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Autore: Miss_Slytherin    27/05/2010    11 recensioni
"Lilian Luna Potter, diversa dagli altri Potter. Fredda, crudele, insensibile, apparentemente senza cuore. Questa è la sua storia, la storia di un Giglio che non è un Giglio, non è puro, non è innocente". Dal primo capitolo: "...vedo ambizione, desiderio di gloria…intelligenza anche…poi…uno spiccato senso di autoconservazione…e se non mi sbaglio quella dovrebbe essere una punta di cattiveria mista ad astuzia…".
Genere: Generale, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lily Luna Potter, Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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                 CAPITOLO 34

                                                                 Confusion

 

Per la seconda volta nel giro di pochi giorni, Scorpius Hyperion Malfoy venne svegliato a causa dei capelli di una ragazza.

Non appena aprì gli occhi li richiuse con dolore, essendo la luce un serio nemico della sbronza.

Cazzo, ma non c’è una cazzo di tenda in ‘sta stanza? si domandò lo Slytherin alzando una mano per massaggiarsi le tempie, sperando così inutilmente di alleviare il mal di testa post alcol.

Cercò di mettersi a sedere, anche se ciò probabilmente avrebbe comportato vomitare l’anima, ma non ci riuscì per via di un corpo strettamente avvinghiato al suo. Un corpo coperto da un vestito di raso verde decisamente sgualcito, un corpo sottile e diafano, un corpo che gli ricordava quello di…Lily Potter.

Lily Potter!? esclamò mentalmente Scorpius, mentre d’istinto rimaneva immobile per non svegliare la ragazza abbarbicata a lui.

Okay, niente panico, ci sarà una ragione per cui sono mezzo nudo nel letto di Lily Potter…

Nonostante la sbronza paurosa, i ricordi cominciarono ad affiorare nella mente di Scorpius. Ricordava il party, Lily mozzafiato con il suo vestito smeraldino, i baci in pista e…sì! Ricordava di aver rubato una cassa di tequila che poi lui e Lily si erano scolati in allegria.

Tutto tornava. Rassicurato, Scorpius tornò a sdraiarsi, non prima di aver dato uno sguardo alla sua compagna di letto.

Lily era sconvolgente, con i capelli rubini sparsi sul cuscino, tutti in disordine, il trucco sbavato, una buffa smorfia sul viso e soprattutto con il vestito mezzo abbassato. Seguì come ipnotizzato la linea del collo, delle spalle, per arrivare al suo seno, piccolo e sodo. Mentre dormiva l’abito doveva essersi spostato ed ora intravedeva il bordo di pizzo del reggiseno di Lily. Fu colto dalla voglia irrefrenabile di togliere tutto ciò che lo separava dalla pelle di lei, ma al contrario fece una cosa che non aveva mai fatto in tutta la sua vita. Anziché spogliare una ragazza, Scorpius la coprì. Proprio così. Sollevò con delicatezza il bordo del vestito di Lily, sino a che tutto ciò che poteva suscitargli cattivi pensieri non fu nascosto alla sua vista. Dopodiché spostò un boccolo dalla guancia candida della rossa –della giusta rossa- e, con una grande pace interiore, tornò a dormire dopo essersela stretta ben bene addosso.

Trenta minuti dopo un’altra figura aprì gli occhi in quella stessa stanza.

Lily Potter spalancò le sue gemme violette sul mondo ed immediatamente venne colpita da una potente emicrania, l’emicrania che lei chiamava post tequila.

Ma a stupirla di più non fu il sapore dolciastro del suo alcolico preferito in bocca, ma il fatto di avere la guancia posata sul petto nudo di un ragazzo e che ci fossero due braccia possenti a stringerla.

Tequila. Ragazzo mezzo nudo. Lei fra le braccia del ragazzo mezzo nudo. Che diavolo era successo??

Sollevò piano la testa, puntando il mento sul pettorale scolpito del suo sconosciuto amico, per cercare di capire chi egli fosse. Le bastò individuare capelli biondi, molto biondi, per riconoscere Scorpius Malfoy.

Certo, era normalissimo svegliarsi nel letto del suo peggior nemico, con il sapore di tequila e addosso un abito che in realtà non meritava questa definizione, si disse Lily, cercando di non andare nel panico più totale. Inutile, fu presa dal terrore più irrazionale. Che cosa faccio? Me ne vado? Resto qui? E cosa succede se si sveglia? E se mi dice che abbiamo…

Lily rabbrividì al pensiero che potesse aver fatto sesso con Scorpius sotto l’effetto dell’alcol.

Ricordava di averlo baciato alla festa –e che bacio!- in quanto in quel momento era ancora sobria, ma l’ultimo ricordo che conservava era lei che lo seguiva da qualche parte mentre lui la trascinava in mezzo alla folla tenendola per mano. Era evidente che dovevano essere andati in camera sua, avevano bevuto e…? E cosa? Che cosa abbiamo fatto poi? si domandò ancora Lily.

Decise che non voleva saperlo. Non voleva essere ancora lì mentre Scorpius si svegliava.

Per la prima volta in vita sua Lily aveva paura di Scorpius. Paura di quello che avrebbe potuto dirle, che avrebbe potuto ammettere che aveva fatto sesso con lui…paura delle sue reazioni da sobria, paura di come il suo corpo avrebbe potuto reagire di fronte a quello di Scorpius.

Non era pronta per affrontare la realtà. Non era pronta per affrontare le conseguenze che quella notte avrebbe potuto avere. Non era pronta.  E così fece l’unica che una Serpe avrebbe potuto fare: si districò delicatamente dalle braccia di Scorpius, temendo ad ogni movimento di svegliarlo, e si alzò dal letto. Afferrò il primo paio di jeans che le capitò fra le mani, un maglione di lana, quelli che le sembrarono stivali e soprattutto la sua bacchetta. Con i vestiti fra le mani- neanche fosse un’amante sorpresa sul fatto- aprì la porta e sgattaiolò in corridoio.

Camminò senza meta per una buona mezz’ora alla ricerca di un’aula vuota in cui cambiarsi e la trovò solo dopo aver superato il passaggio che divideva le camere dalle aule e dopo raggiunto il sesto piano. Vi entrò, si chiuse la porta alle spalle con un incantesimo a prova di bomba e appoggiatasi con le spalle al muro scivolò piano contro la parete sino a sedersi per terra.

Vi rimase per momenti interminabili, con le ginocchia strette al petto e la testa appoggiata sopra, i capelli a coprirle interamente il volto.

Lilian Luna Potter era confusa. Aveva perso il controllo delle sue emozioni, aveva mandato a quel paese la razionalità che l’aveva sempre caratterizzata, si era permessa di dare ascolto al cuore e non alla testa. Ed ora si ritrovava seduta per terra, come una bambina spaventata, a chiedersi che cosa avrebbe dovuto fare. Doveva andare avanti a fingere –perché fingere era quello che aveva sempre fatto con Scorpius- e a negare che qualcosa in lei era cambiato? Che se ora pensava a Scorpius non riusciva più a disprezzarlo ma lo desiderava con tutta se stessa? Oppure doveva essere coraggiosa- cosa che in vita sua non aveva mai fatto, aveva sempre lasciato l’ardore ai suoi parenti- e ammettere che sì, a lei Lilian Luna Potter, piaceva Scorpius Malfoy? Che cosa doveva fare dannazione?

Tutte queste domande si affollavano nella mente di Lily, che oltretutto si sentiva la testa scoppiare e aveva lo stomaco sottosopra.

Quando iniziò a sentire le gambe nude congelarsi per il prolungato contatto con il pavimento, Lily decise di iniziare a mettere ordine a ciò che poteva controllare. Il suo aspetto.

Con un tocco di bacchetta fece apparire un grande specchio (si era fatta spiegare da Albus gli incantesimi più utili alla cosmesi) e successivamente anche una trousse.

Tolse il vestito per indossare i jeans- che si accorse appartenevano a Glorya, a giudicare dal suo lieve profumo che il tessuto emanava- e notò di avere addosso un reggiseno scuro che il tessuto bianco del maglione non avrebbe coperto. Cambiò il colore da bianco a nero e, soddisfatta, indossò gli stivali. Si pettinò, rendendo i boccoli ordinati come sempre, e diede un po’ di tono al suo viso grazie alla matita nera e ad un rossetto rosso ciliegia.

Si guardò allo specchio. Esteriormente era la solita impeccabile Lily Potter. Vestiti firmati, insopportabile aria da snob e sorrisino ironico sulle labbra. Interiormente non sarebbe mai più stata la stessa.  

 

 

*****

 

-Dici che dovremmo andare a vedere se è viva?-

Glorya Zabini pose la domanda con curiosa perplessità, mentre cercava di reprimere uno sbadiglio. La notte prima lei e Cassiopea erano crollate a dormire nella stanza di Charisma Lockart dove erano andate insieme ad altre Slytherin per concludere il party iniziato nella “discoteca babbana”. Si erano ritrovate addormentate l’una addosso all’altra e si erano svegliate all’alba delle due del pomeriggio grazie a Mathilda Deep che era andata a sbattere contro la porta del bagno e aveva fatto un rumore bestiale.

Ci avevano messo un po’ a connettere per via dell’eccesso di vodka e appena si erano riprese si erano fiondate a pranzo, dato che secondo Cassiopea non c’era modo migliore per far passare la sbronza che rimpinzarsi di cibo.

Non trovavano Lily dalla sera prima, cioè da quando la Malfoy l’aveva vista ballare con suo fratello, ed ora, sedute ad un tavolo per due, si stavano appunto domandando cosa fare.

-Mah…prima o poi ci troverà lei- rispose Cassiopea attaccando con decisione un tacchino.

-Il tuo menefreghismo è impressionante- commentò Glorya studiandola come un raro animale.

-Sto mangiando- rispose Cassiopea a mo’ di giustificazione.

-Lo vedo- ribatté Glorya piccata, che in realtà non aveva toccato quasi nulla.

Mentre Cassiopea continuava a mangiare tranquilla, con Glorya che la osservava sempre più stupita, le due Slytherin vennero raggiunte da un alquanto trafelato Tom Clintwood, l’amico di Shane.

Cassiopea e Glorya lo guardarono come se fosse una specie particolarmente viscida di rana, mentre Tom cercava di riprendere fiato, aspettando che desse una qualche motivazione per la sua presenza al loro tavolo.

-Ehm…Malfoy…c’è ecco…Shane che vuole suicidarsi- disse pallido in volto, ancora con il fiato corto.

-Che cosa?! E tu hai lasciato da solo un suicida, sempre che suicida sia?!- esclamò la Malfoy esterrefatta.

-Eh…diceva che se non venivo a chiamarti si sarebbe ammazzato subito!- si giustificò il Grifondoro, con una mano sulla milza. Sembrava che avesse appena corso la maratona di New York.

-Ma sei fuori di testa?! Vai a chiamare un insegnante no!- disse Cassiopea sempre più esterrefatta mentre scattava in piedi.

-Non vuole! Dice che vuole parlare solo con te!- ribatté Tom, seriamente preoccupato.

-Andiamo allora no? Dove si trova?-

-Ti ci porto!- rispose Tom obbediente e, seguito da una Cassiopea visibilmente agitata, lasciò il Refettorio.

Shane Burke si trovava sulla Torre dove gli studenti americani studiavano il cielo, ma non sembrava per niente intenzionato a buttarsi giù dal ventesimo piano.

Sedeva tranquillo per terra, appoggiato al parapetto, e non appena la vide si lasciò sfuggire un enorme sorriso.

-Non stai per ammazzarti…dovevo aspettarmelo- constatò Cassiopea secca, mentre Tom –tu guarda caso- si dileguava alla velocità della luce.

Era arrabbiata con lui per il modo in cui aveva cercato di baciarla, per il modo possessivo con cui l’aveva toccata, per…tutto. Era arrabbiata e non sapeva neanche lei perché.

-Ovvio che non sto per ammazzarmi- ribatté Shane con la tipica faccia di bronzo che lo caratterizzava.

-Bene. Visto che non devo salvarti posso andarmene- annunciò Cassiopea, ma il Grifondoro disse:

-Senti Cassiopea…mi dispiace per il mio comportamento di ieri sera. So di esserti sembrato piuttosto…ehm…violento. Perciò volevo proporti una cosa-.

-Propormi una cosa?- chiese la Malfoy incredula. Ma come poteva pensare che lei avesse anche solo la più minima intenzione di considerare quello che lui aveva da proporle?

-Sì. Volevo chiederti se potevamo ricominciare da capo…- Shane era visibilmente a disagio sotto gli occhi glaciali della Malfoy –far finta che non sia successo tutto quello che è successo, intendo-.

-Non penso sia possibile- lo stoppò subito Cassiopea.

-E perché lo pensi? Il passato si chiama passato proprio perché è…passato!- insisté Shane, accalorandosi e impappinandosi con le parole.

-Lo so cos’è il passato. E ti sto dicendo che non sono disposta a dimenticare- replicò Cassiopea fredda.

-Almeno concedimi un appuntamento. Un solo appuntamento. E se non andrà bene ti giuro sul mio onore da Grifondoro che la smetterò di tormentarti. Per sempre- disse allora Shane fissandola dritto negli occhi.

-Un appuntamento? Qui? E dove pensi di portarmi?-

-Lo scoprirai solo accettando di uscire con me- rispose Shane sibillino.

Cassiopea lo fissò a lungo, soppesando le sue parole. L’idea di poterselo togliere finalmente dai piedi era allettante, ma d’altra parte come avrebbe giustificato quell’uscita alle sue amiche e specialmente a suo fratello? L’avrebbero crocifissa. Però…se fosse andata male…la tortura chiamata Shane avrebbe avuto fine. Era un pensiero, troppo, troppo stuzzicante.

-D’accordo- disse alla fine la bionda e quasi si sentì in colpa per il lampo di gioia che aveva attraversato gli occhi di Shane.

-Ti concedo un solo appuntamento. Giocatelo bene- aggiunse seria, prima di voltargli le spalle.

Non appena la Malfoy si fu chiusa la porta della torre alle spalle, Shane si lanciò in una sfrenata danza di ringraziamento.

 

*****

 

Rimasta sola al tavolo, con lo stomaco ancora praticamente vuoto, Glorya decise di tornare nella sua stanza per farsi una doccia. Aveva la sensazione di avere una balla di fieno aggrovigliata al posto dei capelli e soprattutto l’odore di fumo sembrava essersi incollato addosso; era già un miracolo che la Zabini avesse accettato di scendere a pranzo in quelle condizioni.

Perciò rubò un pezzo di pane da portar via –probabilmente era l’unica cosa che potesse mangiare senza rimetterla- e lasciò il Refettorio mangiucchiandolo.

Avendo un senso dell’orientamento decisamente superiore a quello di Lily, che era in grado di perdersi persino nel loro Dormitorio, Glorya impiegò pochissimo tempo a raggiungere la sua camera e quando vi entrò si trovò davanti uno spettacolo decisamente…singolare.

Scorpius Malfoy sembrava caduto in un sonno fatato, a giudicare da come dormiva beatamente stravaccato sul letto di Lily, e probabilmente neanche lo scoppio della Terza Guerra Magica l’avrebbe svegliato. Come se trovare Scorpius nel letto di Lily non avesse fatto planare la mascella di Glorya sino al pianterreno, il biondo Malfoy era persino a torso nudo.

La sua camicia giaceva appesa alla porta del bagno –come ci era finita lì era un mistero della fede- e poco distante c’erano le sue scarpe, accanto ad un paio di decolté ben note alla Zabini.

Disseminate per la stanza c’erano varie bottiglie di tequila vuote e fu grazie a questo che la bella mora riuscì a ricostruire nella sua mente cosa doveva essere accaduto la sera prima.

Semplicemente, dimenticandosi anni di puro odio, Lily e Scorpius si erano ubriacati insieme –dopo essersi baciati, cosa che non era sfuggita neanche a Glorya- e Malfoy era crollato a dormire nella loro camera. E Lily? si chiese Glorya un filo preoccupata, mentre decideva di non svegliare il bell’addormentato e cercava di raggiungere il bagno superando vari ostacoli- Lily che fine ha fatto?

Era quasi giunta alla sua meta sana e salva, quando Glorya venne afferrata saldamente per un braccio da Malfoy, che si era svegliato di colpo in quel momento. Sembrava spiritato, con i capelli sparati in tutte le direzioni e le occhiaie pesanti.

-Dove pensi di andare?- le chiese il biondo con un tono a metà fra il minaccioso e il fuori di testa.

Okay, se i pazzi bisogna assecondarli, figuriamoci i Malfoy sbronzi…si disse Glorya, mentre con notevole self control rispondeva:

-Ehm…in bagno-.

Scorpius strabuzzò gli occhi sorpreso e –come se il suo risveglio fosse stato solo apparente- ricadde in un sonno profondo, che indusse la Zabini a chiedersi se per caso non fosse morto.

Tuttavia il battito del suo cuore era regolare e, tranquillizzata, Glorya riuscì ad entrare nel benedetto bagno, dicendosi che il mondo non avrebbe mai smesso di stupirla.

Mezz’ora dopo Glorya si sentiva di nuovo sé stessa. I capelli tornati lucenti e lisci, l’odore di fumo e alcol sparito, la sbronza passata grazie alla doccia fredda…il mondo acquistava di nuovo senso agli occhi della Zabini, che decisamente rilassata si infilò un delizioso e quanto mai attillato abito di lana rosso ciliegia dallo scollo storto e diede sollievo ai suoi piedi con un comodo paio di stivali di pelle.

In pace con sé stessa, Glorya –sempre attenta a non destar il Malfoy che dorme- decise di andare a trovare Liam. Erano alcuni giorni che non riuscivano a parlarsi, e voleva raccontargli di Malfoy, della festa, di come stava…e soprattutto sapere come stava lui.

Non dovette faticare molto a cercarlo: Liam sedeva solo soletto nella biblioteca più piccola del primo piano, deserta a quell’ora della domenica pomeriggio, soprattutto della domenica pomeriggio che seguiva un festino devastante come quello della sera prima.

-Ehi- l’apostrofò Glorya sedendosi accanto a lui; emanava un lieve profumo di menta che colpì immediatamente la Zabini.

-Ciao- rispose Liam, ma non sembrava contento di vederla. A dirla tutta non sembrava neanche star bene fisicamente: era più pallido del normale, con profonde borse sotto gli occhi (che non erano sicuramente dovute ad una sbronza) e sembrava far fatica a stare sveglio.

-Tutto bene?- gli chiese infatti Glorya, scrutandolo attentamente.

-Sì, certo- replicò lui rigido, evitando di guardarla negli occhi.

-Beh…sembri piuttosto…stanco- osservò lei con delicatezza, per non dire “malato”.

-Ho detto che è tutto a posto- ribadì Liam secco e Glorya quasi si ritrasse fisicamente al tono duro del Corvonero.

-Okay- disse solamente e fra i due cadde un silenzio imbarazzato.

-Cercavi qualche libro?- domandò allora Glorya nel disperato tentativo di far conversazione; neanche nei primi giorni di conoscenza Glorya si era mai sentita così in imbarazzo e a disagio con Liam.

-No- fu la risposta del silenzioso Ravenclaw, che continuava a fissare davanti a sé, come se Glorya non fosse neanche presente. Quest’ultima, decisamente abbattuta e con l’umore sotto terra, si alzò lentamente dicendo:

-Beh, io…vado. Ciao-.

Sentendo quelle parole, Liam parve risvegliarsi dallo stato catatonico in cui sembrava versare e alzando gli occhi su di lei le disse:

-No, Glorya aspetta…dobbiamo parlare-.

-Non sembri averne molta voglia- commentò la Zabini con la giusta dose di tagliente ironia.

-Non ho voglia di parlare di sciocchezze…devo dirti qualcosa di più importante- ribatté Liam per nulla offeso dal tono della mora.

-D’accordo- replicò Glorya tornando a sedersi, -ti ascolto-.

Liam si voltò interamente verso di lei, poterla guardare dritto negli occhi; Glorya si sentì inquieta sotto quello sguardo, c’era qualcosa di diverso, di strano.

-Non possiamo più frequentarci…sì, insomma…non possiamo più vederci, parlarci…non possiamo più…questo- esordì, accompagnando le sue parole con un ampio gesto della mano che indicava loro due.

A Glorya sembrò di vivere un orribile, insensato e familiare deja-vue: le sembrava di essere tornata ai suoi undici anni, quando Derek, con la stessa tristezza negli occhi che ora mostrava Liam, le aveva annunciato che Lysa e Blaise avrebbero divorziato. Era la stessa identica e terribile sensazione di abbandono.

Glorya Zabini non era una Slytherin per puro caso però. Così, con una freddezza incredibile e volto impassibile che servivano a mascherare le sue emozioni, domandò:

-Perché?-

Perché sono un dannato mostro Glorya, un dannato mostro che da qui a una settimana si trasformerà in qualcosa che non puoi controllare, in qualcosa che ti farà male…ed io non voglio farti male, Glorya, non a te, non anche a te, si disse Liam mentalmente, ma a lei rispose:

-Io non sono la persona giusta per te. Non posso negare che fra noi ci sia…qualcosa, perché mentirei. Ma non posso lasciare che questa cosa diventi qualcosa di più-.

-Capisco. Non ti chiederò altro. Se ritieni di non essere adatto a me…rispetto il tuo pensiero- replicò solamente Glorya. Non aggiunse altro, non sarebbe stata in grado di aggiungere altro senza mettersi ad urlare. Lo guardò un’ultima volta, certa che sarebbe davvero stata l’ultima: per Liam sarebbe stato estremamente facile sparire alla sua vista, tornare a confondersi in mezzo alla folla come aveva fatto per tutti quegli anni.

-Mi dispiace- disse lui, dopo quelli che sembrarono attimi infiniti di eternità.

Glorya si limitò ad annuire, sostenendo il suo sguardo, prima di alzarsi e lasciare la biblioteca con passi lenti e decisi.

Non appena fu certa di aver messo chilometri fra sé e Liam, Glorya si mise a correre furiosamente, senza curarsi degli altri studenti, sino a trovare un ripostiglio vuoto. Vi si chiuse, con un’unica domanda a martellarle la testa: perché tutti finiscono per abbandonarmi? Perché?

 

                                                       

                                                        *****

 

 

Erano le cinque del pomeriggio quando Scorpius Hyperion Malfoy si svegliò per la terza ed ultima volta.

La prima cosa che percepì fu di essere da solo. Significava che Lily si era alzata prima di lui e che aveva deciso di andarsene.

La seconda percezione era di tipo fisico: qualcuno gli aveva gettato una coperta addosso, evidentemente per evitargli il congelamento, dato che era a petto nudo.

Terza ed ultima sensazione era di star per vomitare l’anima, ma quello era irrilevante.

Si mise a sedere lentamente, evitando bruschi movimenti, e prese dal comodino quelle che riconobbe come le sue sigarette. Se ne accese una e, appoggiandosi comodamente alla spalliera del letto, si mise a fumare pensieroso.

C’era da aspettarselo che Lily avrebbe reagito così. A differenza di lui la piccola Potter non aveva ancora le idee ben chiare, era decisamente confusa e perciò stava scappando da lui.

Scorpius invece sapeva benissimo quello che voleva: voleva lei. Ora. Sempre. In ogni momento.

E, che Lily fosse d’accordo o meno, Scorpius avrebbe raggiunto il suo scopo.

Perché un Malfoy ottiene sempre quello che desidera.

 

 

 

Spazio Autrice:

Lo so, lo so, sono passati più di dieci giorni dall’ultimo aggiornamento e molti di voi avranno pensato che sono scomparsa di nuovo. Invece no, semplicemente ero stata risucchiata dal vortice maledetto delle interrogazioni e verifiche pre-maturità. Proprio per questo penso che aggiornerò più lentamente, ma lo farò, state tranquilli : )

Su questo penosissimo e cortissimo capitolo non c’è molto da dire, perciò lascio a voi i commenti, sia positivi che negativi, sempre che vogliate sprecare cinque minuti del vostro tempo a lasciarmi una recensione : )

Sono di frettissima, perciò mi scuso con tutti quelli che hanno recensito, ma non ho neanche un dannatissimo secondo di tempo per rispondervi : ( mi perdonate vero? Sappiate che ogni singola recensione per me è importantissima e che non potervi rispondere mi uccide. Mi posso solamente limitare a un gigantesco GRAZIE e sperare che continuiate a recensire nonostante io sia una pessima “autrice”. GRAZIE GRAZIE GRAZIE A TUTTI VOI!

 

Con affetto Miss_Slytherin.

  
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