5. Guiding Light - Luce Guida
Si perdeva Arthur, si perdeva tra le pieghe del suo vestito - i lineamenti
freddi del volto, piegati in una smorfia, come una pietra bianca scalfita dal
tempo.
Le accarezzava le cosce – nivee, lisce, perfette nel loro tremolare indistinto,
in quella notte di passione – fino ad entrarle dentro, prima con le mani poi con
tutto se stesso, lasciando dietro solo il ricordo di un piacere così forte da
annullare qualsiasi sentimentalismo patetico.
Non c’era amore, nei loro incontri: fuggivano dai vizi del cuore per paura di
perdervisi e non ritrovare la strada.
Senza bussare, Arthur entrava nella sua stanza, di soppiatto, come un ladro,
pronto a rubarle ciò che aveva di più prezioso. Ogni notte era la prima notte,
ed era questo il bello della loro relazione: lui scivolava, silenzioso, tra le
coperte, lei gli permetteva di cadere, di farsi male ma soprattutto di farle
male.
Perché se c’è qualcosa di più doloroso di amare qualcuno è non amarlo.
Alla fine, dopo aver raccolto i cocci del loro segreto, Arthur si alzava e, così
com’era venuto, scivolava via, questa volta lontano, accompagnato dal silenzio
della notte, avvolto dal buio dei propri sentimenti.
Morgana, invece, rimaneva piegata a piangere lacrime che avevano il suo sapore –
quello di una vita vissuta ad attimi di tempo, un lungo processo privo di ogni
logica che la portava, ogni notte, ad aprirsi completamente a quell’uomo che
pensava di non amare.
Soffriva, in silenzio, mentre si avvolgeva ancora di più tra le coperte, come se
queste potessero cancellare tutto – anche lui non l’amava. Arthur. Non l’aveva
mai amata.
Avrebbe voluto farlo, Morgana. Avrebbe voluto farlo, davvero. Annullare tutto,
annullare tutto dietro il calore indistinto delle braccia del tempo.
And touch like strangers detached
tocchi come gli stranieri,
sei distaccato
Le accarezzava le cosce – nivee, lisce, perfette nel loro tremolare indistinto,
in quella notte di passione – fino ad entrarle dentro, prima con le mani poi con
tutto se stesso, lasciando dietro il ricordo di un piacere così forte da
annullare qualsiasi sentimentalismo patetico.
Ogni notte era la prima notte. E Morgana, oramai, aveva perso il conto delle
volte che non lo aveva amato.
Dopo l’amplesso, Morgana e Arthur, ogni volta, raccoglievano i cocci del loro
segreto. Arthur scivolava, silenzioso, tra le coperte, frantumando, così, lo
scudo dell’apparenza che li difendeva da occhi e commenti indiscreti – parole
taglienti come lame, sguardi che toglievano il respiro.
I vestiti, lentamente, scivolavano via dai corpi, per permettere ai due amanti
di non amarsi meglio, nudi, avvolti solo dal desiderio che, con una lentezza
esasperante, li divorava.
Dopo l’amplesso, Arthur e Morgana, ogni volta, raccoglievano i propri vestiti e
se li infilavano di nuovo, sigillando così, nei loro corpi, il segreto che
gelosamente custodivano.
Non si guardavano né si parlavano, era tutta una questione di corpi, di nudità,
di amore consumato con le mani e con le membra. Tutte le membra, fino ad essere
colmi l’uno dell’altro, fino a scoppiare in ultimo, sommesso, respiro.
Poi tutto ricominciava da capo, un eterno attimo che durava nel tempo: lui
scivolava, silenzioso, tra le coperte, lei gli permetteva di cadere, di farsi
male ma soprattutto di farle male.
Perché se c’è qualcosa di più doloroso di amare qualcuno è non amarlo.
E Morgana, oramai, aveva perso il conto delle volte che non lo aveva amato.
I can feel you anymore
non riesco più a sentirti
Le accarezzava le cosce – nivee, lisce, perfette nel loro tremolare indistinto, in quella notte di passione – fino ad entrarle dentro, prima con le mani poi con tutto se stesso, lasciando dietro il ricordo di un piacere così forte da annullare qualsiasi sentimentalismo patetico.
Ogni notte era la prima notte. E Morgana, oramai, aveva perso il conto delle volte che non lo aveva amato.
… un ultimo, sommesso, respiro. Poi tutto ricominciava da capo: un eterno attimo che durava nel tempo.
Arthur, silenzioso, scivolava tra le coperte, lei lo accoglieva, ogni notte, senza pronunciare una parola, eppure avrebbe davvero voluto farlo, Morgana. Avrebbe voluto spegnersi insieme a lui, gettare acqua sul fuoco di quella passione che la divorava e diventare cenere, solo per disperdersi nell’aria e annullarsi, completamente.
Piegata, sentiva le ferite del silenzio sulla pelle, ma continuava imperterrita a concedersi alle braccia e al corpo di quell’uomo che credeva di non amare.
Sono forte, stupidamente pensava. Sono forte, stupidamente si ripeteva, mentre il suo corpo si piegava, un’ultima volta, per poi riprendere tutto da capo.
Ogni notte era la prima notte: non esisteva un antefatto né ci sarebbe stata una seconda scena, una terza, una quarta. I vestiti che la sera indossavano, il giorno dopo, venivano epurati da quel loro segreto, che si disperdeva tra le mani callose delle serve di corte, in un insignificante rivolo d’acqua; da lì, poi, trascinato, all’infinito, tra le pieghe rassicuranti di un ruscello che diventava fiume, poi mare – poi, infine, tempo.
Morgana, piegata, ferita dal silenzio, ma sempre stretta tra gambe dell’uomo che non amava, avrebbe voluto perdersi, nel ruscello, nel fiume e, poi, infine, nel mare. Sperava che le mani callose delle serve di corte potessero cancellare i segni di quella passione che, ogni notte come se fosse la prima, la divorava. Per questo, la mattina dopo l’amplesso, Morgana consegnava i suoi vestiti a Gwen per farli lavare e si infilava in una vasca che, a lungo andare, prendeva il sapore delle sue lacrime silenziose - di quelle che non si mostrano al mondo, ma ci sono. E fanno male. Davvero male, anche se non lo si dice.
Nelle mie mani, si sgretolano
Le accarezzava le cosce – nivee, lisce, perfette nel loro tremolare indistinto, in quella notte di passione – fino ad entrarle dentro, prima con le mani poi con tutto se stesso, lasciando dietro il ricordo di un piacere così forte da annullare qualsiasi sentimentalismo patetico.
Ogni notte era la prima notte. E Morgana, oramai, aveva perso il conto delle volte che non lo aveva amato.
Arthur, silenzioso, scivolava tra le coperte e lei non aveva più incubi. Non gridava, ma continuava a piangere e a desiderare di perdersi e annullarsi, ma solo per rinascere e riscoprire se stessa nel ruscello, nel fiume e, poi, infine, nel mare.
Aveva smesso di avere incubi da quando Morgause le aveva regalato quel bracciale particolare, lo stesso che, ogni notte, Arthur le sfilava dal polso perché dovevano essere solo loro due, nudi, tra le coperte – lo stesso che poi, lei, di nascosto, rimetteva, prima di addormentarsi.
Mourgause le aveva regalato quel bracciale, lei lo aveva rifiutato. Quella notte, proprio quella, Arthur era scivolato tra le sue coperte, forse guidato dalla paura della morte - che, quel pomeriggio, lo aveva quasi trafitto.
Lei aveva smesso di avere gli incubi.
Quella notte, Morgana aveva smesso di avere gli incubi, si era concessa ad Arthur e Morgause le aveva donato un bracciale speciale, che recava uno stemma che le ricordava il silenzio della sua infanzia. Quella notte era iniziato tutto, quella notte era stata la prima vera notte - e non tutte le altre.
Morgana si era rialzata. Aveva smesso di piangere.
[io sono persa]
Le accarezzava le cosce – nivee, lisce, perfette nel loro tremolare indistinto, in quella notte di passione – fino ad entrarle dentro, prima con le mani poi con tutto se stesso, lasciando dietro il ricordo di un piacere così forte da annullare qualsiasi sentimentalismo patetico.
Ogni notte era la prima notte. E Morgana, oramai, aveva perso il conto delle volte che non lo aveva amato.
Ma avrebbe smesso di contarle, le notti che non lo aveva amato. Avrebbe smesso.
Quella notte sarebbe stata l’ultima, davvero.
Le accarezzava le cosce – nivee, lisce, perfette nel loro tremolare indistinto, in quella notte di passione – fino ad entrarle dentro, prima con le mani poi con tutto se stesso, lasciando dietro il ricordo di un piacere così forte da annullare qualsiasi sentimentalismo patetico.
…l’ultima.
Le accarezzava le cosce – nivee, lisce, perfette nel loro tremolare indistinto, in quella notte di passione – fino ad entrarle dentro, prima con le mani poi con tutto se stesso, lasciando dietro il ricordo di un piacere così forte da annullare qualsiasi sentimentalismo patetico.
…tima.
Le accarezzava le cosce – nivee, lisce, perfette nel loro tremolare indistinto, in quella notte di passione – fino ad entrarle dentro, prima con le mani poi con tutto se stesso, lasciando dietro il ricordo di un piacere così forte da annullare qualsiasi sentimentalismo patetico.
…ma.
Le accarezzava le cosce – nivee, lisce, perfette nel loro tremolare indistinto, in quella notte di passione – fino ad entrarle dentro, prima con le mani poi con tutto se stesso, lasciando dietro il ricordo di un piacere così forte da annullare qualsiasi sentimentalismo patetico.
Ogni notte continuava a rimanere la prima notte. E Morgana, oramai, aveva perso il conto delle volte che non lo aveva amato.
N/A
Sono tornato presto, con questa nuova storia. Tutte parole frutto di
un’ispirazione malata, in un giorno di pioggia e con la febbre alta.
Non sono soddisfattissimo del risultato. Morgana è vista sotto un aspetto
particolare, per questo ho inserito “dark”. Sono sicuro che non sia
all’altezza della precedente, di cui – perdonatemi – me ne sono completamente
innamorato. Certo è meno importante, più leggera nella tematica trattata. Ma
lascio a voi, comunque, l’ardua sentenza.
Saluti,
Lupus
L’autore ai recensori:
Come al solito, il mio cuore si riempie di gioia nel leggere le parole che, ogni
volta, mi dedicate. Davvero, è importante, per crescere – ma oramai l’avrò
ripetuto un miliardo di volte.
Sappiate, comunque, che vi amo, tutti, indistintamente. A voi, oggi, voglio
dedicare questa storia, perché con le vostre parole, con i vostri consigli,
illuminate le mie giornate.
Grazie, di cuore.
@GiulyB: ”il resto del mondo è sparito”. Penso sia uno dei complimenti
più belli che abbia mai ricevuto, di quelli che ti smuovono dentro, che portano
un sorriso.
Ti ringrazio, ti ringrazio davvero per il tempo che hai perso, lontana dal
mondo, per commentare il capitolo precedente. Il dolore… era proprio quello il
fulcro della storia, il dolore della guerra che rende gli uomini vittime, tutti,
indistintamente, vincitori e vinti: una carneficina della dignità umana. Mi fa
piacere che tu sei riuscita a cogliere le sfumature – il tuo cervello è molto
meno ristretto di quanto dici, credimi! ;)
Per il resto, non posso che ringraziarti, per l’ennesima volta. Le tue parole
sono state di conforto! ;)
@Ryta Holmes: due commenti, diversi, eppure molto belli. Grazie anche a te per
ciò che hai detto. Descrivere una guerra non è stata, almeno per me, un’impresa
facile. Le parole, confuse come confuso è il campo di battaglia, si mescolavano
tra loro, senza che potessi farci nulla. Ho temuto di essere eccessivo, in
alcuni punti. Di perdere il filo del discorso, ingarbugliare il bandolo di una
matassa già difficile da disfare. Ma sono contento che ti sia piaciuta, che ti
abbia colpito. Il rapporto tra Arthur e Merlin è proprio così, come dici tu: un
caleidoscopio, una visione colorata di infinite sfaccettature. Amore, odio,
amicizia, rispetto, paura anche, coraggio. Come se tutti i sentimenti del mondo
si riversassero su loro due, per risolversi in un legame che ha
dell’incredibile.
@ChelseaH: Grazie. Grazie un milione di volte, e più, anche a te. Mentre scrivo,
traggo ispirazione dalla musica, quella che ovviamente dà titolo al racconto, e
sono contento di essere riuscito ad imprimerla tra le parole del testo – almeno
un pochettino, fosse anche un’eco lontana che si perde nel nulla.
Spero che ti possa piacere anche questa. Spero di averti trasmesso emozioni.
@Cassandra: Ti sono grato per i complimenti e per gli aggettivi usati per
definire il racconto, il mio stile. Davvero, mi è d’aiuto il vostro sostegno, la
vostra opinione!
@Mindyxx: Sono contento ti sia piaciuta e grazie del commento. Le parole che hai
utilizzato per descrivere la guerra sono azzeccatissime, ed è proprio il
messaggio che ho voluto inscrivere nel mio testo. ;)
@Elyxyz: Ritardo perdonato, ma solo perché la tua recensione mi ha fatto
emozionare! Scherzo, ti avrei perdonata lo stesso! ;)
Ti ho già ringraziato per e-mail, ma voglio farlo anche qua, in questo spazio.
Riconosco pure io che lo stile è più “abbordabile” e spero di averlo mantenuto
tale anche in questo terzo capitolo. Come spero, in fondo, che ti piaccia. ;)
Grazie di nuovo per la recensione, di cuore. <3
Ringraziamenti generali:
- Ad Erika – leggendo la news di oggi, riguardante i risultati raggiunti dal
sito -, perché mi permette di confrontarmi con autori che stimo e apprezzo.
- Ad Alessandro Baricco, perché le sue storie, il suo stile, per me, sono
continua fonte di ispirazione.
- Alla BBC, o chi per loro, che ha dato vita a questo meraviglioso telefilm e ai
personaggi che ho mosso all’interno di questo racconto.
- A mia madre che mi ha trasmesso, fin da piccolo, l’amore per la lettura.
Grazie, mamma, te lo dico sottovoce, in modo che tu non possa sentirmi.