. Continuò, respirandole piano sul collo.
Lei strinse le labbra.
“No”.
Il ragazzo sorrise, consapevole del battito accelerato di lei.
“Nessuno ti conosce meglio di me, Ginny”. Soffiò."
Genere: Dark, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ginny Weasley, Tom O. Riddle
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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“Io non ho fatto nulla”. Ribatté Ginny, imbarazzata.
Tutto della figura di Tom emanava malinconia: la bellezza del suo volto dalle guance scavate, e quelle vesti che sebbene sfocate, non lasciavano dubbi sulla povertà del ragazzo.
Tutto, tranne gli occhi.
Brillavano di una luce ferina, di quello stesso fuoco che l’aveva scottata nel suo sogno, quando le aveva sfiorato il viso.
“Nulla, dici? Mi hai strappato dall’oblio di quelle pagine mute, riversando la tua vita in modo da risvegliare la mia. Non sono che un ricordo, Ginny, e se sono più forte non lo devo che a te. Mi hai ospitato tra i tuoi pensieri e le tue emozioni, e adesso, ne sono rinvigorito”.
La osservava senza malizia, con un sorriso appena accennato.
“Come sei finito in quel diario?”. Chiese, affascinata suo malgrado.
Lui sembrò meditare la risposta.
“Credo che la ragione, sia la morte. Temo la morte, che annulla i pensieri e la complessità umana in pochi istanti. Neppure i maghi, con il loro talento magico, riescono a sfuggirle. Ma i vivi ricordano, e i ricordi danno vita. Con questo diario, io sono sfuggito all’incuria del tempo. Se tu mi ricordi, io vivo”.
Pietrificata, Ginny lo osservava parlare, non riuscendo a cogliere tutto.

Se tu mi ricordi, io vivo.

“Inoltre” aggiunse lui “nel diario è contenuta una storia che non vorrei andasse perduta”.
“Quale?”. Chiese lei, attratta dal suo modo di parlare.
Il sorriso si allargò.
“La storia della Camera dei Segreti”.

*

Vernice rossa sui muri di Hogwarts, una ferita pulsante sulle sue pietre millenarie.
Penne di gallo sui miei abiti, il volto graffiato da piccoli artigli.
I ricordi sfuggono e si fanno sfocati.
Ho freddo.

*

Percy non mi lascia sola neppure un istante; sospetta che sia io ad aver aggredito Colin e quel ragazzo di Tassorosso?
Tom dice di non preoccuparmi..

*

Il diario è diventato onnipresente.
Oggi ho provato a lasciarlo nel baule, ma non sono riuscita neppure ad attraversare il buco del ritratto.
L’impulso di tornare a prenderlo era più forte di me.
La volontà si spezza.

*

Riesce ad uscire dal diario sempre più spesso.
Mi segue, mi osserva. Sorride.
A volte, quando siamo soli, comincia a raccontarmi della sua vita qui.
Frammenti sconnessi.
Era un Serpeverde.

*

La scuola rischia di chiudere, e io ho paura.
Voragini di un assoluto nulla al posto dei miei ricordi recenti.
Questa mattina ho trovato Tom seduto accanto a me, sul letto.
Mi guardava dormire.

*

Accusano Harry di essere l’Erede di Serpeverde.
Che sciocchezza. Non farebbe del male a nessuno.
Ne sono quasi certa ormai. Sono io, il mostro.
Lo leggo negli occhi di Tom.
Lui sa, e ride nell’ombra.

*

L’idea prende forma, anche se mi è intollerabile.
L’inchiostro che dà vita a quel diario, è il mio veleno.
Devo farlo.

*

Gli occhi smeraldini di Harry erano corrucciati, mentre parlava animosamente con Ron ed Hermione.
Ginny sentì mancare un battito, quando vide il diario di Tom tra le mani del ragazzo.
Era convinta di essere riuscita a disfarsene, ma non era stata abbastanza forte da finirle il lavoro e distruggerlo.
Aveva già scoperto il segreto del diario?
Con orrore crescente si chiese se Tom gli avesse già raccontato di lei, della sua cotta infantile, del fatto che fosse lei il mostro.
Attese la mattina del giorno seguente.
Aspettò che Harry e gli altri uscissero dalla sala comune, poi si infilò di soppiatto nel loro dormitorio.
Si guardò attorno con aria circospetta, poi frugò nella stanza senza darsi pena di non lasciare tracce del suo passaggio: forse, nel caos, non si sarebbe reso conto di cosa mancava.
“Cosa stai facendo, Ginny?”.
Tom, appoggiato su una colonnina del baldacchino di Harry, la osservava con aria irritata.
“Mi riprendo il diario”. Rispose Ginny, tra la paura e la rabbia.
Doveva fare in fretta.
“Mi hai allontanato, gettato. Che importa adesso recuperare il diario?”. Chiese, inclinando leggermente il capo.
Ginny rovesciò il contenuto del cassetto del comodino sul materasso. Nessuna traccia del diario.
“Quel diario adesso è mio. E’ privato”. Non poté fare a meno di arrossire.
Improvvisamente, Tom le afferrò il braccio.
Per quanto i suoi contorni fossero ancora sfocati, la sua mano serrata era concreta, reale.
“Non gli ho detto nulla di te”. Disse, pacato.
Con uno strattone, Ginny si liberò dalla sua presa.

Non è abbastanza forte da trattenermi.

Voltandogli le spalle, continuò la ricerca.
Poi finalmente, lo trovò all’interno del baule.

*

Grazie a chi preferisce, ricorda e segue questa storia!
In particolare a _Madduz_, Marik1989 e PaytonSawyer, che con i loro commenti fin troppo buoni mi fanno andare avanti :D

   
 
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