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Autore: LawrenceTwosomeTime    27/05/2010    0 recensioni
Sono fiero di annunciare che do il via ad una nuova storia composta da ingredienti quantomai complementari, con tutta l'intenzione di divertirmi scrivendola e (possibilmente) divertire voi. Posto che le mie intenzioni sono buone, il diavolo mi porti se non la concludo! In sintesi, è la vicenda narrata in prima persona attraverso tre differenti punti di vista di: un giovane fumettista, una rivenditrice irrintracciabile e un fantomatico editore. Let the orgy begin!
Genere: Horror, Mistero, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Che cosa c'è di male nell'essere felici?
La società di oggi la vede come una colpa. O può darsi che abbia equivocato, spiegatemi: un sorriso a trentadue denti a bordo di una spider, un ruttazzo acido emesso sgranocchiando schifezze unte, un orgasmo tattile causato dal possesso di una borsetta in pelle di coccodrillo; e poi ancora: la visione del dato programma rimbecillente, la guarnitura definitiva del soprallabbro, l'impegno politico, il disimpegno politico… L'avete notato?
Ho menzionato alternativamente i piaceri che – nello stereotipo odierno – contraddistinguono il ceto medio e il ceto povero. Ma la sostanza non cambia. Il punto è che c'è qualcosa di inquietante nel fatto che dare segno di soddisfazione mediante l'aspetto e le azioni sia effettivamente corretto: rientra nella natura degli animali lanciare segnali. Dev'esserci una trama sottilmente perversa che mi è sfuggita mentre facevo a brandelli il cachemire della società.

Ma eccolo il nocciolo! Se non ti impegni a esibire soddisfazione, si sentono tutti in dovere di confortarti per sopperire alle loro personali mancanze. Se invece elevi un lamento a gran voce, il gigantesco mare telematico della Rete – composto prevalentemente dai suoi propri fruitori – si premurerà di sostenerti a suon di dediche rincuoranti.
Discorso che definire semplicistico è puro eufemismo, lo so, ma utile a disvelare la scoperta ultima del sottoscritto: il mondo si aspetta qualcosa da noi. Se per mondo intendiamo il microsfaccettato tessuto sociale nella cui maglia siamo stati abituati a imbevere i nostri rigurgiti.
Ed ecco che la mia eterna domanda trova finalmente risposta: Perché la gente mi considera strano?
No, no, questa è facile: perché non sa come considerarmi. In effetti, da genio ad autistico il passo è pantagruelico.
La vera domanda è: Perché mi sento così strano?
Risposta: Perché sono felice.
Non sempre, intendiamoci. Diciamo che vivo e sento le cose in modo straordinariamente dilatato, e ci aggiungo qualche ingrediente mio, compendi sublimati dall'illusoria conoscenza sensibile, distillati appositamente per addensare l'impasto.
E la spiegazione, per quanto semplice, è effettivamente non comune. Quante piaghe più o meno celebri udiamo smantellare la vita decantandone l'inutilità e l'insensatezza? Io invece ne parlo, continuo ad accanirmi alla ricerca di un qualcosa di irraggiungibile. Perché fondamentalmente non ho mai smesso di amare la vita e gioire di essere al mondo.
E dato che mi conosco piuttosto bene e so di essere un tipo a compartimenti stagni, so anche che succederebbe se perdessi ogni gusto a vivere: smetterei semplicemente di parlare.
E poi, signori, scusate se mi dilungo, ma ci vogliono due discrete palle per affermare impunitamente di essere felici senza avere basi per comprovarlo e senza nemmeno annettere un apposito manuale con cui raggiungere la mia stessa condizione. Se volete fare un paragone tra le menzogne del sottoscritto e quelle di Gesù Cristo, non avete che una scappatoia: conoscermi e constatare di persona che non racconto fandonie (nulla intendo togliere a quel grand'uomo di Gesù, il blasfemo accostamento di poco fa aveva l'unica funzione di amplificare ulteriormente la potenza concettuale dei miei postulati, come i più svegli tra voi avranno capito).

La mia sensibilità funziona anche nel settore nero del tao, purtroppo o per fortuna: se mi passa accanto un tizio trafelato che sbuffa perché dio solo sa che diavolo, improvvisamente anche a me viene il fiatone. Ed è proprio da questa estrema influenzabilità (sensoriale, non concettuale) che deriva la mia dote di influenzare la carta e farci i fumetti.

Oggi ho comprato un sapone da sette euro e ottanta. Un bellissimo sapone naturale, con la confezione fatta a mano, di cartoncino, e una simpaticissima coccinella stampata sul suddetto. Bug soap, è il nome. L'ho trovato simpatico e di buon gusto, e così ho deciso che questo mese taglierò un pochino le spese culinarie, e dedicherò tutta la mia attenzione ai prodotti igienici.

Ma, ecco, in questo mondo pulsante e perfetto nella sua democratica accettazione di ogni variabile, irrompe un agente contaminante chiamato "reazione di prestanza".
Si tratta di quel meccanismo involontario che ci rende frementi e deboli, impacciati e arditi, che ci fa rilasciare fiumi di feromoni e ci costringe a sgravare la pancia, come le bestie prima di una lotta, alla presenza di una Donna.
Io amo le donne, figuratevi. Se solo anche loro capissero il mio amore e me ne donassero un'oncia…
Non è corretto da parte mia fare l'egoista: in fondo, uno stillicidio di affetto da un paio di donne che non erano mia madre, l'ho ricevuto. Si, parlo proprio di ragazze, e anche attraenti.
Ma si trattava giusto di un assaggio, e quando penso che ci sono quelli che si amano e trombano come conigli mi si stringe il cuore.

E quella farisea…quella draconiana regina dei paria dal sorriso oracolare…Quella stronza non si degnava di rispondere al telefono!
  
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