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Autore: Saju    25/05/2010    3 recensioni
"Voglio vedere la Ino di una volta…Stasera voglio farti vedere quello che ti sei persa in questi anni!" "Tu sei pazzo..."
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Ino Yamanaka, Kiba Inuzuka
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Due anni dopo…

Nel quartiere di Ginza, accanto a un insolito bar, una ragazza dai lunghi capelli biondi aspettava trepidante in piedi, con la schiena appoggiata al muro, qualcuno.

La sua borsetta griffata dondolava avanti e indietro e ogni due per tre, Ino, controllava che la lancetta dei minuti del suo orologio segnasse le quattordici.

Attese parecchio tempo prima di scorgere una macchina blu nel parcheggio di fronte, di fianco alla sua cinquecento rossa.

Un ragazzo moro con dei tatuaggi sulle guancie chiuse in fretta l’auto e corse verso di lei.

- Sei in ritardo…-

- Scusa amore! Quel bastardo del mio capo mi ha tenuto in ufficio fino alle due! –

- Vedi di farti perdonare, offrendomi da bere! –

I due sorrisero. Erano passati due anni da quando Ino mise piede, metaforicamente, in quel bar.

A quel tempo non sapeva ancora reggersi sulle proprie gambe, ma ora alcune cose erano cambiate.

Dopo un anno di cure intensive, finalmente, un giorno quasi per caso, il suo pollice destro si mosse. Fece uno scatto veloce, ma fu l’inizio di quella speranza che ormai l’aveva abbandonata da tempo. Quel giorno fu il giorno più bello della sua vita.

 

Un anno prima…quel giorno

- Mamma, guarda qui…Guarda le ultime lastre, non noti un certo movimento di questo osso? -

- Fammi controllare…-

Una donna alta, snella, con indosso un camice bianco e dai capelli rossi, raccolti in una crocchia, fissava con occhi semichiusi una lastra, alla luce della lampada al neon in una sala d’ospedale.

Accanto a sé, suo figlio, Kiba, sperava in qualcosa di positivo da quel foglio appartenente alla sua ragazza.

- Kiba, rifai la risonanza a Ino e…preparami gli esami A  e B…-

- I risultati sono arrivati solo settimana scorsa, cosa può cambiare in una settimana? –

- Falli e basta, io torno da lei –

- Va bene, mamma –

La donna uscì dalla stanza, salì al terzo piano dell’edificio ed entro nella camera 109.

- Ciao Ino, come ti senti oggi? -

- Buongiorno signora Inuzuka, sono un po’ intontita…-

- É normale, mia cara…Ti abbiamo prelevato un bel po’ di sangue – le sorrise – Oggi pomeriggio tocca a Kiba seguirti negli esercizi, te la senti? –

- Ma sì, tanto uno vale l’altro…- replicò in tono quasi sussurrato la ragazza.

- Ino, se non ci credi tu, è inutile continuare. Io posso farti tutti gli esami che vuoi, Kiba può farti fare mille esercizi, ma se non sei tu la prima a metterci del tuo, il nostro lavoro è futile! –

- Lo so! Tuo figlio me lo ripete in continuazione, ma io proprio non ci riesco! Non ci riesco ad avere speranza! Ogni giorno sono lì, con quell’attrezzo che mi fa piegare le gambe e io non sento nulla e mi sembra solo di farvi perdere tempo…Sono mesi che abbiamo iniziato questa nuova cura e io non vedo il minimo risultato! Sono stanca, non ce la faccio più! –

- Se questa è la tua opinione, allora sì, Ino, ci ha fatto solo perdere del gran tempo –

Gli occhi della donna fissavano quelli lucidi della ragazza.

- Ino io ci credo, Kiba ci crede anche fin troppo, tuo padre ci crede, Tsunade ci crede…e tu? Tu ci credi? -

- Io…non lo so…- i suoi occhi si riempirono di lacrime.

Kiba apparve alla porta, entrò nella stanza: - Allora te lo dico io, tu ci devi credere Ino! Perché ti ho fatto una promessa, ricordi? Non intendo rimangiarmela! – poi, appoggiò una mano sulla spalla della madre per far si che li lasciasse soli. La madre capì e sorridendo, tornò in corridoio.

Si sedette accanto alla ragazza in lacrime e la strinse a sé.

- Ino, tu ci devi credere, non devi mollare, hai capito? -

- Io ho paura, Kiba! – disse quasi gridandolo tra i singhiozzi – Ho paura di tornare a camminare come ho paura che non cambi nulla dopo questo periodo! Io sono terrorizzata, Kiba! –

- Lo so, amore…Lo so…-.

Kiba coccolò la sua ragazza per tutta la mattina, fino a quando non la vide addormentarsi tranquilla.

Dopo un pranzo veloce, venne il tempo della fisioterapia.

Ino quel pomeriggio non ne aveva voglia, era ancora molto turbata, ma Kiba la convinse a darsi l’ennesima chance.

- Ino, non ci siamo, riprova, forza…grinta! –

La ragazza sbuffò e sforzandosi, per l’ennesima volta, tentò di muovere qualcosa dalla vita in giù, invano.

- Niente, Kiba, niente di niente! Io ci rinuncio! …Hic! -

- Ino! –

- Cosa? Hic, hic…Cavolo ho il singhiozzo…-

- Ino, non hai capito! Poco fa ti si è mosso il pollice! –

- Cosa?! –

- Concentrati, forza, prova!  Prova a muovere il piede destro! –

- Kiba, ma sarà stato per via del singhiozzo…Vedi, ora non si è mosso…-

- Chissenefrega del singhiozzo, prova a muoverlo tu! Credici, diamine! –

- Kiba, io…-

- Ino, voglio mantenere la promessa, ma per farlo ho bisogno del tuoi aiuto…Per favore…-

Kiba prese Ino tra le braccia e la baciò con passione.

Improvvisamente il ricordo di quella promessa si fece più vivo nella mente della ragazza. Si staccò dolcemente dal ragazzo e con tutte le sue forze e con tutto il suo credo cercò di muovere le dita, ma non successe nulla. Riprovò e riprovò ancora.

- Dai, va bene così Ino, riproviamo domani…-

- Aspetta…-

Un’ultima volta, la volta buona. Ino non riuscì a crederci. Il suo pollice si era mosso. Lo sentì muoversi e lo vide muoversi. Era senza parole. Kiba la guardava con occhi lucidi e subito prese a baciarla.

- Ce l’hai fatta Ino! Ce l’hai fatta! -

Lei era in uno stato catatonico, ancora non del tutto cosciente di ciò che era appena successo. Rise, sì, Ino cominciò a ridere e non la finiva più. Kiba la guardava con occhi a punto di domanda, ma presto fu contagiato da quella risata che probabilmente non aveva mai sentito così viva. Ino aveva una risata cristallina, quasi elfica, contagiosa. Sentiva di avere una nuova linfa vitale scorrere nelle vene, non poteva crederci ancora. Non era felice, non poteva essere quella felicità, era qualcosa di più, per forza.

Da quel giorno, si susseguirono altri giorni felici e contagiati dalle risa di Ino: il giorno in cui riuscì a muovere tutte le dita dei piedi, quello in cui piegò le ginocchia, quello in cui riuscì a stare in piedi senza bastone fino al giorno in cui fece il primo passo. Ma fu quel giorno, in cui mosse il pollice, che sentì una nuova vita. Quello fu l’inizio, solo l’inizio della sua vita rinata.

 

 

Nel bar c’era una calda atmosfera di inizio estate. La scuola era appena finita, si avvicinavano le tanto attese vacanze con le romantiche sere da passare in compagnia delle persone più importanti.

Ino sapeva bene con chi avrebbe trascorso l’estate: con la sua famiglia, con i suoi amici e il suo ragazzo. Loro erano le persone più importanti adesso.

- Ino! Oddio, sono nel panico più totale! Tra tre giorni partiamo e non so assolutamente cosa portare! Hai già fatto la valigia? -

- Sakura, lasciamo stare…Ho avuto talmente tante cose da fare che non ho nemmeno scelto che valigia portare! –

- Ma ragazze, una borsa, due magliette, un pantalone e infradito! Che altro potrà mai servire in Jamaica? – s’intromise con fare saccente Kiba.

- Si vede che non capisci nulla di donne…- commentò Ten-Ten.

- Kiba le donne hanno certe esigenze, insomma: la ceretta, le varie creme, il vestitino per il giorno e quello per la sera, le scarpe da abbinare, le borse da abbinare, le cinture da abbinare…-

- Naruto, tu sì che sei un vero uomo! – rise Temari.

Shikamaru si trattenne dal ridere, seguito da Neji, Rock Lee e gli altri maschi, mentre Hinata si fece piccola piccola dalla vergogna.

Ino osservava quella scena con un filo di nostalgia, ripensò a com’erano cambiate le cose in quegli anni.

Finalmente era riuscita a ritrovare tutta la vitalità che le apparteneva, la vecchia Ino era tornata e in una versione migliore.

Aveva abbandonato l’ossessione per lo shopping, più o meno, in favore del piacere del decoupage e della pittura. Nel tempo libero andava ad aiutare la madre di Kiba in ospedale, per raccontare la sua esperienza, dare consigli e sostenere chi, come lei qualche tempo prima, non aveva più la forza di combattere e di sperare che quel giorno arrivasse.

Si sentiva cambiata, la sua vita era diventata semplicemente fantastica ed era attorniata da persone meravigliose. Non aveva altro da chiedere, aveva finalmente trovato il suo equilibro, era in un perenne stato di serenità e sperava con tutte le forze che quello stato non l’abbandonasse mai.

- Ragazzi noi andiamo…-

- Ci vediamo domani! –

Kiba e Ino si congedarono e salirono in macchina. Quella mattina Kiba aveva detto di avere una sorpresa per lei, ma ancora Ino non aveva proprio idea di cosa si trattasse.

- Dove stiamo andando? -

- Sorpresa –

- E dai, dimmelo! –

- Tra…circa qualche ora! – rise.

Giunsero alla destinazione. Ino conosceva quel posto perché era solita andarci quand’era piccola.

Davanti a lei c’era l’oceano, in tutto il suo splendore. La spiaggia dorata, qualche conchiglia sparsa e il sole all’orizzonte.

- Oh mio dio, Kiba! Erano anni che non venivo qui! -

- Vieni…-

Kiba fece scendere dalla macchina Ino, aprendole la portiera e porgendoli la mano. La condusse fino alla riva, le fece togliere i sandali e insieme cominciarono a camminare mano nella mano nell’acqua.

Da quando era tornata a camminare Ino non aveva ancora riprovato la sensazione di camminare sulla sabbia bagnata. Si fermò un istante per trarre un profondo respiro, quasi a voler sentire scorrere il suo sangue per tutto il corpo. Provava un’emozione indescrivibile.

- Grazie, Kiba…-

Ino saltò in braccio al suo ragazzo e lo strinse forte a sé.

- Facciamo una corsa fino agli scogli? -

Ino sorrise con occhi radiosi.

- Tanto non mi prendi! -

E corsero insieme, lungo quella spiaggia, in quell’acqua cristallina, sotto i raggi del sole che si specchiavano nell’oceano. Ino correva davanti a Kiba, voltandosi indietro di tanto in tanto per sorridere o fare una linguaccia al suo ragazzo. I suoi capelli si spettinavano al vento, il suo vestito svolazzava per la brezza marina, i suoi occhi brillavano e le sue gambe correvano, correvano spensierate su quella sabbia.

Ino rallentò il passo, prese la mano di Kiba e insieme aumentarono la velocità, puntando gli scogli che sorgevano a est della baia.

- Stiamo correndo insieme, Kiba? – domando sorridendo la ragazza.

- Sì, Ino, stiamo correndo insieme…- rispose lui, mostrandogli il sorriso che le aveva rapito il cuore…due anni fa.

 

Eccoci qui. Mi scuso per aver potuto aggionare solo ora questo ultimo (piccolo) capitolo (barra epilogo XD), ma ho avuto davvero poco tempo a disposizione questa settimana (causa esami). Che dire, non sono del tutto entusiasta di questa storia, ma gli esami mi traviano le idee e per la fretta di aggiornare ho dovuto ridurre lo svolgimento della storia. Non amo lasciare fic incomplete per troppo tempo, da "scrittrice" e lettrice di fanfic amo leggere le storie tutte in una volta, gli sbalzi di tempo troppo lunghi mi fanno dimenticare tutto e mi tocca sempre rileggere dal primo capitolo XD . Spero che sia stata comunque di vostro gradimento, vi ringrazio di cuore per il sostegno e...alla prossima fanfic! Non perdetevela .......Saju! ;)...

  
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