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Autore: Kalie    27/05/2010    3 recensioni
[CIT]"Una vita senza di voi mi provocherebbe molto più dolore di quanto ne ho provato in questo periodo senza i miei genitori. non c'è assolutamente paragone. Credo che si tratti di dipendenza, ecco. non credo che vada bene ma... se è questa la felicità perchè fuggire via?" l'aveva detto senza pensarci, e si aspettava quasi dei volti spaventati. Eppure erano tutti e cinque là, a sorriderle: la pensavano esattamente come lei. Non c'era nessuno più importante di loro. Erano ognuno la forza dell'altro. [Fine CIT.]
Quando non si ha alternativa, non si può far altro che partire. E' quello che succede ai nostri protagonisti che, seppur a malincuore devono abbandonare la Terra alla ricerca dell'unica cosa che può salvare l'intera umanità, che come al solito è in pericolo. Fortunatamente l'amicizia tra Pan, Bra, Marron, Goten, Trunks e Uub è indissolubile. O no?
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Bra, Goten, Pan, Trunks | Coppie: Bra/Goten, Pan/Trunks
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Anche se è cresciuto, Peter Pan riesce ancora a volare.

Forse aveva sbagliato a lasciare casa Son, vista la vita che conduceva li dove l’unico dovere che aveva era quello di studentessa. La nonna le preparava sempre ottimi pranzetti e la mamma era una perfetta casalinga. Eppure le era sembrata un’urgente necessità quella di trasferirsi insieme a Bra e Marron in una casa poco distante dal complesso delle varie facoltà, di proprietà della famiglia Brief. Forse perché il legame tra le tre si era stretto ancora di più da quando avevano cominciato tutte e tre ad andare all’università, forse perché sentivano che era la cosa giusta. Forse perché cercavano un po’ di indipendenza. Certo che se non fosse stato per la biondina, sarebbero morte di fame.
Per gli altri la vita trascorreva normalmente, se non che ogni tanto i nostri tre ragazzi andavano a far visita alle coinquiline, tanto per passare un po’ di tempo a distrarsi chi dal lavoro e chi dagli studi. Il fatto che i sei lasciassero il resto del mondo al di fuori del loro gruppo preoccupava non poco i genitori di ognuno di loro, ma dopotutto, che gliene importava a loro? L’importante non è trovare la propria felicità?

Una mattina Pan si alzò di buon ora, molto strano per i suoi ritmi biologici; così strano che Marron quasi si strozzo con un pezzo di biscotto quando la vide entrare in cucina in pigiama mentre si stropicciava gli occhi. Con un paio di colpi di tosse riuscì a riprendersi in tempo per notare lo sguardo semi offeso della mora, che aveva intuito benissimo il motivo della sua reazione. Si sedette nel posto davanti a lei, già apparecchiato perfettamente: da quant’era che non beveva il caffè fatto da Marron ancora caldo di prima mattina? Sorrise al pensiero, perdonando all’istante l’amica per la sua reazione: aveva perfettamente ragione dopotutto.

“Buongiorno! Come mai così mattiniera stamattina, Pan?” la voce di Marron era sempre il miglior risveglio, la voce gentile e i modi pacati riuscivano a rilassarla.

“Mh… non lo so! Ho fatto un sogno strano. Almeno credo…” alzò lo sguardo sorseggiando il caffè, fissando contemporaneamente la ragazza davanti a lei con aria indecifrabile, ma decisa a non voler aggiungere altro “ottimo come sempre Marry. Che si fa oggi? Io ho la giornata libera!” le sorrise, sistemandosi meglio sulla sedia, e lanciando un’occhiata vaga alla posta.

“Mh… io ho un po’ da fare a dir la verità! Il professore mi ha chiesto di collaborare ad un suo lavoro, così pensavo di uscire di casa abbastanza presto. Bra invece sta ancora dormendo. Ma che succede oggi? Vi siete invertite i ruoli?” rise allegramente la bionda, guadagnandosi una risatina anche dall’addormentata Pan.

“Starà facendo il mio stesso sogno. Ma magari lei ha voglia di continuarlo!” un nuovo sorso di caffè e un morso ai favolosi biscotti di Marron “vorrà dire che me ne andrò per conto mio! Magari faccio un salto a trovare Goten!” il fatto che Pan non avesse minimamente nominato i genitori o la nonna non scompose minimamente Marron, probabilmente per via di quel loro legame che fa sembrare chiunque al di fuori di loro un semplice ornamento al confronto. Ovviamente senza sminuire l’affetto verso i propri parenti. Pan aveva smesso di chiamarlo Zio quando avevano cominciato ad uscire insieme, sentivano il legame di sangue, ma la distanza dettata da quella denominazione era troppo alta per descrivere ciò che realmente li univa.

“D’accordo! Mi raccomando non tardate! Ricordagli che siamo tutti a cena qui!” Marron le sorrise, prima di alzarsi e cominciare a lavare i piatti. Anche Pan si rimise in piedi, pronta per andare a cambiarsi. Eppure quella mattina l’aria era decisamente diversa; le lanciò un’occhiata incuriosita: come mai parlava così poco oggi? Meglio lasciar correre al momento, per non dover tirare fuori il discorso sogno.

“A dopo Marron… se esci prima di me passa a salutarmi!”


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Arrivare fino alla casa di sua nonna fu una vera passeggiata: in volo non ci mise più di cinque minuti. Il problema principale in effetti non era arrivare, quanto uscirne; sicuramente Chichi l’avrebbe trattenuta per fare due chiacchiere del tipo “ma il fidanzatino?” oppure “per trovarlo dovresti smettere di uscire con tuo Zio, è troppo geloso. E poi, se esci con altri ragazzi, penseranno che sei occupata”. Il fatto che a Pan non importasse granché al momento non riusciva proprio ad entrarle in testa. Senza contare che dire il termine ‘fidanzatino’ ad una ragazza di ormai ventidue anni era davvero ridicolo.
Quando la vide, corse comunque ad abbracciarla, e venne pervasa da una sensazione di malinconia mista a calore. Le sorrise davvero felice di vederla, e pronta a fare un paio di chiacchiere: come si fa a dire di no ad una come Chichi? Dopotutto era stata lei ad incastrare il grande Goku, e a farsi sposare: per quanto Goku possa essere forte, importante, leggendario e intraprendente, l’unica persona a cui non può dire di no è proprio quella piccola donna che non le è mai sembrata più fragile.

“Oh Pan! Come sono felice di vederti! Era un po’ che non mi venivi a trovare, eh? E dimmi un po’, ci sono novità?” eccola che ricominciava. Pan sospirò con aria quasi rassegnata, pronta ad entrare in casa per un dolce fatto in casa. Certo che niente era paragonabile alla vista dello zio che l’aspettava alla porta, con un sorriso stampato sul volto ed un bicchiere di succo in mano.


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Camminare per le strade della città piena di pacchi e buste, per quanto ne potesse dire chiunque, per Bra era un vero e proprio sport. Si teneva in perfetta forma, e aveva anche una discreta forza, anche se non minimamente paragonata a quella degli altri Saiyan. Camminava sicura di sé, su quel tacco 10, sotto lo sguardo invidioso di tutte le ragazze, e quello ammirato di qualsiasi membro del genere maschile. Uno sguardo ad una nuova vetrina e subito le veniva in mente “questo è perfetto per Marry!” oppure “se l’abbinassi al blu di quella sciarpa, starebbe un incanto su Ub!”. Stava anche per entrare in un negozio alla vista di una T-shirt dall’aria sbarazzina che sarebbe stata un tocco di classe sulla carnagione scura del ragazzo, se non fosse stato per l’incontro improvviso con quest’ultimo. Un sorriso largo si dipinse sul volto della turchese che gli sarebbe saltata al collo se solo non avesse avuto tutti quei pacchetti.

“Ehilà Bra! Vuoi una mano con tutta quella roba? Ma si può sapere dove la metti?” scosse la testa con aria affettuosa, afferrando la maggior parte dei pacchetti senza aspettare risposta dal moro.

“Ma non è tutta roba per me! Oggi ho fatto spese specialmente per Pan! È la sua stagione, decisamente!” esclamò con aria allegra, come se fosse assolutamente logica la sua affermazione; nonostante tutto, Ub la guardò come se avesse detto che era martedì e le sorrise. “ti va un gelato? Avevo voglia di mangiarlo almeno da quando sono entrata da Yumechi, ma mi era impossibile con tutti questi pacchi da sola!” gli sorrise tranquilla, già indirizzandosi verso il bar poco distante. Tanto sapeva che il ragazzo non le avrebbe detto mai di no.

“Pan e Marron dove sono? Non sono venute con te a fare shopping?” si sedette senza preoccuparsi del galateo, lui era fatto così del resto. Bra fece spallucce con aria orgogliosa.

“Non sempre riescono a tenere il mio passo, in effetti! Comunque Marron doveva lavorare ad un compito con un suo professore, e a quanto ho capito oggi Pan è uscita presto per andare da Goten. Oggi era decisamente mattiniera!” lo guardò con aria ancora sconvolta, sguardo che ricambiò anche Ub: era decisamente un fatto insolito. “Credo che presto arriverà la fine del mondo” la sua risata allegra e squillante si sparse per tutto il bar, immediatamente seguita da quella del ragazzo.


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Seduta al tavolo davanti al pc, scriveva velocemente senza guardare la tastiera; era talmente concentrata che neanche notava gli sguardi del giovane professore al suo fianco, che ogni tanto le si avvicinava per controllare l’operato e per correggere in caso di qualche raro errore. Marron invece, se lanciava qualche sguardo intorno a sé, li lanciava alla finestra, vogliosa di uscire sotto quel sole splendente, a giocare con gli amici e a sognare l’ormai vicinissima estate. Al momento però, non poteva concedersi distrazioni; forse perché il professore era proprio vicino a lei, al tavolo della biblioteca deserta, e sembrava guardarla con aria seria. Si ritrovò a pensare che, se davvero faceva così schifo il suo lavoro, poteva almeno dirglielo prima che finisse! Cercò di decifrare il suo sguardo lanciandogli un breve sorriso tranquillo, celando il nervosismo dovuto alla tensione del silenzio obbligato e allo sguardo fisso dell’uomo. Aveva sempre avuto problemi a stare a stretto contatto con gli altri, specialmente se non aveva la possibilità di parlare liberamente. Un lungo sospiro: era decisamente una giornata strana quella.

“Pensa che stia venendo bene, Professore? Sto dimenticando qualcosa?” poggiò le mani sulle gambe, spostando lo sguardo sull’uomo con aria incuriosita e decisamente nervosa. Tutta quella strana situazione le metteva ansia.

“Penso sia perfetto, Marron-san. Non preoccuparti” l’uomo le rivolse un sorriso tranquillo, ma la bionda ancora non riusciva a rilassarsi. Quella giornata era davvero strana, una strana sensazione di occlusione al petto non l’abbandonava sin da quando era ancora sotto le coperte. Si alzò dalla sedia con aria tranquilla, dirigendosi verso un corridoio in particolare, alla ricerca di un nuovo spunto per il lavoro, ancora sotto lo sguardo dell’uomo.


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Nonostante non fosse la sua passione passare il pomeriggio a fare Shopping, Ub si divertì moltissimo in compagnia di Bra, come sempre del resto. Era una situazione normale per loro stare in compagnia l’uno dell’altra e quindi andare in giro riusciva totalmente naturale. Certo si beccavano diverse facce invidiose mentre camminavano per la strada, ma anche a quello non facevano assolutamente caso. Forse perché la loro amicizia era totalmente refrattaria a queste cose, l’unica cosa che gli interessava era stare tutti insieme. Anche se, doveva ammetterlo, camminare al fianco di una ragazza come Bra era davvero un onore; si ritrovarono davanti ad un’agenzia di viaggi e si soffermarono davanti alla vetrina sconti comitiva.

“Non sarebbe fantastico farci una vacanza tutti insieme? Mi piacerebbe partire con voi!” sorrise verso il ragazzo pieno di pacchetti prima di mettersi a leggere velocemente le varie offerte.

“Io ci sto! L’estate è vicina, però! Dobbiamo cominciare ad organizzarci!” lasciò che la turchese aprisse la porta entusiasta, per poi seguirla all’interno dell’agenzia per nulla turbato o stremato dalla pesantezza dei tanti pacchi.

“Buongiorno!” Bra chiamò a tutta voce la signora al tavolo poco distante da loro, che però non sembrava affatto disturbata, ricambiò anzi il sorriso cortese.

“Benvenuti! Posso esservi utile?”

“Ma certo che sì, signorina! Vorremmo trovare un favoloso posto dove passare le nostre future vacanze!” ancora una volta la voce allegra della ragazza si sparse per tutto l’ufficio, mentre la proprietaria si sedeva davanti alla donna, seguita da Ub.

“Oh molto bene! Vi siete rivolti alla persona giusta, tutte le coppie che si sono rivolte a me hanno affermato di non aver mai passato una vacanza più romantica. Dunque… abbiamo diverse offerte per gli innamorati, come ad esempio…”

“Si sta sbagliando signorina! Noi non siamo una coppia” rispose Bra senza scomporsi minimamente: non era la prima volta che la vedevano accoppiata a lui, a Goten o addirittura a Trunks! “Vorremmo fare una vacanza con altre quattro persone” le sorrise nuovamente.

“Oh scusatemi tanto! Pensavo, visto che siete solo voi due… scusate ancora” la donna fece un piccolo inchino con la testa, con aria imbarazzata.

“Non si preoccupi, è un errore comprensibile” aggiunse  Ub, con voce rilassante, per rimettere a proprio agio la donna. Mentre la donna cercava favolosi viaggi sul suo computer, il moro si ritrovò a fissare Bra con la coda dell’occhio: decisamente non era la ragazza per lui. L’adorava, ma non era lei la sua donna designata, lo sapeva bene. E poi era convintissimo che ci fosse già qualcuno nella testa e nel cuore della ragazzina e ne avrebbe anche avuto la conferma se solo avesse potuto leggerle nel pensiero in quello stesso istante.


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Fare due chiacchiere con la nipote era sempre un piacere; la guardava mentre tentava di arricciarsi una ciocca di capelli fin troppo liscia per i suoi gusti; parlava con Chichi con aria disinvolta, ed era incredibile pensare a quanto fosse cambiata in tutti quegli anni: sicuramente non era più la ragazzina che lo inseguiva cercando compagnia per i suoi allenamenti quotidiani. E di certo non stava più a piangere ore ed ore in attesa del ritorno del nonno. Sorrideva con affetto verso la nonna che le porgeva quegli stravaganti ma gustosi dolcetti, che sicuramente erano tra i preferiti della piccola mora, e quando la moglie di Goku si allontanò qualche istante, non perse tempo a spostare la sua attenzione sullo zio.

“Ehi Goten… come sta la nonna? Dico… veramente!” vide il sorriso di Pan spegnersi per qualche istante, mentre tratteneva il respiro in attesa della risposta. Lui decisamente non si scompose più di tanto, cercando di tralasciare il meno possibile le proprie emozioni.

“Come al solito. In compenso la salute è a posto!” le sorrise e vide Pan rilassarsi: Goten sapeva sempre come prenderla. Sapeva rassicurarla con una sola parola, sapeva confortarla con un solo sorriso e, la cosa che la spaventava di più, questo anche lui lo sapeva, era la sua possibile sofferenza. Specialmente vivendo al fianco di una Chichi ormai allo stremo delle forze.

“Oh Goten, ma tu sai che fine ha fatto tuo padre? Anche oggi è in ritardo per il pranzo!” la donna era rientrata, facendo calare una nuova ondata di gelo nella stanza. Vide Pan abbassare lo sguardo e torturarsi le mani l’una con l’altra, cercando di scaricare l’improvvisa ansia che era appena calata su lei e gli altri. In quel momento avrebbe dato qualsiasi cosa pur di poter prendere Pan, abbracciarla e portarla via da quella casa.

“No Mamma… sarà passato da Balzar a prendere i Senzu” Chichi fece spallucce e tornò in cucina, lasciando i due in silenzio, a sguardo basso.
Era ovvio che prima o poi quella donna sarebbe crollata, una vita intera d’amore per un uomo che non faceva altro che abbandonarla. Erano così presi dalla tenerezza nei confronti di quella piccola donna, che sussultò, e poté percepire la stessa sorpresa negli occhi di Pan.

“Nonna!”

“Mamma!”


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Ormai si era fatta sera, e finalmente avrebbe anche aggiunto! Odiava stare li, seduto dietro quella scrivania, a subire occhiatine languide da parte della segretaria e delle altre donne dell’ufficio. E sì, a volte anche quelle degli uomini. Diede un lungo e profondo sospiro mentre tirava fuori la capsula con la sua macchina, pronto a partire verso casa. Sentire l’aria tra i capelli gli era sempre piaciuto, forse perché gli ricordava vagamente la sensazione che prova quando si trova nel cielo, a volare a mille chilometri orari.

Guidava a velocità moderata, poiché sentiva i propri pensieri vagare fin troppo velocemente verso l’immagine di una giovane donna, cosa che ultimamente gli capitava fin troppo spesso. Si grattò i la testa, quasi disperato visto che avrebbe dovuto dare fin troppe spiegazioni al riguardo. Se non fosse stato per quella sensazione, quella presenza debole che era apparsa all’improvviso, avrebbe anche potuto cominciare a vagliare l’idea di andare verso casa Son dove sapeva che si trovavano sia Pan che Goten, pronto per chissà quale folle idea malsana che gli stava balenando. In quel momento pensò che l’idea di Ub di insegnare a Marron a controllare il suo Ki, per poter segnalare la sua presenza in caso di pericolo, fu la migliore che qualsiasi altra persona avrebbe mai potuto avere. Cacciò dalla mente la figura della ragazza di poco prima, scendendo dall’auto e riponendola nel porta Capsule per poi partire in volo, senza curarsi degli sguardi della gente per strada, che lo guardavano come se fosse un alieno.

Fortunatamente il viaggio durò solo pochi secondi, così non ebbe il tempo di farsi mille idee sulla situazione della bionda, anche se avrebbe dato qualsiasi cosa pur di vedere una qualsiasi altra scena. Marron ancora non si era accorta dell’arrivo del ragazzo dai capelli lilla, troppo intenta a cercare di dimenarsi, di liberarsi dalle mani di quell’uomo di cui tanto si fidava, dell’uomo che fino a poco prima si era mostrato così gentile, proponendole persino un passaggio fino a casa. Eppure aveva cambiato totalmente espressione quando Marron si era rifiutata di fare un “meglio non sapere cosa” lì nella sua macchina.

“No professore! Mi lasci la prego!”

“’Sta zitta ragazzina! Mi merito un bel regalino dopo tutto il lavoro che abbiamo fatto oggi!”

Sarà stata la vista delle mani dell’uomo su tutto il corpo della ragazza, sarà stato il suo sguardo spaventato, ma Trunks non ci pensò due secondi prima di partire e spaccare il vetro della macchina dell’uomo, aprire lo sportello e strappare Marron dalle grinfie di quel mostro, che prese per il bavero slacciato della camicia immediatamente dopo.

“Porco! Che cazzo le stai facendo?” lo guardò con un disprezzo che Marron mai aveva visto nei suoi occhi, eppure non poté far altro che pensare che non era mai stata più felice di vedere il suo amico.

“Trunks! Grazie… grazie! Grazie… io…” il ragazzo le lanciò un’occhiata, notando la camicetta stracciata della ragazza. Tirò fuori l’uomo dalla macchina, cominciando a picchiarlo a suon di calci e pugni, senza minimamente cercare di dosare la sua forza.

“Basta Trunks! Così lo uccidi!” il lilla si bloccò improvvisamente: aveva ragione. Meglio lasciarne un po’ anche per Ub, Goten e Pan, che volentieri se lo sarebbero divorato vivo.


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Stare in ospedale non le era mai piaciuto, forse per ereditarietà da parte del Nonno Goku, anche se non aveva mai avuto il suo stesso terrore. Se ne stava lì seduta, con il cellulare tra le mani indecisa se chiamare Bra e Marron. Aspettava con aria ansiosa lo Zio, nella speranza di buone notizie; purtroppo per quelle avrebbe ancora dovuto aspettare, in compenso Goten le porse un bicchiere di caffè fumante. Si appoggiò stancamente alla spalla del ragazzo.

“Ma non ti hanno detto proprio niente, Goten?” chiese prima di bere il primo sorso, che le fece nascere un tenero sorriso: dolce al punto giusto.

“Solo che stanno cercando di capire la causa del suo malore” sentì lo zio sospirare: sapeva bene quanto fosse preoccupato per la madre. Da quando il padre era andato via era sempre stato lui a prendersi cura di Chichi, specialmente dopo che aveva cominciato a parlare dell’uomo come se ogni volta dovesse tornare da un momento all’altro.

“Sta tranquillo, vedrai che starà bene”

“Dovrei essere io a consolare te, Pan” vide il sorriso di Goten, che come sempre le donava un sorriso rassicurante. Sentì una morsa al cuore: quando avrebbe smesso di sorridere per la felicità altrui? Quando avrebbe ricominciato a sorridere perché era felice? Le lacrime le appannavano la vista, ma le ricacciò immediatamente indietro, per non farsi scoprire dallo zio.

“Non è vero, Goten. Tu… anche tu stai male” gli prese la mano “ e come tu stai vicino a me, io farò altrettanto con te” gli sorrise sincera, per poi beccarsi in piena fronte un bacio.

“Grazie nipotina!” le scompigliò teneramente i capelli “Ah è arrivato Gohan! Magari a lui diranno qualcosa!” ma Pan non l’ascoltava più, stava fissando il cellulare mentre lampeggiava una chiamata, mentre sul display appariva “Trunks”. Vedere il suo nome sul cellulare le fece mancare un battito: avrebbe dovuto dirgli della nonna? Rispose dopo qualche istante, cercando di mantenere l’autocontrollo, nell’orribile timore che alla sua prima parola sarebbe potuta scoppiare in lacrime.

“Ciao Trunks! Che succede?” chiese con un piccolo tremolio nella voce.

“Pan! Tu e Goten dovete venire subito qui!” sentì la voce dell’uomo, che emanava un’ansia mai sentita prima d’ora.

“Qui dove? Dove sei? Che è successo?” un altro attacco d’ansia: possibile che dovessero succedere tutte queste cose insieme?

“Sono a casa vostra. Goten è con te? Dove ti trovi?”

“Sì è qui. Noi siamo…” un lungo sospiro, mentre lo zio le stringeva la mano, con aria preoccupata. “siamo in ospedale. Nonna Chichi si è sentita male, ma le stanno ancora facendo dei controlli. Trunks, mi spieghi cos’è successo?”

“Marron è stata aggredita da un maniaco”

La voce di Trunks le era arrivata fino al cuore. Sentì tutto crollarle addosso, mentre la rabbia cominciava a farle ribollire il sangue. Non ci pensò due volte, prese lo zio e lo trascinò fuori dall’ospedale. Voleva bene alla Nonna, ma ora come ora non poteva fare niente. Ora come ora, voleva solo stare vicina a Marron. Non riusciva a pensare ad altro che all’idea di uccidere quell’uomo.

 

 

 

Fine capitolo.

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Comincio scusandomi per il tremendo ritardo! Ma dovete sapere che mi si è rotto il computer e ho rischiato anche di perdere tutto quello che avevo scritto eheh
Fortunatamente sono tornata indenne da questo disastro computeristico, e anche la storia è sana e salva.
Come inizio è un po’ tragico in effetti, diciamo che gli unici a cui è andata bene sono Bra e Ub whahahah ma questo è solo l’inizio ^^

Voglio ringraziare tutti quelli che hanno letto il primo capitolo, e che continueranno (si spera) a farlo =) inoltre grazie a chi ha commentato!

 

VaMpIrA89: grazie mille ^^ sono contenta che come inizio ti piaccia, e spero che continuerai a seguirla! Baci

BULMA0219: grazie anche a te ^^ diciamo che più che il blocco dello scrittore ho avuto il “blocco del computer” XD in compenso ecco il nuovo computer. Non preoccuparti perché farò il possibile per aggiornare spesso (per quanto gli esami mi ptranno permettere XD) e spero anche che continuerai a leggere la fic ^^ bacini

FaNnY sOnNy: grazie per il commento ^____^ spero che continuerai a commentare oltre che a seguirla hihi bacini

oNe_PiEcE4eva: ed eccotelo qui XD anche se siamo davvero agli inizi. Dovranno capitare ancora tantissime cose! Hihi bacini!

Neki: grazie mille per il commento ^____^ sono contenta che ti piaccia! Spero che continuerà a piacerti anche ora che comincia a delinearsi la storia. Bacini!

 

Cercherò di aggiornare il prima possibile, anche perché sono curiosa di sapere come andrà a finire tutta la storia. Whahahah
Bacini,

*-._Kalie_.-*

  
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