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Autore: Artemis- sama    20/05/2010    2 recensioni
un'elfa dalish sta per intraprendere il suo viaggio
Genere: Romantico, Malinconico, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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cap 5 CAPITOLO 5
LOTHERING

-    Ci dobbiamo per forza portare dietro questo botolo pulcioso? –
-    Non voglio mandarlo via…non dopo avergli salvato la vita… e poi non è male avere un cucciolo da accudire –
-    Se volevi un animale da compagnia che sbavasse e puzzasse potevi farti bastare Alistair! - disse infine, scoccando un’occhiata divertita al giovane templare, che tentava di stare in disparte facendosi scivolare le cattiverie gratuite che ogni tanto uscivano dalla bocca di Morrigan.
Io ero contenta… avevo spesso sentito parlare di questi segugi mabari “abbastanza intelligenti per parlare, ma anche abbastanza saggi per non farlo” e l’idea di averne uno mi entusiasmava. Il cane in questione, ci era venuto incontro lungo la Via Imperiale che attraversava Lothering e che portava ai Bannorn. Ci diede subito prova del suo coraggio e della sua utilità abbattendo, assieme a noi, un gruppo di Prole Oscura che era comparso alle sue spalle.
- È forte, senza paura, quando si arrabbia fa paura….uhm…. – cominciai a riflettere arrestando il mio passo
Ad un certo punto mi venne un colpo di genio (Morrigan, anche nei giorni che seguirono, mi continuava a dire che il fatto che avessi delle idee geniali fosse qualcosa di assolutamente relativo e, sempre secondo lei, il fatto che Alistair mi considerasse eccezionale, era dovuto non solo alle mie doti di comandante) e sbottai:
-    Trovato! – mi accucciai vicino al cane e gli dissi – E se ti chiamassi Flagello? –
A queste mie parole, i miei compagni (animale incluso) ebbero tre reazioni differenti: Morrigan mi guardava come se fossi uscita di senno (ancora oggi non so se a causa del nome o se per la mia esclamazione improvvisa), Alistair mi guardava con aria interrogativa (a dirla tutta non credo che avesse capito neanche il contesto di quella mia affermazione, dato che già da quando eravamo usciti dalle Selve, era piuttosto taciturno) e il mio “cucciolo” mi era saltato addosso scodinzolando e abbaiando (a quanto pare essere paragonato ad un evento catastrofico come il Flagello lo rendeva orgoglioso). In quel momento Alistair sembrò ridestarsi brevemente dal suo turbinio di pensieri per dirmi, sorridendo
- Flagello eh?...uhm…si mi piace il nome. Hai…scusate…ci avete azzeccato –
Era strano, ma in quel breve momento fu come se avessi potuto vedere un cuore straziato dal dolore. Il mio amico, una persona che difficilmente stava zitta per più di due minuti, era maledettamente silenzioso. Io cercavo di essere forte cercando qualsiasi pretesto per distrarmi…il dolore di ciò che avevo, che avevamo perso ad Ostagar mi avrebbe potuto soffocare in qualsiasi momento, ma per evitare ulteriore sofferenza ad Alistair, cercavo di tenermi tutto dentro. In fondo capivo cosa provava e sapevo che alla prima occasione avrebbe dovuto sfogarsi…pregavo di essere abbastanza forte da sostenerlo quando sarebbe giunto il momento. Mentre riprendevamo il cammino mi venne in mente che già più di una volta aveva cercato di darmi del “tu”, ma poi riprendeva un tono più formale…era come se cercasse di avvicinarsi, ma non sapeva né come né se glielo avrei permesso… e intanto continuavo a pensare…pensavo al sogno fatto prima del risveglio nella capanna di Flemeth…perché continuavo a tormentarmi? Era come se la mia vita si fosse fermata al giorno in cui avevo perso tutto…mi aveva detto che lui sarebbe stato sempre con me…ma ora solo nel mio cuore, nei miei sogni… Mi accorsi, a quel punto, che stavo piangendo copiosamente. Essendo, però, alla testa del gruppo, nessuno se ne era accorto…almeno per il momento.
Mi fermai. Lasciai che i miei compagni mi superassero… e poi iniziai a singhiozzare, lasciandomi cadere per terra in ginocchio. Abbassai la testa, poiché il macigno che mi portavo dentro sembrava pesarmi sulla testa. Fu allora che, probabilmente, aprii il mio cuore a quell’uomo… e fu lo stesso per lui nei miei confronti. Quando si accorse di me tornò sui suoi passi, mi si sedette accanto e mi abbracciò…non mi chiese nulla, ma mi strinse forte fino a che non smisi di lacrimare e riuscii a rimettermi in piedi…Morrigan per tutto il tempo rimase ad osservarci in silenzio…non sembrava comprendere il nostro dolore, non lo capiva, non lo percepiva come suo, eppure quando la guardai notai uno sguardo diverso, quasi compassionevole…o forse mi sbagliavo.
Qualche ora dopo attraversando il ponte della Via Imperiale, arrivammo a Lothering, passando per un piccolo posto di blocco sorvegliato da dei banditi. Il loro capo si fece avanti, stupendosi che nel gruppo ad essere la guida fosse un’elfa. Percepii la loro sorpresa come disprezzo…in quel momento il mio essere dalish prese il sopravvento ed alzai immediatamente l’arco e gli puntai contro una freccia…il loro capo mi pregò di lasciarli andare, spiegandomi che loro rubavano per sfamare le proprie famiglie, ma la rabbia che provavo nei loro confronti era troppa…non gli diedi il tempo di fuggire…mi interessava il loro capo e, mentre gli altri banditi si avventavano sui miei compagni, io indietreggiai di qualche passo, presi la mira e scoccai una freccia verso quell’uomo che aveva osato schierare il suo pugno di uomini contro di noi…fu in quell’istante che mi tornò in mente un altro uomo colpito da una mia freccia; era uno di tre shamlen che avevamo scovato nella foresta…il giorno che cambiò la mia vita…
La freccia arrivò dritta nella schiena del capo di quei banditi, così velocemente che quasi trapassò l’aria…
-    Sono stati degli stolti a mettersi sul nostro cammino! –
-    Per una volta posso concordare con voi, Morrigan…individui del genere escono sempre fuori durante le crisi…avvoltoi! –
-    … -
Io non riuscii a dire una parola occupata com’ero a fissare il cadavere dell’uomo che avevo appena ucciso. Non ero in grado di sentire altro che il rumore dei miei pensieri…pensieri di morte…pensieri di dolore…e ad un certo punto la mia espressione divenne fredda e distaccata…cercavo di farmi scivolare addosso tutto quello che era successo nei minuti prima, come se la morte di quei banditi non mi interessasse, come se non fossi lì.
-    State bene? –
-    Sì Alistair, va tutto bene..muoviamoci! –
Mi guardò come se cercasse di percepire il mio stato d’animo, ma non incrociò mai i miei occhi…non volevo che nessuno vedesse ciò che mi portavo dentro….quel dolore era solo mio…qualche tempo dopo imparai che l’orgoglio può essere, all’occorrenza, un difetto più che un pregio.
Al villaggio incontrammo degli uomini di Loghain che ci attaccarono. Il teyrn ci aveva messo sulla testa una taglia e ci aveva etichettati come traditori e colpevoli di aver mandato a morire re Cailan. A quel punto s’intromise una monaca la quale si schierò dalla nostra parte durante lo scontro. Grazie alle abilità spada/scudo di Alistair, riuscimmo a mettere a terra quello che doveva essere il capitano. La nostra, anzi, la mia idea era quella di terminarli in quel momento, ma la monaca, che ci disse di chiamarsi Leliana, mi convinse a lasciali liberi. Non so cosa percepii in quella ragazza, ma alla sua supplica di potersi rendere utile e di poterci seguire, acconsentii…c’era qualcosa di profondo in quei due occhi azzurri che mi disse che noi avevamo bisogno di lei…ancora oggi non so dire cosa sia.
Mentre stavamo per uscire dal villaggio incontrammo uno dei guerrieri più forti che fossero esistiti: un qunari. Come ci fece notare Alistair, questi guerrieri erano formidabili in battaglia, io stessa avevo sentito delle storie su di loro e devo dire che in parte non potevo fare a meno di ammirare questa razza così fiera ed orgogliosa…forse perché in questo senso assomigliavano molto al mio popolo. Questa creatura era tenuta in gabbia, poiché colpevole di omicidio, ma non sembrava lamentarsene, anzi sembrava aver accettato il proprio destino di prigioniero. Non so come ma riuscii a convincerlo ad aiutarci nella nostra lotta contro il Flagello. Il problema si pose nel parlare con la venerata madre. Fu grazie all’intervento di Leliana che la monaca acconsentì ad affidarmi la custodia di Sten (così si chiamava ilo qunari).
Non appena riprendemmo il cammino incontrammo dei contadini i quali, cedendo alla tentazione della taglia sulla nostra testa, tentarono di ucciderci. Non la definirei neanche battaglia…troppa era la differenza tra noi e loro…ma nonostante ciò spegnemmo anche le loro vite…ed io mi sentivo sempre più distaccata da quelle morti…ad ogni umano che uccidevo la mia freddezza aumentava, come se non fossi lì…era come se fossi svuotata, come se il fatto di uccidere svuotasse la mia anima e mi rendesse insensibile…solo ora capisco che cercavo di sopprimere il dolore e la paura con una maschera, ma non volevo che nessuno scoprisse ciò che si celava dietro ad essa…presto però si sarebbe sgretolata…grazie a quelli che poi cominciai a vedere come miei amici, come la mia nuova famiglia e grazie ad uno in particolare, iniziai a vedere in maniera diversa gli umani…ma questo sarebbe accaduto più avanti.
Raggiungemmo il confine di Lothering salvando da un manipolo di Prole Oscura Bodann Feddic e suo figlio Sandal. Il primo era un mercante e ci chiese di fare un po’ di strada con noi e, in cambio della nostra protezione, ci avrebbe offerto a prezzo scontato le merci che ci potevano servire.
Verso sera trovammo uno spiazzo in cui accamparci.

Quella notte al campo…

-    Cosa intendete dire con questo, Leliana? –
-    L’avete osservata anche voi Alistair…è assente, sembra nascondere una grande sofferenza…provate a parlarle. Con voi si confiderà di certo. –
-    Cosa ve lo fa pensare? –
-    Il fatto che ogni volta che prende una decisione vi osserva, come se foste il suo punto di riferimento…sono sicura che tiene molto a voi…e sono sicura che la cosa sia ricambiata… o mi sbaglio? –
-    Non sono così bravo con le parole…e come fate a dirlo?!...si, insomma…non mi conoscete neanche! –
-    Alistair, ho visto come la guardate… come dovrei interpretare la dolcezza del vostro sguardo quando incrociate i suoi occhi? –
-    Semplice affetto per un’amica, per una compagna d’armi?...per lo spirito del Creatore! Dove volete arrivare con questo discorso? –
-    Esattamente dove mi avete portato voi… affetto, certo, ma forse c’è dell’altro.. –
-    Come potete dire questo?... non la conosco che da pochi giorni, non vi sembra un po’ poco per dirsi già innamorati? –
-    Per prima cosa ho parlato di affetto…il discorso sull’amore l’avete tirato fuori voi. Secondo.. beh…io credo nell’amore a prima vista. –
-    … -


Ero seduta accanto al fuoco, risvegliatami da un incubo in cui vedevo un enorme gola infuocata sorvolata da un enorme drago nero.
-    Avete avuto un incubo, vero? –
-    Si, Alistair…ma ora è tutto a posto…non dovete preoccuparvi per me –
-    Invece mi preoccupo! Siete fredda, distaccata… cosa vi sta succedendo?...cosa ti sta succedendo Esther? –
-    Ti sei finalmente deciso a darmi del tu?... soffro Alistair, proprio come stai soffrendo tu…ma ognuno affronta il dolore in maniera diversa… -
-    Non vuoi parlarne? –
-    No…non ancora…ma sono sicura che, invece, tu potresti sfogarti… siedi qui –
-    E perché dovrei? Perché dovrei parlare con una persona che non si fida di me? –
-    Io mi fido di voi, Alistair…ma non posso fidarmi di me stessa…non sono ancora pronta ad aprirmi…con nessuno…ho bisogno di tempo e se siete un vero amico aspetterete. Vi giuro che quando sarò sicura sarò io a cercarvi, non temete –
-    (sedendosi) Vorrei che le cose fossero andate diversamente, forse se fossi stato con lui…-
-    Avreste fatto la stessa brutta fine…ed ora mi ritroverei da sola, senza nessuno e senza sapere cosa fare… -
-    Siete forte…ve la sapreste cavare –
-    Questo dimostra che conoscete ben poco di me…-
-    … vorrei, se ci verrà concesso, trovare il modo di onorare Duncan come merita…magari andando ad Altura Perenne, dove era nato.. –
-    È un bel pensiero…lui doveva essere molto fiero ed orgoglioso di avere un amico come voi…-
-    Dite che vi conosco poco? –
-    (gli sorrido).. beh…avremo tutto il tempo per conoscerci, no? –

E così dicendo mi avviai verso la mia tenda…prima di entrare mi voltai verso il fuoco dove il mio amico era ancora seduto: lui alzò lo sguardo verso di me e mi sorrise. Ricambiai il sorriso e gli detti la buonanotte.





Finalmente ho finito questo capitolo!!!! È stato piuttosto lungo perché volevo soffermarmi su un dettaglio che avevo introdotto nel secondo capitolo: il primo incontro tra Alistair ed il mio personaggio. Volevo ringraziare tutti quelli che leggono questa storia e ringraziare Shainareth per i suoi ottimi consigli! E, rispondendo alla sua precedente recensione: l’utilizzo del “tu” e del “voi” in Alistair e nel mio personaggio è voluto. In questo modo cerco di far emergere questo continuo avvicinamento tra i due.
   
 
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