Libri > Twilight
Segui la storia  |       
Autore: Pleasance Carroll    20/05/2010    1 recensioni
ciao a tutti!questa è la 2 storia che scrivo su Twilight abbiate pietà di me non sono molto brava...comunque mi è venuta in mente rileggendo BD...Didyme,la moglie di Marcus,mentre è a caccia trova una bambina che decide di chiamare Erice,in onore del luogo dove si è cibata dei suoi genitori,ed in effetti,portata agli anziani è questo il destino che decidono anche per lei una volta cresciuta ma... possibile che un'umana possa diventare "discendente"dei Volturi?leggete e fatemi sapere!a proposito mi dispiace per il rating,non sono molto pratica ma spero di avrci azzeccato...
Genere: Romantico, Drammatico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Sorpresa, Volturi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo II

Verdetto

 

Didyme sbuffò infastidita. Sarebbe voluta giungere a Volterra via mare, ma non era certa che la bambina sarebbe sopravvissuta a lungo sott’acqua.

Di certo un’immersione le avrebbe fatto impiegare meno tempo, ma- si disse, mentre si sistemava il cappuccio sui capelli e nascondeva la neonata sotto il proprio mantello- anche la corsa, per quanto dispendiosa potesse essere, aveva i suoi vantaggi: le dava forza, la faceva sentire invincibile e, inoltre, le venne quasi da ridere nel momento in cui scorse le labbra della bambina che era al suo fianco, tese in un sorriso sincero, con tanto di fossette. Comprese che la velocità divertiva persino quel cucciolo d’uomo.

La vampira si muoveva come se volasse sul terreno, i suoi piedi non sembravano toccare terra; lei e la bambina erano accoccolate nell’aria gelida, che man mano si faceva più calda, per accogliere il mattino.

Attorno a loro, alberi, monti e pianure guizzavano veloci, simili ad un’enorme distesa di colori, armoniosi ed ammalianti, che sembravano volersi inchinare al loro passaggio.

Pian piano, le pianure si inginocchiarono, prendendo la forma di dolci colline. L’acuto sguardo di Didyme si posò su una di esse, - nonostante fosse ancora distante- più ripida delle altre, sulla quale troneggiava una corona di mura orlate, circondate da torri che, accarezzate dai tenui colori dell’alba, sembravano risplendere di una sfumatura opale.

Volterra aveva sempre avuto quell’aspetto maestoso, che suscitava reverenziale timore in chiunque vi entrasse, ma per lei non era mai stato così: Didyme viveva lì da tempo immemorabile, assieme a suo fratello Aro, e l’aveva vista nascere, oscurarsi a causa delle nebbie del tempo e risorgere durante il Rinascimento. Quello era stato un periodo da cui aveva appreso l’amore per l’Arte e per la Bellezza, ma, soprattutto durante il quale aveva scoperto lo sconfinato, magnifico e reale sentimento che Marcus, il suo compagno, provava per lei.

Infatti, sin da quando Aro l’aveva trasformata, Didyme aveva compreso di possedere un’abilità non comune: era sempre circondata da vampiri che l’adoravano, prostrandosi con fare venerante ai suoi piedi, ma Marcus…che era sempre apparso immune al suo “potere”, infine era stato l’unico che l’aveva davvero amata e le aveva dichiarato la sua passione, pura, reale, quasi tangibile in quella fredda mattina romena rinascimentale.

Volterra aveva sempre rappresentato questo per lei: un’alleata antica quanto lei, all’interno della quale nascondersi dalla luce del sole, o avere la possibilità di stringere tra le braccia il suo amato Marcus.

Quando il viso del suo compagno le apparve dinnanzi agli occhi, la vampira sorrise beatamente, dimenticandosi di ogni altra cosa…all’improvviso poi, riconobbe le strade ciottolose della città sotto i propri piedi, ed a stento ricordò di essere passata per Porta Diana, sul lato nord di Volterra, dopo aver mostrato alla bambina la necropoli ellenistica poco distante, dicendole:

-         presto anche tu avrai l’onore di riposare qui…-

 

ormai- si disse- era vicina e lo avrebbe riabbracciato…

non udiva alcun rumore attorno a sé, se non lo scroscio delicato dell’acqua proveniente dalla fontana in Piazza dei Priori ed il canto degli uccelli che dovevano aver nidificato tra le chiome profumate degli alberi, tutt’attorno.

Compiaciuta, Didyme realizzò che la città era completamente deserta così, senza pensare, si infilò in uno dei vicoli bui senza uscita che attorniavano i palazzi color ocra e, ormai al riparo dal sole- che stava sorgendo proprio allora- si tolse il cappuccio, potendo finalmente respirare l’aria carica di profumi, mentre i capelli le si raccoglievano fluenti sulle spalle.

Riconobbe immediatamente la grata dalle sbarre enormi che spesso la Guardia utilizzava per portare delle prede già stordite, all’interno del Palazzo dei Priori, e decise di servirsene. Dopo averla sollevata senza troppi problemi dal muro, la richiuse e si lasciò scivolare nel buio, chiaro come il giorno ai suoi occhi, per ritrovarsi poi nei sotterranei…

Oltrepassò con sicurezza un lungo corridoio, illuminato a chiazze e popolato da lunghe ombre a causa delle crepitanti fiaccole appese ai muri umidi, che sembravano volerla abbracciare.

Poi, Didyme prese tra le braccia la neonata, sussurrando:

-         vedi, piccola Erice? Quelle sono le celle dove vengono torturati tutti quei vampiri che sono incerti se unirsi a noi Volturi, o meno. Sono stata io a richiederne la costruzione…- la vampira puntò un dito affusolato verso quell’ammasso di sbarre e pavimenti muffiti, che erano “le Prigioni” e per un secondo, lo sgocciolio regolare dell’acqua che risuonava in lontananza, cessò.

Erice sorrise affascinata e Didyme le fece eco, muovendo la testa con grazia mentre rideva.

Per un attimo, sfiorati dalla luce delle fiaccole a cui si stava avvicinando, i capelli della vampira risplendettero come una notte stellata, carezzati da sfumature blu. Infine, Didyme fece un ultimo passo: sollevò appena una delle fiaccole che aveva davanti, e la rimise a posto.

A quel gesto, una sezione dello spesso muro, si aprì cigolando, per lasciarla passare.

Ad occhi chiusi, la vampira percorse quello stretto tunnel e d’un tratto, mentre correva, sentì sentì il muro richiudersi con pesantezza alle sue spalle.

La bambina strinse in una delle sue manine grassocce, una delle dita pallide di Didyme e rise, emettendo una specie di singulto, e lei la fissò perplessa. Cos’aveva, quella piccoletta, da gioire tanto?

La strinse a sé. Assicurandosi, mentre sbuffava, che quell’esuberante neonata non facesse alcun rumore.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ANGOLO AUTRICE

Ciao a tutti! Dopo una vita e mezza ho deciso di riprendere questa storia, perché credo mi stia tornando l’ispirazione. Dunque, questo secondo capitolo ho dovuto ripostarlo, perché non mi piaceva come avevo scritto l’altro, e così ci ho aggiunto qualche particolare di Volterra( ma io non ci sono mai stata, tutto merito di wikipedia)spero vi piaccia

Fatemi sapere cosa ne pensate

Un baciotto

Marty23

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: Pleasance Carroll