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Autore: Fiamma Drakon    27/05/2010    2 recensioni
[Seconda classificata al Multifandom Fantasy Contest indetto da redseaperl]
Mi chiamo Monette De Lune e sono una vampira.
Be’, era ovvio, dopo sette lunghi anni trascorsi sotto queste immortali - o quasi - spoglie.
Ormai era un dato di fatto, e mi ero anche quasi del tutto abituata al sapore del sangue, del quale, da umana, non avevo mai neanche potuto sopportare la vista.
E anche la compagnia dei ragni ora mi era adorabile: la mia migliore amica era una vedova nera.
Insomma, ormai era normale pensare a me come a una vampira.
Quello che non era normale - e che tuttora mi sembrava ancora incredibile - era la situazione in cui, per un’astrusa serie di circostanze, mi ero trovata coinvolta: il mio amore - e padrone - Kevin D’Oyly era in pericolo ed io ero la sola che potesse salvarlo.
Ed era per far ciò che, adesso, mi trovavo davanti a questo vecchio cimitero abbandonato, alla periferia di Parigi.
Ma perché arrivare ad un tal segno?
Insomma, Kevin non era poi così malvagio, senza contare il suo dilettevole hobby della vivisezione umana, i poveri diavoli che aveva brutalmente scuoiato - e ucciso - nella sua Sala delle Torture, i disperati che aveva mutilato con la sua cara molatrice da tortura e i bastardi che aveva mandato a morire nelle fiamme dell’Inferno - e non in senso metaforico -.
Be’, in fondo un po’ di malvagità c’era, ma sapeva anche essere gentile e premuroso in tutto il suo essere macabro.
La mia memoria, così portentosa dal giorno della mia trasformazione, mi ripresentò davanti agli occhi tutto ciò che mi aveva condotta fin lì...
Genere: Romantico, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Atto VIII - Di nuovo insieme, per sempre
ATTO VIII
DI NUOVO INSIEME, PER SEMPRE

«XAVIEEEEEEEER!!».
La osservai, in silenzio, prima di avvicinarmi.
«Lunette! Come stai?».
La voce di Cindra mi fece sobbalzare, precedendo il suo arrivo dall’alto della stanza.
La staccai dal filo da cui pendeva e la presi nelle mie mani, avvicinandomi a Cynthia: Xavier era immobile, steso a terra, le palpebre chiuse, la bocca semiaperta, dalla quale scivolava fuori un rivolo di sangue nero.
La guancia destra era solcata da un taglio, netto e preciso, che attraversava anche la palpebra, fino ad arrivargli alla tempia e che brillava del nero del sangue che ancora da esso stillava.
Il petto era stato squarciato più volte e, in prossimità del cuore, si apriva un foro grande quanto un pugno, sporco del sangue che ributtava a fiotti ininterrotti.
La coscia sinistra era solcata da profonde ferite che avevano ridotto a brandelli sanguinolenti i pantaloni.
Cynthia cadde in ginocchio accanto a lui, prendendo a scuoterlo per le spalle.
«Xavier! Xavier, svegliati! Ti prego, Xavier!» lo chiamò, disperata.
Sentii un paio di mani cingermi i fianchi e sobbalzai, voltandomi: era Kevin.
Mi sorrise, mite e triste, osservando poi la scena che si presentava davanti a noi.
«Se tu fossi morta... non mi sarei limitato a questo... ma sarei morto anch’io...» mi sussurrò all’orecchio.
«Non dire queste cose, ti prego!» risposi io, tristemente.
«Se fossi morto, se fossi morto... volete smetterla di dire che sono morto?!».
Xavier riaprì in quel momento l’occhio sano, sorridendo trionfante.
Gli occhi di Cynthia si illuminarono e gli saltò al collo.
«Credevo fossi morto!»
«Ma davvero? Chi l’avrebbe mai detto...» rispose lui, ironico, tossendo.
Si tirò su a sedere malamente, la palpebra ferita che vibrava, forse per lo sforzo di doverla tenere chiusa.
«E così tu sei il conte Kevin d’Oyly, il fidanzato di Monette... piacere, Xavier».
Kevin lo fissò alcuni istanti, prima di scattare.
«Eri con Monette?!?! Io ti ammazzo, ti AMMAZ...» si bloccò, mormorando un “ahio”, che evidentemente era dato dai maltrattamenti subiti dal fratello.
«No, non fare così, Kevin... non mi ha fatto niente, davvero! Mi hanno aiutato a ritrovarti, anzi!» lo difesi io, sorridendo: era così carino quando faceva il geloso.
«Sì... l’ho pure portata in braccio fino a casa, per non farla stancare!» aggiunse Xavier, in tono quasi fiero, mentre Cynthia lo aiutava a rimettersi in piedi.
«Tu COSA?!?!?! Vieni qui, razza di...!»
«No, Kevin non fargli male!!» esclamai io, trattenendolo, riavvicinandolo a me e baciandolo.
Lo sentii rilassarsi e cedere lentamente, mentre ricambiava con foga sempre maggiore il mio bacio.
«Ma guarda cosa mi tocca vedere in queste condizioni...» sentii mormorare a Xavier.
«Sta’ un po’ zitto!» lo rimbeccò Cynthia.
Sentii l’altro mandare un piccolo gemito.
Quando ci staccammo e riportai gli occhi su quei due, giurai che si erano baciati pure loro: gli occhi di lei erano accesi di sentimento, mentre quelli di lui erano palesemente scioccati.
«Be’, direi di andare... questo posto non mi piace neanche un po’...» esclamò Cynthia, avviandosi con Xavier verso l’uscita, sorreggendolo.
Io e Kevin ci scambiammo un ultimo sguardo, prima di seguirli, Cindra ancora nelle mie mani.
«Torniamo a casa?» chiesi a Kevin, guardandolo.
«Certo, bocciolo appassito...» mi sussurrò lui all’orecchio.
Gli cinsi i fianchi: mi sembrava in precario equilibrio e non volevo che cadesse.
Ci scambiammo un ulteriore bacio, stavolta incredibilmente casto.
E così finì quell’orribile notte da incubo.





Angolino autrice
E così finisce la fic ^^''' spero che sia piaciuta ^^
Ringrazio Sachi Mitsuki e xXxNekoChanxXx per le recensioni allo scorso capitolo e quanti hanno seguito solamente questa fic ^^
Grazie a tutti.
F.D.
   
 
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