CAPITOLO 34
Confusion
Per
la seconda volta nel giro di pochi giorni, Scorpius Hyperion
Malfoy venne svegliato a causa dei capelli di una ragazza.
Non
appena aprì gli occhi li richiuse con dolore, essendo la
luce
un serio nemico della sbronza.
Cazzo,
ma non c’è una cazzo di tenda in ‘sta
stanza? si domandò lo
Slytherin alzando una mano per massaggiarsi le tempie, sperando
così
inutilmente di alleviare il mal di testa post alcol.
Cercò
di mettersi a sedere, anche se ciò probabilmente avrebbe
comportato vomitare l’anima, ma non ci riuscì per
via di un corpo strettamente
avvinghiato al suo. Un corpo coperto da un vestito di raso verde
decisamente
sgualcito, un corpo sottile e diafano, un corpo che gli ricordava
quello
di…Lily Potter.
Lily
Potter!? esclamò mentalmente Scorpius, mentre
d’istinto
rimaneva immobile per non svegliare la ragazza abbarbicata a lui.
Okay,
niente panico, ci sarà una ragione per cui sono mezzo nudo
nel letto di Lily Potter…
Nonostante
la sbronza paurosa, i ricordi cominciarono ad affiorare
nella mente di Scorpius. Ricordava il party, Lily mozzafiato con il suo
vestito
smeraldino, i baci in pista e…sì! Ricordava di
aver rubato una cassa di tequila
che poi lui e Lily si erano scolati in allegria.
Tutto
tornava. Rassicurato, Scorpius tornò a sdraiarsi, non prima
di aver dato uno sguardo alla sua compagna di letto.
Lily
era sconvolgente, con i capelli rubini sparsi sul cuscino,
tutti in disordine, il trucco sbavato, una buffa smorfia sul viso e
soprattutto
con il vestito mezzo abbassato. Seguì come ipnotizzato la
linea del collo,
delle spalle, per arrivare al suo seno, piccolo e sodo. Mentre dormiva
l’abito
doveva essersi spostato ed ora intravedeva il bordo di pizzo del
reggiseno di
Lily. Fu colto dalla voglia irrefrenabile di togliere tutto
ciò che lo separava
dalla pelle di lei, ma al contrario fece una cosa che non aveva mai
fatto in
tutta la sua vita. Anziché spogliare
una ragazza, Scorpius la coprì.
Proprio
così. Sollevò con delicatezza il bordo del
vestito di Lily, sino a che tutto
ciò che poteva suscitargli cattivi pensieri non fu nascosto
alla sua vista.
Dopodiché spostò un boccolo dalla guancia candida
della rossa –della giusta
rossa- e, con una grande pace
interiore, tornò a dormire dopo essersela stretta ben bene
addosso.
Trenta
minuti dopo un’altra figura aprì gli occhi in
quella stessa
stanza.
Lily
Potter spalancò le sue gemme violette sul mondo ed
immediatamente venne colpita da una potente emicrania,
l’emicrania che lei
chiamava post tequila.
Ma
a stupirla di più non fu il sapore dolciastro del suo
alcolico
preferito in bocca, ma il fatto di avere la guancia posata sul petto
nudo di un
ragazzo e che ci fossero due braccia possenti a stringerla.
Tequila.
Ragazzo mezzo nudo. Lei fra le braccia del ragazzo mezzo
nudo. Che diavolo era successo??
Sollevò
piano la testa, puntando il mento sul pettorale scolpito
del suo sconosciuto amico, per cercare di capire chi egli fosse. Le
bastò
individuare capelli biondi, molto biondi, per riconoscere Scorpius
Malfoy.
Certo,
era normalissimo svegliarsi nel letto del suo peggior
nemico, con il sapore di tequila e addosso un abito che in
realtà non meritava
questa definizione, si disse Lily, cercando di non andare nel panico
più
totale. Inutile, fu presa dal terrore più irrazionale. Che
cosa faccio? Me ne
vado? Resto qui? E cosa succede se si sveglia? E se mi dice che
abbiamo…
Lily
rabbrividì al pensiero che potesse aver fatto sesso con
Scorpius sotto l’effetto dell’alcol.
Ricordava
di averlo baciato alla festa –e che bacio!- in quanto in
quel momento era ancora sobria, ma l’ultimo ricordo che
conservava era lei che
lo seguiva da qualche parte mentre lui la trascinava in mezzo alla
folla
tenendola per mano. Era evidente che dovevano essere andati in camera
sua,
avevano bevuto e…? E cosa? Che cosa abbiamo fatto poi? si
domandò ancora Lily.
Decise
che non voleva saperlo. Non voleva essere ancora lì mentre
Scorpius si svegliava.
Per
la prima volta in vita sua Lily aveva paura di Scorpius. Paura
di quello che avrebbe potuto dirle, che avrebbe potuto ammettere che
aveva
fatto sesso con lui…paura delle sue reazioni da sobria,
paura di come il suo
corpo avrebbe potuto reagire di fronte a quello di Scorpius.
Non
era pronta per affrontare la realtà. Non era pronta per
affrontare le conseguenze che quella notte avrebbe potuto avere. Non
era
pronta. E
così fece l’unica che una
Serpe avrebbe potuto fare: si districò delicatamente dalle
braccia di Scorpius,
temendo ad ogni movimento di svegliarlo, e si alzò dal
letto. Afferrò il primo
paio di jeans che le capitò fra le mani, un maglione di
lana, quelli che le
sembrarono stivali e soprattutto la sua bacchetta. Con i vestiti fra le
mani-
neanche fosse un’amante sorpresa sul fatto- aprì
la porta e sgattaiolò in
corridoio.
Camminò
senza meta per una buona mezz’ora alla ricerca di
un’aula
vuota in cui cambiarsi e la trovò solo dopo aver superato il
passaggio che
divideva le camere dalle aule e dopo raggiunto il sesto piano. Vi
entrò, si
chiuse la porta alle spalle con un incantesimo a prova di bomba e
appoggiatasi
con le spalle al muro scivolò piano contro la parete sino a
sedersi per terra.
Vi
rimase per momenti interminabili, con le ginocchia strette al
petto e la testa appoggiata sopra, i capelli a coprirle interamente il
volto.
Lilian
Luna Potter era confusa.
Aveva perso il controllo delle sue emozioni, aveva mandato a quel paese
la
razionalità che l’aveva sempre caratterizzata, si
era permessa di dare ascolto
al cuore e non alla testa. Ed ora si ritrovava seduta per terra, come
una
bambina spaventata, a chiedersi che cosa avrebbe dovuto fare. Doveva
andare
avanti a fingere –perché fingere era quello che
aveva sempre fatto con
Scorpius- e a negare che qualcosa in lei era cambiato? Che se ora
pensava a
Scorpius non riusciva più a disprezzarlo ma lo desiderava
con tutta se stessa?
Oppure doveva essere coraggiosa- cosa che in vita sua non aveva mai
fatto,
aveva sempre lasciato l’ardore ai suoi parenti- e ammettere
che sì, a lei
Lilian Luna Potter, piaceva Scorpius Malfoy? Che cosa doveva fare
dannazione?
Tutte
queste domande si affollavano nella mente di Lily, che
oltretutto si sentiva la testa scoppiare e aveva lo stomaco sottosopra.
Quando
iniziò a sentire le gambe nude congelarsi per il prolungato
contatto con il pavimento, Lily decise di iniziare a mettere ordine a
ciò che
poteva controllare. Il suo aspetto.
Con
un tocco di bacchetta fece apparire un grande specchio (si era
fatta spiegare da Albus gli incantesimi più utili alla
cosmesi) e
successivamente anche una trousse.
Tolse
il vestito per indossare i jeans- che si accorse
appartenevano a Glorya, a giudicare dal suo lieve profumo che il
tessuto
emanava- e notò di avere addosso un reggiseno scuro che il
tessuto bianco del
maglione non avrebbe coperto. Cambiò il colore da bianco a
nero e, soddisfatta,
indossò gli stivali. Si pettinò, rendendo i
boccoli ordinati come sempre, e
diede un po’ di tono al suo viso grazie alla matita nera e ad
un rossetto rosso
ciliegia.
Si
guardò allo specchio. Esteriormente era la solita
impeccabile
Lily Potter. Vestiti firmati, insopportabile aria da snob e sorrisino
ironico
sulle labbra. Interiormente non sarebbe
mai più stata la stessa.
*****
-Dici che
dovremmo andare a vedere se è viva?-
Glorya
Zabini pose la domanda con curiosa perplessità, mentre
cercava di reprimere uno
sbadiglio. La notte prima lei e Cassiopea erano crollate a dormire
nella stanza
di Charisma Lockart dove erano andate insieme ad altre Slytherin per
concludere
il party iniziato nella “discoteca babbana”. Si
erano ritrovate addormentate
l’una addosso all’altra e si erano svegliate
all’alba delle due del pomeriggio
grazie a Mathilda Deep che era andata a sbattere contro la porta del
bagno e
aveva fatto un rumore bestiale.
Ci
avevano messo un po’ a connettere per via
dell’eccesso di vodka e appena si
erano riprese si erano fiondate a pranzo, dato che secondo Cassiopea
non c’era
modo migliore per far passare la sbronza che rimpinzarsi di cibo.
Non
trovavano Lily dalla sera prima, cioè da quando
-Mah…prima
o poi ci troverà lei- rispose Cassiopea attaccando con
decisione un tacchino.
-Il tuo
menefreghismo è impressionante- commentò Glorya
studiandola come un raro
animale.
-Sto
mangiando- rispose Cassiopea a mo’ di giustificazione.
-Lo vedo-
ribatté Glorya piccata, che in realtà non aveva
toccato quasi nulla.
Mentre
Cassiopea continuava a mangiare tranquilla, con Glorya che la osservava
sempre
più stupita, le due Slytherin vennero raggiunte da un
alquanto trafelato Tom
Clintwood, l’amico di Shane.
Cassiopea
e Glorya lo guardarono come se fosse una specie particolarmente viscida
di
rana, mentre Tom cercava di riprendere fiato, aspettando che desse una
qualche
motivazione per la sua presenza al loro tavolo.
-Ehm…Malfoy…c’è
ecco…Shane che vuole suicidarsi- disse pallido in volto,
ancora con il fiato
corto.
-Che
cosa?! E tu hai lasciato da solo un suicida, sempre che suicida sia?!-
esclamò
-Eh…diceva
che se non venivo a chiamarti si sarebbe ammazzato subito!- si
giustificò il
Grifondoro, con una mano sulla milza. Sembrava che avesse appena corso
la
maratona di New York.
-Ma sei
fuori di testa?! Vai a chiamare un insegnante no!- disse Cassiopea
sempre più
esterrefatta mentre scattava in piedi.
-Non
vuole! Dice che vuole parlare solo con te!- ribatté Tom,
seriamente
preoccupato.
-Andiamo
allora no? Dove si trova?-
-Ti ci
porto!- rispose Tom obbediente e, seguito da una Cassiopea visibilmente
agitata, lasciò il Refettorio.
Shane
Burke si trovava sulla Torre dove gli studenti americani studiavano il
cielo,
ma non sembrava per niente intenzionato a buttarsi giù dal
ventesimo piano.
Sedeva
tranquillo per terra, appoggiato al parapetto, e non appena la vide si
lasciò
sfuggire un enorme sorriso.
-Non stai
per ammazzarti…dovevo aspettarmelo- constatò
Cassiopea secca, mentre Tom –tu
guarda caso- si dileguava alla velocità della luce.
Era
arrabbiata con lui per il modo in cui aveva cercato di baciarla, per il
modo
possessivo con cui l’aveva toccata, per…tutto. Era
arrabbiata e non sapeva
neanche lei perché.
-Ovvio
che non sto per ammazzarmi- ribatté Shane con la tipica
faccia di bronzo che lo
caratterizzava.
-Bene.
Visto che non devo salvarti posso andarmene- annunciò
Cassiopea, ma il
Grifondoro disse:
-Senti
Cassiopea…mi dispiace per il mio comportamento di ieri sera.
So di esserti
sembrato piuttosto…ehm…violento.
Perciò volevo proporti una cosa-.
-Propormi
una cosa?- chiese
-Sì.
Volevo chiederti se potevamo ricominciare da capo…- Shane
era visibilmente a
disagio sotto gli occhi glaciali della Malfoy –far finta che
non sia successo
tutto quello che è successo, intendo-.
-Non
penso sia possibile- lo stoppò subito Cassiopea.
-E
perché
lo pensi? Il passato si chiama passato proprio perché
è…passato!- insisté
Shane, accalorandosi e impappinandosi con le parole.
-Lo so
cos’è il passato. E ti sto dicendo che non sono
disposta a dimenticare- replicò
Cassiopea fredda.
-Almeno
concedimi un appuntamento. Un solo appuntamento. E se non
andrà bene ti giuro
sul mio onore da Grifondoro che la smetterò di tormentarti.
Per sempre- disse
allora Shane fissandola dritto negli occhi.
-Un
appuntamento? Qui? E dove pensi di portarmi?-
-Lo
scoprirai solo accettando di uscire con me- rispose Shane sibillino.
Cassiopea
lo fissò a lungo, soppesando le sue parole. L’idea
di poterselo togliere
finalmente dai piedi era allettante, ma d’altra parte come
avrebbe giustificato
quell’uscita alle sue amiche e specialmente a suo fratello?
L’avrebbero
crocifissa. Però…se fosse andata
male…la tortura chiamata Shane avrebbe avuto
fine. Era un pensiero, troppo, troppo
stuzzicante.
-D’accordo-
disse alla fine la bionda e quasi si sentì in colpa per il
lampo di gioia che
aveva attraversato gli occhi di Shane.
-Ti
concedo un solo appuntamento. Giocatelo bene- aggiunse seria, prima di
voltargli le spalle.
Non
appena
*****
Rimasta
sola al tavolo, con lo stomaco ancora praticamente vuoto, Glorya decise
di
tornare nella sua stanza per farsi una doccia. Aveva la sensazione di
avere una
balla di fieno aggrovigliata al posto dei capelli e soprattutto
l’odore di fumo
sembrava essersi incollato addosso; era già un miracolo che
Perciò
rubò un pezzo di pane da portar via –probabilmente
era l’unica cosa che potesse
mangiare senza rimetterla- e lasciò il Refettorio
mangiucchiandolo.
Avendo un
senso dell’orientamento decisamente superiore a quello di
Lily, che era in
grado di perdersi persino nel loro Dormitorio, Glorya
impiegò pochissimo tempo
a raggiungere la sua camera e quando vi entrò si
trovò davanti uno spettacolo
decisamente…singolare.
Scorpius
Malfoy sembrava caduto in un sonno fatato, a giudicare da come dormiva
beatamente stravaccato sul letto di Lily, e probabilmente neanche lo
scoppio
della Terza Guerra Magica l’avrebbe svegliato. Come se
trovare Scorpius nel
letto di Lily non avesse fatto planare la mascella di Glorya sino al
pianterreno, il biondo Malfoy era persino a torso nudo.
La sua
camicia giaceva appesa alla porta del bagno –come ci era
finita lì era un
mistero della fede- e poco distante c’erano le sue scarpe,
accanto ad un paio
di decolté ben note alla Zabini.
Disseminate
per la stanza c’erano varie bottiglie di tequila vuote e fu
grazie a questo che
la bella mora riuscì a ricostruire nella sua mente cosa
doveva essere accaduto
la sera prima.
Semplicemente,
dimenticandosi anni di puro odio, Lily e Scorpius si erano ubriacati
insieme
–dopo essersi baciati, cosa che non era sfuggita neanche a
Glorya- e Malfoy era
crollato a dormire nella loro camera. E Lily? si chiese Glorya un filo
preoccupata, mentre decideva di non svegliare il
bell’addormentato e cercava di
raggiungere il bagno superando vari ostacoli- Lily che fine ha fatto?
Era quasi
giunta alla sua meta sana e salva, quando Glorya venne afferrata
saldamente per
un braccio da Malfoy, che si era svegliato di colpo in quel momento.
Sembrava
spiritato, con i capelli sparati in tutte le direzioni e le occhiaie
pesanti.
-Dove
pensi di andare?- le chiese il biondo con un tono a metà fra
il minaccioso e il
fuori di testa.
Okay, se
i pazzi bisogna assecondarli, figuriamoci i Malfoy
sbronzi…si disse Glorya,
mentre con notevole self control rispondeva:
-Ehm…in
bagno-.
Scorpius
strabuzzò gli occhi sorpreso e –come se il suo
risveglio fosse stato solo
apparente- ricadde in un sonno profondo, che indusse
Tuttavia
il battito del suo cuore era regolare e, tranquillizzata, Glorya
riuscì ad
entrare nel benedetto bagno, dicendosi che il mondo non avrebbe mai
smesso di
stupirla.
Mezz’ora
dopo Glorya si sentiva di nuovo sé stessa. I capelli tornati
lucenti e lisci,
l’odore di fumo e alcol sparito, la sbronza passata grazie
alla doccia
fredda…il mondo acquistava di nuovo senso agli occhi della
Zabini, che
decisamente rilassata si infilò un delizioso e quanto mai
attillato abito di
lana rosso ciliegia dallo scollo storto e diede sollievo ai suoi piedi
con un
comodo paio di stivali di pelle.
In pace
con sé stessa, Glorya –sempre attenta a non destar
il Malfoy che dorme- decise
di andare a trovare Liam. Erano alcuni giorni che non riuscivano a
parlarsi, e
voleva raccontargli di Malfoy, della festa, di come stava…e
soprattutto sapere
come stava lui.
Non
dovette faticare molto a cercarlo: Liam sedeva solo soletto nella
biblioteca
più piccola del primo piano, deserta a quell’ora
della domenica pomeriggio,
soprattutto della domenica pomeriggio che seguiva un festino devastante
come
quello della sera prima.
-Ehi-
l’apostrofò Glorya sedendosi accanto a lui;
emanava un lieve profumo di menta
che colpì immediatamente
-Ciao-
rispose Liam, ma non sembrava contento di vederla. A dirla tutta non
sembrava
neanche star bene fisicamente: era più pallido del normale,
con profonde borse
sotto gli occhi (che non erano sicuramente dovute ad una sbronza) e
sembrava
far fatica a stare sveglio.
-Tutto
bene?- gli chiese infatti Glorya, scrutandolo attentamente.
-Sì,
certo- replicò lui rigido, evitando di guardarla negli occhi.
-Beh…sembri
piuttosto…stanco- osservò lei con delicatezza,
per non dire “malato”.
-Ho detto
che è tutto a posto- ribadì Liam secco e Glorya
quasi si ritrasse fisicamente
al tono duro del Corvonero.
-Okay-
disse solamente e fra i due cadde un silenzio imbarazzato.
-Cercavi
qualche libro?- domandò allora Glorya nel disperato
tentativo di far
conversazione; neanche nei primi giorni di conoscenza Glorya si era mai
sentita
così in imbarazzo e a disagio con Liam.
-No- fu
la risposta del silenzioso Ravenclaw, che continuava a fissare davanti
a sé,
come se Glorya non fosse neanche presente. Quest’ultima,
decisamente abbattuta
e con l’umore sotto terra, si alzò lentamente
dicendo:
-Beh,
io…vado. Ciao-.
Sentendo
quelle parole, Liam parve risvegliarsi dallo stato catatonico in cui
sembrava
versare e alzando gli occhi su di lei le disse:
-No,
Glorya aspetta…dobbiamo parlare-.
-Non
sembri averne molta voglia- commentò
-Non ho
voglia di parlare di sciocchezze…devo dirti qualcosa di
più importante- ribatté
Liam per nulla offeso dal tono della mora.
-D’accordo-
replicò Glorya tornando a sedersi, -ti ascolto-.
Liam si
voltò interamente verso di lei, poterla guardare dritto
negli occhi; Glorya si
sentì inquieta sotto quello sguardo, c’era
qualcosa di diverso, di strano.
-Non
possiamo più frequentarci…sì,
insomma…non possiamo più vederci,
parlarci…non
possiamo più…questo- esordì,
accompagnando le sue parole con un ampio gesto
della mano che indicava loro due.
A Glorya
sembrò di vivere un orribile, insensato e familiare
deja-vue: le sembrava di
essere tornata ai suoi undici anni, quando Derek, con la stessa
tristezza negli
occhi che ora mostrava Liam, le aveva annunciato che Lysa e Blaise
avrebbero
divorziato. Era la stessa identica e terribile sensazione di abbandono.
Glorya
Zabini non era una Slytherin per puro caso però.
Così, con una freddezza
incredibile e volto impassibile che servivano a mascherare le sue
emozioni,
domandò:
-Perché?-
Perché
sono un dannato mostro Glorya, un dannato mostro che da qui a una
settimana si
trasformerà in qualcosa che non puoi controllare, in
qualcosa che ti farà
male…ed io non voglio farti male, Glorya, non a te, non anche a te, si disse Liam mentalmente, ma
a lei rispose:
-Io non
sono la persona giusta per te. Non posso negare che fra noi ci
sia…qualcosa, perché
mentirei. Ma non posso lasciare che questa cosa diventi qualcosa di
più-.
-Capisco.
Non ti chiederò altro. Se ritieni di non essere adatto a
me…rispetto il tuo
pensiero- replicò solamente Glorya. Non aggiunse altro, non
sarebbe stata in grado di aggiungere altro
senza
mettersi ad urlare. Lo guardò un’ultima volta,
certa che sarebbe davvero stata
l’ultima: per Liam sarebbe stato estremamente facile sparire
alla sua vista,
tornare a confondersi in mezzo alla folla come aveva fatto per tutti
quegli
anni.
-Mi
dispiace- disse lui, dopo quelli che sembrarono attimi infiniti di
eternità.
Glorya si
limitò ad annuire, sostenendo il suo sguardo, prima di
alzarsi e lasciare la
biblioteca con passi lenti e decisi.
Non
appena fu certa di aver messo chilometri fra sé e Liam,
Glorya si mise a
correre furiosamente, senza curarsi degli altri studenti, sino a
trovare un
ripostiglio vuoto. Vi si chiuse, con un’unica domanda a
martellarle la testa: perché tutti
finiscono per abbandonarmi?
Perché?
*****
Erano le
cinque del pomeriggio quando Scorpius Hyperion Malfoy si
svegliò per la terza
ed ultima volta.
La prima
cosa che percepì fu di essere da solo. Significava che Lily
si era alzata prima
di lui e che aveva deciso di andarsene.
La
seconda percezione era di tipo fisico: qualcuno gli aveva gettato una
coperta
addosso, evidentemente per evitargli il congelamento, dato che era a
petto
nudo.
Terza ed
ultima sensazione era di star per vomitare l’anima, ma quello
era irrilevante.
Si mise a
sedere lentamente, evitando bruschi movimenti, e prese dal comodino
quelle che
riconobbe come le sue sigarette. Se ne accese una e, appoggiandosi
comodamente
alla spalliera del letto, si mise a fumare pensieroso.
C’era
da
aspettarselo che Lily avrebbe reagito così. A differenza di
lui la piccola
Potter non aveva ancora le idee ben chiare, era decisamente confusa e
perciò
stava scappando da lui.
Scorpius
invece sapeva benissimo quello che voleva: voleva lei. Ora. Sempre. In
ogni
momento.
E, che
Lily fosse d’accordo o meno, Scorpius avrebbe raggiunto il
suo scopo.
Perché
un Malfoy ottiene sempre
quello che desidera.
Spazio Autrice:
Lo so, lo so, sono passati più di dieci giorni dall’ultimo aggiornamento e molti di voi avranno pensato che sono scomparsa di nuovo. Invece no, semplicemente ero stata risucchiata dal vortice maledetto delle interrogazioni e verifiche pre-maturità. Proprio per questo penso che aggiornerò più lentamente, ma lo farò, state tranquilli : )
Su questo penosissimo e cortissimo capitolo non c’è molto da dire, perciò lascio a voi i commenti, sia positivi che negativi, sempre che vogliate sprecare cinque minuti del vostro tempo a lasciarmi una recensione : )
Sono di frettissima, perciò mi scuso con tutti quelli che hanno recensito, ma non ho neanche un dannatissimo secondo di tempo per rispondervi : ( mi perdonate vero? Sappiate che ogni singola recensione per me è importantissima e che non potervi rispondere mi uccide. Mi posso solamente limitare a un gigantesco GRAZIE e sperare che continuiate a recensire nonostante io sia una pessima “autrice”. GRAZIE GRAZIE GRAZIE A TUTTI VOI!
Con affetto Miss_Slytherin.